mercoledì 29 aprile 2015

NATO NEGLI U.S.A.

Gli Stati Uniti sono un paese controverso, sotto molti aspetti spiccano praticamente su tutti i fronti, ma hanno delle politiche non propriamente felici sulla gestione del loro paese e soprattutto per quelli esteri. C'è da tenere presente, che per quel che riguarda le arti contemporanee sono una spanna sopra tutto il resto del mondo, perché investono molto sul capitale umano fatto di artisti e musicisti. Non credo vengano spinti da un grande senso artistico, penso siano consapevoli che portino nelle tasche degli stati un sacco di soldi, e poi sanno di farlo bene, perciò, ecco qui gli ingenti investimenti.
A volte mi chiedo, ma se fossi nato negli States, sarebbe cambiato qualcosa nella mia vita? Nulla togliendo a ciò che ho ora, per carità non cambierei una virgola; la mia è una curiosità prettamente artistico-musicale. Mi chiedo se avessi frequentato una scuola, o un'accademia, piuttosto che un gruppo di musicisti underground, cosa sarebbe venuto fuori? Magari nulla, però mi piace pensare, che in una vita parallela sarei potuto diventare un altro personaggio di spicco proveniente dall'America e che avrebbe potuto influenzare il mondo intero.
Perché no l'Italia?
Per il semplice motivo, che nel mio paese non c'è alcun interesse a far emergere nuovi artisti, ragion per cui anche in questo campo avviene la fuga di cervelli, ammessi che ce ne siano ancora.
Bye Bye.


martedì 28 aprile 2015

DIMMI COSA SOGNI E FINIRAI NEI GUAI.

Una nota principessa Disney cantava "I sogni son desideri" e su questo verte il problema di oggi.
Stamattina mi sono svegliato con un senso di colpa grande quanto un campo da golf, perché, durante la notte, il mio cervello ha dato libero sfogo alla proiezione di scene piuttosto spinte che avevano come protagonista me e una donna, non corrispondente a mia moglie. Si potrebbe pensare, che prendendo alla lettera le note disneyane, io desideri un'avventura extraconiugale. Oltre alla cara Cenerentola, si deve aggiungere anche l'interpretazione medico-scientifica del dott. Freud, che nell'interpretazione dei sogni ci riferisce: sia il subconscio ad dettare le immagini visionate durante la notte, perciò, a conti fatti, è ancora peggio di un desiderio.
Il danno poteva rimanere nei miei pensieri e tutto sarebbe passato inosservato, ma avendo appunto un grosso senso di colpa, ne ho parlato con la mia dolce metà, premettendo, che nel sogno ho rifiutato le attenzioni di questa donna immaginaria, prima che arrivassimo ad un punto di non ritorno. Ecco, io non ne ho parlato con lei per lavarmi la coscienza, bensì, per dimostrarle il mio grande amore, avendo rifiutato le avance di un'altra donna, persino in sogno. A lei non è importato nulla del mio atto eroico, anzi, si è inviperita come se fosse stato tutto vero e si è offesa a morte. Ovviamente mi ha citato le tesi freudiane e la hit di Cenerentola, quindi, nel rivelarle la mia devozione, mi sono tirato la zappa sui piedi da solo.
Vorrei che fosse chiaro a tutti: "Non ho nessun bisogno di avere relazioni con altre donne, che non siamo sposate con me". Detta così sembra che aspiri alla poligamia. Riprovo.
"Le donne dei miei sogni non centrano nulla con mia moglie." Così è pure peggio.
"L'unica donna che desidero ardentemente è quella che sta sempre al mio fianco." In questo modo, si potrebbe pensare che mi piaccia la mia vicina di casa. Ci ritento.
"Amo e voglio solo te!." Questo è a scanso di equivoci.




lunedì 27 aprile 2015

BULLI SENZA PUPE

Avendo vissuto da ragazzino in periferia, ho avuto modo di incontrare diversi elementi poco raccomandabili sul mio cammino. In date occasioni solo due possibilità si potevano attuare:

