domenica 23 dicembre 2018

ANNO NUOVO, NUOVO LIVE

Ebbene, la nostra attività live non si ferma mai anzi, dopo la pausa natalizia i Twenty Euro For Love riprendono l'attività live con energia rinnovata e la promozione del nostro nuovo EP che sarà l'occasione perfetta per andare a surfare in quei posti dove è necessario portare il riverbero, il twang ed il ritmo ben cadenzato del nostro amato genere.
Saremo proprio qui, siateci!


IL REPORT DEI DUE CONCERTI

Con estremo ritardo posso fare un piccolo resoconto di quanto è avvenuto quasi un mese fa.
La data del 29 novembre al Red Queens è stata una competition dove ci siamo posizionati al 3° posto!!! Peccato che i gruppi erano tre. AHAHAH!
Va beh non importa è stata un'altra esperienza da annoverare tra le tante fatte.
Due giorni dopo però abbiamo avuto il nostro riscatto morale ci siamo imbattuti in un'impresa eroica; due ore di viaggio che però hanno avuto il loro perché. Ci siamo spinti fin nel cuneese per aprire il concerto dei Rock'n Roll Kamikazes al circolo Mezcal di Savigliano e ancora ne andiamo fieri.
In effetti la serata è stata molto piacevole e divertente, noi abbiamo suonato al meglio delle nostre possibilità e credo che si sia notato, cioè, abbiamo cercato di rendere l'attesa per l'inizio degli headliner il più piacevole possibile e qui sotto c'è un piccolo estratto del nostro live.
Quel che ha reso speciale la serata a onor del vero, è stata la pre-serata, ossia, il momento della cena e del relax prima che tutto il turbinio sonoro prendesse parte. Ed è proprio qui che si è resa più netta la differenza tra il concerto di pochi giorni prima, rispetto a questo: i musicisti. Le persone con le quali abbiamo condiviso una momento di grande divertimento, si sono rivelate davvero disponibili e cordiali. Abbiamo parlato, discusso e ci siamo confrontati sulle realtà che vivono i gruppi di professionisti facendo tesoro di consigli che hanno dispensato con grande umanità. Alla fine del concerto grandi promesse, saluti e accordi che spero un giorno si possano realizzare proprio come abbiamo concordato; staremo a vedere.
Per quel che riguarda invece la competizione, ecco... non è stata proprio la stessa cosa, ovvio il concorso ha di base una certa competizione tra le band, per cui non si riesce o non si ha molta voglia di stendere grandi rapporti, anche se comunque siamo riusciti a scucire un'altra data (non ancora definita in un locale che poi dirò) grazie ad un chitarrista di un gruppo in gara con noi, che penso e spero sia diventato un nostro fan.
L'ultimo concerto del 2018 è stato davvero forte, abbiamo fatto proprio bene ad andarci, nonostante la fatica per arrivare e il cachet che a malapena ha coperto i costi del viaggio. Quest'anno per noi è stato un anno di grande impegno e di un sacco di concerti, ben 19! Certo ci sarebbe piaciuto chiudere il 2018 con 20 (Twenty) live all'attivo, ma speriamo le 2019.
Nel frattempo auguri a tutti.
Stay rock and play Surf.


domenica 25 novembre 2018

DUE CONCERTI IN UNA SETTIMANA PER I TWENTY EURO FOR LOVE

I Twenty Euro For Love la settimana prossima saranno impegnati su due fronti, tra l'altro su due regioni ben distinte e separate. Giovedì 29 novembre saremo in provincia di Como al Red Queens, sì è vero il concerto si svolge in mezzo alla settimana ma per un motivo ben preciso che a cose fatte comunicherò. Sabato invece il simpatico trio si esibirà in provincia di Cuneo all'Arci Mezcal per aprire ai favolosi The Rock'n Roll Kamikazes! Questo concerto con molta probabilità chiuderà la nostra attività live per il 2018 e lo farà con il botto, insomma per noi è sicuramente una data importante perché è bello suonare con chi si porta dietro tanta esperienza; come dire: c'è solo da imparare con band come queste.
L'anno nuovo non prospetta date già programmate ahimè, questo però non vuol dire che non ci siano novità in corso, anzi, qualcosa di molto succulento sta bollendo in pentola.
Per tutti gli aggiornamenti futuri sarebbe bene rimanere connessi con questo blog.
Adieu!


domenica 18 novembre 2018

IL FORO NELLA PELLE

La grancassa della batteria necessita di un foro per due motivi essenziali:

  1. Dare sfogo al suono tramite l'uscita dell'aria.
  2. Poter essere microfonata.
Una settimana fa anch'io mi sono cimentato nell'apporre questo foro sula pelle risonante con il timore di romperla definitivamente perché dopo aver visto i vari video in merito, durante i quali si mette al corrente dei rischi nel farlo da sé, mi sono spaventato di quanto fosse semplice romperla. Allora ho provato una tecnica che mi sembrava vincente ma che nessuno dei video visionati ne ha fatto alcun cenno, pur sembrando la cosa più ovvia da fare.
Ho smontato la pelle risonante, ho preso un aggeggio di forma circolare che facesse al caso mio e per fortuna tra i giochi dei miei figli ne ho trovato uno con tanto di manico per l'impugnatura e mi sono convito della sua riuscita. La mia prima intenzione era di usare un piattino ma il caso ha voluto che trovassi prima quello che ho usato. Ho impugnato il taglierino come se fossi un chirurgo in preda alla più complicata delle operazioni e ho iniziato il taglio circolare. Se non fosse stato per un piccolo taglio trasversale sarebbe stato perfetto, ma dato che non sono diventato ancora un liutaio, posso dire di essermela cavata bene.
Il taglio sbagliato è stato causato dalla forza impiegata per eseguirlo, poiché ho creduto che la pelle (ovviamente pelle non è) fosse molto più dura del previsto, questo la dice lunga sulla qualità della plastica utilizzata.
L'indomani mattina, ossia dopo il taglio chirurgico, la mia batteria doveva eseguire un grande compito ovvero...
Ma quanta curiosità!
Lo scoprirete nella prossima BAT (nel senso di BATteria) puntata.






domenica 4 novembre 2018

TWENTY EURO FOR LOVE EXCLUSIVE PREMIERE

Qualcosa di nuovo sta arrivando, cosa sarà?



FELICEMENTE APPIEDATO: LA VERA GREEN WAY

Il nostro Scudone da un paio di lunedì ci ha lasciato per sempre e non perché si fosse guastato, anzi funzionava più che bene, ma perché abbiamo fatto il grande passo (è proprio il caso di dirlo) di diventare una famiglia senza auto. A tutti quelli a cui ho comunicato la nostra scelta sono rimasti sconcertati per il semplice motivo che non riescono ad immaginassi di vivere una vita senza un'auto di proprietà; in più nel nostro caso, avere una famiglia numerosa e non possedere l'auto sembrano due elementi che separati non ci possono stare. Prima di procedere con quello che ha portato mia moglie e me a pensare di sbarazzarci di questo ingombrante mezzo di trasporto, vorrei fare un confronto dei "Pro" e dei "Contro" di essere proprietari di un'automobile.

-PRO-

  • L'auto rende autonomi. E' indubbiamente vero; avere la macchina significa non sottostare a nessun orario e quindi partire per mete vicine e lontane in qualsiasi momento.
  • Si viaggia comodi. Per quanto il tragitto sia lungo o breve, comunque lo si affronta stando seduti comodamente al fresco, o al caldo, ascoltando la musica preferita.
-CONTRO-

  • Inquina. Già questo basterebbe per eliminarla definitivamente, ma su tale fattore le persone fanno orecchie da mercante e sembrano non sentire il grido di aiuto del pianeta Terra.
  • È costosa. Costa un sacco comprarla e per questo tutti si indebitano con le banche, con le finanziare, con i parenti... 
  • È una spesa infinita. Oltre all'esborso iniziale che a volte mette in ginocchio l'economia familiare, le uscite pecuniarie non si fermano mai. Basti pensare alla manutenzione che richiede ciclicamente, al carburante necessario al suo movimento, alle tasse di circolazione, all'assicurazione obbligatoria che si deve stipulare anche per averla ricoverata in strada, agli imprevisti meccanici che possono capitare durante la circolazione e via discorrendo.
  • È pericolosa. L'automobile è uno strumento di morte. Quanti morti vengono "seminati" lungo le strade? Troppi. Gli incidenti sono all'ordine del giorno e ognuno di noi è in balia dell'incapacità di chi guida.
  • È ingombrante. Le strade sono occupate da questi ammassi di ferraglia, sia che siano in movimento creando così traffico, o che siamo ferme generando un'inutile occupazione del suolo pubblico.    
  • È un bene soggetto alla svalutazione continua. Pur essendo un oggetto di valore, questo valore non si mantiene nel tempo, anzi, appena uscita dalla concessionaria la vettura perde almeno duemila euro, appena varcata la soglia!
  •  È una trappola. Viaggiare in città quando si rimane imbottigliati nel traffico è una vera e propria prigionia; l'abitacolo dell'auto da accogliente e confortevole si trasforma in una scatola dalla quale non si può uscire, si resta letteralmente intrappolati fino a che l'andamento non diventa scorrevole, passando però dall'esaurimento nervoso.
  • È soggetta alle infrazioni. Ogni qualvolta l'automobile viene parcheggiata in un posto che non sia stato precedente pagato per la sosta; viene multata. Se si varca una zona a traffico limitato; viene multata. Se non si paga regolarmente la sosta; viene multata. Se si superano i limiti di velocità; viene multata, e tutta una serie di infrazioni che vengono effettuate con l'auto sono soggette e multe salate.
  • È uno spreco di risorse. Quante materie prime sono necessarie per produrre una macchina? Una valanga, e ogni volta che ne viene demolita una, tutte queste risorse vengono eliminate senza pensare di riciclare il riciclabile.
Nonostante ci siano molti più punti a sfavore che non, l'auto viene usata lo stesso e mi chiedo: come mai per raggiungere un ipotetico punto B, l'unica via possibile sia attraverso la comodità? (che è poi una comodità relativa) e la pigrizia spinga milioni di persone a soprassedere sulla questione ambientale e della sicurezza delle persone? Semplice, non gliene frega a nessuno.
Forse l'unico elemento che possono prendere in considerazione è quello economico, però per far fronte alla spesa dell'automobile la gente è disposta ad indebitarsi fino al collo. E per che cosa?
per avere un buco, che sia questo nel portafogli o nei polmoni.
Quante volte mi sento dire:
"Ma io abito troppo lontano, con i mezzi ci metterei una vita ad arrivare a lavoro."
Risposta:
-Se ci fossero meno auto in giro la circolazione dei mezzi pubblici sarebbe decisamente più agevole.-
"Ah no, io mezzi non li prendo perché un sacco di gentaglia."
Risposta
-Non è solo sui mezzi che si incorono a tali pericoli, la gente maleducata, violenta ed indisciplinata, la si torva anche e soprattutto in strada tra gli automobilisti-
Potrei andare avanti all'infinito a smontare tutte le ragioni per le quali la gente preferisce usare l'auto, ma il fatto è che ognuno si racconta la propria scusa e perciò sarà impossibile convertire questa tendenza. Bisogna colpire le coscienze ma non è detto che tutti siano sensibili alle conseguenze dell'uso quotidiano delle vetture.
Mia moglie ed io abbiamo fatto una ricerca molto semplice, quattro calcoli e stop, l'auto l'abbiamo venduta in men che non si dica.
Sarà anche una scelta coraggiosa ma allo stesso tempo rende liberi, più liberi di quello che si crede ad avere un'auto a disposizione.
Bisogna essere la rivoluzione che si vuole vedere nel mondo; Gandhi docet.





