venerdì 27 febbraio 2015

E' COSI' SIA

Prendiamo l'atmosfera inquieta e a tratti grottesca di Bjork, aggiungiamo l'eccentricità di Lady Gaga, mentre sulle note basse ci facciamo cantare Rihanna, poi, le poniamo sul volto, un tipo di bellezza alla Barbra Streisand, con il viso coronato da un caschetto biondo alla Raffaella Carrà; misceliamo il tutto e alla fine otterremo: Sia.
Questa (non più così) giovane voce, ha conquistato le classifiche di tutto il mondo con il singolo Chandelier, divulgato in TV e via web, grazie ad un videoclip, decisamente particolare. La cantante non è proprio una novellina dell'ambiente, da quanto ho appreso qua e là, ha pubblicato già qualche album in Australia; ma solo con l'album 1000 Forms of Fear ha raggiunto il mainstream.
Sia ha una voce molto potente, il singolo è ben fatto, costruito a puntino per essere malinconico ed orecchiabile allo stesso tempo. E' struggente ma non melenso, per intenderci; non è un pappone dato in pasto al pubblico, solo per avere il "lentone"; da chi sforna un tipo di pop, fin troppo commerciale. La canzone su disco e l'esecuzione live, sono pressoché identiche, e questo, è sintomo di capacità vocali non indifferenti. Però quello che davvero ha reso Sia un personaggio, è la sua volontà di non esserlo del tutto, dato che si mostra di spalle alle telecamere durante le interviste e si esibisce con il viso coperto nei live. Non è di certo la prima che usa la sua parte incognita come biglietto da visita, ci sono fior fior di band e solisti "(anche nostrani) che hanno adottato questo metodo, ma a quanto pare, ha dato quel pizzico di curiosità in più oltre alla voce, che le ha fatto schizzare le vendite fino alla prima posizione in classifica. C'è chi sostiene che le viene imposto, poiché  non ha un viso così bello, da proporlo in video. Chissà...?
Il videoclip, come dicevo prima, è particolare, o meglio, è la coreografia eseguita, che lo rende diverso da molti altri. La ballerina; una certa Maddie Ziegler, è una specie di bambina prodigio della danza moderna, che ha contribuito a dare al video, un tocco di pura tecnica.
Perché mi sono messo a parlare di Sia?
Perché settimana scorsa ho fatto vedere il video a mia figlia e se n'è innamorata. L'avrà visto una decina di volte di seguito, mi ha fatto scaricare il singolo sull'ipad ed è andata persino a farsi fare la frangetta dal parrucchiere, come la ballerina del clip.
In effetti mia figlia si fa coinvolgere parecchio, quando le piace qualcosa. Come quando le ho fatto conoscere le Haim; ma questa è tutta un'altra storia.


martedì 24 febbraio 2015

DOPPIA IDENTITA'

All'inizio sembrava una gattina docile, mansueta, addirittura fragile ed indifesa. Forse con il passare del tempo ha preso confidenza con noi e con la casa, per cui si è lasciata andare di più con il suo istinto felino e gliel'abbiamo concesso; povera gatta, sembrava il minimo che potessimo fare.
In tutta risposta, lei ci ha sbalordito con delle prodezze da tigre del circo Orfei, ha effettuato ed effettua ancora, salti sul tavolo, balzi da un mobile all'altro, agguati sotto le coperte e da dietro le porte. Tutto questo è accaduto sempre più spesso verso le ore crepuscolari, come se si stesse preparando alla metamorfosi.
Al calar delle tenebre, gli occhi spiritati della gatta si dilatano, diventando due biglie sucre. Il pelo si alza come un'onda in burrasca, le unghie dalle zampe si fortificano, tramutandosi in artigli letali. Lo spirito della gattina scompare, devastato dalla sua doppia identità. La gatta che si abbandona in lunghi pisolini di giorno, che risponde al nome di Nala, si trasforma in Alan; il suo alter ego malefico.
Alan è incontrollabile, dispettoso, violento, non risponde a nessun comando e... attacca senza pietà.
Il suo bersaglio preferito sono i piedi sotto le coperte. Appena questi accennano ad un piccolo movimento, gli artigli vi si infilano sopra e le fauci, azzannano ogni singolo dito, mordendolo senza pietà. Il maligno Alan, non esce dalle stanze anche se viene minacciato con la forza. Si nasconde in qualsiasi anfratto, per poi compiere le sue malefatte e ferire mortalmente i suoi padroni, persino quelli più piccoli. E' un demonio sotto le sembianze di un gatto, non ha rispetto per nessuno, si scatena come se covasse l'odio all'interno del suo io.
Necessita di un esorcismo.