  1. menare le mani come se non ci fosse un domani, 
  2. prenderle di santa ragione.
 A me sono capitate (quasi) entrambe le situazioni.
Sono arrivato ad alzare le mani fondamentalmente per difendermi dai bulli che gravitavano intorno alla scuola, o nei luoghi di aggregazione giovanile. Di mio, non sono mai stato un'attaccabrighe, anzi, mi sono sempre reputato un tipo di persona contrario alla violenza in ogni circostanza, ma per sopravvivere in certi ambienti, bisogna anche andare contro i propri principi.
A volte sono riuscito ad avere la meglio, altre invece ho capito quando era necessario darsela a gambe per non finire male.
C'è stato un momento nella mia vita in cui ho attirato su di me, le cattive intenzioni di molti imbecilli di Rozzano. Non ho mai fatto nulla per causare problemi a personaggi noti come "quelli da evitare", eppure, sono stato un facile bersaglio per diverso tempo. In quel periodo uscire di casa era una sfida che dovevo affrontare spesso, poiché non potevo starmene rintanato nelle mura domestiche, evitando all'infinito i potenziali scontri, e poi, non era giusto che non facessi della vita sociale a causa della paura. Uscire era una di quelle cose che mi imponevo di fare, anche a costo di dover affrontare ogni cento metri qualche malintenzionato e picchiarmi con lui. Però mi costava una nutrita dose di coraggio che spesso veniva a mancarmi. Mi ricordo che tenevo in tasca un coltello Opinel, per poi passare al Butterfly, in caso di estrema necessità. Non li ho mai usati per paura che qualcuno potesse avere in tasca un oggetto peggiore del mio, ma soprattutto per non incappare nei guai con la giustizia. Chi poi mi puntò alla gola il suo di coltello, non si era fatto i miei stessi scrupoli.
Uno dei miei incubi ricorrenti era di finire in riformatorio e dover affrontare ogni giorno una sfida mortale. Per fortuna non ho mai fatto niente di illecito che mi portasse nelle patrie galere, però, in un ambito malsano, tutto era possibile.
A distanza di tempo ho provato ad intuire la motivazione per la quale i ragazzi cercassero uno scontro con me. Il motivo era: per la mia faccia da bravo ragazzo, sopra un fisico, direi atletico, per la mia età dell'epoca. Quindi i teppisti si battevano con me perché, l'esito della lotta non era così scontato come contro un tipetto gracile. Almeno è ciò che ho ritenuto fosse più vicino alla realtà.
I personaggi che vivono nelle periferie sono spesso ai margini della società, esattamente come le case in cui abitano. In queste zone le regole sono più aspre rispetto a chi vive nel centro, poiché il tenore di vita è differente, la cultura anche, le famiglie non sono quelle appartenenti alle alte sfere; insomma tutto viene declassato, perciò si tende a prevaricare sul più debole come affermazione sociale. E' una giungla e come tale, vigono regole animalesche. Certamente le persone non sono tutte così per fortuna, ma di sicuro si ha la possibilità di incappare in qualche tipo rissoso in periferia piuttosto che nelle zone chic; e in futuro la separazione sarà sempre più netta.
Quando penso al futuro dei miei figli, immagino agli scontri che dovranno affrontare con personaggi come quelli incontrati da me, e mi auguro con tutto il cuore che non succeda nulla di irreparabile. Purtroppo il mondo è popolato da persone stupide e si sa, che la mamma degli scemi è sempre incinta. Perciò si dovranno armare di coraggio (sperando serva solo quello) e andare avanti per la loro strada.
Se un domani le città diventassero dei nuovi Far West, cosa dovrei insegnare ai miei figli? A evitare finché è possibile, o a colpire per primo?
Non ho idea, però nel frattempo sarebbe meglio carpire tutti i segreti di Bruce Lee, mal che vada, sapranno tenere a bada qualche idiota, tanto i numeri sono destinati ad aumentare, dannazione!



