sabato 29 ottobre 2016

L'ETA' NON E' SOLO UN FATTORE DI NUMERI

Da ragazzino, quando si parlava tra amici di "donne", c'era questo mito della ragazza più grande, in quanto si pensava, che in un modo o nell'altro, si potesse essere iniziati al sesso da una con più esperienza. E' un po' un pensiero, forse di più un pensiero, un'usanza descritta spesso anche in letteratura, ossia, ragazzi che andavano dalla meretrici per abbandonare la verginità infantile; come dire, per diventare uomini.
A parte il fatto che io dalle professioniste non ci sono mai andato e per quel che erano in tempi di questo discorso, neppure i miei amici di allora (poi non so se negli anni hanno fatto qualche capatina), ma a parte ciò, il mito della ragazza grande mi è rimasto finché non sono diventato grande anch'io.
Oggi una figura che rispecchia un po' tale caratteristica viene definita una MILF, ma onestamente, non rientra nelle mie fantasie e di contrario, nemmeno le ragazzine, anzi, costoro sono una categoria che non prendo neppure in considerazione ed è, tra l'altro, una cosa che ho mai fatto in vita mia.
Le ragazze del passato le ho sempre cercate della mia età o al massimo con un paio di anni di differenza, che fossero più grandi o più piccole, insomma sempre mie coetanee.
Eppure, per quanto io avessi una specie di codice etico da rispettare, ho visto con i miei occhi che molte persone con le quali ho avuto a che fare, non la pensavano affatto come me. Infatti nella mia classe le ragazze facevano a gara per chi avesse il ragazzo più vecchio. Me ne ricordo una in particolare che arrivò ad averne un uomo di ben trentacinque anni, peccato che lei all'epoca ne avesse solo 15!!! Come se io ora andassi con una di seconda superiore; da galera!
Probabilmente lei vedeva in lui chissà quale uomo maturo, io e molti altri come me, lo consideravano uno sfigato pedofilo.
Avevo un compagno di classe, che divenne anche un collega, a cui piacevano le diciottenni ma anche un po' più giovani, all'epoca non aveva certo trentacinque anni come il fenomeno appena citato, se non ricordo male la sua età si aggirava verso i ventidue/ventitré, ma a parer mio una cosa fuori dal normale, perché comunque la differenza di età si sente in particolar modo quando si attraversano delle fasi della crescita ben definite.
La differenza di dieci anni tra due adulti si sente ma in maniera relativa, tra ragazzi che attraversano la fase adolescenziale in momenti diversi l'una dall'altra eh beh, penso che la questione si leggermente diversa.
A questo punto sono portato a credere che il maschio che cerca la donna giovane, ma con differenze importanti di età, dentro di sé sia fondamentalmente una persona immatura, (la pedofilia è un discorso a parte) mentre le donne che cercano l'uomo più grande sia più matura rispetto ai suoi coetanei, però quando si incontra con un uomo più grande ma immaturo tanto quanto i ragazzi giovani, si accompagna comunque con un immaturo, allora vuol dire che gli uomini non matureranno mai nemmeno dopo una vita.




venerdì 28 ottobre 2016

LA SIGNORA DI VIA LUSSINO

Ogni anno, da quando vengo accesi i caloriferi, fino al loro spegnimento, una certa signora di via Lussino ci chiama per comunicarci che i suoi termosifoni sono spenti. Se la conversazione si limitasse a questa informazione, sarebbe ripetitiva, noiosa quanto vuoi, ma non incorreremo in veri e propri asciugamenti come invece avviene ogni volta che si risponde a costei. La tal signora, soffre di un disturbo quasi incurabile: la logorrea, oltre a dire che appunto lei sente freddo in casa, comincia a raccontare tutta una serie di sciagure che le sono capitate nel corso degli anni ma che a tutt'oggi, continuano imperterrite a flagellare la salute di questa donna; insomma, non hanno mai fine.
Mi ha detto che:

