venerdì 24 agosto 2018

NESSUNO VUOLE DEI NUOVI MUSICISTI

E' dura da ammettere ma la sensazione che provo da diverso tempo a questa parte, è che dei nuovi musicisti non gliene frega niente a nessuno, e quando dico nessuno intendo proprio: N-E-S-S-U-N-O.
La categoria persa in causa da questo post è quella dei musicisti con l'aggravante di essere emergenti, ovviamente i mostri sacri non vengo coinvolti, sia mai. Aspè, che poi dopo torno pure da loro.
La gente non capisce bene cosa vuol dire essere musicista perché ai fruitori arriva solo la parte finale, ossia, quella ludica, quella divertente, quella che tutti noi amiamo. Eppure tutti i sacrifici, i soldi ed il tempo impiegato per arrivare al prodotto finale non vengono presi in considerazione il che comporta un declassamento del lavoro creativo.
Tutti coloro che lavorano nell'ambito artistico subiscono questo tipo di discriminazione e credo che derivi dal presupposto che l'arte in quanto tale, sia considerata qualcosa di non necessaria, non quantificabile concretamente i termini di lavoro e atto solo a rallegrare gli animi. Come dire che un dipinto, un romanzo, un film o per l'appunto una canzone, siano delle cose che nelle quotidianità della sopravvivenza non abbiano alcun valore, a differenza di lavori che concretamente forniscono o un bene o u servizio; gli artisti ahimé, non dando nulla di necessario sono tacciati come dei fannulloni. E' ovvio che l'arte serva a far riflettere, ad interrogare chi assiste e certo, anche a far divertire e senza di essa la vita sarebbe una nuvola grigia senza emozioni. Posso dire quindi che l'arte serve ad emozionare e questa particolare attività però deve avere un corrispettivo economico per chi ha pensato di creare un'opera che sia letteraria, pittorica, musicale e via discorrendo.
Dopo aver fatto questo preambolo, dove li mettiamo i nostri musicisti emergenti?
Già, dove li mettiamo?
Molti potrebbero indicarci dei luoghi tipo i bagni pubblici o affini, io invece li devo collocare in un limbo non ben definito tra quelli che fanno lavori normali ma che ambiscono a diventare professionisti e per questo accettano le più disparate condizioni.
Prendo in esame una band di perfetti sconosciuti perché è ciò che conosco meglio.
Allora: la nostra band di eroi che chiamerò per comodità T.E.F.L. chiede ad un locale di potersi esibire con una scaletta di PEZZI PROPRI ed il tempo di esecuzione è pari ad un'oretta. Il gestore del locale, dopo aver prestato non troppa attenzione alla proposta, decide alla fine di vagliare la possibilità di farli esibire chiede:

  1. Quanta gente portate?
  2. Ma fate le cover?
  3. Quanto vorreste come compenso?
Queste sono solo tre delle richieste che vengono fatte ai T.E.F.L come a tante altre band, prima di arrivare ad esibirsi; la lista potrebbe aumentare ma atteniamoci a queste qui per ora.
Bisogna fare una premessa, il momento precedente alla comunicazione con il gestore dell'ipotetico locale, avviene solo dopo una lunga ed estenuante ricerca sul web, invio di richieste, attesa della risposta, organizzazione della vita privata a seguito della possibilità eventuale del concerto. Ma prima ancora di tutto ciò c'è: l'elaborazione del brano, il suo studio e la continua ripetizione; l'affitto della sala prove, l'acquisto degli strumenti, le riparazione degli stessi, le trasferte per raggiungere i luoghi dei concerti, il trasporto degli strumenti ed il montaggio del set sul palco; poi la cosa più importante di tutte: il tempo impiegato per eseguire tutto questo.
Il valore che si dà ad un brano ma anche al gruppo stesso è proprio il tempo che si investe per riuscire a produrre qualcosa di vagamente discreto, ovvio, maggiore la quantità, maggiore sarà la qualità. Il fatto però di essere una band emergente implica che il tempo a disposizione sia ricavato da mille salti pindarici compiuti tra il lavoro, la famiglia e i vari impegni che la vita ci mette di fronte. Si può asserire che: chi si immola per una causa a perdere come quella di diventare un musicista, oltre ad essere considerato uno sfaccendato, un parassita sociale e un esecutore mediocre rispetto ai professionisti, deve anche affinare delle tecniche marziali da ninja per essere in grado di completare tutti i vari doveri della vita, che catapultandosi con capriole e piroette, degne de "La tigre e il dragone" queste prodezze "funamboliche" verranno comunque considerate sempre una perdita di tempo, ovviamente finché non si comincia a guadagnare sul serio.
Ma come si fa a farlo diventare un lavoro con tutti questi ostacoli?
I grandi musicisti vengono ripagati dei tanti sforzi compiuti con grandi chachet, a discapito magari di una vita dissipata tra le varie sostanze stupefacenti, una vita privata distrutta e un equilibrio personale flebile e precario, in nome di una grande passione che brucia dentro, per questo tutto ciò che spetta loro è semplicemente dovuto.
Ma fermiamoci un attimo prima, nel senso che non si deve per forza essere dei rocker maledetti per essere dei musicisti, si può anche lavorare in maniera diversa ma questo diventa impossibile in una società come la nostra, ancor di più se si vive a Milano (notoriamente città poco live band friendly). La causa è esattamente quanto ho scritto finora.
Tempo fa un mio collega mi ha raccontato di un suo parente che vive in Norvegia, costui ha potuto esibirsi davanti ad una commissione statale, per diventare un chitarrista professionista e ricevere da questi, un sussidio monetario per la sua famiglia affinché lui potesse realizzare il suo progetto/sogno. Cioè lo Stato si cura dei figli e del loro mantenimento, mentre l'artista può coltivare la propria passione e farlo diventare un lavoro. Questo sarebbe il paese ideale in cui poter vivere e si sa, gli scandinavi sono avanti anni luce rispetto a noi, per cui purtroppo mi tocca diventare un ninja a Milano.
Il mio discorso vale anche per chi suona musica classica e per quanto l'ambiente sia culturalmente più elevato e preparato a livello accademico, il problema di trovare lavoro riguarda anche questi prodigiosi musicisti.
Forse i musicisti hanno un aggravante (giuro che ho controllato e aggravante si sostiene venga scritto senza apostrofo) in più rispetto agli altri artisti, ossia che durante l'esibizione non viene presentato alcun bene fisico (scrittore=libro, pittore=quadro) certo il musicista ha il cd, ma parlo per ciò che concerne l'esibizione, attenzione anche l'attore dimostra quel che sa fare senza presentare nulla di fisico; ok c'è il dvd ma è come il cd...Aiuto! mi sto perdendo in questo discorso.
In soldoni, dopo tutta questa pappardella che ho scritto, faccio un appello a tutti i gestori dei locali:
"Fate suonare di più le band emergenti e non solo le cover band o le tribute band, bisogna promuovere la musica come cultura e non solo come intrattenimento a scopo di lucro. E' necessario riconoscere agli artisti che creano canzoni il giusto compenso ed essere considerati come professionisti, anche se non riesco a farlo a tempo pieno. Ricordate che se non si promuove musica nuova non ci sarà un ricambio generazionale e andranno avanti sempre le solite hit, che per quanto belle possano essere, è necessario che ci sia una sferzata di aria fresca; è inevitabile per la continuità della musica stessa. In più vorrei rammentare che non tutti posso essere artisti, ma un'artista può celarsi dietro chiunque - cit."
Grazie per l'attenzione.