sabato 20 ottobre 2018

OUTFIT D'ECCEZIONE PER STASERA ALL'ETEROTOPIA

Stasera all'Eterotrofia di San Giuliano Milanese, i Twenty EurO For Love vi accoglieranno con un tipo di abbigliamento davvero ad hoc per l'occasione. Ne abbiamo visite parecchie ma ciò che alla fine abbiamo trovato ha sicuramente una marcia in più, quale? Ovvio, quella hawaiana
Giudicate voi...



domenica 7 ottobre 2018

TWENTY EURO FOR LOVE: ALTRO GIRO, ALTRO REGALO

Ebbene la carovana surf non si ferma, i Twenty Euro For Love fra due settimane esatte saranno in compagnia di altri amici suonatori all'Eterotopia di San Giuliano, per riscattare quel fatidico giorno in cui Mr. Orange ebbe dei guai con il suo basso. Si Sa, la sfiga ha una vista da falco il che vorrà dire che saremo tutti sotto il suo attento sguardo e papabili vittime prescelte per il suo divertimento, ma cerchiamo di pensare positivo almeno ora, poi una volta lì  faremo degli scongiuri degni dei migliori superstiziosi terrestri e non.
Ma che vuol dire?
Boh!
A parte queste uscite senza senso, beccatevi la locandina fatta dalle sapienti mani di Mr.Orange, per l'appunto.
Allora ok, ci vediamo là!


sabato 22 settembre 2018

STASERA AL C.A. PONTE DELLA GHISOLFA TWENTY EURO FOR LOVE LIVE SHOW

I Twenty Euro For Love ritornano in patria a suonare dopo il concerto di settimana scorsa in Svizzera. Stasera è un po' come se giocassimo sotto casa perché il Ponte si trova in viale Monza 133, perciò per tutti coloro che stasera sentono il bisogno di scatenarsi con lo street surf, ebbene, non c'è occasione migliore di poterlo fare.
Dai che ci divertiamo.
A dopo.



martedì 18 settembre 2018

ANCHE GLI SVIZZERI ORA CONOSCONO I TWENTY EURO FOR LOVE

Venerdì sera l'esibizione dei Twenty Euro For Love ha fatto furore nella cerchia elvetica di Lugano. Per quanto i presupposti non fossero dei migliori, uno fra tutti il volume che anticipatamente è stato imposto molto basso, ciò che n'è uscito è stato comunque adeguato, ossia a quel livello giusto per catturare l'attenzione del pubblico. Non sono mancati gli imprevisti tecnici immancabili ad ogni inizio live (presentandosi puntualmente al sound check, come tradizione vuole).
Ci siamo resi conto che in Svizzera molte cose sono differenti dall'Italia, pur essendo ad un tiro di schioppo dal (prima di questo governo) Bel Paese; come: le prese elettriche che sono più uniche che rare. Se proprio vogliamo dirla tutta, anche le chiavi per accordare il basso a volte posso lasciarti senza preavviso; ne sa qualcosa Mr. Orange che per ovviare al problema dell'accordatura, ha dovuto brandire un coltello nemmeno fosse Rambo ad buffet. E della gente, ne volgiamo parlare? Beh, sono stato piacevolmente colpito dall'accoglienza, dal calore e dall'attenzione riservataci durante lo show.
È stato davvero divertente, un'ora ed un quarto di spettacolo pur avendo come scaletta 5o minuti. Non è che ora voglio menarmela, ma quando richiedo più volte dei bis delle canzoni eseguite, ovvio che fa piacere.
L'atmosfera del locale era davvero calda al punto giusto, anche per riuscire a sudare tutti liquidi posseduti ma è certo una grande soddisfazione sciogliersi in nome della musica.
Perciò vi dico, grazie di cuore amici-vicini di casa e grazie a Oops Bar, speriamo di rivederci presto.





venerdì 7 settembre 2018

NUOVO ACCESSORIO SONORO: HI PRECUSSION ELITE CRASH 16

Sono tornato da poco dalle vacanze (a breve un post dedicato) e strano ma vero, la richiesta per  i concerti dei Twenty Euro For Love si è avviata ancor prima del previsto: 14 settembre a Lugano presso l'Oops ed il 22 al Circolo Ponte della Ghisolfa Milano. Per riuscire ad ottemperare questi nuovi impegni, dovevo comprare un nuovo crash per la mia drum session perché quello precedente ha fatto storia, quindi oggi sono andato dalla mia amica fidata di Fiati e Percussioni, ho chiesto ciò di cui avevo bisogno e TAAAC, un nuovo crash pronto per essere suonato a dovere. Per il mio vecchio piatto ho qualche idea per utilizzarlo ancora, come:
  • Tagliarlo riducendo il diametro e usarlo come splash, anche se la campana non è molto alta.
  • Unirlo al ride e farlo diventare diventare uno stack.
  • Farlo forare per usarlo come un trash.
Insomma del piatto non si butta via niente.

Molti miei colleghi batteristi adoperano solo l'essenziale durante le performance live, tipo: charleston-crash-ride; altri solo charleston ed un solo crash/ride; altri ancora charleston-ride e i più basici in assoluto solo un ride. 
A dire la verità io sono molto contrario a questo tipo di scelta stilistica perché per me il suono deve essere differenziato durante un brano, ossia, deve dare la possibilità all'orecchio di chi suona e di chi ascolta, di immergersi in diverse strutture sonore che siano varie e dinamiche. Chi sceglie di usare pochi piatti solitamente lo fa per una questione di praticità durante il montaggio del set e ovviamente si guadagna molto in termini di tempi e di fatica nel trasporto, però la qualità del suono perde parecchio. Io preferisco farmi degli sbattimenti micidiali ma durante il live cerco di poter variare il suono il più possibile anche se non è sempre facile, specialmente se si suona in posti stretti e si hanno dei cambi palco molto serrati. Infatti invidio molto chi ha sul proprio drum set numerosi piatti perché significa che ha molto spazio a disposizione e probabilmente non ha alcun problema a procurasene. 
Comunque questo è il mio nuovo acquisto.











venerdì 24 agosto 2018

NESSUNO VUOLE DEI NUOVI MUSICISTI

E' dura da ammettere ma la sensazione che provo da diverso tempo a questa parte, è che dei nuovi musicisti non gliene frega niente a nessuno, e quando dico nessuno intendo proprio: N-E-S-S-U-N-O.
La categoria persa in causa da questo post è quella dei musicisti con l'aggravante di essere emergenti, ovviamente i mostri sacri non vengo coinvolti, sia mai. Aspè, che poi dopo torno pure da loro.
La gente non capisce bene cosa vuol dire essere musicista perché ai fruitori arriva solo la parte finale, ossia, quella ludica, quella divertente, quella che tutti noi amiamo. Eppure tutti i sacrifici, i soldi ed il tempo impiegato per arrivare al prodotto finale non vengono presi in considerazione il che comporta un declassamento del lavoro creativo.
Tutti coloro che lavorano nell'ambito artistico subiscono questo tipo di discriminazione e credo che derivi dal presupposto che l'arte in quanto tale, sia considerata qualcosa di non necessaria, non quantificabile concretamente i termini di lavoro e atto solo a rallegrare gli animi. Come dire che un dipinto, un romanzo, un film o per l'appunto una canzone, siano delle cose che nelle quotidianità della sopravvivenza non abbiano alcun valore, a differenza di lavori che concretamente forniscono o un bene o u servizio; gli artisti ahimé, non dando nulla di necessario sono tacciati come dei fannulloni. E' ovvio che l'arte serva a far riflettere, ad interrogare chi assiste e certo, anche a far divertire e senza di essa la vita sarebbe una nuvola grigia senza emozioni. Posso dire quindi che l'arte serve ad emozionare e questa particolare attività però deve avere un corrispettivo economico per chi ha pensato di creare un'opera che sia letteraria, pittorica, musicale e via discorrendo.
Dopo aver fatto questo preambolo, dove li mettiamo i nostri musicisti emergenti?
Già, dove li mettiamo?
Molti potrebbero indicarci dei luoghi tipo i bagni pubblici o affini, io invece li devo collocare in un limbo non ben definito tra quelli che fanno lavori normali ma che ambiscono a diventare professionisti e per questo accettano le più disparate condizioni.
Prendo in esame una band di perfetti sconosciuti perché è ciò che conosco meglio.
Allora: la nostra band di eroi che chiamerò per comodità T.E.F.L. chiede ad un locale di potersi esibire con una scaletta di PEZZI PROPRI ed il tempo di esecuzione è pari ad un'oretta. Il gestore del locale, dopo aver prestato non troppa attenzione alla proposta, decide alla fine di vagliare la possibilità di farli esibire chiede:

  1. Quanta gente portate?
  2. Ma fate le cover?
  3. Quanto vorreste come compenso?
Queste sono solo tre delle richieste che vengono fatte ai T.E.F.L come a tante altre band, prima di arrivare ad esibirsi; la lista potrebbe aumentare ma atteniamoci a queste qui per ora.
Bisogna fare una premessa, il momento precedente alla comunicazione con il gestore dell'ipotetico locale, avviene solo dopo una lunga ed estenuante ricerca sul web, invio di richieste, attesa della risposta, organizzazione della vita privata a seguito della possibilità eventuale del concerto. Ma prima ancora di tutto ciò c'è: l'elaborazione del brano, il suo studio e la continua ripetizione; l'affitto della sala prove, l'acquisto degli strumenti, le riparazione degli stessi, le trasferte per raggiungere i luoghi dei concerti, il trasporto degli strumenti ed il montaggio del set sul palco; poi la cosa più importante di tutte: il tempo impiegato per eseguire tutto questo.
Il valore che si dà ad un brano ma anche al gruppo stesso è proprio il tempo che si investe per riuscire a produrre qualcosa di vagamente discreto, ovvio, maggiore la quantità, maggiore sarà la qualità. Il fatto però di essere una band emergente implica che il tempo a disposizione sia ricavato da mille salti pindarici compiuti tra il lavoro, la famiglia e i vari impegni che la vita ci mette di fronte. Si può asserire che: chi si immola per una causa a perdere come quella di diventare un musicista, oltre ad essere considerato uno sfaccendato, un parassita sociale e un esecutore mediocre rispetto ai professionisti, deve anche affinare delle tecniche marziali da ninja per essere in grado di completare tutti i vari doveri della vita, che catapultandosi con capriole e piroette, degne de "La tigre e il dragone" queste prodezze "funamboliche" verranno comunque considerate sempre una perdita di tempo, ovviamente finché non si comincia a guadagnare sul serio.
Ma come si fa a farlo diventare un lavoro con tutti questi ostacoli?
I grandi musicisti vengono ripagati dei tanti sforzi compiuti con grandi chachet, a discapito magari di una vita dissipata tra le varie sostanze stupefacenti, una vita privata distrutta e un equilibrio personale flebile e precario, in nome di una grande passione che brucia dentro, per questo tutto ciò che spetta loro è semplicemente dovuto.
Ma fermiamoci un attimo prima, nel senso che non si deve per forza essere dei rocker maledetti per essere dei musicisti, si può anche lavorare in maniera diversa ma questo diventa impossibile in una società come la nostra, ancor di più se si vive a Milano (notoriamente città poco live band friendly). La causa è esattamente quanto ho scritto finora.
Tempo fa un mio collega mi ha raccontato di un suo parente che vive in Norvegia, costui ha potuto esibirsi davanti ad una commissione statale, per diventare un chitarrista professionista e ricevere da questi, un sussidio monetario per la sua famiglia affinché lui potesse realizzare il suo progetto/sogno. Cioè lo Stato si cura dei figli e del loro mantenimento, mentre l'artista può coltivare la propria passione e farlo diventare un lavoro. Questo sarebbe il paese ideale in cui poter vivere e si sa, gli scandinavi sono avanti anni luce rispetto a noi, per cui purtroppo mi tocca diventare un ninja a Milano.
Il mio discorso vale anche per chi suona musica classica e per quanto l'ambiente sia culturalmente più elevato e preparato a livello accademico, il problema di trovare lavoro riguarda anche questi prodigiosi musicisti.
Forse i musicisti hanno un aggravante (giuro che ho controllato e aggravante si sostiene venga scritto senza apostrofo) in più rispetto agli altri artisti, ossia che durante l'esibizione non viene presentato alcun bene fisico (scrittore=libro, pittore=quadro) certo il musicista ha il cd, ma parlo per ciò che concerne l'esibizione, attenzione anche l'attore dimostra quel che sa fare senza presentare nulla di fisico; ok c'è il dvd ma è come il cd...Aiuto! mi sto perdendo in questo discorso.
In soldoni, dopo tutta questa pappardella che ho scritto, faccio un appello a tutti i gestori dei locali:
"Fate suonare di più le band emergenti e non solo le cover band o le tribute band, bisogna promuovere la musica come cultura e non solo come intrattenimento a scopo di lucro. E' necessario riconoscere agli artisti che creano canzoni il giusto compenso ed essere considerati come professionisti, anche se non riesco a farlo a tempo pieno. Ricordate che se non si promuove musica nuova non ci sarà un ricambio generazionale e andranno avanti sempre le solite hit, che per quanto belle possano essere, è necessario che ci sia una sferzata di aria fresca; è inevitabile per la continuità della musica stessa. In più vorrei rammentare che non tutti posso essere artisti, ma un'artista può celarsi dietro chiunque - cit."
Grazie per l'attenzione.




martedì 21 agosto 2018

LA RESURREZIONE

Stephen King ha scritto in "IT" (libro che sto leggendo) nella breve prefazione iniziale, una frase a sostegno dell'esistenza della magia. Nella fattispecie del libro c'è tutto un discorso dietro che per chi fosse interessato consiglio vivamente di leggere, invece per quanto riguarda ciò che sto per raccontare, la storia è completamente diversa ma la magia è comunque presente.
Il fenomeno paranormale si è manifestato domenica sera, quando mia moglie ed io stavamo aspettando i nostri figli più grandi dal ritorno di un breve viaggetto in montagna, guardando un film anche discreto direi. In effetti se n'è accorta proprio lei di questa cosa che ha dell'assurdo, dicendo:
"Hai visto?" Mi chiede.
"Cosa?" Domando io.
"Non ho visto nulla." Confermo.
"Si è acceso, si è proprio illuminato!" Mi riferisce stupita.
"Ma che cosa? Io non ho visto niente." Ribadisco.
"Dai, come no? L'iPod!" Esulta.
"Eh?" Resto sbigottito.
"Sì, si è acceso. Non sei contento?" Chiede euforica.
Allora io, ancora incredulo mi alzo per vedere meglio e mentre mi sto per alzare la luce si accende di nuovo sul display. Incredibile.
Guardo mia moglie e lei  mi sorride, io allora provo a sfiorare l'apparecchio e vedo che si sta caricando, inoltre appaiano anche le copertine degli album, cioè è risorto!
La gioia mi ha riempito il cuore, avevo dato per spacciato il mio fidato iPod dopo tanti anni di onorata carriera, credevo che avesse ammainato le vele, seppellito l'ascia di guerra, inginocchiatosi di fronte all'età e fosse morto del tutto. Ho riserbato una piccola speranza in fondo al cuore per un po', poi mi sono arreso all'evidenza. Inaspettatamente e così all'improvviso è risorto, un fatto talmente eccezionale e sorprendente da gridare al miracolo. Non ho potuto verificare subito il suo funzionamento perché il quel momento era sera tardi e poi non avrei voluto interferire con i calcoli e la rimessa in funzione dell'aggeggino a me caro, però ieri sera ho azionato l'iPod e come regalo nei miei confronti ha selezionato in automatico i Pearl Jam e a seguire, ha suonato una playlist con i fiocchi.
Finalmente dopo tanto tempo ho di nuovo la mia musica e tutte le 12.416 canzoni (penso che i brani si aggirino intorno a questa cifra). Anche i miei figli hanno partecipato all'evento straordinario, ballando le canzoni del mio figliol prodigo tornato in tutto il suo splendore. I piccoli si sono aggiunti alle danze ballando la sigla di Batman fino a che Bruce Wayne in persona è venuto a spegnere l'iPod (speriamo non abbia causato danni irreparabili, altrimenti il mio preferito diventerà...Acquaman ahahah!)
Comunque ben tornato iPod, mi sei mancato tanto.
E' proprio il caso di dire:
"Che inizino le danze, ora si balla!"


