mercoledì 31 agosto 2016

AMICIZIE ESTIVE

Tutti i bambini del camping hanno fatto amicizia tra loro, anche se in maniera molto schierata, ovvero: maschi con maschi e femmine con femmine. Mi sembra abbastanza naturale soprattutto tra bambini di una certa età. Oddio, c'è qualche incursione maschile tra le femminucce, ma sono più degli elementi di disturbo che non delle vere accoglienze nel gruppo, anche questo è un passo obbligato secondo me.
Ieri per la prima volta mio figlio ha instaurato un rapporto amichevole con dei suoi pari senza l'aiuto della sorella maggiore, perché è lei di solito che fa da apri pista in situazioni del genere, invece si è trovato degli amici che andassero bene per lui. In spiaggia sono rimasti praticamente tutto il pomeriggio in acqua a fare dei giochi di abilità tipica maschile, ma non particolarmente virile, si è trattato per lo più di tuffi, corse in acqua e prodezze atletiche con l'aggiunta di qualche "potere magico". Sono rimasto ad osservarli per un sacco di tempo e mi facevano sorridere i discorsi tenuti tra di loro. Parlavano di videogiochi e di tutto quello che concerne questo argomento, ossia, la capacità con la quale si devono superare certi livelli e i trucchi per poter riuscire a vincere.
Mio figlio dopo aver cenato è stato coerente con il tema tenuto in spiaggia e ha giocato tutta la sera con un suo amico ad un videogioco che gli ho scaricato sul mio telefono. Non è il massimo per carità, ma per quell'unica volta che mio figlio si diverte con qualcuno, mi è sembrato più che lecito lasciargli fare ciò che voleva.
Mia figlia invece, ha corso come una matta con le sue amiche, giocando a nascondino prima, e improvvisando delle gare di velocità poi. E' tornata a casa sfinita come al solito ma felice, anche perché ha conosciuto le uniche straniere del campeggio ed è stata davvero contenta di poter scoprire qualcosa che andasse al di là dei confini italici. Le due ragazzine sono belghe ma una delle due capisce l'italiano e lo parla anche un pochino, quindi credo che abbia spiegato loro, qualcosa relativo al suo paese; a mio avviso è davvero una cosa affascinante e a quanto pare lo è stato anche per mia figlia.
Il piccolo di casa si è trovato in mezzo tra le due fazioni, nel senso che, voleva guardare ciò che faceva il fratello maggiore ma smaniava anche per correre con la sorella e le sue amiche. Quando l'ho portato dalle femminucce, ognuna di loro ha preso in braccio mio figlio come se fosse stato un bambolotto (retaggio culturale dovuto al gioco della mamma) lui ha acconsentito per qualche minuto, poi è scappato quasi in lacrime; poverino, è dura essere piccoli in queste situazioni.
In sostanza, ieri ho assistito ad una serata alla "Giochi Senza Frontiere" ed è proprio il caso di dirlo dato che ci sono anche delle straniere in questo gruppo.
Mi ha fatto molto piacere vedere i miei figli socializzare con bambini diversi dalle loro tipiche amicizie e questo lo devono specialmente per la location scelta per trascorrere le vacanze, perché si sa, in campeggio l'amicizia è d'obbligo, poiché molti spazi sono in comune viene naturale scambiare quattro chiacchiere un giorno e diventare migliori amici dopo un paio.
Ovviamente le vacanze sono più belle quando c'è qualcuno con la quale si possa condividere anche le emozioni oltre che ad un fazzoletto di spiaggia o uno campetto con uno scivolo e credo che tutti ce l'abbiano un po' come scopo durante il soggiorno vacanziero. I miei figli sono molto felici di questa nuova esperienza e se lo sono loro, io lo sono anche di più.




martedì 30 agosto 2016

DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO pt. 2

Possiamo dire di esserci ambientati perfettamente qui al camping, prendiamo la navetta che ci porta al mare, compriamo il pane e le pizze del posto, seguiamo i ritmi della spiaggia e cosa molto importante, i miei figli hanno fatto amicizia con altri bambini del campeggio. Sembrerà una stupidata ma avere qualcuno con cui giocare è importante perché per quanto si possa stare dietro ai propri figli, questi non si divertono mai abbastanza. Infatti ora la giornata al mare si trascorre con un nutrito gruppo di bambini che nuotano, corrono, fanno immersioni, chiacchierano per tutto il tempo ed è sicuramente il modo migliore di passare l'estate. Perfino dopo la cena i miei figli fuggono al parchetto, dove ad attenderli ci sono gli amici con i quali fanno le ore piccole e nonostante la stanchezza, cerano in tutti i modi di prolungare il tempo di spensieratezza. Ieri per esempio hanno fatto ritorno a casa alle 22.45, un orario impensabile per la routine milanese. E' proprio vero l'estate è libertà.
Mentre i pargoli se la spassano, mia moglie ed io abbiamo tutto il tempo di chiacchierare di cose che riguardano il prossimo futuro, ci organizziamo per la nascita del piccolo, piccolo, piccolo, piccolo (giustamente è il quarto) e facciamo dei progetti che potrebbero risolvere molte nostre situazioni familiari; le aspettative sono tante e la voglia di cambiare ci porterà a raggiungere nuovi traguardi.
Settembre è ormai alle porte e questo significa che ci prospetta tutto un anno di novità e di lavoro, ma prima che ciò avvenga ci godiamo ancora un po' questa dimensione di riposo rilassante finché ne avremo la possibilità.