martedì 21 agosto 2018

LA RESURREZIONE

Stephen King ha scritto in "IT" (libro che sto leggendo) nella breve prefazione iniziale, una frase a sostegno dell'esistenza della magia. Nella fattispecie del libro c'è tutto un discorso dietro che per chi fosse interessato consiglio vivamente di leggere, invece per quanto riguarda ciò che sto per raccontare, la storia è completamente diversa ma la magia è comunque presente.
Il fenomeno paranormale si è manifestato domenica sera, quando mia moglie ed io stavamo aspettando i nostri figli più grandi dal ritorno di un breve viaggetto in montagna, guardando un film anche discreto direi. In effetti se n'è accorta proprio lei di questa cosa che ha dell'assurdo, dicendo:
"Hai visto?" Mi chiede.
"Cosa?" Domando io.
"Non ho visto nulla." Confermo.
"Si è acceso, si è proprio illuminato!" Mi riferisce stupita.
"Ma che cosa? Io non ho visto niente." Ribadisco.
"Dai, come no? L'iPod!" Esulta.
"Eh?" Resto sbigottito.
"Sì, si è acceso. Non sei contento?" Chiede euforica.
Allora io, ancora incredulo mi alzo per vedere meglio e mentre mi sto per alzare la luce si accende di nuovo sul display. Incredibile.
Guardo mia moglie e lei  mi sorride, io allora provo a sfiorare l'apparecchio e vedo che si sta caricando, inoltre appaiano anche le copertine degli album, cioè è risorto!
La gioia mi ha riempito il cuore, avevo dato per spacciato il mio fidato iPod dopo tanti anni di onorata carriera, credevo che avesse ammainato le vele, seppellito l'ascia di guerra, inginocchiatosi di fronte all'età e fosse morto del tutto. Ho riserbato una piccola speranza in fondo al cuore per un po', poi mi sono arreso all'evidenza. Inaspettatamente e così all'improvviso è risorto, un fatto talmente eccezionale e sorprendente da gridare al miracolo. Non ho potuto verificare subito il suo funzionamento perché il quel momento era sera tardi e poi non avrei voluto interferire con i calcoli e la rimessa in funzione dell'aggeggino a me caro, però ieri sera ho azionato l'iPod e come regalo nei miei confronti ha selezionato in automatico i Pearl Jam e a seguire, ha suonato una playlist con i fiocchi.
Finalmente dopo tanto tempo ho di nuovo la mia musica e tutte le 12.416 canzoni (penso che i brani si aggirino intorno a questa cifra). Anche i miei figli hanno partecipato all'evento straordinario, ballando le canzoni del mio figliol prodigo tornato in tutto il suo splendore. I piccoli si sono aggiunti alle danze ballando la sigla di Batman fino a che Bruce Wayne in persona è venuto a spegnere l'iPod (speriamo non abbia causato danni irreparabili, altrimenti il mio preferito diventerà...Acquaman ahahah!)
Comunque ben tornato iPod, mi sei mancato tanto.
E' proprio il caso di dire:
"Che inizino le danze, ora si balla!"