  1. Una volta è stata investita dalla corriera.
  2. Ha la spina dorsale spezzata. (potrebbe essere la conseguenza dell'incidente ma non l'ha ben specificato)
  3. Quando sente freddo la pressione le sale a 290.
  4. E' rimasta molto presto vedova ed ha dovuto crescere i figli da sola.
  5. Le morì un figlio in tenera età. (povera, davvero mi dispiace)
  6. Quando resta troppo alzata le gira la testa.
  7. Soffre di cuore.
  8. Il geometra tal dei tali, sa perfettamente quali sono i suoi acciacchi, per cui lei non mente.
  9. Sua nuora ha lasciato il figlio ed il nipote per scappare via di casa.
  10. Non può mangiare troppo perché a qualcosa allo stomaco.
  11. Una trave di ferro le ha rotto la spalla destra.
  12. Prima viveva a Milano e quando si è trasferita è andata in depressione.
  13. Ha fatto un sacco di lavori per mantenere la famiglia e per questo si è poi ammalata.
  14. Non ci vede.
  15. Non ci sente. (questo lo so per certo, perché quando provo a parlarle va anti come un treno)
  16. Soffre d'insonnia.
  17. Non riesce a pagarle le spese del condominio.
  18. La gente nella città dove vive è cattiva, per questo non parla con nessuno (vorrei proprio vedere)
  19. E' molto religiosa e ogni sera prega per i giovani (questo spiega molte cose)
  20. Il raffreddore non le passa mai.
Queste sono solo alcune delle cose che a me, ma anche ai miei colleghi, sciorina tutte le sere. Potrei andare avanti con l'elenco fino al numero 90.274, però preferisco fare un sunto di tutto ciò che le capita ogni giorno e di ciò che le è successo tempo fa.
C'è da spezzare una lancia in suo favore, ogni volta che io le rispondo, o meglio tento di rispondere, lei mi dice: "Dimmi amore." Fondamentalmente è di sicuro una donna disturbata, però non è cattiva ed è per questo motivo che prima di metterle giù, passo almeno venti minuti al telefono con lei, come dire mi fa pena, però poi ad un certo punto diventa insopportabile.
La conversazione parte dicendo il suo nome e finisce che mi racconta, non solo i suoi guai, ma anche quelli di tutti gli altri condomini del palazzo, alla fine sembra aver stilato un bollettino di guerra. Per fortuna non sono scaramantico, altrimenti dovrei tenere fissa una mano sui gioielli di famiglia come protezione contro la jella che costei emana con le sole parole. In alcuni momenti faccio fatica a credere che queste calamità possano capitare ad una sola donna, sarà che chi vede nero, vedrà sempre più nero, però cavoli; la vita è stata proprio beffarda, anzi, si è davvero accanita contro di lei.
L'altra sera, ormai sfinito dalla tristezza del racconto, le ho proposto di andare a Lourdes, ma con tutta la sfiga che ha in corpo, come minimo torva chiuso.
Fra poco dovrò andare a lavoro e sono proprio curioso di sapere che cosa le sarà capitato oggi.
Certamente non sarà qualcosa di allegro, pazienza tanto ormai sono diventato un operatore del telefono amico.






giovedì 27 ottobre 2016

SHIGOTO, SHIGOTO, SHIGOTO.

Sono due settimane che collaboro con quello che definirei il mio nuovo capo e devo ammettere che è divertente, poiché è:
un lavoro dinamico....????? Eh???? L'ho scritto davvero?
Sempre a contatto con persone nuove......?????? Come dico????
Chiamare, disfare, brigare......????? Ma ce la faccio? Che cavolo mi sono bevuto??????
Fare ricerche, chiedere quotazioni.......????? C'è un bug nel sistema???
Potrei arrivare perfino ad insegnare....????? Aiuto, questo non sono io!!!!!

Da quando ho iniziato questa collaborazione mi sono reso conto di alcune cose; tipo: che comincio a comprendere (in maniera ancora molto lontana) chi riceve un alto tasso di soddisfazione dal proprio lavoro; che andando in giro per la città si stringono rapporti con persone di diverso tipo, che un domani potrebbero servire ad un nuovo scopo, perciò, è molto utile tenersi buona la gente; che si beve un sacco di caffè nei bar.
Personalmente non ho mai dedicato troppo tempo a chiedermi cosa volessi fare da grande, cioè, da piccolo avrei voluto fare l'astronauta, poi ho virato sul vagabondo, ciò significa che sapevo già in tenera età della mia poca predisposizione al lavoro. Ora però le cose stanno un po' cambiando, chissà se magari questa volta non ci ho proprio preso?
Staremo a vedere...



