sabato 31 agosto 2013

COME IL GINECOLOGO

Una volta un vecchio saggio mi disse:
 "Sai che cosa accomuna un ginecologo ed un barman?"
 Io risposi
 "No vecchio saggio, illuminami."
 Mi illuminò appunto dicendo
 "Tutti e due lavorano, dove gli altri si divertono."
Io per inciso non facevo il ginecologo, ma ahimè il barman.
Ho cambiato lavoro d'allora ma mi ritrovo a farne uno, meno divertente sicuramente del barman (e del ginecologo) ma con degli orari decisamente inconsueti per la maggior parte della gente che conosco. Cioè lavorare di notte ha molti vantaggi.
1- l'ambiente nel quale lavoro è decisamente più rilassato.
2- il volume del lavoro è inferiore.
3- riesco a portare avanti i miei hobby nel tempo libero. ( ma anche nelle stesse ore lavorative )
4- gestire la mia famiglia e la casa
5- sbrigare faccende personali in orari comodi.
Gli svantaggi sono:
1- dormo poco con la mia famiglia di notte.
2- dormo poco a prescindere.
3- lavoro quando gli altri stanno a casa.
4- quando sono a casa gli altri lavorano.
Tutto sommato sono più i vantaggi, che gli svantaggi però...
La riflessione è giunta pensando ai concerti che mi perderò durante l'anno, proprio per il fatto che sono a lavoro nel corso dello show e per assistervi dovrei prendere una giornata di ferie, mentre per il resto delle persone, serve solo uscire dal posto e recarsi tranquillamente a godersi lo spettacolo senza pensieri che nervi!

venerdì 30 agosto 2013

IL CONCERTONE DI FINE ESTATE

Il 27 di agosto si è tenuto un evento eccezionale alla fiera di Rho, headliner della serata System Of A Down, guests stars Deftones e Lacuna Coil. Al di là della location un po' infelice, il piazzale della fiera non ha nulla di bello e sopratutto l'acustica lascia molto a desiderare (anche se rispetto allo show dei Green Day l'ho trovata migliorata) l'evento è stato un successo, sia per numero di spettatori che per la buona riuscita delle band sul palco. Tralasciamo l'acquazzone di 20 minuti che ha rinfrescato l'aria, ma non ha smorzato l'entusiasmo,  l'apertura dei Lacuna Coil si è presentata di tutto rispetto. Mi sono meravigliato di non aver trovato il bassista sul palco, anche perché era l'unico che conoscevo di persona, comunque il loro suond è pulito e le due voci si mescolano bene, ok Cristina Scabbia fa la differenza, ha tenuto il palco in maniera sobria ma allo stesso tempo presente con il pubblico e ha davvero una bella voce anche dal vivo. Era la prima volta che li vedevo, pur essendo di Milano non ho mai avuto occasione di vederli e la cosa non mi è dispiaciuta affatto. Ho notato anche un certo seguito soprattutto tra le fanciulle rockettare, immagino che incarni bene l'ideale di donna singer di un gruppo metal, perciò dico bravi. alle 20.00 cominciano a suonare una delle mie band preferite i Deftones. In verità sono stasi loro il motivo principale per il quale mi sono spinto a vedere il concerto e sborsato la somma di 70 euro! Ma ne è valsa la pena. L'inizio del loro show è stato aperto con My Own Summer (Shove It) da lì è scatto il primo pogo serio della serata, poi un'altra dello stesso album Around The Fur a seguire anche pezzi dell'ultimo e penultimo album. Ora la scaletta di preciso non la ricordo, ma ho cantato a squarcia gola ogni singola canzone. Sono molto legato a questa band, perché riescono a far conciliare la giusta dose di energia con la delicatezza di ballad davvero molto poetiche. Chino Moreno è un animale da palco, nulla da recriminare, ha una gran voce e coinvolge chiunque. Stephen Carpenter è un monolite con le dita magice, il nuovo bassista Sergio Vega succeduto allo scomparso ma sempre con noi Chi Cheng, ha tenuto alto l'onore delle note più basse fra le corde. Abe Cunningham è forse il mio batterista preferito, suona esattamente come vorrei saper fare io, ha tecnica, stile ed il suo tocco si riconosce subito, non sbaglia un colpo ed incarna l'idea che ho io della batteria e del suono che deve dare ad una band. Frank Delago, il tastierista e campionatore, riesce a creare la giusta atmosfera con i suoni più azzeccati ad ogni canzone. In poche parole perfetti, peccato che hanno suonato solo un'ora. Alla fine arrivano loro i SOAD quelli che tutti stavano attendendo con trepidazione. E' stata la prima volta che li ho visti, non ho mai avuto l'occasione e dato che corrono voci sul loro possibile scioglimento, spinto dalla curiosità finalmente li ho visti dal vivo. La loro esecuzione è uguale ai loro album su cd, impressionante. A parte qualche disguido con la chitarra che ha avuto Daron Malakian, resta sempre un fenomeno ed è pure simpatico. Serj Tankian ha una voce unica, calda, vibrante arriva alle note alte come se nulla fosse. Shavo Odadijan ha completato con maestria la chitarra mancante assentatasi per un'intera canzone, riempiendo con il basso il buco lasciato dalla compare, ed è anche lui un personaggio decisamente pittoresco. John Dolmayan è una drum machine vivente, preciso come un orologio, veloce, super tecnico un vero mostro. Mi sono decisamente divertito, ho fatto bene ad allungare di un giorno le ferie, non è da tutti i giorni vedere dei bei concerti come questi, dove in un'unica serata si riuniscono dei gruppi fantastici, anche se il prezzo del biglietto non è stato proprio abbordabile, sono stati soldi spesi bene. Grazie per lo show.

