venerdì 30 gennaio 2015

IL PIACERE CARNALE

Dalla finestra si vede e si sente, l'inizio di una giornata stressante per tutti quelli che sono al di fuori. Per noi no, perché siamo sotto le coperte a riprenderci quel tepore lasciato qualche ora prima.
Ci scambiamo opinioni, idee e battute di spirito, poi le parole diventano sempre più dolci fino ad arrivare a dei flebili sussurri.
Inizia il rituale che ci vede interpreti di una serie di movimenti morbidi, delicati, piacevoli, sono quelli del principio dell'amore.
Vedo il suo collo elegante, libero da qualunque collana, pronto a ricevere le mie mani e le mie labbra. Bacio tutto intorno alla gola, fino ad arrivarle sotto il mento; apro la mia bocca e le lecco le labbra semi aperte, dalle quali spunta la sua lingua umida che si accende incontrando la mia.
Il profumo inebriante proviene del petto, voluttuoso e candido come piccole ciotole di panna montata. Ci affondo il mio viso e mi riempio del suo odore. L'annuso ripetutamente come se dal centro dei suoi seni provenisse una sorta di salubre brezza marina. L'effluvio mi carica a tal punto, da diventare bramoso di ogni centimetro del suo corpo. Sfioro le molecole della sua pelle e al tatto le sento lisce, fresche, quasi fossero evanescenti come tanti piccole nuvole, allora mordo leggermente l'epidermide per sentirne la consistenza; il mio gusto è colmo del suo sapore. Le pizzico l'incavo delle ascelle depilate, che profumano naturalmente di fiori. Sotto i miei polpastrelli premo quel poco che basta, per far scivolare tra le dita, quel lembo di carne soffice e, piano piano mi ci attacco con la bocca, per estrarre da lì il nettare della sua essenza; come un'ape sopra una margherita. Lecco il punto più morbido e succhio il suo tremolio, dovuto al solletico che le procuro. L'azione mi eccita così tanto, che ripropongo la stessa cosa sul suo inguine e sopra il pube. In ogni parte della statuaria bellezza del suo corpo, arrivano le mie mani e la mia bocca. Carezze, baci e teneri morsi; questa è la sequenza che adotto, per portare in evidenza ogni suo brivido.
Sento che siamo pronti entrambi, a percorrere una strada più audace, dove il calore del corpo diventa un tepore accogliente per i nostri organi, che si cercano e si stuzzicano, come due rondini in volo. Respiro il suo respiro e assaporo i suoi gemiti. E' una scossa interna che rimbalza e mi ritorna indietro; più aumenta il ritmo, maggiore è la sua intensità e la sua forza distruttiva. Le mani afferrano le sue e poi di colpo agguantano le lenzuola in una morsa ermetica. Tutto intorno si azzittisce e di colpo arriviamo insieme su quel satellite che ha come destinazione l'assoluto piacere.



martedì 27 gennaio 2015

PICCIONCINI

Da quando mia moglie è in maternità, la gestione familiare è diventata decisamente più rilassata. Non corriamo più dappertutto, a rotta di collo come capitava fino a qualche settimana fa. Cioè non stiamo mai fermi, però sapere di riuscire a dividerci i compiti, risulta la migliore delle soluzioni. Essere in due posti diversi nello stesso momento, aiuta ad ottimizzare i tempi, ma restare insieme nello stesso luogo e nello stesso istante, è prima di tutto un piacere per entrambi. La mattina per me non è più una parte della giornata, in cui trascorrevo le ore in solitudine, ora c'è lei con me e non mi sembra ancora vero. Spesso siamo in giro a bighellonare un po,' a godere di quella tranquillità mattutina, che lei non ha avuto la possibilità di assaporare per diverso tempo, come invece ho fatto io per anni. Dopo aver portato i bimbi a scuola, ogni tanto ci fermiamo in qualche bar per fare una seconda colazione, se non addirittura a pranzare fuori, in totale relax, parlando di noi, di quello che stiamo attendendo e di come sarà il nostro prossimo futuro. Non è solo ozio, anzi, capita di dovere andare in missione a svolgere quei compiti gravosi, che doverei fare da solo, e per questo, volutamente salterei. Invece ci andiamo mano nella mano, armati di pazienza, e alla fine le scadenze trovano persino un termine. Potrebbe darsi che questa fase sia solo passeggera, ovvero: la durata di una maternità lavorativa, però se si protrasse nel tempo ne sarei felice. Credo che tutti in famiglia ne gioveremmo, per prima la mia dolce metà. Si potrebbe occupare dei bambini come vorrebbe fare in cuor suo, andando in contro tendenza alle nuove regole di diritti femminili, che vuole le donne di questa generazione, paritarie all'uomo. Per come la vedo io, non credo che le donne sarebbero migliori, se facessero per filo e per segno, ciò che gli uomini hanno fatto per secoli e secoli; anzi, forse la categoria maschile ne guadagnerebbe in rapporti umani, con i propri figli in primis, se sostenesse qualche compito femminile in più. Ma la società è malata in ogni sua epoca, questo ormai è un dato assodato. In termini economici un'eventuale ruolo casalingo di mia moglie, comporterebbe una diminuzione monetaria in casa, è vero, però averla di mattina tutta per e a disposizione dei miei figli in ogni momento, credo che sia qualcosa di più prezioso del denaro stesso. Non sono certo un maschilista, che condanna la moglie a stare rinchiusa in casa, per carità, condividerei volentieri il tempo con lei; penso solo al suo bene e so per certo, che il desiderio più grande, sia quello di occuparsi della famiglia che tanto adora. Vorrei che i suoi sogni si avverassero immediatamente.


