domenica 27 marzo 2016

PERSONE INSOSPETTABILI HANNO IL ROCK DENTRO

Sono nato in un'epoca in cui gli artisti rock avevano un look decisamente esplosivo, o per meglio dire, hanno fatto scuola nel campo dell'abbigliamento, creando un'identità riconoscibile ed universale. Gli anni '80 sono stati un periodo di grande innovazione e sperimentazione, sia musicale, sia per quel che concerne la moda e quando questi due elementi si sono uniti hanno dato vita ad un fenomeno che non è mai tramontato, anzi, è duro a morire; è eterno.
Per le persone che andrò a parlare, non so bene cosa spingesse a presentarsi in questa maniera, cioè, a tutt'oggi non capisco se erano spinti più dalla moda del momento o dai gusti musicali. Per quanto posso credere di conoscere costoro direi: nessuno dei due. Andiamo a comprendere meglio cosa sto dicendo.
La mamma di un mio amico del cortile, aveva una grossa somiglianza con un cantante nostrano, non esattamente rock però deve essere annoverata tra i sosia più somiglianti di: Riccardo Cocciante.
Ok, capisco che non è edificante per una donna assomigliare ad un uomo, se poi questo è Cocciante anche meno, però sembravano due gemelli, anche se la voce della donna in questione era rotta dal fumo di un miliardo di sigarette, forse era più vicina a quella di Tom Waits che non di quella di Riccardino. C'è da dire che si vestiva in maniera piuttosto mascolina e qui la somiglianza diventa qualcosa di più, ossia diventa un clone.
Alla donna che sto per annunciare è andata anche peggio della precedente, potrebbe sembrare impossibile ma è così. Si trattava della mamma di una mia compagna delle elementari. La prima volta che la vidi rimasi sbalordito dall'enorme somiglianza con un artista che già conoscevo e apprezzavo per la sua musica controversa e il look terrificante, sto parlando di Alice Cooper!
L'avevo detto che era andata peggio a questa qua.
Assomigliare al re delle tenebre per una donna è peggio di un insulto, ma lo giuro su ciò che ho di più caro, che questa mamma era uguale a lui. Non me ne spiego il motivo però, dato che la figlia era abbastanza carina e il primo giorno di scuola rimasi piacevolmente colpito dalla bambina, ma sua madre, cribbio, era inguardabile. Aveva lo stesso naso appuntito, lo stesso viso, gli stessi capelli color della morte, la medesima tonalità degli occhi, le stesse rughe; si vestiva di nero sempre e per ogni occasione sfoggiava un look macabro, insomma era lui ma con l'accento fortemente siciliano.
Purtroppo per lei era una donna davvero brutta e se me ne accorsi io quand'ero un bambino senza malizia, si può stare certi dalla veridicità delle mia parole, però aveva il pregio di assomigliare un cantante rock geniale come Alice Cooper. E' da considerare come un complimento e lo dico veramente, ecco forse al cantante è andata peggio, fermo restando che, l'intento per gran parte della sua carriera è stata quella di spaventare il pubblico e grazie pure alla somiglianza con la mamma della mia ex compagna di classe, l'obiettivo l'ha sicuramente centrato al massimo.
L'ultima persona del post di oggi, mi tocca da vicino poiché si tratta di mia zia.
All'epoca in cui io e le mie cugine andavamo all'asilo insieme, ci portavano le nostre madri, o meglio per quel che riguarda me e mio fratello, ci accompagnava nostra madre, invece chi portava le mie cugine era Joey Tempest, sì il cantante degli Europe. Forse saranno stati i pantaloni di pelle con gli stivaletti corti, una giacca anch'essa di pelle e i capelli cotonati biondi a far sembrare la sorella di mia mamma uguale ad un mio idolo fanciullesco, fatto sta che è stata la zia più rock che abbia mai avuto, e ne vado pure fiero. Forse lei non ha mai pensato di assomigliare ad uomo, ma per carità Joey Tempest deve averne infranti di cuori, ok d'accordo rimane sempre una donna che assomiglia ad uomo, però si potrebbe anche vedere dal lato inverso, cioè, che il forntman degli Europe, quando ancora non aveva raggiunto un successo planetario, fosse per qualche motivo in giro per Rozzano a quei tempi, che avesse preso da mia zia il suo style look e l'avesse portato con fierezza in giro per il mondo. E' improbabile ma non del tutto impossibile, in effetti mia zia era davvero una rocker mancata e potrebbe aver anche lanciato una moda che ha preso piede in Svezia e poi ovunque.
Ho sempre sostenuto che Rozzano fosse una fucina di artisti impareggiabili.






