Ventiquattro ore per me sono poche, davvero, non mi bastano per fare tutto ciò che gravita intorno ad una mia giornata tipica. Però sono certo che se un giorno fosse composto da trenta ore, ne richiederei di più, una volta ottenute quelle, ne averi bisogno di altre dieci e via discorrendo. Detta così sembra che io non abbia un secondo libero, in parte è vero, ma forse il problema sta in una cattiva gestione del tempo a mia disposizione. Lavorando di sera/notte ho tutto il giorno libero, quindi cerco di fare il possibile per sbrigare le faccende di casa, piuttosto che fare su e giù per Milano per X motivi, andare in palestra e sfasciarmi di fatica, o andare a suonare e tante altre cose che servono a riempire una giornata. Però poi arriva il momento in cui devo correre a lavoro, con una bomba in count down attaccata al sellino della bici e sfreccio a tutta birra per la circonvallazione, esattamente come è avvenuto prima. Ho corso con tutta la mia forza, per non arrivare in ritardo in ufficio, abbattendo il muro del suono. CASA-LAVORO in 25 min, netti. Come disse il grande Guido Nicheli: Alboreto (R.I.P) is nothing. Certo ho varcato la soglia dell'ufficio con un principio di enfisema polmonare ed un fischio preoccupante tipo, richiamo per tortore, però sono arrivato in orario. Ho anche battuto il mio record personale, insomma sono comunque contento ma distrutto.
Oggi avrei voluto scrivere qualche pagina del nuovo romanzo, purtroppo non ho avuto l'opportunità di sedermi, quelle due ore necessarie, per cavare qualche idea dalla mia mente assopita. Domani ho tutta una notte lavorativa utile a scrivere quanto mi verrà in mente, ma lo farò con tutta calma.
mercoledì 22 ottobre 2014
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