mercoledì 30 aprile 2014

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE -8

Quanto è durata la mia buona stella sul sellino della bici nuova? Due settimane? Forse dieci giorni mi sembra, fatto sta, che anche il nuovo mezzo mi ha lasciato a piedi!!!!!!!
Credo di essere ufficialmente l'uomo più sfigato, che sia mai andato in giro con la bicicletta. Ero quasi arrivato a lavoro e sento la ruota posteriore che tirava verso sinistra, mi fermo per un check e tastando la gomma non sento niente di strano. Dopo due metri la sbandatura si accentua e allora ho capito, schiaccio ancora la gomma e la sento paurosamente sgonfia. Mi mancavano 500 metri dal posto di lavoro e purtroppo l'ho dovuta sospingere a mano. Il progetto di vedere un amico a fine turno salta, la volontà di tornare a casa ad un orario decente anche dopo la visita, ovviamente va a farsi benedire, l'illusione di evitare di bucare il meno possibile è svanita. Devo seriamente valutare di fare un cambio di mezzo col quale andare in giro, la bici non mi rispetta, non fa per me, quel dannato mezzo di trasporto non mi vuole bene.

lunedì 28 aprile 2014

NATO AI BORDI DI PERIFERIA

Crescere in periferia, qualunque essa sia, porta dietro di sé una serie di fattori comuni a tutti coloro che passano gran parte della vita alle porte dei grandi centri urbani. Quando si è piccoli l'hinterland viene considerato, dai genitori per lo più, una specie di roccaforte in cui si riesce a crescere in maniera più protetta, rispetto a chi vive nelle grandi città. Le distanze sono minori per eseguire le basiche gestioni familiari, tipo, i negozi sono sotto casa, le scuole ad un tiro di schioppo, i parchi dietro l'angolo. Per non parlare dei vicini che si conoscono da intere dinastie, insomma è dopo tutto un luogo in cui le piccole comodità, non le si disdegnano affatto. I bambini instaurano a quest'età, delle amicizie che si porteranno dietro come delle ombre, a meno che qualcuno non si trasferisca altrove. Poi è chiaro che la vita mette difronte una moltitudine di bivi nel quale ognuno percorre la propria strada, però l'amico del cortile, non negherà mai un saluto anche sono trascorsi diversi anni dopo l'ultimo incontro.
Quando si diventa adolescenti, i ragazzi sperimentano i primi viaggi in città con la compagnia, e dico viaggi perché di quello si tratta. La distanza dal centro la si misura in base a quanti cambi di mezzi pubblici si devono effettuare prima dell'arrivo. Io ho vissuto a Rozzano per 25 anni della mia vita e di viaggi ne ho fatti, sia per diletto, che per recarmi a scuola. A proposito di scuola, con alcuni amici tempo fa, abbiamo fatto luce su un argomento, anzi abbiamo toccato un tasto, azzarderei dire dolente. Mi spiego. Si diceva che chi proviene dalla periferia, ha in qualche modo il destino abbastanza segnato, ovvero, le scuole superiori all'interno del comune in cui si vive, non sono licei e anche quelli più vicini, non lo sono, perciò la sua istruzione è circoscritta a qualcosa di pratico, o meno qualificato rispetto ad un liceo classico, linguistico o scientifico. Si può sostenere che è molto più agevolato chi vive dentro i confini del capoluogo in quanto a scelta dell'istituto e, anche in fattore di tempo impiegato per raggiungerlo influisce non poco, se si ha poi la fortuna di vivere in centro ancora di più, ovvio. Molto probabilmente che viene dall'hinterland non ha una famiglia propriamente benestante, nel senso che di solito sono figli di operai e gente semplice che vive in case popolari e, quanto ad istruzione, non è che ci badano poi molto. Perciò si continua ad mantenere una certa costanza in quanto a mediocrità scolastica e lavorativa futura. A ben dire, questa tesi l'approvo a pieno, e lo dico con cognizione di causa, poiché provengo da quella realtà. Auspicherei a ritenermi differente da tutto ciò, però non è proprio così.