"Alan, abbandona il corpo della tenera gattina!
Esci da questo corpo, esci da questo corpo!
Nala, ascolta la mia voce, non abbandonarti al lato oscuro della forza. Riprendi il tuo posto, scaccia quel demonio.
Esci da questo corpo, esci da questo corpo!
Alan, non farai più ritorno nel suo spirito. Lei ti disconosce e ti rinnega! Ama solo i suoi padroni, lei ti odia!
Esci da questo corpo, esci da questo corpo!
Nala, vinci contro di lui! Abbatti quel demonio! Neutralizza Alan.
Esci da questo corpo, esci da questo corpo!"
"Miaoooooooo.....!!!!"



sabato 21 febbraio 2015

PER OGNI RICCIO UN CAPRICCIO

Oggi a Milano piove; so perfettamente il motivo.
Saranno passati forse una dozzina di anni, da quando ho messo l'ultima volta piede dal parrucchiere. Ieri ho annullato il mio record di astinenza da acconciatura, approfittando della necessità di mio figlio di dare una sistemata alla sua testa e della vanità di mia figlia, volendo per se stessa, una frangetta a circondarle la fronte. Dopodiché è toccato a me, sedermi su quella comoda poltrona e...zak; ha tagliato quanto era possibile. I miei capelli indomabili, sono stati un lavoro arduo per il sig, Salvatore, che al termine era tutto sudato ed affaccendato a togliere la coperta di peli, formatasi sul pavimento. Questo sarebbe il mio desiderio. In verità dire che ci ha impiegato due minuti è pure troppo. Allora, per fargli guadagnare la moneta sonante, gli ho fatto spuntare la mia folta barba, e lì sì, che ha sudato sette camicie. Devo ammettere che mi ha fatto notevolmente piacere avere un motivo per cui entrare dal parrucchiere e ancor di più, avere qualcosa da farmi tagliare. D'accordo, non ho fatto fare nessun tipo di taglio ultra moderno, tipo quelli che vanno da Maria de Flippi, però la sensazione che ho provato, l'avevo decisamente lasciata in un luogo molto lontano, talmente lontano che ho fatto fatica a vederla con i miei super occhi da falco.
Domani pioverà ancora; ma la motivazione questa volta mi sfugge.


venerdì 20 febbraio 2015

AppicciCarlo

La teoria è quella del nutrimento a richiesta, la pratica è esattamente la stessa. Quando sente la necessità si attacca, quando frigna pure, quando vuole una coccola...anche. Ogni volta che mi giro lo vedo che mangia ed è uno spettacolo. Non smetterei mai di guardarlo anche perché mentre poppa dal seno, emette quei piccoli vagiti da gattino che sono irresistibili. Probabilmente aumenterà il peso in maniera esponenziale, concorrendo tra i bimbi cicci cicci, più cicci del mondo e sarebbe solo un bene. Mangia solo latte materno e credo che in natura non ci sia nulla di più sano come ciò che viene prodotto dalla mamma all'interno della "latteria personale", per cui il suo divenire sempre più paffuto, sia sintomo di buona salute, nonché una gioia per gli occhi.
Una settimana fa celebrava la sua prima ora di vita e come prima azione compiuta dal suo istinto, è stata di attaccarsi al capezzolo materno e da quel momento non si è staccato più.
Continua così piccolo mio che diventerai grande e forte.
Auguri dei tuoi primi sette giorni con noi.











