martedì 31 ottobre 2017

HALLO HALLOWEEN, (QUASI) BENVENUTO TRA NOI.

Penso di aver già scritto pagine e pagine di parole per esprimere il mio parere riguardo a questa festività, così tanto lontana da noi che davvero non ci appartiene nemmeno un po', ma dato che i tempi cambiano e l'invasione statunitense ormai è consolidata, halloween alla fine ce la siamo beccata  pure noi. Onestamente mi fa ridere vedere i bambini che vanno in giro ad emulare quelli dei telefilm che dicono la frase: "Dolcetto o scherzetto" a gente che non sa nemmeno i motivi dei travestimenti di carnevale anticipati, come dire, non ha ancora preso piede in modo completo e risulta una nota stonata. Ribadisco, bisogna vedere il cambiamento dei vari avvenimenti sociali e adeguarsi, di conseguenza cerchiamo di fare il nostro per rendere felici i bambini con la faccia da teschio, ed è per questo che i miei figli più grandi sono entrambi a feste a tema horror. E noi genitori, che facciamo? E nulla, stiamo a casa ad attendere che una festa capiti pure a noi.
Aspetta e spera.





domenica 29 ottobre 2017

LASCIATE CHE I PARGOLI VENGANO A ME

La citazione questa volta è molto pretenziosa, non è che abbia dei riferimenti religiosi come potrebbe sembrare, però è l'unica frase che mi è venuta in mente che abbia come soggetto dei bambini.
Perché questo? Semplicemente perche questo weekend ad occuparsi pienamente dei miei figli sono io, tre su quattro per fortuna. Mia mogie questo fine settimana è occupata per un corso fuori Milano e io faccio quello che di solito fa lei da dieci anni a questa parte: lo schiavo.
Sembra una parola forte ma è davvero così, noi genitori di oggi siamo completamente soggiogati dalle richieste, dagli umori e dalle volontà dei nostri figli e non lo dico solo io, anzi, quando mi trovo a parlare con altri genitori, capisco subito quanto sia partecipe nella crescita del proprio bambino, non appena si parla delle prodezze che compie per soddisfarlo; il che non significa necessariamente viziarlo, ma è cercare di proporgli una scelta sempre più ampia di cose da fare, da mangiare e tutto quello che serve a dargli un'educazione sana e completa.
Tempo fa mia moglie mi aveva fatto leggere un post di una tizia di un blog di cui non rammento assolutamente il nome, ma che aveva centrato pienamente il punto, mettendo a confronto la nostra generazione con quella dei nostri figli, ne è venuto fuori uno spaccato di realtà davvero esilarante quanto indiscutibilmente vero. Me ne ricordo alcuni passaggi, tipo: "ai nostri bambini diamo da mangiare solo cose sane, mentre i nostri genitori ci ingozzavano merendine pensando che fossero le cose più salutari che il commercio potesse offrire. Oppure, "oggigiorno un genitore si interroga sempre sugli sbagli che può commettere nel crescere un figlio, mentre una volta era sempre colpa del bambino" e così via... È vero che al giorno d'oggi i figli sono al centro del nostro mondo (giustamente) ma essendo loro i nostri "capi" siamo alla costante ricerca di una conferma da parte loro, come se avessimo la necessità di sapere quanto siamo preziosi, indispensabili e amati anche se riceviamo poche volte quelle parole piene di gratitudine che ci riempiono il cuore.
Ma veniamo al mio weekend da papà a tempo pieno, non sono così bravo come ho sempre avuto la presunzione di credere, anzi la mia disorganizzazione è visibile a occhio nudo, lo si percepisce anche dietro la porta d'ingresso e la conferma la si ha, non appena si varca la soglia di casa. Questo è quanto ha potuto verificare mia moglie ieri sera quando è tornata a casa. Penso non mi abbia ucciso solo perché a casa c'erano i miei genitori per cui si è trattenuta, ma se avesse avuto la possibilità mi avrebbe appeso al balcone per i piedi e fatto mangiare dai corvi. Sono stato fuori tutto il pomeriggio, rientrando a tarda sera, non avevo preparato nulla da mangiare e la casa era un delirio, ciò significa che sono tremendo nell'organizzazione familiare, la conseguente arrabbiatura e disappunto della mia consorte è stata pressoché sacrosanta.
E oggi?
Beh, se sto scrivendo è perché sto approfittando dei compiti dei miei figli per ritagliarmi uno spazio di riflessione, ho fatto qualcosa di più rispetto a ieri ma non è detto che abbia fatto tutto. Dopo preparerò la cena anche per il piccolino e forse sarebbe meglio che andassi a comprare qualcosa come secondo e... forse sarebbe meglio che... mi mettessi all'opera e smettessi di scrivere.




