martedì 29 settembre 2015

SEGUIMI IO SONO LA NOTTE

Fin da piccolo, l'oscurità notturna ha suscitato in me molta curiosità, forse, addirittura attrazione. Cercavo di restare in piedi più a lungo possibile per vedere che cosa la notte avesse di tanto speciale rispetto al giorno, cosa si poteva nascondere dentro le tenebre e quanto potevo resistere senza chiudere gli occhi. 
Da bambino, il sonno lo reputavo come una specie di castigo specialmente all'asilo, perché mi costringevano a terminare i miei giochi così di punto in bianco, solo per andare a fare quel dannato pisolino, e andando avanti con gli anni, ho mantenuto la stessa opinione riguardo al riposo, concependolo come uno spreco di tempo inutile. 
Crescendo ho imparato a vivere pienamente la notte, ad andare al massimo in certe occasioni che sembra(va)no irripetibili, a seguire la filosofia dello sballo sempre e comunque e a godere di tutte le ore di buio che la notte poteva riservarmi. Come se in quelle poche ore oscure, dovessi afferrare con le mie mani, quanta più energia possibile senza farsi sfuggire nulla, in maniera quasi compulsiva. Diversamente da molta gente, io dopo la mezzanotte vivevo una specie di risveglio notturno e questo mi permetteva di non avere nessun tipo di problema a rimanere attivo fino alle prime luci del giorno. Forse ci riuscivo perché, in fin dei conti, non facevo nulla di veramente faticoso o forse, per il semplice motivo che la mia giovinezza non era scandita da nessun tipo di orario, di obblighi né di doveri. La notte era per me un prolungamento del giorno, dove potevo fare qualunque cosa poiché avevo a disposizione tutte le ventiquattro ore giornaliere.  
Ho sfruttato questa mia propensione alla veglia continuativa, scegliendo spesso dei lavori notturni ed è ciò che sto facendo tuttora. Sono anni ormai che sono sceso a patti con il sonno, proprio per avere un lavoro che di notte mi vede impegnato in maniera diversa, rispetto a tutto il resto, assecondando anche il mio anticonformismo, nonché, quel persistente senso di romanticismo crepuscolare che affiora in me, non appena calano le luci. Di notte mi sento ispirato nel fare quel che mi piace di più, ovvero, scrivere, raccogliere i pensieri autoanalizzandomi di continuo, progettare e sognare.     
Penso che se le cose in un prossimo futuro dovessero cambiare, non nego che rimarrei quantomeno destabilizzato, specie nella fase iniziale del cambiamento, abituato come sono, a seguire un orologio biologico capovolto e degli orari in cui il confronto con altre persone è ridotto al minimo.
Però, come tutte le cose che hanno una certa continuità, dopo un po' si risente perfino di questa strana routine. Non nego che a volte mi sento stanco, arranco nel compiere i miei doveri notturni lavorativi e da quando ho una famiglia numerosa, è più sensato per me trascorrere le notti con loro e non, in ufficio a litigare con la sedia e con tutti coloro che mi disturbano. E' diventato difficile anche recuperare il sonno durante il giorno, poiché è normale per le persone che mi gravitano intorno, attivarsi di mattina, provocando con questo, un gran casino da non permettermi di dormire adeguatamente. Mi riferisco a quella che abita sopra di me che prima di uscire di casa, deve assolutamente passare l'aspirapolvere sennò chissà cosa potrà mai accadere. E comunque il riposo fatto di mattina ha tutto un altro valore che non quello più canonico notturno; di giorno la società è in azione quindi chi lavora produce inevitabilmente rumore come i postini per esempio, o i netturbini, i manutentori dei servizi elettrici e del gas, i condomini del palazzo, i cani che abbaiano per ogni sciocchezza e via discorrendo. 
Non saprei come mi potrei sentire nei panni di un diurno, sicuramente la mia vita acquisterebbe una certa regolarità, però perderei quella poeticità che solo la notte è in grado di offrire a chi l'accoglie con gli occhi aperti. 
Si dice che la notte porti consiglio e dato che di notti ne faccio parecchie da sveglio, forse il consiglio tanto atteso tarda ad arrivare. Magari doveri attenderlo come si fa con Babbo Natale, cioè con gli occhi chiusi, non è detto che possa ricevere un bel pensiero che mi cambi definitivamente la vita, ops un momento, sto già sognando ad occhi aperti. 