domenica 28 agosto 2016

ARRIVATI A DESTINAZIONE

La sveglia da Marina di Carrara ha suonato alle 03.45 e da quel momento in poi tutto si è messo in moto. Prima il caricamento dei mille bagagli, poi la sistemazione della casa, il trasporto di un figlio alla volta e alla fine la partenza che è avventa intorno alle 05.15.
Non ci si rende bene conto di quanto sia lunga l'Italia prima di percorrerla per intero, o meglio, noi l'abbiamo attraversata per sette ore e ancora di terra italica c'è n'è parecchia da fare, eppure, tutto questo tragitto a me è sembrato infinito. Per fortuna il nostro super mezzo di trasporto a fatto sì che non accusassimo troppo l'immobilità prolungata, per ciò: grazie Scudone sei stato come il salotto di casa.
L'entrata al camping Verdemare è avvenuta alle 12.30, giusto il tempo di sbrigare le faccende burocratiche e ci siamo precipitati in spiaggia, trovando quello che per 650 km abbiamo atteso: un mare bello e rilassante. Sì perché la spiaggia è fatta in modo che chiunque possa godere della freschezza delle acque marine visto che è stata creata una specie di enorme piscina grazie ad una barriera di scogli sistemati ad una trentina di metri dalla riva, in questo modo l'acqua rimane bassa ed il punto più alto tocca un metro a dir tanto. In effetti i surfisti e i sommozzatori troverebbero un po' di difficoltà svolgere le loro attività ludiche in un mare così basso, ma una famiglia con tre bambini può finalmente stendere i nervi quando i figli vanno a fare il bagno, tra l'altro, pure il più piccolino in queste acque riesce ad avere un minimo di autonomia per quel che riguarda l'approccio marino.
La spiaggia è molto vasta, la sabbia è di una finezza che pare farina ed il bar offre prelibatezze che vanno al di là del solito panino e della focaccia, quindi test superato. Ieri la spiaggia è stata abbastanza affollata, ma nulla a che vedere con quella di Marina di Carrara che le persone arrivano direttamente sotto il mento, tanto che quando si pensa di mangiare un gelato alla fine se lo pappa il vicino di ombrellone. Anche oggi sarà cosi dato che è domenica, per cui sicuramente troveremo molte persone che arriveranno dai paesi vicini per approfittare del caldo quasi settembrino e dilatare il più possibile il rientro alla normalità cittadina, ma essendo molto estesa non mi preoccupano i bagnanti.
La nostra giornata di ieri non ha avuto mai uno stop, dopo aver fatto il bagno in mare, ci siamo messi di buona volontà e siamo partiti alla ricerca di un bancomat e di un supermercato; ecco in questa fase ho maledetto ogni centimetro di strada percorsa. Il sud Italia è davvero affascinante ma ha un enorme difetto: è davvero poco organizzato. Punto primo: la ricerca del bancomat è stata una vera caccia al tesoro, tanto lontano che quasi tornavano a Milano; punto due: il supermercato mi ha dato l'idea di essere un deposito di roba buttata a caso. Superati i miei vizi da snob milanese, siamo tornati nel nostro alloggio, testando così ogni sua funzione. La casetta n
on è molto grande ma è accogliente e pratica, ha un bel patio sul quale si può mangiare all'aperto e le stanze sono fresche e ben curate. Per quel che riguarda il camping è ben distribuito, ha l'accesso facilitato ai bungalow e in questo momento è quasi deserto: una vera pacchia.
Nonostante abbia fatto un milione di chilometri e dormito forse un'ora la notte prima del viaggio, il mio riposo notturno è stato breve ma intenso, perciò sveglia alle 06.30 e stesura del post.
Se non è vacanza questa...



venerdì 26 agosto 2016

TERREMOTO

Stanotte partiremo per l'Abruzzo, già dove si è avvertito il terremoto devastante di due giorni fa e chiaramente dove vi fu un altro terremoto nel 2009. In entrambi i casi noi abbiamo saputo delle tragiche notizie proprio da dove siamo ora, ossia, da Marina di Carrara; questo mi fa pensare...
Mi sento davvero affranto e dispiaciuto per le presone che hanno subito una tale disgrazia ed è inaccettabile una cosa del genere poiché noi crediamo che il suolo terrestre sia l'elemento più sicuro di tutti ma quando anche la terra trema e devasta ogni cosa, non ci sono più sicurezze né speranze per noi esseri umani; è davvero la più angosciante delle paure.
Mi sono preoccupato molto per il nostro imminente viaggio e come me, anche tutti i nostri amici e parenti che sanno della nostra destinazione, per togliere ogni dubbio ho chiamato la protezione civile dell'Abruzzo, ma non mi hanno dato nessuna informazione a riguardo, al che ho chiamato il comune di Torino di Sangro, ma non mi ha risposto nessuno, neppure la polizia locale. Allora mi sono visto costretto a chiamare il posto dove alloggeremo per saperne di più ed è stato l'unico a rassicurarmi un po'; certo lo fa nel suo interesse non tanto nel mio, però insomma, al di là del suo profitto, penso che debba salvaguardare l'incolumità dei suoi ospiti sennò finirebbe nelle grane. Comunque mi ha detto che non ci sono stati danni, che le strade sono a posto e che le casette mobili dove staremo sono a prova di sisma in quanto sono prive di fondamenta. Ok, ci proviamo ma alla prima avvisaglia facciamo i bagagli e si riparte.


mercoledì 24 agosto 2016

USTION ABBIAMO UN PROBLEMA!

