venerdì 30 dicembre 2016

NEL MONDO ESISTE TROPPA VIOLENZA

Stamane, mentre ero in ospedale per la visita del mio piccolino, ho ricevuto un messaggio da mia madre che è solita fornirmi notizie sconvolgenti; anche oggi ha mantenuto fede al suo obiettivo. Purtroppo però questa volta l'avvenimento catastrofico riguarda la mia famiglia. Mi ha detto che un mio cugino di Napoli è stato aggredito a scopo di rapina ieri mattina all'alba. Le dinamiche ancora non sono chiare dato che le condizioni di mio cugino sono gravi, per cui, non ha ancora potuto spiegare com'è andata la situazione, ma nonostante ciò, non è in pericolo di vita anche dopo essergli state inferte ben sette coltellate.
Quando ho letto il suo messaggio con tanto di foto allegata, sono rimasto esterrefatto dalla brutalità con la quale ha subito una squallida rapina, e che per poco non ci lasciava la pelle solo per un portafogli e un cellulare.
Cioè, siamo arrivati a questo?
Si può arrivare ad uccidere per così poco?
A quanto pare sì.
Per fortuna a quell'ora è passato di lì un altro ragazzo che ha soccorso mio cugino e per questo, hanno riservato anche a costui due coltellate all'inguine, solo per aver difeso un ragazzino di appena ventidue anni.
Come si suol dire, la vita è proprio beffarda a volte. Mio cugino si trovava a Napoli per le feste natalizie dato che sono anni ormai che studia in Canada, dove con molta probabilità una situazione del genere è ben lontana dall'essere quotidiana, ma il caso ha voluto che dovesse essere lui la vittima quella mattina e così è stato.
Per riuscire ad elaborare la faccenda ho bisogno di poterla scrivere sennò continuo a pensarci e ripensarci all'infinito, poiché proietto su di me una situazione analoga, mettendomi nei panni dei miei zii e conseguentemente, morire di paura e dispiacere per un figlio finito male.
Odio la natura vile umana, capace di compiere efferatezze per futili motivi ma quello che detesto ancor di più sono le persone come queste bestie che la passano sempre liscia a scapito della vita di un innocente.
Perché non c'è mai giustizia per quelli che subiscono i disagi esistenziali di personaggi senza scrupoli?
Perché si arriva a questo?
Spero che mio cugino si riprenda in fretta, dimentichi questa pessima storia (pur essendo difficile visto che si porterà le cicatrici addosso) ritorni a studiare in Canada e che non metta più piede in questo paese in cui non esiste il rispetto per nessuno, per primi i più deboli.

https://plus.google.com/108020230926412104970/posts/dbkZKMSTKuJ


giovedì 29 dicembre 2016

E' NATO! ED E' SOLO L'INIZIO

La notte trascorsa tra Natale e Santo Stefano c'è stato qualcosa di strano nell'aria, come è stato dimostrato dall'arresto del ladro sotto casa intorno alle due del mattino.
Nel frattempo mi moglie stava maturando dentro di sé l'effettiva voglia di partorire e alle 5.30 del mattino ci siamo precipitati in ospedale arrivando alle 6.00 precise, nemmeno avessimo un appuntamento con l'ostetrica. Ebbene, dopo aver sbrigato la burocrazia ospedaliera e la visita preventiva, dopo nemmeno venti minuti di sala parto è arrivato il nostro quarto pargoletto.
L'emozione in questi casi è difficile da trattenere e come ogni volta, sono precipitato in una valle di lacrime; lo so, sono un tenerone, ma che ci posso fare è la mia natura!
Il nostro piccolo mostriciattolo è stato bravissimo tant'è che la sua mamma (a detta sua) ha sentito la metà del dolore del suo fratellino maggiore. Io ho provato la stessa agitazione di sempre, visto che da spettatore il papà può fare ben poco, per cui, mi sono agitato come se avessi le formiche addosso. Per fortuna che è stato un parto rapido, altrimenti mia moglie mi avrebbe mandato fuori dalla sala come la prima volta. Va beh dai, in questi nove anni trascorsi e quattro parti visti, credo di essere migliorato, comunque sta di fatto che il piccolino e la mamma sono stati eccezionali.
A differenza degli altri due maschietti prima di lui, il suo peso alla nascita è stato inferiore, come dire, noi che siamo abituati a dei pesi massimi, il mamrocchietto si è presentato con un 3, 910; poco più di sua sorella. Oh mamma, ma quanti siamo in questa famiglia?
Tralascio i due giorni che ho trascorso con i miei figli a casa, perché è necessario un post dedicato a questo argomento, sta di fatto che dal 26 dicembre 2016 la famiglia Mr D ha un nuovo elemento in casa ed è solo l'inizio...