martedì 25 ottobre 2016

DACCI UN TAGLIO

Ieri parlavo con un professionista dell'editoria e gli ho chiesto un paio di dritte su cosa dovrei fare per riuscire ad ottenere maggiore visibilità dal mio blog. La prima cosa che mi ha detto è stata quella di creare un'identità specifica, come se potessi parlare di un argomento unico e trovarci sempre nuovi spunti e con questo, andare avanti all'infinito. Immediatamente mi sono reso conto che LA TANA, non ha una vera e propria identità, non è specializzato su un tema ben focalizzato, non è tecnico, non racconta un processo per il quale la gente potrebbe essere interessata sull'evoluzione della vicenda, che ne so, come la difficoltà di portare avanti una dieta, o di come si portano le fasce per bambini, o di come si può cucinare un buon piatto vegano; insomma, questo blog è talmente libero da perdersi nella sua stessa libertà.
Allora ho pensato che dovrei dare un taglio, non nel senso che la pianto di scrivere, ma dare un taglio giornalistico più identificativo.
In principio avrei voluto parlare solo di musica, ma poi le vicende personali hanno avuto la meglio sulle recensioni musicali; anche perché c'è da dire, che non ho più nemmeno il tempo di ascoltare artisti nuovi e di cose che mi capitano quotidianamente invece, sono all'ordine del giorno, per cui, cose da dire ne ho. Però parlare della propria vita è un tema molto dispersivo, cioè, è talmente vasto che l'utenza non trova un grande interesse nel conoscere la mia vita personale, per di più, io mantengo anche uno strato ben consolidato di animato, quindi: perché le persone dovrebbero leggermi?
Sempre questo professionista, mi ha fatto leggere alcuni blog di persone che lui personalmente conosce e ho notato la differenza abissale tra quei blog ed il mio, e la questione verte sempre su quell'unico fattore, ossia, l'identità.
Ho fatto un giro sul web per capire la figura del blogger come può sopravvivere nel mondo del lavoro, cioè, in che modo si può vivere attraverso il blog? E ho scoperto che oltre ai blogger, oggigiorno esistono anche delle figure chiamate influencer, può darsi che sia l'evoluzione del personaggio che scrive per diletto, ma ha talmente un grande seguito, da influenzare le scelte della gente che segue il suo blog.
Per quanto mi riguarda, poteri diventare un influencer solo quando mi becco il raffreddore e contagiare i miei lettori solo se potessi postare anche un fazzoletto smoccicoso sulla mia home page.
Tirando le somme si può dire che:

  1. Del mio blog non gliene frega niente a nessuno.
  2. Sono stato così tanto vaccinato da piccolo, da non diventare mai un influencer.
  3. LA TANA è sempre stato per me una valvola di sfogo, perciò non mi devo piegare al mercato.
  4. Se non svelo la mia identità, non vedo il motivo per cui dovrebbe avercela il mio blog.
  5. La scrittura per me è una passione e rimarrà tale.
Gente; il mio blog è fatto così per ciò, prendere o lasciare.



sabato 22 ottobre 2016

HUB SAMMARTINI

Nel mio quartiere da qualche mese a questa parte, è stato aperto un centro di prima accoglienza: l'HUB SAMMARTINI; questo rifugio pensato per un centinaio di persone (forse qualcosina di più) ogni giorno si trova a dover affrontare più del triplo dell'eccedenza di gente che richiede un primo sostentamento. Chi fa parte degli avventori del centro sono persone provenienti dal corno d'Africa piuttosto che dal medio oriente, per la precisione somali e siriani, i quali affrontano ore interminabili di viaggio per ricevere un primo e doveroso soccorso. La stragrande maggioranza della gente è composta da uomini e ragazzi, ma non mancano anche donne con bambini al seguito, che a vederli in quelle condizioni stringe letteralmente il cuore. Gli arrivi giornalieri dei richiedenti asilo sono un centinaio al giorno e si è arrivati ad un picco massimo di quasi duemila individui in poco meno di una settimana giusto poco tempo fa, una vera invasione che fatica ad essere soddisfatta. Data la scarsa possibilità di ospitarli all'interno del centro, costoro si riversano nelle strade adiacenti, il che rende questo problema umanitario anche un vero caso politico, infatti non c'è un giorno in cui non si parla sulle testate giornalistiche del problema dell' hub e dalle conseguenze derivate dai suoi ospiti.
Ogni giorno la mia famiglia ed io, passiamo davanti a questo centro per accedere dall'altra parte della zona e per recarci a scuola, ebbene, tutte le volte assistiamo a scenari tristi e deprimenti di ragazzi che dormono nelle gallerie per riparasi dal freddo e quando piove, anche dall'acqua. La situazione igienico-sanitaria di queste persone è un problema sia per loro, ma anche per tutti gli altri cittadini, in quanto non avendo un posto adeguato dove poter eseguire la più basilari attività si lavano in strada, mangiano con lo smog delle auto in faccia, lasciando residui ovunque e anche i bisogni corporali vengono espletati in ogni angolo, in poche parole la condizione è presto degenerata da primo soccorso a continua indigenza.
La politica di accoglienza del comune di Milano, ha ricevuto decine e decine di critiche da parte dei partiti contrapposti che non perdono l'occasione di rinfacciare quanto sia difficile una situazione di ospitalità precaria come quella che l'hub può offrire a questa povera gente. Eppure per quanto gridino allo scempio i partiti, piuttosto che gli esponenti politici italiani, non muovono un dito per facilitare il compito dell'hub Sammartini, per non parlare del resto d'Europa che sembra che la questione sia solo milanese. Il problema principale che i rifugiati stanziano nel centro per un periodo indefinito dato che non hanno il permesso di poter andare negli altri paesi europei, per cui gli arrivi sono continui e posti a disposizione sono sempre meno.
Facendo un rapido giro di fronte all'entra, si può vedere bene quanto sia alto il bisogno di aiuto di cui ha bisogno il centro, nonché, lo stato di abbandono degli individui che sono costretti a rimane fuori perché non c'è posto per tutti.
Alla mattina chi è stato costretto a dormire fuori, viene svegliato dal traffico cittadino se va bene, ma il più delle volte, sono le forze armate che, in maniera non troppo garbata, li costringono ad alzarsi dal marciapiede per non arrecare disturbo ai passanti, i quali per non calpestarli, proseguono il tragitto in mezzo alle macchine in velocità.
Non voglio fare il buonista a tutti i costi, avere questa gente lasciata a se stessa è un problema che colpisce tutta la comunità, poiché avere individui fuori controllo, rende difficile la convivenza; sia chiaro da entrambi le parti. Per fortuna non sono ancora capitate le sommosse dei migranti che richiedono una condizione migliore e nemmeno le incursioni dei cittadini che si sentono gli inquisitori del nuovo millennio; ecco, diciamo che in una condizione così precaria come questa, c'è sempre un po' di tolleranza.
Però non è detto che possa durare in eterno, già si è scoperto (e non era nemmeno così difficile immaginarlo) che molte ragazze appena arrivate sono state assoldate dalla prostituzione e sicuramente i ragazzi andranno a rafforzare le file degli spacciatori di droga. Bisogna risolvere questa situazione prima che si arrivi ad un punto di non ritorno, e lo si deve fare subito!
Aprite le orecchie e date una mano.