mercoledì 23 marzo 2016

BANDO DI PROPOSTE

Avvio una campagna di reclutamento per il logo dei TWENTY EURO FOR LOVE. Dato che facciamo Surf (ma con un sound piuttosto street) il logo dovrebbe rispecchiare: il nome (ovviamente) ma anche il genere, per cui non siate timidi e  inviate le vostre proposte!
Tutto verrà accuratamente sottoposto al vaglio dei giudici e poi pubblicato, stampato sulle t-shirts, registrato e depositato in SIAE insieme al primo nostro album.
Questa campagna darà l'opportunità di entrare a far parte della crew dei T.E.F.L. in soldoni significa assistere ai live nonché partecipare attivamente alle sessioni in studio e progettazioni di molti progetti in cantiere. Insomma ricchi premi e cotillons
Attendiamo le vostre idee...


lunedì 21 marzo 2016

SIAMO FUORI DAL TUNNEL

Oggi è terminato il periodo di inattività, durato quattro mesi e poco più, del passaggio che collega la mia nuova zona con quella vecchia. Finalmente è stato riaperto il varco tanto agognato dopo il necessario restyling e le dovute modifiche strutturali del tunnel di Ferrante Aporti. Per noi, come per tante altre persone, quella galleria è importante poiché quotidianamente attraversiamo il passaggio per condurre i bimbi a scuola e da tutte le altre zone della città. La chiusura ha modificato il nostro percorso mattutino, aggiungendo un quarto d'ora in più rispetto al normale andamento, e la cosa non è stata molto piacevole. Nelle giornate di pioggia si è rivelata necessaria l'automobile, nei giorni sereni ho caricato i miei figli sulla bici, sia andata che ritorno e per i momenti restanti abbiamo abbondantemente consumato le nostre calzature.
Quando passavo con i miei figli davanti alla galleria chiusa, dicevo loro che alla riapertura avrei indetto una festa per gioire del ritorno alla normalità, ebbene, il Gruppo Fas mi ha preceduto.
Stamane già alle dieci, si è tenuta la cerimonia con la quale si è proclamata la cessazione dei lavori con undici giorni di anticipo, era presente per l'occasione l'assessore ai lavori pubblici, l'ingegnere della ditta 3V Vitali (la ditta che ha eseguito i lavori), il candidato sindaco Beppe Sala, gli organizzatori dell'evento e tanti cittadini curiosi di sapere com'è venuto il risultato finale.
Posso affermare che la galleria ha assunto un aspetto decisamente migliorato, per essere stato sbiancato di fresco, per avere utilizzato delle nuove illuminazioni e per essere stato ripulito da cima a fondo. Anche le facciate esterne che percorrono le altre gallerie, hanno subito una pulizia radicale tanto da sembrare nuove, o forse è meglio dire, sono tornate all'antico splendore.
Mi piace vedere l'esito di un lavoro ben fatto e spero che questo sentimento sia universale per tutti coloro che utilizzano il passaggio, evitando quindi sporcarlo nuovamente e di vederlo imbrattato come un qualsiasi pezzo di muro di poco valore.
Leggendo il sito del Gruppo Fas, mi sono reso conto che ci sono iniziative molto interessanti intorno ai binari, per cui vale la pena spendere qualche minuto per dare un occhio alle loro attività. Io sono di zona, e compatibilmente all'organizzazione delle mie giornate credo di poter partecipare in qualche occasione.
In conclusione: ora che la galleria è stata riaperta, accorrete numerosi alla partecipazione della vita nel quartiere e che si faccia in maniera attiva e possibilmente ecologica, perciò usate le biciclette per arrivare ai Magazzini Raccordati, in questo modo la passeggiata diventa piacevole e divertente, non mancate.

