sabato 30 luglio 2016

CHI CI SALVERA'?

In un'epoca di grandi disordini sociali, di atti terroristici internazionali e di criminalità all'ordine del giorno, ci vorrebbe un personaggio che possa condurci verso la direzione giusta. Avremmo bisogno di un salvatore, di un eroe, di un condottiero che possa vendicare i soprusi dei più deboli e rimetta in piedi una società fatta di persone giuste e corrette. Abbiamo bisogno di un personaggio come Kenshiro!
Non siamo in un'era post-apocalittica nucleare, ma poco ci manca. Siamo allo sfascio però, come dire alla deriva, pur essendo in un'epoca di enormi progressi tecnologici, a guidare l'animo umano è l'istinto di supremazia verso gli altri e la brutalità primordiale, quella che veniva usata nelle ere antiche, addirittura preistoriche, per cui l'avanzamento cerebrale si è arrestato di parecchio.
Ci sono stati dei personaggi storici che hanno avuto le caratteristiche sopracitate, mi vengono in mente Robespierre, Garibaldi che venivano alimentati da ideali di libertà e di unione, Alessandro Magno, Gengis Khan, piuttosto che Attila, Napoleone, ok forse questi avevano delle mire espansionistiche differenti da quelli che servirebbero ora a noi, di certo non erano come Kenshiro che combatteva per la liberazione del mondo, anzi, lo volevano tutto per sé.
Questo per dire, che delle grandi personalità hanno raggiunto dei traguardi inimmaginabili ed è proprio quello che manca a noi purtroppo, ossia, un personaggio che sappia condurci verso una società migliore.
Comunque sia, ognuno delle personalità di spicco a cui fa riferimento la storia per le loro gesta, si deve anche ricordare il rovescio della medaglia, cioè che con la morte di costoro o addirittura in corso d'opera durante le rivoluzioni attuate, gli avvenimenti e specialmente l'ideologia subì un drastico cambiamento; il che significa che gira e rigira anche l'eroe senza macchia e senza paura, alla fine si dimostra per quello che è.
Ma se venisse Kenshiro, non si farebbe inquinare l'anima dal potere ne sono certo.



giovedì 28 luglio 2016

PIZZA ALLA CAFFEINA

Dopo aver trascorso tutto il giorno a Pavia per una gita familiare, torniamo a casa per l'ora di cena; docce e relax di una mezz'oretta, spunta il quesito di cosa mangiare. Si vota per la pizza: un plebiscito. 
Sento dire spesso che la pizza non stanca mai, forse s'intende che non concilia il sonno. Parole sante!
Ho mangiato la mia pizza intorno alle 21.00 e per tutta la notte non ho fatto altro che bere e rigirarmi nel letto, che dramma.
Prima di tentare di dormire abbiamo visto due film, poi ho dato uno sguardo alle notizie di oggi (mai qualcosa di bello) ho letto due capitoli del libro di queste settimane e ho sentito di aver finalmente trovato la stanchezza giusta per chiudere gli occhi. Niente da fare. 
Mi sono alzato quattro volte per bere ed ogni volta che ho introdotto dei liquidi, li ho espulsi con quel dannato sudore notturno e, nonostante sia venuto giù il diluvio che ha rinfrescato un po' l'aria, ho comunque il ventilatore puntato ed il calore non mi dà tregua. 
Perciò mi alzo, bevo ancora e mi rimetto a leggere, ho ancora sete, cerco quell'acqua bella fresca e gassata ma sono arrivato in fondo alla bottiglia; capita sempre così quando ho l'arsura l'acqua scarseggia sempre; sarà la legge di Murphy, forse in questo caso è la maledizione di Babbo Natale (la pizzeria si chiama così)
Sono qui che alle 5.00 del mattino non ho ancora trovato pace. 
Che diavolo mi hanno messo dentro a quella pizza, la taurina?
La cosa peggiore è che oggi avrò una notte da passare in turno a lavoro e sarò completamente rimbambito, più del solito; che sventura.
Ho capito che dopo una pizza ci vuole dell'alka seltzer, magari 10 litri di acqua gassata, o in alternativa un potente sedativo.




