In passato ho già avuto di queste "crisi" e francamente non ricordo come ne sono uscito. Si dice che il cioccolato sia una droga e non faccio fatica a crederlo, anche perché, vista la mia attitudine per quel che riguarda le dipendenze, sono concorde nel definirla una sorta di oppiaceo, ma molto meno caro e dannoso. Un momento; la mia linea ne risente eccome! Questo mio nuovo attaccamento per il prodotto derivante dalle fave di cacao, mi sta facendo lievitare come una brioche, nonostante mi renda conto di dovere smettere per la mia salute, la mia testa mi ordina di continuare, infischiandomene della linea e delle trigliceridi. Come posso dare un taglio a questo vizio?
Al lavoro oltretutto non mi facilitano all'astinenza, avendo la macchinetta piena, appunto, di ogni prodotto al cioccolato e derivati. Mi sembra di essere in una specie di prigione con le sbarre fondenti, le pareti fatte di Nutella ed il pavimento su cui poggio, è un'enorme tavoletta con nocciole intere. E' una dolce e squisita schiavitù, dolorosa e allo stesso tempo golosa da morire; vorrei smettere immediatamente di pasticciare in continuazione, ma senza fermarmi di deliziarmi della gioia dei dolci.
Si dice anche, che abusa di dolci e di cioccolato in particolare, abbia qualche carenza a livello affettivo. Dubito, dato che la mia famiglia si è appena allargata, quindi di affetto ce n'è da vendere. Comunque sia, non so dove cercare la ragione che scatena dentro di me questa voglia di cioccolato e di dolci in generale; prima o poi la troverò. spero.
Però ammettere di avere un problema, significa averlo risolto per metà, la parte restante dovrebbe risolverla la psicologa da cui andavo un paio di anni fa. Sarebbe meglio andarla a trovare e parlare con lei di questa mia nuova mania. Certo però, non sarebbe educato andare nel suo studio a mani vuote, credo di doverle portare almeno una scatola di cioccolatini.
Nessun commento:
Posta un commento