martedì 30 giugno 2015

A CASA

Mi hanno fatto bene le ferie, molto aggiungerei. Le mie ossa stanche hanno gradito la lunga pausa vacanziera e sono pronte per un altro anno di fervente lavoro impiegatizio; yuppidù.
Secondo il mio modesto parere, bisognerebbe fare un paio di settimane di vacanze ogni due mesi; in questo modo saremmo tutti più felici e meno stressati, però non ho ancora raggiunto il potere di imporlo alla società italiana, ma non è detto che non ci riesca, basta saper attendere.
Facendo un rapido reso conto delle mie ferie, posso dire di essermi distratto parecchio dalla solita routine, ho goduto della bellezza del mare senza subirne la congestione estiva, (come quella di agosto) ho mangiato senza freni, mi sono alzato presto la mattina e a volte anche tardi, ho giocato in acqua con i miei figli e con i nipoti e, cosa più importante di tutte: non mi sono ustionato la pelle come ogni anno. Mi sento rigenerato da questa pausa, addirittura soddisfatto della nostra solita meta annuale, cosa più unica che rara, anzi ho quasi fatto fatica a tornare a Milano. Ok forse il relax non è avvenuto secondo i canoni più classici, come quello di vedere ogni villeggiante ad abbrustolirsi sotto il sole, però, ho apprezzato molto il sole di giugno e sono fiero della scelta di chiedere alla "fantastica azienda" il periodo che ho chiesto. L'anno prossimo farò lo stesso.
Ho ripreso il mio posto sul divano di casa dal quale scrivo con il ventilatore puntato in faccia, da domani si soffrirà in ufficio nel caldo torrido e umidiccio dello stanzino in cui lavoro e si ricomincia daccapo. Per soffrire di meno scriverò di più, caro amico lettore, così mi distraggo u po'.


venerdì 12 giugno 2015

HO HOLI HOLIDAY

Da domani finalmente in ferie!!!

Bye bye


VECCHIO

La mia avversione contro gli anziani non conosce pace. A me rincresce parecchio questa incompatibilità di generi, o meglio di ere; si perché chi ha superato una certa età, a dividere non è più la generazione, ma appunto, un'era.
Oggi sono andato al Caf per richiedere il modello ISEE, appena varcata la soglia dell'ufficio, mi trovo davanti una fiumana di persone ottuagenarie da lasciarmi senza speranze; e quando ci sono più di tre persone, palesemente il là con gli anni in fila, la catastrofe è dietro l'angolo. I fattori sono stati molto sfavorevoli nei miei confronti, ovvero:

  1. La scadenza ministeriale.
  2. La lunga attesa.
  3. Il caldo insopportabile.
Basta soltanto una parola detta, da una donna che si sventola con un volantino e scatta la scintilla. Tutti che inveiscono, si lamentano, urlano, minacciano rivolte coi bastoni da passeggio e poi, l'interminabile tiritera su tutto ciò che non funziona in Italia.
All'anziano serve solo un pretesto per sciorinare tutto quello che non funziona, secondo la sua immensa saggezza popolare. Allora si unisce un altro che la pensa uguale o che aggiunge anche cose che non centrano, viene discusso da un ulteriore vicino e poi inizia: la rivolta.
Chi lavora agli sportelli viene preso d'assalto, vengono indirizzate invettive contro di loro, gli si impone una maggiore velocità nell'eseguire il suo lavoro, arrivano le minacce.
L'assalto viene subito sedato, ma il malcontento dilaga e si sente il lamento continuo e persistente, come quello degli agnelli al macello.
Gli anziani purtroppo, sono lenti a capire, vuoi perché non arrivano più a certi passaggi, o perché non hanno un grado di istruzione tale, da recepire velocemente alcune fasi della burocrazia e quindi parlano a sproposito sempre.
Non ci vedono e non ci sentono, quindi non sanno mai quando è il loro turno e l'attesa aumenta.
Sanno che il malanno è dietro l'angolo, perciò si coprono sempre fino al collo con pullover di lana e poi sudano e maleodorano.
Si attrezzano per parlare con dentiere vetuste quanto loro ed emettono quel tanfo funebre raggelante.
Sono scontrosi, arroganti, prepotenti e se la prendono con i bambini. Gli anziani pretendono di aver ragione e rispetto, in ogni occasione; solo perché ne hanno viste e passate di più, ma non sono umili abbastanza da comprendere che per ricevere rispetto,bisogna anche darlo.
Occupano i pubblici uffici di mattina, pur avendo a disposizione intere giornate, il che rallenta la società che produce.
Non avendo nulla da fare, gli anziani rompono, e lo fanno con una cattiveria esagerata, perché in fondo le discussioni gli animano di un fuoco fatuo.
Guidano nonostante tutti i segnali del loro corpo dica il contrario delle intenzioni. Sono un pericolo su qualsiasi mezzo adoperino, anche con un semplice deambulatore.
Io i vecchi non li sopporto e quando anch'io arriverò all'età del rimbambimento senile, spero di essere in posto dove non rompo a nessuno.