venerdì 27 ottobre 2017

IN ASTTESA DI "STRANGER THINGS"

Manca davvero pochissimo all'inizio della seconda stagione di Stranger Things, (cit. un'altra valida alternativa all'intrattenimento intelligente) ma no dai! Questa serie è carina, soprattutto perché è fedelissima ai film anni'80 e noi nostalgici che siamo le facili prede dei network, ci caschiamo con tutte le scarpe. Però a parte le indagini di marketing o chissà quale altra studio sta dietro un lancio di una serie, ammetto che questa mi è piaciuta, e se lo dico io che di serie TV ne farei davvero a meno, potete crederci. Stranger Things ha il ritmo giusto per una serie televisiva, non un colpo di scena dietro l'altro e nemmeno la scontentezza del già visto e già sperimentato, o forse sì, cioè: una volta ho sentito dire che alle persone piace vedere o sentire cose nuove ma che richiamano senza troppi sotterfugi a cose che hanno già visto e sentito; forse la carta vincente è proprio questa, ovvero, seguire le vicende di una serie nuova che riporta esattamente alle serie TV che ci siamo gustati nei periodi della nostra fanciullezza ma con tematiche ed effetti speciali nuovi, è la mossa più azzeccata.
Capite bene che non sono in grado di parlare delle tecniche di regia o le pellicole usate e tutta un'altra serie di cose che usano gli addetti ai lavori, io sono uno spettatore che giudica in base a dei semplici gusti, niente di macchinoso e nulla di troppo complicato, perché la semplicità è sempre l'arma vincente.
I protagonisti della serie hanno davvero del facce simpatiche, per certi versi anche un po' strane, ma non per questo meno autentiche, anzi sembrano dei ragazzi venuti dal passato in tutto e per tutto, tipo che potevano essere gli stessi protagonisti dei Goonies o di D.A.R.Y.L. e tanti altri film della mia infanzia.
Cavoli sono diventato come mio padre quando guardava "Una Rotonda Sul Mare" per chi se lo ricorda era quel programma musicale delle canzoni degli anni '60 trasmesso in estate quando gli sceneggiatori, i presentatori più in auge, i registi televisivi più quotati se ne andavano in vacanza; ebbene quel moto di nostalgia viene anche a me quando vedo Stranger Things.
Ho letto che saranno al Lucca Comics quest'anno, bene, sono contento perché quei ragazzini si divertiranno ne sono certo.
Come faccio a saperlo?
Ehi! Hanno 13 anni per uno, chi vuoi che non si diverta in un posto così?
Comunque stiamo a vedere cosa faranno queste (cit. simpatiche canaglie)


mercoledì 25 ottobre 2017

L'UOMO PATISCE L'OMEOPATIA? (schiavi moderni vol.3)