Il fatto che noi come famiglia abbiamo iniziato più tardi le vacanze, non significa che vengano meno i problemi relativi al sole, poiché la rovente stella riscalda nel cielo tanto quanto i primi giorni di luglio.
E allora?
Dannazione, ci si scotta!
Io personalmente ho una pelle talmente fatta male che mi ustionerei anche stando sotto la luce per la notte dei bambini, tipo le abat-jour dell'Ikea a forma di animaletto; ecco, quelle potrebbero essere deleterie per me, figuriamoci il sole d'agosto. Infatti anche quest'anno mi sono ustionato la schiena.
La protezione 50 evidentemente non basta, ho bisogno di uno schermo totale alla stregua di una tuta spaziale, ma non è molto indicato fare il bagno così, viste le polemiche sul burkini, figuriamoci con la tuta spaziale che polverone potrebbe alzare. Non posso neanche restare sotto l'ombrellone tutto il giorno, o fare le sabbiature in attesa che il sole cali la sua potenza cosmica.
Cosa posso fare?
Niente.
Purtroppo non ho molte alternative, devo scottarmi i primi giorni finché la mia pelle non si abitua al calore, poi dopo potrò fronteggiare i raggi solari con un'abbronzatura degna dei tronisti di Maria de Filippi.
Parliamoci chiaro, a me l'abbronzatura non interessa per niente, però devo evolvere da questo colore fuxsia acceso, che attualmente porto addosso con un certo imbarazzo, e diventare almeno più scuro.
Mi sono scottato perché ieri è stata una giornata di giochi in mare senza fine con i miei figli, siamo stati così tanto nell'acqua che nelle mie orecchie si è formata una barriera corallina amatoriale, ho iniziato a vedere un principio di branchie ai lati del corpo e mi si è riaperta la fontanella sulla testa, diventando uno sfiatatoio come quelli dei delfini. Il risultato è stato che stanotte risplendevo nel buio come un'insegna di un negozio di Chinatown.
Fra poco torneremo in mare e tremo all'idea di scottarmi ancora, perché non è detto che il sole questa volta mi grazi, forse potrebbe ustionarmi altre zone dell'epidermide che sono state risparmiate nei giorni scorsi, o magari potrebbe darmi il colpo di grazia e farmi ardere vivo come la Torcia Umana dei Fantastici 4, a quel punto potrei anche rivalutare la mia situazione. La cosa sicuramente più credibile che anche stanotte dovrò litigare con le lenzuola che mi graffiano come un milione di spilli.




martedì 23 agosto 2016

DIARO DI BORDO DEL CAPITANO pt.1

Ci accingiamo ad iniziare il terzo giorno di mare nella baia dell'alto Tirreno. Gli incontri con la popolazione locale non ci hanno meravigliato molto, sapevamo che tipo di gente avremmo incontrato e le loro abitudini, ma mai avremmo pensato di dover condividere parte di quel fazzoletto di spiaggia, con una famiglia insopportabile.
Lui: si avvicina verso la cinquantina, ha perso malamente i capelli e la gioia di vivere. (ammesso che ne abbia mai avuta) Non si stacca dal telefonino nemmeno quando la moglie gli urla di andare in ufficio se deve continuare a lavorare anche quando la famiglia è in spiaggia, non si interessa minimamente del figlio e messo alle strette, non ha idea di come ci si comporta né con lui ma nemmeno con tutto il mondo intorno.
Lei: è in atto un inesorabile declino. Sarebbe fuori moda anche tra gli ominidi del paleolitico, viene denigrata dal marito e si occupa dell'unico uomo che ancora la considera, ossia, il figlio. Sogna di attuare desideri sessuali mai inespressi con chi l'accompagna ma il suo timore reverenziale nei confronti del capofamiglia, non le permette neppure di pensare ad una cosa tanto ardita.
Il figlio: come tutti i figli unici è viziato, tremendamente indietro nella fase di apprendimento e nutre quella curiosità che sfocia nella maleducazione. Si rigira la madre come vuole e agogna l'attenzione di quel padre inesistente. Cerca in maniera disperata un amico ma una volta trovato, tenta sempre di sovrastarlo.
Più che una vacanza mi ritrovo a fare un'analisi sociologica per meglio comprendere le situazioni giornaliere poiché i personaggi che mi gravitano attorno meritano spesso uno studio approfondito, esaurito questo, ne consegue una totale indifferenza da perte mia e della mia famiglia.
Per quel concerne invece la fauna locale, ebbene, anche in questo caso l'attenzione della nostra famiglia viene richiamata dalla presenza di un gatto che ci attende sul balcone in cerca di cibo e magari di qualche carezza. Noi abbiamo lasciato a Milano i nostri per essere più spensierati e invece le cose seguono un diverso corso forse perché questo è il karma.