Il problema della periferia lo si riscontra quando si cercano degli spazi che non ci sono, quando ci si sente abbandonati da parte delle autorità e dalle istituzioni, quando si trova intorno soltanto degrado e crimine. Sono cose che da bambino non si percepiscono ma stanno sempre lì nascoste, che marciscono e logorano nel ventre della piccola cittadina come un male, come un tumore e si muore per questo. L'adolescente fugge molto spesso da un luogo in cui non ci sono offerte per una crescita sana, o delle alternative a ciò che sta intorno lui, come appunto le famose cattive compagnie, onnipresenti nelle periferie. Personalmente di brutte compagnie ne ho viste parecchie e qualcuna ne ho pure frequentata, ma me ne sono andato quando ho capito che le idiozie fatte per passare il tempo, avrebbero fatto presto ad oltrepassare in qualcosa di più di una semplice "marachella". Invece l'escalation di alcuni personaggi che conoscevo bene, nel senso che sapevo anche quale tipo di situazione avevano alle spalle, beh sono finiti dietro le sbarre e alcuni di questi persino arrivati alla morte, ammazzati da colpi di rivoltelle. Ora anche all'interno delle grandi città ci sono dei quartieri pericolosi, in cui si trovano situazioni simili a quelle della periferia, ma sono comunque all'estremità della città, poi la grandezza della stessa, rende il fenomeno meno concentrato e di fatto numericamente sembra inferiore. Le dimensioni dei comuni dell'hinterland, essendo queste ridotte, fanno risaltare subito all'occhio le situazioni di degrado, questo è abbastanza innegabile, quindi si crea l'idea della periferia sporca e violenta, divenendo con il tempo un marchio indelebile che si attacca addosso ad ogni abitante. Quando dicevo a qualcuno che abitavo a Rozzano, mi guardavano come se fossi il più efferato dei criminali, lo posso giurare.
Giusto oggi parlavo con mia moglie, che è stata sempre una gran sostenitrice della città, mi dice che non le dispiacerebbe andare a vivere un po' fuori, perché le case costano meno e sono più grandi, i centri satelliti della cerchia nord di Milano sono più tranquilli e circondati da verde a profusione ed indubbiamente sono a misura di famiglia. A me è sceso un brivido lungo la schiena, dato che anch'io sono per la grande città a tutti costi, anche se devo ammettere vedo i lati positivi del vivere fuori, poi avendo trascorso la mia fanciullezza in un comune come Rozzano so di cosa si tratta nella fattispecie. Ma non me lo sarei mai aspettato di sentirlo da lei, devo essere onesto. Però dato che mi fido ciecamente del parere di mia moglie e credo in lei, non è detto che un giorno non ritorni in periferia, (un po' alla Ramazzotti), a vivere una vita di paese, chi può dirlo. Certo se il paese è una bettola, credo mi incatenerei a Palazzo Marino, ma dubito, in quanto mia moglie ha sempre un gran gusto nelle scelte. Se invece fosse gradevole, potrei anche ripensarci e a quel punto manderei a tutti una cartolina.

Se fosse questa la "periferia di Milano" ci andrei con il surf.



