domenica 31 gennaio 2016

L'EPOPEA DI FASTWEB

Finiti i lavori in casa, mia moglie ed io, abbiamo pensato che era ora di mettere una connessione più efficace del telefonino e dell' iPad. A dire il vero, la connessione che avevamo con il tablet della Apple ci è scaduta oggi e per giocare d'anticipo abbiamo pensato ad una connessione rapida e veloce; Fastweb è stata la nostra prima scelta. A dispetto della velocità della fibra ottica, delle connessioni di nuova generazione e tutti pacchetti che offrono, il servizio tecnico è un disastro, ovvero, non è all'altezza delle prestazioni informatiche tanto conclamate. Stare nelle loro mani vuol dire perdere un sacco di tempo.
Tutto è iniziato così:
Giovedì mattina, ricevo una telefonata dal call center in cui mi comunicano che il tecnico non può venire all'orario stabilito e che si sarebbe fatto in serata, già questo non è un punto a loro favore. Poi invece il tecnico mi chiama per dire che riesce ad arrivare per le 13.00 o giù di lì.
Ok, basta che arrivi!
Si presentano in casa due tizi che a stento parlano italiano, (non che abbia problemi a riguardo, per carità; però se spiegassero qualcosa durante il lavoro e poi, capissero quello che uno ha da chiedere, il tutto risulterebbe molto più semplice.) cercano per qualche minuto la presa del telefono, aprono tutte le scatole elettriche e finalmente la trovano, proprio davanti alla porta d'entrata. La posizione non è il massimo, ma né io né mia moglie siamo esperti in materia per cui li lasciamo fare. Finiscono molto rapidamente e si dileguano come uno sciame d'api. Quando se ne vanno via, ci rendiamo conto del lavoraccio che è stato fatto. Per prima cosa: la posizione infelice non ci permette di collegare nessun tipo di apparecchio presente in casa; seconda cosa, ci lasciano una bella matassa di fili pendenti, che tradotto significa: un parco giochi per i nostri gatti. Infatti, al calar delle tenebre, quando i gatti si muovono come matti per il gioco notturno, questi si avventano sui cavi di fibra ottica e li distruggono. Fine della connessione.
Il giorno dopo richiamiamo il call center, spieghiamo la situazione ed esprimiamo il desiderio di far venire di nuovo dei tecnici per spostare il modem e tutto quel groviglio di fili.
A mezzogiorno arriva un tecnico totalmente impreparato per l'intervento da effettuare, cioè, sostituisce i cavi danneggiati e mi dice di chiamare il call center per prenotare lo spostamento. Ma non era quello che avevo fatto? Lui era lì perché avevo prenotato l'intervento, o no? Fatto sta, che lui i fili lunghi non ce li aveva con sé, per questo motivo devo richiamare e farne uscire un altro. Richiamo per l'ennesima volta il call center di Durazzo e spiego ancora l'inconveniente ad un'altra operatrice, poi ad un operatore che mi passa il responsabile, che a sua volta mi passa la cugina del vecchio saggio, poi la madre della bella del paese, il cane del sindaco e alla fine finisco col parlare con mia moglie che sta aspettando di essere collegata con un operatore. Eh????
Oggi sono arrivati per la terza volta i tecnici. Guardano il modem e chiedono che cos'è che non va. Spieghiamo loro la solita tiritera e cosa ci rispondono? Che dobbiamo prenotare un tecnico per lo spostamento. Ma no!!! Abbiamo prenotato voi, a 70 euro per l'uscita. Si guardano in faccia loro due e alla fine si convincono. Armeggiano con i fili, spostano mobili, vanno in giro per casa e concludono che non riescono a fare la modifica oggi. Ma come? Perché?
A questo punto io e mia moglie gli comunichiamo la volontà di recedere dal contratto, dato che siamo ancora in tempo, però lui ci ferma dicendo che se domani sera gli facciamo trovare una canalina per i fili, ci sposta, dove ha più senso che stia, quel dannato modem.
Lo trovo davvero assurdo, una cosa fuori da ogni senso logico, ma alla fine sono in ballo e ballerò finché riesco, altrimenti ritorno alla chetichella diritto dritto all'età della pietra, ma almeno non ho con me un miliardo di fastidi in fibra ottica.
Staremo a vedere domani come si svilupperà la questione...

