Allora ho pensato che dovrei dare un taglio, non nel senso che la pianto di scrivere, ma dare un taglio giornalistico più identificativo.
In principio avrei voluto parlare solo di musica, ma poi le vicende personali hanno avuto la meglio sulle recensioni musicali; anche perché c'è da dire, che non ho più nemmeno il tempo di ascoltare artisti nuovi e di cose che mi capitano quotidianamente invece, sono all'ordine del giorno, per cui, cose da dire ne ho. Però parlare della propria vita è un tema molto dispersivo, cioè, è talmente vasto che l'utenza non trova un grande interesse nel conoscere la mia vita personale, per di più, io mantengo anche uno strato ben consolidato di animato, quindi: perché le persone dovrebbero leggermi?
Sempre questo professionista, mi ha fatto leggere alcuni blog di persone che lui personalmente conosce e ho notato la differenza abissale tra quei blog ed il mio, e la questione verte sempre su quell'unico fattore, ossia, l'identità.
Ho fatto un giro sul web per capire la figura del blogger come può sopravvivere nel mondo del lavoro, cioè, in che modo si può vivere attraverso il blog? E ho scoperto che oltre ai blogger, oggigiorno esistono anche delle figure chiamate influencer, può darsi che sia l'evoluzione del personaggio che scrive per diletto, ma ha talmente un grande seguito, da influenzare le scelte della gente che segue il suo blog.
Per quanto mi riguarda, poteri diventare un influencer solo quando mi becco il raffreddore e contagiare i miei lettori solo se potessi postare anche un fazzoletto smoccicoso sulla mia home page.
Tirando le somme si può dire che:
- Del mio blog non gliene frega niente a nessuno.
- Sono stato così tanto vaccinato da piccolo, da non diventare mai un influencer.
- LA TANA è sempre stato per me una valvola di sfogo, perciò non mi devo piegare al mercato.
- Se non svelo la mia identità, non vedo il motivo per cui dovrebbe avercela il mio blog.
- La scrittura per me è una passione e rimarrà tale.
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