In una società che ci vuole tutti uguali, tutti standardizzati, tutti con gli stessi problemi e con gli stessi rimedi, chi esce fuori dal coro e pensa con la sua testa è costretto a pagare caro la propria scelta, e caro non è per dire, il prezzo per le cure alternative sono davvero costose e questo l'ho sperimentato ieri sulla mia pelle, o meglio, su quella del mio quarto pargoletto.
Mia moglie ha da tempo maturato un senso critico molto acceso nei confronti della nostra società ed è per questo che rimugina, riflette e trova spesso linee di pensiero che vanno contro il pensiero comune, il che implica un coraggio maggiore per affrontare i problemi quotidiani e non solo, bisogna anche combattere contro chi pensa che la consuetudine sia la risposta a tutti i questi. Il motivo dell'alimentazione vegetariana/vegana, l'abbandono dei metodi tradizionali dell'educazione e la scelta delle cure omeopatiche sono la giusta conseguenza di questa nuova riflessione.
La vista di ieri è stata abbastanza costosa e se penso che devo moltiplicare per quattro (o per sei) la visita nei prossimi mesi, vedo il conto in banca, già dilapidato dal cambio di casa, andare sempre più in rosso. Però per la cure naturali sono molto meno dannose sul nostro organismo, rispetto alla medicina di sempre e non lo dico solo io, basta informarsi un po'.
Per quel che mi riguarda l'omeopatia è una cosa nuova e non nego di aver nutrito molti dubbi a riguardo, però sono stato anche cresciuto secondo quella che era la normalità del tempo, perciò vaccini a go-go, medicine per ogni sintomo e tutta una serie di medicinali assunti ogni qual volta ne ho sentito la necessità, mi hanno curato certo, però io cos'ho davvero nel mio corpo? Magari un sacco di schifezze che hanno distrutto il mio organismo e poi, non è detto che io sia guarito per davvero, secondo la medicina tradizionale la conicità delle mie allergie non è guaribile in maniera definitiva, forse anche con l'omeopatia, però c'è differenza assumere un farmaco chimico rispetto ad uno naturale e a lungo andare avrò quota prova. A loro tempo i miei genitori non hanno seguito le linee alternative e nemmeno noi l'abbiamo fatto con i nostri primi figli, per tutta una serie di conseguenze che la nostra società ci infligge se usciamo dal binario tragitto, però il sentimento di rivoluzione non sparisce, si sedimenta fino a crescere. Il motivo di adottare ora per i nostri figli le cure omeopatiche sta proprio in questo, non far assumere loro cose che alla lunga potrebbero far male quanto la malattia stessa. Prendere coscienza su un argomento molto complicato come la medicina non è facile, ma se si cambia il modo di ragionare almeno un po', eh beh, forse qualcosa cambia.
Mia moglie è matta? Le sue teorie sono infondate? E perché? Solo perché poche persone scelgono di fare cose diverse non vuol dire che tutti gli altri abbiano ragione per forza.
Io la seguo perché mi fido di lei e delle sue idee, poi quando ci sentiremo meglio tutti in famiglia, le cose saranno anche più belle, ne sono certo.




sabato 21 ottobre 2017

SCHIAVI MODERNI vol. 2

Riprendendo l'argomento dell'ultimo posto, potrei aggiungerci altre milioni di cose, così da far riflettere tutti coloro che assiduamente, puntualmente e ansiosamente attendono i miei post...😂😂😂😂 (vorrei far notare che ho scoperto le emoticon, ma non ne abuserò lo giuro 😊)
Dunque si diceva della moderna schiavitù, ebbene, che dire...🤔
Dannazione queste emoticon mi distraggono!
Dove ero rimasto? Ah sì, giusto gli schiavi moderni.
⾪ questo è il kanji di schiavo sono stato bravo eh? 😏
Allora, 'sti dannati schiavi moderni ma cosa devo aggiungere di più, non si è esaurito il discorso l'altra volta?
😠 Assolutamente NO! Dobbiamo tediare i nostri lettori con altre pesantissime parole.
😫 Ma perché? Non si potrebbe parlare di un argomento più leggero?
😑 Tipo?
😕 Che ne so; musica, attualità, letteratura... sesso 👅
😇 Qui non si parla di sesso!
😞 Che 🍕gli argomenti che vanno per la maggiore non vengono mai trattati.
📣📣📣📣 Devi parlare degli schiavi moderniiiiiii!
😶Sai una cosa? Mi stai schiavizzando! Per riuscire a fare un post, mi stai obbligando a fare quel che non vorrei.
Anche questa è schiavitù moderna!