lunedì 25 luglio 2016

BORN TO BE ROCKER

Oggi stavo leggendo alcuni articoli su Rollingstone Magazine, e tra un'intervista di qua e una pagina di là, riflettevo fu un fattore determinante per chi vuole essere un musicista: bisogna dare anima e corpo per riuscirci. Ebbene questo non vuol dire solamente stare a provare per ore e ore in casa o in studio, piuttosto che in una scuola rinomata ad apprendere le nozioni di tecnica e teoria musicale, certo sono essenziali, vitali direi, ma non per i musicisti rock. Mi spiego:
il musicista classico deve conoscere la musica alla perfezione e solo allora credo, possa mettere anche la sua parte nelle esecuzioni per definire la carriera futura. Prima di partire per essere un musicista famoso, ha lunghi anni di studio alle spalle.
Mentre il rocker deve conoscere almeno la musica come materia; certo, però quello che lo distingue da tanti altri musicisti, è la vita che sacrifica in nome di quello che suona, quanto è disposto a mettere in gioco per emergere, e cosa fondamentale, deve essere incline all'autolesionismo.
Tutti i grandi nomi del rock, non partono dalla sala prove o dal garage di casa, per poi arrivare in vetta alle classifiche, no, cioè anche, ma deve avere una personalità che arriva prima della musica stessa, deve potersi mantenere suonando e vivere esperienze assurde, solo allora potrà dirsi davvero un musicista rock.
Sembra banale un discorso del genere, come dire: la solita storia del fuoco dentro... ma è così non ci sono modi differenti per spiegarlo. I mostri sacri del rock si sono drogati, hanno vissuto ai margini della società, sono stati considerati dei reietti, dei nullafacenti ed è così che si mettono le basi per una vita all'estremo. Il successo, la fama, i soldi, le droghe, gli eccessi, sono tutte cose che sono arrivate dopo, ma prima nel loro piccolo hanno già avuto esperienze simili, certo ridimensionate, ma non molto lontane da quelle che poi hanno vissuto con la celebrità.
Negli Stati Uniti forse c'è la possibilità di mantenersi suonando in giro per gli States, si viene pagati poco, ci si arrangia con delle piccole etichette e grazie a questo, si riesce ad accumulare un bagaglio di esperienze tali, da cambiare il corso del destino. E' una società malata e i dissidenti si trovano per forza di cose a maturare un senso molto critico, anche rifugiandosi nell'alcol e nella droga per sfuggire alle oppressioni di una società che pensa solo al profitto.
In Italia il malessere avvertito dai rocker è meno forte, perché la nostra società non ha grandi conflitti interni, non ci sono enormi disparità sociali, c'è poca multiculturalità e differenze (rispetto agli U.S.A.) per cui anche le manifestazioni di dissenso sono più pacate.
Sono dell'idea che un rocker, prima di essere un musicista è un individuo antisociale, il che significa anche zero regole, nessuna responsabilità nei confronti di nessuno, neppure di se stessi. Quindi se non si riesce ad esprimere con la musica questo sentimento di rivalsa e vendetta sociale, non si diventerà mai una rock star. Forse è per questo che da noi vanno così tanto di moda i Talent Show.


sabato 23 luglio 2016

A COME ANSIA, P COME PREOCCUPAZIONE

Molto spesso quando leggo le notizie sul web, precipito in un profondo sconforto perché mi rendo conto di vivere in un mondo di pazzi. Oltre a tutte quegli avvenimenti legati al terrorismo internazionale, bisogna fare i conti anche con la cronaca di casa nostra e più nello specifico quella milanese. 
L'ho scritto, controfirmato e ribadito più e più volte, quel concetto che mi sta tanto a cuore, o meglio, che mi fa morire di ansia quando penso che fra qualche anno i miei figli saranno chiamati ad interagire con la collettività e tutto ciò che esso comporta. 
Idealmente ogni genitore vorrebbe proteggere i propri figli fino ad un'eta considerata senile, ma bisogna dare modo anche a loro di vivere le loro esperienze con tutti i rischi che si possono trovare  "nel cammin di nostra vita" però è un lavoraccio. 
I ragazzi non si dannano l'anima per i possibili pericoli a cui vanno incontro se frequentano una certa zona della città o se si trovano davanti a dei brutti ceffi, la loro priorità è divertirsi, esattamente come lo è stato per me e per tutti coloro che crescendo hanno messo su famiglia. Essere giovani significa divertirsi, non c'è storia.
Purtroppo però, il concetto di divertimento è molto soggettivo, c'è chi considera divertente ammazzare di botte un povero cristo o stuprare delle giovani donne; ecco io di questo ho una paura gigantesca. 
Non è che le cose me le invento, sono all'ordine del giorno fatti spiacevoli come questi, e se permettete, vorrei che i miei figli stessero ben alla larga da queste cose orribili. Però se seguiamo la logica de: siamo tutti possibili vittime, io rimarrò in ansia per il resto della mia vita. 
Qual è la soluzione in questi casi?
Bisogna fa resuscitare Bruce Lee e farsi dare lezioni di Kung-fu? (Sì, ok si potrebbe seguire qualsiasi corso di arti marziali, ma vuoi mettere "L'urlo di Chen")
Si devono seguire i figli quando escono di casa? (Sarebbe una mancanza di fiducia)
Compragli una pistola? (Sicuramente negli Stati Uniti fanno così e si sa fino a che punto si spingono)
Tenerli sotto chiave finché non si sposano? (Ma come faranno a sposarsi se non escono mai di casa?)
Trasferirsi in una zona più sicura?
Ecco. su questo mia moglie ed io abbiamo riflettuto a lungo.
Se l'intento è cambiare zona, cioè rilegarci in un comune limitrofe a Milano, allora è meglio di no, perché quando cresceranno i nostri bambini, vorranno andare sicuramente a Milano e la cosa non cambierebbe proprio per niente, anzi, crescendo in una zona lontana (vedi post si Bereguardo) non avrebbero la possibilità di conoscere la città che li ospita per quella sera, di conseguenza, non saprebbero cavarsela nelle zone che conoscono a malapena.
Ma se il trasferimento fosse in una zona completamente diversa da quella di Milano ed il suo hinterland, allora la cosa cambia un po', cioè, sarebbe una cosa rivoluzionaria e magari potrebbe pure funzionare. Chi lo sa.
Il nocciolo della questione è:
come bisogna affrontare i pericoli delle città? Cosa è giusto insegnarli per cercare a tutti i costi di evitare di finire in brutte situazioni?
Come si può vivere senza ansia e senza preoccupazioni?
Io ci sto ancora pensando...


venerdì 22 luglio 2016

COL FISCHIO O SENZA?