sabato 19 marzo 2016

LA FESTA DEL PAPA'

A dire la verità non so bene quali siano le origini di questa festività, penso che oggi, essendo San Giuseppe quindi padre adottivo di Cristo (anche se Adinolfi non lo ammetterebbe mai) si debba a lui la ricorrenza per festeggiare i papà.
I miei figli mi hanno svegliato con una poesia corale, recitata mentre ancora non avevo ben chiaro in testa chi fossi io e dove mi trovassi, ma vedendo decantare un breve componimento poetico dai miei cuccioli, tutto mi è parso più chiaro. La giornata ha così assunto un risvolto davvero molto tenero. Sull'onda di questa tenerezza, ho chiamato il mio papà per inoltrare anche a lui gli auguri, però la sua giornata era meno dedicata alle delicatezze mattutine, comunque il mio dovere è stato adempiuto come da bravo figlio.
Per celebrare questa festività che molto spesso passa in sordina, mia moglie mi ha portato a casa, quattro belle zeppole piene di altissimi valori glicemici, ma decisamente gustose che abbiamo mangiato dopo pranzo, gozzovigliando in allegria in barba a tutti i presupposti bio che ci siamo ripromessi di seguire.
Arrivato in ufficio, nessuno si è ricordato della giornata del papà poiché erano tutti in febbrile attività lavorativa; certo, non che qualcuno dovesse rinnovarmi gli auguri, mica sono figli miei, eppure sentivo che qualcosa mancava per chiudere in bellezza una giornata così. Ho avvertito la mancanza di un presentino esclusivo a me dedicato e per colmare questo buco, mi sono regalato un menù medio del McDonalds, pur non avendone alcun bisogno, o meglio, con tutto quello che ho ingurgitato a pranzo, il junkfood serale è stato oltremodo fuori luogo. Ma si sa, che un papà per proteggere tutta la famiglia necessita di energie e poi l'immagine comune dei padri di famiglia è quello che esibisce con orgoglio diversi centimetri di panza. Io che sono un pluripapà non posso esimermi dal canone di bellezza paterno. Non vorrei mai che Adinolfi facesse una battaglia anche contro di me, per essere un padre troppo mingherlino, vista la sua mole...
Per chi è padre e per chi presto lo diventerà dico:
Mangiate! (sano)