(Beh sì, ho abusato degli emoji 😭😭)

Continuerà (meglio) nel prossimo post, spero.







venerdì 20 ottobre 2017

SCHIAVI MODERNI

Il titolo del post, per chi non lo sapesse, è preso da una canzone dei Rhumornero, e mai canzone fu più azzeccata di questa per il periodo che sto vivendo. (Andatela ad ascoltare)
Da ragazzo mi riempivo la bocca con parole che criticavano la società, mi arrabbiavo, mi indignavo, manifestavo nei cortei organizzati dagli studenti come me, quello che allora pensavo non funzionasse o per lo meno, funzionava solo per certe persone. Oggi che sono un adulto e un padre di famiglia, mi rendo conto che quello per cui lottavo, non lo vivevo fino in fondo, cioè ci credevo ma le malefatte della società le vedevo da lontano senza subirle veramente, mentre oggi le cose che non vanno bene come allora mi feriscono profondamente. Adesso la schiavitù della società ha un peso decisamente maggiore rispetto a prima, perché ora faccio parte di quella categoria di persone che producono, ovvero, creo del profitto offrendo un servizio; per il lavoro che svolgo percepisco uno stipendio e da questi soldi che ricevo si basa la macchina sociale.
Più soldi si posseggono e più si pensa di vivere meglio, cioè siamo indotti a credere che la vita sia migliore se si ha la facoltà di avere intorno tante cose che ci facciano risparmiare tempo, vivendo una vita comoda. Potrebbe essere una possibilità, ma non credo sia la verità assoluta. Pensiamo alle persone benestanti, per non dire quelle ricche, tutto ciò che possiedono è per davvero quello di cui hanno bisogno, o sono solo dei bisogni creati per appartenere ad uno status simbol? Potrei mettere la mano sul fuoco dicendo che si circondano solo di inutilità. Però non solo i ricchi si circondano di cose superflue, anche le persone normali sentono il bisogno di possedere cose, magari meno costose, ma non per questo meno inutili; l'esempio è presto fatto: l'acquisto dell'ultimo modello dello smartphone, quanto davvero serve se basterebbe avere un apparecchio che funge da telefono e basta, senza che sia ripieno di cose demenziali come le app più disparate? Oppure, trascorrere le vacanze in uno di quei resort paradisiaci dove però ci sono persone pagate per intrattenere la clientela a suon di attività organizzate fino al momento prima di terminare la vacanza, non sarebbe meglio viaggiare per scoprire ciò che il mondo offre senza rinchiudere la gente in posti che di naturale hanno ben poco?
Le persone che davvero rispecchiano la schiavitù dei soldi sono i boss della malavita. Questi personaggi sono disposti ad ammazzare per ottenere del denaro e più ammazzano e più ne ricevono ma a che pro? Per vivere una vita da recluso esattamente come in un carcere, a patto però che la gabbia sia dorata. È forse il paradosso più eclatante di tutti, vivere (e morire) per ricavare il maggior numero di soldi ma che poi non si avrà mai la possibilità di goderli fino in fondo. Anche i grandi manager che vivono la vita lavorando (onestamente) ma tralasciano però le cose più importanti come la famiglia e gli affetti e solo per cosa? Per circondarsi di oggetti inutili che riempiano il vuoto cosmico che si sono creati intorno.
Questo lungo preambolo è per dire che la società ci rende schiavi creando dei nuovi bisogni e consolidando quelli vecchi, come per esempio avere una casa di proprietà. Quanto siamo disposti a sacrificare il nostro tempo, i nostri soldi e la nostra salute per vivere in una casa che sarà davvero di proprietà quando si sarà saldato il debito con la banca? Ovvio, per trenta o quarant'anni, ossia gli anni dei mutui. Ma perché ci dobbiamo rovinare l'esistenza lavorando come dei muli per riuscire a comprare oggetti sempre più costosi? Semplice perché non si vuol far credere di vivere ai margini della società.
La nostra è un'epoca malata fatta di persone che si ammalano, contribuendo così ad aggravare la nostra società. Per quale motivo siamo disposti a morire in un posto di lavoro, magari orribile, solo per permetterci di ottenere delle felicità effimere come il piacere di comprare cose inutili? Cos'è che è andato storto, o meglio, che cosa è sfuggito di mano? Ma certo, il denaro! Se non esistesse il concetto della compravendita non esiterebbe il denaro e da questo, ne otterremmo solo giovamento. E come si fa ad evitare di essere travolti dalla società? Con la decrescita felice.
Continua... (il prossimo post)







sabato 14 ottobre 2017

PERCHE' CONTINUARE?