sabato 11 agosto 2018

IL SOGNO PROIBITO

Pro-pro-proibito, cantavano i Litfiba ma questo post non ha nulla a che vedere con loro, anche se qualcosa di proibito c'è.
Ad essere tirato in ballo è una star planetaria che negli anni'80 ha avuto un enorme successo e devo ammettere che oltre a Bruce Lee, lui era uno dei miei idoli, sto parlando di: Arnold Schwarzenegger. Per quanto rimanessi affascinato da tutta quella forza che esibiva nei suoi film, non è certo lui il mio sogno proibito, (probabilmente cambiando genere di pellicola e attrice sicuramente avrei avuto materializzato il mio sogno proibito davanti lo schermo anche a quell'età ehehe) Sto divagando.
Insomma tempo fa ho scoperto che lui a quanto pare ne aveva uno che ha vissuto in casa sua per molti anni, non era di certo la moglie, bensì, i suoi desideri più nascosti li ha rivolti alla sua governante.
Il nerboruto attore aveva avuto un figlio illegittimo da costei di cui ignoro sia il nome che l'aspetto, cioè una foto in verità l'ho vista e ne sono rimasto abbastanza scioccato, perché confrontandola con la moglie mi chiedo cosa possa essergli passato per la testa.
Ciò che sto scrivendo però, va al di là del semplice gossip, la mia è una riflessione più profonda su quello che un essere umano sente dentro; ossia: è possibile che chi ha un partner invidiato da chiunque posi gli occhi addosso, possa desiderare l'esatto contrario? Cioè avere a disposizione tutti i giorni il meglio che la natura possa offrire (non è per forza la moglie o ex  moglie di Arnold) si possa avere dei desideri nascosti per chi non è assolutamente paragonabile al partner ufficiale? Probabilmente sì.
Cito la frase di un film di una caratura culturale impressionante:Abbronzatissimi; recitava più o meno così:
 "Lo sai caro mio, uno si stufa anche mangiando l'aragosta tutti i giorni" devo contestualizzare questa frase? Ma no dai, già mi vergogno abbastanza ad averla menzionata...
Però a quanto pare è proprio così, cioè, chi non ha nessun ostacolo ad ottenere la cosa più deliziosa al mondo, arriverà il momento in cui avrà voglia di quella più disgustosa.
Per esempio chi si nutre in maniera sana e rigorosa, arriverà al punto che vorrà farsi del male mangiando la più becera delle schifezze. Attenzione, questo non vuol dire che lo debba fare per forza, ma dentro di sé sentirà il bisogno ogni tanto di trasgredire.
Invece, chi è accompagnato da un partner, uomo o donna che sia, di media fattezza cioè normale a livello estetico, probabilmente se dovesse compiere un adulterio, credo che lo farebbe con qualcuno nettamente più bello/bella di chi ha al proprio fianco, come dire; se proprio si deve compromettere il rapporto sentimentale che almeno ne valga la pena.
Non è assolutamente detto sia davvero così, però penso che la cosa più normale da credere sia questa. Il desiderio sorge da quello che non si possiede per cui chi ha la normalità accanto verrà spinto da una voglia di miglioramento, come un upgrade per quel che riguarda il partner. Però chi ha al suo fianco un prodigio della natura, avrà difficoltà a trovare qualcuno della stessa fattezza e perciò il desiderio si rivolge nell'esatto contrario.
Ovvio che sono mie personali supposizioni, però buttando un occhio qua e là, mi rendo conto che le cose non si discostano molto da questa mia ipotesi.
Di esempi ce ne sarebbero davvero tanti se prendiamo come riferimento il jet set holliwoodiano, ma anche quello nostrano non scherza (vedi la moglie di Jovanotti cosa fece anni fa) per cui il desiderio di avere ciò che non si può, va oltre il fattore bellezza. Vediamo se facendo un po' psicologia spicciola si ne può carpire il motivo.
Riprendiamo il caro Arnold ma che potrebbe essere chiunque abbia al suo fianco una donna stupenda. Per il politcaly correct, ovviamente tutte le donne sono stupende, soprattutto le mogli e le fidanzate e via discorrendo. Appurato questo, diciamo che un uomo abbia al suo fianco una donna particolarmente bella e che si invaghisce di una che non regge il confronto della sua metà. Per quale motivo dentro di lui alberga questa voglia di "declassamento"?
Secondo me potrebbe essere così: una volta riscontrato che la bellezza non è la migliore delle qualità della persona desiderata, ci si concentra su tutte le altre qualità a disposizione della donna in questione (o uomo), per questo motivo se ne rimane affascinati, cioè si supera la bellezza estetica perché di quella ne ha già avuto abbastanza.
La conferma di questa mia teoria è una vicenda storica che ha sicuramente destabilizzato il mondo intero e mi riferisco al triangolo tra il Principe Carlo, la Principessa Diana e Camilla Parker Bowles. Ci tengo a precisare che quest'ultima era la fotocopia della mia insegnate di inglese delle superiori, una coincidenza mai vista prima.
Ma ritorniamo alla vicenda reale, che cosa avrà avuto mai Camilla che Diana non aveva? Mettendole a confronto sembrano la bella e la cessa, oddio, non è che sembrassero era proprio così, eppure il principino ha preferito lei alla ormai cara Diana Spancer. Ciò vuol dire che la brutta ha vinto sulla bella per le qualità che Carlo ha trovato in lei.
Credo che questo sia l'esempio più lampante e la conferma di questo mio discorso semiserio, quindi:
Tremate, donne meravigliose e uomini stupendi, tremate!
La bellezza esteriore non è certo una conferma per l'eterna fedeltà, perché la bellezza sta negli occhi di chi guarda. Già gli antichi se ne resero conto coniando il detto "De gustibus non disputando est" ossia i gusti non si discutono, anche se ogni tanto danno modo di riflettere.
Citando un'altra verità più vera che mai si può dire che "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" il che sta a significare che la bellezza è relativa e il desiderio che va a pari passi con questa relatività.









domenica 5 agosto 2018

NEL CONDOMINIO DELL'INTOLLERANZA

Non è passato nemmeno un anno da quando abbiamo cambiato casa e già non ne possiamo più.
Mi ricordo l'anno scorso quando passavamo davanti a quella che sarebbe stata la nostra nuova dimora, fantasticando, sognando e facendoci mille pensieri su come sarebbe migliorata la nostra vita, siamo rimasti in trepida attesa ogni giorno per tutta l'estate prima del trasloco fino al fatidico giorno... Il sogno, insomma, ci piaceva moltissimo. Non c'erano troppi elementi che potessero rovinarci quest'idea idilliaca del nostro prossimo futuro, anche se in fondo in fondo, la coscienza ci ha bussato all'orecchio parecchie volte, ma non abbiamo prestato attenzione a riguardo. Tutto in effetti sarebbe potuto andare secondo i piani se non avessimo avuto e continuiamo ad avere (purtroppo) delle persone orribili ad ogni piano del palazzo. Noi che abitiamo al settimo ed ultimo piano di gentaglia ne incontriamo parecchia. Oddio, qualcuno si salva, ma proprio per il rotto della cuffia; sia chiaro.
In entrambi i lati del primo piano ci sono due famiglie che hanno dei pazzi scellerati come componenti; scorbutici, antipatici e cattivi dentro. Al secondo piano non ho idea di chi abiti, ma se non ho presente chi siano vuol dire che non hanno fatto nulla per essere considerati. Al terzo piano c'è una famiglia che ha "sentito la chiamata" per cui di Comunione e Liberazione convinti fino allo spirito santo, però almeno sono gentili. Quarto piano, anziani, anziani e anziani. Poi c'è il quinto piano dove abita il male in persona: una vecchiaccia malefica che non saluta nessuno di noi, si lamenta di ogni cosa e qualche giorno fa, ha avuto pure il coraggio di salire a casa nostra perché sono cadute due gocce dal mio balcone che hanno bagnato leggermente la sua tenda da sole, premettere che c'era talmente tanto caldo che secondo me l'acqua ha fatto in tempo ad evaporare, comunque questa strega è salita in casa andando su tutte le furie.
Al sesto piano c'è un'altra megera. Ho già raccontato di questa vecchia che è salita a casa la viglia di Natale alle 21.30 lamentandosi del rumore dei miei figli, quindi inutile spendere altre parole. I miei vicini sono simpatici e tra l'altro sono stati gli unici ad averci dato il benvenuto, regalandoci una bottiglia di vino. Poi nel resto delle case, sparse qua e là ci sono vecchi e ancora vecchi.
Inutile dire che noi essendo i più giovani e quelli con più figli in assoluto siamo visti come la peste in Europa, inevitabilmente ci siamo crearti dei nemici non appena abbiamo varcato la soglia. Per essere più precisi, quando stavo portando la roba da una casa all'altra, a darmi il benvenuto è stato un pirla che si è lamentato del mio modo di lasciare la macchina. Ho spiegato al deficiente che stavo scaricando un quintale di cose, per cui averla davanti al portone mi avrebbe evitato di rompermi la schiena, ma lui ha tenuto a precisare che con la sua macchina da scemo, non ci passava. Non ho discusso prima ancora di entrare in casa, perciò mi sono scusato e ho poi spostato la mia auto.
Altra notizia di pochi giorni fa:
Nell'atrio del palazzo è stato affisso un cartello che ordina di non occupare lo spazio comune e di rimuovere gli oggetti ingombranti dal posto dove sono stati lasciati. Ciò che crea scompiglio al condominio sono stati i due passeggini che abbiamo lasciato nel sottoscala, dentro una nicchietta che non usa nessuno e non è adibito a niente, è solo un sottoscala normalissimo. Avere i passeggini lì a noi ha fatto comodo, perché all'occorrenza li potevamo prendere senza fare mille acrobazie tra figli, la spesa e lo spazio ristretto in ascensore. Ovviamente li abbiamo tolti, ma il primo che ci appoggia anche solo una scarpa la brucio e con questa do fuoco a tutto il condominio.
I condomini si lamentano che: i bambini giochino in cortile, che giochino in casa, che si occupi lo spazio comune, che cadano inavvertitamente delle gocce d'acqua, che si parli troppo forte, che si lasci per un secondo un gioco sulla strada che porta dal cancello ai posti auto, che si cammini sul prato, che si faccia qualsiasi cosa comporti uno stato d'animo differente dall'odio nei confronti della vita, insomma in un carcere c'è sicuramente più libertà.
Quando dico di non sopportare i vecchi più di un motivo c'è ma la cosa che odio con tutto me stesso è la loro vigliaccheria. Pretendono il rispetto e non lo danno a chi è più giovane solo perché hanno quest'idea arcaica che agli anziani spetti tutto e rimangono attaccati alle loro idee e alle loro cose come se non ci fosse un'altra via possibile oltre alla loro. Se poi si dovesse arrivare a discutere, si nascondo dietro alla frase: "Questi giovani d'oggi non portano più rispetto per gli anziani". Sono vigliacchi in questo, sanno solo condannare ma poi allo scontro si nascondo dietro i loro acciacchi e alla loro età.
Quello che ci diceva all'orecchio la nostra coscienza era proprio questo, ossia, che il nostro condominio è abitato da vecchi imborghesiti e rattrappiti, eppure noi, ingolositi da una casa più grande, abbiamo pensato che non sarebbe stato un problema; invece lo è e come!
A questo punto dovrei solo traslocare, vendere la casa e cercarmene una magari unifamiliare in mezzo al niente. Ci sarebbero dei vantaggi sicuramente, ma per arrivare a goderne bisognerebbe mettere in moto tutta una serie di azioni che mi vine male solo a pensarci.
Poi non voglio darla vinta a queste mummie viventi, e che cavolo!
Ogni componente della mia famiglia osserva un'educazione esemplare nei confronti di tutti anche se veniamo visti come degli alieni (non solo dagli anziani ma anche dalle famiglie più giovani che non abitano nella nostra scala, sia chiaro)
Per dirla in breve, la diversità di età, di pensieri, di modi di vedere la vita fa paura a chi è chiuso mentalmente e povero di fantasia. Se non sei omologato sei out, e se fai parte delle persone "alternative" vieni considerato un pericolo all'equilibrio del detto-e-non-consentito, cha fa vacillare la prosopopea di persone estremamente intolleranti; questo ovviamente è una cosa diabolica ai loro dannati occhi pieni di cataratta.
Sono tutti invecchiati male dentro alle quelle case che puzzano di morte, ma non tanto quello del corpo, bensì, a quello della mente che ancora peggio.
Vecchi sono loro, le loro idee, le loro abitudini e tutta quell'arroganza che li contraddistingue. Non contenti hanno generato un'altra stirpe di personaggi che su questa linea contorta di affrontare la vita, ci rimarca sopra e anzi, la considera come una specie di credo religioso, per cui si genera una spirale infinita di persone antipatiche e vecchie anche quando queste non hanno raggiunto l'età anagrafica per essere considerate tali.
Vi detesto uno per uno, sappiatelo.