lunedì 26 gennaio 2015

PIACERE DI NON CONOSCERTI

Il primo gesto che si compie nel presentarsi a qualcuno che non si conosce, è tendergli la mano in segno di saluto. Ma siamo sicuri che quella mano sia davvero pulita? No, ovviamente, anzi; siamo più che certi, che sia piena di germi batterriosi. Eppure, volutamente, omettiamo tale fattore quando pronunciamo il nostro nome durante una stretta vigorosa.
Quando sono in strada, mi guardo spesso intorno per rendermi conto di chi mi sta affianco. Quello che vedo di continuo, sono persone che si infilano le dita nel naso, mentre sono in auto fermi ad attendere il verde. Il motivo per il quale la gente improvvisa una rapida pulizia nasale, standosene seduti in macchina, potrebbe essere questo: probabilmente, essendo l'abitacolo un luogo chiuso e protetto, dal quale si riesce ad estraniarsi completamente dal resto della strada, si può rivendicare la propria privacy, appena le ruote si fermano. Dunque, il cervello concepisce l'auto come una stanza di casa, perciò, si è liberi di scaccolarsi non curandosi dei finestrini trasparenti. Poi però, la soddisfazione non finisce con le narici libere; il piacere più grande di tutti, è quello di giocherellare con la caccola. Tutti quanti poi, abbassano il finestrino per lanciare il dardo a fine gioco, quando si è pronti per ripartire. Io che mi muovo in bici, sto sempre lontano dai finestrini.
Altro segno di grande igiene è: il bagno pubblico. Posso parlare solo per quello dei maschi, in quanto quello delle donne è inaccessibile. La toilette serve nei momenti più urgenti, e fin qui nulla da dire; però, in questi luoghi non esiste solo la tazza, o il vespasiano, ci sono anche i rubinetti per i quali è d'obbligo l'uso. Nonostante ciò, troppe persone escono dal cesso, senza aver lavato prima le mani, ed è una roba disgustosa.
E' stato stabilito, a furor di popolo, che l'oggetto più inquinato, nonché inquinabile, dalle dita della mano è: udite...udite... la tastiera del computer.
Nell'ufficio dove lavoro, ci sono più impiegati che pc, quindi significa che le tastiere vengono pigiate da più mani a settimana, ognuna con una storia differente d'igiene, come per esempio:
Il/la collega che prende i mezzi pubblici prima di arrivare a lavoro e si sorregge agli appositi sostegni, toccati da migliaia di altre mani. Si può fare un rapido calcolo di quanto riesce a raccattare in un solo viaggio...Meglio non farlo.
Il/la collega che arriva in auto, con il naso libero e una gran "soddisfazione" dipinta in faccia.
Il/ collega che si ferma al bar per la colazione e tasta tutto ciò che è stato già tastato prima del suo arrivo, da clienti bisognosi del bagno. Aiuto!
Il/la collega che porta il cane a fare i bisogni, magari reduce di un piccolo incidente nel raccoglimento. Qui si spera nel buon senso.
Il/la collega che ha un forte raffreddore e si soffia il naso ripetutamente.
Insomma potrebbero esistere milioni di ragioni per avere le mani sporche e la tastiera imperterrita, riuscirà ad appropriarsi di tutte quelle, distribuendone equamente su tutti i tasti.
Da domani l'aggiornamento del blog, avverrà tramite cartoline; guardate nelle caselle per saperne di più. Ora che ho scritto vado a lavarmi le mani...


sabato 24 gennaio 2015

IL POSTINO SUONA SEMPRE QUANDO NON C'E' NESSUNO

Secondo me la Posta lo fa apposta, a mandare i postini di giorno per far recapitare lettere, o raccomandate, sapendo che metà delle quali torneranno indietro. La stragrande maggioranza della popolazione, in genere di mattina lavora, non è il mio caso, ma questo non significa che posso stare in casa tutto il giorno ad attendere qualcuno che potrebbe arrivare in motorino a qualsiasi ora. Avendo l'opportunità di iniziare a lavorare di sera, posso fare quello che mi pare di mattina; l'obbligo di stare a casa non è contemplato, dato che non sono agli arresti domiciliari, perciò sono libero di gestire il mio tempo. Allora mi chiedo: perché chi consegna le lettere, esegue un orario lavorativo ridotto? C'è così penuria di lavoro in Italia in questo periodo, che se i postini potessero scorrazzare in giro fino alle 18.00, magari sarebbero contenti. Invece no; e non mi è chiaro il motivo, anzi, lo capisco perfettamente, la risposta è semplice. Perché così si deve pagare il deposito di ciò che non è stato recapitato. Possiamo chiamarla ingiustizia, o truffa? Va beh dai truffa, magari no; però è una scocciatura enorme. Anche perché 9 volte su 10, ciò che viene spedito tramite raccomandata, ha come oggetto, qualcosa da pagare, tipo multe, spese condominiali ecc... quindi l'esborso è assicurato ancora prima di ritirare la lettera allo sportello. Allo sportello solitamente, veniamo accolti da volti così affabili e simpatici, che restare in coda per due ore, diventa quasi una festa gioiosa. Tutto si potrebbe evitare, se i postini lavorassero di più.



mercoledì 21 gennaio 2015

XXL O ANCHE PIU' IN SU.

Prima di giungere a lavoro, ero in auto fermo in coda; cosa più unica che rara, dato che prendo sempre la bici per muovermi, ma questa sera è andata diversamente. Ebbene, su Virgin Radio sentivo parlare di un progetto chiamato Nothing To Loose; trattasi di una serie di foto e video, ideato da una fotografa australiana in collaborazione con una coreografa, che ha come protagonisti persone decisamente obese. L'intento è quello di abbattere i pregiudizi ed il bullismo nei confronti di chi ha qualche chilo di troppo. L'iniziativa serve sensibilizzare la gente, nel concepire una nuova idea di bellezza, fuori da i soliti canoni, poter credere capaci di compiere evoluzioni di danza e considerare aggraziate nei movimenti, anche le persone oversize. Ho visto sia le foto e pure il video di cui parlavano i due dj, e tutto sommato non mi è sembrato nulla di eclatante. Non vorrei essere ingiusto in quanto sto per dire, ma non mi trovano molto d'accordo questo tipo di iniziative. Non che bisogna discriminare nessuno; per carità, ma l'orgoglio dell'obesità, la trovo molto poco salutare. La fotografa di cui sopra, non è certo la prima che pubblica cose di questo tipo, qualche tempo fa, ho visto la galleria di un'altra fotografa, però statunitense, che aveva per oggetto, la stessa rivalsa di persone in carne. La rassegna fotografica è stata nominata: "Foto di Donne Vere". Nulla di nuovo, ovvero, sono state fotografate donne molto in là con il proprio peso e per ogni posa, veniva manifestata la rivincita sulle modelle professioniste, che a detta loro; non sarebbero donne "vere" in quanto, non rappresentano la normalità femminile. Ribadisco che non mi trovano favorevole per questo genere di iniziative, mi sembrano estremizzate e strumentalizzate; nel senso che:

  1. Le modelle professioniste difficilmente, discriminano pubblicamente le donne obese, in quanto non sarebbe corretto nei loro confronti (giustamente). Però la cosa inversa è consentita, perché?
  2. Mostrare pubblicamente questo tipo di messaggio, crea una concezione di salute fisica distorta. Come se si volesse dare una gratificazione del peso in eccesso, che non è la via giusta per vivere bene.
  3. In questa nuova idea di bellezza, gli uomini obesi, non vengono mai inclusi nel progetto. Non ne comprendo il motivo, si crea del sessismo all'interno della stessa discriminazione, è scorretto.
Io personalmente, non faccio parte delle persone magre, cioè, dovrei buttare giù almeno una qunidicina di chili, per ritenermi in forma e sano, eppure non per questo, ce l'ho con chi è più magro di me. In fin dei conti se sono quel che sono, è perché la mia alimentazione è scorretta e non, perché il canone di bellezza è al disotto del mio peso. Credo che le persone snelle siano prima di tutto più sane e non belle a priori. A mio parere mettere in mostra questo messaggio, crea l'illusione di poter essere orgogliosi di avere dei problemi di alimentazione, che a sua volta, porta ad avere tutta una serie di problematiche di salute non indifferenti. Come sempre, l'estremo da ambe due le parti, porta ad un pericolo, sia l'eccessiva magrezza, che la grassezza, ma l'essere magri non è sinonimo di anoressia a prescindere.
Mi dispiace, ma chi crede che il grasso sia da ostentare orgogliosamente, si sbaglia. Essere snelli significa avere rispetto del proprio corpo, nutrendolo con una grossa dose di consapevolezza salutare. L'equilibrio è la soluzione, certo; ma sicuramente sarà più tendente alla leggerezza che non il contrario. Non ho mai visto un dietologo, un preparatore atletico, o uno sportivo obeso, ci sarà un motivo in tutto questo, no?

martedì 20 gennaio 2015

GLI ERRORI DEGLI ALTRI SI PAGANO IN EURO.

L'essere umano non è perfetto e soprattutto non è infallibile. Sovente commette degli sbagli, e proprio su questo concetto dell'errore, si basano praticamente tutte le religioni del mondo. Certo, il discorso prenderebbe una piega diversa da quella che sto per scrivere, ovvero, sulla possibilità di redimersi attraverso la preghiera, in tal senso, mi sembra del tutto inutile.
Il mio concetto di errore, comprende una certa porzione di persone, ossia: gli impiegati statali. Costoro sono delle persone esattamente come me, come tutti; quindi anche loro commettono degli sbagli. C'è però, una grossa differenza tra gli statali e i comuni mortali, cioè; se i primi, durante le loro ore lavorative incappano in qualche sbaglio, a pagarne le conseguenze sono i comuni mortali. Attenzione le conseguenze si trasformano, automaticamente in denaro. Perché accade questo? E' un mistero.
Ammesso e non concesso, che qualcosa di poco chiaro capiti in un ufficio e l'impiegato statale, capisca ancora meno del suo lavoro in corso, a fine giornata farà di tutto per inviare una bella sanzione a qualcuno. Chi riceve la sanzione, poi, dovrà fare i salti mortali per dimostrare che è nel giusto, ma se il tempo da impiegare per chiarire uno sbaglio non commesso, superi la pazienza in dotazione, alla fine si arrenderà alla invalicabile barriera burocratica e pagherà quanto deve, perché così in qualche modo si toglierà d'impiccio una multa ingiusta.
Se non si fosse ben capito ho il dente avvelenato e schiumo rabbia.



lunedì 19 gennaio 2015

RATTO DI FORZA

Nella mia vita passata provenivo da una famiglia molto vicina a quella di Babar di Celestopoli. Il termine scientifico per definirlo è elephantidae, ed è quell'animale enorme con la proboscide; si certo sto parlando dell'elefante, appunto. Perché dico questo? Per una semplice ragione: la paura dei topi.
Si suppone sia pressoché una leggenda, quella di ritenere il pachiderma, terrorizzato dal piccolo roditore, però, tempo fa vidi un video che ne confermava la veridicità.
Mi ritengo un uomo grande e grosso, nel pieno della sua forma fisica, mi alleno quotidianamente ad indurire il mio fisico, e credo di avere anche un coraggio da leone, sebbene, ogni tanto il mio vecchio antenato si presenta nelle situazioni che hanno a che fare con quegli esseri disgustosi.
Penso di poter ammettere di avere una vera fobia a riguardo, e per quanto mi imponga di superarla, non ci riesco neanche quel tanto che basta, per vantarmi di fronte a me stesso. Il merito della nascita di questa paura incondizionata, lo devo tutto a mia madre, che nel corso degli anni vissuti insieme, me l'ha passata come se fosse stato un regalo di Natale.
All'inizio della mia carriera fobica, le avvisaglie della paura erano piuttosto blande, tanto che, riuscivo a guardare tutto un episodio dei Visistors. (di topastri lì ce n'erano a bizzeffe) Vedendo le reazioni di mia madre, quando sullo schermo Diana si ingollava un bel topone, rimanevo scioccato più da mia mamma sotto le coperte, che non dal pasto della lucertolona extraterrestre. Alla fine ho imparato ad averne paura anch'io.
Il disgusto del topo si estende anche a tutti roditori che passano dal criceto, fino ad arrivare al castoro, non escludo davvero nessuno; se fosse per me li estinguerei subito. Ma per quanto sia grande il desiderio di non vederli più sull'emisfero terreste, a tal proposito, un disinfestatore una volta mi disse, che se un giorno l'uomo andasse a vivere sulla Luna, dopo una settimana arriverebbe anche il topo. Non c'è via di scampo, il legame tra l'uomo ed il ratto, ha una solidità storica indissolubile, quindi mi devo arrendere all'evidenza. Ci sono persino in Svizzera (questa nazione per me è il simbolo della pulizia assoluta) allora ripeto, non si vince.
Sono del parere, che chi è schiavizzato da una fobia, ha sempre il terrore di venire a contatto con l'oggetto per il quale prova repulsione. C'è da aggiungere che la vita, infingarda com'è; si diverte nel far morire di paura, colui che nutria, ops... volevo dire nutre, tale paura, ponendolo di fronte al proprio coraggio, con un incontro inaspettato.
L'altro giorno, ero sceso in cantina per andare a buttare la spazzatura; cosa che faccio da sempre. Ebbene, io ero tranquillo e prossimo al rientro in casa, quando tra le gambe mi passa uno di quegli esseri immondi. Ho tirato un urlo così forte, (ma da uomo, tipo Pavarotti, per intenderci) che mi ha sentito anche mia moglie. Arrivato in casa, mi ha chiesto se fossi stato io ad urlare in quella maniera. Ha visto il mio volto color Casper, ha provato a chiedermi per quale motivo fossi così agitato, e subito ha capito. Inutile dire che la cantina è diventato un luogo a me non gradito, però, non posso evitare di andarci, dato che ho lì la mia bici. E se poi non voglio venire sommerso dall'immondizia, per cui poi, arriverebbero addirittura in casa, devo armarmi di coraggio e andare a gettare via i rifiuti.
Appena apro la porta dell'accesso alle cantine, mi assale il terrore, Per arginare il problema, ho escogitato di accendere la musica del telefono, anche a notte fonda, giusto il tempo per non essere da solo nelle tenebre, accerchiato dai topi. Da sabato pomeriggio è diventata una missione impossibile.
Non capisco la ragione, ma il topo ha ispirato più di un disegnatore, nel creare il suo simpatico personaggio. Il più celebre di tutti è sicuramente Mickey Mouse, il nostro Topolino, ovvero, una pantegana di almeno un metro e mezzo, poi ci sono: Jerry, compagno di Tom; Topo Gigio, Speedy Gonzales, Remy di Ratatouille, il maestro Splinter delle Tartarughe Ninja, Bianca e Bernie, Fievel, Pixie e Dixie, e ce ne saranno ancora tanti altri, dato che il mondo è pieno di topi. Mi domando: ma il pianeta Terra, non poteva essere pieno di tope? Di sicuro non avrei avuto un terrore così grande.


