mercoledì 22 maggio 2013

GRAZIE A DIO SONO ATEO

E' indubbiamente l'argomento che più di qualsiasi altro riesce ad infiammare il mio animo di giovane virgulto.  Potrò sembrare, cinico, amorale, gretto e chi più ne ha più ne metta, ma non ce la faccio a trattenere il sentimento anti-religioso che mi infervora da quando ho capito come gira veramente il mondo, quello ecclesiastico per l'appunto. Io sono un ateo convinto, anticlericale fino al midollo, potrei definirmi addirittura eretico e ne vado altamente fiero. Penso sinceramente che se un giorno l'entità spirituale, ovunque risieda, abbia distribuito la fede, beh questa si sia definitivamente dimenticata di me. Sia chiaro che non giudico chi crede, anche se non capisco come sia possibile all'alba del 2013, però devo lasciarli liberi di bersi tutte quelle fandonie delle quali sono intrise le religioni della Terra. Cioè la religione poteva andare bene per le comunità del passato, per quelle civiltà che non avendo le spiegazioni scientifiche sui fenomeni naturali, si inventavano delle leggende, dei miti, se non altro storielle per acquietare gli animi. E va bene, se serviva per dare delle risposte alle loro inquietudini, nessuno poteva impedirlo. Ma che a tutt'oggi le società avanzate ed evolute come quelle odierne, si basino su delle credenze arcaiche senza nessun riscontro che le possa provare, e sulla base di ciò, erigere governi, questo davvero non lo posso tollerare. Non è necessario pensare solamente ai paesi musulmani, che non fanno testo per quanto siano ottusi, ma anche il nostro Bel Paese ne è coinvolto, in maniera meno spudorata è ovvio, ma non per questo meno subdola. Quello che mi fa ridere amaramente, è la diffusione globale di atteggiamenti puramente superstiziosi, che mascherano sotto forma di regole religiose, pur capendone la metà e agendo di conseguenza, evitando di valutarle secondo il corretto senso critico. Posso fare un esempio concreto a riguardo. I miei figli, non sono battezzati (spero per loro che mai lo siano) e quando lo rendo pubblico, la gente mi guarda ancora, come se avessi commesso il peccato più grave che potessi fargli, ed il paradosso è che molti di loro si professano non credenti, anzi detta alla loro maniera, non praticanti. La risposta che mi sono sentito dire una miriade di volte è stata questa: "Va bene non credere, ma almeno il battesimo, quello bisogna farlo." E perché mai? Per paura che vadano all'infermo o al purgatorio o chissà dove. Ma basta! Non è possibile che si creda a robe di questo tipo, cioè credeteci pure, ma almeno siate coerenti con le vostre scelte. Oppure nel momento in cui gli venga chiesto di spiegare la motivazione per cui credono, la risposta è unanime: "Guardati intorno, qualcuno avrà dovuto creare e far nascere quello che c'è intorno a te." Ho perso il conto di quante volte ho sentito questa frase, lasciamo perdere. Mai e poi mai smetterò di imbestialirmi però, quando sento i miei figli ripetere a pappagallo, quelle frasi dette dai bambini, che chiaramente gli insegnano male gli adulti, su gesù bambino, il padre, la madre e tutto il "santo parentado". Io pretendo che i frutti dei miei insegnamenti non vengano vanificati, quando, chi che sia, dica loro cose che non approvo. Su questo potrò battermi in eterno e già so che in un modo o nell'altro verranno imbrogliati, come lo sono stato io da piccolo, sulle questioni della fede e tutte le altre baggianate del caso. Purtroppo, essendo questo un discorso troppo grande per le mie sole forze, dovrò metterli in guardia dalle falsità che professano i religiosi e i loro fedeli, perché la paura della morte ed il peccato, punto cardine della cristianità, non rende migliori nessuno anzi dà la scusa di commettere gli sbagli, gli errori, fino ad arrivare al punto di commettere dei crimini, con la convinzione che qualcuno prima o poi li perdonerà. Questa non è religione ma solo menzogna.