giovedì 20 ottobre 2016

FAI UN LAVORO CHE TI PIACE E NON LAVORERAI UN GIORNO NELLA VITA.

Oggi, in maniera molto, molto lontana, ho ricevuto il primo impatto su ciò che potrebbe essere una futura collaborazione con due persone davvero valide. Costoro operano in campi differenti ma che all'occasione si uniscono ed interagiscono tra loro per arrivare ad un traguardo comune: il successo. In effetti tutti mirano al successo, non parlo di quello mediatico, ma del proprio lavoro ed è interessante capire quanto certi professionisti, ci mettano passione in quello che fanno per raggiungere tale scopo.
Mi è capitato poche volte nella mia carriera lavorativa, di sentirmi parte attiva nello sviluppo di un'idea, di poter dare il mio contributo in modo concreto e non essere solo l'ingranaggio di una macchina; di sentire che c'è bisogno della mia parte perché il progetto prenda forma, per di più, anche grazie a quelle che possono essere le mie conoscenze e le mie proposte, si arrivi all'obiettivo comune che si vuol raggiungere insieme come una squadra; ebbene, oggi ho messo il mio primo sassolino su quello che potrebbe essere un muro gigante.
Devo ammettere che è gratificante per uno come me, che di soddisfazioni nel lavoro ne ha ricevute poche, sentire che l'impegno per lo svolgimento di un progetto stia prendendo la direzione giusta anche per al mio apporto, per cui, qualora dovessero arrivare dei risultati, sarebbe anche un po' merito mio.
Per quel che concerne l'abnegazione, non posso certo abbassare la soglia proprio ora che mi sono ripromesso di imparare il più possibile, quindi mi sento di dire che chi sta rivolgendo a me la sua fiducia, posso assicurare sia ben riposta, ovvero, non deluderò chi sta puntando su di me. Nel frattempo imparo, studio, vado avanti e indietro per Milano e chissà poi dove mi porterà questa nuova esperienza collaborativa.


lunedì 17 ottobre 2016

AMOUR AMOUR

Lo senti nascere dentro come un virus letale, pian piano si impadronisce della mente fino a sentirne fisicamente il tragitto percorso per arrivare al cuore. E' doloroso ma inebriante, la sensazione può riempire l'anima ma non è mai abbastanza quella dose di tossina iniettata con un bacio, con una parola o solo con lo sguardo. La bramosia della possessione del corpo è paragonabile solo alla fame del lupo nella steppa. Afferrare, prendere, sfamarsi con la bocca e coglierne ogni sapore, mischiarsi la saliva e le mucose. Una danza letale che porta alla morte per poi rinascere ogni volta più estasiati pur rimanendo senza difese, fragili come un guscio d'uovo. Le viscere si strappano, il sangue ribolle, manca il fiato e tutto gira come sopra una giostra infernale; è l'amore.
Il veleno scorre libero nelle vene, quando tutto il sangue si è esaurito dopo averlo versato sulle spine di un fiore pericoloso ramificatosi in profondità. Le lacrime solcano il viso come artigli di un falco quando infilza la sua preda.
Non c'è gioia, non c'è felicità, nemmeno il più piccolo frammento di pace, se prima non si viene colpiti con violenza inaudita dal fulmine che squarcia la ragione.
E' subdolo, infingardo, maligno, ogni cosa viene distrutta dal fuoco della passione, congelato dall'ansia della perdita, sotterrato dalla paura di non ricevere più quella droga.
Si muore per mano dell'amore, si vive solo per testare anche solo una volta la sua immensa potenza. Non ci si può nascondere dalla forza d'urto che viene propagata dall'esplosione dei sensi, non ci si può riparare dalla travolgente corrente dell'oceano, capace di trascinare fino a sbattere la faccia conto il fondale degli abissi, è impossibile cercare un rifugio dall'urgano che si crea con lo scontro tra due anime.
Nessuno ha mai trovato una cura contro l'amore, poiché una volta infettati si muore sempre, non lo si può sconfiggere.
Il modo migliore di abbandonare la propria vita è quello di consegnarla nelle mani di qualcun'altro che avrà la capacità di farne ciò che vuole. Il diabolico gioco della fiducia, della sintonia e della reciprocità sono armi infallibili contro ogni difesa.
Lasciarsi trafiggere il cuore da questo folle sentimento, è il più bel modo di morire.