sabato 25 aprile 2015

VECCHIE CANZONI TORNANO

Sono a lavoro e non riesco a scrivere nulla, perché, pur essendo un giorno di festa, il lavoro non ha festività qui da me. Per alleviare un po' la tensione lavorativa, posto un video dei LIT che stavo ascoltando prima nel mio iPod, ma è stata troncata la track per una registrazione pessima. Comunque il video ha come protagonista la bellona degli anni '90 che già in quel periodo aveva dato tanto al chirurgo estetico.


venerdì 24 aprile 2015

PICCOLI AMORI

Quando arriva la primavera, è ormai noto, che si risvegliano i sensi, (in tutti i sensi). Credevo, a torto, che i bambini fossero esenti dalla "fioritura sensoriale", ma mi sbagliavo. Per il secondo anno di seguito, mio figlio ha manifestato dentro di sé, quel fattore dell'infatuazione, riconducibile alla bella stagione. L'anno scorso si era manifestato in piena estate, questa volta a primavera inoltrata. Sarà che con le belle giornate i bambini escono di più, giocano insieme, hanno più occasioni per socializzare meglio. Proprio per questo, mio figlio si è innamorato di una bambina, che a detta sua, ha sempre il faccino triste. Non passa un minuto senza che pronunci il suo nome almeno una ventina di volte al giorno, o che abbia per lei qualche pensiero romantico, oppure che pensi di invitarla a casa e magari, fare anche un regalino. La questione dell'oggetto da regalare, poi, è divenuta per lui una vera e propria missione. Ieri il tentativo non è andato a buon fine, perché, come mi ha spiegato, non è riuscito a cogliere l'attimo in cui erano nel giardino dell'asilo a giocare. Oggi l'ha pure dimenticato a casa e davanti al suo armadietto, l'ho visto un po' turbato; domani le sue maestre aderiranno allo sciopero nazionale, perciò sara un fine settimana di tattiche da escogitare, piuttosto che metodi da attuare.
Da quando si è innamorato, non ci sono più i continui solleciti nella preparazione mattutina, anzi, alle 08.00 precise, si presenta davanti alla porta di casa lavato, vestito e pronto per uscire, a differenza delle scorse settimane in cui mi dovevo sgolare per fargli indossare un solo calzino. L'amore cambia le persone, è una verità incontrovertibile e spesso vengono migliorati da questo aulico sentimento.
Questa sua nuova infatuazione mi fa sorridere parecchio, perché i bambini come lui, vanno davvero fuori di testa quando si scontrano con ciò che provano; non sono ancora abili nel gestire le emozioni, quindi si destabilizzano e vengono meno tutte le sicurezze finora apprese. Sentono i primi ardori per individui estranei alla propria famiglia e sono del tutto inesperti nel campo degli atteggiamenti da seguire. La cosa che credo sia la più bella di tutte, è vedere che ciò che sentono sia un sentimento ingenuo ma allo stesso tempo purissimo, non sanno cosa sia di preciso, ma è reale tanto quanto un gelato delizioso. Si rimane sempre inermi difronte alle parole dettate dal cuore, che il più delle volte, non coincidono con quelle del cervello. Con il tempo si impara a separare le due voci, attribuendo a quelle del cuore, però, sempre più valore, Il rischio di incorrere alle famose scottature è una conseguenza con il quale si deve prima o poi fare i conti, poiché l'amore è un fuoco con il quale è facile bruciarsi.