lunedì 14 marzo 2016

IL COSTUME ROSSO CHE DIEDE FUOCO ALLA TV

Erano gli anni di Baywatch (che ho sempre tradotto come la baia dell'orologio) cioè la memorabile serie che ha dato gran parte di fama e gloria a colei che divenne una vera icona degli anni '90 (l'altra parte del lavoro lo fece Playboy) C.J. Parker alias Pamela Denise Anderson, la bagnina più formosa, ehm, più famosa d'America.
In quel periodo io ero un ragazzino in piena esplosione ormonale, inutile dire che la Anderson rispecchiava la donna dei miei sogni. Ho guardato ogni singola puntata dove apparve lei nel serial, ho ritagliato un milione di foto da qualsiasi rivista mi passasse sotto gli occhi; ciclicamente ho sostituito i poster da appendere nelle ante dei miei armadi quando ritenevo fossero ormai troppo vecchi per rimanere esposti. Comprai in gran segreto il suo calendario e quando l'appesi in camera, mia madre ne rimase abbastanza sconvolta. Un giorno poi, mi arrivò tra le mani la videocassetta dei suoi servizi su Playboy, questa fu l'apice della mia collezione dedicata esclusivamente all'attrice canadese. Avevo una vera passione nei suoi confronti, mi ritenevo il suo fan numero 1, mi aggiornavo quotidianamente sul suo conto leggendo quei giornaletti dozzinali di gossip, e cosa non da poco, la difendevo a spada tratta quando le mie amiche parlavano male di lei; forse ero innamorato come solo un fan sa essere.
A distanza di più di vent'anni da quel periodo, mi fa sorridere parecchio ripensare a com'ero, anche perché con il tempo ho maturato un differente gusto in fatto di donne, quelle tutta gomma non rientrano più nei miei canoni di bellezza, anzi, non le prendo nemmeno in considerazione. C'è da dire che nei primi anni novanta il silicone ha dettato legge sia per le labbra che per il seno delle celebrità femminili. Per essere considerata bella, si doveva esplodere di abbondanza artificiale e non dico esplodere a caso, ci sono state donne a cui sono scoppiate le tette e le labbra in volo sugli aerei; ma tu guarda la stupidità umana a che livelli arriva certe volte!
Per cui credevo che la bellezza femminile fosse fatta da quegli stereotipi di inutilità ed io, essendo ancora giovane e inesperto, non sapevo elaborare i dogmi della moda di quel tempo, le subivo come tanti miei coetanei.
Pamela Anderson con il passare degli anni perse ogni attrattiva, abbandonai lei e tutte le sue forme siliconate, ma capitava ogni tanto di leggere qua e là delle sue cadute di stile e delle varie trasformazioni del suo corpo per aumentare, per poi diminuire quelle ghiandole mammarie, insomma lei ed il suo seno non sono mai andati molto d'accordo; poveretta!
Scrivo questo posto dopo aver letto che è in programma un film tratto dal serial, molto probabilmente mai lo vedrò, però sono apparse le prime foto di chi prenderà le sembianze di C.J. Parker e vedendola così, mi sembra più naturale della precedente. Chissà, magari hanno capito anche a Hollywood che il silicone non piace più? Non ci metterei la mano sul fuoco, però almeno concedo il beneficio del dubbio.



                                             C.J. PARKER 1992      C.J. PARKER 2016

sabato 12 marzo 2016

PICCOLO VAGABONDO

Ai miei tempi, poco più di trent'anni fa, i cartoni animati erano popolati da bambini che giravano il mondo da soli o al massimo, in compagnia di qualche animale, tra questi si annoverano: Peline, Sébastien, Marco (dagli Appennini alle Ande) Pepero e chissà quanti altri che al momento mi sfuggono. Rimanevo completamente affascinato nel vedere questi ragazzini che si aggiravano senza paura né preoccupazioni attraversando il globo e che vivevano avventure in solitaria come se avessero dalla loro, esperienza e maturità tali, da venirne fuori sempre come vincitori.
Mi immedesimavo completamente nei protagonisti, tanto che, dicevo a me stesso di dover compiere le medesime gesta appena avrei avuto l'opportunità di uscire di casa. A volte accedeva pure di discutere con i miei genitori nell'esporre la volontà di andarmene via. E' chiaro che i miei genitori non abbiano mai preso sul serio le mie richieste, anzi, una volta capitò addirittura che per sfidarmi, mia madre preparò una valigia e la mise fuori alla porta, io per tenere testa alla provocazione mi misi sull'uscio e attesi. Quando si spense la luce sul pianerottolo e intorno si fece buio pesto, bussai alla porta per rientrare, mentre mi scivolavano dal viso un mezzo litro di lacrime; comunque non mi arresi.
Dopo un tempo che non saprei quantificare, passò in TV la pubblicità della Chicco in cui si vedeva un bambino con la salopette e un fagotto sulle spalle, pronto a correre nel sole (come recitava l'accattivante canzoncina). Lui aveva le scarpine Chicco, quello era il messaggio lanciato dall'azienda, mentre io al massimo ero scalzo, e nonostante fossi privato delle calzature sponsorizzate, la mia voglia di evadere si riaccese come una scintilla. Preparai un fagotto simile a quello del bambino, nel quale misi dentro solo dei giocattoli e forse qualche merenda, lì per lì mi sembravano cose del tutto sufficienti ad una degna sopravvivenza fuori dalle mura domestiche, poi finalmente me ne andai. Ero convinto, deciso, motivato ad esplorare il mondo. Peccato che le conoscenze dell'epoca si fermavano ad una sola strada: quella dietro il palazzo. Mi ricordo di averla fatta almeno un paio di volte sperando che nel frattempo avrei visto qualcosa che mi indicasse una nuova via, ma nulla di tutto ciò avvenne, eppure, anche in questo caso non mi diedi per vinto.
Non capivo com'era possibile che i bambini alla TV potessero andare ovunque mentre io tutt'al più potevo arrivare fino al panettiere. Posso dire di averci provato, almeno l'intento era quello di andare anche se a poche centinaia di metri dal mio letto.
Crescendo ho maturato dentro di me una voglia più concreta di esplorare il mondo e sono riuscito a farlo finché le mie finanze me l'hanno permesso, forse con metodi meno romantici rispetto ad un vagone merci preso di notte in compagnia di un cane o di una scimmia, ma qualche paese sono riuscito a vistarlo.
Dal momento che ho una famiglia, potrei valutare l'idea di visitare i paesi del nostro pianeta con mezzi meno convenzionali, sempre se vengano rispettati tutti i livelli di sicurezza; ovvio, così che anche i miei figli possano fantasticare viaggiando. Potrebbe nascere l'eventualità che qualcuno di loro possa maturare l'idea di rendere reale un mio sogno fanciullesco, ossia, quello di fare il vagabondo. In tal caso l'aiuterei, sovvenzionerei gli spostamenti e non è detto che non mi unisca alla romanticità del viaggio; certo, solo se avesse bisogno di compagnia.
LACIO DROM.