Mi ricordo perfettamente il giorno in cui imparai a fischiare, mi stavo recando alla lezione di boxe a Rozzano, nella palestra che veniva chiamata da noialtri "La Tana Delle Tigri". Dopo aver preso delle lezioni da mio fratello sul metodo del fischio semplice, riuscì finalmente ad emettere il mio primo fischio, proprio davanti all'Alimentari Rozzanese. L'anno risaliva a quello della terza media.
Da quando imparai a fischiare non smisi più, anzi, potei cimentarmi nel famoso fischiettio delle canzoni che mi passavano per la testa, senza dover inventare parole a caso pur di non perdere il ritmo, inoltre, riuscì a riprodurre tutte quelle che all'interno della strofa o del ritornello avevano un fischio; non è che ce ne siano poi molte, forse le più famose sono: The Wind Of Change degli Scorpions, Steam degli East-17, Teenage Sensation degli Credit To The Nation e la nostrana Vivere di Vasco Rossi.
Ebbene, una volta che avevo imparato a fischiare, non facevo altro che riprodurre i pezzi fischiettati di queste canzoni con mia somma gioia; era da così tanto tempo che volevo imparare a farlo, da averci messo tutta l'anima e il fiato che avevo in corpo, nel corso delle mie esercitazioni.
Mi rendo conto che l'età in cui cono riuscito finalmente a spuntarla si è protratta molto in là con il tempo, ma il risultato alla fine si è dimostrato uguale anche se ci fossi riuscito anni prima, quindi...
Il fischio è un moto di alta soddisfazione personale, non solo mio, ma da tutti coloro che riescono a farlo senza problemi. C'è chi riesce ad emettere un suono dolce e gradevole, chi lancia delle bombe sonore facendole con le dita a cerchio, o a "V",  o con un dito solo, addirittura senza dita ma aggrottando la lingua in una maniera particolare da riuscire ad emette un sibilo forte tanto quanto quello emesso grazie alle dita. Ci sono persone che mettono le labbra in maniera stranissima e non si sa come, riescono comunque a fischiare decentemente o addirittura meglio del metodo tradizionale, altri che risucchiano l'aria invece di emetterla (di solito sono i bambini che lo fanno per imparare il meccanismo) e altri ancora che sono dei veri e propri virtuosi del fischio, costoro sono gli anziani.
Qual è il segno distintivo di un anziano virtuoso? Senza qualsiasi ombra di dubbio è il vibrato ad ogni fine fraseggio. Gli anziani ormai padroneggiano da così tanto tempo la capacità di fischiare, che le canzoni assumono delle varianti vibrate, come ad identificare una competenza tale da poter prolungare il suono e addolcirlo in maniera esagerata fino a storpiarlo completamente. Il vibrato è un segno distintivo delle vecchie glorie, perciò quando si sceglie di applicarlo ad una canzoncina fischiettata laddove non ce n'è bisogno, vuol dire che qualcosa in noi sta cambiando, ovvero, si sta invecchiando.
Quando questo avverrà fate pure un fischio.





giovedì 21 luglio 2016

BUON APPETITO

C'era un periodo in cui al lavoro potevo aggiornare il blog, scrivere i miei romanzi e cenare quando l'orario di lavoro coincideva con la cena, da diverso tempo tutto questo è impossibile da compiere per cui resto indietro con il blog, con i romanzi e la cena è sempre fugace o la salto addirittura.
Sul saltare la cena in verità non è poi una cosa così malvagia, nel senso che meno mangio e meglio è, soprattutto perché vedere altre persone che si cibano davanti a me non mi fa proprio piacere, se devo dirla tutta, provo un certo senso di repulsione specialmente se è gente con la quale ho poca confidenza.
A pensarci bene nutrirsi è l'atto primordiale per eccellenza e come tale, i gesti i suoni, le movenze sono molto selvagge, soprattuto se non si seguono certe regole di buona creanza quando si sta a tavola con altre persone. C'è da dire che in pochi stanno attenti a non fare rumori molesti o ad ingozzassi come tacchini mentre sono in compagnia di gente a cui non importa un fico secco di vedere cosa è stato appena introdotto in bocca, o se il pasto è stato digerito a perfezione, eppure, in tanti credono che quando si mangia tutto il resto intorno scompaia e non ci siano doveri nei confronti della comunità. Io questo modo di fare lo detesto con ogni fibra del mio essere.
Ho alcuni colleghi che quando mangiano biascicano come delle mucche ruminanti e personalmente quando li sento, mi sale un senso di schifo tale da farmi passare l'appetito. Ma non c'è verso a costoro non importa o peggio, nemmeno se ne accorgono perché nessuno gli ha insegnato che quando si mangia lo si deve fare in silenzio. Non è finita qui, a fine cena emettono dei bei rutti sonori il che fa capire che la cena è stata ben apprezzata dal barone che ha appena finito di ingollare boli nemmeno fosse un pitone reale. Basta!
Non si deve essere per forza dei seguaci della Cristina Parodi, quando costei illustrava le regole del galateo a fine telegiornale; no, c'è bisogno solo di un po' di attenzione tutto qui.
La cosa riguarda per lo più gli uomini, poiché quando sono in gruppo si sentono legittimati a diventare delle bestie, come ad identificare un certo retaggio naturale di conquista del proprio pasto.  Sono passati quindici milioni di anni da quando l'uomo era una scimmia antropomorfa, per cui si può evolvere anche per quel che concerne l'educazione, ma ahimè non è così scontato pensarlo.
Dato che stasera devo tornare a lavoro, nonostante abbia fatto un turno di notte appena terminato, dovrò portarmi da mangiare, ma visto che non so con chi sono in turno, forse mi conviene mangiare prima.
Buon appetito.




