mercoledì 6 novembre 2013
LA MOKA NON E' AMICA DELL'AMACA.
Il caffè è una bevanda che fino a poco tempo fa non suscitava alcun interesse in me, ora non ne posso fare a meno. Sarà perché per due notti a settimana sono a lavoro in veglia completa. Forse proprio per il sonno ridotto, quando apro gli occhi necessito di caffeina per riprendere le nozioni basilari su come sono arrivato sulla Terra. Magari le mie origini partenopee si fanno sentire con 'na tazzulell'e cafè, più di quanto non credessi possibile, fatto sta che di caffeina ne introduco parecchia e la cosa mi sconcerta alquanto. Non sono un intenditore, nel senso che non riesco a riconoscere le miscele di robusta o arabica di una determinata marca, anzi per me sono tutti uguali alla fine. Però riesco a capire quando è buono e quando è una ciofeca. La macchinetta dove lavoro io, inutile dirlo, eroga una specie di acqua putrida color marrone vagamente somigliante ad un succo di chicco di caffè, imbevibile ma necessario. La moka di casa mia, invece produce una bevanda degna del nome di cui è atta ed eseguire la sua funzione, ovvero il caffè è buono. L'unico problema è che una moka da quattro tazzine e per non sprecare il suo contenuto, ne bevo da solo almeno i 2/3. Decisamente troppi. C'è da dire una cosa, io non sono uno di quei tipi che disdegna il caffè all'americana, anzi in verità lo preferisco. Appena sveglio, se non bevo la mia tazza mattutina di quello solubile, non ho la forza di aprire le palpebre e il mio cervello si aziona intorno alle due del pomeriggio. Poi mi piace anche mangiare cibi salati sorseggiando un bel litro di americano, fa come dire molto...americano appunto, dà una certa soddisfazione perché non si finisce in due sorsi, come l'espresso nostrano. Rende il momento del caffè come una pausa prolungata di relax e tranquillità. E' piacevole, duraturo e non ci si cuoce la lingua buttandolo come piombo fuso giù per la gola. Comunque dopo tanto parlare, mi è venuta voglia di bere un caffè, e se non lo prendo divento pure nervoso, dannazione!
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