mercoledì 22 aprile 2015

IL LATO FORTUNATO DEL MONDO

Il mondo è impazzito, gli uomini sono impazziti, le istituzioni, i criminali, i migranti; tutti. La notizia dei profughi annegati nello stretto di Sicilia mi ha letteralmente scioccato, non credevo potesse succedere un tale disastro, perché? Per il semplice motivo, che non vivendo in quelle zone apocalittiche, non mi rendo conto di una moltitudine inesauribile di drammi che affliggono certe zone del pianeta. Eppure ogni giorno c'è qualcuno che si arma di una speranza, o meglio, di un'illusione pur di fuggire dal paese natio ed approdare in luoghi dove verranno sfruttati e discriminati, sempre se riescono ad arrivare interi. Basta, non è più ammissibile vedere ecatombe di queste dimensioni, restando inermi davanti ai televisori, anche se non è mai stato accettato che qualcuno morisse in nome dell'indifferenza. Sì, rimaniamo indifferenti difronte alle morti di questo tipo, come anche di altri, perché non ci appartengono in quanto le vediamo lontani dal nostro ceppo razziale caucasico e soprattutto le vediamo lontani in termini geografici. Quando a morire sono persone europee, piuttosto che statunitensi, ci indigniamo molto di più, per carità, ogni morte va contestata fino alla fine. Ma quando a perdere la vita sono persone che provengono da luoghi nei quali ci sono guerre, povertà, epidemie e tanto altro, giriamo la testa dall'altra parte per non vedere, tanto sappiamo che ce ne saranno altri come loro che faranno la stessa fine, al prossimo turno di disperati. E' abitudine ormai, quasi fosse un gioco d'azzardo, svolto nel casinò di fiducia.
 Aiutare, soccorrere, prevenire i disastri e una volta per tutte: punire chi si arricchisce sulla pelle di gente pronta a scarificarsi pur di migliorare la loro condizione. E' incredibile che tutto ciò che avviene, sia in nome del denaro. E' quello l'unico vero motivo per il quale centinaia di persone muoiono ogni giorno. La morte è un business e noi siamo i manager dirigenti di questo tragico scambio: morte = denaro, semplice nella sua atrocità. Cambiamo l'epilogo, cambiamo per davvero questo schifo di mondo.


sabato 18 aprile 2015

#ioleggoperchè

RIPOSTATO DA //paroleinfinite.wordpress.com/


Leggo per sognare ad occhi aperti e vivere avventure che non mi capiterebbero mai nella vita reale. Leggo per apprendere, per andare a fondo nelle questioni, per venire a conoscenza di eventi passati o per immaginarmi scenari futuri. Leggo perché solo in questo modo si può aprire davvero la mente, perché si possono incontrare culture lontane, si possono condividere emozioni e trasmettere pensieri di ogni entità. Leggo per essere d'esempio ai miei figli, per infondere loro la curiosità e l'amore per la letteratura, perché non esiste nulla di più fantasioso di un bel libro. Leggo perché i libri sono degli specchi sui quali vengono proiettate le immagini più nascoste dell'animo umano, sono dei portali immaginari che permettono di andare ovunque senza muoversi mai; sono dei tasselli che uniti tra di loro, aiutano a formare lo spirito critico di un individuo, sono le tracce lasciate nel corso della storia. Leggo perché non potrei farne a meno, perché non sarei capace di capire nulla di me o di chi mi sta difronte. Leggo perché senza libri non si vive per davvero, ma si sopravvive soltanto.

venerdì 17 aprile 2015

SOLO CON I SOLDI SI VIVE A LUNGO.