venerdì 3 agosto 2018

IL LOGO PER LA MIA BATTERIA

Ogni band che si rispetti ha il proprio logo sulla cassa della batteria ed io di certo non vorrei essere da meno, infatti qualche tempo fa ho creato un logo che penso possa fare al caso mio.
Posso azzardare nel dire che con la matita un po' me la cavo, però non posso dire lo stesso del computer specialmente se poi ho da fare illustrazioni o qualcosa che vada al di là della mano libera, ebbene sono davvero incapace. Per questo motivo, dopo aver fatto il disegno a mano ho delegato una coppia di coniugi che con le illustrazioni ci sanno fare di brutto. (Suggerirei di andare a vedere quanto hanno creato ma al momento non ho nessun link a disposizione)
Comunque, ho diversi sempler a disposizione però quello che mi viene più facile caricare e quello che forse mi piace di più è questo qua sotto.
I Twenty Euro For Love devono essere riconoscibile ad ogni live, quindi appena posso farò applicare il mio simpatico logo.
Chi vi ricorda?

domenica 29 luglio 2018

TWENTY'S MEMORIES

Ho preparato un piccolo video home made per non lasciare nessuno in perda alla nostalgia canaglia, pensando che i prossimi concerti dei Twenty Euro For Love potrebbero avvenire fra un tempo non ancora meglio definito. Questo è quel che è uscito da una breve e poco specializzata manipolazione di  video. Il risultato è quello che è, ma è l'intenzione che conta.
Enjoy.





martedì 24 luglio 2018

I TWENTY EURO FOR LOVE VI AUGURANO BUONE VACANZE

Possiamo dire che la stagione estiva per quel che riguarda i concerti sia ormai conclusa, almeno per noi Twenty, ebbene per quanto mezzo mondo in questo momento stia versando lacrime amare, dobbiamo necessariamente fermarci per riprendere un po' le forze, così da iniziare la prossima stagione con un carico di energia sempre maggiore ed una voglia infinita di scaldare i palchi più esigenti. C'è anche da dire che ormai tutti i club, i festival, le feste, i locali, insomma tutti i posti che organizzano dei concerti sono pieni fino all'orlo e noi siamo rimasti fuori, ma nessun rimpianto, anzi! E' stato un periodo ricco di concerti che ci hanno portato in varie zone della nostra regione, permettendoci di suonare il nostro street surf un po' dappertutto. Abbiamo condiviso le serate con band incredibili (Daikaiju in primis), ma anche tante altre che ci hanno comunque insegnato qualcosa che ci porteremo dentro a lungo.
Anche le nostre serate come headliner sono state emozionanti e per fortuna, sono sempre andate bene nonostante avessimo incontrato ogni tanto delle piccole avversità. A noi non importa perché il nostro motto è: tutto fa scuola e ogni cosa è utile per apprendere delle novità, che siano posti nuovi, tecniche mai adottate, rimedi mai utilizzati per divincolarsi dagli imprevisti che ad ogni concerto si presentano senza preavviso, in definitiva: una stagione esplosiva.
L'autunno vedrà delle novità e spero comunque ancora tanti live perché c'è sempre qualcuno a cui non è ancora arrivato il nostro messaggio sonoro e c'è ancora tanto bisogno di surf.
Stiamo pensando al nuovo album e a nuove location nonché nuove situazioni dove presentare il nostro progetto. Con la speranza che tutto questo possa realizzarsi nel modo migliore, auguriamo ai nostri supporter e a quelli che ancora non hanno avuto il piacere di assistere ad un nostro show:
buone vacanze!
#twentyeuroforlove
#stayrockplaysurf


venerdì 20 luglio 2018

ULTIMA DATA ESTIVA PER I TWENTY EURO FOR LOVE

Domani festeggeremo al The One di Cassano d'Adda l'ultimo concerto prima della pausa estiva.
Per chi domani volesse essere rinfrescato dalle sonorità del surf raccomandiamo di presenziare davanti al placo, non è detto che la frescura duri molto anche perché si sa, ballando a ritmo dello street surf è possibile che ci si surriscaldi tanto da dover ingollare ettolitri di birra prima che ci disinfiammi dall'anima del rock, però nonostante questo, è doveroso per noi Twenty salutarvi e per voi divertirvi.
A Domani.

giovedì 19 luglio 2018

PICCOLO RESCONTO DEL WEEKEND SCORSO

Due concerti in due giorni, è questo ciò che i Twenty Euro For Love hanno combinato lo scorso weekend; a dire il vero nulla di così eclatante poiché ci sono centinaia di band che fanno anche una data a sera, però quelli sono altre categorie noi ci accontentiamo di quello che abbiamo.
La serata in Villa Vegan è riuscita piuttosto bene grazie soprattuto al quel gruppo di amici che non perde occasione di fare macello quando suoniamo noi, ci supporta, ci galvanizza, ci sostiene con urla e poghi degni dei Raised Fist.
Nonostante avessimo suonato all'aperto la temperatura che ci ha accolto era pari a quella del Marocco a mezzogiorno: un caldo infernale; per non parlare delle stirpi di zanzare che ha risucchiato ettolitri di sangue a ognuno dei partecipanti band comprese; insomma l'ambiente non era poi molto favorevole ma l'estate è sopratutto questo e bisogna accettarlo.
Come dicevo la festa è stata molto sentita, anzi, così partecipata che il nostro Mr. Blonde ne ha pagato le conseguenze. Ebbene, essere alzati dal pubblico mentre si suona, non c'è che dire è una figata pazzesca, però sarebbe anche meno rischioso se tutto fosse fatto con un certo criterio, o forse sarebbe meglio dire che si dovrebbe avere le mani ben salde quando si alza un chitarrista nel bel mezzo del suo concerto. Già, Mr. Blonde è caduto mentre era in alto con la chitarra che emanava note surf all'ennesima potenza e la legge di gravità vuole che un corpo lasciato all'improvviso atterri malamente al suolo, esattamente è ciò che è avvenuto. Il colpo subito alla testa e l'abrasione con tanto di sangue al seguito non ha fermato la mano micidiale di Mr. Blonde, né tantomeno il nostro show, per cui dopo qualche attimo di preoccupazione il concerto è andato avanti con ancora più carica di prima.
Questo è stato il primo incidente.
Il secondo è di natura diplomatica. Non starò a spigare il perché e di che cosa si è trattato dato che ne abbiamo parlato fin troppo, però per far capire un po' la situazione posso accennare dicendo che quando si è su un palco bisogna saper scegliere bene le parole (e noi ne diciamo una ogni morte di papa) perché ogni ambiente ha le sue "regole" e se si sbaglia il vocabolo per incitare le folle, queste potrebbero ritorcersi contro chi le ha pronunciate.
Sabato sera è stata la volta dell'Arci Blob dove la festa organizzata era esattamente l'ambiente adatto per il nostro surf meneghino: piscina, tavole da surf appese, gente in costume e rilassatezza e anche qui tonnellate di zanzare!
La gente era davvero tanta e tutti mi sono sembrati presi bene dall'atmosfera molto chill, l'unico neo se posso permettermi, è stata la scelta sacrificata della zona dove abbiamo suonato, ossia: dentro il locale!
Ecco, la nostra musica è arrivata alle orecchie di tutti, però se devo paragonare la partecipazione della sera prima, beh, non ci sono molti paragoni che reggano il confronto. Se avessimo suonato fuori sarebbe stato decisamente meglio, però l'estate è anche pioggia imprevedibile e visto che prima di arrivare l'acquazzone ci ha lasciti con l'ansia che i nostri strumenti potessero rovinarsi è stato utilizzato l'interno del locale per ripararci da eventuali piogge funeste. Sicuramente ci siamo persi molto dell'atmosfera esterna, però è andata bene comunque pur sentendoci un po' come in sala prove, l'unica differenza che in questa occasione ci è stato ricompensato il lavoro.
Alla fine ce ne siamo andati felici, soddisfatti e rimborsati con la promessa che nei prossimi mesi suoneremo ancora ma con il pubblico di fronte e sopra un palco; vedremo come si svilupperanno gli eventi. Intanto ricordo che sabato prossimo i Twenty Euro For Love chiuderanno la stagione estiva con l'ultimo concerto al The One a Cassano d'Adda non mancate!