sabato 17 gennaio 2015

AL CORSO PREPARTO

Sono reduce dall'incontro con l'ostetrica che tiene il corso preparto, frequentato da mia moglie; sorpresa: è stato utile. Oggi c'è stato l'incontro con i papà, e nonostante io sia un pluriripetente in questo campo, mi sono presentato lo stesso. Inutile dire che anche in quest'occasione noi due fossimo i più giovani, e per quanto riguarda i padri, io potevo essere il loro fratello minore, ma nonostante ciò, mi ha fatto piacere confrontarmi con i miei simili.
Il genitore maschio, solo da poco tempo è stato introdotto in questi corsi e di conseguenza, anche nelle sale parto; quindi la prima parte del corso è stata dedicata ai dubbi maschili. E' emerso, dalle voci più profonde dalla sfera umana, che quello che fa tremare i futuri papà, sono delle ansie, piuttosto che dubbi, o perplessità, prettamente legate alla sezione pratica del lieto evento. In fin dei conti il maschio con il parto centra poco, almeno era quello che credevo, però l'ostetrica ha tenuto a precisare che la fase del travaglio viene vissuta in tre; bimbo, mamma e papà, Quest'ultimo ha un ruolo più di supporto, ovviamente, ma non per questo, deve essere messo in secondo piano. Sebbene il nostro compito sia pressoché marginale, bisogna sapere come compierlo in modo corretto. Io allora ho dichiarato la mie esperienze precedenti, ovvero, per il primo parto, sia l'ostetrica che mia moglie, concordarono per farmi uscire; per il secondo, è stato così rapido che ho fatto ancor meno di quanto avrei potuto fare. Ora, non è che la tizia mi abbia illuminato, anche perché conosco mia moglie e ciò che le potrebbe andare bene in quel momento, però ci ha dato, a noi hombres, dei suggerimenti utili.
La seconda parte dell'incontro, come doveroso, è stato tutto un massaggio per le mamme. Devo ammettere, che non sono molto preparato a confrontarmi con la mia parte emotiva, per lo meno in pubblico; perciò, fare i massaggi in maniera spirituale, infondere le emozioni con il tatto alla mamma e al bambino, chiudere gli occhi e liberarsi delle emozioni, sono tutte situazioni che non faccio volentieri con altre persone intorno. In intimità io e mia moglie ci abbandoniamo alle nostre sensazioni, senza che nessuno ci suggerisca come, e dove, tastare in modo amorevole, di conseguenza, la cosa non è venuta molto bene, anzi, mi è sembrata un po' forzata. Le ho promesso, che stasera a casa, glielo avrei fatto come quello di ieri. Facendo un rapido excursus, non tutti dedicano questo tipo di attenzioni alle proprie mogli, infatti con la coda dell'occhio, ho visto dei mariti che non sapevano dove mettere le mani, oppure le mogli che ridavano sotto i baffi, per il solletico procurato dal compagno inesperto; pff, dilettanti.
A parte questa nota di vanto, nel massaggiare spesso mia moglie, mi sono reso conto che noi uomini nutriamo gli stessi dubbi sull'efficacia del nostro ruolo in sala parto, e per quanto mi è permesso dire, non siamo indispensabili. Però negarsi volutamente, o vedersi negare il diritto di assistere alla nascita del proprio figlio. è una di quelle cose che in futuro ci si pente di non aver fatto, perciò, cari padri: armatevi di coraggio ed entrate ad assistere!




venerdì 16 gennaio 2015

I FANTASTICI ANNI '70

Negli anni '70 molti generi musicali hanno avuto la loro massima qualità, in fatto di esecuzione, di innovazione e di tecnica. In quel decennio sono sorte un enorme quantità di band rock divenute delle vere proprie pietre miliari, nonché dei punti di riferimento per le generazioni future. Chi ha avuto la fortuna di vivere in quel periodo, ha sentito canzoni che sono rimaste nel tempo, per non parlare dei concerti. alcuni dei quali, hanno davvero segnato un'epoca. In quel periodo c'era un vero fermento musicale, si sentiva la necessità di esprimere il suono in tutte le sue sfumature, ma avendo dietro un bagaglio gigante di tecnica. Se si pensa al prog, al folk e alla disco music, finendo poi al punk, ognuno di questi generi, ha contribuito a rendere alla musica, qualcosa di spettacolare. Ogni giorno di quel decennio è stata pubblicata una hit indimenticabile ed è una cosa che credo non si possa ripetere una seconda volta nella storia. I musicisti più affermati, sono diventati delle divinità per i cultori della musica e, grazie al loro, si sono arricchiti in maniera addirittura imbarazzante. Nomi come Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin, Pink Floyd, Doors. Gloria Gaynor, Abba, Bob Dylan, Marvin Gaye, solo per citarne alcuni; hanno raggiunto dei picchi di vendita impareggiabili. Era un periodo in cui il musicista vendeva i dischi come se fosse il pane, poiché c'era fame di musica tra gli ascoltatori, però di qualità sopraffina. Se penso che non necessariamente l'ascoltatore degli anni '70 avesse l'obbligo di ascoltare composizioni virtuose di assoli di chitarre su testi impegnati politicamente, tutti stampati su chilometri e chilometri di nastri, ma poteva anche sollazzarsi in danze sfrenate in discoteca, ascoltando canzoni più leggere, ebbene, anche in quel luogo, avrebbe trovato gli esponenti del funky e della disco, bravi tanto quanto i rockers più dannati.
In quel periodo le case discografiche hanno sviluppato dei poteri che oggigiorno, faticano a mantenere, perché l'artista moderno, vende una quantità di dischi decisamente inferiore, rispetto a quarant'anni fa. I nomi che spiccano sulle vette delle classifiche, hanno dietro un entourage di persone che rendono un disco un prodotto, atto a promuovere anche il resto di un business corollario, non sempre legato alla musica. Ci sono dei mezzi di distribuzione differenti rispetto a prima, come internet, che ha dato una batosta ai colossi discografici; di rimando gli artisti hanno ripiegato su altri tipi di introiti, dato che si sono visti dimezzare le vendite. Ovvio, è conseguenza del panorama moderno, ma in base a ciò ne ha perso la qualità del disco. Come ho appena sostenuto, l'album diventa un pretesto per altro, che non la sola capacità musicale; primo fra tutti: vendere i biglietti dei concerti. Gli sponsor supportano le poche vendite dei cd, con altri prodotti e allora si ottiene qualcosa che esula dalla musica, come veniva concepita un tempo.
Peccato che gli anni '70 non torneranno più, ma grazie alle grande produzione di dischi dei tempi che furono, si possono ascoltare in tutta la loro magnificenza ogni singola traccia degli album più belli della storia. Come rimedio non è neppure così male, anche perché non ce sono altri, a meno che non si abbia la macchina del tempo, o un furgoncino Wolkswagen.