sabato 11 agosto 2018

IL SOGNO PROIBITO

Pro-pro-proibito, cantavano i Litfiba ma questo post non ha nulla a che vedere con loro, anche se qualcosa di proibito c'è.
Ad essere tirato in ballo è una star planetaria che negli anni'80 ha avuto un enorme successo e devo ammettere che oltre a Bruce Lee, lui era uno dei miei idoli, sto parlando di: Arnold Schwarzenegger. Per quanto rimanessi affascinato da tutta quella forza che esibiva nei suoi film, non è certo lui il mio sogno proibito, (probabilmente cambiando genere di pellicola e attrice sicuramente avrei avuto materializzato il mio sogno proibito davanti lo schermo anche a quell'età ehehe) Sto divagando.
Insomma tempo fa ho scoperto che lui a quanto pare ne aveva uno che ha vissuto in casa sua per molti anni, non era di certo la moglie, bensì, i suoi desideri più nascosti li ha rivolti alla sua governante.
Il nerboruto attore aveva avuto un figlio illegittimo da costei di cui ignoro sia il nome che l'aspetto, cioè una foto in verità l'ho vista e ne sono rimasto abbastanza scioccato, perché confrontandola con la moglie mi chiedo cosa possa essergli passato per la testa.
Ciò che sto scrivendo però, va al di là del semplice gossip, la mia è una riflessione più profonda su quello che un essere umano sente dentro; ossia: è possibile che chi ha un partner invidiato da chiunque posi gli occhi addosso, possa desiderare l'esatto contrario? Cioè avere a disposizione tutti i giorni il meglio che la natura possa offrire (non è per forza la moglie o ex  moglie di Arnold) si possa avere dei desideri nascosti per chi non è assolutamente paragonabile al partner ufficiale? Probabilmente sì.
Cito la frase di un film di una caratura culturale impressionante:Abbronzatissimi; recitava più o meno così:
 "Lo sai caro mio, uno si stufa anche mangiando l'aragosta tutti i giorni" devo contestualizzare questa frase? Ma no dai, già mi vergogno abbastanza ad averla menzionata...
Però a quanto pare è proprio così, cioè, chi non ha nessun ostacolo ad ottenere la cosa più deliziosa al mondo, arriverà il momento in cui avrà voglia di quella più disgustosa.
Per esempio chi si nutre in maniera sana e rigorosa, arriverà al punto che vorrà farsi del male mangiando la più becera delle schifezze. Attenzione, questo non vuol dire che lo debba fare per forza, ma dentro di sé sentirà il bisogno ogni tanto di trasgredire.
Invece, chi è accompagnato da un partner, uomo o donna che sia, di media fattezza cioè normale a livello estetico, probabilmente se dovesse compiere un adulterio, credo che lo farebbe con qualcuno nettamente più bello/bella di chi ha al proprio fianco, come dire; se proprio si deve compromettere il rapporto sentimentale che almeno ne valga la pena.
Non è assolutamente detto sia davvero così, però penso che la cosa più normale da credere sia questa. Il desiderio sorge da quello che non si possiede per cui chi ha la normalità accanto verrà spinto da una voglia di miglioramento, come un upgrade per quel che riguarda il partner. Però chi ha al suo fianco un prodigio della natura, avrà difficoltà a trovare qualcuno della stessa fattezza e perciò il desiderio si rivolge nell'esatto contrario.
Ovvio che sono mie personali supposizioni, però buttando un occhio qua e là, mi rendo conto che le cose non si discostano molto da questa mia ipotesi.
Di esempi ce ne sarebbero davvero tanti se prendiamo come riferimento il jet set holliwoodiano, ma anche quello nostrano non scherza (vedi la moglie di Jovanotti cosa fece anni fa) per cui il desiderio di avere ciò che non si può, va oltre il fattore bellezza. Vediamo se facendo un po' psicologia spicciola si ne può carpire il motivo.
Riprendiamo il caro Arnold ma che potrebbe essere chiunque abbia al suo fianco una donna stupenda. Per il politcaly correct, ovviamente tutte le donne sono stupende, soprattutto le mogli e le fidanzate e via discorrendo. Appurato questo, diciamo che un uomo abbia al suo fianco una donna particolarmente bella e che si invaghisce di una che non regge il confronto della sua metà. Per quale motivo dentro di lui alberga questa voglia di "declassamento"?
Secondo me potrebbe essere così: una volta riscontrato che la bellezza non è la migliore delle qualità della persona desiderata, ci si concentra su tutte le altre qualità a disposizione della donna in questione (o uomo), per questo motivo se ne rimane affascinati, cioè si supera la bellezza estetica perché di quella ne ha già avuto abbastanza.
La conferma di questa mia teoria è una vicenda storica che ha sicuramente destabilizzato il mondo intero e mi riferisco al triangolo tra il Principe Carlo, la Principessa Diana e Camilla Parker Bowles. Ci tengo a precisare che quest'ultima era la fotocopia della mia insegnate di inglese delle superiori, una coincidenza mai vista prima.
Ma ritorniamo alla vicenda reale, che cosa avrà avuto mai Camilla che Diana non aveva? Mettendole a confronto sembrano la bella e la cessa, oddio, non è che sembrassero era proprio così, eppure il principino ha preferito lei alla ormai cara Diana Spancer. Ciò vuol dire che la brutta ha vinto sulla bella per le qualità che Carlo ha trovato in lei.
Credo che questo sia l'esempio più lampante e la conferma di questo mio discorso semiserio, quindi:
Tremate, donne meravigliose e uomini stupendi, tremate!
La bellezza esteriore non è certo una conferma per l'eterna fedeltà, perché la bellezza sta negli occhi di chi guarda. Già gli antichi se ne resero conto coniando il detto "De gustibus non disputando est" ossia i gusti non si discutono, anche se ogni tanto danno modo di riflettere.
Citando un'altra verità più vera che mai si può dire che "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" il che sta a significare che la bellezza è relativa e il desiderio che va a pari passi con questa relatività.