domenica 25 dicembre 2016

VERSO LO SCADERE DEL TERMINE

Siamo agli sgoccioli, il nostro quarto piccolino comincia a farsi sentire e direi che è inevitabile, ma anche molto emozionante, nonostante abbiamo già vissuto per tre volte questo momento. Oddio, in verità ogni parto è stato sempre diverso, perciò è un po' come essere per la prima volta alla prese con l'arrivo di un figlio.
Quello che differenzia questa nascita dalle altre sta nel fattore organizzativo, avendo tre pargoletti in casa è sicuramente più complicata la gestione dell'imprevisto rispetto ad una prima nascita, per cui dobbiamo sperare che il prossimo bimbo non si voglia far conoscere di notte, come è avvenuto per i suoi fratelli, poiché dovremmo smuovere mari e monti per un babysitting notturno e non è semplice. Però ci ingegneremo come abbiamo sempre fatto.
La mia dolce mogliettina sente qualche avvisaglia e dato che domani scadrebbe il termine, abbiamo le antenne puntate come le formiche in vista di un picnic.
Sarebbe fantastico poter chiudere questo 2016 in bellezza e quale avvenimento migliore se non l'arrivo di un pargoletto?
Certo, poi una volta arrivato in casa dobbiamo tenere conto delle reazioni di quello che ora è il più piccino, chissà come la prenderà il suo upgrade a fratello maggiore...
Se dovesse reagire come sua sorella quando è arrivato il secondo fratellino saremo a cavallo, ma qualcosa mi dice che non saremo così fortunati. Va beh, la convivenza poi si aggiusta con il tempo e sono sicuro che diverranno una cosa sola come è stato per i miei primi due; almeno lo spero.
Comunque ora ci dobbiamo concentrare sul suo arrivo e spero che non si faccia attendere molto, dato che a quanto pare lo stanno aspettando più persone di quanto non credessi.
Eh già, la nostra attesa è ormai di dominio pubblico, forse perché in qualche modo costituiamo una rivelazione familiare non più così comune come un tempo e le persone ne sono incuriosite, o forse perché la gente non vede l'ora di vederci alla prese con quattro bambini e tutti gli scleri che ne possono derivare. Non saprei quale delle due opzioni sia la più vicina alla realtà, perché in fondo la gente è matta, come diceva Mia Martini, di conseguenza ci si può aspettare di tutto.
Tralasciando questo particolare, vorrei dire al mio quarto figlio questo:
"Ehi, piccolino. Quando ti sentirai pronto ad uscire noi saremo qui ad accoglierti a braccia aperte. E se dovessi nutrire qualche dubbio a riguardo, sappi che la tua famiglia già ti ama, quindi non temere saremo pronti a vivere insieme a te questa fantastica avventura."
Ciao da papà.




sabato 24 dicembre 2016

LE VACANZE NATALIZIE

Da quando lavoro, dove lavoro, nel periodo natalizio non ho mai chiesto le ferie, cioè ho lavorato sia a Natale che a capodanno e per l'epifania, non necessariamente in tutte e tre le festività, ma è capitato che facessi anche l'en plein. Quest'anno mi sono preso qualche giorno di riposo in vista dell'arrivo del piccolino, cogliendo anche l'occasione di stare un po' con la mia famiglia.
Idealmente trascorrere del tempo con i propri figli e la moglie è ciò che uno auspica, specie in questo periodo e anch'io non sono esente da tale desiderio, ma poi all'atto pratico diventa tutto diverso da come ce lo si aspetta.
Ieri è stato il primo giorno di ferie e da quando ho aperto gli occhi alla mattina, ho ritenuto fosse più salutare e umano, prendere i nostri doveri con una certa dose di calma e tranquillità. Peccato che non tutti siano stati della mia stessa idea, per primi i miei figli.
Restare in casa ad oziare liberamente penso sia l'atteggiamento più deleterio per loro in quanto si annoiano a morte, litigano e fanno diventare matti noi genitori. Chiaramente quando in casa si respira un'aria tesa anche i rapporti tra moglie e marito si increspano e alla fine si arriva a discutere per qualsiasi motivo. Per evitare che questo accada, bisogna organizzare ogni minuto della giornata il che comporta un dispendio di soldi e di energie. Lo si potrebbe paragonare a tutti gli effetti un altro lavoro di conseguenza, vengono mal accettate le risorse spese per riuscire a non impazzire.
Finisce sempre così, che in un modo o nell'altro si torna ad adottare la stessa linea guida, ovvero, mettersi contro ogni volontà a fare i compiti. Così è stato.
Dopo una mattina ed un pomeriggio reclusi in casa, arriva il momento in cui è vitale respirare dell'aria fresca, perciò un'incursione ai giardinetti è risultato indispensabile anche se di fatto, di bambini con cui giocare non ce ne sono, i giochi presenti sono bagnati e il clima non è favorevole per passare il tempo in allegria. Nonostante tutto trascorrere un'oretta fuori casa è sempre la soluzione migliore; certo, non è come starsene in panciolle a pensare: quant'è bello spassarsela senza muovere un dito, ma in questo modo si riesce a mantenere salda l'integrità familiare ed è sicuramente il miglior regalo di Natale per ognuno di noi.