mercoledì 14 gennaio 2015

OPPOSTI CONCORDI

Io ho un fratello più grande di me di due anni. Abbiamo trascorso i nostri primi 25 anni insieme, sotto lo stesso tetto e con la stessa famiglia. Oggigiorno non è così difficile trovare fratelli e sorelle di matrimoni diversi, però la mia famiglia è una vecchio stile, perciò abbiamo lo stesso marchio. Nonostante questo, siamo il giorno e la notte. Di coppie di fratelli ne conosco parecchie, ma così diversi come noi due, ne ho trovati ben pochi. Questo non vuol dire mica che non ci vogliamo bene, anzi, un legame profondo di amore fraterno ci unisce; resta il fatto che siamo l'opposto uno dell'altro.
La differenza si notava fin da piccoli. Lui da bambino non amava giocare con i pupazzetti, piuttosto che macchinine o giochi in genere, preferiva andare a giocare a pallone con i suoi amici. Giocavamo insieme solo in certe occasioni, per fare delle partite a pallina in casa, con le grida di nostra madre che ci strillava di non sfasciare la casa, oppure quando ci sfidavamo al subbuteo, che come tutte le partite di calcio più accanite, spesso finiva in rissa. Per il resto io mi perdevo dentro le vicende dei miei personaggi, lui stava con i suoi amici. C'è da dire che le differenze di età quando si è piccoli si notano di più, però poi con il passare del tempo, si sono acuite anche in altri ambiti.
Per esempio:
lui è uno tifoso sfegatato del Milan, con tanto di abbonamento in curva nella fossa dei leoni; io detesto il calcio.
Il suo cantante preferito è Vasco Rossi, oltre a quello, ascolta musica italiana in genere, mentre io, ascolto un tipo di musica che a mio fratello farebbe rabbrividire.
Da ragazzino andava a ballare la domenica pomeriggio e per un certo periodo, ha fatto il PR de Le Cinema, se non sbaglio. Io da ragazzino odiavo le discoteche e anche oggi non le trovo per nulla spassose.
Lui si veste secondo una moda dedita alle marche più fashion; io ho seguito (e seguo ancora) un certo concetto di abbigliamento più alternativo.
Lui ha percorso una certa condotta di vita poco incline alla libertà di espressione, più precisamente delle droghe leggere. Beh io...direi tutto il contrario.
Lui ha fatto il militare, invece io ho rinviato finché non è poi divenuto facoltativo.
Per quanto riguarda i colori politici, siamo agli antipodi, lui è la notte, io il sangue.
Il suo concetto di famiglia è decisamente più tradizionale, io sono quasi un eremita, capita di rado di riunirmi con i parenti.
Queste sono solo alcune delle cose che mi vengono in mente, però le nostre differenze non ci hanno mai separato, anzi, devo dire di aver avuto al mio fianco un'altra porzione di mondo, e con quella, sono riuscito a trovare la mia strada. Non ci sono state mai delle forzature da parte sua, in quanto fratello maggiore, sono sempre stato libero di potermi esprimere come meglio ho creduto. E poi non mi ha mai giudicato e neppure io d'altro canto. Per dirla in poche parole ci vogliamo bene e tanto anche.
Mica come questi due fenomeni qui sotto, che forse in passato, prima della lotta alla royalties un po' di bene se lo saranno anche voluto, o no?

martedì 13 gennaio 2015

LA GRAVIDANZA E' CONTAGIOSA

Sembra una stupidata, ma non è del tutto falso; le gravidanze si passano come l'influenza. Oltre a mia moglie, è stata "contagiata" la figlia di BOCCA DI FUOCO, ovvero la nostra vicina di casa. Da quando la signora è venuta a conoscenza della gravidanza di sua figlia, ogni scusa è buona, per venire a bussare alla nostra porta e chiedere le informazioni più disparate. Il caso (o la jella) ha voluto che la ginecologa di mia moglie. fosse anche quella di...non mi ricordo il nome, e comunque non lo scriverei; perciò l'affluenza verso il campanello della nostra porta è aumentato a livello esponenziale. Mi ha appena comunicato la mia dolce metà, tramite cellulare, che è stata convocata dall'intera famiglia della neo-gestante, per tenere un briefing sul B-TEST. Sarebbe troppo lungo spiegare di che cosa si tratta, per chi fosse interessato, c'è un convegno di medicina neo-natale a casa della mia vicina; tenuto dalla dottoressa mia moglie in persona.
La sciura in questione, si presenta così tanto davanti alla porta, che ormai prevediamo anche l'attimo in cui busserà, e guarda caso, suona; quando io sono in desabillé. Dato che in casa mia, mi piace stare in libertà, costei, viene praticamente tutti i giorni, seguendo questa modalità d'azione:


Drinn (campanello di casa mia)
Io mi nascondo quando sono in boxer.
Mia moglie si dilegua quando, non ne ha voglia di parlare con lei.
A caso, uno dei due apre.
La porta è aperta.
"State mangiando?" Chiede lei. (il più delle volte è sì)
"Mi dica.."
A questo punto lei entra, senza che nessuno le dica, si accomodi.
Chiude la porta alle sue spalle.
Comincia a parlare.
Prima tasta il terreno con le bagarre condominiali. (qui ci vorrebbe un post tutto dedicato)
Arriva al nocciolo della questione, dopo mille peripezie linguistiche (non a caso la chiamiamo BOCCA DI FUOCO, oh ma mica robe V.M 18 ANNI, tutto sta dentro la legalità)
Spara ciò che ha da chiedere sul tema gravidanza, indifferentemente che sia io a dover rispondere, oppure mia moglie.
Quando si sente soddisfatta di ciò che ha ricevuto dalle nostre parole, apre di nuovo la porta.
Rimane sull'uscio ancora una decina di minuti, tra saluti ai miei bimbi, alla Nala e continua finché dice:
"Scusate se vi ho disturbato, vi lascio alle vostre cose..." Per dire la frase che chiuderà la conversazione e la porta, bisogna ancora attendere.
Poi si tira la porta a sé.