sabato 20 agosto 2016

E POI FINALMENTE IL MARE

Sembra un miraggio, anzi, è stato un vero e proprio miraggio soprattutto per i miei figli che hanno atteso il fatidico giorno per andare al mare. In ogni momento della giornata ci hanno chiesto quando ci saremmo andati, ebbene quel giorno è finalmente è arrivato: domani si parte.
Le ultime mie ferie risalgono a 15 mesi fa, come dire, un'eternità ed è per questo che sto dando di matto. E' stato un anno lungo e pieno di cose da fare, impegnativo, stancante, emozionante e quant'altro, però ora giunto il momento di staccare la spina e di far riposare il corpo ed il cervello, anche perché i prossimi mesi saranno altrettanto pieni di novità e certo. anche di fatica.
Il nostro viaggio comprende l'ultimo saluto alla casa di Marina di Carrara in vista dell'imminente vendita settembrina; quella casa ci ha regalato gioie e dolori per cui ci sembra doveroso fare una capatina e dirgli addio per sempre, poi coglieremo l'occasione di recuperare quella manciata di cose che abbiamo lasciato lì e fare un tuffo dal bagno che i miei figli adorano: il Lidia.
Sarà la volta poi di Torino di Sangro e del campeggio che abbiamo prenotato completamente alla cieca, ovvero, senza sapere nulla di quel posto e della cittadina che ci ospiterà, spero di trovarci bene per un'eventuale ripetizione; ecco, magari anticipando un po' il giorno della partenza rispetto a quest'anno.
Come ogni ultimo giorno di lavoro che si rispetti, ho avuto quei mille casini che fanno agognare l'uscita dall'ufficio e non pensare a nulla fino al ritorno, con la speranza che le questioni lavorative possano cambiare in meglio una volta rientrato.
Certo, perché Settembre ha questo potere, cioè, regala quella pia illusione che si possa avere un nuovo inizio, ricevere delle possibilità inedite, fa credere di poter fare cose diverse, mai fatte prima. Da piccolo credevo che l'anno iniziasse e Settembre dato che lo stacco era molto più lungo rispetto a Gennaio, si faceva in tempo a crescere e perfino a nutrire un senso di nostalgia per la scuola e per i compagni. Mentre a Gennaio no, non è così, non lo è mai stato, tra l'altro io lavoro sempre anche per le festività natalizie quindi, non cambia mai nulla, almeno per il sottoscritto.
Sono completamente esaurito. ho bisogno di relax anche se magari non sarà poi non sarà un rilassamento effettivo, necessito di vedere altri luoghi, di respirare aria di mare e giocare con i miei figli fino allo sfinimento.
Vacanze stiamo arrivando e soprattutto, non fateci andare storto nulla, intesi?


venerdì 19 agosto 2016

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE -14

Probabilmente si è creduto erroneamente che le mie disavventure con la bicicletta avessero subito una battuta d'arresto, e invece no, proprio settimana scorsa ho forato la ruota posteriore.
In effetti è vero, ho trascorso un discreto periodo di tranquillità con le ruote, ma come ho appena scritto, giusto una settimana fa ho riparato la bici con l'aiuto della mia bambina. E' stato un bel momento padre e figlia nel quale insieme ci siamo messi ad aggiustare il mezzo di locomozione preferito di papà. Sono molto importanti questi momenti di tecnica applicata, di visione del lavoro, del fai-da-te- artigianale, poiché un giorno potrebbe servire anche alla mia bambina e si ricorderà quando da piccola aggiustava la ruota bucata sotto il portone con me (oddio, ora mi metto a piangere come quando sento "Il tempo se ne va" di Adriano Celentano)
Comunque; purtroppo a Milano c'è un elemento presente sulle vie che è impossibile evitare, ovvero: il vetro. Sembra incredibile ma sulle strade ci sono così tanti frammenti di vetro da supporre che sia il campo di allenamento di Giucas Casella. Io faccio di tutto per non finirci sopra, ma sono talmente tanti, che per forza di cose uno di questi fori il copertone e mi lasci a piedi mentre sto andando a lavoro, una settimana dopo aver riparato quella dannata ruota.
Ma per quale maledetto motivo ci sono così tanti cocci per terra?
Sarà forse che sull'asfalto e sul cemento siano considerati alla stregua di un nuovo tipo di fiori?
Oppure ci sono stati diversi matrimoni greci, o ebraici, o ancora dei brindisi fatti da magnati russi e che per questo abbiano distrutto milioni di bicchieri?
Lo si interpreta come un adorno della città, che l'abbellisca, che la renda luccicante?
Niente di tutto questo, l'unico motivo sta nel fatto che in città ci sono decine di migliaia di pistola che spaccano tutto ciò che sia fragile e che lasci traccia della loro distruzione.
Sono arrivato a lavoro con la gomma a terra e la lingua a metà del petto per la fatica, anche questa volta.
Sarebbe più simpatico avere delle ruote di pietra e trovare a terra pezzi di gomma, alla fine del percorso si creerebbe una lunga striscia di caucciù da fare concorrenza alla cicca Brooklyn, o come veniva chiamata dai miei cugini partenopei: la gomma del ponte.