mercoledì 21 dicembre 2016

BELIVE IN YOUR SELFIE

Sono tornato da un paio d'ore dalla visita a termine programmata per mia moglie in ospedale. Al di là del fatto che abbiamo aspettato una vita e intrattenuto anche il piccolino (ancora per poco) di casa in tutti i modi possibili, ho fatto degli incontri piuttosto bizzarri, come spesso accade quando in uno spazio ristretto ci sono molte persone. Tra queste c'è stata una tizia parecchio trendy, pur essendo vestita casual, forse meglio dire comoda, dato che anche lei era lì per lo stesso motivo della mia dolce metà, però il suo abbigliamento non era di quelli "metto-la-prima-cosa-che-trovo-nell'armadio" si vedeva che era stato scelto secondo uno stile ben preciso; uno di quelli alla Maria De Filippi per intenderci. Non appena costei si è piazzata accanto a mia moglie, ha tirato fuori il suo smartphone grosso come lo schermo della TV dell'accettazione al piano terra e si spara una serie di selfie, così, senza motivo. Noi siamo rimasti sbigottiti, viste poi le facce che ha fatto per trovare la posa giusta. Ma tra tutti i posti dove uno si può fare una foto del genere, l'ospedale penso sia l'ultimo della lista. Che senso ha fare una cosa così stupida?
Non è finita qui, nei restanti minuti dopo il suo servizio fotografico, non contenta del suo maquillage, ha tirato fuori dalla borsetta, la cipria, la matita per gli occhi e il fondotinta ed ha cominciato a risistemarsi come se stesse per incontrare chissà chi. L'unica che l'attendeva all'interno dello studio era una dottoressa che vederla tutta bella agghindata, non le sarà passato nemmeno per l'anticamera del cervello.
A quel punto mi sono messo a ridere a denti stretti ed ho chiesto a mia moglie se secondo lei una tizia di questo genere è più frivola o insicura di se stessa.
Davvero faccio fatica a comprendere il senso di un atteggiamento totalmente fuori luogo, come quello della tipa sciccosa.
Forse io sono troppo severo con le persone, però dai c'è luogo e luogo per fare tutto; l'ospedale con tante mamme stanche, magari non proprio in ordine come vorrebbero, mi sembra un atteggiamento molto stupido.
Vorrà dire che quando costei partorirà, la prima cosa che farà sarà sparaflashare il figlio/a con un bel selfie madre/bimbo e postarlo su Instagram, perché queste sono le nuove priorità dei tempi correnti.
Bella roba...