FASTWEB sì; ma SLOW, anzi, VERY SLOW TECH!

                                                                                                               e due indietro!

mercoledì 27 gennaio 2016

IL GIOCATTOLO PREFERITO

Siamo appena sopravvissuti al Natale e quello che resta, oltre ai chili di troppo per le pantagrueliche mangiate di cenoni e pranzi, sono i regali dei bambini, ricevuti sempre e solo da LUI; ovvio.
Un bambino non può dirsi veramente soddisfatto se non ha ottenuto un nuovo giocattolo durante il giorno X (-mas), anche se poi questo non verrà considerato in futuro. E' una regola non scritta che bisogna accettare e sottoscrivere.
Ad un mese di distanza dalla festa natalizia i regali sono ormai divenuti obsoleti, sorpassati e poi accantonati in una angolo remoto della stanza senza più essere presi in considerazione durante i giochi giornalieri. Per questo motivo nel bambino nasce il bisogno di ricevere qualcosa di nuovo che faccia scattare il lui quella curiosità che lo permetterà di giocare con un ritrovato interesse; certo non si può comprare ogni volta un balocco nuovo di pacca, e allora ecco che corrono in aiuto i vecchi Exogini di papà.
Domenica scorsa siamo andati a festeggiare il compleanno di mio fratello, in quella che una volta era la mia casa d'infanzia. Ovviamente mia madre tra le tante cose che ha tenuto da parte come ricordi dei suoi figli, ha messo via anche i miei giocattoli preferiti. Guarda caso, dentro ad una scatola piena di action figures mio figlio ha trovato gli Exogini. In realtà li aveva già conosciuti nelle visite precedenti ma chissà perché, in questa occasione se n'è innamorato perdutamente, tanto che i personaggi minuscoli sono tornati a casa con noi.
Ogni momento è buono per giocare con questa sottospecie di alieni degli anni '80 e come posso negarmi difronte a tale necessità, per cui, mi unisco al gioco forsennato di mio figlio, inscenando guerre galattiche, compiendo combattimenti epici ed inseguendoci l'un l'altro con i camion dove possono essere contenuti praticamente tutti. E' uno spasso mai visto.
Per dargli una connotazione comprensibile agli occhi di mio figlio, gli ho spiegato per filo e per segno cosa sono, da dove vengono e come si chiamano i nostri piccoli eroi. Credo di avergli passato lo stesso amore che nutrivo per quei personaggi, grandi quanto un pollice, conseguentemente io ho riscoperto un vecchia fiamma.
Venerdì mio figlio farà vedere ai suoi amici questi fantomatici Exogini e giocarci insieme per tutto il pomeriggio. Ovviamente io mi devo fare da parte, non intralciando il gioco dei bambini, ma so già che fremerò dalla voglia di unirmi a loro, ma cosa ancor più importante, devo controllare che nessuno se li porti via o me li mangio!!!


lunedì 25 gennaio 2016

LA VITA E' COME UN RING, FORZA SUGAR!