domenica 7 giugno 2015

MARE FORZA NOVE

Ogni tanto rifugiarsi dentro un'idea sembra l'unica via d'uscita. Pensare, riflettere e sognare, sono degli strumenti utili che il cervello ci fornisce per evadere per un momento dalla realtà, quella che a volte ci sta stretta o che comincia a puzzare di vecchio. Allora partono mille ipotesi su come potrebbe svilupparsi il futuro prossimo; l'anno venturo, come diceva mio nonno e io capivo sempre "ventuno". I giorni a venire sembrano carichi di speranze e pieni di possibilità, rendono fattibile ogni cosa e rilasciano tutto in un colpo, l'energia per cambiare il mondo. Sono delle immagini di quello che  si vorrebbe nella vita e per questo, si comincia a disegnare scene fantastiche o epiche imprese.
Nel momento in cui il sogno diventa una realtà, allora poi, le cose cambiano e si tramuta da pensiero senza struttura ad una paurosa certezza. La leggerezza del sogno viene schiacciata dal peso delle cose da fare, perché si è dentro un'altra dimensione nel quale bisogna mettere anima e corpo, per evitare che il sogno si trasformi in un incubo. Si tenta ogni giorno di scappare da un luogo e inevitabilmente si finisce dentro un alto e così fino alla fine dei giorni.
Il tempo è mutevole, le occasioni sono poche e noi esseri umani, siamo soltanto dei mortali che riempiono la propria vita con delle cose da fare. Il vero male della nostra società è che abbiamo un countdown partito con il primo vagito e ci accompagna fino alla morte, nel mezzo c'è tutta una serie di situazioni che riempiono le due distanze per non farci pensare troppo. Perciò viene inventato qualsiasi cosa pur di distogliere lo sguardo dal traguardo, poiché, l'esistenza non avrebbe senso se lo sguardo ha la validità di un'attesa. Si sopravvive come meglio si riesce, cercando di trascorrere una vita dignitosa, ma soprattutto si cerca di farla vivere ai propri figli, finché anche loro un giorno avranno lo stesso compito. E' un passaggio di consegne, un pacco che viaggia di mano in mano, e tra chi ha passato il testimone a chi l'ha ricevuto, c'è quello che si è riusciti a realizzare. Capita che si fallisce, oppure si ottenga un grande successo, ma tre queste due differenze c'è un elemento comune: si corre sempre dietro ad uno scopo. In un film di animazione, avevo sentito un frase che mi aveva colpito, diceva pressappoco così: "gli umani si affannano per corre, ma non sappiano bene dove andare". Credo che questa frase, detta da una tartaruga animata, esprima bene il concetto di quanto ho scritto finora. Viaggiare sì, ma dove?