mercoledì 23 aprile 2014

NO INFO ALMENO PER OGGI

Mi chiedo quando avverrà il giorno in cui sui giornali, ai telegiornali, su i siti d'informazione, ci sarà la notizia in cui verrò dichiarato: "Oggi non è successo nulla di brutto", penso che sia più probabile che venga a nevicare verde smeraldo. Non passa un giorno in cui non si sentano brutte notizie, o meglio sciagure, perché le cattive notizie si possono anche superare, ma le sciagure fanno più fatica ad essere digerite. Non si deve andare poi molto lontano per rendersi conto che ogni giorno succede qualcosa di sgradevole, forse perché fa più notizia sapere di cose catastrofiche, me ne accorgo pure da solo, ma a dispetto di ciò, non è possibile che i network dell'informazione debbano omettere le liete novelle, solo per fini di audience. Faccio davvero fatica a credere che nel panorama mondiale non avvenga qualcosa per cui valga la pena spendere due parole, magari che rincuori e metta di buon umore gli animi della comunità mondiale, troppo spesso avviliti da notizie orride. Per avere qualche notizia leggera si deve scendere, meglio scadere nel gossip, ed ho già detto tutto. A volte mi chiedo in che diavolo di pianeta sono capitato e che mondo lascio in mano ai miei figli e alle nuove generazioni. Il nostro globo prima di tutto l'abbiamo martoriato in ogni modo possibile a livello ecologico, ma anche chi ci vive all'interno è subissato di catastrofi di tipo relazionale, non si riesce a tenere i nervi saldi nel rapporto con il prossimo, ipotizzerei. Diciamo pure che gli omicidi e le aggressioni sono all'ordine del giorno, seguito da conflitti internazionali tra stati, furti ai danni di povera gente compiuti da balordi della peggior specie, o addirittura a livello nazionale fatta dai politici alle tasche di noi elettori. Beh forse il mio è un discorso semplicistico, probabilmente qualunquista, senza un reale fondamento, come quelli che si sentono sul tram. Sarà che sto diventando vecchio e vedo tutto con l'occhio arcigno ed il dente avvelenato, ma la ragione è, che prima di scrivere questo post, ho letto le notizie del giorno su diversi siti delle maggiori testa giornalistiche italiane, fate vobis.

lunedì 21 aprile 2014

IL MIO PEGGIOR DIFETTO

Durante la mia carriera lavorativa, ho affrontato decine di colloqui per arrivare a ricoprire alcune cariche aperte in un tal momento, per le quali avevo presentato la mia candidatura. Alcuni di questi erano davvero ridicoli, tanto quanto il lavoro che dovevo poi fare, mentre altri invece sono stati piuttosto seri. Quelli più all'avanguardia nell'ambito della scelta del personale, avevano come criterio di selezione, quello di scrivere tre pregi e tre difetti personali. Suoi pregi diciamo che si va un po' a botta sicura, senza eccedere troppo per non attribuirsi dei meriti inverosimili, ma tutto sommato è abbastanza semplice esprimere le proprie qualità. Nel campo dei difetti, la cosa diventa più complessa, perché anche in questo caso non si può eccedere nel definirsi troppo male, in vista di un ruolo magari non adatto, dopo averlo onestamente espresso. Ma non si può nemmeno dire troppo poco, dando l'idea di averne giusto un paio, o addirittura neanche uno, facendo credere di ritenersi quasi perfetti. Per esempio, quando ho lavorato come noleggiatore di auto, non ho mai detto del mio pessimo senso dell'orientamento, poiché guidare delle auto o anche solo dare delle indicazioni stradali, da uno che è riuscito a perdersi ovunque, non era certo una carta da giocare a mio favore. Oppure ho omesso di dichiarare la mia poca attitudine all'ordine, quando ho fatto il commesso. E' chiaro che poi le cose sono venute allo scoperto, con la conseguenza di aver perso il lavoro, ma in sede di colloquio, ho tenuto la bocca chiusa per necessità dello stipendio.
Ho fatto un po' di autoanalisi in questo periodo, non so bene il motivo, anzi lo so...comunque ciò che credo sia il mio peggior difetto, dal quale a ben vedere, ne derivano molti altri è: udite udite, rullo di tamburi, luci soffuse e silenzio in sala, insomma è l'insicurezza. Non penso sia una novità, forse è emerso durante questi anni nei quali scrivo sul mio blog, oppure l'ho anche dichiarato apertamente, non ricordo, fatto sta che ciò che davvero mi identifica, mi affligge, infastidisce me e chi mi sta attorno, la peggiore delle mie qualità è esattamente questo. L'insicurezza è qualcosa di subdolo e parecchio infido, perché di fatto non si riesce ad essere padroni delle proprie azioni e nemmeno dei pensieri. Tempo fa non ero neanche sicuro degli affetti, oggi sono più che certo dei miei sentimenti e per chi li provo, ma un tempo non ero sicuro davvero di nulla, primo fra tutti sulle scelte da intraprendere nel mio futuro. Ogni passo fatto nella mia vita, prima di compierlo è stato pensato, riflettuto, rimuginato fino all'esaurimento e, anche quando il dado era stato ormai tratto, ripensavo in continuazione a come ho agito. La ragione è ovvia, non mi sono mai sentito certo delle mie azioni, quindi era ed è tutt'ora naturale per me, ripassare mentalmente tutte le operazioni ed i pensieri. Fondamentalmente la ragione della mia insicurezza, deriva dall'educazione avuta dai miei genitori, anche perché tutto viene da lì, nel senso che nel crescere mi hanno protetto troppo, o forse mi hanno spesso fatto suscitare dubbi atavici su ciò che credevo fossero le mie poche certezze, quindi è stata poi un'abitudine, agire seguendo questo tipo di modus operandi. Forse essere troppo sicuri di sé, porta ad una ristrettezza mentale, ad un poca obiettività sulle cose, che magari mettendola in dubbio potrebbe dare un'alternativa a quell'idea, cioè credo che porsi delle domande serva ad avere una visione più completa di un'unica via, almeno credo, non lo so, non sono poi molto sicuro.