venerdì 13 luglio 2018

LA SCELTA DEL SUONO

Oggi con il mio amico e fido compare Mister Orange, si parlava della scelta delle sonorità che dovrà avere il prossimo album dei Twenty Euro For Love, anzi quasi imminente direi, perciò preparatevi.
A differenza del primo nostro lavoro questa volta abbiamo più consapevolezza di quel che vorremmo uscisse dal disco mentre lo si ascolta, cioè forse è più chiaro il groove, il mood, la timbrica che dovrebbe avere. Per quel che riguarda i miei soci non saprei esprimermi per loro, però per quanto riguarda la batteria ho in mente un suono ben preciso nella mia testa che non so se sono in grado di riprodurlo a parole.
Il mio background sonoro è piuttosto forte, nel senso che ho ascoltato rock, hardcore, metal, punk e tanta altra roba molto potente e lo si ritrova anche nel mio modo di suonare. Ora che lo stile da suonare si è spostato sulla musica surf (o qualcosa che si avvicina) per poterlo eseguire al meglio ho dovuto studiare la ritmica ed il suono di quello che è la storia del surf e posso azzardare dicendo che la batteria non è stata una grande protagonista nei brani dei grandi gruppi storici, ovvero l'esecuzione ha sempre avuto un valore di morbido ed accogliente tappeto. Nei dischi della musica tradizionale surf la batteria si amalgama parecchio con i riverberi della chitarra tendendo ad avere un  suono molto ampio, poco incisivo a tratti potrei anche definirlo leggermente vuoto; ecco questo è ciò che non vorrei nel prossimo disco.
Street Surf Love Stories, ossia il nostro primo album c'è molto del background e poco di quel che dovrebbe rappresentare la sonorità tradizione, cioè da una parte è un bene perché quel che volevamo non era un disco purista surf, anzi, noi ci definiamo street surf proprio per questo motivo, però dall'altra parte c'è il rischio di non dargli la vera identità che noi vorremmo, non nell'esecuzione dei brani e neppure nelle scelte stilistiche dei pezzi, bensì è il suono che dovremmo renderlo un po' più autentico aggiungendo quel che è il nostro stile. Si potrebbe dire che il prossimo album ha questo come obiettivo principale, ossia renderci identificabili nel genere ma dando il nostro contributo "street".
Dicevo che la batteria in quasi tutti gli album surf ha quest'eco che non aggiunge la grinta necessaria, cioè quello che invece vorrei mettere nella mia sezione di batteria e per ottenere questo colore, mettiamola così, credo che il suono debba essere molto pulito senza aggiungere riverberi soprattuto nel rullante e far saltare bene i piatti quando vengono colpiti, mentre tom e timpano devono riempire il colpo con onde che avvolgano ma non come una coperta che si adagia, bensì come un coperchio che di certo copre ugualmente ma mantenendo la sua forma. Penso che questo sia il modo migliore per esprimerlo a parole, però si può ancora dire qualcosa a riguardo, perciò continuerà...





giovedì 5 luglio 2018

AL FESTIVAL SURF DI ARCORE: TWENTY EURO FOR LOVE HEADLINER

Il 14 di luglio, ossia il giorno dopo il concerto in Villa Vegan, il fantastico trio sarà presente come headliner al festival surf organizzato dall'Arci Blob di Arcore. Sarà una grande festa e come tema principale c'è appunto il life style del surf, quindi niente di più azzeccato sia con il genere dei Twenty Euro For Love, sia con l'estate. Quindi preparate i costumi, le tavole per surfare le onde urbane della cittadina famosa per vari avvenimenti (anch'essi festaioli ora che ci penso) ukulele, ghirlanda di fiori, birra, cocktail e tutto ciò che serve a rendere grande una festa! Vi aspettiamo il 14 luglio quindi.
Qui sotto la locandina ve lo farà ricordare più a lungo.



lunedì 2 luglio 2018

AUGURI MR.D

Il mio compleanno è stato il 26 giugno scorso ma solo ora mi metto a scrivere quel che è stata per me la celebrazione del giorno della mia nascita.
Per prima cosa, la metà dei miei figli non era con me a festeggiare perché, fortunatamente per loro, si trovavano al mare a trascorre giorni felici con i cugini, mentre i più piccoli si trovavano a casa un po' ignari di quel che significasse il compleanno del loro papà.
Non ho organizzato nulla di speciale perché non mi sentivo molto in vena di festeggiamenti, anzi a dirla tutta, mi sono ricordato del mio compleanno in ufficio quando lo staff mi ha gentilmente offerto un pensiero.
Sarà che di anni cominciano ad essere parecchi (37 per la cronaca) e l'idea di crescere non mi elettrizza più, anzi un po' mi deprime perché comincio ad invecchiare e non a diventare grande ahimè.
Il tempo è il più acerrimo nemico, l'ho detto mille volte, lo ribadisco e sottoscrivo, per cui il giorno del mio compleanno amplifica questa lotta che ho nei suoi confronti e continuo ad imprecare per il suo inesorabile passaggio.
Da piccolo il compleanno era il giorno che usciva al di fuori della normalità, perché a differenza delle feste da calendario, il compleanno è il giorno per eccellenza, quello speciale, dedicato a chi è nato in quel determinato giorno e di nessun altro; un pezzo di tempo dedicato solo ad un solo individuo (certo ce ne sono milioni che celebrano il compleanno lo stesso giorno, ma non lo si festeggia tutti insieme per fortuna). Ricevere regali, attenzioni, torte erano cose che per me avevano un grande valore; non stavo letteralmente nella pelle quando questo avveniva. Adesso invece mi piacerebbe potermi fermare e non proseguire ulteriormente, cioè avere ciò che ho adesso ma non doverle condividere con la mia età anagrafica. Purtroppo questo non è possibile perciò me ne faccio una ragione.
La mia dolce mogliettina che non si è arresa alla mia depressione da invecchiamento, mi ha fatto una crostata alle fragole con tanto di candeline per festeggiare ed io l'amo ancor di più perché ha cercato in tutti i modi di rendermi felice e sì, ci è riuscita.
Certo è bello sapere che lei sarà con me per i prossimi compleanni e questo invecchiamento diventa più dolce avendola al mio fianco. Spero di poterlo dire anche fra trent'anni quando gli anni saranno il doppio, ma per lo meno avrò finito di pagare il mutuo.





venerdì 29 giugno 2018

TWENTY EURO FOR LOVE IN VILLA VEGAN

L'ultima volta in Villa Vegan a livello di live è andata piuttosto bene, peccato che non si possa dire lo stesso per alcuni nostri strumenti che hanno visto il largo pur rimanendo accanto a noi, o meglio, diciamo che qualcuno si è preso cura degli strumenti senza che noi ne sapessimo nulla.
Comunque il 13 luglio si replica e vediamo se stando più attenti, le cose possano andare bene non solo per il live ma anche per la strumentazione.
Se volete vedere come dormono lì le galline, io vedendole non ci potevo credere.
Vi aspettiamo.


giovedì 28 giugno 2018

POSSO DIRE ADDIO AL MIO IPOD

Erano la bellezza di quasi dodici anni che tenevo come se fosse un gioiello il mio iPod da 80 giga, quello bello della seconda serie con il tasto centrale, lo schermo a colori, la scocca in acciaio e la cover nera, pagato ben 250 euro.
È stato il mio compagno di musica che al suo interno aveva qualcosa come 12.360 canzoni o giù di lì. Tutta la discografia dei miei gruppi preferiti e una marea di canzoni che hanno segnato diversi momenti salienti della mia vita; ebbene, questo fidato compagno non si accende più; ahimè, neanche se lo tengo in carica per tutta la notte o per tutto il giorno.
La prima avvisaglia di cedimento l'ho avuta qualche mese fa, verificando che la batteria non teneva nemmeno mezz'ora, il tempo necessario per arrivare a lavoro. Però l'ho tenuto in casa attaccato allo stereo e all'occorrenza lo accendevo quando avevo voglia di ascoltare qualcosa o di mettere della musica diffusa. Perbacco, ora non fa nulla di tutto questo è completamente morto!
Neppure i vari reset che ogni tanto partivano da soli, mi hanno scoraggiato perse sapevo che alla fine si sarebbe riacceso, invece adesso non lo fa; non fa dà alcun segno di vita.
Non posso portarlo ad aggiustare da nessuna parte visto che il pezzo orami è obsoleto e poi non avrei neppure la possibilità di recuperare tutti i brani al suo interno, è davvero una sfiga mondiale e la cosa che davvero mi rattrista e che in casa si ascolta molto meno musica, cioè accendo la radio o metto i cd, però un sacco di canzoni è difficile poterle ascoltare senza stare dei minuti preziosi a cercare e cercare su YouTube o chissà da quale altra parte, per non parlare della qualità del suono che ne risente tantissimo, cioè ascoltare la musica dalla TV o dal MAC non è la stessa cosa, dai!
Che pacco, non ci voleva proprio.
Io lo tengo accanto allo stereo con la speranza che un giorno si riaccenda per magia, nel frattempo piangerò lacrime a forma di note.
Scusate è troppo triste andare avanti a scrivere...