martedì 19 luglio 2016

L'UNICA VERITA' INCONTROVERTIBILE

Il detto "La mamma degli scemi è sempre incinta" è forse l'unica frase che contiene in sé la verità del mondo. Non ho mai sentito nessun'altra frase più azzeccata di questa, poiché al contrario di tutti gli altri detti, proverbi, aforismi ecc, esprime un concetto universale di onniscienza, è palesemente inappellabile ed è certo che quello che esprime con le parole, sia in effetti vero al cento per cento. Tutte gli altri detti celebri hanno sì, la stessa dose di saggezza, ma molto spesso presentano delle varianti che non vanno bene per l'intera umanità o per lo meno, sono utili solo in certe situazioni.
" La mamma degli scemi è sempre incinta" è fruibile in ogni angolo del pianeta, in quanto ogni giorno sulla Terra, nasce un possibile scemo, o tutt'al più è già nato e manifesta la sua scemenza.
Di esempi ce ne sarebbero talmente tanti, che resterei qui a scrivere per una vita intera, anche se mi limitassi ai casi più eclatanti.
E' vero, molte donne di futuri uomini scemi sono sempre pronte a partorirli, ma è vero anche che la crescita di costoro viene fatta da altrettanti uomini scemi che a loro volta, quando cresceranno, metteranno al mondo (insieme a donne sceme) altri uomini scemi (e chiaramente altre donne sceme) e così avanti per l'eternità. E' quasi impossibile spezzare questa catena, a meno che non ci sia un avanzamento di categoria, come dire un upgrade nella situazione sociale nel quale si ritrovano tutti questi scemi, ma è più facile che ci sia un peggioramento, che a loro volta genererà una situazione ancora più drammatica.
Uno scemo si unisce ad un altro scemo insieme formeranno un scemo più piccolo, questa è la condizione in cui si sviluppa uno scemo.
Ok, penso che il concetto sia abbastanza chiaro, però, scrivere di tutti questi scemi, ha fatto scemunire anche me.




domenica 17 luglio 2016

URGE UN NUOVO LAVORO

E' domenica pomeriggio, fuori la giornata esplode di bellezza, il clima è gradevole, la mia famiglia è pronta per uscire ed io sono chiuso in ufficio come tutte le sere; sta diventando un problema.
Questo lavoro comincia a starmi un pochino stretto, per quanto mi dia del tempo libero durante il giorno e non mi occupi molte ore settimanali, sento il bisogno di cambiare. Anche lavorare di notte sta cominciando a diventare più faticoso rispetto all'inizio, non tanto durante le ore lavorative, che in un modo o nell'altro riesco a tenermi sveglio, piuttosto è la ripresa delle forze che si allunga sempre un po' di più, cioè faccio fatica a riprendermi dopo la veglia continuativa di otto ore, forse l'accumulo di stanchezza si fa sentire.
La mansione in sé non mi fa impazzire ma lo trovo un lavoro come un altro; certo, se fosse pagato meglio e non avessi sempre i weekend occupati, potrei anche soprassedere su tutti quagli aspetti poco favorevoli che questa occupazione si porta dietro. Devo anche aggiunge la ripetitività del lavoro e la mancanza di crescita all'interno dell'azienda. A conti fatti è proprio un lavoro di m£*#@
Sto cercando qualche alternativa a questo posto ma francamente non trovo nulla di esaltante, anche perché l'occupazione in Italia scarseggia, non ho delle competenze specifiche in nessun campo e non ho coltivato un ruolo che mi abbia permesso di costruirmi una posizione da rivendere, ho sempre saltato di palo in frasca, addirittura, devo pure ringraziare di aver trovato quello che ho, perché in giro non c'è niente, che palle!
Un momento, sarebbe meglio specificare che non conosco nessuno che mi possa introdurre in una nuova azienda; sì perché funziona così, se hai delle conoscenze allora puoi fare qualcosa, io non sono esente da questo, anzi, tutti i miei lavori li ho trovati grazie a qualcuno che mi ha introdotto nell'organico, altrimenti a quest'ora chissà dove sarei.
Se mi proietto fra qualche anno nel futuro mi vedo da un'altra parte, oggettivamente non posso sottostare a questi orari, a questo stipendio e a queste condizioni per molto ancora, devo cercare di evolvere in qualche modo, di ampliare le mie conoscenze (non nel campo tecnico, ma devo incontrare nuova gente che mi possa far cambiare) e fare un salto di qualità.
Ho capito che nell'ambito artistico è impossibile lavorare, sia letterario che musicale, perciò li tengo come sogni nel cassetto, ormai avranno le tarme a furia di restare chiusi lì dentro; nel campo radiofonico tanto meno, in quello tecnico... ma di cosa? Mica sono un tecnico, io sono un'artista.
Nell'ambito impiegatizio ci sono già, per cui dovrei solo trovarne uno più redditizio ma è assai difficile.
Nella ristorazione? Già fatto e non credo di esserci portato.
In banca? Era un lavoro molto ambito in passato, ma ora le cose sono cambiate e francamente non sono adatto.
Spaccio e rapine? Sono negato per la malavita, sono troppo buono.
Che diavolo potrei fare?
Forse la soluzione sarebbe aprire una mia attività e non nego di aver affrontato questo argomento diverse volte con mia moglie, però la burocrazia italiana ci ha tarpato le ali.
Niente da fare, l'unica cosa possibile è afferrare i propri sogni e farli diventare la realtà, nel frattempo dormo, così ho tempo per produrne qualcuno e recupero anche tutto il sonno che ho in arretrato.
Se venisse fuori un lavoro fatemelo sapere, gracias.