domenica 5 agosto 2018

NEL CONDOMINIO DELL'INTOLLERANZA

Non è passato nemmeno un anno da quando abbiamo cambiato casa e già non ne possiamo più.
Mi ricordo l'anno scorso quando passavamo davanti a quella che sarebbe stata la nostra nuova dimora, fantasticando, sognando e facendoci mille pensieri su come sarebbe migliorata la nostra vita, siamo rimasti in trepida attesa ogni giorno per tutta l'estate prima del trasloco fino al fatidico giorno... Il sogno, insomma, ci piaceva moltissimo. Non c'erano troppi elementi che potessero rovinarci quest'idea idilliaca del nostro prossimo futuro, anche se in fondo in fondo, la coscienza ci ha bussato all'orecchio parecchie volte, ma non abbiamo prestato attenzione a riguardo. Tutto in effetti sarebbe potuto andare secondo i piani se non avessimo avuto e continuiamo ad avere (purtroppo) delle persone orribili ad ogni piano del palazzo. Noi che abitiamo al settimo ed ultimo piano di gentaglia ne incontriamo parecchia. Oddio, qualcuno si salva, ma proprio per il rotto della cuffia; sia chiaro.
In entrambi i lati del primo piano ci sono due famiglie che hanno dei pazzi scellerati come componenti; scorbutici, antipatici e cattivi dentro. Al secondo piano non ho idea di chi abiti, ma se non ho presente chi siano vuol dire che non hanno fatto nulla per essere considerati. Al terzo piano c'è una famiglia che ha "sentito la chiamata" per cui di Comunione e Liberazione convinti fino allo spirito santo, però almeno sono gentili. Quarto piano, anziani, anziani e anziani. Poi c'è il quinto piano dove abita il male in persona: una vecchiaccia malefica che non saluta nessuno di noi, si lamenta di ogni cosa e qualche giorno fa, ha avuto pure il coraggio di salire a casa nostra perché sono cadute due gocce dal mio balcone che hanno bagnato leggermente la sua tenda da sole, premettere che c'era talmente tanto caldo che secondo me l'acqua ha fatto in tempo ad evaporare, comunque questa strega è salita in casa andando su tutte le furie.
Al sesto piano c'è un'altra megera. Ho già raccontato di questa vecchia che è salita a casa la viglia di Natale alle 21.30 lamentandosi del rumore dei miei figli, quindi inutile spendere altre parole. I miei vicini sono simpatici e tra l'altro sono stati gli unici ad averci dato il benvenuto, regalandoci una bottiglia di vino. Poi nel resto delle case, sparse qua e là ci sono vecchi e ancora vecchi.
Inutile dire che noi essendo i più giovani e quelli con più figli in assoluto siamo visti come la peste in Europa, inevitabilmente ci siamo crearti dei nemici non appena abbiamo varcato la soglia. Per essere più precisi, quando stavo portando la roba da una casa all'altra, a darmi il benvenuto è stato un pirla che si è lamentato del mio modo di lasciare la macchina. Ho spiegato al deficiente che stavo scaricando un quintale di cose, per cui averla davanti al portone mi avrebbe evitato di rompermi la schiena, ma lui ha tenuto a precisare che con la sua macchina da scemo, non ci passava. Non ho discusso prima ancora di entrare in casa, perciò mi sono scusato e ho poi spostato la mia auto.
Altra notizia di pochi giorni fa:
Nell'atrio del palazzo è stato affisso un cartello che ordina di non occupare lo spazio comune e di rimuovere gli oggetti ingombranti dal posto dove sono stati lasciati. Ciò che crea scompiglio al condominio sono stati i due passeggini che abbiamo lasciato nel sottoscala, dentro una nicchietta che non usa nessuno e non è adibito a niente, è solo un sottoscala normalissimo. Avere i passeggini lì a noi ha fatto comodo, perché all'occorrenza li potevamo prendere senza fare mille acrobazie tra figli, la spesa e lo spazio ristretto in ascensore. Ovviamente li abbiamo tolti, ma il primo che ci appoggia anche solo una scarpa la brucio e con questa do fuoco a tutto il condominio.