martedì 20 dicembre 2016

POSTA, SPEDIZIONI E CONSEGNE

In questo periodo di grandi acquisti, molte persone come me scelgono di comprare i regali su internet; perché è più comodo: cerchi, scegli, acquisti; perché è più rapido: nessuna fila in cassa, arriva direttamente a casa; perché a volte è più conveniente che non nei negozi.
Questo vale solo le cose vanno per il verso giusto, ma si sa, spesso il risultato cambia non appena ci proponiamo dei programmi da seguire. Come è capitato a me.
Chi si occupa dei regali è mia moglie, lei è brava in queste cose tanto che riesce a fare tutto senza problemi, anzi, addirittura trovi gli articoli che servono come niente fosse; di fatti il problema non è lei, bensì, l'organizzazione delle spedizioni.
I corrieri e le poste, dovrebbero in qualche maniera avere dei programmi che facilitino l'acquirente nel recapito degli acquisti, cioè, sicuramente ce l'hanno, ma fanno molta fatica a seguirli a dovere.
Mi spiego:
qualche giorno fa, era prevista la consegna di uno dei pacchi destinati ai nostri figli; dopo l'acquisto ci arriva una mail con la data di consegna ed il corriere interessato; perfetto, tutto come da manuale. Peccato che il pacco sia arrivato con un giorno d'anticipo senza essere avvisati.Quindi il corriere è passato con nonchalant, ha suonato il citofono ma non trovando nessuno in casa, se n'è andato con la stessa noncahant con la quale è arrivato. D'altronde se l'aspetto per un altro giorno già stabilito è normale non trovare nessuno che apra il portone. Ma a loro a quanto pare non importa. Siamo andati a verificare sul sito del corriere quando sarebbe ritornato e da quel momento in poi siamo rimasti a casa tipo arresti domiciliari.
Per ovviare a questo disguido mia moglie ha scelto l'opzione della consegna in posta, che sembra apparentemente più semplice e ribadisco sembra.
Dopo aver ricevuto la mail della consegna di alcuni pacchi, mi sono recato alla posta dove mi attendevano i regali. Ho preso il biglietto (tralascio le solite bagarre delle persone con gli sportellisti) e chiedo dei miei tre pacchi. La tizia che mi ha servito era una sciura che si era appena preso un paio di insulti da una affianco a me, comunque molto stizzita mi dice che non ci sono tre pacchi ma solo due. Io gentilmente le ho fatto notare che avevo una mail di conferma dell'avvenuta consegna proprio in quella posta. Non l'avessi mai fatto. La signora molto sgarbatamente mi ha detto di chiamare il numero verde della posta e di sbrigarmela con loro.
Stessa solfa, ho cercato il pacco con un corriere diverso da quello precedente, mi conferma che la posta è quella dove mi sono recato poco prima, ma poi mia moglie nota che in un'altra finestra appare una posta differente: quella della stazione centrale.
Il motivo per il quale solo quest'ultimo pacco sia andato a finire lì è ignoto, comunque, mi sono fatto coraggio e mi sono precipitato in stazione.
Data l'ora in cui mi ero mosso, ho creduto a torto, di non dover affrontare file enormi, ma appena ho staccato il numerino "dall'affare sputa biglietti", ha notato l'attesa interminabile di 20 persone prima di me. La fortuna ha voluto che mi cadesse l'occhio sopra un bigliettino con due numeri dopo quello che stavano servendo, ho tentennato un po' per i rimorsi di coscienza ma poi mi sono detto chissenefrega.
Lo sportellista nel momento in cui mi sono presentato aveva già cambiato il numero da servire, io ho fatto un poi la lagna e mi ha servito in maniera del tutto contrariata. Trovandomi lì di fronte, gli ho dovuto spiegare la situazione e ripeterla ben tre volte prima che capisse il mio problema. Alla terza volta che cercavo di trovare le parole più semplici per farmi capire mi ha chiesto:
"Ma il pacco dov'è?"
Io trattenendomi dal fargli del male, ho risposto che dovrebbe essere dietro di lui.
Così in effetti è stato.
La questione verte sul: ma perché in questi posti di lavoro gli sbagli degli impiegati o dei corrieri, rimangono impuniti? Nel senso che per ovviare ai loro errori, noi clienti siamo costretti a fare tutto ciò che non viene eseguito da chi viene pagato per farlo.
Mia moglie sostiene che la troppa indulgenza, o cortesia, viene sopraffatta da chi se ne frega del mal operato e per ciò rimane sempre impunito.
Che dire, ha ragione come sempre d'altronde, però ci sarà un momento in cui le persone pacate e tranquille verranno premiate.
Sono ancora in attesa di quel momento.