mercoledì 18 febbraio 2015

RICOMINCIO DA TRE

Siamo a casa: tutti. Da domenica pomeriggio abbiamo messo le basi per la nostra nuova formazione, che non differisce poi molto da quella precedente, c'è solo un piccolo elemento in più. Quella che all'inizio ne ha risentito maggiormente è forse la Nala, non essendo abituata a vedere e soprattuto a sentire, un piccolo fagotto che profuma di latte e strilla come un grifone. E' stata per due giorni alla larga dalla camera da letto, per rifugiarsi nella sua dependance sul balcone. Ora pare che abbia capito che il pupo non è di passaggio ma è ben radicato in casa con noi. Se ne farà una ragione.
Nel condominio, tutti si congratulano con me, poiché mia moglie è abbastanza ancorata tra le mura di casa, dispensando latte 24H no stop e, così facendo, si è scampata l'invadente vicina: Boccadifuoco. Io invece la incontro ovunque, ahimé.
I miei figli più grandi hanno ripreso la normale routine scolastica ed extra-scolastica; le loro insegnanti li hanno resi protagonisti per un giorno della novità apparsa in casa, spiegando ai compagni tutto ciò che hanno vissuto. Abbiamo ricevuto ragalini da parte dei nostri amici e parenti e tutto per ora, segue l'onda, anzi, lo tsunami, della venuta del piccolino.
Per quanto mi riguarda, il mio ruolo di super papà ha subito una battuta d'arresto, nel senso che, non rivesto un grande ruolo nei confronti del terzogenito. Certo mi prodigo nelle faccende pratiche, come: cambiare i pannolini, comprare l'occorrente per lui, però di fatto, il pupetto non ha bisogno di me, ma solo ed esclusivamente della mamma. La natura in qualche modo, poteva pensare di dividere i compiti, cioè: uno poteva partorire (questo lo lascerei alla donna) e l'altro lo allattava. In questa maniera mi sarei sentito più utile nelle primissima fase della crescita, e meno in colpa, qualora pensassi di voler portare avanti i miei interessi, come la musica, la scrittura, la palestra...
Mi sembra davvero una mancanza di tatto e di rispetto, lasciare mia moglie in balia di un dovere continuo come l'allattamento, per andare a fare ciò che facevo prima, senza provare rimorsi. Però è anche vero, che standomene tutto il giorno a guardare come nutre il nostro bimbo, non ha alcun valore in termini di praticità. Sicuramente anche soltanto stare insieme in questa fase significa molto per entrambi, nonostante questo, mi sento un po' inutile.
Per fortuna ho gli altri due, con i quali gioco, li accompagno a scuola e alle loro attività, sennò mi sentirei perduto. E' soltanto una questione di tempo lo so, anche il frugolino si avvicinerà al papà come hanno fatto i suoi fratelli, però l'attesa non è poi così breve.
Devo ammettere che da quando sono andato a prenderlo all'ospedale fino a ieri, mi sono sentito un ebete a cui hanno cancellato la memoria in fatto di neonati; come se non li avessi mai avuti o come se non fossi più capace di relazionarmi in modo sicuro. Ho una specie di tabula rasa in testa, cioè non sono impacciato nei movimenti, nel temerlo in braccio per esempio; è più una questione di riprendere a pensare in piccolo, molto piccolo, cioè: avere quelle accortezze che ormai erano superate, tenere presente alcuni fattori che ora si davano per scontati, riprendere daccapo tutti gli insegnamenti. Non mi dispiace affatto, anzi sono ben contento di rifare tutto, ma nel momento in cui ho realizzato tale pensiero, mi sono trovato spiazzato, come se avessi fatto un balzo nel passato a quasi otto anni fa.
In questo momento sto scrivendo sul divano e sono le 02.34, mi sono allontanato da letto per scrivere e nel frattempo ho sentito il mio secondo figlio, fare un incursione nel lettone. Un bravo papà sa quando è ora di farsi da parte.


