lunedì 6 marzo 2017

QUEL CHE INTERNET TOGLIE

Oggi riflettevo con mia moglie del poco esercizio fisico compiuto dal nostro cervello da quando esiste internet. Si diceva, che per ogni cosa oggi è chiamato in causa il motore di ricerca più conosciuto del mondo: Google, per poi passare alla nuova bibbia dei nostri tempi: Wikipedia. Questi due colossi dell'era digitale, hanno creato un appiattimento cerebrale generazionale enorme, dato che nessuno più compie alcuno sforzo nel ricercare qualcosa che lo incuriosisce come: le origini di un dato termine, la composizione di un elemento qualsiasi, piuttosto che ricordare le date di un avvenimento importante. Da quando poi internet è fruibile dallo smartphone questo accade ancor più frequentemente di prima, visto che abbiamo la "conoscenza" in tasca. La cosa peggiore è che non si tenta neppure di tenere a mente ciò che si è cercato su internet, poiché la soddisfazione al dubbio avviene così velocemente, che con la stessa rapidità viene poi dimenticata, tanto qualora tornasse basta fare gli stessi semplici passi sul telefono e il gioco è fatto.
Oltre però ad aver appiattito la vera curiosità, si è anche instaurato una specie di onniscienza su qualsiasi argomento, basti pensare che, avendo sempre una risposta pronta ci si crede dei veri tuttologi. Ma non sempre le informazioni ottenute sono fonte di verità, essendoci la possibilità che chiunque possa scrivere il proprio parere, si perde inevitabilmente l'autenticità dell'informazione.
Internet è comunque una fonte di guadagno per pochi e uno svantaggio per tanti. C'è chi dietro alle ricerche smodate riesce a farci del business; e questa non è una novità, però oltre alle ricerche c'è tanto altro materiale che passa attraverso, come i link correlati a quello che potrebbe essere vicino alla ricerca stessa, ma oltre a questo c'è pure tutta una serie di pubblicità che non serve assolutamente a nulla. La maggior parte delle volte sono sempre a sfondo sessuale e chi è "navigato" nella navigazione appunto, non cade in questi facili tranelli, ma chi è sprovveduto come un minorenne, casca nella trappola delle immagini proibite senza pensarci due volte. Si ritorna sempre allo stesso punto, ovvero che il genitore debba supervisionare ciò che un figlio guarda su internet, ma non è poi così semplice, cioè bisognerebbe avere un altro paio di occhi che vedano quel che sta guardando il figlio; è infattibile perché ognuno ha bisogno della propria privacy e dunque non si può fare dell'austerity ad ogni momento; bisogna insegnare come difendersi ma anche mettere all'erta sulle trappole che internet piazza di qua e di là.
Certo che un tempo quando io ero bambino, non potevo assolutamente finire dentro a quel che si poteva ritenere proibito, la televisione era sì un elemento deleterio, ma era molto più controllato per lo meno dalle emittenti. Oggi noi siamo padroni del nostro intrattenimento e spesso si guardano cose che ai ragazzini non fa per niente bene, ma questi sono i tempi moderni e bisogna creare una scudo di difesa efficace, prima di finire letteralmente allo sbaraglio.
L'era di internet ha fornito una possibilità gigante sotto tanti aspetti, ma come diceva Don Buro (Christian De Sica in "Vacanze in America")
"Ma beata st'ignoranza se stai bene de mente, de core, de panza."


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