lunedì 19 dicembre 2016

DOPO IL GRANDE EVENTO

Ieri sera c'è stato il concerto dei Twenty Euro For Love al centro sociale Ponte della Ghisolfa, come al solito mi sono divertito parecchio, nonostante avessi un orecchio teso verso il telefono con l'ansia che mia moglie mi chiamasse per dirmi che era pronta al parto. Attenzione, non sono un padre degenere che lascia la moglie nel momento bisogno, mancano ancora un po'di giorni all'effettivo termine però, conoscendo i miei polli, ogni instante potrebbe essere quello decisivo; per cui...
Nel corso della serata ciò che non si è fatto mancare è stato il freddo gelido, colpendo senza pietà le mani di noi musicisti in tutta la sua forza pungente per l'intera la durata del live e ben oltre.
In effetti suonare in inverno ha questo lato fastidioso che va ad incidere negativamente sulla performance musicale, specialmente se il locale non ha a disposizione un impianto di riscaldamento efficace.
Va beh, poco male, questo fattore non è andato ad impattare poi molto sulla nostra esibizione, anche se ogni tanto qualcosa di poco fluido lo si è dovuto alle dita congelate.
La serata in sé non la si può definire un evento da annoverare tra quelli più cool del 2016, a dire il vero, oltre alle band sotto il palco in attesa del proprio turno, di spettatori propriamente detti non ce ne sono stati tanti, oddio, meglio specificare che c'erano pochissime persone e basta, eppure i nostri più affettuosi fan sono comunque accorsi per vedere la nostra mezz'ora di show nonostante il clima rigido e la poca propaganda dello spettacolo.
E' qui che verte la situazione di ieri sera: la poca affluenza di gente.
Credo che si dovesse necessariamente parlare di responsabilità di quanto è avvenuto ieri, la si dovrebbe ricondurre al locale, in quanto spetterebbe a chi gestisce l'organizzazione dell'evento di promuovere e reclamare la serata per richiamare quanti più spettatori possibili, anche solamente per il loro tornaconto; non tanto alle band che il loro lavoro lo fanno esibendosi e ovviamente comunicando agli amici di partecipare, (la maggior parte delle volte), come supporto morale e non per avere un contributo monetario.
I locali spesso delegano ai gruppi l'onere di sbattersi per far accorrere quante più persone anche se, come ho appena scritto, alle band emergenti non arriva un centesimo a differenza del locale che per quanto possa andargli male, ha comunque un introito dovuto alla vendita di alcolici e quant'altro. Non è giusto, eppure va sempre a finire in questo modo.
Il locale dovrebbe avere una specie di clientela fissa al di là delle proposte di quella specifica serata, come dire, se il posto funziona perché essendo attivo e presente sulla scena, ha spesso un ricambio di eventi ai quali la gente si affida. Le band che si esibiscono troveranno un pubblico che va oltre alla cerchia di amici, è così nascono i gruppi che si fanno un nome ed è in questo modo, che un locale diventa un'istituzione.
Per esempio, il CBGB's è stato un locale fondamentale per il punk nel corso di quasi trent'anni di vita e non il contrario. Ma si sa, all'estero le cose funzionano in maniera più costruttiva, nel senso che le band emergenti vengono considerate a tutti gli effetti come una possibilità sulla quale puntare e non un peso morto.
A parte tutto questo, ribadisco che mi è piaciuto suonare ieri sera anche se di fronte a quattro gatti, poiché fa sempre bene mettersi alla prova con gente che non si conosce, forma il carattere tanto quanto un dojo di karate.
Prima o poi il nome dei Twenty Euro For Love circolerà ovunque e allora nessuno sarà più giustificato a non prenderci sul serio, neppure il più fighetto dei locali milanesi.
Io ci scommetto.


mercoledì 14 dicembre 2016

NARCOLETTICO, IO?

Nel corso della mia vita ho attraversato diverse fasi: l'inappetenza (sembra strano, ma è così) la fame insaziabile (questo è più credibile) l'insonnia e da qualche tempo a questa parte, mi sembra di essere diventato pure narcolettico.
In effetti, lavorando di notte, mi sento sempre in debito con il sonno ma questo non è mai stato un problema per me, anche le poche ore di riposo non hanno mai costituito un disagio, anzi, dormire poco mi rendeva più attivo, invece ora le cose sono cambiate. Al risveglio sento il bisogno di dormire ancora, durante la mattina poi, mi si appesantiscono gli occhi e dopo mangiato faccio fatica a restare sveglio. Inframmezzato qua e là, ci aggiungo anche quei minuti passati sul divano, ebbene, appena mi ci appoggio il sonno comincia ad impadronirsi di me, quasi come se avessi passato la notte in bianco. La cosa ha dell'incredibile, tenendo pure conto del fatto che da tre mesi circa a lavoro mi hanno tolto un turno di notte, per cui in teoria, tutta questa sonnolenza non dovrei sentirla.
Sarà che il tempo che dedico al sonno notturno non supera mai le sei ore; ok, ci sta un po' di défaillance mattutina ma qui si rasente la patologia.
Non ho mai avuto la necessità di dormire tanto, per di più, non mai apprezzato il riposo in quanto tale, a dire il vero, ho sempre ritenuto una perdita di tempo restare nel letto a crogiolarmi tra le coperte. Anche in questo periodo penso la stessa cosa, ma il fisico richiama una certa dose quotidiana di relax, o se non è proprio relax, almeno un paio di minuti di stop.
In effetti non riesco mai a dormire in maniera profonda, cioè, quando perdo i sensi sul divano resto al massimo una mezz'ora e non di più, poiché se dovessi dormire un'ora abbondante mi sveglierei con un mal di testa da spezzarmi il cranio. Lo so perché le rare volte che è capitato che dormissi per più tempo del dovuto, al risveglio mi martellava in testa un picchio infervorato.
Tempo fa, un mio ex collega mi ha spiegato che il tempo necessario al risposo lo detta il corpo, non le convenzioni, cioè, dormire tanto, tipo le classiche otto ore notturne, non è detto che facciano bene a chi non necessita di stare nel letto tutto quel tempo. Io ho sempre ritenuto di appartenere a quella categoria di persone, proprio perché quando mi sveglio tardi la domenica mattina mi sento uno zombie. In mio soccorso comunque ci sono i miei gatti, che pure l'ultimo giorno della settimana grattano la porta alle 7.00 in punto.
In definitiva resto lo stesso una persona alla quale non piace molto dormire, ma con il passare degli anni, il mio fisico sta invecchiando e sente di aver dormito poco finora.
Cosa posso farci?
Che pizza a furia di scrivere, mi è venuto pure sonno.