mercoledì 28 agosto 2013

TADAIMA....OKAERI!

Tornato dalle ferie si ricomincia con la solita vita, si riprendono le vecchie abitudini, la stessa routine. Va da sé che si preferisce stare in vacanza piuttosto che non, questo è scontato, ma non è sempre così male tornare nella propria casa, nella città che tanto si vuole abbandonare prima della partenza, perché dobbiamo essere sinceri le vacanze procurano comunque un certo livello di stress, forse pari a quello che la città ci "regala" per tutto l'anno. Saranno le aspettative di un relax tanto agognato, la voglia di non pensare a nulla e spegnere il cervello per quel paio di settimane sfigate, che fa scattare in noi il bisogno di passare una vacanza perfetta a tutti i costi. Così facendo non si creano i presupposti per lasciarsi veramente alle spalle tutta la fatica maturata in un anno di lavoro. Pensiamo a queste necessità moltiplicate per tutta le gente che si incontra nello stesso periodo, in un luogo popolato di solito con un terzo di abitanti, il risultato? Una montagna di stress. Ragionando meglio, ci si rende conto che sono così vivibili le grandi città in estate, senza dover aspettare ore per fare qualsiasi cosa, parcheggiare l'auto in posti dove non si credeva possibile, nemmeno piangendo in cinese. Avere a disposizione i musei gratis, le piscine meno agglomerate, i parchi più quieti, cose così insomma. Eppure ogni anno, ci si imbatte con la sfida delle vacanza pur sapendo a cosa si va incontro, soltanto per avere un po' di refrigerio in luoghi come la montagna, o cuocersi la pelle sotto il sole sulle spiagge affollate. Certo se ci fossero più possibilità di partire durante l'anno, non ci sarebbe la psicosi delle vacanze estive, ma purtroppo per noi, non siamo tedeschi.