sabato 18 maggio 2013

THE PSYCHOLOGIST EXPERIENCE

Da qualche mese, due forse, mi sto avvalendo di un servizio gratuito di supporto psicologico. No, non ho nulla di grave, cioè nel senso medico che necessiti delle cure specifiche. Questo lo dico per non allarmare i miei milioni di "invisibili lettori", però è gratis, quindi va da sé che faccia bene a prescindere, per prime alle mie tasche. Non solo ne beneficiano le mie finanze, ma anche e soprattutto il mio cervello. In tutta la mia vita non ho mai usufruito di un supporto del genere, in realtà non ne sentivo la necessità, dato che mi sono reputato una persona abbastanza equilibrata e poi, come la maggior parte del persone crede, a torto però, nutrivo dei pregiudizi a riguardo. Nel senso che un medico per la mente, servisse solo nel momento in cui ci sia stato qualcosa di grave che abbia turbato la nostra psiche, tanto violentemente da doverla analizzare per poi poterlo superare. Invece mi sbagliavo di grosso, poiché ognuno di noi dentro sente qualcosa, che per un motivo o per un altro condiziona anche i gesti più banali e scontati. Tutte le nostre riflessioni, angosce o paure sono dettate dal nostro vissuto, dalla nostra vita, da tutte quelle emozioni che si sono stabilizzate nel nostro inconscio da cui ne deriva il comportamento. E' interessante scoprire le varie motivazioni che implicano il comportamento, anche perché non si può immaginare quante cose emergono durante il colloquio con il medico. Dopo la prima seduta, ho avuto la sensazione di essermi tolto un peso dal petto che non credevo di avere, uscendo poi dallo studio avevo la sensazione di fluttuare a dieci centimetri dal suolo. E' stato davvero benefico. Dal momento in cui ho preso atto di avere anch'io qualcosa dentro per cui valga la pena di essere analizzato, mi sento meglio, riesco a vedere con maggiore chiarezza quelle che sono le mie reazioni o i miei pensieri nel corso della mia esistenza. Anche le mie vicende passate ora hanno un senso, che a prima vista non pensavo mi potessero aver segnato negli anni, eppure, parlando è emerso molto di più di quanto non credessi possible. Sarebbe utile che molte persone avessero l'opportunità di parlare un po' di se stessi, con qualcuno che lo fa di mestiere perché, non sembra ma serve molto nei rapporti con gli altri. Provare per credere.

mercoledì 15 maggio 2013

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE-2

Sarà incredibile oppure no, ma la mia cattiva sorte per ciò che riguarda la bici non si è ancora placata. Mercoledì ho bucato la ruota posteriore, e va beh ci sono abituato, sono cose che capitano vivendo a Milano (a me forse più degli altri). Comunque ho portato ieri a riparare la bici, ed il tizio è stato anche decisamente solerte, in poche ore ho ripreso possesso del mio mezzo. Mentre ero li che attendevo, ho approfittato della pazienza del tecnico, per raccontargli tutte le mie disavventure con il velocipede. Ho visto dell'incredulità nei suoi occhi quando spendevo le mie parole nel raccontargli tutto. Ho pagato, sono uscito e mi sono diretto a casa tutto felice di poter andare a lavoro, dopo due ore, senza usare i mezzi. Arriva il momento di lasciare casa per dirigermi in quel luogo ameno chiamato lavoro. Avrò fatto, si e no dieci minuti di strada e sentivo che qualcosa non mi quadrava, la bici la sentivo strana, perdeva aderenza e sobbalzava sulla strada. Mi fermo per controllare che diavolo fosse successo e mi accorgo di aver bucato la ruota anteriore. Penso sia davvero una congiura. Non erano passate nemmeno due ore dalla riparazione che era già rotta. E' chiaro che ho dovuto farmi sia la strada di andata che quella di ritorno con la gomma a terra. L'indomani, cioè oggi, ho portato la bici nello stesso posto, dallo stesso tizio, si è stranito a vedermi ancora lì, gli ho detto: "Hai visto, che la sfiga mi segue come se fosse seduta sul sellino con me?"
Me l'ha riparata ancora, in modo celere tanto quanto la prima volta, sperando in un più lungo utilizzo...