sabato 26 settembre 2015

GENERAZIONE DOWNLOAD

Mia figlia oggi mi ha chiesto:
"Papà, mi scarichi sull'iPad Maria Salvador?"
Nell'esatto istante in cui terminava la sua richiesta, il mio cervello ha fatto un balzo indietro nel tempo di almeno vent'anni. Ebbene, dato che, se pur siano passati due decenni, dalla celeberrima Maria Maria degli Articolo 31, il nostro amico J-AX ci tiene a ribadire il concetto sull'amore che prova per la sostanza floreale (e per molto tempo ho provato pure io) anche alle nuove generazioni. E' cambiata la canzone. ma il senso no; a quanto pare.
Avrei voluto chiederle, chi gliel'avesse fatta sentire o dove l'avesse ascoltata e poi, avrei voluto anche spiegarle il senso del testo, perché penso che cantare una canzone senza capire ciò che si canta sia incompleto. Però, quello che le avrei detto, avrebbe potuto assumere un tono tipo paternale e lei, probabilmente, sarebbe andata in confusione, poiché il concetto di droga, leggera e non, è ben lontano dall'essere compreso da una bambina di otto anni. Quindi, ho evitato di infilarmi in un ginepraio di spiegazioni e senza battere ciglio, ho scaricato da iTunes il singolo.
Fatto male? Fatto bene? Non lo so, ma sicuramente è "strafatto"...ehehehe.
Ora; le cose sono due:

  1. J.AX è riuscito ad andare avanti per più di vent'anni nel nostro panorama musicale italiano, collegando due generazioni diverse, di questo gliene rendo atto.
  2. La canzone degli Articolo 31 la preferisco a questa, perché non mi piace molto il richiamo latino americano e credo che la nuova hit, abbia perso quella spensieratezza che prima veniva cantata con allegria. Anzi, a ben vedere, J-AX cerca di dare una giustificazione all'uso protratto negli anni, quasi si voglia attaccare ad una gioventù passata e lo fa in modo troppo spavaldo e prepotente, nonostante venga addolcita dal ritornello orecchiabile.
Piccola riflessione tecnica, che da musicista e fruitore di musica quale sono, mi sono sentito in dovere di comunicare.

I giovani d'oggi ricevono la musica in maniera molto più rapida, rispetto ai miei tempi (oddio parlo come un anziano!!!) forse sarebbe più opportuno dire: immediata. Si cerca una canzone, si scarica e voilà, già bella che acquistata. Invece qualche anno fa (non molti sia chiaro) quando piaceva una canzone, si comprava il singolo in cd, se non tutto l'album. ovvero, si andava nel negozio di dischi e materialmente si poteva maneggiare un prodotto finito.
Con la stessa immediatezza con la quale, oggi, si acquista un brano su iTunes, dopo circa una settimana, il pezzo è passato in secondo piano e lo si ripone nel dimenticatoio, per poi passare ad un singolo nuovo e così via.

Quello che unisce me e mia figlia è sicuramente la musica, però è ovvio che mi devo adeguare ai suoi tempi generazionali nei modi dell'ascolto anche quando gli propongo delle vecchie glorie del passato che hanno scritto le grandi pagine del rock.
Credo che se le facessi ascoltare un vinile, rimarrebbe sbalordita, per ciò che viene prodotto da un disco e dal tipo di suono che ne deriva.
Urge: acquisto di un giradischi, per contrastare lo strapotere del digitale.
Stay Analog! Ma non disdegnare troppo il digitale, in fondo il suono di quest'ultimo è pressoché perfetto, anche se un po' freddo; va beh, sono scelte...





giovedì 24 settembre 2015

AVREI VOLUTO S-VIRGIN-ARMI

Oggi sono andato in palestra alla Virgin di Bicocca, con l'intenzione di terminare l'abbonamento annuale che va avanti da ormai due anni. Avevo dei progetti interessanti per quest'anno, primo fra tutti: andarmene dalla palestra. Questo non vuol dire che non mi sarei mantenuto in forma e dare così libero sfogo alla pigrizia, anzi, avevo pensato di fare degli allenamenti cittadini, tra parchi e corse sulla Martesana, come fanno un sacco di persone da anni e anni. Dico tutto al passato perché purtroppo le cose hanno preso una piega ben diversa dai miei buoni propositi, a dire il vero, la tizia della reception mi ha distrutto tutti i piani da me progettati.
Entrato in palestra le ho detto:
"Ciao. Senti, vorrei sapere se ho in arretrato dei mesi di quote non pagate."
Lei controlla e mi risponde:
"Sì, c'è quella di settembre."
"Come immaginavo. Te lo pago ora." Aggiungo.
"Ok."
La quota in arretrato la dovevo comunque pagare prima di andarmene da lì, per cui, ho tirato fuori il bancomat e ho sborsato i settanta euro che dovevo. A quel punto ho chiesto:
"Io vorrei terminare l'abbonamento prima che mi si rinnovi in automatico, perché quest'anno ci sono venuto poco ed il prossimo sarebbe pure peggio."
Lei mi guarda con aria interrogativa.
Ho letto sul suo volto qualcosa che non quadrava.
"Ma ora non puoi più." Mi sbatte in faccia la notizia, senza mezzi termini
"Come, non posso?"
"E già, avresti dovuto fare la disdetta il 15 settembre, ora non è più possibile."
In quell'istante mi è cascato il mondo addosso. Ho visto per prima cosa la faccia nera di mia moglie, che mi ha ripetuto fino allo sfinimento di andare a disdire questa dannata cambiale che pende tutti i mesi sul conto e poi, tutti i miei progetti sfumare come la fumata nera del conclave.
Mi sarebbe piaciuto fare una piazzata degna di Mario Merola e dire quanto siano dei ladri in quella maledetta struttura. Avrei anche voluto spaccare tutti i pc dove sono registrati gli utenti e dare fuoco alla reception, ma dato che il pistola sono io, ho accusato il colpo, ma mi ha comunque fatto un male cane.
La ragazza ha notato il mio disappunto, eppure non ha mosso un dito per consolarmi o darmi delle alternative, anzi, ha rincarato la dose dicendo che avrei dovuto pure fare il nuovo certificato medico.
Mi hanno incastrato per un altro anno!!!
Che nervi, dannazione a me e alla mia pigrizia!
Ora che sono ancora socio di quella stramaledetta palestra, mi pongo l'obiettivo di andarci di più, ma comunque non metto alla larga i miei progetti.
Se al termine dell'anno prossimo sarò diventato come Costantino Galezzo, quell'energumeno che faceva da testimonial al Tesmed, mi proporrò per fare qualcosa che non mi faccia pentire ulteriormente dell'esborso mensile. Che ne so, come modello dei "prima e dopo" sulle riviste di quart'ordine, o qualsiasi cosa possa giustificare i settanta euro spesi.
Comunque i miei soldi, tanto sudati e necessari per mille altre cose, spero che i dirigenti della Virgin Active, li spendano tutti in medicine!
Siete delle persone perfide.