mercoledì 17 agosto 2016

INCONTRO RAVVICINATO DEL QUARTO FIGLIO

Stamattina sono andato con mia moglie alla Mangiagalli di Milano per l'ecografia morfologica del nostro quarto pupetto, ebbene, oggi l'abbiamo visto in "faccia" finalmente. C'è da dire che gli stampi sono quelli, ovvero, si può tranquillamente stabilire che buon sangue non mente mai e che la fratellanza con i maggiori si rispecchia in ogni profilo. E' un affarino di poco più di 400 grammi, ma se tanto mi dà tanto, alla fine verrà fuori un vitellino come i fratelloni più grandi, il che significa che mia moglie darà prova della sua straordinaria forza fisica anche in questa occasione.
Il medico di stamattina è stato davvero scrupoloso, ha fatto una serie infinite di foto al piccolo dentro la pancia, da sembrare un servizio fotografico degno dei più noti volti della moda. Per carità, va benissimo così, ma credo di aver assistito a più di 40 minuti di visita continuativi e incredibile a dirsi, questa volta ci siamo affidati al sistema medico nazionale, mentre per le volte precedenti, dopo aver sborsato un sacco di soldi per le visite private, il tempo dedicatoci non avrà superato il quarto d'ora per ognuna. Sarebbe più plausibile il contrario e invece mi hanno stupito.
Al ritorno dall'ospedale i nostri maggiori hanno visto la foto del loro futuro fratello e sono scoppiati di gioia, ma anche dal ridere per la fattezza un po' strana di quell'esserino dentro il pancione della loro mamma. In effetti sembra un mostriciattolo però fa troppo tenerezza saperlo nel su habitat, protetto da tutto e da tutti, bello felice che sguazza nel liquido finché ha spazio per divertirsi.
Che bello essere bimbi, ma ancor di più essere papà.
To be continued...


lunedì 15 agosto 2016

FERRAGOSTO A MILANO

Mi sono appena svegliato dal turno di notte, ho teso l'orecchio per sentire se in casa ci fosse qualcuno; niente, nemmeno la musica. Fuori non è molto diverso dalle mura casalinghe, non c'è assolutamente nessuno in giro, neppure i piccioni, neanche il gatto che di solito si aggira per il quartiere che ho chiamato Prosciutto, sicuramente sarà andato a buscare del cibo in zone più turistiche. Qui nella via sono da solo con la "Signora in Blu" ossia una donna che veste sempre con una camicia blu e incontro ogni qualvolta metto il naso fuori di casa. Milano è desolata, silenziosa, senza vita ed è uno di quei momenti nel quale si può davvero apprezzare la bellezza della metropoli. Se fosse sempre così sarebbe una pacchia, niente stress per il parcheggio, niente code, nessuna attesa. C'è da dire che in città sono rimasti solo i casi umani, quelli che di solito se ne stanno in sordina in qualche angolo nascosto senza palesarsi, senza sapere della loro esistenza e forse c'è qualcosa in comune con loro quando ci si incontra...
Per rimanere in tema con la giornata di desolazione, anche il frigo si presenta vuoto e io comincio a sentire la fame, oddio, stare un po' a stecchetto mi fa sicuramente bene, però è decisamente triste sapere di essere da solo in quasi tutta la zona con lo stomaco vuoto.
Un deserto di cemento è così che la mia città si sente in questo breve periodo, forse riprende fiato per poi correre di nuovo per tutto l'anno a venire. Qua e là ci sono cantieri aperti per la risistemazione delle strade cittadine in modo che i milanesi possano ritrovare la città pronta e in ordine, con qualche disagio per chi come me, rimane qui in attesa della partenza, ebbene sì, settimana prossima anche noi ce ne andremo in vacanza, dopo la lunga permanenza in città.
Fortunatamente il clima nei giorni scorsi è stato clemente, non si è morti di caldo, anzi, è stato piuttosto gradevole e ha permesso di poter andare in giro senza boccheggiare come quelli che necessitano dell'ossigeno terapia. Milano mi piaci così, però ora sento il bisogno di staccare, di vedere un diverso tipo di paesaggio, di fare delle lunghe sessioni in spiaggia con i miei figli, perché neppure loro resistono a questa forzata astensione dall'euforia vacanziera, sentono la necessità di fare dei bagni lunghi e spensierati, eppure nonostante l'infinita attesa, sono stati bravi e pazienti, non si sono lamentati e tengono duro insieme a noi.
Fra una settima sarà tutto diverso finalmente.