La riflessione parte da questo semplice concetto: i ricchi vivono meglio. Potrebbe sembrare una banalità quanto ho appena espresso, ma l'analisi è presto fatta.
Tutti i prodotti di largo consumo, sia alimentari, che non; sono di qualità medio-bassa, se non addirittura scadente, o perfino nociva; questo perché la qualità ha un prezzo. Perciò se si volesse acquistare dei prodotti alimentari a marchio BIO, c'è da mettere in conto un esborso cospicuo di denaro. Se per una questione etica si volesse invece, abbracciare la filosofia vegetariana/vegana, anche in questo caso, i prezzi di quanto si desidera comprare per rispettare il proprio credo, salgono notevolmente rispetto ad un'alimentazione più comune. Se invece si volesse abitare in una casa ad impatto zero sull'ecosistema, che magari si stata costruita con dei criteri moderni e dei materiali innovativi, che non influiscano negativamente sull'ambiente, in questo caso bisogna essere uno sceicco, o giù di lì.
In ambito medico le cose non cambiano perché, chi volesse curasi con dei medicamenti naturali, o con delle tecniche di medicina che non siano contemplate dal sistema sanitario nazionale, i costi sono proibitivi per una famiglia normale.
Nel campo ludico-sportivo-ricreativo-educativo, la questione è comparabile a quanto si possiede in sul conto corrente bancario.
I prezzi alti dei prodotti di qualità, sono una specie di selezione innaturale per scremare la popolazione meno abbiente; come se in questo modo, si favorisse lo sviluppo di una sola classe sociale: la ricca.
Chi non ha a sufficienza denaro, si nutre inghiottendo cibo spazzatura, si cura con le medicine che avvelenano il corpo, utilizza prodotti inquinanti, non ha i mezzi per evadere in luoghi considerati più salutari, rispetto alle grandi città, non ha la possibilità di informarsi in maniera reale sulla qualità della propria vita. E' una condanna a morte.
Oggi sono stato con mia moglie ed il piccolo piccolino, in un'associazione di ostetriche molto presenti sul territorio del quartiere Isola (zona molto chic di Milano), Costoro organizzano dei corsi, piuttosto che eventi o consulenze, a favore delle neo-mamme che sentono il bisogno di un sostegno durante la fase iniziale della carriera genitoriale. Sono persone molto valide e competenti, tutte molto gentili e disponibili (ahimè molto cattoliche) in grado di sostenere il delicato compito della mamma alle prime armi. In questa struttura ci sono, oltre alle ostetriche, anche osteopati e medici che contribuiscono con le loro competenze, a fornire un servizio completo. E' tutto bello e meraviglioso, però è tutto a pagamento, poiché si tratta di una struttura considerata privata, o per lo meno, non rientra nella pubblica sanità come concetto di supporto. Perché?
Per quale motivo non possono esistere delle strutture pubbliche che forniscano gli stessi servizi a costo zero, in cui anche chi non ha i soldi, può usufruire di questa possibilità?
Tengo a precisae che noi come famiglia, facciamo parte della normalità per cui, molti dei servizi che mette a disposizione l'associazione non li possiamo acquistare, semplicemente perché costano abbastanza se li sommassimo tutti.
Una volta usciti dal quel luogo fatto di amore e coccole, ci siamo fermati a mangiare un panino in un fast-food vegano. Buono davvero, sono rimasto parecchio soddisfatto del cibo servitomi, però se mi fossi mangiato una comunissima pizza o fossi andato in un normale fast-food, avrei speso la metà. Quindi si ritorna a quanto ho detto all'inizio. E' ingiusto.
Mia moglie vorrebbe attuare un piano decisamente coraggioso ma al tempo stesso, drastico per vivere meglio. Sarebbe quello di seguire la filosofia del self made, ovvero di autoprodurre tutto ciò che serve ad una famiglia, come la nostra. producendo con le proprie mani quanto serve per vivere. Sicuramente sarebbe la scelta più giusta, ma per metterla in pratica seriamente, servono tempo e svariate conoscenze tecniche in ambito alimentare nonché chimico. Esistono persone che riescono a vivere tranquillamente in questo modo, però hanno fatto delle scelte difficili da mettere in pratica, soprattutto in una società come quella moderna, che osteggia chi si differenzia dalla massa e specialmente, dal consumo di massa. I ricchi potenzialmente potrebbero farlo, avendo dalla loro parte, case grandi in cui poter sperimentare, o qualche casa in campagna; tempo a disposizione per impratichirsi e denaro per non preoccuparsi di fare un buco nell'acqua. Anche se però chi possiede i soldi, non si cura affatto di fare le cose per conto proprio, né di fare scelte più etiche, poiché è in grado già di ottenere i prodotti migliori, spendendo i soldi del grosso portafogli. In conclusione; i ricchi sono destinati a divenire degli eletti anche in questa era.


