venerdì 28 aprile 2017

LIVING IN AMERICA

Qualche tempo fa avevo scritto su queste pagine, ciò che sarebbe potuto accadere se fossi nato negli Stati Uniti; magari nulla di eclatante, però ci sarebbero state più possibilità di poter vivere di musica rispetto all'Italia e di questo ne sono più che certo.
Oltre al fatto che il paese anglofono sia decisamente più vasto dell'italico stivale e quindi un tour potrebbe risultare un lavoro a tutti gli effetti e retribuito come si deve; l'interesse per la musica, l'intettenimento e l'arte in generale viene molto più preso sul serio che non qui da dove scrivo.
Penso che le ragione principale sia sociale oltre che culturale. Da quanto ho potuto vedere nei vari reportage su questo paese (contraddittorio come nessun altro) viene premiata la volontà di agire, di osare, di mettersi in gioco e ci sono anche tutti i prsupposti sociali per cui questa propensione possa essere accolta. Certo, l'America è un paese ricco e per questo i mezzi a disposizione sono validi e di gran qualità, per esempio l'insegnamento di uno strumento è materia scolastica e lo si porta avanti per tutta la durata del percorso didattico, invece qui da noi viene insegnato giusto il flauto dolce poi se si vuole approfondire l'argomento o si va in Conservatorio o in qualche scuola di musica ma è visto sempre come un hobby.
Eppure a livello storico abbiamo avuto dei grandi compositori per questo viene naturale credere che la musica dovrebbe essere considerata molto di più di tanti altri argomenti dove non brilliamo per qualità.
Insomma; l'eccellenza italiana nella moda, nella cucina ed il gusto per la melodia, sono elementi che vengono apprezzati molto all'estero, eppure, non si investe nel portate avanti questa cultura.
Cribbio, gli americani hanno uno sputo di storia rispetto ai noi e nonostante questo riescono ad avere il monopolio della musica mondiale. Tutti conosciamo dei cantanti\gruppi statunitensi anche il più sconosciuto, ma noi non riusciamo ad esportare nulla se non quei quattro nomi che però cambiano i testi delle canzoni traducendoli in spagnolo. Ovviamente Sanremo è visto come un fiore all'occhiello tutto italiano, ma guarda caso ci vanno sempre i soliti artisti e non c'è molta sperimentazione.
Va beh, questo sfogo è dovuto dopo aver visto una serie di video appartenenti ad un duo chiamato Twenty One Pilots, che coincidenza vuole, abbia il nome quasi simile ai Twenty Euro For Love; la mia band. In verità non ho nessuna critica da muovere nei loro confronti, anzi, sono bravissimi e hanno un seguito pazzesco, inoltre la loro giovane età è l'elemento su cui bisogna riflettere. Questi due avranno poco più di vent'anni e hanno già conquistato il mercato musicale mondiale, perché? Per tutto quello che ho scritto finora.
La domanda per cui mi torna sempre in testa: "se fossi nato in America, che cosa avrei potuto fare?"
Chi lo sa.
Come diceva Renato Carosone: "Tu vo' fa' l'americano, ma sì nato in Italy"