Siamo a domenica, o meglio è già lunedì, e la settimana che mi sono lasciato alle spalle è stata un'avventura lunga e faticosa, ma non per questo, priva di soddisfazioni. Finalmente i lavori di casa sono terminati, manca ancora qualcosina ma sono solo dettagli che si possono portare a compimento nei prossimi giorni senza grandi sforzi; cose che oramai potrei fare a occhi chiusi.
Ora devo solo pensare a studiare per bene quello che ho da preparare per il primo pomeriggio di oggi, eppure le forze mi mancano e la concentrazione anche. Sono le 02.30 del mattino e posso dire francamente di essere poco presente sia con la testa che con il fisico. Mi metterei a dormire sulla scrivania dove è appoggiato il mio pc, scaraventerei le cuffie con le quali lavoro e spegnerei la luce dell'ufficio per piombare in un sonno profondo, purtroppo però sono a lavoro e questi miei desideri mi vengono negati, poi cribbio, devo studiare!
Non posso perdere di vista il mio obiettivo e devo farmi forza in questi momenti, motivandomi, spronandomi e ripetendomi che devo assolutamente esercitarmi anche se la voglia non c'è e le forze mancano. Il mio maestro fra qualche ora sarà lì con il dito puntato, pronto a dirmi quante volte sbaglio ed io sinceramente non ho voglia di un'altra strigliata come quelle che ho preso le settimane passate, perciò, tirando fuori tutto l'orgoglio che ho, adesso prendo in mano le bacchette, leggo gli spartiti e vado avanti finché non sarò abbastanza pronto, o stremato, da smettere.
Il lunedì è per me un giorno di grande stress emotivo, ma non per questo mi tiro indietro difronte alle difficoltà. Anzi, dovrebbe servirmi da monito per le successive lezioni e affrontare i miei obblighi con maturità e abnegazione.
Io ce la metto tutta, speriamo che il mio maestro apprezzi lo sforzo. Ok, mi sto dilungando troppo. Sedicesimi con pause, ottavi e paradiddle ora vengo da voi per suonarvele.




sabato 23 gennaio 2016

PRONTI ALLA PUBBLICAZIONE

E' terminato il primo album dei Twenty Euro For Love ed ora si apriranno le porte del successo!
A parte i sogni difficilmente realizzabili, il prodotto è molto soddisfacente e i brani meritano un ascolto continuativo 24h non stop, anche perché non ci si stanca mai di sentire surfeggiare la chitarra, il basso e la batteria, avvolti come sono dentro un mood di piacevole energia ed identificabili con una nuova identità musicale. Questo basta per invogliare all'ascolto?
A breve posterò il primo singolo con il quale vorremmo far uscire l'album e di conseguenza anche la copertina e tutto il resto. Insomma, terrò informato il pubblico si tutti gli avvenimenti che si sviluppano introno al nostro primo lavoro, intanto ecco un assaggio del nuovo logo.