sabato 10 agosto 2013

UNA PAUSA ESTIVA ANCHE PER ME

Popolo del web, mie cari "innumerevoli" seguaci, followers, amici, parenti, conoscenti, sconosciuti e chi più ne ha e più ne metta, dopo un anno di duro lavoro, di fatica impegno e molto stress, comunico a tutti voi che finalmente parto per le vacanze. Il mare è quello che frequento da diversi anni ormai, per dirla tutta, è lo stesso da cui partì l'apertura del blog, dove scrissi le prime righe sul "LA TANA". Un luogo per me controverso, per la diversità dei ricordi che mi legano a quella località. Da una parte stupendi come, la nascita del mio secondo pargolo, e.... aspe' che cerco di ricordarne altri...un attimo che ci sono....abbiate pazienza che sto pensando.....ci sono, ci sono..... va bhè da quello che si evince ad averne la meglio sono quelli spiacevoli. Però devo spezzare una lancia in suo favore povera cittadina. Non è così orribile, anzi, però sono andato a cercare fortuna in un momento non particolarmente facile per me e per mia moglie tempo fa, quindi c'è sempre un po' di attrito nei sui confronti. Tutto sommato quando ci andiamo per passare le vacanze lo troviamo gradevole come tutte le città di mare con il sole, la spiaggia le lunghe giornate all'insegna della spensieratezza; ecco ma viverci è un altro conto credetemi, per chi poi è abituato alla grande città non è semplice. A parte questa precisazione auguro a tutti buone vacanze ci si vede al ritorno, continuate a non scrivermi adios.

mercoledì 7 agosto 2013

ROLLINGSTONE RULEZ

Per quanto mi riguarda la rivista Rollingstone è la più autorevole e accurata tra i magazine che scrivono di musica. Ho cominciato a leggerla penso 6 anni fa più o meno e da quel momento non mi perdo nemmeno un numero. Tutti i mesi corro a comprarla come una medicina, tant'è che ne ho una pila decisamente voluminosa, cosa che mi da non pochi problemi nel trovare un posto accurato per conservarle come reliquie. Le copertine sono le prime opere d'arte, ad ogni numero mettono un bel faccione in primo piano (questo è un po' il loro marchio di fabbrica per la scelta del formato di stampa) in altri invece, viene pubblicato il ritratto del personaggio della cover story del mese, vista con gli occhi di un azzeccatissimo artista. Poi dentro ci sono articoli biblici sulle rock star con un enorme passato alle spalle, cosa che non guasta mai per apprendere un po' di storia della musica, ma anche trattano di band o solisti emergenti, il più delle volte tra i nomi delle novità non ne conosco nemmeno uno, e questo è ancora meglio. Molti la trovano una rivista troppo patinata che parla dei soliti vecchi dinosauri per accalappiarsi i nostalgici del rock, pieno zeppo di pubblicità di vestiti super glamuor che con il rock non centrano nulla, cara nel prezzo, e la tanto autorevolezza nella musica da me conclamata non scorgono neanche da lontano. Chiaramente dissenso. L'unica cosa che un po' mi fa storcere leggermente il naso, non ha a che fare con quanto detto, sta nel vedere scritto le gesta e gli avvenimenti di una qualsiasi band o nome che sia, e metterla giù in una maniera così semplicistica da ritenerla quasi scontata. Mi spiego meglio, leggendo le diverse avventure degli artisti, noto che vengono riportate in maniera abbastanza superficiale (a volte) non argomentano bene la nascita di un pezzo epico o la formazione di un gruppo. I vari giornalisti tralasciano i momenti di fatica, la sofferenza lo spirito magari distrutto prima di raggiungere il meritato successo. Non so forse è la mia impressione, però leggendo quelle pagine, mi nasce dentro un senso di vuoto, come se dovessi prendere per assodato e ovvio ciò che viene pubblicato, sembra quasi come se tutto fosse dovuto poiché già scritto nel destino, tutto così facile, non si soffermano mai sulla vita vera di un artista, cosa ha dovuto patire per arrivare fin dove poi è arrivato. Ci sono molte volte un elenco sterile di nozioni non approfondite, tralasciando quello che è lo spirito rock. Sarà che forse mettendo tutto quanto alla fine diverrebbe un'enciclopedia più che una rivista, o forse perché anche chi scrive può darsi che non conosca tutto, non lo so, però quando leggo cose del genere mi viene rabbia perché penso, a fronte di quanto scritto come l'elenco della spesa, anch'io avrei potuto compiere le stesse cose, con i medesimi tempi, ma non sono arrivato allo stesso punto. Questo a parer mio è perché viene omessa la fatica di un artista. Ci vorrebbero più parole romantiche, che non la cronaca fine a se stessa. Cara redazione di Rollingstone, forse un giorno ti manderò quello che penso, non è detta l'ultima, a parte questo, il mese prossimo sarò in edicola come sempre.

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...