martedì 25 aprile 2017

QUELLA COSA CHIAMATA: ANSIA DA PALCOSCENICO

Sono passati dieci giorni dall'ultimo concerto dei Twenty Euro For Love e ancora sto pensando a quello che mi è capitato, ossia l'unico errore che ho commesso in chiusura dell'ultimo brano.
Eh sì, ancora mi brucia dentro e non riesco a stemperare l'ustione di quello sbaglio.
L'aver commesso un errore fa di me una persona normale, non perfetta e che è in grado di poter imparare da questo errore. Verissimo, non capiterà più lo prometto.
Ma per quanto io possa giurare e spergiurare di prestare molta più attenzione nell'esecuzione di quel passaggio, ce ne sono altri che mi aspettano al varco pronti a dire: "Hai sbagliato!"
C'è da dire una cosa, che non sono ancora andato in sala prove dopo il concerto ed è per questo che continuo a pensarci, non avendo avuto ancora modo di riscattarmi, mi resta solo lo sbaglio; dannazione!
A ben vedere nel corso della mia carriera non ho sbagliato così tanto, anzi, forse potrei contare sulle dita di una mano le volte in cui non ho azzeccato il passaggio giusto; e non è una questione di tempo per cui non me lo sono dimenticato, anche perché come ho appena detto, queste cose lasciano il segno; non so, forse è che sono bravino?
Sarà che i miei pezzi sia in passato sia ora, non sono poi molto complessi. Va beh, ma si può sbagliare anche facendo cose semplici, no?
Ma la questione non è sulla mia bravura, bensì, su quella cosa chiamata ansia da palcoscenico.
Ho visto un video mandatomi da quel mio collega che è anche un maestro di flauto traverso, in cui personaggi del calibro di Pavarotti, ammettevano di avere l'ansia prima di andare in scena.
E' fisiologico, normale, forse è anche quella carica che serve a mantenere la concentrazione. In questo video si diceva che chi non prova timore nel momento prima di salire sul palco, non si può ritenere davvero un artista. Io lo condivido ma cavoli, a che prezzo però. Cioè a me piacerebbe esibirmi avendo la perfetta padronanza delle mie emozioni e con questa sicurezza, poter dare il meglio di me senza andare in quella specie di trance dove non si sa bene cosa si stia facendo in quel momento.
La cosa che davvero frega quando si entra in questo stato mentale è proprio questo: non capire più nulla e andare avanti per automatismo. Per avere una perfetta gestione dell'automatismo, bisogna provare fino allo sfinimento. Per lo meno, questo è ciò che io personalmente credo.
Quando vedo gli artisti che mi piacciano dal vivo la mia domanda è sempre la stessa: "Staranno provando ansia?"
Gente che vende milioni di dischi e si esibiscono davanti a un sacco di gente non può permettersi di sbagliare. E allora, qual è il loro segreto?
Avrei proprio voglia di chiederlo a qualcuno facente parte di questa categoria, per capire come si può padroneggiare la fifa.
Se qualcuno lo chiedesse a me, io non avrei grandi risposte ed per questo che mi assale la paura del palco. Potrebbe essere che, una volta iniziato si va avanti sperando di non sbagliare.
Forse il mio metodo non ha una gran validità.
Perciò milioni di lettori del blog, fatevi avanti e raccontatemi come fate a combattere l'ansia da palco.
Grazie.



lunedì 24 aprile 2017

LA TETA Y LA LUNA

L'allattamento è una pratica vitale per il mantenimento in salute del bambino. Dona una quantità di inimmaginabile di sostanze nutritive benefiche che non si possono trovare altrove, oltretutto conferisce al piccolo sicurezza, tranquillità ed è capace di instaurare un legame indissolubile con la madre.
Da quando ho visto allattare i miei figli da mia moglie mi sono reso conto di un sacco di cose; la prima: che non c'è competizione tra il latte materno e quello che potrebbe essere considerato come un equivalente. Quello artificiale viene battuto già nella preparazione in quanto non è mai pronto all'uso come quello materno ed è estremamente costoso, rispetto a quello che viene fornito da Madre Natura; insomma, non c'è nemmeno bisogno di spendere altre parole.
Però, certo che c'è un però, ha anche dei risvolti non sempre facili da gestire soprattuto quando il bambino "prende il vizio" della tetta. Vorrei specificare prima di tutto che per il bambino non è un vizio bensì un bisogno reale.
Quest'ultimo aspetto ho fatto molta fatica a comprenderlo, nel senso che mia moglie mi ha spiegato un milione di volte che non si tratta di vizio ma di un bisogno vero e proprio, e finché il bambino è molto piccolo, accidenti, capisco anch'io che non si tratta di un vizio. Ma quando il bambino comincia ad avere più di due anni che cos'è?
Il terzo dei miei figli ha quella specie di mania dettata dalla gelosia nei confronti del fratellino più piccolo, per cui cerca ancora il seno materno nonostante abbia superato i due anni. Mettendo a confronto i due piccoli, il più grandicello dei due ciuccia di più ed è quasi un'ossessione che deve essere soddisfatta immediatamente ovunque si trovi. Quando si fa male vuole il conforto del seno, prima di addormentarsi vuole attaccarsi, nel cuore della notte si sveglia per venire nel lettone e pretende la tetta; è diventato insostenibile.
Cosa bisogna fare in questi casi?
Nulla, avere tanta pazienza.
Non a caso al momento della sua nascita, si attaccò con una tale voracità da aver ottenuto il soprannome di "appiccicarlo" ed è rimasto tale.
L'allattamento al seno comunque fa bene.