lunedì 21 settembre 2015

MISSIONE 7 POSTI FISSI

Da qualche settimana mia moglie ed io, abbiamo una nuova missione: trovare una 7 posti.
L'idea parte sostanzialmente da un'ipotesi futura sull'ingrandimento familiare, che da cinque quali siamo, potremmo diventare sei. Per questo ci vediamo costretti a dover cambiare la nostra attuale Dacia Duster, con qualcosa di più capiente.
Lo spazio in un'automobile identificata come: familiare è indispensabile, sia per quel che riguarda i lunghi spostamenti, sia per le piccole gite fuori porta e anche per le spese settimanali al supermercato; bisogna mettere in conto pure quello.
E' chiaro, più ci sono degli elementi a popolare la famiglia e più questa diventa simile ad una tribù, per ciò, la tribù per muoversi ha bisogno di un grande mezzo, addirittura una carovana o un treno, forse meglio un autobus, però non è possibile acquistare un mezzo del genere, ragione per il quale, necessitiamo di una 7 posti.
Non ho grandi pretese sul mezzo che ci potrà condurre lontano verso nuovi orizzonti e mete inesplorate, mi andrebbe bene una qualsiasi marca, purché sia capiente e bello robusto, magari che abbia 7 posti veri e non un misero 5+2 e soprattutto che non arrivi a costare come una limousine. La sfida sta proprio in questo, però dannazione, le auto costano care e qualora non avessero dei prezzi da capogiro, sono dei veri scassoni su quattro ruote.
Non so dove barcamenarmi per cercare quella che fa al caso nostro, tipo qualche concessionaria specializzata che però non venda solo auto nuove di zecca e neppure, non so se fidarmi dei siti che propongo vetture in vendita da privati, perché ho sempre il timore che dietro ci scappi la truffa.
Comunque se qualcuno ha delle info a riguardo, sarei più che contento di valutarle tutte. Sarebbe più semplice però, ordinare le auto come si fa in pasticceria per le torte; gusto, dimensione e prezzo. Questa si che sarebbe un'ottima soluzione per venire incontro alle esigenze di una famiglia, tipo come faceva Xzibit in Pimp My Ride, lui si che riusciva a rendere un'auto qualunque, in una tamarrata galattica, ma altamente funzionale. Qualcuno ha il suo numero?