venerdì 5 giugno 2015

JUNKY STYLE

Un tempo il mio fisico rispondeva bene agli attacchi di cibo poco salutare che ingurgitavo durante il giorno. Sarà che ero giovane e quindi avevo sempre mille cose da fare come l'università e la palestra, portare fuori il cane ecc..
Mi muovevo sempre in bici, perennemente fuori casa e dormivo molto poco. Insomma credo che bruciassi molte calorie e per questo motivo, avevo una forma di tutto rispetto, nonostante mangiassi schifezze e bevessi anche peggio.
I miei pasti pressapoco erano così:
Mattino - colazione da campione con abbondante latte e cereali, uniti a biscotti, merendine e brioche.
Pranzo 1 a casa - normalmente pasta, secondo di carne o pesce e insalata (questo era nella norma)
Pranzo 2 fuori casa - essendo ogni giorno fuori, tra università, negozio (di dischi), sala prove e altri vari ed eventuali, mi dovevo arrangiare sul cibo, per cui mangiavo pizza a tutto spiano. Quando invece mi trovavo in compagnia degli amici, ci recavamo alla solita trattoria dai prezzi modici e dalla qualità dignitosa, anche se pur sempre piena di condimenti.
Aperitivo - questo era uno dei miei pasti fondamentali, se per pranzo avevo mangiato solo una pizza. Arrivato ad un orario crepuscolare, lo stomaco reclamava energie, perciò, mi sfondavo letteralmente di birra e di quel cibo a profusione che trovavo in grosse quantità sui tavoli dei locali.
Sera - l'uscita era obbligatoria dopo l'aperitivo, quindi, passavo le mie serate a bere birra o cocktail di ogni gusto e colore.
Notte - dopo aver bevuto parecchio e magari, anche aggiungendoci delle altre tipi di sostanze, nel cuore della notte, mi veniva un certo languorino. Se l'orario me lo permetteva, rientravo a casa e mangiavo tutto ciò che trovavo, in alternativa, se mi trovavo fuori anche di notte, mi fermavo dal lurido per un panino.
Snack fuori orario - sono andato avanti per diverso tempo, ad ingozzarmi di redbull ed m&m's nei ritagli di tempo e, appena mi si presentava l'occasione di acquistare il "malefico duo", non perdevo l'attimo e compravo le mie ricariche letali. La redbull, mi dava la grinta necessaria per andare avanti ed indietro tutto il giorno, le m&m's: la gioia di vivere.
Per quanto fossero sregolati i miei pasti, non eccedevo di nessun chilo di troppo. Ero in forma come se seguissi delle ferree regole dettate dal dietologo cattivo, avevo muscoli tonici ed energia da vendere.
Oggi invece, seguo un regime alimentare molto più curato, non bevo praticamente più alcolici né a tavola, né fuori pasto e continuo a muovermi in bici e ad andare in palestra. Allora mi chiedo:
per quale strano motivo, sono aumentato di peso? Che razza d'inganno c'è dietro il cibo sano?
Non credo sia possibile che accada il contrario di quanto siamo ritenuti a pensare, ovvero, mangiare bene per sentirsi in forma, però, è una bugia! Sarebbe stato più comprensibile prima il mio aumento, non adesso. Eppure, la verità la vedo tutti i giorni e mi sconcerta.
Io non sono mai stato uno di quelli che mangiava e non ingrassava, anzi, dovevo stare comunque all'occhio, per non correre il rischio di trovarmi a disagio con le eventuali fanciulle, però, non era sicuramente quello il modo mantenermi in salute. Nonostante le apparenze, la mia linea era perfetta.
Forse se Lemmy dei Motorhead, continua a bere una bottiglia di wisky al giorno e fumare come un turco, significa che ha scovato l'arcano segreto.
Chissà, magari anch'io avevo trovato un modo tutto mio per non ingrassare; avrei dovuto continuare a nutrirmi in quella maniera senza senso, abbandonando il cibo sano. Sarei potuto diventare un giovane Lemmy anch'io, e a quest'ora sarei sui palchi di tutto il mondo a perdere i miei sensi dentro un panino....BLEAH!