sabato 14 febbraio 2015

E POI FINALMENTE TU

E' nato! Sembrava un traguardo lontano, faticoso, irraggiungibile; eppure mia moglie ha dato alla luce il più piccolo di casa, con tutta la sua energia.
Quando siamo arrivati giovedì 12 alle 08.30 in pronto soccorso, ci siamo affidati a mani esperte per seguire un iter non del tutto naturale, piuttosto farmacologico direi; causato da una politica ospedaliera molto rigida, riguardo i neonati potenzialmente grossi. Certo, per evitare un cesareo abbiamo scelto il male minore, anche se in verità il male che si sente non è certo inferiore a quello canonico, poi, c'è da aggiungere che il nostro piccolo è arrivato prima, perciò, l'attesa si è ridotta di sette giorni. Ciò che però contesto è che si è fatto tanto rumore per nulla, visto che poi il mio pargolo è nato "solo" di 4kg e 100g, quindi non sarebbe successo nulla se avessimo aspettato un'altra settimana. Va beh, è arrivato prima e questo, in fin dei conti, è sempre un bene.
Alla quarta somministrazione di un ormone, di cui al momento mi sfugge il nome, è iniziato il travaglio quello vero; l'orologio segnava le 21.45. Le urla di mia moglie sono diventate sempre più intense ed acute, la posizione più comoda per lei, sembrava introvabile; per cui mi sono detto: si comincia.
Dopo poco più di un'ora, mia moglie ha emesso l'urlo finale, quello carico di tutta la forza della vita. E' un grido che squarcia il cielo e che di fatto, squarcia il corpo da cui proviene; il dolore arriva a dei picchi che un uomo non potrà mai comprendere, ma poi, subito dopo la tortura, arriva il pianto del piccolo e tutto assume un'altra forma. Io, in questa fase, mi sciolgo in una valle di lacrime ed è un pianto carico di emozioni e di gioia. Al mio, si è aggiunto anche quello di mia moglie ed era una liberazione per lei, una felicità immensa ed è anche uno sfogo per tutto quello che si è vissuto fino a pochi secondi prima. Alle 23.20 abbiamo conosciuto il piccolo che per nove mesi si è rifugiato nella pancia della mamma, finché ne ha avuto la possibilità, poi dopo l'espulsione, è stato messo sul petto della sua mamma, già in cerca di cibo. E' stato stupendo.
Abituati a vedere nei film, i bimbi appena nati che sono belli, puliti e spesso di qualche mese in più rispetto alla età inscenata sullo schermo, mi sorprende sempre vedere il neonato di un colore viola, tendente al blu; che lì per lì desta un po' di apprensione, ma poi quel colorito quasi innaturale per noi, abbandona la giovane carne e diventa rosso incandescente.
Il mio piccolino non ha pianto molto, si è messo subito a poppare, perciò il suo suono, era più simile ad un miagolio delicato e sommesso, il che mi ha suscitato una grande tenerezza.
Il giorno seguente a tutto il trambusto, è avvenuto l'incontro con i fratellini maggiori. Non mi sarei aspettato una reazione così amorevole, me la sono immaginata un po' più spigolosa; invece i miei figli, sono capaci di sorprendermi sempre. Hanno voluto che restasse sul letto più grande per stargli vicino e l'hanno riempito di carezze incerte e piccoli baci. Posso dire con certezza che il nostro piccolino è arrivato in una famiglia piena d'amore e non vedo l'ora che sia in casa per dimostrarglielo.
Benvenuto piccolo mio.


mercoledì 11 febbraio 2015

DOMANI UN GRANDE E GROSSO GIORNO

Le dimensioni dei miei figli sono sempre state piuttosto grosse, rispetto alle misure normali. Mia figlia era di kg 3.840, mio figlio di 4.780 ed il prossimo, è stato stimato di kg 4.300 prima del termine; ragion per cui, domani sarà il giorno della sua nascita anticipata. La nuova politica dell'ospedale Buzzi, non permette ai pargoli un po' più in carne, di nascere in maniera "naturale", bensì, viene fatto un bel taglietto alla panzona della madre che li porta in grembo, forse per una questione di sicurezza. In virtù del fatto, che mia moglie, ha uno storico di parti, come quanto sopra descritto, non si spiega il motivo di un taglio cesareo così gratuito, ma non volendo fare questo tipo di operazione, mia moglie è stata costretta ad accettare un'induzione di parto.
C'è un lato positivo in tutto questo: riusciamo ad organizzarci, sapendo il giorno che arriverà tra noi. Però ora che sto scrivendo, mi è salita un po' di ansia, quindi è meglio che termino, qui. Domani scriverò il resto



martedì 10 febbraio 2015

DOPO TANTE FATICHE...