Non ho ancora avuto aggiornamenti dalla riunione sul B-TEST. ma dato che c'è tutta la famiglia al completo, con il futuro papà al seguito, credo che la cosa duri anche più del previsto. A fine turno di oggi, invece che aprire la mia porta, busso direttamente alla sua, voglio vedere come si comporta a mezzanotte passata. Oddio se mi si presenta in tenuta da notte, meglio fuggire.


Per inciso, la mia vicina no è mica questa qua, per carità, non le avrei mai aperto la porta; però la foto è davvero esilarante.

lunedì 12 gennaio 2015

ANCHE PER TE.

Ti sto aspettando da quando un aggeggio mi detto che presto sarai con me, che sarai nella nostra casa e tra le mie braccia. Provo ad immaginare come sarai appena uscirai da quel bozzolo di protezione, in cui, per ora, ti tiene lontano da tutto e da tutti, ma allo stesso tempo sei sempre presente. Idealmente traccio una linea che da ora in avanti sarà intrecciata con la tua, sul quel piano instabile ed imprevedibile che noi grandi chiamiamo vita.
So di certo cosa mia aspetta nei giorni a venire, quali sono i passaggi della crescita, come saranno i progressi di ogni tuo momento e, nonostante questo, mi sembra tutto come la prima volta. Mi sento un po' smarrito e abbastanza impreparato, a dover rifare una balzo indietro nel tempo, ma non appena saremo insieme, ogni cosa mi apparirà talmente naturale, da credere di non aver mai sospeso di fare quei gesti che mi permetteranno di aiutarti a crescere.
Nella mia memoria c'è lo spazio giusto per riconoscere subito i tuoi pianti e i tuoi sorrisi, mentre nel mio cuore, ho lasciato uno posto tutto dedicato a te. Ancora non ci sei, eppure quel posto, è già riempito di quell'amore che sono ansioso di dimostrarti.
I tuoi fratelli saranno per te l'esempio da imitare, quando avverrà la fase in cui capirai di essere un cucciolo avido di conoscenza; intrepido ed avventato come tutti i bambini che si tuffano con il corpo, prima ancora della mente. I tuoi genitori saranno lì a consolarti, qualora la tua piccola missione personale sarà irraggiungibile, e a lodarti, quando l'avrai superata attraverso la conquista dei tuoi progressi.
Mi prenderò cura di te finché sarai abbastanza grande, da decidere di camminare da solo, dopo aver appreso i miei insegnamenti, che sono l'unico scopo della mia esistenza, con la speranza di essere stato per tue una guida indispensabile.
Io sarò sempre pronto ad ascoltarti, quando vorrai parlarmi e mi scosterò, qualora ci fosse qualcosa che vorrai tenere solo per te; ma sappi, che ti starò sempre vicino.
Prima che arrivi tutto questo io ti aspetto con trepidazione, con la voglia di vedere come sarà il tuo piccolo volto e di stringerti forte a me. Non vedo l'ora di sentire il tuo profumo che saprà di vita primordiale e di bontà innata. Sono pronto ad emozionarmi nel sentirti gridare forte, quando ti sarai appropriato del tuo diritto alla vita; di farmi trafiggere dal suono del tuo pianto che sarà potente ed innocente; di unirmi al tuo primo vagito, versando quelle lacrime che ancora tu non avrai; di presentarti ai tuoi fratelli e crescere con loro. Muoio dalla voglia di essere tuo papà.


sabato 10 gennaio 2015

UNA PIZZA IN COMPAGNIA

Settimana scorsa sono stato contattato da una mia vecchia compagna di classe delle elementari, che mi ha proposto una pizzata con la vecchia classe e con la maestra. Da questo evento, è nato un gruppo su whatsapp, includendo tutti gli alunni della scuola elementare di via Orchidee di Rozzano, classe 1B in poi. Ammetto che sono stato contento di "sentire" i vecchi compagni; ci siamo scambiati un milione di messaggi in contemporanea, per conoscere la vita di ognuno dopo aver trascorso quasi vent'anni senza vederci. E' anche vero che se per vent'anni non ci siamo sentiti, sarà che la vita è proseguita per ognuno senza sentire la necessità di mantenere i rapporti. Qualcuno di noi ha mantenuto i contatti da allora, ma i restanti no, perciò lo si deve prendere come un incontro estemporaneo, forse unico.
L'incontro sarà di sicuro: la fiera della nostalgia canaglia, molto amarcord, come direbbe Fellini, assolutamente una memorabilia degli anni trascorsi insieme. Il mio problema è che hanno organizzato l'incontro a Rozzano di sabato sera, e per quell'occasione lavorerò come tutti i sabati, d'altronde. Sarà quasi impossibile per me presenziare, un po' mi dispiace, mi avrebbe fatto piacere rivedere quei bambini, divenuti ormai adulti. La mia curiosità, riguardo alla loro vita, sarebbe stata soddisfatta per quanto riguarda coloro che erano i miei migliori amici da piccoli. Pazienza, magari fra altri vent'anni ne proporranno un'altra, chissà forse allora sarò in pensione.

venerdì 9 gennaio 2015

DAL LURIDO

Per chi vive, o meglio, ha vissuto la vita notturna tra le strade della città, come me, sa di che cosa si tratta. Disseminati tre le vie più battute dai nottambuli, ma non è detto che siano anche in zone un po' nascoste, si possono trovare dei camioncini adibiti a paninoteche ambulanti. In questi posti si vendono solo panini, assortiti per ogni tipo di gusto e preferenza, che però venendo cotti tutti sulla stessa piastra, alla fine hanno tutti lo stesso sapore. Ebbene, questi alti esponenti del gourmet di strada, vengono chiamati Luridi, per alcuni motivi:


  1. Gli ingredienti usati, danno proprio un senso di cibo malsano; junk food per dirla all'americana.
  2. Le piastre, i coltelli, le palette, i tovaglioli, e tutto il resto degli arnesi, dopo qualche ora assumono l'aspetto dell'asfalto di fronte al bancone.
  3. I paninari che stanno dietro al cibo, non hanno nessun attrezzo utile al lavaggio delle mani, ragion per cui... va beh non scendiamo in particolari scabrosi.
  4. La clientela di questi posti, è tanto lurida quanto chi ci lavora.