mercoledì 20 gennaio 2016

L'IKEA MI HA ROVINATO LA VITA

Le sacre scritture (sacre non per tutti) dicevano che l'uomo venne generato per mezzo di un po' di fango e con una quantità non meglio precisata di saliva, il che la dice lunga sulla creazione umana. Molti secoli dopo, un intraprendente uomo svedese di nome Ingvar Kamprad riprese la stessa metodologia biblica per creare del mobilio domestico a buon mercato. La sua fu un'idea per molti vincente, ossia, quella di fabbricare i mobili con lo sputo, da qui nacque Ikea.
Anni fa ero un sostenitore della qualità dell'arredamento nordeuropeo, ma poi con il passare del tempo mi sono decisamente ricreduto. Ne ho comprati parecchi di mobili dal colosso svedese, talmente tanti che se non avessero quei nomi assurdi me li ricorderei tutti, per questo parlo con una certa cognizione di causa. C'è da dire una cosa a favore del marchio in oggetto, le loro creazioni sono esteticamente graziose, a volte insolite, oserei dire addirittura geniali, ma in fatto di qualità lasciano molto a desiderare. Vedendoli nei loro immensi negozi sembrano robusti e affidabili, quando poi però quando arrivano a casa il discorso cambia parecchio, cioè, il mobilio rimane esattamente come quello visto in esposizione, ma nel momento in cui si deve montare l'ambaradam, si capisce subito di che pasta è fatta quella roba.
Prima regola: non montare con troppa forza.
Seconda regola: non smontare con troppa forza.
Terza regola: non smontare un bel niente.
Oggi, mia moglie ed io, siamo andati avanti con i nostri interminabili lavori domestici e ahimé, ho dovuto smontare ben due articoli comprati da quel negozio, che se non è crollato dopo tutti i malefici che gli ho mandato stamattina, non crollerà mai più. Ebbene, mi sono reso conto che per mantenere quei mobili intatti, non bisogna spostarli da dove sono stati riposti dopo il montaggio, poi è vietatissimo smontarli ed è caldamente sconsigliato guardarli troppo a lungo poiché crollerebbero come castelli di sabbia.
L'Ikea sostiene il ripopolamento dei boschi ed è amico della natura, lo credo bene, di legno non ce ne mettono in quello che producono, sono soltanto dei pezzi di truciolato pressato con il cartone, quindi in fatto di resistenza sono davvero miseri. Sono economici è vero, però non te li regala mica il signor Kamprad, anzi, il prezzo non è poi così leggero come vorrebbero i clienti. E poi lo sbattimento che procura mettersi lì con viti, martello, pinza e tutto quello che Manny Tuttofare ha di solito con sé; no, no, questa si chiama tortura.
Quando ho smontato l'armadio per poco non si sgretolava sotto le mie mani e per un attimo ho creduto che l'anno scorso mi avessero venduto un blocco di torrone tenero e ci avessero applicato due ante ed uno specchio in mezzo, solo per farmi contento. Giunto al letto a castello dei miei figli, mi sono accorto di quanto sia soffice il ferro di matrice svedese; in poche parole, dopo il montaggio è ancora più precario di quanto mi ricordassi. Ora più che un castello sembra una gogna medievale.
Tra l'altro mi sto rendendo conto solo ora, che dopo le innumerevoli imprecazioni che ho spedito in Svezia, ho ricevuto un nemico mascherato da gatto che ha reso le cose ancor più difficili. Ah no, un momento quello era Eddy il mio di gatto, va beh, secondo me è un loro alleato. Ok, vorrà dire che gli comprerò una lettiera a marchio Ikea, così quando sarà dentro ad espletare i suoi bisogni si renderà conto di molte cose terribili che capitano ai gatti in Svezia. (Non è vero, ma tanto lui non lo sa)
C'è anche un'altra cosa alquanto inquietante, tutti gli attrezzi (Ikea) adoperati oggi, nell'esatto istante in cui li riponevo ordinatamente affianco a me, per poi riprenderli subito dopo, questi sparivano, si dileguavano, scomparivano dalla mia vista, ciò si è tramutato in interinabili minuti persi per cercarli.
Io conosco un bambino svedese con dei poteri sovrannaturali, cioè, penso sia il figlio di Satana e tempo fa mi sono recato proprio nel luogo dove è avvenuta la sua genesi, ossia in Svezia e da quel momento in poi mi sento addosso una maledizione per cui tutti i mobili Ikea presenti in casa mia si rivoltano contro di me. Non mi interessa sono pronto alla sfida, mi difenderò andando da un altro rivenditore. A proposito, ma esiste ancora Aiazzone?