sabato 19 aprile 2014

ET VOILA' LE VELO

Attenzione attenzione, qui di sotto vi mostro il nuovo mezzo che solcherà con eleganza ed una certa dose grinta, le strade della mia bella Milano (anche se poco bike friendly). L'acquisto è stato fatto 24 ore fa permutando quel vecchio scassone che avevo, riportato con un reperto fotografico nel post ancora più sotto. E' la n° 5 in 5 anni, spero che mi duri di più di 365 gg, poiché mi dispiacerebbe parecchio se non superasse le sue predecessore in fatto di tempo. Ho comprato questo drago su due ruote in una bottega sperduta, ma a quanto pare abbastanza rinomata, dato che a darmi il nome di questo posto è stato un mio amico che abita in tutt'altra zona di Milano, che l'avuta a sua volta da un altro amico che abita ancora più lontano, per dire che la qualità arriva ovunque. Anche mia moglie ha comprato una bici ancora meglio della mia, ed è pienamente soddisfatta. Lei ha dato dentro la bici, in passato appartenuta a sua mamma, con la quale portava lei e sua sorella a scuola, a conti fatti quel mezzo aveva più di trent'anni. Comunque abbiamo fatto davvero un affare, per due bici di questo calibro, sono partite 350 euro, ma lo concepiamo come un investimento. Per queste due bellezze, riserviamo un posto privilegiato, non le teniamo più sotto casa con il rischio di trovarne due invisibili, ma le lasciamo sul balcone in attesa di svuotare la cantina. Ho sentito dire che è un bene postare le foto della propria bicicletta su internet, in vista di furto (che scongiuro) potrebbero risultare utili nel suo ritrovamento, ed ecco fatto. Certo che come ulteriore antifurto, oltre al super bloster dal peso di piombo, avrei voluto comprare un tigre del bengala che mi vigilasse la bici giorno e notte, ma per riuscire a mantenerla con il cibo, avrei speso l'equivalente di una bici nuova al giorno. Con questo non significa che mollo la guardia anzi potrei diventare più cattivo della tigre sopra menzionata, quindi OCIO  ladruncoli che ve magnio.