E' vero, presentare questi esercizi come "Luridi" non è un biglietto da visita allettante, eppure, ad una certa ora, vengono presi d'assalto, come presentassero le migliori leccornie mai apparse sulla scena alimentare. Il successo di questi posti è presto detto; sono posizionati in luoghi strategici, nei pressi di locali abbastanza grandi da contenere un sacco di gente, e soprattutto, rimangono aperti fino a quasi la mattina presto. Quando si sta fuori a ballare per tutta la notte, a bere duro e magari anche a fumare come dei turchi, si avverte poi un languorino, che se viene soddisfatto da un panino goloso ed insudiciato, da tutto ciò che fa male al fisico, lo stomaco è ben contento di assaporarlo.
Questi posti, sono stati per alcuni versi, delle ancore di salvezza in momenti più bui della notte stessa, nei quali si erano perse le speranze di una ripresa dei sensi veloce ed indolore. In tali momenti si soprassiede alla mancanza d'igiene, alla qualità del cibo e alla clientela molesta che rimane di fianco ad attendere il panino in preda ai fumi dell'alcol. In quelle situazioni si ha il bisogno di mettere qualcosa in corpo che abbia maggior consistenza di un liquido alcolico, o del fumo inalato. Sicuramente non è il posto più adatto per una cena romantica, ma se in una notte magica, trascorsa in compagnia di colei che magari un giorno, potrebbe diventare persino la moglie futura, non c'è cosa migliore che concludere una nottata indimenticabile con un lurido panino.


mercoledì 7 gennaio 2015

JUNIOR

Oggi osservavo il pancione di mia moglie mentre parlavamo; cosa più che naturale, lo vedevo compiere dei movimenti lenti, ma continuativi. Ora che il suo ventre si è decisamente ingrossato, anche i segni sotto la pelle, si evidenziano con più facilità. Si nota bene quando il piccolo punta, per le dimensioni divenute strette per lui, dell'utero che lo accoglie.
Il pensiero è arrivato immediatamente ad un quesito, ovvero, mi sono chiesto: che tipo di sensazione si prova ad avere una vita in pancia?
Noi uomini, in quanto maschi, non lo potremo mai sapere, nemmeno se in futuro la scienza ci verrà in aiuto, come nel film di Schwarzenegger, in cui era diventato un "mammo". Noi maschi siamo stati progettati per rilasciare soltanto il seme, ma la gestazione rimane sempre un dono tutto al femminile.
Forse questo è uno dei motivi per cui noi uomini, rimarremo per sempre delle bestie, privati di quella sensibilità che contraddistingue le donne. Noi siamo capaci di compiere atti orribili nei confronti della vita altrui, in quanto non consapevoli di cosa si provi a tenerla all'interno del corpo e maturala pian piano. Non ci rendiamo conto anche delle sofferenze che si generano ad essere gravidi, la fatica che questa comporta e, dulcis in fundo, il dolore che si prova nel partorire. No, indubbiamente non abbiamo idea di cosa voglia dire essere gestanti.
Nel mio piccolo, cerco sempre di essere d'aiuto a mia moglie, evitandole ogni sforzo e, qualora avesse dei dolori muscolari fastidiosi, la massaggio con l'olio nel tentativo di darle un po' di sollievo. Lei dice che le fanno bene i miei massaggi, ed io nel vederla dolorante, mi prodigo ad aiutarla un po'. Ok non capita tutte le sere, ma quando la vedo sofferente, mi attivo come un massaggiatore in una partita di calcio importante, Potrebbe darsi che il soccorso arriva per un senso di colpa latente, cioè, per essermi divertito con lei quella sera, ed aver ottenuto da quello, solo dei benefici; mentre lei oltre a quello, si deve portare il peso della maternità. Sì, sì ci sta, come ipotesi. Purtroppo però la natura è fatta così ed io non posso certo cambiarla anche perché mica mi chiamo Arnold.


martedì 6 gennaio 2015

...E TUTTE LE FESTE PORTA VIA.

Finito, stop, chiuso, terminato, basta, siamo arrivati al termine delle feste finalmente. La cara vecchietta con il cappello alla romana, ha concluso il lungo periodo di festività. I bimbi domani torneranno a scuola, riprenderanno le attività extrascolastiche mentre noi, andremo avanti correndo come pazzi esattamente com'è stato durante le feste. Va beh dai, ci sono anche stati dei momenti di puro ozio, in cui anche alzarsi per accendere la luce, risultava essere uno sforzo eccessivo per il periodo natalizio, per cui, ammetto senza problemi, di esserci riposati abbastanza.
A casa mia la Befana, non ha portato nessun dolce ai miei bambini, con sommo dispiacere del papà, ma nelle calze ha messo un libro ed un dvd per ognuno; un po' di austerity era necessaria, soprattutto visti i trascorsi di bagordi avuti nei giorni prima. Ovviamente non sto parlando per i miei figli, bensì per me, che ho gozzovigliato e pasticciato così tanto, da dover rimettermi seriamente a dieta. Dannazione  i miei 14 kg in meno, sono tornati all'ovile con tutta la truppa (forse meglio dire la trippa) al seguito. I mesi a venire saranno all'insegna del fitness duro e del mangiare sano. L'obiettivo è quello di abbattere l'adipe di almeno qualche centimetro, poi, tutto può accadere.
Visto che in previsione c'è l'arrivo del pargolino, tra un mese e poco più, l'attività mangereccia, subirà un netto cambiamento, poiché dovremo essere d'esempio al piccolo piccolo, fin da subito; non si può cedere in tentazione. E' chiaro lui si nutrirà soltanto del latte materno, ma questo non significa che la tentazione sia proprio quella, data la fonte da cui arriva...


