In questi ultimi giorni di cose da fare ne ho così tante che non mi rendo conto nemmeno di quante sono realmente, eppure, per quanto io mi sbatta per far quadrare ogni cosa, mi sembra di non conculdere mai nulla.
Sono dietro al progetto del corso di cultura alimentare giapponese da tre mesi e mi sta succhiando ogni briciolo di energia; sono contento per carità, ma se aggiunto al lavoro mio quotidiano più alla famiglia numerosa, arrivo di notte nel letto che ho ancora qualcosa da sbrigare perché non ho tempo materiale per poter finire quello che ho da fare.
C'è la musica con la mia band, ormai ferma da un mese e mezzo, ma da domani si ricomincia in vista del prossimo concerto al Boccaccio il 18/02; poi il blog e ultimo ma non meno importante, il mio quarto romanzo.
Come si fa ad ottenere più tempo? A me ventiquattro ore non bastano.
E' per questo che ora sto bevendo una RedBull per poter stare sveglio e dover fare il mio lavoro e pure l'altro, con i due computer affiancati l'uno accanto all'altro.
Ma non posso femrarmi devo produrre, scrivere, correggere, spedire, rispondere, creare, modificare, arrabbiarmi, riprendere il controllo e continuare a rifare tutto daccapo.
Chi si ferma è perduto.
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