giovedì 13 ottobre 2016

E SE DOMANI...

A volte penso: se il futuro avesse in serbo per me qualcosa di nuovo, come dovrei affrontarlo?
Passano anni senza che ci siano delle grosse novità che abbiano il potere di cambiare il corso degli eventi, cioè, all'interno della routine capita che possano avvenire situazioni nuove, magari anche molto importanti, però per quanto siano cariche di sorprese, non sono in grado di tracciare un nuovo percorso.
La vita è fatta da tutta una serie di scelte che si prendono in base alle necessità, piuttosto che alla volontà di seguire un progetto, o magari perché arrivano tra capo e collo delle possibilità mai prese in considerazione prima del loro arrivo. L'insieme di queste decisioni porta a vivere la vita che si vive.
Personalmente, credo di aver scelto ogni passo fatto nella mia vita correttamente, a volte, mi sono buttato a capofitto anche senza sapere bene come muovermi, altre volte invece, penso di aver adottato il criterio migliore nel ritenere quelli fossero i passi giusti da compiere, di conseguenza, alle mosse da attuare; insomma penso di aver agito con il cervello e con il cuore. La stragrande maggioranza delle mie scelte, hanno permesso poi di sviluppare la mia splendida famiglia; ne vado molto fiero e sono convinto di ciò. Per cui, sul piano affettivo non ho nulla che possa avermi fatto pentire di qualcosa, anzi, sono felice così e non potrei vivere in maniera differente.
Quello che ho sempre trascurato è il lato lavorativo, poiché non ho mai adottato gli stessi criteri con i quali ho formato la mia sfera affettiva-personale, potrei dire di non aver mai pensato al lavoro come qualcosa che potesse soddisfarmi pienamente, e cioè, che potessi ricevere dal lato formativo-lavorativo, le stesse soddisfazioni che ricevo dalla mia famiglia. Il motivo è molto semplice: non mi è mai importato nulla di questa grossa parte della vita.  Non avendo mai avuto l'interesse nei soldi, ho sempre accettato dei lavori che mi permettessero di vivere in maniera decorsa, ma senza ammazzarmi di stress per raggiungere certi traguardi o status quo che non mi appartengono, come dire: non mi sarei visto un manager di grido che va i giro con dei bolidi da urlo, delegando ad estranei la mia vita familiare, non sono davvero il tipo. Chiaramente questa mia linea di pensiero, ricade poi anche sulla mia famiglia, il che significa che non ci saranno grandi possibilità di fare cose fuori dall'ordinario. Mi rendo conto che sia un limite ciò che impongo loro, però d'altro canto, insegno ai miei figli che si può essere felici anche con poco. Io e mia moglie la pensiamo allo stesso modo, per cui mi sento sicuramente più fortunato che frustrato.
Ma se in una maniera puramente ipotetica, ci fossero le possibilità di cambiare lavoro e di conseguenza anche le mie abitudini, come dovrei agire?
Per come sono fatto io, mi spaventerei all'idea di stravolgere completamente la mia giornata tipo; avrei il terrore di sbagliare perché molto spesso mi sottovaluto e quindi credo che sul lavoro non sia proprio un asso vincente; forse mi farei fagocitare dalle ansie, però sarebbe un modo per crescere professionalmente.
Sono arrivato ad una certa età in cui di treni favorevoli se ne vedono pochi, perciò, si può stare a pensare ma non in eterno, si può avere la nostalgia del tempo libero, però non è che si può stare sempre con le mani in mano, pensando tutto il giorno a quant'è bello crogiolarsi nelle più spensierate delle fantasie. Si arriva ad un punto della vita in cui si deve dimostrare qualcosa, non agli altri ma per primi a se stessi. Ho fatto le mie esperienze ed è giunto il momento di poter far valere quello che ho appreso in tutti questi anni. Quindi se un domani dovesse mai capitare qualcosa che mi faccia progredire (in maniera equilibrata) sarei disposto a dire:
"Perfetto, sono pronto. Questo è il mio momento. Quando si inizia?"