giovedì 11 agosto 2016

QUANDO INCONTRAI L'UOMO KIWI NULLA HA AVUTO PIU' SENSO DOPO

Era un giorno qualsiasi di una mattina imprecisata di fine inverno, l'aria era frizzante, il cielo terso ed il sole si risvegliava dal torpore invernale inviando sulla Terra i suoi primi timidi raggi.
Ero con la mia famiglia ai giardinetti sotto casa per approfittare della bella giornata e consumare un'oretta di gioco e spensieratezza in attesa di tornare nella nostra piccola dimora e gustarci un pranzetto tutti insieme. Intorno a noi bambini di ogni età accompagnati dai genitori o dai nonni, anche loro avevano la stessa nostra idea.
Tra le tante persone che affollavano il parcchetto, spunta un personaggio curioso, sulla quarantina, accompagnato dalla moglie e dai due figli. Ho incrociato per un secondo il suo sguardo poiché il suo aspetto aveva qualcosa di strano, di inconsueto, una nota stonata che l'ha fatto spiccare sopra tutti. Mi sono reso conto che aveva l'aspetto di un frutto esotico, lontano, dal sapore aspro, esattamente come credevo fosse anche lui di carattere. Costui sulla testa aveva un kiwi, nient'altro che un kiwi e questo frutto era dato dalla sua testa molto rada di capelli, tenuti insieme dalla codardia di tagliarli, uniti da un lontano ricordo di giovinezza. Avrei potuto persino contarli e a occhio e croce penso di averne visti meno di un centinaio, incredibilmente ingellati e fin troppo pettinati per essere quelli che erano.
La prima domanda che mi sono posto è stata: perché?
Questa bizzarra acconciatura non aveva e continua a non avere, alcun tipo di senso per me, cioè, forse costui crede di nascondere una calvizie molto avanzata con quattro peli in testa? Oppure si tiene cari quelli che ha finché non cadranno come le foglie d'autunno? La cosa più probabile credo sia la paura di vedersi completamente calvo dopo il passaggio di una macchinetta elettrica; lo posso capire, ci vuole del coraggio per fare una scelta radicale come questa, ma sicuramente paga di più che non avere sulla testa un kiwi gigante. C'è anche una remota possibilità che abbia comprato un barile di 100 chili di gel da mettere in testa e per non sprecare quella quintalata di brillantina, se la spalmi in testa ogni giorno in attesa che finisca per sempre, sia il cosmetico che la crescita di quei peli.
Il personaggio ha scosso completamente la mia curiosità e l'ho osservato mentre era alle prese con il figlio più grande, ebbene, aveva la stessa vitalità della sua strampalata acconciatura.
Parliamoci chiaro, anch'io non ho più i capelli di un tempo e me ne rammarico, però appena ho un attimo di tempo, regolo la misura della mia capigliatura con un'altezza pari allo zero assoluto. Vorrei tanto che la mia chioma tornasse folta come una volta, ma ahimè so benissimo che non tornerà, per cui sono sceso a patti con questa cosa e mi raso per evitare di sembrare un nostalgico capellone.
Quel giorno ho dovuto far vedere anche a mia moglie l'uomo kiwi, perché lì per lì, non mi sembrava reale una cosa del genere. Ma all'improvviso mi sono guardato intorno e ho scovato altri uomini kiwi che spuntavano come... kiwi appunto, e non credevo fosse vero ciò che i miei occhi stavano guadando. Mi sono detto che forse era l'inizio di una nuova stirpe di uomini, un'invasione come quella dei Tommyknokers, aiuto!
Appena giunto a casa quel giorno, mi sono precipitato a rasarmi la chioma, poiché dopo essermi visto allo specchio, mi sono reso conto di star diventando uno di loro.

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mercoledì 10 agosto 2016

LA MISANTROPIA MI DIVORA

Non ho mai avuto una grande considerazione delle persone, anzi, posso dire apertamente di nutrire una forte avversione per tutti coloro che vedo andare in giro per strada a piedi o stipate dentro le antipatiche vetture. Ultimamente però questa repulsione si è acuita a dismisura, sarà che trovo solo gente maleducata sul mio percorso, e dato che faccio sempre strade diverse a orari differenti, il fattore comune è quello di trovare persone indisponenti ed educate secondo le maniere dei barbari, tradotto significa: Milano è piena di gentaglia.
Ho una mia personale black list di tutti quegli individui che non reggo nemmeno quel pochino che basta per il quieto vivere; no, per me è impossibile.
L'apripista di questo elenco è una donna tremendamente sciatta, sporca e maleducata che fa fare i bisogni del proprio cane in ogni dove, senza raccoglierla poi dopo; certo. Ieri ha avuto la bella pensata di far scaricare quella bestia appena fuori dal portone di casa mia, con una bella scia liquame puzzolente. Accortasi della sua mancanza di rispetto, ha millantato un colpevole inesistente, imprecando a destra e a manca per scagionarsi dal guaio combinato dal suo cane, in verità da lei. Non l'ho colta sul fatto altrimenti ora sarei in questura.
Il vecchio con la Seat Arosa. Costui è un personaggio che ha l'orto accanto al mio palazzo, fa avanti e indietro con questa vettura risalente al secolo scorso ed è totalmente incapace a guidarla. Per parcheggiare urta tutte le macchine nei pressi del raggio d'azione, la mette sempre storta e occupa spazio inutilmente, vista l'estrema vicinanza di casa sua al luogo ricreativo dove viene ogni momento della giornata. Potrebbe fare un favore all'umanità lasciando l'auto a casa per recarsi all'orto a piedi, ma, essendo costui una specie di mezzo busto, il sedere non lo alza nemmeno per grattarsi quelle chiappone flaccide.
Lo sconosciuto che parcheggia mettendo la sua Audi di traverso sul marciapiede. Non ho ancora scoperto se il fenomeno sia un uomo o una donna, ma dalla prepotenza con il quale si impone sul marciapiede mi fa credere sia un uomo. Ebbene, non so per quale motivo, ma sto tizio ha deciso che bloccare il passaggio dei pedoni è diventata la sua nuova missione. Il marciapiede che percorriamo quotidianamente è molto lungo e dissestato, sempre sporco e costruito con un criterio del tutto particolare, ossia, inclinato verso il basso. Quando l'auto del pistola patentato blocca il passaggio, tutti quelli con il passeggino o la sedia a rotelle, si vedono costretti a trovare un varco per oltrepassare la barriera architettonica, che non sempre si trova accanto alla macchina, a volte capita che si debba tornare indietro di qualche metro prima di andare pericolosamente sulla strada.
Una volta è stata rimossa dai vigili ma nonostante ciò, ripetutamente mette l'auto nello stesso punto. Se non è maleducazione questa...
I postini della cooperativa. Sarà pressapoco un paio di anni che questa cooperativa postale lavora sotto casa mia, ci saranno una decina di motorini che sfrecciano a tutte le ore e posteggiano ovunque ci sia un buco per mettere questi aggeggi roboanti con un notevole disagio per tutti noi. Attenzione oltre ai ciclomotori dobbiamo aggirare anche le auto dei dirigenti e il megafurgonegalattico di proprietà della stessa; una vera rottura!
I conversatori notturni al telefono. Non sono sempre gli stessi avventori notturni quelli che si mettono a chiacchierare sotto la mia finestra di notte, però c'è una strana abitudine che serpeggia tra tutti coloro che si sento ispirati parlando con le famiglie lontane di notte, ne ho sentiti diversi e mi chiedo cosa spinga a parlare ad alta voce al calar delle tenebre, proprio sotto le finestre di gente che vorrebbe chiudere gli occhi per riposare. Ma riattacca e va a durmì!
Gli operai stradali. Costoro hanno fatto un casino mondiale per tutto il periodo estivo, cominciando la mattina alle 8.00 e finendo alle 18.00, ovviamente sotto il mio balcone, e dove sennò. Ci hanno graziato in questi giorni di agosto, ma a settembre ricominceranno come se non ci fosse un domani. Devo tenermi preparato al peggio.
La figlia della mia vicina. Per questa donna non ci sono motivi particolari, non la sopporto a prescindere punto e basta.
Lo so cosa si penserà dopo aver letto questo post: Mr.D è diventato un vecchio rompipalle. E' assolutamente vero, non ne posso più di tutto e di tutti e ora comincio perfino a comprendere il motivo per il quale gli anziani sono così inaciditi, perché la vita li ha messi a dura prova con tutti i maleducati incontrati nel corso degli anni.
Ora dirò addirittura una blasfemia, cioè si comprende anche il motivo per cui c'è gente che ad un certo punto sbrocca e comincia a sparare dal balcone, ovviamente è un'azione deplorevole, ma credo che d'istinto venga spontaneo pensarlo a tutti coloro i quali incontrano persone estremamente maleducate.
Non capisco, per quanto mi riguarda quando vado in giro cerco di arrecare il minor disturbo possibile e insegno ai miei figli di aver rispetto delle persone e dei beni pubblici, in quanto non essendo di proprietà privata, si deve avere l'accortezza di tenerle sempre in ordine. Perché un sacco di gente si comporta diversamente? Hanno bisogno davvero dei proiettili in testa per capirlo?
Credo di no, ma la convivenza con questi individui è molto, molto difficile.