lunedì 12 dicembre 2016

IL PUNTO DEBOLE DEL DENARO

Ieri sera mia moglie mi ha comunicato una notizia che mi ha sconvolto parecchio. Non è una cosa che interessa direttamente la nostra famiglia, è qualcosa di più estraneo soprattutto per me, eppure mi sento in qualche maniera coinvolto anche se, a conti fatti, non dovrei.
Quel che è successo non lo racconterò per rispetto di chi sta vivendo sulla propria pelle questo dramma, invece quello su cui vorrei riflettere è quanto sia facile perdere il controllo della situazione e delle vicende che interferiscono con una vita tranquilla.
Se parto da questa frase fatta, ossia, "i soldi non fanno la felicità", automaticamente ho risolto la maggior parte dei quesiti che mi vengono in mente, se ripenso a quanto è accaduto poche settimane fa, però la riflessione ha bisogno di essere più approfondita.
Le persone che hanno una missione nella vita, per missione intendo anche solo sopravvivere o mantenersi a galla, in un modo o nell'altro cercano di trovare il bello nelle piccole cose; ovviamente se sono persone intelligenti. Mentre chi ha una strada ben spianata davanti a sé, paradossalmente perde rapidamente la retta via.
Il motivo penso sia, che se non si lotta abbastanza si diventa vulnerabili alle tentazioni e facili prede delle debolezze. Se si cresce con grandi possibilità economiche, non ci sono gli stimoli per progredire in maniera sana, se si esaudiscono tutti i i desideri ancor prima che questi possano essere sentiti come tali, si perde l'interesse ad ogni cosa.
E' vero che "anche i ricchi piangono" e molto spesso lo fanno di più delle persone normali, in maniera molto diversa sia chiaro, però chi sa godere delle piccole cose che la vita offre, piange un po' di meno.
Ho avuto una mia professoressa che faceva parte di una casata nobiliare toscana, e si arrabbiava a morte quando noi studenti protestavamo contro la ricca classe dirigente; perché, a detta sua, veniva classificata come cattiva, mentre i poveri venivano considerati sempre i più buoni.
Be' in effetti la stragrande maggioranza della letteratura del passato, nonché i testi storici hanno dimostrato che i i ricchi potevano aver avuto dalla vita grandi possibilità e fatto opere maestose, ma in fatto di umanità hanno sempre peccato, ed è ciò che ricollego a quanto è capitato qualche settimana fa.
Posso concludere dicendo che i troppi soldi appesantiscono il cuore.


sabato 10 dicembre 2016

IL SALE ROSA DELL'HIMALAYA

Un paio di anni fa, mia moglie mi disse che per permettere agli ioni positivi di librarsi felicemente in casa, c'era bisogno di una candela ed un blocco di sale rosa dell'Himalaya. Il procedimento avviene in questa semplice maniera:

  1. Acquistare un "blocco di sale rosa dell'Himalaya" da un paio di chili con un foro in centro (quelli che si usano nei maneggi per permettere al cavallo di darci una leccatina ogni tanto)
  2. Prendere una candela bassa (come quelli che usano nelle chiese...oddio ho detto chiese)
  3. Infilare la candela accesa dento il foro del blocco di sale.
L'utilizzo corretto voleva che questo marchingegno artigianale, fosse posto in casa a mo' di lampada, in tal modo gli ioni, se non che le particelle di iodio salino, potessero aleggiare in aria purificandola e farci stare tutti bene e in salute. Penso che a grandi linee l'idea fosse questa.
Purtroppo però, non è mai stato attuato il procedimento che avrebbe permesso a tutti noi di respirare le proprietà del sale in casa, aggiungendo anche un tocco di classe al nostro salotto; ora mi sfugge il motivo per cui mia moglie non ha più voluto seguire questa filosofia, sta di fatto, che ho ben tre "blocchi di sale rosa dell'Himalya" da 2,5 kg in casa dei quali non mi interessa minimamente nulla.
Tra l'altro comprare questi "blocchi di sale rosa dell'Himalaya" non è stato semplice, poiché siamo dovuti andare in un Decathlon di un paese sconosciuto, (ovvero l'unico che aveva aggeggi per cavalli),  in una mattina d'inverno e percorrere svariati chilometri prima di mettervi piede.
I nostri simpatici "blocchi di sale rosa dell'Himlaya" prima di essere stati reclusi in un angolo remoto dell'armadio, hanno fatto il giro della casa. Me li sono ritrovati dappertutto, ovunque mi girassi trovavo i minerali posizionati nei posti più scomodi: sulla libraria, sul comodino, sopra la credenza, in cucina e se non ricordo male, pure in bagno.
Ebbene, scrivo questo post non tanto per lamentarmi dei fantastici "blocchi di sale rosa dell'Himalya" anche perché sono spariti dalla nostra vista, ma per segnalare a chi possiede un equino di fattezze medio-giganti, che ho sette chili e mezzo di "blocchi di sale rosa dell'Himalya che potrei vendere senza alcun problema.
Per convincere il potenziale cliente posso aggiungere che:
 i "blocchi di sale rosa dell'Himalaya" sono molto utili alle vie respiratorie, soprattutto se all'interno del foro presente, ci si infila una piccola candela accesa. Lo iodio di cui è composto aiuta chi ha dei problemi come l'asma, sinusite, rinite allergica, di poter respirare meglio.
Ve lo giuro, me l'ha detto mia moglie.