lunedì 18 gennaio 2016

UN KICK ALLA FATICA

Oggi è stata una giornata cromaticamente intensa, cioè, non è che sono diventato di tutti i colori, bé si forse un po', però quello che intendo dire, è che questa mattina ho iniziato a dipingere alle 11.00 ed ho finito alle 20.30. La sacra arte della pittura mi ha visto protagonista della decorazione di quella che sarà la nostra futura camera matrimoniale. Detta così sembra che abbia la camera più grande del mondo, in realtà ho dovuto preparare tutta l'attrezzatura, alternare diversi materiali da spalmare ben bene sulle pareti, lavare i pennelli, il rullo, stendere lo scotch ovunque e imbrattare tutto il parquet con delle gocce grosse come polpette. E' stata lunga ma alla fine ce l'ho fatta.
Credo che dovrei comunque dare un'altra mano, perché avendo terminato al calar delle tenebre e purtroppo, avendo anche rotto con il bastone del rullo, l'unica lampada che mi faceva una luce globale all'interno della stanza, devo aver lasciato di sicuro qualche spazio bianco. Domani passerò al setaccio dei miei occhi miopi, tutti i pori del muro per verificare che ci siano le particelle di quella costosissima vernice termica. Se vedrò che non è stata distribuita i maniera omogenea dappertutto, vorrà dire che mi rimboccherò le maniche, mi tapperò il naso e mi tufferò dentro il secchio per farmi sparare contro il muro e finere il lavoro come farebbe Pollock.
Tutto questo preambolo, l'ho fatto per dire che non ho studiato nulla per la lezione di batteria che avrò domani (ore locali di Milano, qui in ufficio sono già le 01.18) e al mio maestro dirò che non voglio essere più un batterista, bensì voglio diventare un imbianchino. Al che, lui mi lancerà la grancassa addosso, mi spezzerà il crash in testa e mi romperà i denti con il rullante; insomma, me le suona.
Mannaggia il lunedì è diventato un giorno di tremenda ansia per me.
Non tutto il male vien per nuocere,
(-E non tutto il riso vien per scuocere.
-Ma che significa?
-Boh, era per fare rima.
-Sarebbe meglio dire il riso abbonda sulla bocca degli stolti.
-Dei cinesi.
-Come, dei cinesi?
-Chi mangia sempre il riso? I cinesi.
-Pessima.)
Ovviamente, al mio maestro non gli posso dire nemmeno che vorrei fare il comico.
Comunque, dicevo... ah sì, stasera a lavoro ho ricevuto un bel pedale Tama Power Glide nuovo di pacca ( in acciaio 18/10, una mountan bike shimano a 21 velocità ed un copri letto in lana merinos. Tutto solo se chiamate Mondial Casa!)
Ma perché queste interferenze stasera?
Sono riuscito ad averlo grazie ad un baratto con un mio collega e la cosa mi soddisfa alquanto.
Perciò, quando il mio maestro domani vorrà uccidermi con il resto della batteria (di pentole Mondial Casa) io risponderò con un kick sugli stinchi!
Ok mi metto a studiare.

martedì 12 gennaio 2016

BENTORNATO A CASA SPORCHINO

A casa siamo in preda ai lavori di ogni genere, spostamento dei mobili, imbiancatura delle pareti, caccia alla muffa, eliminazione del ciarpame, dei vecchi giocattoli e chi più ne ha più ne metta. In tutto questo trambusto dove ogni cosa è fuori posto e la confusione ha preso il sopravvento, oggi è saltato fuori proprio lui: Sporchino.
Io fino a qualche giorno fa credevo fosse in casa, ma poi, avendo rigirato le nostre mura e tutto quello che c'è dentro, avevo perso le speranze. Invece mia moglie deve averci creduto più di me e alla fine è stata lei a trovarlo, anche se assicura di aver visto nei giorni scorsi proprio dentro il posto dove poi è stato ritrovato.
Durante la fase del riassestamento della stanza dei bimbi, le è caduto l'occhio dentro ad un affare dell'Ikea, ideato per metterci all'interno delle piccole cose, una specie di cilindro di stoffa con inserita una molla per piegarlo. Quel mascalzone se ne stava lì bello beato, mentre noi ci siamo disperati per due settimane. A onor del vero, mia moglie è sicura che il caro Sporchino se ne sia andato volontariamente, dopo che mio figlio si è dimenticato di lui in qualche posto, perciò, per dargli una lezione ha fatto i bagagli e si è concesso una piccola vacanza. Poi deve aver spiato la reazione chissà da dove e soltanto dopo qualche giorno, cioè, quando ha ritenuto che la sofferenza del suo padroncino fosse arrivata al limite, si è fatto trovare.
Mia moglie è arrivata correndo urlando:
"Sporchino, Sporchino eccolo!"
Per un attimo non credevo fosse possibile, però poi, nel vederlo volteggiare in aria mi sono tolto un peso.
Mi sono presentato puntuale davanti ai cancelli della scuola alle 16.30 per portare a casa i miei piccoli scolari e avevo una voglia matta di spifferare il ritrovamento che quasi non riuscivo a resistere, però ho fatto il bravo e sono stato vago per tutto il tragitto imbastendo un discorso assurdo, su cose che non avevano alcun senso, perché avevo l'acquolina della notizia succulenta che mi scendeva da un lato della bocca, ma non dovevo farmi beccare.
Tornati a casa, mio figlio non si è accorto subito che il suo amico lo stava aspettando sul divano, poi quando se n'è accorto ha avuto un sussulto. Credo che in quel momento la sua gioia fosse al settimo cielo, l'ho vista nei suoi occhi. Finalmente stasera andrà a dormire soddisfatto e felice.
Bentornato Sporchino, ci hai fatto prendere un bello spavento.