mercoledì 15 aprile 2015

OCCHIO ALL'OLIO DI PALMA

Mia moglie è una donna informata, legge, si documenta, cerca informazioni su tutto ciò che riguarda la salute, la prevenzione e su molte altre cose che gravitano intorno al benessere. Grazie a lei mi sono reso conto di quante cose ci sono in commercio che si possono definire inquinabili per il nostro organismo; perché se dipendesse da me, non farei molto per evitare che vengano introdotte in casa. Mi ragguaglia sulle nuove ricerche mediche, mi aggiorna su nuovi stili di vita, mi informa su cosa sia giusto mangiare e cosa deve essere debellato dalla nostra tavola. Ovviamente tutti questi insegnamenti vengono trasmessi anche ai nostri fogli, perciò si può azzardare a darci la definizione di famiglia sana.
La nuova crociata che si sta combattendo in casa mia è contro l'odiatissimo: olio di palma.
Questa sostanza, una volta definita come olio vegetale sulle etichette, è l'ingrediente più diffuso e nocivo, adoperato nei biscotti, nelle merendine e in molti altri prodotti consumati dal popolo infantile e non. E' diventa per noi come famiglia, una sfida da vincere a tutti i costi, evitare di comprare ciò che viene preparato con il nemico, sia per la nostra salute, che per salvaguardare l'ambiente. Molte aziende usano questo tipo di ingrediente perché è molto versatile nella preparazione dei prodotti da forno, ma è presente anche nelle creme cosmetiche e nei detersivi (questo già la dice lunga). E' molto economico, a differenza dell'olio d'oliva per esempio, o del burro, ma è pieno di grassi saturi, il che vuol dire che il sistema cardiovascolare alla lunga è il primo a risentirne. E' da evitare assolutamente per una questione etica, in quanto, per produrlo, vengono disboscate intere foreste nelle zone in via di sviluppo del pianeta, causando la moria di migliaia di specie animali e vegetali. Ma non è così semplice trovare dei prodotti nei quali non venga inserito questo genere di olio e da qui parte la nostra sfida, per l'appunto.
Cercando informazioni riguardo questo ingrediente, mi sono imbattuto in un sito un sito in cui viene fatto un elenco di prodotti senza l'olio cattivo, per fortuna qualcuno sta già prendendo visione sull'eliminazione dell'olio, sperando che in futuro ci siano sempre più aziende che emettano nei loro ingredienti questo dannato ingrediente.
http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-biscotti-tab.html

Prendere visione grazie!



lunedì 13 aprile 2015

POTERE AI PICCOLI!

Il viaggio è sempre un'esperienza piacevole, impegnativa certo; ma rimane comunque un'attività da fare ogni tanto per spezzare la routine. Quando poi ad intraprendere la prima traversata interegionale è anche il piccolino di casa, con la gatta al seguito, allora tutto acquista un valore aggiunto, come quello di un'avventura. E' stata proprio questa per noi 5+1 una gradevole avventura. Anche soltanto il tragitto poteva tramutasi in qualcosa di impossibile, come un incubo sfrecciante sull'autostrada a centoventi all'ora; eppure il principino e la tigretta, si sono dimostrati all'altezza della situazione: impeccabili.
Il tempo è stato generoso con la mia famiglia, e noi di rimando, abbiamo cercato di sfruttarlo al meglio, stando sugli scogli a farci baciare dal sole.
Per quanto il bel tempo e la brezza marina ci abbiano temprato con la loro energia, noi, a suon di sternuti, ci siamo dedicati all'attività che meglio rispecchia i piani dei miei figli, ovvero: trascorrere quanto più tempo possibile con i cugini. In verità ogni volta che ci rechiamo al mare, lo facciamo con l'intenzione di far giocare i bimbi di tre famiglie al completo, in un luogo che viene comunemente riconosciuto come, il posto preferito da ogni singolo membro (che abbia dagli undici anni in giù.) Il divertimento per loro è assicurato e per mia moglie e per me, è un'occasione per distrarci.
Abbiamo i nostri posti preferiti dove andare a mangiare, dove passare un po' il tempo perdendo lo sguardo in qualche squarcio caratteristico, oppure, passeggiare con un gelato in mano, facendo la vita da turista, che tanto agogniamo di fare durante l'anno. Non è così facile per noi, che di impegni siamo oberati, per questo le piccole incursioni al mare ci piacciono così tanto. Credo che sia abbastanza ovvio e comunemente condiviso.
Appena inizierà la stagione estiva, sicuramente torneremo in quel luogo che in fin dei conti consideriamo un po' come la nostra seconda casa, e per questo, ha perso leggermente lo smalto dell'interesse, sapendo già cosa faremo e cosa dovremo aspettarci da quella città, almeno per quanto riguarda il sottoscritto. Però poi, quando vedo negli occhi dei miei figli la gioia di essere lì, esattamente dove vogliono essere, allora soprassiedo alla velleità di scoprire una città differente, che non è detto non si faccia a fine stagione estiva. Speriamo...