Tra le tante attività che svolgo durante la giornata, ce ne sono alcune che eliminerei volentieri, altre invece di cui non potrei fare a meno. Sulla base di questa presa di coscienza direi che sono due le attività che non mollerei mai: la scrittura e la musica.
Non è semplice portare avanti le proprie passioni, specie se durante la giornata ci sono una quantità di cose da fare che persino andare a dormire sembra un'impresa impossibile. E allora, perché continuare?
Tutto potrebbe apparire più semplice se eliminassimo il superfluo e ci concentrassimo solo sulle cose che ci impegnano, senza ottenere da queste però la minima soddisfazione.
In questa maniera che vita si vivrebbe?
Una vita scialba, vuota e misera; per cui l'impegno a volte è necessario se si vuole vivere la vita con quel pizzico di sale che ci fa sentire davvero vivi, a scapito anche della perdita di un pò di riposo e qualche insulto lanciato qua e là, a causa dell'isolamento o l'abbandono temporaneo dei doveri impellenti. E' ciò che capita a me quando vado a suonare, fuggo di casa nel bel mezzo del marasma serale quando si ta per mangaire per intenderci, in questa fase della giornata tutti i miei figli diventano delle iene; vai a capire il perché.
Per quel che concerne la scrittura la condizione è più intimista, nel senso che per poter creare qualcosa di sensato e con un minimo di profondità, c'è bisogno di estraniarsi completamente dalla normamalità e cercare di immaginare una situazione diversa, fantasiosa per il quale c'è bisogno di grande concentrazione e l'unico momento che personalmente ho è la notte, di conseguenza il riposo notturno ne risente.
La domanda iniziale di questo post è "Perchè continuare?"; la risposta avrebbe bisogno di una lunga spiegazione ma potrei riassumere dicendo: per entrambe le attività sento un bisogno fisico e mentale di doverle svolgere; suonare la batteria mi dà quella scarica di adrenalina da paragonarla ad una droga potentissima, ma sana per lo meno. Invece la scrittura è esattamente l'opposto, è quella quiete da ricercare come un posto felice dentro il quale rifugiarsi e lasciare tutto alle spalle.
In definitiva, continuerò finché ne avro la forza, la possibilità e la voglia. 





lunedì 2 ottobre 2017

L'ULTIMA NOTTE

E' da un sacco di tempo che non scrivo su queste pagine e me ne dispiaccio, purtroppo però ho davvero molte cose da fare in questo periodo e ci sono parecchie novità da rendere noto, a chi? Boh.
Questa è la mia ultima notte che passo a lavoro. Ebbene, dopo quasi nove anni lascio il turno delle tenebre. I miei colleghi dicono che sono un venduto, un traditore, sono passato al nemico e via discorrendo (sempre in maniera scherzosa) ed è vero, da domani i miei turni saranno diurni e finalmente la mia vita riuscirà a prendere una certa regolarità.
Ho passato dei momenti divertenti, ho avuto la possibilità anche di portare avanti l'hobby della scrittura, in vista di una tranqullità lavorativa che tempo fa c'era e ora non c'è più, e non ultimo, ho lavorato nel modo alternativo come piaceva a me. Adesso tutto questo è cessato e io mi muovo di conseguenza.
Lavorare quando tutti dormono è stato per me un motivo di realx, perché ho sempre concepito il lavoro notturno come più tranquillo rispetto al diurno, ma mi sono dovuto ricredere così tante volte negli ultimi anni da farmi prendere una scelta definitiva: non continuare più.

Ora ho sonno, non ho più la forza di scrivere ed è per questo che passo al diurno, perché sto diventando vecchio.
Buonanotte


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...