Eccolo!!! Ciò che mi ha fatto perdere il sonno per quasi due anni. Sembrava un traguardo irraggiungibile, eppure, sono riuscito a mette in "commercio" il frutto delle mie fantasie.
Non ho nessuna presunzione sul fatto che possa essere di qualità, perché ci sta, che sia una schifezza; però, mi sento più sollevato ad aver pubblicato "Un Amore di Bambola".
Non mi sento svuotato, o privato di qualcosa che prima era mio e, ora è di dominio pubblico. Anzi mi sono tolto un peso, davvero; finalmente, posso dirmi soddisfatto della mia abnegazione. Ripeto, non pretendo che sia un buon libro, ma almeno ho finito il mio tragitto.

http://www.amazon.it/Un-Amore-Bambola-Davide-Visciano-ebook/dp/B00TCKIUDS/ref=sr_1_7?ie=UTF8&qid=1423606540&sr=8-7&keywords=un+amore+di+bambola


sabato 7 febbraio 2015

CHI VISSE SPERANDO MORIR NON SI PUO' DIRE

Quante speranze ho riversato sul mio secondo libro! Quanti sogni si porta dietro quel famigerato manoscritto e quante fantasie si alimentano dentro la testa di chi l'ha creato! Eppure, per quanto mi sia prodigato nel comporlo e nel sognarci sopra tutte le notti, non sono ancora riuscito a pubblicarlo. Ovvero, mi sono imbarcato in un self pubblishing diverso da quello che ho usato per il primo, credendo che fosse la stessa solfa, ma migliorata, o per lo meno aggiornata; invece, una volta fatto il lungo inserimento e dopo tutta una serie di peripezie, mi accorgo, che avrei dovuto far stampare diverse copie e poi acquistarle di tasca mia. Niente di diverso da tutte quelle aziende che millantano una pubblicazione, ma di fatto, chi pubblica realmente il libro, sono i poveri illusi come me. Mi chiedo per quale motivo, sia così inaccessibile per i comuni mortali pubblicare qualcosa? Il secondo quesito e questo: come fanno gli scrittori emergenti ad emergere?
E' abbastanza avvilente, frustrante, deprimente; essere impossibilitato, sarebbe meglio dire, osteggiato, dalle grandi e piccole case editrici a mettere in commercio un prodotto cartaceo. Non pretendo che quello che ho scritto venga venduto in tutto il mondo, ma perlomeno, che sia possibile uno spiraglio dal quale si possa affacciare agevolmente. Invece no, sembra che sia uno spazio destinato solo a pochi eletti, nonostante ci siano in libreria autori non sempre meritevoli.
Avevo letto da qualche parte, che in Italia ogni anno vengono pubblicati diversi migliaia di libri, intorno ai 14.000; in questo enorme calderone sono compresi tutti i tipi di letture, da quelle di settore, ai romanzi, e comunque quelli che potrebbero essere pubblicati, restano dove stanno, cioè nel cassetto.
Forse il mio sogno, rimarrà tale per sempre, nel frattempo che si avveri, continuerò ascrivere manoscritti nuovi, non si sa mai...