mercoledì 16 aprile 2014

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE -7

Certo che la sfiga continua, ma non  ho scritto nulla con il solito titolo per una semplice questione di amor proprio. Ora però il disagio di non avere la mia bici si fa sentire e per riuscire a smaltirlo devo scriverlo. Questa dannata bicicletta si è bloccata del tutto, cioè il mozzo dei pedali non si muove né davanti né dietro, l'unica fortuna in tutto ciò, che per lo meno si è bloccata sotto il portone di casa e non per strada come al solito. Non vorrei portarla dal ciclista malefico, ipotizzando un suo preventivo da un milione di euro, ragion per cui desisto dalla ricovero nella sua bottega. Però non voglio nemmeno comprarne una nuova, che mi ruberebbero in un secondo, ma neanche prenderne una vecchia poco appetibile per il ladri in circolazione, ma che mi darebbe comunque tutti i problemi di una bici di seconda mano. Che nervi! Le persone che mi stanno vicino, mi suggeriscono di cambiare mezzo, poiché la bicicletta non fa per me e questi sono tutti segni che dovrebbero farmi riflettere sulla cosa. Io non ci sto, (come diceva Cossiga.) prima o poi la spunterò ecchediamine! Non è possibile che in tutto il mondo sia solo io ad avere questi tipi di problemi, davvero non ci posso credere. Anche se devo essere onesto, ora che sto usando la bici di mia moglie, sento degli strani rumori che partono proprio dal mozzo dei pedali, non ci voglio pensare. Se rompo anche la sua, probabilmente troverò un nuovo mezzo di trasporto, la lettiga!

visione aerea della bici in questione

martedì 15 aprile 2014

MI VENDO ?

Da qualche tempo a questa parte, mi arrivano dei messaggi da google nei quali mi viene chiesto di mettere delle inserzioni pubblicitarie sul mio blog. Mi vengono descritti come delle cose abbastanza discrete, nel senso che posso decidere liberamente che tipo di pubblicità inserire e anche la loro posizione sulla pagina. Tutto questo perché? Ma per guadagnare cifre astronomiche senza battere ciglio, è chiaro. Ora detto fra noi, le viste del blog non sono così alte da riuscire a farmi smettere di lavorare e godermi tutti i guadagni degli inserzionisti, standomene seduto ad incassare cifre da capogiro. E' anche vero però, che se acconsentissi le visite potrebbero aumentare e con queste anche il corrispettivo monetario. Da premettere che i soldi facili non esistono, poi qualora davvero la cosa dovesse fruttare qualcosa, mi sentirei un po' come se mi fossi svenduto, no? Cioè non ho mai stabilito che il blog dovesse essere no profit a tutti i costi, in verità non credevo che potesse suscitare dell'interesse a qualcuno, primo fra tutti dei possibili lettori, figuriamoci le aziende che vedono nel mio blog un possibile canale di promozione. Io sono davvero all'oscuro di questo argomento, per non dire anche, su tutto ciò che concerne il mondo del web visto dalla stanza dei bottoni. Se qualcuno volesse darmi dei suggerimenti o dei consigli, fatevi avanti. In sostanza vorrei sapere cosa implica accettare di lasciare lo spazio alle pubblicità. Denghiu e lot.