domenica 20 settembre 2015

L'INVITO A CASA

Quando i bambini vanno a scuola, è naturale (e giusto) che facciano amicizia con i loro compagni di classe. Durante il giorno non si ha l'occasione di poter giocare molto con l'amico/a con il/la quale si vorrebbe trascorrere la pausa tra le lezioni, proprio perché il tempo da dedicare allo studio è nettamente superiore a quello ludico; ovvio è la scuola.
Allora cosa si può fare per sopperire a tali mancanze? Viene lanciato l'invito a casa.
E' chiaro che i bambini non hanno la facoltà di poter decidere il giorno e l'ora in cui si può attuare l'evento, perciò i genitori intercedono per loro e concordano con l'altro genitore tutte le modalità.
Devo ammettere che i miei figli non fanno grandi richieste in tal senso, forse il mio secondo ogni tanto esprime la volontà di andare dal suo amichetto, mentre mia figlia, non si pronuncia mai. Però la maggiore, contrariamente a quanto vorrebbe, è subissata di richieste da parte dei suoi compagni, senza distinzioni tra maschi e femmine, tutti vorrebbero giocare con lei. A me fa piacere che sia molto richiesta, poiché significa che i suoi compagni le vogliono bene, però a volte si sorpassa il limite.
Oggi mia figlia ha ricevuto due inviti, da parte di un suo compagno: uno per oggi, che ha declinato per impegni con noi e l'altro, per domani. Un momento, il compagno in questione, l'ha cercata con i primi di settembre, ogni tre giorni per tutte le due settimane precedenti all'inizio delle lezioni. Poi ogni pomeriggio da quando è partito l'anno scolastico e concludendo in bellezza, con gli inviti di oggi per due volte; a me sembra eccessivo. Su tutte queste richieste, è stato possibile confermare solo quella di domani, proprio per non sembrare dei maleducati, ma cribbio, è davvero un'ossessione. Capisco che sia bello giocare con gli amici, però secondo me, i genitori dovrebbero intrattenere i propri figli anche in maniera diversa, senza l'ausilio del compagno di turno, ovvero, dovrebbero mettersi maggiormente in gioco loro stessi e trovare altri tipi di soluzioni, perché purtroppo non si può sempre dire di no ad un invito; sembra scortese. Quindi chi riceve una, così insistente mole di richieste, è costretto alla fine a cedere solo per buona creanza, pur non avendone minimamente voglia.
La mia bimba, raramente chiede di far venire qualcuno a casa e, qualora l'invitato non potesse per diversi centinaia di motivi, non insistiamo come degli esattori delle tasse alla fine del mese, perché crea dell'imbarazzo.
Avere i figli che frequentano la scuola piena di bambini della loro età, vuol dire prima di tutto: confrontarsi, avere a che fare e tenere a bada i genitori, ed è una gran fatica.


mercoledì 16 settembre 2015

E VISSERO TUTTI SBRONZI E CONTENTI

Sabato mattina, ho preso parte al matrimonio di mio cugino, con l'intera mia famiglia. Il nostro arrivo è stato messo in discussione da più di un parente, credendo che avremmo disertato l'evento, data la mia poca propensione agli incontri familiari; ma nonostante tutti i pronostici a nostro sfavore, abbiamo presenziato comunque, in barba a chi ci credeva dei maleducati.
C'è da precisare una cosa, sarei andato volentieri da solo per evitare che i miei bimbi restassero per ore e ore in balia di una festa che per loro, non risulta essere poi così divertente, eppure sono venuti senza fare troppe storie. Bravi!
La cerimonia l'abbiamo vista di sfuggita, anche perché non siamo molto inclini alle chiese e poi la priorità è stata di dare da mangiare al piccolino, per cui ci siamo saltati i tre quarti della messa.
L'arrivo al ristorante è stato rapido ed indolore, abbastanza agevole, sia il viaggio che il parcheggio, nulla degno di nota. Il rinfresco invece, è stata la prima prova di forza, tra me ed il resto degli invitati. In queste situazioni dove c'è libero accesso al banco, mi trovo sempre in difficoltà per il semplice motivo che mi sembra "umiliante" andare come un affamato a chiedere di prendere questo e quello. E' una cosa che davvero faccio malvolentieri. Se fosse per me non mi alzerei nemmeno ma essendo stato in compagnia della mia famiglia, sono andato in missione per loro. Per quanto è stato possibile, sono riuscito a dare qualche stuzzichino ai miei bimbi e mia moglie, in attesa che si aprissero le danze della tavolata infinita. Si sa come vanno avanti questo tipo di feste, o meglio, si conosce l'inizio ma la fine non arriva mai. Ci siamo seduti alla tavola ben apparecchiata e ci siamo fatti ingozzare come tacchini. Alla seconda portata ho terminato il mio cammino verso l'obesità e nonostante io sia un peso massimo, in queste occasioni perdo facilmente l'appetito. Ho bevuto anche molto poco rispetto ai tempi in cui i matrimoni erano un pretesto per bere gratis, però ora che sono papà, cerco di preservarmi integro in caso di ogni eventualità.
Le cose sono andate avanti come avevo previsto, ho chiacchierato del più e del meno con i miei cugini e zii, ho fatto un po' il brillante a tavola come al mio solito intrattenendo i commensali e poi ho salutato chi mi ricordavo ma specialmente, chi non mi ricordavo, perché non si sa mai. Stranamente ho sortito l'effetto contrario, ovvero, chi conoscevo non si ricordava nemmeno della mia esistenza, e chi invece non sapevo da dove venisse fuori, era aggiornato su quasi tutti gli ultimi sviluppi della mia vita; che strano.
In quel ristorante non si festeggiava soltanto il matrimonio di mio cugino, ho visto un'altra coppia di sposini (sposini si fa per dire...) che si mettevano in posa per le foto con tanto di drone per le riprese aeree; è asurdo quanti soldi si spendano per una solo giornata! Gli invitati e gli sposi venivano nientepopodimeno che, da Rozzano, in fatti ho incontrato un vecchio compagno di scuola, che mi ha raccontato in modo piuttosto rocambolesco, gli ultimi tredici/quattordici anni della sua esistenza.
La festa si è protratta fino ad un'ora divenuta per i miei figli, decisamente insopportabile, ma anche per noi genitori, quindi verso le 20.00 abbiamo levato le tende e ce ne siamo andati via prima della seconda parte del secondo piatto, la frutta e la torta. Ebbene sì, non abbiamo visto il taglio della torta, ma per quel che so, deve essere stata un'impresa ardua dato che lo sposo era sbronzo perso e anche gran parte degli invitati; pazienza me ne farò una ragione.
La morale di questa storia è:
Ci vuole un fisco bestiale, per essere degli sposi ad hoc. qualcuno capirà il senso di questa frase, ne sono sicuro.