martedì 18 aprile 2017

CERCASI LABELING, ETICHETTA, DATE; INSOMMA TUTTO

L'altra sera parlando con il batterista dei Boogie Spiders, siamo venuti a conoscenza di un arcano segreto: come procacciarsi le date. Ebbene, lui non fa altro che mandare una serie infinita di mail a chi potrebbe interessare avere loro come band per una serata. Questo è sicuramente il modo più low coast per trovare da suonare in girò, ma ci vuole tanto tempo a disposizione e non è detto che poi si venga calcolati subito, certo per la legge dei grandi numeri è possibile avere un riscontro da qualcuno prima o poi, però la risposta non è immediata e nemmeno tanto sicura. Perciò su queste pagine apro ufficialmente le iscrizioni per diventare il manager dei Twenty Euro For Love. Essendo noi così disponibili e magnanimi, garantiremo il 5% dei profitti sul cachet.
Troppo poco?
Prima cominciamo a testare le attività manageriali, poi eventualmente la possibilità trovarci un'etichetta e la relativa distribuzione planetaria, se tutto questo dovesse essere soddisfacente per noi altri, allora si possono riguardare gli accordi, non prima.
Avanti, cosa aspettate?
Il divertimento con noi è assicurato.
(Il 5% non tanto, visto che solitamente suoniamo gratis)