I condomini si lamentano che: i bambini giochino in cortile, che giochino in casa, che si occupi lo spazio comune, che cadano inavvertitamente delle gocce d'acqua, che si parli troppo forte, che si lasci per un secondo un gioco sulla strada che porta dal cancello ai posti auto, che si cammini sul prato, che si faccia qualsiasi cosa comporti uno stato d'animo differente dall'odio nei confronti della vita, insomma in un carcere c'è sicuramente più libertà.
Quando dico di non sopportare i vecchi più di un motivo c'è ma la cosa che odio con tutto me stesso è la loro vigliaccheria. Pretendono il rispetto e non lo danno a chi è più giovane solo perché hanno quest'idea arcaica che agli anziani spetti tutto e rimangono attaccati alle loro idee e alle loro cose come se non ci fosse un'altra via possibile oltre alla loro. Se poi si dovesse arrivare a discutere, si nascondo dietro alla frase: "Questi giovani d'oggi non portano più rispetto per gli anziani". Sono vigliacchi in questo, sanno solo condannare ma poi allo scontro si nascondo dietro i loro acciacchi e alla loro età.
Quello che ci diceva all'orecchio la nostra coscienza era proprio questo, ossia, che il nostro condominio è abitato da vecchi imborghesiti e rattrappiti, eppure noi, ingolositi da una casa più grande, abbiamo pensato che non sarebbe stato un problema; invece lo è e come!
A questo punto dovrei solo traslocare, vendere la casa e cercarmene una magari unifamiliare in mezzo al niente. Ci sarebbero dei vantaggi sicuramente, ma per arrivare a goderne bisognerebbe mettere in moto tutta una serie di azioni che mi vine male solo a pensarci.
Poi non voglio darla vinta a queste mummie viventi, e che cavolo!
Ogni componente della mia famiglia osserva un'educazione esemplare nei confronti di tutti anche se veniamo visti come degli alieni (non solo dagli anziani ma anche dalle famiglie più giovani che non abitano nella nostra scala, sia chiaro)
Per dirla in breve, la diversità di età, di pensieri, di modi di vedere la vita fa paura a chi è chiuso mentalmente e povero di fantasia. Se non sei omologato sei out, e se fai parte delle persone "alternative" vieni considerato un pericolo all'equilibrio del detto-e-non-consentito, cha fa vacillare la prosopopea di persone estremamente intolleranti; questo ovviamente è una cosa diabolica ai loro dannati occhi pieni di cataratta.
Sono tutti invecchiati male dentro alle quelle case che puzzano di morte, ma non tanto quello del corpo, bensì, a quello della mente che ancora peggio.
Vecchi sono loro, le loro idee, le loro abitudini e tutta quell'arroganza che li contraddistingue. Non contenti hanno generato un'altra stirpe di personaggi che su questa linea contorta di affrontare la vita, ci rimarca sopra e anzi, la considera come una specie di credo religioso, per cui si genera una spirale infinita di persone antipatiche e vecchie anche quando queste non hanno raggiunto l'età anagrafica per essere considerate tali.
Vi detesto uno per uno, sappiatelo.















venerdì 3 agosto 2018

IL LOGO PER LA MIA BATTERIA

Ogni band che si rispetti ha il proprio logo sulla cassa della batteria ed io di certo non vorrei essere da meno, infatti qualche tempo fa ho creato un logo che penso possa fare al caso mio.
Posso azzardare nel dire che con la matita un po' me la cavo, però non posso dire lo stesso del computer specialmente se poi ho da fare illustrazioni o qualcosa che vada al di là della mano libera, ebbene sono davvero incapace. Per questo motivo, dopo aver fatto il disegno a mano ho delegato una coppia di coniugi che con le illustrazioni ci sanno fare di brutto. (Suggerirei di andare a vedere quanto hanno creato ma al momento non ho nessun link a disposizione)
Comunque, ho diversi sempler a disposizione però quello che mi viene più facile caricare e quello che forse mi piace di più è questo qua sotto.
I Twenty Euro For Love devono essere riconoscibile ad ogni live, quindi appena posso farò applicare il mio simpatico logo.
Chi vi ricorda?

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...