lunedì 14 settembre 2015

LA PRIMA ELEMENTARE NON SI SCORDA MAI

Ha fatto finita di nulla per tutta l'estate, o forse, non ci ha nemmeno pensato, ma verso le otto di stasera ha realizzato che domani sarà il suo primo giorno di scuola. Magari aver visto la sorella maggiore che preparava lo zaino per domani, avrà fatto scattare in lui qualcosa che si chiama: campanello d'allarme, anzi, direi campanella, visto la tematica scolastica. Quindi sì, mio figlio si è accorto che domani 14 settembre 2015, inizierà una nuova era per la sua giovane età ed qui in poi, sarà un divenire sempre più grande, sempre più uno scolaro.
Prima mia moglie sentiva i due piccoli studiosi parlare tra di loro e la più grande, stava dando dei consigli al novellino, su come deve comportarsi in classe, come si tengono le cose nell'astuccio, dove sono dislocate le classi e così via, cioè: si stava comportando da perfetta sorella maggiore; inutile dire che la mamma si è sciolta in lacrime. Alla fine ci ha confessato di essere molto emozionato per la grande giornata che gli aspetta dalle 9.00 in poi, e la cosa emoziona molto anche i suoi genitori.
Tutti noi abbiamo vissuto questo momento importante con grande sospetto, ma anche grosse aspettative, riguardo a quel luogo affascinante e misterioso chiamato: SCUOLA. Un evento di tale importanza, rimane incastonato nella nostra memoria come una proiettile sparato in fronte, magari l'immagine non sarà delle più delicate, o poetiche, però in effetti è così che lo interpreto, poiché ci colpisce in maniera tanto profonda, da restare fisso nella memoria per tutta la vita.
Il mio primo giorno di scuola della prima elementare, me lo ricordo perfettamente, quelli della seconda fino alla quinta, nemmeno per sogno. Posso sforzarmi di ricordare il primo giorno delle medie, ma non è poi molto chiaro, credo di confonderlo con le classi successive. L'arrivo alle superiori me lo ricordo meglio anche perché, rispetto alle medie ha qualche anno in meno e dell'università ancor di più, essendo molto più recente degli altri. Eppure quello che tengo custodito come qualcosa di prezioso è proprio il primo giorno delle elementari, anche perché forse ho più occasioni di riviverlo, avendo appunto due figli che frequentano quella fase scolastica, ma soprattutto perché è da quell'istante che tutto ha inizio e si comincia ad apprendere ogni cosa che ci circonda. Come se da quel giorno il mondo, la vita, le lettere e i numeri, si rivelassero ai nostri occhi divenendo sempre meno incomprensibili.
Il primo giorno di scuola si prende coscienza del proprio essere e di quello che si potrebbe diventare da grandi; si mette il primo mattoncino lungo tutto l'infinito percorso del sapere; si iniziano a comprendere meglio i propri pensieri e si scoprono anche i ragionamenti di chi ha costruito la nostra cultura. Il primo giorno della prima elementare è un momento di estrema importanza che bisogna preservare con cura e attenzione, è la partenza più grossa che si effettua da piccoli, è la preparazione allo studio, è il giorno in cui si dimostra ai propri genitori che si è diventati un pochino più grandi rispetto al giorno prima. E' un'opportunità da far sfruttare ai nostri bambini in modo intelligente perché non tutti ce l'hanno purtroppo. E' quell'occasione che si deve cogliere a piene mani, come un fiore con tutta la radice e piantarlo più lontano possibile dalla partenza. Il primo giorno di scuola è indimenticabile e sapere che domani mio figlio vivrà questo momento mi riempie d'orgoglio e di gioia. Da domani il mio bambino avrà un gran ricordo da portare dentro, spero che sia piacevole e che lo viva con la stessa serenità con la quale l'ha vissuta il suo papà.