venerdì 15 luglio 2016

TELEFONO E VOLANTE NON VANNO D'ACCORDO

Penso che non ci sia nulla di più irritante nel vedere qualcuno che telefona mentre sta guidando. E' super vietato, largamente E' multato, osteggiato in tutti i modi, eppure, quando vado in giro per strada vedo un sacco di gente che parla al telefonino o peggio, messaggia, spulcia lo smartphone, si fa i video, intanto che l'auto percorre le strade della città.
Ma perché?
Non esiste nessuna motivazione valida che giustifichi una così grande infrazione stradale, dato che l'attenzione riservata alla guida, diminuisce del 70% se si parla al telefono, correndo il rischio di provocare incidenti anche mortali; forse il concetto non è stato ben recepito dalla popolazione degli automobilisti, pur essendo così elementare.
Quando vado in giro in bici ne vedo così tanti di questi personaggi, da rendermi conto che chi non lo fa, è solo una stretta minoranza di persone; ovvio, la cosa mi fa davvero imbestialire ma non c'è modo di farlo comprendere perché si vede che chiamare qualcuno o vedere cosa dice l'amico su whatsapp è più importante dell'incolumità, sia propria che degli altri e io, essere investito da un pistola che guarda Facebook mentre sta guidando, non ne ho davvero voglia.
Si deve per forza arrivare all'incidente per capirlo? A quanto pare sì, ma non sono sicuro che la cosa non possa essere ripetuta nel corso del tempo, d'altronde l'automobilista sopravvaluta le sue capacità di guida dato che è una di quelle azioni diventate addirittura naturali. Io che al volante sono una mezza ciofeca, non mi azzardo né a chiamare, né a rispondere, sia chiaro, nemmeno se sono in bici.
Quindi per favore maghi del volante, mette giù la comunicazione, toglietevi il telefono dalle mani quando siete in macchina, ne va della sicurezza di tutti.
Una volta lo slogan della Sip diceva, "Una telefonata allunga la vita" forse era valido venticinque anni fa, ora se si parla al telefono si schiatta.
E' chiaro il concetto?


mercoledì 13 luglio 2016

AL RISVEGLIO CON LA CAROGNA SULLE SPALLE

Per me la notte è un momento delicato, nel senso che devo trovarmi nella condizione giusta per riuscire ad addormentarmi. Come è successo questa notte, in verità, questa mattina, poiché l'ora in cui sono riuscito ad addormentarmi volgeva verso l'alba. Va beh, non è un peso fare le ore piccole, ormai ci sono abituato. Ciò che però è tassativo ed indispensabile, per riuscire a trascorre una giornata decente, è il risveglio. Sono in grado di dormire anche poche ore, non ho problemi a gestire il sonno o l'intorpidimento dovuto alla mancanza di lunghe sessioni di riposo, purché venga svegliato senza traumi, ovvero, senza rumori fastidiosi. E qui apriti cielo.
Da più di un mese a questa parte, proprio sotto il mio balcone, stanno effettuando dei lavori sulla strada che non ho ancora capito a cosa servano. Dalla mattina alle 8.00 fino a pomeriggio inoltrato, si sente un baccano tremendo, come la ruspa che scava, il ferro tagliato, i tubi saldati tra loro, i muratori urlanti e sonore bestemmie volanti. A fine giornata, dopo aver subito un inquinamento acustico infernale, mi affaccio dal balcone con la speranza che siano in fase conclusiva, ebbene, ogni giorno vedo sempre la stessa voragine, gli stessi tubi rotti e lo stesso disagio di sempre, senza che tutto ciò sia progredito verso una conclusione, come dire: tanto rumore per nulla.
Oltre agli scavi archeologici inutili, puntualmente tutte le mattine verso le 8.20 arriva la figlia della mia vicina con sua figlia e quell'idiota, fastidioso, mordace inutile cane al seguito. Appena l'imbecille della sua padrona apre lo sportello, questa furia su quattro zampe corre verso l'ignoto abbaiando a qualsiasi cosa sia presente sul suolo terrestre, ma anche nell'atmosfera. Il suo abbaio è forse il suono più brutto mai sentito in cinque miliardi di anni sulla Terra, dopo però, le urla della padrona che lo richiama con un tono stridulo, acuto e sgraziato da far sanguinare le orecchie. Probabilmente se gli mettesse uno straccio di guinzaglio, invece che urlare come una pescivendola per tutto il vicinato, ne gioveremmo sicuramente tutti, ma ahimè, alla padrona e al cane, piace fare rissa con gli altri quadrupedi e svegliare chiunque abiti in un'area di 114 km quadrati. Prima o poi quel sacco di pulci e la sua padrona, si beccheranno una secchiata di acqua ghiacciata o direttamente un vaso in testa. Non è possibile andare avanti così,
"Ma tienitelo a casa tua, invece che portarlo da tua madre no?!!"
La ciliegina sulla torta la mette mio figlio, che se è in buona, cioè se non piange e non si dispera, fa quei suoi versetti tanto dolci e carini che alla mattina è forse la cosa più tenera che si possa ascoltare, ma se si sveglia con la luna storta è capace di risvegliare il demonio che c'è in lui ed emettere degli urli strillanti da farmi saltare le cervella. Purtroppo il mood da Regan de "L'esorcista" capita molto spesso e volentieri, per cui  il risveglio mattutino è diventato un momento drammatico per tutti noi, sarebbe meglio dire, solo per me.
Toglietemi tutto, ma non un dolce risveglio.