martedì 11 ottobre 2016

QUANTO COSTA UN CONCERTO AL GIORNO D'OGGI

Troppo spesso si sente parlare dei biglietti dei concerti che vanno letteralmente bruciati in pochi minuti sul web e poi, rivenduti a prezzi esorbitanti. Ma in che modo si può combattere questo crimine? Se ne parla tanto ma si agisce davvero poco, perché d'altra parte ci guadagnano tutti, meno che i fan, ovviamente.
E' da qualche anno che non vedo un live fatto da grandi band, l'ultima è stata quella dei Green Day a Rho con mia moglie, dato che avevamo cancellato la data di Bologna ( per colpa dell'abuso di alcol di Billy Joe, e noi eravamo là) in quel caso mi ricordo di aver comprato i biglietti da Mariposa, come ho sempre fatto in passato. Ora però le cose stanno cambiando, dato che i biglietti si comprano sul web in tutta comodità; certo, se si è fortunati o eventualmente degli hacker. Penso che anche per i rivenditori tradizionali sia difficile acquistarli, esattamente come per il pubblico, dato che le agenzie secondarie si accaparrano centinaia di biglietti dalle major primarie in fatto di vendita, per esempio: Ticketbis. Costoro grazie a dei software particolari collegate a carte di credito illimitate, comprano cinquantamila biglietti al minuto, per poi ricavarci il doppio, se non al quintuplo.
Leggevo prima del concerto a San Siro dei Coldplay, ebbene, il prezzo dei biglietto è arrivato alla sproporzionata cifra di 2500 euro!!! Cose da pazzi. Ma chi ce li ha tutti quei soldi per vedere Chris Martin e soci? E' ovvio che il ricavato di quelle folli vendite non va di certo alla band, ma a quei farabutti che si arricchiscono con questi magheggi truffaldini. Bisognerebbe fermare questo fenomeno.
Di soluzioni vere e proprie non se ne parla; sì certo, ci sono gli esposti in procura, al Codacons, alla Guardia di Finanza, ma sono tutti provvedimenti che lasciano il tempo che trovano, dato che ad ogni evento live si ripresenta sempre la stessa soluzione.
L'unica arma di difesa del fan, sarebbe quella di boicottare il concerto, anche a discapito del proprio artista preferito o del gruppo della vita, in questo modo la grossa cifra spesa dalle agenzie secondarie per comprare tonnellate di biglietti, non verrebbe coperta dai ricavi delle rivendite, allora sì che si procurerebbe un danno a questi cialtroni. Ma chi lo farebbe mai? Nessuno.
Probabilmente gli artisti dovrebbero mobilitarsi per la causa, bisognerebbe che facessero attuare un criterio più equo delle vendite, altrimenti, nessun live. Non so quanti sarebbero disposti a farlo, specie   i grandi nomi italiani. Qualcuno però si è fatto sentire come Dave Grohl, ora di preciso non so cosa abbia fatto, credo abbia solo portato avanti la causa negli States, però da quel che sentivo in radio, grazie anche alla sua denuncia le cose in America sono un po' cambiate.
Peccato che io vivo in Italia e nessuno si è mosso contro questo nuovo tipo di bagarinaggio virtuale, sarà che in America hanno più a cuore la situazione economica dei fan, sta di fatto che qui si parla parla, e non si conclude mai nulla.

Qui sotto un link che finalmente parla del modo di arginare questo fenomeno:

http://startupitalia.eu/63968-20161011-coldplay-biglietti-ticketone-dynamitick




lunedì 10 ottobre 2016

IL SERVIZIO MILITARE

Quando ero ragazzino, aleggiava il mito del servizio militare, non tanto come un desiderio di partecipazione, più che altro era un evento decisamente temuto sia da me, che da i miei coetanei. Capitava che ogni tanto qualcuno del quartiere partisse per il militare e allora da lì cominciavano tutta una serie di racconti, misti a leggende, unite a fandonie, su cosa davvero capitasse nelle caserme. Si faceva del terrorismo psicologico sugli atti di nonnismo da parte dei commilitoni più anziani ai danni dei nuovi arrivati, e tutti coloro che sentivano queste storie speravano di non subirle mai.
Ho sentito tante di quelle balle sui dispetti tra i camerati da aver creduto per anni che andare al militare significasse essere torturati giorno e notte.
Il primo campanello d'allarme sul principio del calvario era la lettera dei tre giorni, questa la si poteva anche interpretare come l'inizio della fine. Chi riceveva la cartolina era condannato a partire per qualche guerra nel mondo e morirvici, ovviamente. Non si tornava più indietro o perché appunto si moriva in guerra, o per mano dei militari "nonni". Inutile dire che ero a dir poco scioccato nel sentire cose così tremende. Eppure mio padre che fece la marina da giovane, mi raccontava che quei due anni passati alla naja, sono stati i suoi anni più belli. Da ciò che sentivo dire da mio padre, trovavo un leggero conforto, ma dopo aver visto dei film come "365 giorni all'alba" "full metal jacket" e "gunny" sono sprofondato nella paura più totale. Sono sicuro che quei film abbiano avuto un effetto traumatizzante su tutti coloro che l'hanno visto, specie, se si era pronti per partire; io che non ho mai fatto il militare non ho mai avuto una conferma che quelle cose accadevano per davvero. Però la smentita effettiva l'ho poi avuta da mio fratello, che quando partì per la naja, mi disse che non accadeva nulla di quel che si diceva.
Io non ho fatto il militare perché studiavo e ho rimandato persino i tre giorni per lo stesso motivo, a furia di rinviare, alla fine il servizio di leva non fu obbligatorio ed era esattamente ciò che ho aspetto di sentire da quando cominciarono a raccontarmi del militare. Di certo anche se la leva fosse rimasta obbligatoria avrei scelto di fare il servizio civile, dato che, con la fortuna che avevo, mi sarebbe capitato sicuramente un ufficiale come il sergente Hartman e io di conseguenza, sarei potuto diventare "Palladilardo".


venerdì 7 ottobre 2016

SONO RIUSCITO A SVIRGIN-ARMI

E' da non credere, finalmente sono riuscito a terminare il contratto che mi ha legato alla palestra Virgin di Bicocca dopo tre anni. Avevo scritto l'anno scorso della mia poca prontezza nel cancellare l'abbonamento entro i termini previsti, si trattava di un giorno o due di ritardo, mica sei mesi, ma a quanto pare aveva la stessa valenza per loro, mentre la differenza l'ho percepita io ed il mio conto corrente. Ebbene ora, dopo che ho pagato i miei debiti, posso sentirmi libero di non andarci più, poiché per tre anni ho regalato un sacco di soldi a quei furbacchioni e il mio fisico da commerciante medievale, non è cambiato poi tanto, anzi, sono sempre uguale. So benissimo che l'errore è mio, però mi piace sfogarmi e ho tutto il diritto di farlo, dopo tutti i soldi che ho sborsato. In soldoni (dato che di questo si parla) fare l'abbonamento in palestra è un metodo ben architettato per farsi fregare molti, molti quattrini e non serve a molto. Si possono fare molti esercizi anche all'aria aperta senza che questo comporti una spesa. Ho deciso dunque che alla mattina posso andare a correre in Martesana, aggregarmi al gruppetto di anziani che pratica il Tai Chi Chuan o fare la ginnastica sconclusionata con i cinesi. D'altronde quando la ginnastica è gratis si ha meno il senso di colpa qualora non la si pratichi pedissequamente.
Ora posso gridare al mondo di essermi sVIRGINato.


martedì 4 ottobre 2016

I CINESI: UN POPOLO BIZZARRO

Se c'è una popolazione che mi lascia sempre più perplesso, è quella cinese. Non è da tempo ormai una sorpresa vedere dei cinesi a Milano, anzi, per venire a lavoro attraverso tutti i giorni la Chinatown milanese, per cui ho fatto davvero l'occhio per quel che riguarda la fisionomia, per non parlare dell'instancabile attività lavorativa essendo sempre così indaffarati e laboriosi. Ma c'è un elemento che mi sfugge, ossia: il loro gusto estetico. Per come la vedo io, il gusto estetico non sanno nemmeno dove sta di casa, poiché riescono ad indossare sempre la cosa meno opportuna in ogni situazione; per esempio: quando in una determinata occasione viene richiesta una certa eleganza, le donne indossano sempre dei vestiti neri con pizzi e merletti più adatti a dei funerali, piuttosto che celebrazioni di un certo calibro come i matrimoni, oppure, mettono delle cozzaglie di indumenti che farebbero a pugni pure con Mike Tyson (mettendolo a ko; ovviamente) sperando di apparire raffinate agli occhi degli altri. Questo succede però solo nel momento in cui si vestono con abiti occidentali, invece per quel che concerne i loro tradizionali, nulla da dire.
Gli uomini di solito sono più casual, sempre molto dozzinali in verità, ma non eccentrici quanto le donne, però sanno essere anche loro davvero inappropriati, anche qualora indossino una semplice giacca e una camicia, perché spesso sembra che vi abbiano dormito dentro per una settimana o che provenga da qualche lontano parente.
Il simpatico popolo orientale mi stupisce non solo per l'abbigliamento, ma anche per le loro attività ludiche; mi spiego: al solito giardinetto dove porto i miei bambini a giocare, incontro anche moltissime famiglie cinesi, per essere più precisi, ci sono molti nonni con i nipotini al seguito. Ebbene, questi arzilli vecchietti, molte volte si allenano intorno al parchetto, correndo e sbattendo le mani in maniera totalmente senza senso, saltano la corda con quelle dei nipoti in modo alquanto precario e si improvvisano runner con tanto di camicia e scarpe con il tacco, sia uomini che donne. Queste tipi di attività sportive le vedo tutte le mattine e la cosa mi fa molto sorridere poiché in concomitanza con gli esercizi fuori fase della vecchia guardia cinese, un gruppetto di anziani italiani esegue con religiosa perizia le varie figure di Tai Chi Chuan nemmeno fossero loro i cinesi.
Anche in ambito commerciale, s'inventano attività creative per sfondare la dura legge del mercato, basti solo pensare ai luoghi per massaggi con tanto di happy ending, che dire, ne sanno una più del diavolo. Ma cosa direbbe Mao del suo popolo dopo 40 anni dalla sua morte? Chissà.
E' cambiato molto la società cinese dai tempi di Mao fino a oggi, ma quello che credo sia rimasto fedele alla linea sarà sicuramente, la voglia di fare, che poi sia fatto bene oppure male, è un altro paio di maniche l'importante che sia Made in China.