sabato 11 maggio 2013

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE

Da quasi quattro anni, mese più mese meno, ho scelto di percorre le strade di Milano sulle bici. Dico sulle, poiché in questi quattro anni ne ho cambiate parecchie. Di marche diverse, modelli differenti, prestazioni di utilizzo diversificate, eppure tutte quante sono arrivate al medesimo traguardo: la rottura! Un momento, tre me le hanno rubate, ma le altre si sono distrutte. Davvero penso di avere una maledizione nelle gambe. Non posso credere che tutti i miei velocipedi si distruggano dopo pochi mesi, addirittura settimane di utilizzo. Ok certo la morfologia delle strade meneghine, non sono come quelle di Amsterdam, questo purtroppo bisogna tenerlo a mente, però è inaccettabile che ogni bicicletta si disintegri sotto i piedi. Avvenimento realmente accaduto, sulla via di ritorno da lavoro. Ero a pochi minuti da casa. La bici che stavo utilizzando, una Bottecchia rosso fiammante tipo olandese, mi stava dando dei forti segnali acustici durante il tragitto, come se chiedesse pietà per un imminente riposo. Capivo di chiedere troppo a quella bicicletta. Si sentiva chiaramente che stava facendo uno sforzo immane a portarmi a casa ed io con lei, comunque non erano neanche tre mesi che la usavo eppure la sua sorte era vicina. Per dare l'idea dello scenario in cui mi trovavo, posso descriverlo così: Ora mezzanotte e trenta minuti di sabato, circonvallazione esterna traffico intenso, cavalcavia ripido, con bivio annesso. Sulla cima del ponte la bici emette il suo ultimo latrato di agonia, dopo di ché catena rotta, copri-catena saltato, pedali (mozzo) fuori fase traballante, manubrio prossimo a restarmi in mano e definitivo abbandono del mezzo sulla strada. Dopo aver speso la bellezza di 90 euro per la messa a punto, passati quei giorni facendomi credere di avere una bici di tutto rispetto tra le mani, questa si disintegra come una bottiglia di vino lasciata per troppo tempo nel freezer. Altra situazione. Modello B.TWIN della Decathlon spesa 120 euro nuova, tempo di utilizzo 4/5 mesi. Questa maledetta, mi ha dato del filo da torcere fin dall'inizio. Ho bucato 5 volte, cambiato freni due volte per coppia, la catena sistemata una miriade di volte. Stanco di portarla a riparare ogni due per tre, ho provato ad aggiustarla per conto mio (forse qui non ho fatto la cosa più corretta). Però devo dire che finché la riparavo io, mi seccava meno di trovarmi di notte a portarla da lavoro fino a casa, tanto facevo solo pratica nelle riparazioni. Poi un bel giorno fatta la prima curva dal portone di casa, la catena si è spezzata di netto (appena comprata). Inutile dire che poi questo ferro vecchio l'abbia buttato. Quelle rubate, non fanno testo, anche se non erano certamente nuove a parte una. Ne avrei da raccontare di gesta con le bici jellate, ma mi fermo, è troppo doloroso ricordarle. La sfida è questa, propongo a chi le costruisce e le progetta, di inventarne una per me, che non si sgretoli come un castello di sabbia. E' chiaro che poi se dura almeno sei mesi, senza manutenzione continua, la pago altrimenti, via  pedalare!

L'erba voglio...voglio l'erba

E pensare che una cosa tanto semplice come una pianta, possa ancora oggi scuotere gli animi di chi demonizza e colpevolizza un vegetale. Perché solo di questo si tratta, una pianta nulla di più. Di certo non starò qui a scrivere cose trite e ritrite, o magari fare un elenco di tutta una serie di luoghi comuni oppure la lista di frasi fatte, senza esprimere al meglio ciò che vorrei fare intendere: FATE CRESCERE L'ERBA.

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...