lunedì 11 gennaio 2016

REVOLUTIONIZING HOME

Come si può stravolgere nuovamente una casa, dopo averla sistemata da poco? Semplice, basta aver sposato una donna dalle idee rivoluzionarie ed il gioco è fatto.
Il progetto è questo: scambiare la camera dei bimbi con la nostra. Detto così, sembra la cosa più facile del mondo, ma in realtà non lo è affatto.
Lo scambio delle due camere è necessario per un semplice motivo, cioè, quello di ottenere più spazio per noi genitori. Da quando ci siamo trasferiti in questa casa, (ormai sono quasi tre anni), la camera più grande l'abbiamo lasciata ai bimbi, mentre noi ci siamo rifugiati in quella più piccola, stravolgendola diverse volte pur di ottenere l'attuale sistemazione. La cosa è andata liscia fino a quando mia moglie non si è resa conto che nella nostra stanza è impossibile muoversi in maniera agile, se poi ci aggiungiamo una culla dalle fattezze del sommergibile Toti, la richiesta di metri quadri diventa un bisogno impellente. Inoltre abbiamo constatato fin da subito, che ai nostri figli piace di più giocare nella nostra stanza piuttosto che nella loro. Il motivo è davvero inspiegabile, però sono lì che si svolgono la maggior parte delle loro avventure ludiche.
L'altro giorno la mia dolce ristrutturatrice d'interni, mi accenna a questo scambio improvviso. Io sulle prime non ho colto l'innovazione, anzi, mi è sembrato di fare un torto ai pargoli, poi però l'architetto di casa, mi ha esposto punto per punto tutti i vantaggi che ne ricaveremmo noi come famiglia da questo scambio. Ovviamente ho accettato.
Il problema più grosso è quello di far passare il nostro letto e gli armadi nell'altra stanza che sta proprio di fianco. Se ultimamente non avessi messo nel corridoio un'armadiatura enorme quanto le teste di Rapanui, il passaggio del mobilio non sarebbe così difficoltoso, ma dato che c'è ed è impossibile spostarla, mi devo mettere l'anima in pace e smontare pezzo per pezzo ogni componente che occupa le stanze. Per evitare tutto ciò, ho pensato di far scorrere l'arredamento da parte a parte facendolo passare tra le porte, inclinando, spostando, appiattendo e nel mentre imprecando, tutto quello che avrà una nuova destinazione; poi con l'aiuto della Fata Smemorina e la sua bacchetta magica, fare in modo che nulla venga distrutto. Purtroppo per me la Fata è andata in pensione da quel dì, quindi significa che dovrò fare da solo. Ho provato anche a contattare Mago Merlino, ma mi hanno detto che è deceduto e il Genio della Lampada di Aladino è impossibilitato a venire in Italia, visti i grossi problemi politici che affliggono il Medio Oriente da qualche tempo a questa parte (rischierebbe di perdere la testa). Onde evitare un macello diplomatico come quello dei Marò, mi rimboccherò le maniche, mi armerò di cacciavite e smonterò tutto ciò che ho comprato all'Ikea, con la speranza di non ridurre in briciole tutto il lavoro di sapienti designer svedesi che prima di dare i nomi ai mobili si sbronzano di sana pianta, e restare con un sacco a pelo matrimoniale ed un attaccapanni come quello che avevo preso da Zabriskie Point, quando andai a vivere con mia moglie all'inizio della nostra storia d'amore, fatta di traslochi, ristrutturazioni e idee lampanti.