lunedì 14 aprile 2014

FROM JEFF TO GRACE

Da quando ho capito come si fanno a caricare sia le foto che i video, mi cimento nel postarli sul mio blog, come messaggio di divulgazione sociale, personale e come in questo caso musicale. L'artista qui sopra nascosto, da un microfono gigante, è nientepopodimeno che mr Jeff Buckley. Ho scoperto la grandezza di quest'uomo solo qualche anno fa purtroppo, cioè ho sempre ascoltato le sue canzoni molto superficialmente, ma lui in quanto cantate, l'ho sentito nominare così tanto da altri musicisti che apprezzo, da farmi nascere una certa curiosità. Devo ammettere che l'interesse nei suoi confronti, ha ricevuto una piena soddisfazione, nell'ascoltare delle canzoni splendide ed una raffinatezza musicale rara, da compiacermene altamente. Non credevo di essere affine al suo stile, l'ho sempre snobbato credendolo a torto, uno che ha seguito il filone degli anni 90 cavalcandolo senza lasciare un'impronta indelebile, come al contrario è stato ad esempio per i REM, per citarne uno. Invece poi quando ha prestato tutta l'attenzione possibile, ho riconosciuto tanti cantanti che hanno avuto da lui una grossa influenza, ne hanno preso lo stile, la vocalità, (ehy Mattehew Bellamy, Elisa ne sapete qualcosa?) fermo restando che rimarrà l'unico e solo, ovviamente. Come tutti i grandi miti della musica, anche lui è passato a miglior vita, non a 27 anni ma a 31, in una condizione piuttosto sfortunata e circondata da un velo di mistero, (per la cronaca è morto affogato nel Wolf river), che peccato. Da qualche giorno su youtube è in circolo un video di un prete che canta Hallelujha a due sposi, ovvero una delle canzoni più famosi di J.B. e da lì che mi è ritornato in mente. Quando vivevo al mare ed ero tremendamente depresso, ascoltare le sue canzoni, con quella dolcezza mista ad una nota energica, mi rasserenava, mi rappacificava con il mondo, insomma mi ha aiutato, forse è un po' esagerato, ma d'altronde è così che l'ho assorbito. Bravo Jeff R.I.P.

sabato 12 aprile 2014

IL GIORNO DETESTATO

Quando frequentavo le elementari non vedevo l'ora che arrivasse il sabato, poiché lo ritenevo un giorno diverso, quasi speciale. Facendo il tempo normale e non quello prolungato, mi toccava andare a scuola anche il sabato mattina, ma non mi pesava più di tanto per diversi motivi tipo: oltre alla mia classe non ce n'era nessun'altra nell'edificio, perciò potevamo ritenerci i padroni indiscussi di tutto l'apparato scolastico facendo appunto, quello che più ci piaceva. Mi ricordo che all'uscita mi veniva a prendere mio padre, dato che di sabato non lavorava, e spesso si portava dietro anche la mia bicicletta, (la passione per le due ruote è iniziata molto presto). In verità il sabato era un giorno in cui, ogni tanto mia madre mi lasciava a casa, allora si che avevo tutto il tempo per giocare, non badando agli obblighi scolastici, ah quanto mi divertivo! Crescendo e frequentando poi le medie, il mio giorno preferito è rimasto lo stesso, chiaramente per il medesimo motivo del weekend in vista dello spasso, in più c'era da aggiungere anche una cosa che mi ha rallegrato non poco e consisteva in quella di cenare con una pizzata pantagruelica o a suon di panini golosi, dopo l'arrivo di mia madre dal lavoro. Molto più spesso però il sabato sera era dedicato al ritrovo di tutto il parentado a casa di mia nonna. Ok ora che sono adulto e con una mia famiglia, il sabato non è più il mio giorno preferito, perché purtroppo non posso passarlo come vorrei, cioè facendo bellamente quello che più mi piacerebbe perché lavoro, comunque non è questo il giorno che detesto perché ce n'è un altro che di gran lunga supera il primato di giornata insopportabile ed è il mercoledì. Per il terzo giorno della settimana provo un odio viscerale, in quanto non riesco ad andare a prendere i miei bimbi a scuola, visto che devo iniziare presto a lavorare, il che si traduce che li rivedo il giovedì mattina. Di solito in questa nefasta giornata, nel mio luogo di lavoro succede l'incredibile, è davvero così lo giuro. Non so spiegarmi bene cosa capiti nell'atmosfera, che tipo di allineamento sbagliato tra i pianeti avviene in questo giorno, o se c'è qualcuno che spedisce delle maledizioni durante tutta la settimana e per qualche strano motivo, mi vengono recapitati proprio il mercoledì, fatto sta che da quando apro gli occhi a quando li chiudo, sono stremato anche solo dall'idea di dover trascorrere tale giornata. Vasco cantava "Odio il lunedì" per me quello peggiore avviene due giorni più tardi, forse l'unica che apprezzo e Mercoledì Addams, qui sotto riporto una bella foto esplicativa. Se tutti i mercoledì fossero simpaticamente macabri e ironici come la piccola, sarebbe tutto un altro dire, che peccato.