lunedì 3 ottobre 2016

LP ASTRO NASCENTE NEL PANORAMA MUSICALE

Ieri stavo guardando dei video sul "tubo" senza molta partecipazione, poi non so come, mi sono imbattuto nel video di LP al secolo Laura Pergolizzi, che non è italiana purtroppo ma ha origini italoamericane; almeno quelle. Ebbene, questa nuova scoperta, mi ha davvero stregato con il brano Lost on You, l'ho ascoltato parecchie volte sia nella versione del cd che nella versione live, e posso assicurare di aver trovato la stessa perfezione nell'esecuzione in entrambi i casi, non è cosa da tutti, anzi...
Questo brano ha una carica malinconica esplosiva davvero travolgente, la sua voce è potente e limpida come una cascata di un torrente, mi ha davvero colpito. Era da tanto che non subivo una curiosità così forte nei confronti di un'artista per me sconosciuta, soprattutto perché esegue un genere che non ascolto molto. Poi come nelle migliori delle ricerche, scopro che questa cantante è in circolazione da un bel po' ed ha pubblicato delle canzoni una più bella dell'altra, tra il blues, il folk che strizza un po' l'occhio al rock d'autore con una punta di pop, ma solo un accenno! E cosa che adoro, usa il fischio nei suoi ritornelli. Ovviamente poi ci sono anche tutta una serie di notizie che vanno al di là della sua musica, come direbbe la Maugeri "della persona oltre al personaggio" in quanto è dichiaratamente omosessuale e l'aspetto non tradisce le sue intenzioni, forse per questo, molto criticata. Il fatto che possa sembrare Bob Dylan al femminile, credo che per lei sia una cosa ininfluente, magari potrebbe pure esserne orgogliosa chi lo sa, ma questo non dovrebbe certo mettere in discussione il suo talento, a dire il vero, finalmente si può trovare una cantante che non sia costruita con il maquillage, sorretta da reggiseni enormi o inguainata da micro short e cosa peggiore, che non sappia azzeccare una nota. LP è davvero un portento, competente, coerente e in assoluto una nuova rivelazione del 2016/2017. Sei poi i suoi gusti possano ancora indispettire qualcuno, beh, allora significa che non è pronto per la vera musica.

https://www.youtube.com/watch?v=fD2UExUhq-s

sabato 1 ottobre 2016

NOVITA' EDITORIALI DA INTERNAUTA

A breve sarò presente su un altro blog mirato alla mia vita familiare e alle dinamiche che ci circondano. Il blog ha lo scopo di illustrare/dimostrare/rendere noto, come può essere la vita di una famiglia numerosa, come la mia appunto. Per facilitare la visione di questo nuovo blog, ho aperto un account instagram nominato così: "mr.dlatana81" (evviva l'originalità) va beh, il nome è sempre lo stesso per mantenere una certa continuità con la ma identità creata sul web; mi sembra abbastanza ovvio, però il blog avrà un nome diverso che sarà reso pubblico fra non molto, anzi, molto presto si saprà. L'idea nasce per dare spazio ad un argomento molto spesso scritto su queste pagine ma che meriterebbe un posto tutto suo, approfondendo certi aspetti collegati all'infanzia e alla crescita dei figli, piuttosto che dare dei consigli pratici su come districarsi in determinate situazioni con un numero di bimbi abbastanza nutrito. Infatti desta non poca curiosità nelle persone quando dico che tra poco saremo in sei, perciò se si vuole sapere qualcosa che vada al di là delle mi elucubrazioni cerebrali riguardo argomenti generici, il nuovo blog sarà più identificativo nel family living (ammesso e non concesso che esista una cosa chiamata così)
Comunque tenetevi pronti per una nuova avventura.
Stay tuned...



COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...