venerdì 30 ottobre 2009

NUMERO IV

L'invidia: è il quarto dei sette peccati capitali,un sentimento subdolo e infido, è la corrosione interna che buca le viscere dell'amor proprio. Dal momento in cui nasce, si sviluppa e cresce in modo parallelo e distinto dal raziocinio perché offusca la mente con quello che si desidera ardentemente e non lo si può ottenere; si uccide per invidia. E' un sentimento arcaico,primordiale, è ciò che rende simili l'uomo e l'animale perché è il senso di bisogno rende pazzi nell'adempiere la propria soddisfazione.
E' sempre stato condannato da tutte le più alte sfere moraliste e religiose, non deve esistere nell'animo umano, si deve debellare dalla mente e dal cuore perché se si è invidiosi si è corruttibili al maligno.
Ma non si può. Ognuno di noi cova dentro questo sentimento,è radicato e troppo consolidato, è universale e lo si può proiettare verso qualsiasi bene,oggetto e persone.
L'invidia è presente constantemente nella nostra società, in cui si è solo se si ha, viene amplificato e strumentalizzato dai media, che ci propone solo cose futili ma di grande lusso, per appartenere ad uno status quo, per ostentare l'appartenenza ad una classe elitaria che ha come unico scopo l' essere esclusivi, per suscitare invidia verso chi non ha nulla. Se si è invidiati si ha potere,chi invidia è un perdente.
Per quanto mi riguarda, il mio senso d'ividia è rivolto solamente, a chi riesce nei prorpi obbiettivi,chi si prefigge dei traguardi e li supera brillantemente, chi ha le idee chiare su quello che vogliono e sanno come ottenerlo. Coloro che non hanno nessun dubbio in nessun campo,persone decise,stoiche, coloro che, soloamente a gurdarli,si percepisce in loro un senso di solida sicurezza. Solo loro che io invidio.

venerdì 23 ottobre 2009

FACCIO I CONTI CON ME STESSO E MI TROVO SEMPRE IN ROSSO

Capita spesso, di trovarmi nella situazione di pensare a che punto sono arrivato in questo percorso,cosa ho fatto,cosa ho raggiunto,cosa desidero e come mi vedrò fra qualche tempo.Il risultato di queste riflessioni arriva puntualmente con un grosso interrogativo...è proprio tutto così? Su quello che ho raggiunto, non ho nessun dubbio,ovvero, quello che ho fatto è la giusta conseguenza di un progetto che ha dato alla luce le mie più grandi soddisfazioni a livello emotivo e di crescita personale,non potrei mai cambiare ciò che ho creato, con la persona che davvero mi capisce e mi apprezza,per nulla al mondo.
I progetti futuri,sono davvero il mio cruccio, l'enigma che mi segue sempre,che mi fa scattare quel senso d' inquietudine, da lasciarmi senza forze e che non mi da la possibilità di guardare l'orizzonte del tempo con aria sicura. Sarà forse perché non ho mai progettato nulla di serio, perché sono sempre stato un eterno sognatore,sarà perché non ho saputo realizzare le mie ambizioni e quindi anelo ad un qualcosa che non ha forma ne colore,che io per primo non conosco,che mi riempie l'anima del vuoto dell'incognito;temo di si.
Aspiro a trovare qualcosa di nuovo,che mi dia la grinta per affrontare con entusiasmo i giorni a venire,ma un passo di questo tipo l'ho già fatto ed è stato un passo falso,ritorno sui miei passi? e dopo? Non ho nulla, delle basi sicure da cui si possa ripartire, un aiuto che mi sproni a cambiare,ho paura di sbagliare ancora.
Mi accorgo comunque,che se tornassi indietro non sarebbe la stessa cosa,le persone che ho lasciato, sono cambiate e più di tutti sono cambiato io...è per questo che quando faccio i conti con me stesso mi trovo sempre in rosso.

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...