giovedì 8 dicembre 2016

OKLAHOMA 2015

Qualche giorno fa, mentre ero in attesa che il mio capo arrivasse all'appuntamento per la visione di un ufficio, ho involontariamente ascoltato la conversazione telefonica di una tizia che molto probabilmente parlava con una sua amica del suo ex, ma non in toni sanguinolenti, da quello che ho percepito ne parlava con un tono malinconico, dopo aver sbirciato il suo profilo Facebook; addio privacy, dannati social network.
Questo mi ha dato l'ispirazione per il breve racconto che scriverò qui di seguito, perché come dicono i grandi scrittori: l'ispirazione per una storia può arrivare dalla propria vita ma anche da quella degli altri, che dopo averla elaborata, diventa inevitabilmente la nostra.

E' da molto tempo che non sento quella canzone ed è avvenuto in un momento in cui meno mi sarei aspettato di sentirla; qui all'aeroporto in attesa del volo, una bambina accanto a me ne sta intonando la prima strofa e da lì mi sono piombati addosso una tonnellata di ricordi. Per quanto la dica a bassa voce, sono comunque riuscito a riconoscerla, complici anche i suoi auricolari da dove parte la melodia inconfondibile. E' la stessa di quel momento ne sono certo, ma se anche non fosse quella, comunque il flusso di pensieri si è attivato per arrivare fino a lei.
Così preso dalla mia vita, non mi sono accorto dei tanti anni trascorsi dall'addio fino ad oggi. Facendo un rapido calcolo saranno passati almeno vent'anni.
Così tanti?
E' una bella porzione di vita, in mezzo ci sono le nostre rispettive avventure con tutto quello che ci ha resi ogni giorno più distanti.
E' passato così tanto tempo dal primo bacio da aver persino sbiadito l'immagine del suo viso, tutti quei particolari che la rendevano unica sono scivolati via, ora è solo un volto tra tutti quelli che ho visto nel corso dei miei anni.
Sarebbe curioso sapere com'è ora, se è rimasta quella di sempre oppure è cambiata tanto da non riconoscerla. L'espediente per venire a conoscenza del suo presente è un po' alla portata di tutti, basta andare su qualche social network ed il gioco è fatto.
Ma perché?
Che senso avrebbe?
Forse perché mi sto per imbarcare su un volo che mi porterà dall'altra parte del mondo e stravolgerà tutti gli eventi futuri, quindi questo è un po' un resoconto di tutto il mio passato; oddio, solo una parte in verità.
D'accordo, posso anche dare un'occhiata al suo profilo social, per ammazzare un po' il tempo, tanto prima di prendere l'aereo che mi porterà in Oklahoma ci vogliono altre quattro ore; che male potrà mai fare.
Per quanto sia semplice arrivare alle persone che esibiscono i propri fatti, alcuni camuffano il nome secondo un criterio tutto loro, esattamente come lo è per lei, anche mettendo il suo nome non riesco a trovarla. Per aggirare l'ostacolo bastare andare sui profili degli amici che sono in contatto e... eccola qui.
Oddio, com'è cambiata. Sembra davvero un'altra persona, qui non c'è più traccia della ragazza che conoscevo una volta. E' diventata una donna. Ok, non è peggiorata, anzi, per niente, ma se dovessi pensare di stare con lei ora sarebbe impensabile. Non rispecchia i miei canoni attuali.
Nelle foto vedo un sacco di paesi esteri, ha viaggiato molto con suo marito, che fortuna. Mi fa pensare che faccia un bel lavoro, ben retribuito, che possa dare modo di trascorrere una vita serena. Sono contento per lei.
Non è del tutto vero.
Chissà per quale motivo sento un senso di sfida nei miei confronti, come se queste foto fossero un affronto diretto a me. Come se volesse dirmi che è riuscita ad avere successo e per questo me lo spiattella in faccia con una tale sfrontatezza da risultare persino esagerata. Forse sì, in questo la riconosco.
Perché sto rosicando? Sento di aver ancora qualcosa di irrisolto, di avere chiuso una relazione con del rancore, del risentimento? E magari lei crede le stesse cose?