venerdì 11 settembre 2015

EMOZIONE: FATTORE DA METTERE IN CONTO

Sono tornato da poco dalla sala prove e come ogni giovedì, prendo il turno di notte stanco, ma soddisfatto. Oggi la nostra sessione musicale è stata davvero proficua, abbiamo ripassato i pezzi, aggiustando alcune parti da perfezionare in vista di un'imminente registrazione in studio e ci siamo resi conto, di quanto i nostri pezzi girino perfettamente insieme.
E' bello avere una band, soprattutto quando c'è sintonia tra i vari membri e l'intesa è perfetta. Sì, lo so che sembra scontato da dire, però, è davvero questa l'unica via possibile per creare della buona musica.
Dopo le nostre due ore, nelle quali abbiamo impiegato tutte le nostre forze, toccava alla band dopo di noi usare la saletta. Essendo stati degli amici dei miei due soci, li abbiamo invitati ad entrare per condividere con loro il sound dei nostri pezzi e ovviamente, non si sono fatti pregare.
Devo fare un inciso: dietro al mio gruppo c'è un po' di curiosità, per il semplice fatto che per diverso tempo siamo stati solo in due a suonare, e già questo di per sé è un fatto insolito, poi da quando è entrato anche il chitarrista, il progetto è diventato più realizzabile e quindi anche più facilmente eseguibile dal vivo. Purtroppo per noi, non abbiamo avuto ancora modo di esibirci, per questo la gente che frequenta la nostra sala prove è ansiosa di scoprire cosa abbiamo ideato in tutto questo tempo chiusi in studio.
Di spettatori ne abbiamo avuti tre in un colpo solo e finalmente abbiamo dimostrato di che pasta siamo fatti. Non lo si può definire di certo un concerto, però abbiamo rotto il ghiaccio. Credo che davvero siano rimasti piacevolmente colpiti dal nostro sound, in virtù del fatto, che ci differenziamo molto da tutti gli avventori della sala. Il genere maggiormente suonato è l'hardcore e noi, pur avendo lo stesso background, suoniamo qualcosa più vicino al surf. Per farla breve, siamo stati invitati a suonare il 24 ottobre al Torchiera di Milano, in una tre giorni di concerti nei quali suoneranno diversi gruppi, provenienti da zone diverse della nostra regione. La cosa mi ha fatto davvero molto piacere, anche se devo ammettere sono molto emozionato. Di concerti con le mie band del passato ne ho fatti parecchi, anche in luoghi di un certo spessore tipo: il Rolling Stone, il parco Sempione, il Transylvania Live e una moltitudine di centri sociali, ma sono fermo da qualche anno e la cosa mi rende piacevolmente nervoso. E' da parecchio che non provo questo tipo di sensazione e devo ammettere che mi mancava, poi questa volta ho i miei figli e mia moglie che faranno da spettatori numeri 1, quindi la questione diventa molto divertente sia per me, ma pure per loro. Spero tanto che il luogo sia idoneo per dei bambini, conosco bene il tipo di gente che si torva in queste occasioni e faccio un po' fatica a vedere i miei bimbi tra ragazzi che fumano o che bevono fino al limite. Non sono di certo un perbenista, quelle cose le ho fatte e rifatte per anni, solo che vorrei preservare una certa qualità specialmente ai loro occhi, quindi mi auguro che l'occasione sia una festa per tutti.
Nelle prossime settimane avremo la conferma del concerto, nel frattempo, attenderemo surfeggiando qua e là.


giovedì 10 settembre 2015

HE-MAN NON E' POI COSI' FORTE

Siamo agli sgoccioli, questa è l'ultima settimana di vacanza dei miei pargoli, poi lunedì si riparte con la scuola; mia figlia maggiore ricomincia dalla 3^, mentre per il mio secondo, inizia una nuova avventura scolastica, con la sua bella 1^ elementare.
Le vacanze sono passate, le gite le abbiamo fatte, i compiti sono stati eseguiti tutti, per cui la mattina non c'è molto da fare, si ozia allegramente.
Oggi ho provato a far vedere ai miei bimbi, uno dei miei cartoni preferiti, ossia: He-man e i dominatori dell'universo. Quanto mi piaceva quel cartone da piccolo! Ci perdevo le ore a giocare con tutte le action figures che mi ero fatto regalare tra i vari compleanni e natali. Anche tra gli amici, viveva la stessa passione ed era inevitabile finire a giocare con i Masters durante le ore pomeridiane dopo la scuola. Avrei voluto tanto avere la Montagna del Serpente, ma non so perché, questa non è mai arrivata, però avevo un sacco di veicoli ed accessori, persino la spada di He-man (fregata in ospedale quando venni ricoverato).
E' da qualche giorno che ho imbastito tutto un discorso ai miei bimbi, per spiegare loro, le dinamiche di Eternia, i segreti di Greyskull, i nemici che vogliono conquistarla, persino gli spin-off ideati dai creatori del cartone facendo apparire la sorella di He-man e tutto il suo corollario, in un'altra serie chiamata She-ra.
Ebbene, oggi in tarda mattinata è partita la visione del cartone, nonché la prima puntata della stagione 1 del cofanetto in dvd (regalatomi da mia moglie qualche anno fa), mettendoci tutti comodamente sdraiati tra il divano ed il pavimento. Io ho capeggiato la prima fila!  E' ovvio che la sigla me la ricordavo a menadito, nemmeno fosse San Martino del Carducci, e con il mio entusiasmo, non meno, un coinvolgimento emotivo nostalgico, ho cercato di inglobare i miei figli dentro questo pazzo sentimento.
La prima puntata l'hanno guardata con grandi aspettative, cavalcando la luce che brillava dai miei occhi, invece la seconda, non è stato sufficiente per loro, la mia trasformazione in Skeletor (il mio preferito). Arreso all'evidenza di un divario generazionale troppo ampio, un po' deluso, ho spento la TV e ho riposto il cofanetto del cartone con l'amaro in bocca; già mi pregustavo di condividere le serate con loro a guardare tutti gli altri cinque dvd; peccato.
I miei figli non guardano i cartoni attuali in TV dato che non abbiamo volutamente inserito l'antenna nel televisore, perciò ero convinto che He-man potesse essere un'alternativa valida rispetto ai cartoni orribili degli ultimi tempi, per di più a fine puntata ci sono anche i messaggi positivi dei protagonisti. Ormai non lo fa nessuno! Va beh, pazienza me ne farò una ragione, purtroppo questo cartone è forse troppo vecchio per loro.
Ad un certo punto, dopo che ho messo via le restanti puntate, mentre sognavo di essere ancora ad Eternia a conquistare Greyskull (adoravo Skeletor non so se si è capito) sento mio figlio che dice alla sorella:
"Ci guardiamo la Pimpa?"
Lei risponde:
"No, dai. Giochiamoci alla Pimpa!"
La Pimpaaaaa???
Quella sottospecie di cane con il morbillo? Quella che ha il padrone totalmente rimbambito? Quella cagna doppiata da una novantenne con la voce rotta dal fumo e dall'alcol? Quell'animale detestabile che si imbatte in avventure senza senso e si rimpinza di latte dalla mattina alla sera? Cioè proprio quella? Ma com'è possibile?
Tutto questo non è uscito dalla mia bocca, l'ho solo pensato, ovviamente li ho esortati al gioco, in vista della preparazione prandiale.
Comunque, He-man vecchio amico mio, non ha importanza che tu sia l'uomo più forte e potente dell'intero universo, oggi sei stato battuto dalla Pimpa; che brutta fine hai fatto!