venerdì 11 aprile 2014

NINJA SULLA SPIAGGIA

Avevo questa foto sul profilo di 20lines, il sito per scrittori dal quale mi sono appena cancellato, l'ho fatto semplicemente perché non mi è servito a nulla per quel che è riguardato il concorso da loro organizzato, e di certo non mi servirà in futuro per le mie "opere". In realtà lo trovo un social network come tanti altri e sono la cosa che detesto di più del web, ragion per cui dal mio blog personale vi mando il mio saluto.

mercoledì 9 aprile 2014

FARE UN BREAK E' SEMPRE UTILE

Sono di ritorno da un lungo fine settimana dedito al relax con la mia famiglia, sempre lì al solito mare. Purtroppo il tempo è stato un po' inclemente con noi, su quattro giorni di permanenza tre sono stati brutti, solo l'ultimo ci ha graziato con il sol leone, ma ahimé l'abbiamo vissuto poco. Comunque ci siamo divertiti, tutto sommato è stato utile ritirarci in un luogo diverso dalla nostra abituale dimora, per spezzare un po' il circolo della routine quotidiana e regalarci un piccola vacanza, visto che i miei ultimi giorni di ferie risalgono ad agosto, ha significato questo, una grossa necessità da parte mia e non solo. La nota dolente del recarmi nel posto che mia ho ospitato per due anni consecutivi, ma anche per tutte le ferie estive, è che la casa dove soggiorniamo non mi accetta, ovvero, appena metto piede lì, starnutisco in continuazione finché non faccio ritorno a Milano. Ho pensato più volte che l'ultimo mio respiro l'esalerò con uno starnuto proprio in quella casa, perdendo oltre al respiro anche il cervello. E' una cosa davvero fastidiosa, non ho nemmeno il tempo di poter dire una frase senza metterci quindici starnuti dentro, però i miei figli sono così felici di andare in quella bella casetta che non posso sottrarmi a questo supplizio, mi curo imbottendomi di antistaminici e via andare.
Questi giorni sono stati preziosi per diversi motivi, il primo fra tutti, che finalmente mia figlia ha imparato ad andare in bicicletta senza rotelle ovviamente ed è stato letteralmente un trionfo. In principio non voleva neanche avvicinarsi alle due ruote, poi vedendo le sue amiche al parchetto in preda a corse folli e spericolate, ha sentito il desiderio di mettersi sopra e provare senza pensarci su troppo. E' stata brava la mia pargola, ora che ha preso dimestichezza col mezzo, non vorrebbe mai scendere. Il secondo motivo per cui sono felice di essere andato al mare, è che abbiamo conosciuto la piccola Gemma, l'ultima pupattola nata 4 mesi fa da una coppia di nostri amici, davvero stupenda. Un'altra ragione per la quale sono contento di aver staccato dal nostro solito tran tran, è stato per un bisogno oggettivo di riprenderci come famiglia, cioè abbiamo sentito la voglia di stare dentro il nucleo per coccolarci e vivere insieme senza l'invasione da parte di nessun altro. Credo che ne avessimo davvero bisogno. Sia io che mia moglie, siamo riusciti a stare con i nostri figli in modo separato, cioè con entrambi abbiamo dedicato loro del tempo esclusivo trascorso singolarmente e interscambiandoci all'occasione. Questo tipo di approccio è difficile da attuare quando siamo a casa nostra, perché il templo a disposizione è poco e si deve ottimizzarlo il più possibile. Terzo, questo weekend ha messo le basi per un progetto futuro enorme, nel quale saremo chiamati a metterci in gioco come mai prima d'ora. La strada si prospetta non proprio semplice però l'unione fa la forza e più siamo e meglio è...