mercoledì 9 marzo 2016

L'INEVITABILE SEPARAZIONE

Arriva, per quanto si voglia rimandare il più possibile questo momento, alla fine arriva; senza preavviso e senza sconti sul dolore che porterà.
Non si è mai preparati a dire addio, o anche solo a pensare di doverlo fare, poiché il momento sembra collocato in qualche punto imprecisato del destino ed è per tale motivo che non viene mai considerato in quanto, lo si reputa un concetto astratto, imprecisato, soltanto teorico, immateriale. Esiste come idea ma non è reale finché non lancia i segnali del suo arrivo imminente, allora poi tutto cambia e si rivaluta, le cose assumono un altro aspetto, la vita stessa prende un'altra piega che lascia un solco indelebile infondo all'anima.
Nessuno ha mai chiesto di nascere, eppure, quando si ottiene il dono della vita, si cerca di conservarla e preservarla in tutti i modi, costi quel che costi. Nulla a confronto ha lo stesso valore perciò ci si attacca ad essa come il bene più prezioso in assoluto, che sia questa la nostra o quella di chi amiamo.
Il tempo è la vita sono due elementi indissolubili, quando termina l'uno, anche l'altra finisce e a noi esseri umani quello che abbiamo a disposizione sembra eterno; una vita appunto, ma se lo paragoniamo all'età della storia per esempio, noi non siamo altro che una goccia in un oceano immenso. Proprio per questa percezione che abbiamo del nostro tempo, siamo obbligati a riempirlo poiché non ci appartiene del tutto, è come se avessimo un muto da riscattare nei confronti di quello che ci è stato concesso e di conseguenza non va sprecato.
Dalla nascita alla morte possono passare lunghi anni e in questo periodo siamo costretti ad occuparlo crescendo, imparando, lavorando fino allo stremo delle forze e poi ci è chiesto di amare chi ci accompagna in questo lungo viaggio, per poi lasciare il nostro spazio a chi verrà dopo di noi, sarà così fino a quando anche il nostro pianeta non morirà.
A pensarci bene questo ciclo non ha molto senso, possiamo anche essere felici, vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, riempiendo ogni attimo di gioia e serenità, ma poi arriverà anche l'ultimo di questi giorni e allora non resterà che solo il ricordo del nostro passaggio, saremo ricordati solo da chi ha avuto l'occasione di trascorrere insieme del tempo e quando anche costoro andranno via, non rimarrà nulla. Si ricorderà in eterno solo chi ha fatto qualcosa di memorabile per l'intera umanità, per tutti gli altri è stabilito che la memoria sia limitata quanto la vita.
Alla domanda dei miei figli su cosa c'è dopo la morte, io rispondo che non è mai tornato indietro nessuno per raccontarcelo, quindi sono solito pensare che non esista nulla. Ma i miei bambini che sono delle menti ingenuamente fantastiche mi hanno risposto che si andrà dove uno desidera, dove potrà vivere i propri sogni, finalmente si arriverà dove ha sempre sperato di andare quando era in vita, ovvero nel luogo dei desideri infiniti.