scrivete a:
twentyeuroforlove@gmail.com
http://twentyeuroforlove.weebly.com


#followthesticker

domenica 16 aprile 2017

THE DAY AFTER TOMORROW

Ieri abbiamo suonato al Dazibao e finalemente posso raccontare com'è andata.
Prima di avventuraci in quel dell'alessandrino, siamo andati nella nostra palestra di Milano per sgranchirci le dita in sala prove. Dico palestra perché dopo essere usciti dalla sala ci sentivamo così stanchi da credere di aver fatto una sessione non-stop per il triatlon e lì per lì, ci siamo preoccupati di arrivare all'arci più stanchi di quel che ci aspettavamo.
L'ora di viaggio per raggiungere il posto ci ha dato modo di chiacchierare e fare quattro risate, tutto per stemperare un po' la tensione in vista dell'esibizione e per quanto sia stato relativamente breve, ci è serivito.
Giunti sul luogo la stanchezza non ci ha abbandonati neppure per un attimo e prima di trovare fisicamente il posto, ci siamo fermati ad un bar per un energico caffè, unito alla carica di una redbull gelata. In realtà avremmo potuto fare anche un giro turistico per Tortona, ma essendo un paesino di provincia abbastanza piccolo, si può dire di averlo visto quasi tutto mentre cercavamo il parcheggio.
Alla fine siamo entrati e immediatamente abbiamo portato la strumentazione sul palco e dopo pochi minuti anche l'altro gruppo ha fatto la sua entrata e subito sono partiti i convenevli, anche se alla fine ci conoscevamo già prima di presentarci.
Il gruppo headliner erano i Boogie Spiders con la quale c'è stata subito una grande affinità, sia a livello artisco che a livello umano.
L'inzio dello show si è protratto ben oltre l'orario stabilito e nell'attesa i tizi del posto ci hanno servito della pasta al sugo e innaffiato con del vino rosso e birra bionda, il che va sempre bene quando si mangia, anche se a dir la verità in questi casi a me personalemte non viene molta fame ed il cibo, non è mai molto buono; ma a caval donato...
 I gestori sapevano perfettamente che la gente sarebbe arrivata tardi e fino al suono della prima nota, non c'era praticamente nessuno.
Alle 23.30 siamo saliti sul palco e abbiamo iniziato a suonare, purtroppo alla seconda canzone una corda di chitarra si è rotta, ma il cambio è stato utile a far entrare tutta la gente che ancora non aveva messo piede dentro, e in men che non si dica tutta la sala era piena zeppa.
Il nostro concerto è andato bene, complice del fatto che i suoni finalmente si sentivano come in sala, nonostante le onde sonore si propagassero in un ambiente molto più ampio del luogo dove siamo soliti suonare e poi l'allenamento del pomeriggio ci è serivito a non avere crampi o vuoti di memoria.
La mia performance non è stata cattiva, anzi, credo di aver suonato al meglio delle mie possibilità, eppure, alla chiusura dell'ultima canzone ho commesso un errore che avrei potuto evitare se avessi prestato più attenzione ai miei soci. Entrambi gli altri Twenty, hanno suonato perfettamente e per questo il mio errore ha un po' compromesso la fine del brano. In effetti non so come mai abbia chiuso prima del previsto, forse sono stato così attento a non sbagliare un passaggio fondamentale che arrivato alla fine, non vedevo l'ora di chiudere. Pazienza, ormai è andata così e non posso fare nulla per tornare indietro e rimediare all'errore. Questo serve sempre come esperienza.
Comunque alla fne della serata ci sono arrivati pure dei soldi che ho provveduto a mettere nella cassa comune in vista di un nuovo album. Non è detto che questo cachet non diventi persino una cosa abituale e allora si potrà pure cambiare lavoro! Ok, ok. sto esagerando.



martedì 11 aprile 2017

CONCERTO @ARCIDAZIBAO 15 APRILE

I Twenty Euro For Love saranno in concerto al Dazibao Arci di Tortona con i Boogie Spider e questa è la nostra prima trasfera fuori dalla cerchia milanese. Qui di sotto pubblico il flyer che promuove la nostra serata e lo ripropono a tutto il web.
Saty Tuned sulle onde dei Twenty Euro For Love.


lunedì 10 aprile 2017

#FOLLOWTHESTICKER-2

Continua l'attività del P.A.A (Propaganda Abusiva d'Assalto) per le strade milanesi. L'oggetto rimane lo stesso di questa settimana, ovvero: l'adesivo dei Twenty Euro For Love e sicuramente lo sarà anche per le settimane successive. I luoghi dove sono affissi stanno aumentando ogni giorno di più, finché il nome della mia band non rimarrà fisso in testa esattamente come gli sticker appiccicati un po' qua e un po' là.
Non è sempre facile attaccare gli adesivi per poi fotografarli perché non è detto che la gente sia d'accordo con questo tipo di "promozione". Pur non facendo del male a nessuno, è probabile che non tutti vedano di buon occhio questo concetto di marketing, ormai largamente adottato da aziende e band emergenti, ma questo non significa che il tempo l'abbia resa una pratica tollerata. Essendo presa di mira l'edilizia pubblica, è facile sentirsi dire qualcosa da chi non ammette un simile oltraggio, di conseguenza lo shot potrebbe risultare andato a vuoto, perdendo così uno sticker senza motivo. E' chiaro che l'adesivo possa essere rimosso da chiunque o che possa deteriorasi con il tempo, ma l'obiettivo è quello di renderlo riconoscibile e far scattare in chi lo guarda quel minimo di curiosità, da far scattare una ricerca sul sito e che lo porti a scaricare i brani su bandcamp. Non è detto che vada così, ma l'importante è far girare il nome. E come possibile ciò? Semplice, far girare me con gli adesivi a portata di mano.