lunedì 11 luglio 2016

LA MIA BAMBINA CRESCE

Abbiamo appena spento le candeline della primogenita, oggi sono 9 anni. Sì lo so, ad un giorno di differenza dall'anniversario con mia moglie; beh, quando sostengo che si è trattato di magia dico il vero.
Lei ha scartato i suoi regali tanto attesi, nella fattispecie: il libro ed il cd di Alex&Co. Il Diario di una Schiappa e tre personaggi della Playmobil. E' ancora una bambina e mi riempie il cuore di tenerezza quando la vedo alle prese con i giocattoli e i suoi idoli, come dire, si barcamena in quella situazione ancora non definita tra bambina e ragazzina. Durerà ancora per poco questo limbo, lo so, poi intraprenderà la via della prima adolescenza e allora tutto sarà differente, forse più complicato perché si aggiungeranno alla crescita naturale del fisico, anche nuovi elementi con i quali bisogna scontrarsi, ma non è ancora così vicino, quindi mi godo la fanciullezza della mia bambina ancora per qualche tempo.
Stasera sarà la volta della festa al lunapark con le sue amiche, ma prima cena fuori tutti insieme e dopo scatenamento folle sulle giostre. Voglio che si diverti un sacco perché se lo merita è una bambina eccezionale, tanto dolce e gentile, posso dire tranquillamente che si guadagna tutto ciò che noi le regaliamo.
Ovviamente non rimarrai sempre piccola, comunque sia sarai la gattina di panna di papà per tutta la vita.
Auguri cuoricino. buon compleanno.



sabato 9 luglio 2016

E SONO DIECI

L'evento mondiale che ha permesso di unire la mia vita con quella di mia moglie, l'ho raccontata più e più volte. La notte tra il 9 e il 10 luglio del 2006 le nostre strade si sono unite e d'allora non si sono mai separate, anzi, in questi dieci anni abbiamo creato una super famiglia con tanto, tanto amore e inoltre ci siamo imbattuti in mille avventure. Una storia di ordinaria straordinarietà (ok, forse non suona molto bene ma il senso è quello)
Ovviamente, come avviene per tutte le celebrazioni che mi riguardano, sono qui a lavorare e a prendere un sacco di chiamate, invece di stare a casa a festeggiare.
E... niente dato che non ho il tempo di poter comporre un elogio all'amore che mi lega a mia moglie e non riesco neppure a fare un rapido excursus delle imprese eroiche intraprese in questi dieci anni, devo terminare di scrivere e gli auguri ce li faremo stanotte, sempre se la trovo sveglia.
Intanto, auguri amore mio.




venerdì 8 luglio 2016

YOUTUBERS CAPUT MUNDI

Quando io ero un ragazzo, la TV più indirizzata verso quelle che erano le tendenze musicali del momento era sicuramente MTV. Lì si potevano trovare trasmissioni musicali anche di una certa qualità come per esempio: "MTV Brand New,""Behind the Music" "MTV Supersonic" "Videoclash", inoltre c'erano le classifiche come "Dancfloor Chart" "Hitlist Italia" "Hitlist UK"insomma la TV aveva un indirizzo musicale molto forte, dopodiché sono iniziati i programmi d'intrattenimento davvero scadente, per poi arrivare a creare un televisione generalista e abbandonare definitivamente la tematica musicale.
MTV è stata soppiantata da YouTube per tutto quello che concerne i video musicali ma anche per tutto il resto, questo per dire che il "tubo" ha avuto una crescita esponenziale sia per gli utenti, ma soprattutto per chi apre un canale e fa di questo ciò che vuole. A proposito della libertà di apertura del canale, negli ultimi tempi, sono diventate delle vere e proprie star delle ragazze e dei ragazzi del tutto normali, che mostrano video molto spesso inutili, nei quali si parla di cose banali, conditi da parolacce di tutti i tipi, senza che ci sia una vera conoscenza riguardo un argomento specifico; in questa maniera si svilisce la professione di chi crea programmi TV e ne diminuisce la qualità.
Ogni tanto butto un occhio su questi canali così in voga tra i giovani, basta vedere le visualizzazioni per rendersene conto di quanta gente li segue, per capire cosa c'è di così speciale nelle immagini, nelle parole, nei contenuti. Ebbene, la stragrande maggioranza di questi youtubers, non sa esprimere un concetto semplice dato che l'italiano basilare non lo conosce, i periodi espressi sono confusionari e non hanno sostanza, non ci sono immagini interessanti e ciò che viene comunicato non ha nessun valore. E pensare che una volta si diceva che Mike Bongiorno avesse istruito e divulgato l'italiano, meglio di Dante Alighieri; è sicuramente un merito che va riconosciuto al grande conduttore, ma oggigiorno la lingua italiana viene massacrata da questi sedicenti conduttori, per non parlare di chi commenta i video, sono terrificanti; il vecchio Mike si rivolterebbe nella tomba (oddio, ma l'hanno poi ritrovata la salma?)
La possibilità di dire la propria o di far emergere una band con un video postato su YouTube è una grande opportunità che una volta non si aveva, cioè, se si riusciva ad arrivare in TV significava aver raggiunto un certo successo, invece di questi tempi tutti hanno una chance di apparire, ma a volte non capisco come facciano ad avere tanto seguito personaggi del tutto inadeguati o band senza talento.
Anch'io ho un canale personale, dove ho potuto mettere i video della mia band, (Twenty Euro For Love) ma di visualizzazioni ne avrò ricevuto sì e no, una quarantina da quando è stato pubblicato. Non ho idea di come si faccia a raggiungere un alto seguito di iscritti al canale e francamente, non so se questo poi abbia un riscontro monetario per il proprietario del canale, immagino di sì, comunque spiegatemi come si fa, forse bisogna non sapere l'italiano.