sabato 9 gennaio 2016

IL PIANO E' IL MIO FORTE

Il 7 gennaio è ripartita l'intera società dopo le feste e noi come famiglia pure. Siamo risaliti sulla nostra giostra abituale, quella sulla quale è impossibile fermarsi, quella che ci fa girare ogni giorno della settimana senza sosta, insomma, la nostra routine. Tutto è ricominciato come da copione e noi come attori, abbiamo fatto partire il nostro show.
Con l'anno nuovo ho iniziato un nuovo corso al CEM, quello di pianoforte. Ho sempre avuto l'intenzione di seguire un corso di questo tipo, ma vuoi perché le lezioni private costano un occhio della testa, vuoi perché un piano in casa non l'ho mai avuto, fatto sta che non ho mai intrapreso questo percorso. Però nella scuola dove sono iscritto c'è anche questa opportunità e non me la sono fatta sfuggire, in visione del fatto che i miei progetti futuri sono quelli di diventare un maestro di musica a tutto tondo. Ora sono solo tondo a causa degli eccessi alimentari, ma nell'avvenire apporterò delle modifiche per prima cosa al mio peso corporeo, poi effettuerò una conoscenza più approfondita della materia musicale, nonché delle migliorie alla mia personale preparazione.
Oggi ho incontrato il docente che tiene il corso e mi ha fatto una buona impressione, nonostante sia stralunato come tutti i maestri, e conseguentemente ho conosciuto i miei compagni. Come spesso accade quando mi trovo a restare ii un luogo chiuso con altre persone, sono nella condizione di essere il più giovane di tutti, ma oggi più che mai, mi sono sentito quasi il figlio dei miei colleghi corsisti. Essendo questa una scuola aperta a tutti, ognuno ha la libertà di frequentare ciò che più desidera, se si aggiunge poi, che il corso si tiene nel primo pomeriggio è presto fatta l'età media degli allievi. C'è da dire che molti di loro sono decisamente più preparati di me ed hanno un livello molto superiore rispetto a quello dove io risiedo, ossia il livello 0, però sono lì per imparare e va bene anche così.
Come si dice: l'esperienza insegna.



martedì 5 gennaio 2016

UN LOGO DA FAR GIRARE E RICORDARE




Questa è una proposta giunta oggi per il logo della mia band. E'stato prodotto dalle sapienti mani del nostro socio bassista, e credo che il risultato sia decisamente riuscito.
Nel marketing bisogna far circolare un marchio anche se non si sa bene cosa si tratti, solo per suscitare una certa curiosità, poi il resto viene pian piano.
Come è successo per la t-shirt dei Ramones, che è più famosa del gruppo stesso, bisogna fare in modo che questo marchio sia sulla bocca di tutti, poi quando arriverà il disco, almeno il nome sarà già memorizzato.