sabato 6 agosto 2016

NOI CRESCIUTI CON I TELEFILM

C'è una differenza sostanziale nella generazione dei miei genitori e la mia, quella della: elaborazione dei rapporti sentimentali familiari.
Dalle storie di vita vissuta che mio padre mi ha raccontato da piccolo, ho assimilato un certo modo di comportamento usato a quel tempo dalle famiglie, ossia, vigeva un certo timore reverenziale nei confronti del capofamiglia, della madre, dei nonni e dei parenti in genere, quindi c'era poca bontà nei sentimenti. Nella società di allora i bambini erano considerati come degli individui soltanto più piccoli di statura ma a tutto per tutto uguali agli uomini o alle donne, per cui veniva poco calcolata l'età infantile e tutto ciò relativo ai bisogni nelle varie fasi della crescita. Questa è una mia opinione, ma come la storia ci insegna, credo di centrare bene il punto.
Se Mike Bongiorno ha insegnato la lingua italiana più di Dante Alighieri (già menzionato in un altro post) possiamo dire, che i telefilm hanno insegnato ai genitori come comportarsi all'interno del nucleo familiare. Il perbenismo americano, l'educazione dettata dalla media borghesia a stelle e strisce, la situazione politica che richiedeva un certo tipo di etichetta, hanno dato modo di adottare questi comportamenti e usufruirli a piacimento anche nelle case italiane. Quello che secondo me è stato rivoluzionario, penso siano stati i colloqui padre-figlio che spesso si tenevano a fine puntata, così facendo si è potuto apprendere un approccio differente da tenere con i figli. Nei telefilm il genitore veniva rappresentato come un saggio e benevole individuo che elargisce consigli e abbracci a profusione, piuttosto che il solito padre padrone  in cui l'unico mezzo conosciuto erano le mani a cui veniva associato nella società del passato.
Ecco io sono cresciuto guardando questo tipo di realtà, seppur edulcorata, fittizia e molto preconfezionata, ho comunque assimilato che con i figli bisogna poter esprimere liberamente i propri pensieri e ascoltare sempre quello che hanno da dire.
Sembrerà una cosa stupida, però "quella scatola" dovrà pur aver avuto dei meriti in tutti questi anni, d'accordo l'informazione, va bene gli eventi sportivi ma anche l'intrattenimento deve aver avuto un po' di spessore, giusto quel tanto da non buttare all'aria quei pochi valori che ancora restano in famiglia.