martedì 8 marzo 2016

LE CRONACHE DI ROMA

Mi ha molto turbato l'omicidio di quel ragazzo nell'appartamento di Roma, sia per la brutalità con la quale è avvenuto, sia per l'inutilità di quel gesto efferato, ma anche e soprattutto con la facilità con la quale si trasformano i ruoli come: da ragazzo normale a vittima, da persona insospettabile a carnefice. Non c'è bisogno di un passato oscuro, di una vita relegata in qualche angolo remoto di una periferia ancora più remota, per diventare una persona dalle facili inclinazioni violente, anzi a onor del vero, le persone che hanno un background del genere, capita che ottengano un riscatto sociale, una rivincita su tutto e ne vengano fuori a testa alta, da quel mare di pantano nel quale hanno vissuto. Di solito la noia e i soldi tramutano una persona in una bestia e quando questo processo avviene, nessuno può riconoscere chi si cela dietro la faccia da mostro.
I genitori degli assassini si meravigliano per ciò che è stato compiuto dai loro figli; lo credo bene! Ma ritengo impossibile che non abbiano mai dimostrato nessun tipo di disagio, che non sia stato lanciato qualche segnale d'aiuto a chi li ha messi al mondo; se questo campanello d'allarme non è stato captato, significa che non si è mai instaurato un dialogo tra loro.
E' facile parlare, per chi come me, vede da spettatore inorridito ma bisogna essere consapevoli che i figli crescono e diventano degli individui sempre più lontani da quelli che si conoscevano da bambini, maturano dei pensieri propri con annessi problemi e problematiche, si deve cercare di conoscerli in tutte le loro sfaccettature, specialmente quando diventano grandi.
La cosa che davvero mi manda ai matti, è sapere che nessuno è mai davvero al sicuro, basta poco per tramutare una bravata in una tragedia ed è altrettanto semplice trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La vulnerabilità, sia fisica che psichica, degli esseri umani mi sconvolge. Ci sono al mondo milioni di mine vaganti che aspettano solo di esplodere, la sfortuna può far capitare chiunque davanti alla detonazione e venire travolti dall'onda d'urto della violenza.
Immagino l'umanità come un esteso campo di uova fragili e deteriorabili. Nessuno può ritenersi incolume dagli eventi, poiché tutto ciò che avviene intorno, è frutto di una conseguenza precedente compiuta da qualcuno che potrebbe avere avuto in testa mille idee diverse. E' un gioco perverso quello che gli uomini hanno deciso di giocare con il libero arbitrio, perché non è sicuro che la coscienza sia linda e affidabile. Intorno a noi vivono miliardi di esseri umani e tra questi, ce ne sono troppi che sotto il volto celano delle sembianze bestiali.
Non si deve piangere per avvenimenti come quelli di Roma, non si dovrebbe piangere affatto per chi ha perso la vita a causa di pazzi scellerati che vivono con il male di vita dentro, perché non è giusto che il corso degli eventi sia così avverso con persone innocenti.
Non è giusto e basta.