lunedì 4 gennaio 2016

CERCASI SPORCHINO DISPERATAMENTE

Ci sono delle amicizie che vanno al di là del semplice rapporto tra individui della stessa specie. A volte si creano dei legami forti, indissolubili ed inseparabili con degli oggetti a prima vista banali, cioè, noi adulti rientriamo siano così poiché non riusciamo più a percepire, per esempio, quel che lega un bambino al suo peluche.
Mio figlio ha perso il suo pupazzetto preferito: Sporchino; sono giorni che lo cerca in ogni dove ma inutilmente, non riesce a trovarlo da nessuna parte. Eppure, per quante volte lui abbia creduto di averlo perso, l'ha sempre ritrovato o sotto il letto, o tra i cuscini del divano, o tra gli altri balocchi e il suo stato d'animo ritornava il linea con il suo mondo fantastico. Ultimamente invece non c'è pace per lui, pensa a dove possa essere finito e si strugge per il suo amichetto scomparso. Mia moglie, mia figlia ed io gli abbiamo dato una mano nelle ricerche, abbiamo messo a soqquadro tutta la casa, e per quanto sia stato grande l'impegno, Sporchino rimane nascosto in qualche luogo a noi sconosciuto.
Proprio in questo momento mi sto massaggiando con mia moglie perché le ricerche non cessano mai, e abbiamo fatto qualche ragionamento su dove possa essere il peluche. Dopo diverse elucubrazioni, siamo giunti alla conclusione che possa trovarsi in auto.
E' scesa per vedere se è davvero lì.
Nulla, non c'è.
Però mi ha mandato una foto che risale a giovedì mattina, ovvero l'ultimo giorno prima della scomparsa, e dietro mio figlio c'è Sporchino! La foto è stata scattata in camera da letto dei bimbi, per cui è ancora in casa. Mia moglie è andata a verificare.
Ancora niente, ma è sicura che sia in casa nostra e non altrove. Domani passeremo a setaccio ogni centimetro quadrato di tutto l'appartamento.
Mia moglie mi ha comunicato che prima è andato a dormire con il suo disegno, ovvero una rappresentazione dell'oggetto, o meglio, dell'amico smarrito.
Quanto mi dispiace per lui, lo sento che soffre. Per noi adulti potrebbe sembrare una sciocchezza, però comprendo quanto dolore procura lo smarrimento del pupazzetto preferito, io ne so qualcosa.
Un tempo anch'io persi uno dei miei tanti peluche, ma quello che portavo dietro dappertutto era un cucciolo di leone. Era un amico fidato, sempre pronto a consolarmi durante le lunghe ore notturne, mi proteggeva dagli incubi e mi rassicurava quando c'era qualcosa che mi rattristava. Poi un giorno lo persi nel più banale dei modi. Semplicemente mi accorsi di non averlo più tra le mani. Che strazio fu, una vera tragedia.
Devo ammettere che a tal proposito il film Toy Story ha fatto scuola, è riuscito a rappresentare esattamente quel che significa un giocattolo per un bambino e ancor di più, quello che si pensa nel momento in cui i giochi rimangono a riposo.
Per un bambino ogni oggetto possiede un'anima e per questo, i giocattoli prendono vita quando si trovano accanto a loro padroncino. Diventano delle persone a tutti gli effetti e di conseguenza si soffre quando spariscono. Credo, non tanto perché il bambino non ha più il suo gioco, ma piuttosto perché s'immedesimano nello smarrimento, è come se si mettessero al loro posto e in maniera empatica sentissero l'abbandono.
Spero davvero che domani Sporchino torni tra le braccia di mio figlio, perché non posso accettare che sia finito chissà dove e poi devo ammetterlo, mi ci sono affezionato anch'io.
Torna a casa Sporchino, il tuo padroncino sta soffrendo per te!
Ci manchi.


sabato 2 gennaio 2016

DIGIUNO ASSOLUTO

Le festività lasciano sempre quel qualcosa in più che non sappiamo ben identificare, sarà la nostalgia delle feste appena trascorse in famiglia, la magia che pian piano si dissolve e torna lentamente alla sua regolarità, ma prima che ciò avvenga, viene deposto un piccolo sassolino come ricordo dei quei momenti, l'armonia che si respira nell'aria, oppure, sono soltanto i chili di troppo ad aver scaricato quel senso di pienezza difficile da smaltire e che si trascina dietro come una zavorra pesante.
Ebbene, oggi ho fatto di tutto per riempire quella zavorra e come buono proposito dell'anno nuovo, propongo un giorno di digiuno totale da ogni forma di cibo. Chissà se ci riuscirò, per ora mi sento talmente satollo da roteare in aria come una mongolfiera. Finite le feste si torna a sudare in palestra e a mangiare di meno. Così è stato stabilito, così ho detto.


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...