sabato 11 maggio 2013

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE

Da quasi quattro anni, mese più mese meno, ho scelto di percorre le strade di Milano sulle bici. Dico sulle, poiché in questi quattro anni ne ho cambiate parecchie. Di marche diverse, modelli differenti, prestazioni di utilizzo diversificate, eppure tutte quante sono arrivate al medesimo traguardo: la rottura! Un momento, tre me le hanno rubate, ma le altre si sono distrutte. Davvero penso di avere una maledizione nelle gambe. Non posso credere che tutti i miei velocipedi si distruggano dopo pochi mesi, addirittura settimane di utilizzo. Ok certo la morfologia delle strade meneghine, non sono come quelle di Amsterdam, questo purtroppo bisogna tenerlo a mente, però è inaccettabile che ogni bicicletta si disintegri sotto i piedi. Avvenimento realmente accaduto, sulla via di ritorno da lavoro. Ero a pochi minuti da casa. La bici che stavo utilizzando, una Bottecchia rosso fiammante tipo olandese, mi stava dando dei forti segnali acustici durante il tragitto, come se chiedesse pietà per un imminente riposo. Capivo di chiedere troppo a quella bicicletta. Si sentiva chiaramente che stava facendo uno sforzo immane a portarmi a casa ed io con lei, comunque non erano neanche tre mesi che la usavo eppure la sua sorte era vicina. Per dare l'idea dello scenario in cui mi trovavo, posso descriverlo così: Ora mezzanotte e trenta minuti di sabato, circonvallazione esterna traffico intenso, cavalcavia ripido, con bivio annesso. Sulla cima del ponte la bici emette il suo ultimo latrato di agonia, dopo di ché catena rotta, copri-catena saltato, pedali (mozzo) fuori fase traballante, manubrio prossimo a restarmi in mano e definitivo abbandono del mezzo sulla strada. Dopo aver speso la bellezza di 90 euro per la messa a punto, passati quei giorni facendomi credere di avere una bici di tutto rispetto tra le mani, questa si disintegra come una bottiglia di vino lasciata per troppo tempo nel freezer. Altra situazione. Modello B.TWIN della Decathlon spesa 120 euro nuova, tempo di utilizzo 4/5 mesi. Questa maledetta, mi ha dato del filo da torcere fin dall'inizio. Ho bucato 5 volte, cambiato freni due volte per coppia, la catena sistemata una miriade di volte. Stanco di portarla a riparare ogni due per tre, ho provato ad aggiustarla per conto mio (forse qui non ho fatto la cosa più corretta). Però devo dire che finché la riparavo io, mi seccava meno di trovarmi di notte a portarla da lavoro fino a casa, tanto facevo solo pratica nelle riparazioni. Poi un bel giorno fatta la prima curva dal portone di casa, la catena si è spezzata di netto (appena comprata). Inutile dire che poi questo ferro vecchio l'abbia buttato. Quelle rubate, non fanno testo, anche se non erano certamente nuove a parte una. Ne avrei da raccontare di gesta con le bici jellate, ma mi fermo, è troppo doloroso ricordarle. La sfida è questa, propongo a chi le costruisce e le progetta, di inventarne una per me, che non si sgretoli come un castello di sabbia. E' chiaro che poi se dura almeno sei mesi, senza manutenzione continua, la pago altrimenti, via  pedalare!

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