lunedì 5 gennaio 2015

VITA SPERICOLATA

Oggi mentre sentivo una trasmissione su Virgin Radio, dal nome Abosulte Beginners (come una track di David Bowie) ho riflettuto per l'ennesima volta, su ciò che vuol dire essere un'artista. Ebbene, sono giunto alla conclusione, che per essere un musicista, uno scrittore, piuttosto che un fotografo, o un pittore, bisogna vivere come se l'arte che brucia all'interno dell'anima, non avesse vincoli sociali. Mi spiego:
chi vive secondo la propria passione, non può scendere a compromessi, lavorando come impiegato, per esempio; ma deve dare libero sfogo alla propria arte, vivendo in maniera estrema, anticonvenzionale e, soprattutto, antisociale. Questo perché? Forse perché, chi ha una sensibilità spiccata nei riguardi del mondo, dei sentimenti dell'uomo, oppure, una vera propria avversione per le regole; è chiaro che costui, non possa vivere secondo uno schema predefinito, come tutto il resto dell'umanità. Deve andare contro tutto, e con tutto, intendo anche la stessa salute fisica.
I poeti maledetti ce lo insegnarono a loro tempo, che vivendo una vita dissipata ma, anche grazie all'assunzione dell'oppio migliore, traevano l'ispirazione giusta per comporre delle poesie meravigliose. Partendo dagli anni '50 in poi, anche gli artisti della nostra epoca, hanno assunto le sostanze peggiori, per avere quel che serve a produrre un capolavoro.
Va da sé che per cogliere il momento opportuno per scrivere un brano, un libro, per dipingere un quadro e così via, non si possa stare in un negozio come commesso, o dietro ad uno sportello della posta. L'artista deve essere messo nella condizione di poter produrre come gli conviene, e se per questo, deve essere sbronzo o strafatto di eroina, significa che è giusto così.
Poi tutto ciò che avviene dopo, è una diretta conseguenza delle scelte fatte, ossia; se vivere da artista comporta: restare ai margini della società in solitudine bucandosi o, bevendo come una spugna, oppure, partecipare a feste distruttive, allora il personaggio in questione, continuerà a galleggiare nel suo malessere fino a sprofondarci, ma contemporaneamente, produce grazie a questa spirale pericolosa. E' da qui che poi nasce il mito. Nel frattempo l'artista potrebbe anche aver guadagnato un mucchio di soldi, grazie ai fantasmi che vagano dentro di lui, però, il denaro non può placare né il dolore, né tanto meno, il male di vivere, qualora sia presente, ovvio. La lista in tal caso sarebbe lunga da stilare.
Quanto ho appena scritto, penso sia la selezione naturale più determinante, per veder spiccare il migliore tra tutti coloro che hanno del talento. Non serve solo avere le basi tecniche e teoriche per diventare i migliori, ma bisogna anche passare dalla miseria, per vedere sorgere l'arte.
Anche nell'ambito sportivo ci sono dei fenomeni, ovvero, delle persone che hanno una marcia in più rispetto ad altri, però a differenza degli artisti, costoro, devono seguire una vita fatta di disciplina e abnegazione; cosa che per un musicista non è del tutto necessaria. Penso che la differenza sostanziale tra i due elementi, cioè dello sportivo e dell'artista, è che quest'ultimo, deve esprimere ciò che sente dentro, scrivendo, suonando, dipingendo... E non è detto che quello che sente siano cose facili da liberare; mentre lo sportivo, deve preparare il suo fisico al meglio, liberando il più possibile la mente.
Significa che per diventare degli artisti di prim'ordine, bisogna marcire tra droghe e alcol? Non necessariamente, ma chi attraversa quella strada, potrà dire cose che non tutti sanno, di conseguenza, sbalordiranno tutti coloro che sentiranno la loro voce, perché questa, è la voce dell'anima.



venerdì 2 gennaio 2015

3-2-1- BURP ANNO NUOVO!

MANGIA MANGIA MANGIA, I CRAMPI NELLA PANCIA.

La fine dell'anno è stata all'insegna del mangiare, o meglio, dello strafogamento assoluto. Il cenone che ho fatto a casa mia, con mio fratello e sua moglie, più un mio caro amico con tutta la sua famiglia al completo, è stato molto divertente. (ovvio che anche la mia famiglia era presente) I preparativi si sono attuati molto presto, per dire che già alle 10.00 del mattino eravamo con le mani in pasta, nel vero senso della parola, dato che mia moglie ed io, abbiamo preparato una crostata alla Nutella e due involtini giganti di pasta brisee, ripieni di un po' di tutto, senza dimenticare il pane fatto in casa. Verso le due ho cominciato a preparare la prima session di polpette, ho iniziato con quelle al tonno in contemporanea con la lasagna, destinata ai piccoli di casa. Poi alle 16.00 ha preso il via la seconda trance di polpette, questa volta di carne ripiene di ogni elemento commestibile, insieme al secondo pane messo a cuocere. Verso le 18.30 è stata la volta della terza ed ultima varietà di polpette, ovvero, di melanzane e cetrioli e quasi un chilo di patate all'insalata e salsa rosa. Il secondo, come portata, non è stata contemplata, e menomale! Visto che poi sono arrivate tre torte salate, una marea di salatini di wurstel, impanadas alla carne e al pomodoro, più piccole brioches salate e al cioccolato, il tutto innaffiato da aperol soda, vino bianco, vino rosso, birre a profusione, spumanti dolci e brut, acqua naturale e gassata, cocacola, fanta ed infine l'amaro del capo. Però il vero clou della cena sono state le linguine al sugo di polpo fresco, preparato per l'occasione, dai miei genitori ed arrivato insieme a mio fratello vero le 21.00. L'ultimo ricordo del 2014 è che dopo tutta questa enorme mole di cibo, alle 22.45 avevamo finito di mangiare soltanto la pasta. E' stato senz'ombra di dubbio il cenone più ricco al quale abbia mai partecipato, proprio per questo, è avanzata la metà della roba cucinata.
Il brindisi della mezzanotte l'abbiamo festeggiato in una maniera decisamente anacronistica per le abitudini del nuovo secolo, cioè, per arrivare al conto alla rovescia, quello che si attende per tutto un anno, mi sono sintonizzato su una trasmissione radiofonica della Rai credo, poiché in casa mia la televisione ha perso ogni suo potere ipnotizzatore, in barba alle conduttrici D'Urso, Venier (ammesso che sia ancora in TV) e tutto il resto delle reti italiane. In effetti il sincronismo dell'effettivo orario con la trasmissione radio, non credo fosse corretto al decimo di secondo, fatto sta che abbiamo brindato con qualche minuto di anticipo. In fin dei conti ciò che conta e l'augurio, e così è stato. Con la radio a palla in attesa dello scoccare della mezzanotte, sembrava di festeggiare il capodanno del 1931, anziché del 2015, però essendo noi alternativi, ci è piaciuto di più così.
I fuochi intorno a noi sono stati decisamente modesti e sottotono rispetto a tutta la nazione, tant'è vero che eravamo in strada con i bimbi al seguito, a fare le gare con i quindicenni dei palazzi vicini, a suon di fontane luminose e petardi innocui, comprati, come ho fatto io, all'Unes o mal che vada all'Aumai della mia zona.
Ancora bagordi una volta tornati a casa con le torte e brioches al cioccolato e l'amaro del capo; in questa fase, l'ha fatta da padrone, I più piccoli hanno ceduto alla stanchezza, mentre noi adulti, ci siamo sfidati ad un avvincente Trivial Pursuit Genius fino alle 3.30. Nella fattispecie il gioco, ha umiliato tutti i partecipanti con delle domande di una difficoltà impressionante, ma comunque mi a moglie ed io, siamo riusciti ad ottenere due lauree.
Finita la festa, ciò che è rimasto è stato il cibo avanzato e con grande sforzo, abbiamo provato ad intaccare la scorta, oggi al lago facendo un piccolo pic-nic e anche poi a cena. Nonostante la volontà ed il dispiacere per lo spreco, il rimanente è finito in pattumiera.
Tra i buoni propositi del 2015 c'è quello di rimettermi a dieta e se non avessi buttato gli avanzi, sarei arrivato al prossimo capodanno, con lo stesso menù dell'anno prima. Meglio evitare.
Buon Anno.


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...