lunedì 7 settembre 2015

PUREZZA IN MUSICA

Fino a qualche tempo fa eravamo abituati ad identificare un genere, con il tipo di colore della pelle dei vari interpreti. Potrebbe sembrare un discorso spinoso, ma in realtà non lo è.
La musica rock è sempre stata definita come la musica dei bianchi, poiché i maggiori esponenti del genere all'apice del successo, hanno mostrato i loro visi pallidi su milioni e milioni di copertine di dischi, anche se, a ben vedere, le radici del rock provengono dal rythm&blues ed il capostipite del rock è Chuck Berry, quindi molto bianco, non lo è poi molto. Però, facciamo che resta confinato ai bianchi per comodità.
La musica classica e l'opera, sono due componenti del panorama musicale totalmente ad indirizzo caucasico e non hanno mai subito influenze dall'esterno, almeno per quel che concerne la composizione del passato, poi, per l'esecuzione moderna, le grandi opere sono rivolte a tutti ed eseguibili da chiunque.
Il jazz ed blues, con tutte le sue sfumature quali: il boogie woogie, il ragtime, lo swing e anche il gospel, sono di matrice puramente nera; su questo non si scappa.
Nell'epoca moderna, ovvero, dagli anni '60 fino ai '70 il rock ha reso la sua identità bianca, ancor più candida. I grandi nomi del genere avevano in comune il colore bianco della pelle. Di contro, i neri hanno consolidato le loro radici, per poi approdare nel funky, nel reggae e nella discodance.
Ma si sa, gli anni '70, sono stai anni di grandi rivoluzioni musicali, perciò, da qui in poi, le carte si sono mescolate. I grandi chitarristi bianchi, sono stati influenzati dal blues, prendendone grosse contaminazioni stilistiche, basti pensare ai Rolling Stone, a Eric Clapton, ai Led Zeppelin, per citarne qualcuno. Ma è avvenuto anche il contrario, cioè che il rock sia stato suonato anche dai neri. L'esempio più eclatante di tutti è il solo ed unico: Jimi Hendrix. L'hanno seguito poi, Prince e Lenny Kravitz, due suoi discendenti quasi diretti.
Si possono citare anche i Bad Brains, ovvero, una band di neri, che ha ideato il punk-hardcore.
(genere esclusivamente bianco) o altre band di bianchi che suonano una musica da neri, come i UB40 e gli Africa Unite che suonano reggae.
Negli anni a seguire le identità sonore si sono imbastardite parecchio, magari gli esponenti rimanevano più o meno gli stessi, ma le influenze sono state molteplici.
Con l'avvento del pop, c'è stato ancora tutto d ridisegnare e di razze musicali se ne vedevano di nuove. Nulla era stabilito e niente è stato definito come appartenente ad un colore specifico. All'unanimità il re del pop è stato proclamato Michael Jackson, quale simbolo migliore?
Per quanto si sia detto sulla sua pelle, cose vere o false che fossero, proveniva comunque da una famiglia afroamericana; come dire: un nero quasi bianco, che suona musica sia per i neri che per i bianchi. Un'unione perfetta, direi.
A metà degli anni '80 fino a quasi l'intero decennio '90 c'è stato un genere di musica appannaggio esclusivo di una cultura prettamente nera, cioè: il rap, tramutatosi poi in hip hop. Forse la distinzione più grande dopo il blues ed il rock, sta proprio nel rap contro il rock ed il pop.
Però poi anche i bianchi hanno suonato rap, i Beastie Boys ed Eminem, sono degli esempi che calzano a pennello.
Che dire di quelle cantanti bianche che hanno la voce da nere come Anastacia, Amy Winehouse, Adele, ma anche un italiano doc come Mario Biondi che sembra Barry White? Oppure il contrario, cioè un nero con la voce da bianco come Kele Okereke dei Bloc Party? Nulla, se non altro che tutto si mischia, tutto si ridefinisce.
Il discorso si può concludere così:
i colori della pelle e la musica, possono essere identificativi di una razza, fino a quando le case discografiche, non divulgano la musica a tutti. Ovviamente, non viene fatto questo processo per uno spirito di integrazione, bensì, per estendere i profitti fino a nuove generazioni di utenze, che siano nere o bianche, non importa; che venga suonata da neri o bianchi, nemmeno. Più c'è un genere che piace, più ci saranno persone che lo ascolteranno. Se poi questo processo di mercato unisce anche persone dalla pelle diversa, tanto meglio.