mercoledì 3 giugno 2015

E...ALLORA MAMBO

Ci vogliono degli amici fidati, quattro chiacchiere e un'idea, per far nascere un progetto. Serve anche tanta voglia di fare e molto entusiasmo per poterlo attuare, nonché, le competenze giuste e l'immancabile somma di denaro che sormonta con il suo peso, le nostre teste pronte a viaggiare in alto con la fantasia.
Potrebbe persino funzionare, potremmo riuscirci e questa volta, diventare i padroni indiscussi delle nostre forze.
Il progetto è soltanto in una fase embrionale per ora, ma, conoscendo i partecipanti, non credo che faccia fatica a partire davvero. Purtroppo non posso sbilanciarmi nel rendere noto quel che bolle in pentola (la metafora è molto calzante in questo caso) ma potrebbe determinare il corso delle nostre esistenze; in bene si spera. D'altronde, chi non ha mai pensato ad avere un progetto personale che faccia allontanare da tutte quelle dinamiche lavorative soffocanti? Ecco questo progetto mira a quello e a molto di più...
Gli sviluppi a tempo debito


martedì 2 giugno 2015

MA PARLA COME MANGI

Qualche settimana fa, ero con mia figlia in porta Garibaldi (nota zona di un certo spessore del centro milanese). Tra le tante persone che sono passate frettolose sotto la porta o appena vicino, mi è balzata all'orecchio la frase detta al telefonino da una tizia sulla quarantina, ben vestita, probabilmente single, di sicuro in carriera, che recitava così:
"Ah, menomale! Mi fa piacere sentire ogni tanto delle positive news..."
Scusa? Come dici? Delle positive news? Ma perché? A che pro?
Nel sentirla sono rimasto raggelato, mia figlia nel frattempo non se n'è accorta nemmeno, ma meglio cosi.
Se ci ripenso, mi sbalordisco. Se avessi sentito, una donna al telefono che mi diceva una frase del genere, le avrei messo giù in un secondo. Ma non poteva dire semplicemente, "delle buone notizie" l'inglesismo era fuori luogo, come lo sono tutti gli intercalare detti in un'altra lingua.
Ok, che siamo nell'era della globalizzazione, e che la lingua più diffusa sia l'inglese, ma tra noi italiani ci è ancora permesso parlare la lingua nazionale, spero. Tra l'altro, come mi ha fatto notare una mia collega che l'inglese lo mastica parecchio, chi usa questi termini per parlare con gli altri, la lingua straniera non la conosce affatto.
Mi è capitato di vedere affisso su camioncino cinese, la scritta "ALIMENTALI" e poi corretta la frase sbagliata, con un pennarello. L'effetto è esilarante, però, questo significa che in effetti chi millanta di parlare una lingua straniera, in fin dei conti, non è mai padrone veramente dell'idioma. Quindi, ha ragione la mia collega.
Andando in giro in bicicletta, ho la facoltà di guardarmi intorno ad una velocità adeguata e così facendo, colgo cose che non vedrei se andassi più veloce. Mi sono accorto che le pubblicità dei prodotti tipici italiani, sono accompagnate da lunghe frasi in inglese. La scelta di adottare questo tipo di linguaggio, penso sia dovuto all'idea di esportazione del prodotto, perciò, il concetto è globale. In questa maniera non viene penalizzato un po' il cliente italico che non capisce la lingua straniera? Si dovrebbe adeguare? E' ipotizzabile; però, la signora milanese che legge sotto la foto del gorgonzola; per esempio, una roba tipo: "The italian cheese that everybody loves" cosa dovrebbe capire? Oppure la Scavolini che dice "Kitchens, living and bathroom" una volta era semplicemente la più amata dagli italiani, ora sarà la più amata dagli inglesi. Come la prenderebbe la Cuccarini a tal proposito?
Chi probabilmente spalleggia questo tipo di comunicazione, credo sia Zucchero (il cantante) Nei suoi testi, ogni due per tre, ci infila una frase in inglese che non centra niente, con tutto il resto. Chissà il why, cioè il perché...


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...