sabato 5 marzo 2016

CERCASI DISPERATAMENTE BATTERIA E LUOGO DOVE METTERLA

Ormai è un'ossessione: quella di trovare una batteria che faccia al caso mio. La vorrei di alta qualità, con un suono caldo ed esteticamente mozza fiato. Purtroppo però la batteria è un strumento costoso e oltre al quello è pure ingombrante perciò devo scendere a compromessi, anche se in effetti, è semplicemente un diktat, ossia: devo rinunciare.
Se avessi un posto dove metterla in tutta tranquillità, potrei esercitarmi ogni qualvolta vorrei e di fatto, sarebbe l'espressione massima della mia soddisfazione personale, ma dannazione mi manca pure quello! Anzi stando ben a vedere, è proprio questo il problema principale e non tanto non avere la batteria in sé, cioè non avrei grossi problemi a comprarne una se avessi lo spazio, perciò non avendo un luogo adatto ne consegue che non posso acquistarla.
Mia moglie sarebbe disposta a farmela mettere in camera pur di rendermi felice, ma io per rendere felice lei, non posso chiederle tanto. Francamente spezzerebbe l'equilibrio di una camera matrimoniale ed esteticamente rovinerebbe quei tanti lavori che l'hanno resa il nostro nido d'amore. C'è da dire che se avessi la batteria in camera non mi staccherei un secondo da lei, il che è deleterio per l'armonia familiare e forse ne risentirebbe addirittura del nostro rapporto coniugale; questo non significa che preferirei la batteria a mia moglie, però...sarebbe una tentazione continua. Va anche tenuto conto dei miei pargoli, cioè, avere la batteria a portata di mano mia, significa che sarebbe oggetto di mille attenzioni (anche di quelle meno attente) dei miei bambini, quindi per amore dello strumento in questione, la camera da letto non è il posto adatto.
Ho tentato su Twitter di farmi regalare una batteria dalle aziende che producono dei veri capolavori strumentali, ora alzo la posta e chiedo pure uno scantinato, chissà magari funziona.
Se qualcuno avesse entrambe le cose contattatemi.
Grazie.