lunedì 4 luglio 2016

FUORI PORTA-TA MASSIMA

L'idea di andare a vivere fuori Milano si fa sempre più concreta. Oggi mia moglie ha fatto un giro sui siti di case per vedere cosa ci possiamo permettere con la vendita della nostra, ebbene, a parità di prezzo si possono trovare delle soluzioni davvero interessanti andando un po' fuori, è chiaro che minore è il capitale iniziale, maggiore sarà la distanza che ci separa da Milano, e visto che la tipologia di casa ideale l'ha trovata a Bereguardo, questo la dice lunga sulla disponibilità monetaria delle nostre tasche.
Ma mi ci vedrei davvero in un posto come Bereguardo o simili?
Io, che sono un cittadino a tutti gli effetti?
Io,che per andare ovunque mi muovo in bici?
Io, che mi rilasso all'ombra dei palazzi e mi rinfresco alle fontanelle dei giardinetti?
Io, che vado a fare la spesa da U2 pensando di incontrare Bono Vox e proporre una jam session con la mia band?
Io, che vado a suonare in centro?
Io, che gioisco nel vedere il Duomo?
Io, che mi sento un milanese imbruttito?
Potrei davvero sentirmi felice in una zona confinata al limite del sistema solare?
E' dura, molto dura, trasferirsi in un paesino piccolo come il parcheggio dell'Esselunga di Gae Aulenti. Così su due piedi direi che è addirittura impossibile, però dovrò ammorbidire le mie convinzioni per il bene della mia famiglia.
Oggi ho sondato un po' il terreno con i miei figli e gli ho chiesto se sarebbero disposti a lasciare la nostra casina piccina piccina picciò, per andare a vivere in un paese lontano ma con una casa molto più grande e magari con una camera a testa. Mettendola giù così, la risposta è stata scontata.
Chissà che diavolo mi è preso, in fin dei conti Milano non è che mi offra qualcosa di irrinunciabile, a parte il sushi sotto casa e la spesa a domicilio, cioè si può vivere bene dappertutto se si sta con la propria famiglia. Allora dov'è l'inganno? Chi mi ha fatto il sortilegio per il quale non sono in grado di staccarmi da questa città?
Se fossi il sindaco Milano, sarebbe incoerente per me vivere in un'altra provincia, ma io sono solo uno dei tanti che occupa il suolo milanese per fare la sua vita normalmente, quindi potrei condurre la mia esistenza anche in un'altra zona, eppure, sono restio a lasciare il mio angolino meneghino, è questo forse un forte pregiudizio? Oppure so perfettamente che non è quello che voglio?
Quando andai a Kyoto incontrai una donna della Svizzera tedesca che mi disse:
"Noi siamo come gli uccelli, non è detto che il posto dove nasciamo sia quello definitivo, il mondo ci appartiene ed è bello poterlo vedere nella sua totalità."
Questa frase me la sono ripetuta per dieci anni e all'occorrenza ho trovato pace in queste parole, ma non è detto che possa funzionare anche in questo caso, poiché il mio legame con Milano è troppo forte e la paura di fare un buco nell'acqua lo è ancor di più.
Mia moglie ha ragione nel sostenere che in un paesino più piccolo e lontano dal centro la vita è più semplice (mia ha stuzzicato anche l'idea di avere una batteria in casa e un box dove poter riporre l'auto senza impazzire per il parcheggio) ma è davvero così?
Ok, d'accordo è vero, però per fare anche la più semplice delle operazioni vuol dire passare una vita in auto e non credo di potercela fare.
Dannazione, sono davvero combattuto. Cedo all'idea di essere uno snob milanese, molto chic e orgoglioso della sua città, o devo pensare al bene della famiglia e trasferirmi chissà dove per avere qualcosa di più?
Sono un papà dal cuore d'oro, per primo vengono i miei figli, quindi va da sé che cederò abbastanza rapidamente, ma la mia Milano mi manca di già.