Ma che vado a pensare, non ci vediamo da vent'anni figuriamoci se va a pensare a me. Ha la sua vita come tutti e anche qualche gatta da pelare; ne sono certo.
I viaggi, i posti esotici, le persone che vedo assieme a lei in queste foto possono essere il risultato di un milione di combinazioni di cui io non conosco niente.
Credo che la cosa mi infastidisca perché io non ho nulla dello stesso calibro da mostrare al mondo digitale. Innanzitutto perché non ho alcun profilo social; secondo, la mia vita non è così avventurosa come credo si la sua.
Invidia?
Non saprei, non credo. Forse è solo una specie di rivincita che vorrei aver voluto portare a termine.
Perché è lei ad avermi lasciato un ventennio fa?
Può darsi, e sapere che se la passa meglio di me non mi rallegra.
Io ho così tanti casini da risolvere che già essere rimasto integro mentalmente devo considerarlo un traguardo.
Non vedo suo marito nelle foto, eppure so benissimo chi è. Qui non c'è traccia. Si vede solo un tizio che credo sia un amico.
Ok, in questa immagine si evince siano più che amici.
Hai capito, allora vuol dire che ha divorziato. Perfetto, la vita non è stata poi così rosea nemmeno per lei.
Bene, uno a uno, palla al centro.
Non sono minimamente geloso, lo dico a me stesso perché è la verità.
E' davvero la verità?
Ma certo!
Il nostro è stato un amore lontano, quello che avviene tra due ragazzi giovani che scherzano un po' con l'amore. Sì, esatto. Il nostro amore è stato un gioco.
Sono sicuro che ogni persona al mondo si chiede se un ex ogni tanto ripensa alla relazione terminata.
Io personalmente non più, eppure, mi capita di pensare se anche a lei viene in mente lo stesso mio quesito, questo naturalmente si traduce che io penso a lei.
Francamente non ne capisco il motivo, in effetti non è stata poi questa grande storia d'amore. Sarà stata una storia intensa, questo sì, però non la posso reputare così importante.
Va beh, ora che ho sbirciato nella sua vita come devo sentirmi?
Soddisfatto per lei?
Arrabbiato?
Sconfitto?
Basta, non pensiamoci più. Da ora in poi la mia vita farà un grosso balzo in avanti. Vivrò in Oklahoma a fare quello che ho sempre desiderato fare.
Ti saluto cara mia ex, penso non ci vedremo mai più, però conserverò il ricordo dentro di me con affetto, come spero faccia anche tu.
Un momento.
Non ci posso credere.
Dalle informazioni del suo profilo, vedo che vive in Oklahoma!
Ma che sfiga!
Dai, questo è davvero la vita che si rende beffarda ogni anno di più.
Quante probabilità ci sono che due persone conosciutesi vent'anni fa, vadano a vivere nello stesso paese situato a migliaia di chilometri da dove si sono incontrati per la prima volta?
Forse solo una.
Come dire... la storia della mia vita.



lunedì 5 dicembre 2016

IL MOMENTO SI AVVICINA

Tra le tante cose che ci sono da fare durante il giorno, qualche volta capita che mi dimentichi che fra poco arriverà il mio quarto figlio. Avendone già tre fuori, di cui uno ancora piccolino, le attenzioni che si riservano per il prossimo nascituro passano leggermente al di sotto rispetto a quella del suo fratellino nato prima di lui. In effetti i figli nati dopo il primo ed il terzo, non ricevono le stesse attenzioni di quest'ultimi, ma mica perché si fanno delle preferenze; per carità, è soltanto una questione di gestione del piccolo predecessore, dato che non è facile gestire un bambino appena nato con uno di quasi due anni, e visto che questa situazione l'abbiamo già vissuta, sappiamo a cosa andiamo in contro. Non è che proprio me lo dimentico, sarebbe impossibile con quella panzona che si ritrova mia moglie, ma nonostante questo, ogni tanto perdo di vista l'obiettivo finale.
Ora manca davvero poco, anzi sarebbe meglio dire che ogni giorno potrebbe essere quello giusto, quindi non posso certo dimenticarmene del tutto,
Ehi, il tuo papà e i tuoi fratelli ti stanno aspettando, e la mamma non vede l'ora di tenerti tra le braccia, per cui sei nei nostri pensieri, non temere.


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...