martedì 1 aprile 2014

VITA ALTERNATIVA

Sentendo tutte le persone che conosco e non di meno quello che non so chi siano, odo nell'aere una voce accorata di individui insoddisfatti della propria esistenza. Tutti si lamentano del troppo lavoro e dei pochi soldi guadagnati, dello stress accumulato per colpa di una vita frenetica e delle malattie che questo assurdo stile di vita comporta. Il tempo viene bruciato in cose che nella fattispecie non porta a nulla di concreto, per meglio dire, viene impiegato male in faccende che non rende felici proprio nessuno, trascurando così, ciò che servirebbe a sviluppare meglio i rapporti umani, ma ancor prima del tempo utile a noi stessi.
In questo periodo mia moglie sta attraversando una fase "green" e leggendo qua e là su vari siti, blog e libri, è arrivata a documentarsi per bene su una nuova linea di pensiero, quella che viene definita LA DECRESCITA FELICE. Non sto qui a spiegare in che cosa si tratti tale movimento (poiché hanno tanto di sito che lo spiega meglio di me), però credo sia forse l'unica soluzione possibile per uscire dal vortice di un sistema malato che conduce molto rapidamente all'incenerimento dello spirito e del corpo. Ci sono varie fasi all'interno di questa nuova filosofia, che poi tanto nuova a ben vedere non è, in quanto sarebbe quella di ritornare a fare ciò che i nostri nonni facevano un tempo, e l'ultimo stadio a cui si aspira ad arrivare sta nell'autoproduzione totale di quello che si consuma, esattamente come veniva fatto una volta. Ritorno alle origini, anzi alle radici, nel senso più letterale della parola, cioè tornare a coltivare nelle campagne e riscoprire i vecchi valori della terra, per riuscire ad abbandonare la frenesia di correre senza freni dietro a lavori logoranti e perdere l'abitudine di circondarsi di cose superflue. Il percorso non è certo semplice, non è impossibile perché sennò non si spiegherebbe il sempre maggior afflusso di persone che sposano questa idea di vita, però ci vuole, pazienza, disciplina e una buona dose di coraggio. Come tutte le idee è piuttosto utopica se vista su larga scala, però anche fare individualmente quegli accorgimenti suggeriti, cambia di molto la visione che si ha del consumo, dell'ecologia e perché no, della vita intera. Per affrontare di petto il nuovo concetto ecologista/agricolo, mia moglie ha costruito un piccolo orticello sul balcone, mettendo cose di facile coltivazione come basilico, menta e rucola. I nostri bimbi hanno partecipato attivamente all'edificazione dell'orto urbano, mettendo le proprie manine nella terra insieme ai semi e all'acqua per annaffiarli. Posso dire apertamente che né io né mia moglie abbiamo il pollice verde, e tutte le piante avute in passato non hanno mai smentito tale fatto, quindi siamo partiti in sordina, prendendo coscienza dei nostri limiti ed entrando nell'ottica di correggere il tiro durante il percorso che si prospetta difficoltoso. Però devo dire che è una cosa che rimette in sesto il rapporto uomo-natura in maniera molto rapida, seppur non è stato fatto ancora nulla di concreto, cioè che non è ancora cresciuto niente di quanto seminato, tutta la famiglia è stata caricata di una nuova speranza nella maniera in cui solo un germoglio in nascita sa dare. E' l'allegoria perfetta per una nuova speranza. Una semplice pianticella ha la forza di crescere e rendere migliore la nostra alimentazione, il nostro concetto di autoproduzione e perché no, migliora anche il nostro balcone

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...