domenica 3 luglio 2016

MILANO FAMILYPROOF

Difendo a spada tratta Milano da troppo tempo ormai, eppure, per quanto mi prodighi a tessere le sue lodi, questa ogni giorno, mette a dura prova la mia inossidabile fedeltà. Ne parlo spesso con mia moglie e ne viene fuori che la nostra città non ci appartiene più come una volta poiché: non offre nulla che non sia a pagamento, non è a misura di famiglia, i servizi di cui dispone sono accessibili solo a chi può attingere da enormi portafogli banconote a non finire, e come se non bastasse, ad ogni angolo mostra la sua pericolosità, tranne che nel centro; ovvio.
La netta distanza che separa le famiglie normali da quelle ricche è sempre più evidente specialmente se le attività per passare una giornata senza troppe pretese, si debbano necessariamente pagare tutte le volte con grosse somme di denaro, tradotto significa che i bambini meno abbienti non hanno diritto al divertimento. Sta diventando proibitivo fare qualunque cosa come muoversi con i mezzi pubblici, vedere un film al cinema, mangiare fuori per pranzo o a cena, soprattutto per una famiglia numerosa (e lo sarà sempre di più) come la mia.
Se si sceglie di intrattenere i figli in un giardinetto qualsiasi, bisogna scontrarsi con i padroni dei cani che usurpano ogni spazio verde, con la sporcizia lasciata da chiunque non abbia un minimo di senso civico, con i disperati che dormono in cerca di un luogo fresco, con i ragazzini che fumano e bevono in barba ad ogni regola sociale, con gli anziani che per ogni rumore percepito attaccano come vipere velenose.
Per evitare tutto questo, è d'obbligo pagare per una qualunque forma di intrattenimento; ma che senso ha?
L'opzione a cui si arriva dopo aver ragionato su tutti questi elementi a noi sfavorevoli, nonché essere stati avviliti dalla cruda realtà, è quella di pensare di cambiare casa un'altra volta ma in un posto dove quattro mura non costino uno sfacelo di soldi, dove è possibile avere a disposizione dello spazio per creare del divertimento sano a costo zero e dove ci sia un po' di natura intorno al posto di avvilenti palazzi.
Preferirei non dovermene andare da Milano, già l'ho fatto una volta e sono rimasto scottato, perciò ci vado con i piedi di piombo verso questa possibilità. Eppure per quanto sia grande il mio snobismo verso l'hinterland, e per quanto io sia per la città ad ogni costo, mi sto scontrando con quella che è diventata Milano negli ultimi anni, ovvero, una città bella solo se si è giovani e senza figli, oppure se si fa parte della ricca borghesia. Gli esponenti di entrambe le due categorie hanno sì la facoltà di vivere la città per quello che è, ovvero, alla moda ed esclusiva.
Quando vivevo a Rozzano pensavo che fosse la miglior cittadina al mondo, ne vedevo solo le comodità e i difetti che l'hanno da sempre contraddistinta nel corso degli anni, non mi facevano né caldo né freddo, poiché da quando ho iniziato ad andare alle superiori, ho frequentato sempre e solo Milano. Quando poi ho conosciuto mia moglie e sono andato a vivere con lei in una delle zone più centrali del capoluogo lombardo, ho stravolto completamente le mie opinioni a riguardo del piccolo comune per sposare completamente la scelta di vivere in centro. Come dicevo prima, per poter vivere bene in città, si deve essere giovani e senza figli, perché tutti i divertimenti sono a portata di mano e a un tiro di schioppo da qualunque punto si parta. Nel momento in cui sono diventato genitore, ho visto i limiti della mia città però sono ancora così "innamorato" che ho lasciato perdere le mancanze che ha nei confronti delle famiglie. Ora però credo che non si possa chiudere gli occhi ancora per molto, devo aprirli e rendermi conto che, se un sacco di nuclei familiari sono andati a vivere alle porte della grande città, un motivo ci sarà, anzi a ben vedere, ce ne sono molti purtroppo.


venerdì 1 luglio 2016

UN SOGNO RICORRENTE

Si potrebbe chiamare sogno anche se in verità è un desiderio, ma dato che i sogni sono desideri, come insegna Biancaneve, alla fine ci si ritrova a dire la stessa cosa.
Il mio sogno ricorrente letteralmente mi rincorre dietro, quando inforco la bicicletta per andare a lavoro ed è semplicemente il più banale e squallido dei sogni, ovvero: essere ricco.
Detta così, mi rendo conto che non è nulla di eclatante, è poco fantasioso e venale all'ennesima potenza, eppure, questo desiderio mi assale solo quando vado a lavoro per il semplice fatto che di voglia di lavorare non ne ho.
Ma essere ricco in verità non è proprio quello che vorrei davvero, perché in effetti i soldi, cioè possedere tanti soldi, mi spaventa. Non so come potrei gestire la ricchezza, non avendone mai avuta una, perciò, non saprei come fare per evitare che questi soldi alla fine si tramutino in una disgrazia.
Qualche tempo fa, avevo visto un video riguardante dei milionari andati in malora per le vincite stratosferiche delle lotterie nazionali, ebbene, mi rendo conto che avere all'improvviso una sacco di denaro, possa dare alla testa soprattutto se non si hanno le capacità adeguate per amministrare un enorme patrimonio. Si fanno spese folli, si bruciano banconote per gioielli, bolidi, viaggi di lusso, ovvero, si perde la testa in acquisti per tutto ciò che non si ha mai avuto la possibilità di comprare da poveri.
A me non interessano i soldi per comprare cose di questo tipo, non mi frega di avere una Ferrari, piuttosto che una mega villa o chissà quale gioiello, vorrei la somma necessaria per fare gli affari miei senza pensare a nulla. Ovvio che se questa somma, per chissà quale strano motivo, dovesse essere di milioni di euro, provvederei a distribuire ingenti somme ai miei cari per sistemare tutti quanti. Ma come si dovrebbe fare? Dovrei compilare degli assegni e cederli a chi vorrei, oppure, dovrei fare il filantropo come Naoto Date* e di nascosto risolvere i problemi di tutti?
Mi sta già salendo l'ansia e di soldi non ne ho nemmeno se me li disegno nel portafogli.
I soldi sono un problema sia quando mancano, sia quando ce ne sono a profusione, forse la base che sta dietro al soldo è proprio scorretta in partenza, per questo motivo porta dietro di sé tanti problemi.
Bisognerebbe vivere con il giusto senza un corrispettivo monetario, ovvero, trascorrere un'esistenza come fanno le tribù. Penso sia l'unica soluzione possibile per non essere inquinati dalla volontà della ricchezza o dalla sciagura della povertà.
E' meglio cambiare sogno.

* Uomo Tigre (nda)



COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...