"SHOT_ELVIS_BY_NIGHT"


sabato 8 aprile 2017

ZITTO E MUTUO

La questione della casa nuova si fa sempre più vicina anche se non mancano alcuni imprevisti, dovuti ad un grosso attaccamento del denaro da parte dei venditori. Ora non sto a raccontare quel che ci hanno contestato, però quando dico che le persone anziane sono difficili da digerire, ho i miei buoni motivi.
Lunedì ho un appuntamento con una tizia della banca che mi farà entrare in quella fase della crescita di una persona, nella quale si stipula una specie di condanna a cui si è costretti, per molto tempo, ad adempiere con la puntualità svizzera che gli strozzini conoscono a menadito, ossia: il mutuo.
Penso che questa pratica finanziaria si chiami mutuo, perché dopo aver compreso per quanti anni si debba pagare, si resti senza più nulla da dire. Hanno voluto modificarlo un po' per non essere così espliciti dicendo: zitto e muto.
Ora che ci penso, ancora non ho firmato nulla ma le parole mi vengo meno già da subito.




mercoledì 5 aprile 2017

#FOLLOWTHESTICKER

Tempo fa, quando collaboravo/lavoravo presso il negozio di dischi "New Zabriskie Point" avevo istituito il P.A.A. (Propaganda Abusiva d'Assalto, forse ne avevo già parlato su queste pagine) ovvero la mia opera di attacco degli stickers in giro per Milano. Ebbene, da quando mi sono arrivati gli adesivi dei Twenty Euro For Love, il P.A.A. ha ripreso in pieno la sua attivtà, affiggendo nei posti più improbabili il logo della mia fantastica band.
All'epoca dell'apertura del P.A.A avevo appiccicato in ogni dove l'adesivo del negozio di dischi più tanti altri che mi arrivavano per sponsorizzare gli eventi o prodotti in genere e devo ammettere che lo trovavo un "quasi lavoro" piuttosto divertente, poiché la sifda stava nel trovare posti non ancora bombardati dagli altri milioni di adesivi che si trovavano nel capoluogo più cool d'Italia (ma sarà davvero così?) e per quel che erano i mezzi del di quel periodo, non si poteva dare un riscontro anche mediatico dell'affisione, poiché i social network erano agli albori e a nessuno era venuto in mente di dare un riscontro anche mediatico dello "Shot" ossia, l'appicicatura dello sticker. E' prorpio questa la novità di quest'anno del P.A.A. cioè dopo aver attacato lo sticker si fotografa lo shot e lo si posta sui social. Infatti l'hashtag #FOLLOWTHESTICKER si riferisce proprio a questa nuova metodologia di sponsorizzazione.
Tutti questi termini sono di mia invenzione, il che significa che non sono ancora entrati nel linguaggio comune, ma presto lo saranno, e ovviamente l'hashtag si riferisce all'album dei Korn "Follow The Leader" i più attenti se ne saranno accorti subito.
Comunque un esempio del lavoro del P.A.A. è prorpio qui sotto.