lunedì 25 giugno 2018

UN WEEKEND A SUON DI MUSICA

-Giovedì-
L'avventura musicale è partita giovedì sera con il concerto dei Twenty Euro For Love a Cusago, come indicato nel post precedente. Vale la pena spendere due righe descrivendo un po' quello che è abbiamo vissuto in questa manifestazione che ha del bizzarro.
Mi pare di aver già detto che la manifestazione per quella serata (ma anche per tutte quelle successive) si sarebbero esibite delle cover band, quello che non ho ancora avuto l'occasione di dire che codeste band erano composte da personaggi non molto pratici della tempistica di un cambio palco. Ora, non è che voglio fare il sapientone della situazione, però sono anni che ormai salgo e scendo da un palco e la cosa fondamentale che so è che il tempo è tutto, specie se la serata è condivisa con altri gruppi. Ebbene l'altra sera le band che si sono esibite prima di noi hanno impiegato un tempo altamente ingiustificato prima di cominciare a suonare, accumulando un ritardo sulla scaletta che è andato ad inficiare l'esibizione dei Twenty Euro For Love.
Noi che siamo un po' i veterani della scena underground, ma talmente underground che nessuno ci conosce, sappiamo come vanno a finire queste organizzazioni che barcollano tra il benefico ed il patetico, perciò onde evitare di andare oltre il tempo previsto abbiamo tagliato di molto la scaletta. Certo lo sbattimento compiuto per presenziare alla serata non è stato ripagato a dovere, però per la serie tutto fa scuola, ci siamo imbattuti in un cambio palco da record (smontaggio e montaggio di tutta la strumentazione presente, nonché un piccolo sound check) il tutto a soli 12 minuti d'orologio. Ecco, gli altri sono andati anche ben oltre i 20, arrivando ad avere un suono pessimo. Per carità, l'esperienza insegna anche questo, ma proprio per tale motivo se si è andati lunghi sul check, si taglia la scaletta non proponendola tutta per forza.
Alla fine abbiamo chiuso la serata, con pochi spettatori ma quelli che sono rimasti hanno voluto far sapere che avevano apprezzato la nostra esibizione. L'importante è lasciare un buon segno a chi ascolta.
-Venerdì-
Non è sempre facile poter vedere un concerto di mostri sacri del rock perché è dispendioso e molto impegnativo, però a volte ci sono degli eventi a cui non si può rinunciare anche perché oltre a tanti sentimenti che nascono grazie alle canzoni, eventi di questa portata verrano ricordati nel tempo ed è bello pensare di esserci stati, come è avvenuto per il concerto dei Pearl Jam.
Assistere ad un concerto così importante dà la possibilità a 70.000 persone (ma anche di più) di ricordare i momenti salienti del proprio passato e riviverli con le note di canzoni memorabili; si urla, si balla, ci si dimena come infervorati da un'energia incontenibile come se, grazie a questa forza, nascesse un solo unico grande corpo, nutrito dalla voglia di cantare.
Sono rimasto davvero molto colpito dalla professionalità, dalle capacità tecniche e dallo spirito di questi grandi musicisti. Sul palco sono a loro agio, quella è la loro casa e sono pronti e ben disposti a condividere il loro habitat naturale con un popolo intero. Non si può dire altro che tutto ciò che avviene, canzone dopo canzone e nota dopo nota, sia una specie di rituale magico dentro il quale tutti sono chiamati a dare un contributo che per piccolo sia, si unisce a tanti altri e forma un ricordo indimenticabile. Sono davvero felice di esserci stato e cosa ancor più bella è che con me c'era anche la mia dolce metà.
-Sabato-
Un altro concerto targato Twenty Euro For Love, ma questa volta noi eravamo il gruppo più scarso. Abbiamo suonato con due band che hanno al loro attivo una marea di concerti e molta esperienza alle spalle, per cui da questo evento sicuramente ci siamo portati a casa delle piccole grandi nozioni di vita. I The Wavers hanno condiviso con noi praticamente tutto il tempo a disposizione, cenando chiacchierando e raccontandoci le disavventure che ogni gruppo che si considera tale si porta dietro come bagaglio personale. La loro esecuzione è stata ineccepibile; preparati, precisi, quasi chirurgici e disponibili a condividere una serata che era tutta rivolta  alle star americane: i Daikaiju.
Costoro sono una band composta da quattro elementi che al di fuori dell'esibizione sono personaggi tranquillissimi, ma non appena indossano le maschere l'altra parte di loro prende vita ed è quella più folle in assoluto. Dopo che le noi Twenty Euro For Love e i The Wavers abbiamo finito il nostro lavoro, il palco è stato smontato per poi essere rimontato nella platea in mezzo al pubblico che non vedeva l'ora di vedere la follia prendere forma, o meglio, fuoco!
Hanno fatto tutto ciò che dei musicisti normali non farebbero mai, prima di ogni cosa "violentare" i propri strumenti (o quelli degli altri), muoversi come dei pazzi in giro per il locale mentre si suona e comporre evoluzioni tecniche e pirotecniche, prima, dopo e durante lo show.
Onestamente non ho mai visto fare nulla di simile da una band, per così dire emergente, cioè che non ha dietro capitali esorbitanti messi a disposizione dall'etichetta, per compiacere il pubblico. Cose plateali le fanno i grandi nomi, ma non gruppi che se distruggono cose poi le devono ripagare.
Devo fare un inciso; io ho prestato volentieri parte della strumentazione al batterista dei Daikaiju per permettergli di suonare, ma quando ho visto il distanziale del ride in parte sciolto dalle fiamme date sui piatti, beh, un po' me ne sono pentito. Certo, tutto bello, tutto folle e quant'altro, però se hai voglia di distruggere gli strumenti in nome del rock, fallo pure; ma usa la tua roba.
Ok, tolto questo sassolino dalla scarpa vado avanti con l'analisi della loro performance.
A dire la verità non ho trovato il loro sound molto vicino al surf, anzi, mi sono sembrati:
-psichedelici.
-prog.
-hardcore.
-noise.
- e tanto altro e poco surf.
Questo non significa che non mi siano piaciuti, però avevano così tante sonorità tutte mischiate insieme che non ho ben capito cosa stessero riproducendo.
Non si può negare che avessero una tecnica impressionante e delle grandi capacità di coinvolgere il pubblico che nemmeno Axel Rose aveva nei tempi d'oro, però forse non sono riuscito a cogliere ciò che davvero volevano dimostrare. Sarà che la distrazione dovuto ai salti, al fuoco, ai volumi sparati fin sopra le nuvole mi abbiano oscurato l'attenzione o che negli anni mi sia un po' rammollito, però mi rimane questo quesito: ma che cosa hanno suonato?
Probabilmente la tensione di vedere la mia strumentazione distrutta sotto i colpi incessanti del batterista e dal fuoco che ha poi dato sui piatti, non mi abbiano fatto rilassare a dovere e per questo non ho colto le sfumature sonore, eppure non riesco a capire se ho apprezzato per davvero oppure no.
Ne riconosco le grandi capacità come ho scritto finora, ma se devo dire che sono il gruppo migliore che arriva dagli States, ecco; forse frenerei un po' l'entusiasmo. Sono bravissimi non c'è nulla da dire, ma il mio concetto di musica è un po' diverso, tutto qui.
Noi comunque abbiamo suonato al massimo delle nostre capacità e con grande impegno, cosa che penso sia arrivato a chi ha prestato il suo tempo e le sue orecchie s noi altri.
È stato molto divertente e davvero istruttivo, però se dopo lo sbattimento che ci siamo fatti e la puntualità che ci contraddistingue, avessimo ricevuto qualche euro sarebbe stato ancora meglio. Tutto fa scuola, questo è il mio motto e l'ultima lezione è stata davvero interessante.







mercoledì 20 giugno 2018

ALLA FESTA EUROPEA DI CUSAGO CI SARANNO ANCHE I TWENTY EURO FOR LOVE

La festa si terrà domani sera in Piazza Soncino a Cusago alle porte di Milano, il tutto inizia alle 18.00 e noi chiuderemo il primo giorno della manifestazione suonando dalle 22.45 a mezzanotte. L'occasione  è per noi un'altra opportunità per diffondere il messaggio dello street surf originario milanese e per allenarci in vista del 23 giugno quando ci esibiremo con i Daikaiju (una band formidabile) all'Honky Tonky di Seregno.
Per chi si dovesse trovare nella zona sud-ovest dell'hinterland milanese, suggerisco di fare un salto alla manifestazione per scambiare quattro chiacchiere e ascoltare tutti i gruppi presenti prima di noi.
Vi aspettiamo.


martedì 12 giugno 2018

COVER/TRIBUTE BAND: QUESTO STRANO FENOMENO

Avevo promesso che avrei scritto un post sulle cover band, ora mantengo fede a questa promessa.
Da quando ho iniziato a suonare, ben 22 anni fa, le cover band hanno sempre avuto un posticino riservato nei locali che ospitavano le esibizioni live, però a ben vedere non erano così estese come in questi ultimi anni, oddio, magari lo erano pure, però i frequentando altri posti non li percepivo come una scelta stilistica tanto gettonata tra le band emergenti.
Da quando suono con i Twenty Euro For Love e vado in giro in posti che vanno al di là dei centri sociali, mi sono accorto che le cover band sono ovunque, in ogni posto, in ogni manifestazione sonora, in ogni dannato locale. Io e tanta altra gente che suona ci chiediamo cosa spinga a scegliere di creare un gruppo che faccia solo cover. La risposta potrebbe essere più complessa di quanto si pensa.
Ho provato ad immedesimarmi (con molta fatica) in un batterista di un gruppo che sceglie di fare solo cover come scaletta. Ho dedotto che la motivazione possa essere questa... dannazione non mi viene in mente niente... mannaggia... cosa può spingere? Non lo so, davvero non capisco... va beh ci provo.
Potrebbe spingere la voglia di riprodurre le canzoni preferite.
Sì. ma da chi, dal musicista che esegue o dal pubblico che ascolta? Bella domanda.
Per provare a suonare canzoni più o meno semplici, giusto per iniziare a fare qualcosa.
Ok, ma una volta che si è creata la sintonia con gli altri componenti del gruppo, perché continuare?
Non lo so, cosa possa spingere a fare cover, dannazione!
E come le vedi le tribute band?
Questa scelta è fuori da ogni logica.
Io capisco che band conosciute in tutto il mondo possano avere dei seguaci pronti a tutto pur di sentirsi vicini ai loro beniamini, ma per chi si atteggia a fare il clone sul palco dei loro idoli, come si considera?
Uguale al gruppo a cui si identifica?
Meglio del gruppo a cui si identifica?
La copia esatta al gruppo a cui si identifica?
Se le cover band faccio fatica a capirle, le tribute band le comprendo ancora meno.
Fare questa scelta è davvero un azzardo perché non ci si può proporre come band tributo a chi che sia e non fare le canzoni perfettamente identiche, cioè sarebbe uno smacco per il gruppo stesso. Quindi viene da pensare: quante ore di prove ci vogliono per riprodurre fedelmente una canzone di una band famosa, dove tutti possono trovare degli errori, poiché conosciute da chiunque? E tutto questo tempo non poteva essere utilizzato per creare qualcosa di proprio?
La risposta che mi viene spontanea è che le cover band o le tribute band, abbiano più possibilità di essere ingaggiati perché possono suonare per ore e coinvolgere un sacco di gente, perciò essere pagati più facilmente. Ci ho girato intorno ma penso che la motivazione sia solo questa.
Qual è il contributo che questi gruppi apportano alla musica? Nessuno.
Certo, anche i complessi che suonano canzoni proprie magari non aggiungono nulla nella scena musicale mondiale, però è qualcosa che nasce dalla voglia di creare, di mettersi in gioco, di proporre delle novità e di essere giudicati per il proprio gusto, mettendosi a nudo di fronte ad un pubblico che non si aspetta altro che sentire cose che già conosce.
Di gruppi ne ho conosciuti parecchi nelle mia "carriera" e posso dire onestamente che non ho mai instaurato collaborazioni con band che non proponessero pezzi propri e a dire il vero, anche gli elementi che suonano all'interno di cover band sono un certo tipo di persone che non mi si confà del tutto. Non voglio generalizzare però, molti hanno degli elementi comuni che poco collimano con la mia propensione ad instaurare delle collaborazioni, organizzare serate, o semplicemente avere a che fare con questa tipologia di musicisti. Sarò limitato, ma preferisco suonare con chi ha il coraggio di esporre la propria musica piuttosto che sentirmi a disagio di fronte a persone che credono di potersi atteggiare al pari delle band da cui prendono le loro canzoni; è un fatto di pelle, cioè mi stanno sulle pelle, come direbbe Lino. No, dai.
L'identikit del musicista di cover potrebbe essere:

  • 40/50 anni.
  • Un po' spocchioso.
  • Autocelebrativo, nel senso che si compiace di poter suonare canzoni magari molto complesse, al pari dell'originale, per cui ogni esibizione va documentata con tutti i mezzi possibili.
  • Non molto propenso alla condivisione degli strumenti. (non tutti è chiaro)
  • Egocentrico tanto quanto un gruppetto di ragazzini alle prese con i primi live.
È chiaro che non sono tutti così, però tra tante persone che fanno questo tipo di musica molti lo sono eccome!
Perciò concludendo, si può dire che le cover band e le tribute band suonino solo con l'intento di fare dei soldi?
Io credo di sì.



domenica 10 giugno 2018

FROM QUARTO OGGIARO TO THE WORLD

Ecco un piccolo estratto del concerto di ieri allo Spazio Baluardo, che per concessione e gentilezza del nostro amico M.B, ve lo propongo anche su questa pagina.
Per voi Colf War.
Stay Rock. Play Surf!

https://www.facebook.com/markyburied/videos/10214398757500947/UzpfSTEwMDAyNDg1NDc5MjYwOToxODM3NTI4MzkxMjk4NzU/

IL GIORNO DOPO L'ESIBIZIONE È UN GIORNO DI RIFLESSIONE

Dopo tutti questi concerti a cui ho avuto il piacere e l'onore di partecipare, non sono ancora riuscito a fare bene il punto della situazione, o meglio, ad estirpare da questa mia testa ripiena di pensieri, uno che racchiuda ciò che avviene dopo le esibizioni dei Twenty Euro For Love.
Vorrei poter analizzare con calma quello che avviene una volta finito il concerto ed esprimere le mie idee a tal proposito, oggi finalmente è giunto il momento di questa "articolata analisi".
Il comune denominatore che i concerti si portano dietro, penso sia la soddisfazione di averli fatti, potrebbe sembrare una banalità ma a ben vedere non è così scontato crederlo, perché prima di provare questo sentimento ci sono tanti elementi che possono quanto meno minare la voglia di esibirsi e sono:

  • La ricerca della serata con mezzi che vanno dalle mail (milioni) a presentarsi fisicamente davanti alla porta del posto che ospiterebbe l'evento. Quindi potenziali tonnellate di rifiuti.
  • L'organizzazione con la famiglia di appartenenza per permettere che si possa effettuare l'uscita del musicista in questione, senza arrecare troppi disguidi.
  • Dedicare alla musica il giusto tempo senza esagerare.
  • Il caricamento della strumentazione in auto.
  • Il viaggio fino a destinazione che può essere  breve o fin troppo lungo.
  • Il montaggio della strumentazione.
  • L'ansia per l'esibizione.
  • Gli imprevisti durante e dopo il concerto.
  • Lo smontaggio della strumentazione.
  • Il ritorno a casa.
Dopo queste fasi che comportano svariate incombenze che possono variare anche d'intensità, solo alla fine del concerto si raggiunge la soddisfazione di aver suonato, fino a poco prima ci si chiede il motivo per il quale si deve mettere in moto una macchina carica di tutto quello che si potrebbe evitare.
Dunque la soddisfazione è la benzina di questo motore e più è alta è, e più si è disposti a fare sacrifici per ottenerla.
Anche la stessa soddisfazione ha delle variabili, nel senso che in base alle situazioni in cui ci si trova a dover suonare e soprattutto con chi si condivide il palco, questa può essere maggiore o inferiore. Oddio, non è mai poca, però se a condividere il palco c'è un gruppo potente (e la riuscita dell'esibizione di chi lo è meno in fatto di noterietà è ottimale) beh è chiaro che la soddisfazione arriva a dei livelli astronomici.
La risposta del pubblico è anche molto importante per ricevere soddisfazione per ciò che si fa, in fatto di coinvolgimento in primis e poi per come si viene accolti a fine dello show. Questo punto l'avevo già descritto in qualche post precedente, per cui non mi ripeto.
Un altro aspetto che bisogna considerare è l'interesse che ha una band nei confronti di un'altra e la voglia di ripetere la condivisione di una serata organizzandone una futura; ovvero in termini di soddisfazione è esaltante trovare quell'affinità o sinergia con altre band e proposi insieme come fronte comune davanti alle avversità e dividere gli sbattimenti.
Fatta questa lunga analisi, vorrei spendere due parole sul concerto che abbiamo tenuto ieri allo Spazio Baluardo. Come prima cosa che vedo sempre all'arrivo sul posto è giustamente la location; questa devo dire che mi è piaciuta non poco, perché trovare un luogo dove si svolgono attività di vario genere dentro ad un bel parco, beh ha sempre dei punti a favore.
Onestamente dopo aver sentito le altre band che hanno condiviso la serata con noi devo sentirmi libero di dire che non centravamo un fico secco, perché i due gruppi facevano cover (prometto che farò un post ad hoc per chi adotta questa scelta stilistica) e noi no, ma questa non è la sola discriminante, c'è da aggiungere anche che tipo di canzoni sono state cantate da queste band... Va beh a dirla tutta noi eravamo i cattivi ragazzi e chi era venuto ad ascoltare le band di cui sopra, non penso abbiano sentito mai musica come la nostra, ma non perché noi siamo dei mostri sacri, ma perché l'unica cosa di potente arrivate alle orecchie di costoro, forse sarà stato ne più ne meno un clacson di un'auto bloccata.
Avvenuta la prima scrematura di gente, quella che è rimasta penso sia stata in qualche modo colpita e comunque abbiamo lasciato un segno, forse alle loro orecchie ma anche in zone più profonde, non azzardo a dire al cuore, ma per lo meno allo stomaco; sta di fatto che anche in questa occasione ci hanno tenuto a farci sapere che le nostre canzoni sono state apprezzate.
Organizzare un concerto con band così diverse l'una dall'altra ha dei punti favorevoli ossia; si conoscono persone nuove e magari nuove occasioni, si vedono dei posti diversi dal solito, si diversifica un po' il pubblico. Per cui il punto a favore è: la novità.
La cosa invece contraria è che tutta questa novità possa non essere motivo d'interesse e quindi nulla a quel punto ha più valore.
Vi ricordo che la prossima data dei Twenty Euro For Love sarà a Cusago alla festa internazionale della musica come band di chiusura. Come sempre: vi aspettiamo.



sabato 9 giugno 2018

REPLICA DELLO SHOW ALLO SPAZIO BALURADO

Ieri sera ci siamo esibiti al Velvet di Legano ed è un posto dove suonare è stato un piacere. Siamo stati accolti nella maniera migliore, sfamati, abbeverati e intrattenuti dalla gentilezza  e la disponibilità del proprietario e del suo staff. Abbiamo avuto a disposizione una strumentazione degna di tale nome ed il fonico che ci ha seguito passo dopo passo in ogni nostra attività. Siamo stati remunerati e per compiacere la platea che ci ha sentito abbiamo fatto addirittura un tris, nonché abbiamo presentato il nostro nuovo brano: Westernday. Tutto secondo manuale, insomma.
Fra poche ore sarà la volta di Quarto Oggiaro e dello Spazio Baluardo, dove replicheremo lo show di ieri sera con la speranza che vada tutto per il meglio come lo è stato ieri sera.
Perciò, inutile dire, vi aspettiamo ma è bene ricordarlo.




venerdì 8 giugno 2018

TWENTY EURO FOR LOVE ANCORA IN PISTA

Stasera il fantastico trio sarà live al Velvet Club di Legnano, per continuarne con la missione dello street surf e la sua divulgazione. Arriviamo ovunque ci sia il bisogno di scoprire nuove sonorità, per cui non perdete l’occasione di fare quattro salti in allegria in nostra compagnia. Domani sarà la volta dello Spazio Baluardo a Milano, ma questo è un altro evento e ci sarà qualcosa che lo ricordi nelle prossime ore; intanto vi lascio questo promemoria.



mercoledì 30 maggio 2018

L'INARRESTABILE TOUR DEI TWENTY EURO FOR LOVE

I Twenty Euro For Love domani si esibiranno presso la Cascina Martesana dopo otto mesi dal primo tentativo fallito a causa della pioggia. Ecco, mentre sto scrivendo questo post al di fuori delle mia finestra si sta consumando una vera tempesta, il che fa presagire un altro vano tentativo di suonare in questo posto abbastanza ambito, facendo così un buco nell'acqua (è proprio il caso di dirlo).
Le previsioni dovrebbero essere buone, almeno è ciò che dicono le santone delle mie colleghe che sanno predire il futuro in base al tiro del vento, alla composizione delle nuvole e dalle previsione dette in TV; chi lo sa, spero soltanto che se la pioggia sente il bisogno di innaffiare ancora le strade milanesi, lo faccia quando noi abbiamo terminato il nostro show. È vero noi suoniamo surf ciò però non significa che bisogna essere fradici mentre si suona e specialmente il pubblico, non ha mica tanta voglia di inzaccherarsi prima di tornare a casa. Vedremo.
Nel frattempo gustatevi la locandina che ho preparato con un'inaspettata fatica.
Allora, capito? Ci vediamo domani! L'indirizzo è qui sotto.



COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...