giovedì 3 settembre 2015

ASCOLTO DI ALTA QUALITA'

La musica è un piacere, se non la si ascolta correttamente, che piacere è?
Le modalità in cui si possono sentire bene le note musicali sono molteplici: in auto, a casa, sul prato di un gran bel concerto, in spiaggia, passeggiando con lo smartphone acceso (cosa alquanto discutibile) con gli auricolari applicati mentre si fa del fitness e con le cuffie, come negli anni '80.
Quelle che preferisco sono essenzialmente due: a casa, poiché mia moglie mi regalò, due anni fa, un impianto hi-fi formidabile; e con le cuffie alle orecchie.
L'oggetto per me necessario, ovvero le cuffie, provengono sempre da un regalo da parte della mia dolce metà. Prima di queste attuali, me ne regalò un paio della Wesc, che dall'usura subìta, un giorno a fine turno di notte, si spaccarono e con esse, mi si spezzò il cuore. Al rientro mia moglie notò il mio dispiacere dipinto in volto e le feci vedere cosa mi era successo. Al mio risveglio pomeridiano, trovai un paio di cuffie nuove di zecca della SKULLCANDY, nere e con il teschio sui lati: stupende.
Il modello però lo scelse mio figlio e gli sono grato per l'ottimo gusto estetico.
Oltre ad essere decisamente belle, sono di grande qualità. Il suono si sente in maniera impeccabile, è limpido, altamente definito, asciutto, quasi chirurgico; proprio come lo desidero. Non posso tollerare una canzone che si sente male e più di tutto, non sopporto quando le cuffie gracchiano, per questo vado matto per le mie.
Il volume è regolabile tramite il device a cui è inserito, eppure, c'è un tasto applicato al filo che permette di aumentarne i bassi, tra l'altro anche sulla cuffia sinistra, c'è una levetta che ha la stessa funzione, qualora non bastasse. Su entrambi lati sono applicati delle uscite per le vibrazioni che evitano il fastidioso ronzio e all'interno di una cuffia removibile, si può applicare una pila per aumentare ulteriormente il volume. Per ovviare al problema dell'ingombro,  i grossi auricolari si richiudono su se stessi, occupando la metà dello spazio. Dentro le cuffie e sul jack da attaccare all'iPod, è riportato il teschio cromato e se tutto questo non fosse già abbastanza, lo strumento viene venduto insieme ad una sciccosa sacchetta nera per non sciuparle. Cosa chiedere di più?
Lo so che non è molto sicuro andare in giro con la bici e nel mentre, indossare le cuffie, ma non posso evitare di farlo. Quando monto in sella alla mia fidata due ruote, ho bisogno di una colonna sonora per scivolare in un mondo fatto di suono, di sfumature, di quelle piccole note, fraseggi e melodie di cui è composta una canzone. Inoltre, con la massima qualità che mi regalano le mie Skullcandy, si sentono anche cose che sfuggono all'orecchio quando è in diffusione stereo. La dimensione è totale e la qualità impareggiabile.
Appena esco di casa per sbrigare qualche faccenda in solitaria, infilo le cuffie e parto senza curarmi di ciò che accade intorno a me, visto il totale rapimento con cui rispondo alle canzoni. Non esiste nient'altro che la musica e questo lo devo alle mie fantastiche cuffie. Non mi pesa fare le cose quando ascolto la musica, neppure uscire di notte per recarmi a lavoro, anzi, lo uso come pretesto per infilarmi nel buio e ascoltare ciò che mi piace.
Ci sono poche cose che mi fanno davvero perdere la testa e ascoltare dell'ottima musica con le Skullcandy sulle orecchie è una di queste.
Mi rendo conto che quanto ho scritto potrebbe sembrare uno spot o peggio, una pubblicità occulta, però era doveroso per me, dedicare un post a queste cuffie.
La qualità va celebrata e decantata e se come sottofondo c'è dell'ottima musica, viene anche meglio.



COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...