martedì 4 aprile 2017

PERSONAGGI BIZZARRI

L'altro giorno stavo facendo una piccola riflessione su quanto siano strane le persone, molte di queste le conosco personalmente e per forza di cose, ho dovuto stilare una top ten degli elementi più strani, bizzarri e totalmente fuori da ogni logica che spesso incontro.
E' ovvio, qui si pensa che scriva la mia personale classifica, ma non posso poiché non sarebbe giusto nei confronti delle persone nominate. Non posso fare nomi e cognomi dato che ho sempre mantenuto il concetto di anonimato sia mio, che di quelli che ogni tanto cito, ma come si fa a concretizzare le mie parole con esempi pratici?
Questa è una bella domanda.
Faccio così, per evitare che qualcuno venga offeso evito di fare gli esempi e buonanotte.
Ma allora a che serve questo post?
Altra bella domanda.
Fondamentalmente a nulla.
Ok, ok dirò qualcosa.
Da ragazzo ho conosciuto davvero un sacco di persone e ognuna di queste presentava certe peculiarità, però a vederli con un distacco temporale di una decina di anni, posso interpretare le loro stranezze dovute all'assunzione di alcol e droghe; come dire, in fin dei conti erano tutti atteggiamenti derivati da sostanze al di fuori della comune accettazione.
Poi dopo un decennio mi sono scontrato con un'altra parte della realtà, o meglio, quello che potrebbe sembrare realtà ma a volte sfiora addirittura la fantascienza. In questa sezione metto dentro il modo degli adulti e più nello specifico una categoria immensa, ovvero: i genitori.
Essendo io stesso genitore, ogni giorno ho a che fare con altri genitori ma devo dire che mi capita poche volte di incontrare persone assolutamente "normali"(non è mica detto che neppure io lo sia), però una categoria così nutrita di gente fuori dal comune è difficile trovarne altrove. I genitori sono individui strani.
I loro atteggiamenti, le loro ansie e tutto ciò che circola nella testa dei genitori viene espressa senza freni, anzi, viene amplificata ogni volta che ci si rivolge al proprio figlio, come dire: nessuno mi può giudicare.
I genitori sono una razza strana, hanno un cervello che molto spesso nascondo, trovano tutto ciò che vedono come un attentato all'integrità del figlio, molto spesso non si rendono conto che i figli richiedono solo semplicità nella vita e loro fanno di tutto per complicarsela.
Come dicevo prima, anch'io faccio parte della categoria di conseguenza anch'io ricado in questo tipo di catalogazione, può darsi e non lo nego. Forse quel che potrebbe salvarmi dall'essere un genitore ottuso è che mi metto spesso in discussione e mi faccio un sacco di domande; le risposte le trovo sempre con i miei figli.



sabato 1 aprile 2017

CHE CONFUSIONE, SARA' PERCHE' SON STRESSATO

Tenere un piede in due scarpe è un'impresa complicata, esattamente come avere due lavori, specie se uno di questi fa fatica a decollare.
Dare ogni fibra di cervello non basta, versare tutto il sudore di cui si dispone, nemmeno; essere disponibile a tutte le ore, accondiscendente, propositivio e reattivo, non porta sempre ai risultati sperati e allora che bisogna fare?
Nulla, perseverare, continuare e non demordere mai.
E' davvero così?

 [momento di motivazione]

Ma fino a quanto riuscirò a sopportare questo ritmo?
Non saprei rispondere.
Spero che la questione si regolarizzi infretta e soprattuto si possa definire meglio, dato che lavorando in due posti diversi, si corre il rischio di fare cilecca da ambo le parti.
C'è anche da dire una cosa: faccio una fatica bestiale a relazionarmi con chi ha in mano le redini del nuovo lavoro, io non riesco ad avere un quadro chiaro di cosa stiamo facendo e forse nemmeno chi ha ideato il tutto. Stiamo percorrendo una strada senza via d'uscita.
Sono fuori fase e ho perso buona parte delle mie energie cercando di dare un senso a tutti questi sforzi che vedo vanificarsi ogni giorno più velocemente.
Ma allora che motivo ho di continuare?
Sarà che ho una curiosità morbosa e voglio vedere fin dove si può arrivare. Sarà che ho investito così tanto che mollare adesso mi darebbe solo fastidio. Sarà che ancora nutro un po' di speranza, o forse sarà perché non è cosi facile mollare tutto arrivati a questo punto; insomma sono legato a doppia mandata sia di qua che di là.
Non ho voglia di fare un bel niente, mi sento stanco e mal mostoso.
Che pacco.



COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...