L'ATTACCO E' LA MIGLIOR DIFESA

Questa frase la sentii dire la prima volta dalla mia insegnante di scacchi delle medie, riferendosi ad una mossa chiamata: "Il barbiere"; da quel momento in poi mi è rimasta in mente in maniera un po' controversa, non tanto nel gioco degli scacchi, quanto nella vita.
Io mi ritengo un pacifista, un non violento, uno che non crea rogne a nessuno ma non per questo accetto chi si comporta nella maniera contraria nei miei confronti, o peggio, nei riguardi dei miei figli.
L'altro giorno mi figlio mi ha confessato che a scuola dei suoi compagni l'hanno preso in giro a causa di un buco nei pantaloni, sì certo è una bazzecola, tuttavia un bambino sensibile come lui ci rimane molto male, specialmente se tra questi c'è anche il suo migliore amico che si unisce agli sfottò. Il consiglio che gli ho dato è quello di non preoccuparsene, anzi, di scherzare insieme a loro qualora ricapitasse, ma essendo lui un bambino, non capisce l'ironia e per questo non ha la capacità di raggirare la presa in giro, facendo anche lui la stessa cosa nei confronti dei suoi amici. In verità non è la prima volta che torna a casa dicendo che è stato oggetto di derisione, altre volte hanno fatto dei commenti poco simpatici per via dei capelli o per la compagna con la quale stava giocando in quel momento. So perfettamente che le dinamiche tra bambini avvengono così, ma se ogni giorno c'è qualcosa che possa ferire mio figlio, allora la cosa si fa un po' antipatica. Istintivamente mi verrebbe da suggerirgli di imporsi in modo anche fisico, poiché così facendo, questi elementi capiscano con chi hanno a che fare; ovviamente non posso permettermi di consigliare a mio figlio di alzare le mani contro nessuno, anche perché finirebbe per primo nei guai scolastici, sebbene a volte ai prepotenti servirebbe una lezione.
Ieri invece, mia moglie mi ha detto che anche la maggiore è stata tormentata da alcuni compagni di classe per quanto riguarda delle attenzioni un po' troppo marcate nei sui confronti, tanto pesanti che un compagno ha preso le sue difese, azzuffandosi con chi la importunava. La maestra ha riferito che il tormento è abbastanza frequente ma che comunque la faccenda viene monitorata continuamente dai docenti, tuttavia, in questo caso il mio spirito guerrigliero mi farebbe intervenire per difendere mia figlia, prendendo uno a uno tutti questi imbecilli lasciandoli con le orecchie rosse in un angolo. Purtroppo non mi è permesso, allora in che modo si può risolvere la questione? Penso che sia mia figlia a dover pretendere rispetto anche con qualche ceffone ben assestato, cioè, io fossi in lei reagirei così, ma lei è buona e non si permetterebbe mia di scendere alle mani con i compagni.
Ho detto di essere un non violento ed è vero, ma in passato non lo sono stato poi tanto, nel senso, ho sempre preso le difese dei più deboli, menandomi di santa ragione con chi faceva il prepotente; di mia spontanea volontà non ho mai picchiato nessuno (a meno che non dovessi difendermi a mia volta) ma il sopruso non l'ho mai digerito.
Vorrei che i miei figli sentissero l'impulso di difendersi anche in maniera virile, quando la situazione lo richiede, ma so bene che non sarebbe educativo, ovvero, è addirittura sbagliato incitare una tale reazione. Poi però penso, ma allora per quale motivo ci sono persone che la devono sempre passare liscia, senza che qualcuno gli dia una bella lezione?
La prepotenza va combattuta, ma non con la violenza poiché si attuerebbe una spirale senza fine di cattiveria, allora in che modo si possono contrastare questi elementi? Con l'educazione data dalle famiglie penso, tuttavia chi si comporta in maniera ostile lo fa perché è abituato a vedere cose di questo genere in casa propria; di questo ne sono certo.
Allora vuol dire che chi non alza le mani verrà sempre battuto? Che chi non ha l'istinto violento si merita di subire? A questo punto devo mettere in discussione perfino gli insegnamenti del maestro Miyagi di Karate Kid? Assolutamente no, l'anno prossimo iscriverò entrambi i miei figli (e pure il terzo quando crescerà) ad un bel corso di arti marziali così nella vita sapranno sempre cavarsela, anche quando incontreranno degli scemi peggio di questi bambini maleducati.
Forse sì, aveva ragione la mia professoressa: l'attacco è la miglior difesa.


giovedì 3 marzo 2016

GLI EX: UN TASTO DOLENTE

Quando si trova l'anima gemella, in maniera molto egoistica, si vorrebbe che questa non avesse mai avuto un passato, che non avesse mai amato nessuno prima, e che nei ricordi non ci fosse un'altra presenza ad aver fatto palpitare l'animo del partner. Quando si ama qualcuno c'è la voglia di esclusività sia del cuore ma anche del corpo, perché è fisiologico provare un forte dolore qualora si immagini la nostra/o lui/lei, avvinghiato ad una persona che non risponde alla nostra identità, certo, non è che si può pensare agli ex tutti i giorni, però quando tale pensiero arriva brucia come sale su una ferita aperta.
L'unica soluzione possibile è quella di non pensarci affatto e procedere come se nulla fosse successo, anche perché è non si potrebbe fare altrimenti, cioè, sarebbe come lottare con i fantasmi e, a meno che non si lavori nella squadra dei Ghostbuster, non si potrebbe vincere mai.
C'è da spezzare una lancia in favore degli ex, ovvero, che le precedenti relazioni hanno visto un aspetto sicuramente più immaturo e inesperto di quelle attuali, quindi si sono beccati quasi il nostro peggio ed essendo degli ex ,va da sé, che i rapporti non siano andati a buon fine. Gli ex sono serviti a fare da scuola per poi arrivare preparati alle relazioni in corso.
In una canzone Jovanotti diceva una cosa come:
"Sai, mi piacerebbe essere stato il primo, però poi se ci penso, tu non l'hai mai fatto con nessuno come con me" più o meno diceva queste parole. In effetti è questa la cosa che si deve tenere a mente, ossia: non serve a niente pensare di avere l'esclusiva nei rapporti passati perché quello che conta è averla nel presente.

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...