venerdì 6 febbraio 2015

LA BUONA CONDOTTA PORTA A DEGLI OTTIMI RISULTATI

Per l'ottima pagella del primo quadrimestre di mia figlia, abbiamo pensato di darle un premio come ricompensa dell'impegno esercitato in questa fase degli studi. Non volevamo comprarle qualcosa di materiale come un gioco, piuttosto che dei vestiti, o chissà che altro; mia moglie ed io, eravamo concordi, nel renderla felice regalandole una giornata speciale tutta per lei. Dopo aver scansionato le esigue possibilità che un clima rigido come quello di febbraio permette di fare, siamo giunti alla conclusione di farle trascorrere una giornata all'Acquaworld di Concorezzo. Così oggi, la mia piccola studiosa, ha passato con il suo papà, una mattinata diversa. C'eravamo già stati quest'estate con tutta la famiglia al completo e ci siamo divertiti parecchio, per cui, quando le abbiamo svelato il nostro regalo, non stava più nella pelle.
Siamo arrivati presto davanti alle porte del parco; nel parcheggio c'erano quattro auto in croce e pioveva: un giorno fantastico, insomma. Le attrazioni erano pressoché deserte, la piscina principale vuota ed il bar senza nessuna coda al bancone. Penso che una così comoda occasione, difficilmente la si possa trovare in luoghi, capaci di contenere migliaia di persone. E' stato fin troppo semplice, persino il prezzo del biglietto è stato contenuto, mi sono rallegrato anche di questo. Magari fossero sempre così i parchi a tema... Certo, fallirebbero dopo un mese, però che spasso non attendere per il divertimento!
Ad un certo punto, siamo andati fuori a nuotare nella piscina riscaldata, mentre dal cielo scendevano fiocchi di neve. Il contrasto con le due temperature ci ha fatto divertire un sacco e nel frattempo, tutto diventava bianco; è stato molto suggestivo.
Poi ci siamo rincorsi nella vasca con la corrente, siamo andati giù come proiettili dagli scivoli, ci siamo tuffati nelle onde artificiali e fatto un piccolo break al bar; tutto ciò con estrema tranquillità.
Oggi ho visto davvero mia figlia contenta e soddisfatta, perché sapeva di meritarsi la giornata speciale. La mamma non ha partecipato con noi in quanto, a termine con il pancione e il fratellino è andato a scuola ignaro della gita ludica, visto che la giornata era dedicata alla studiosa di casa.
A dire il vero, mi è sembrato di avergli fatto un torto a non averlo incluso, però, come giustamente mi ha fatto notare mia moglie, il premio per gli sforzi scolastici, vanno tutti attributi alla nostra piccola grande scolara che si è meritata una giornata esclusiva di spasso e divertimento. Certo che però, se nel corso del suo ciclo di studi diventasse ogni anno più brava, arriveremo al giorno della sua laurea che festeggeremo sulla Luna!


mercoledì 4 febbraio 2015

SOTTO ASSEDIO NEL LUOGO DOVE SI SBUFFA (UFF-ICIO)

E' ufficiale: siamo stati messi sotto una grande lente d'ingrandimento; osservati, spiati, scrutati, dall'occhio del Grande Capo. Non mi sto riferendo al romanzo (interssantissimo) 1984 di Orwell, ma al mio ufficio. I miei colleghi mi hanno riferito quanto è stato detto all'assemblea di oggi, ed è emerso che è finita la pacchia. A parte i soliti piagnistei su quanto l'azienda perde ogni anno, dei clienti che ci abbandonano e quant'altro... Ora; la nuova politica aziendale, impone ai nostri capi di avere un mitra puntato su ogni dipendente, impedendo loro alcuno svago sul web e perdite di tempo inutili nella gestione del lavoro. Si pretende il massimo dell'efficienza, puntualità svizzera nel prendere servizio, e poche, pochissime pause.
Forse questo è la più normale delle condotte aziendali, ma a me, a noi; sembra un sopruso, una vigliaccata, una dittatura fatta e finita. Fino a poco tempo fa, si poteva arrivare in ufficio abbastanza rilassati, poiché l'ambiente era piuttosto friendly, rilassato, quasi un incontro con facce amiche. Eppure come tutte le cose belle, si arriva a una fine. Forse abbiamo esagerato, nel crederci dentro un'oasi felice, dove tutto era concesso, in cui i nostri superiori, si potevano considerare dei pari con i quali era normale, inglobarli in allegre brigate e sonore risate. Da ora in avanti, avranno la scudiscia e verremo frustrati qualora togliessimo lo sguardo dal nostro computer. E' probabile che le cose peggiorino ogni giorno di più e da qui in avanti, pioveranno lettere di richiamo come se fossimo in una foresta pluviale. Mi stanno riferendo proprio in questo istante, che sono stati stravolti anche dei ruoli nelle più alte dirigenze. e questo non è buono, per niente direi. Le nostre figure di riferimento non saranno più le stesse, per cui, chi prenderà in mano certe situazioni, non ha presente un sacco di cose. Saremo spacciati.
Sto andando contro le nuove direttive, quindi devo essere considerato un sovversivo.
Dal campo base, comunicherò con questo blog finché la censura non mi zittirà. In attesa di quel provvedimento: COMPANEROS ADELANTE!