venerdì 5 agosto 2016

I GIARDINETTI COME PRIMO CAMPO DI ADDESTRAMENTO

Il parchetto giochi dei bambini, è il luogo che più rappresenta la vita nelle sue mille sfumature. Il bimbo in questo posto prova le prime emozioni forti, come: la scoperta di nuovi giochi, il brivido dell'adrenalina, il dolore per le cadute, la rabbia nei duelli con altri bambini, la voglia di superare gli ostacoli e le paure, il distacco dai genitori per correre all'avventura ed il piacere di stare con gli altri.
Il giardinetto è un punto d'incontro nel quale si trovano tanti tipi di pargoli, dal più timido al più espansivo, da quello morigerato al futuro teppista e a ben vedere, ci sono così tanti futuri teppisti che tremo un po' per gli anni venturi.
Il problema verte su una semplice questione ed è sempre la stessa, ovvero: l'educazione. Il parco giochi viene visto come una valvola di sfogo per i bambini e al tempo stesso, un momento di libertà per i genitori, è vero è anche così, tuttavia lo sfogo ed il relax, non significano prepotenza dei bambini scalmanati ed il menefreghismo di genitori che se la chiacchierano tra di loro, che trascorrono tutto il tempo al telefono o che tra una sigaretta e l'altra, si ricordano di passare al tabaccaio per prendere un pacchetto nuovo. Bisogna rimanere sempre vigili anche quando la presenza di un genitore non è richiesta cioè quando i bambini sono già grandicelli.
L'incontro/scontro con i bambini maleducati è un passo obbligato, qui il bambino piccolo capisce la differenza che passa tra un suo pari tranquillo e un pazzo sfrenato, cioè si creano le simpatie e da qui le amicizie, poi a volte si è chiamati addirittura alla "lotta" per la supremazia o semplice difesa.
In questa fase l'apprendimento è al massimo, la vita presenta i primi individui con i quali bisogna per forza litigare, se ne riconoscono gli elementi e si attuano quei meccanismi che verranno poi adottati in futuro, insomma, la vita fa conoscere ai piccoli chi sono i rompi palle.
Ce ne sono così tanti che andare al giardinetto diventa una prova di forza, un campo di addestramento per marines pronti alla guerra, una sfida tra gladiatori, un incontro tra pugili.
E' difficile mantenere quella calma che eviterebbe un litigio ben più grande, ossia, quello tra genitori, tuttavia bisogna dare il buon esempio al proprio figlio e risolvere le dispute con calma ed intelligenza, anche se a volte ci vorrebbe una mazzata in testa degna di Negan di "The Walkin Dead"
Ok, ok, sto esagerando, ma non nego di aver voluto giocare a baseball solo per la mazza di legno.

Muore il soldato, muore il cammello.
Muore l'autista ed il pipistrello. 
Muore la gente piena di guai, 
ma i rompi palle non muoiono mai.




mercoledì 3 agosto 2016

AFRICA, AFRICA A-F-R-I-C-A

Ieri sera mi sono detto: ma perché non mi faccio un giro in Africa? (Un po' come fa la Pimpa di punto in bianco che prende e vola via.)
Eh perché, perché... perché è impossibile arrivarci senza incorrere in conseguenze piuttosto drammatiche. Non è una cosa direttamente conseguenziale, cioè un sacco persone viaggiano in Africa e tornano belle felici di esserci state, però il continente nero è molto grande e in alcuni paesi bisogna stare attenti. Per rifarmi gli occhi sono andato su Google Maps e ho visto foto di posti davvero incredibili, sia in nord Africa che in tutto il resto e mi sono meravigliato di quanto siano belle certi paesi. Purtroppo però credo che difficilmente riuscirei a vederli dal vivo, innanzitutto per il costo del viaggio e poi per la difficoltà di trovarsi di fronte a scenari strazianti o di imbattersi in luoghi dove si rischia la vita. E' davvero un peccato non poter avere tra la rosa di scelte anche paesi di questa parte del mondo, ma il problema l'abbiamo creato noi occidentali sia chiaro, per cui, siamo costretti a leccarci le ferite.
Il nostro passato davvero non ci sorride per niente, anzi, dovremmo solo vergognarci di tutti gli scempi compiuti e ora ne paghiamo le conseguenze tutti sia chi ci vive; ahimè, che noi altri.
A parte pochissimi paesi che godono di un limitato benessere, l'Africa è flagellata dalla fame, dalle malattie e dalla violenza, questi elementi altamente sfavorevoli per un continente sono il prezzo che hanno pagato le popolazioni autoctone dei nostri saccheggi avvenuti nei secoli passati. Una terra così ricca di materie prime non poteva non fare gola all'occidente e così è stato. Non contenti in periodi decisamente più recenti, abbiamo armato e finanziato i regimi, per poi armare e finanziare i ribelli che li hanno fatti cadere, tutto secondo il piacimento dei paesi ricchi in vista di un enorme tornaconto; questa è la realtà dei fatti; detta in parole povere.
Quando sento dire che in Africa l'uomo bianco ha portato la cultura rabbrividisco, innanzitutto non è vero, cioè avremmo portato prima la religione, poi forse si sono costruite scuole fatiscenti per ripulirsi la coscienza, ma di cultura occidentale, penso che ne avrebbero fatto sicuramente a meno.
L'Africa poteva rimanere esattamente come è stata trovata, cioè con le sue tradizioni tribali, le sue usanze e le sue credenze, senza che questo incidesse minimamente sull'equilibrio mondiale, ma dato che di ricchezza non se ne ha mai abbastanza, ci siamo presi tutto ciò che la natura offriva alle popolazioni indigene senza permesso e soggiogato secondo delle regole non condivise, chi si regolava secondo ritmi più naturali. E' cultura anche questa, chi dice che solo la nostra sia quella corretta? Anzi a ben vedere, quante comunità stanziate nella parte del Nord del mondo, cercano di tornare a vivere a contatto con la natura senza essere inquinati dal denaro e dal profitto? Molte; basta fare una piccola ricerca e se ne trovano molte più di quel che si credere.
Se avessimo scelto un'esistenza meno evoluta magari ne avremmo giurato tutti; questo non è da escludere. Comunque non potremmo mai scoprirlo, quello che resta è l'impossibilità da parte mia, di poter visitare un continente affascinante e suggestivo come quello africano; è davvero un peccato.



COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...