lunedì 2 febbraio 2015

EINS - ZWEI - EINS- ZWEI

Da qualche giorno a questa parte, nel mio ufficio non è più possibile accedere a nessun sito dai pc, poiché l'antivirus è diventato inespugnabile. Personalmente l'uso che ne faccio, che esula dal lavoro, è di tenere aggiornato il mio blog. Questa sana abitudine potrebbe venire meno, proprio per la nuova politica aziendale, e la cosa mi disturba alquanto. Non vado a vedere i film in streaming, o mi collego a qualche social network, perché non ne ho. Mi limito soltanto a scrivere qui su questo blog e sul mio computer. Ebbene sarà difficile fare entrambe le cose, dato che anche scrivere in maniera del tutto distaccata con mezzi autonomi, è vista una cosa non attuabile sul posto di lavoro. Per riempire le ore notturne, ci sono stati commissionati dei lavori marginali; che ho fatto prima di scrivere, però...che pizza! Non dico di non voler lavorare, per carità; ma una corda meno tirata, sarebbe l'ideale. Ok, si, sono in ufficio, e dovrei lavorare, ma come faccio a diventare uno scrittore, se invece di poter dare libero sfogo alle mie idee, devo stare dietro ai compiti assegnatomi dall'azienda? E' un aspetto che dovrei discutere con le alte sfere. Già m'immagino quello che potrebbero dirmi:

"Per cui lei vorrebbe fare lo scrittore?"
"Sì, è uno dei miei tanti sogni."
"E' lodevole da parte sua, davvero. Non è da tutti, bravo."
"Va beh, ma è solo un sogno, non è detto che ci riesca e soprattutto che ne abbia le capacità."
 "Mi dica, ha già pubblicato qualcosa?"
"Sono in procinto di pubblicare il mio secondo libro."
"Complimenti...e di che cosa parla?"
"E' una storia abbastanza complessa, un po' contorta, alquanto triste, direi..."
"Sembra interessante..."
"Sì, a parer mio, lo è. Per sapere anche il suo, dovrebbe comprarlo e poi potrebbe dirmi che cosa ne pensa."
"Sta cercando di vendermi il suo libro?"
"Forse, perché no."
"Mi tolga una curiosità."
"Mi dica."
"Dato che lei ha una famiglia numerosa e lavora di notte..."
"Si..."
"Quando trova il tempo per scrivere?"
"Di notte."
"Cioè, qui a lavoro?"
"Beh sì."
"Ah perfetto! Quindi lei ha sottratto delle ore lavorative, per comporre le sue opere."
"No, no, affatto."
"Ascolti, io conosco bene i tipi come lei. Per farsi assumere lei ha dato la preferenza a lavorare di notte, ma poi in ufficio fa quello che le pare!"
"Non è vero!"
"Facciamo in questo modo; visto che lei si è sottratto a lavoro, e per di più, si è prodigato a portarne avanti un altro, gli introiti che arriveranno dalla vendita del suo libro, li darà 3/4 a me e lei si tiene il resto e il suo lavoro da impiegato. A me sembra più che onesto. Che ne dice, ci sta?"
"Preferirei di no, dato che non ho sottratto nessun'ora di lavoro. Lei è un aguzzino!"
"E lei è un mio dipendente, un sottoposto, uno schiavo!"
"Ha ragione. Facciamo così, i soldi glieli porto direttamente a casa sua, tanto so dove abita..."
"Stia attento Mr.D che io la denuncio!"
"Anche lei dott. X, sentirà parlare di me molto presto."
"Io la rovino!"
"E io...ehi aspè'... Mi potrebbe dare del tu.?"
"Come prego?"
"Sì, potrebbe ripetere la minaccia, dandomi del tu, per favore?"
"Per quale motivo?"
"Non faccia storie, Mi dia del tu e ripeta quello che ha detto prima, sennò non viene."
"Che cosa non viene?"
"La mia replica. Avanti, ripeta dandomi del tu, grazie."
"Ok, allora.. Io ti rovino!"
"E io tiro l'acqua per far scendere uno str°#ç@ come te! Ahahah!


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...