lunedì 6 aprile 2015

QUALE POSTO E' AL SICURO?

Spesso mia moglie ed io, fantastichiamo sulle mete esotiche future che si potrebbero visitare con la nostra piccola truppa. Di luoghi interessanti ce ne sarebbero a bizzeffe, sia dentro lo Stivale che fuori, ovviamente.
Per intraprendere un viaggio bisogna mettere in conto tutta una serie di fattori che permettano di godere del luogo, trasformando il viaggio in una vacanza, ma anche, la vacanza in un'avventura. I miei figli hanno visto in due anni, due paesi stranieri: la Svezia e l'Austria. Per quest'anno rimandiamo le destinazioni fuori i confini italici, perché l'ultimo arrivato è ancora troppo piccolo per affrontare un viaggio impegnativo, perciò quest'estate la vacanza la passeremo...? Ancora non si sia.
Delle tante incognite da tener conto durante il percorso, ultimamente si deve aggiungere anche la sicurezza nazionale del paese nel quale, si vorrebbe trascorrere qualche giorno indimenticabile, ovvero: il terrorismo.
Mai come negli ultimi mesi, si sente parlare di terrorismo in ogni angolo del pianeta. Le zone del nostro globo, sono interessate da fatti talmente sanguinosi, da credere siano sceneggiature di qualche film molto crudo, invece che la realtà. Paesi che stanno ad un tiro di schioppo da casa mia, luoghi che ho sempre sognato visitare, culturalmente interessanti o pieni di paesaggi magnifici; vengono minacciati quotidianamente dall'efferatezza di un manipolo di persone che non hanno un cuore. Mi chiedo dove si spingeranno tali atrocità?
Il bollettino dei morti trucidati, si riempie ogni giorno di nuove anime; bambini, donne, anziani, subiscono le violenze più atroci, senza che costoro abbiano una colpa da scontare, e qual'ora l'avessero, non sarebbe questo il modo di scontarla. Certo mi riferisco ai tagliagole siriani, ma non sono soltanto loro. Giusto qualche giorno fa è successo una tragedia in Kenya e non se ne spiega la motivazione. Parigi pochi mesi fa, è stata colpita a fondo da persone esaltate da un pensiero, che sicuramente non professa l'uccisione. A Manchester sono stati arrestati due ragazzi che progettavano attentati. In Turchia è stato assaltato un pullman di una squadra di calcio; in Tunisia qualche settimana fa c'è stato un attacco al museo; la Palestina sempre flagellata da nuove esplosioni... si potrebbe andare avanti per ore.
La sicurezza non è solo una questione politico-religiosa che impazza nei paesi del mondo, basti pensare a cosa è accaduto sulle Alpi con l'aereo tedesco, per rendersi conto che non ci si può più fidare di nessuno, a maggior ragione, di chi ha la responsabilità delle vite altrui.
Quindi, come posso progettare delle vacanze, se in ogni posto del mondo c'è il rischio di perdere la vita?
Viviamo in un mondo malato.




venerdì 3 aprile 2015

PERICOLO AL CUBO

E' lì che mi chiama, con quel suo fare suadente ed ammiccante, pronta a tentarmi nel cuore della notte. Quando tutto tace, quando fuori è buio, quando a vedermi non c'è nessuno se non lei, la voglia mi assale, ma devo trattenermi. Eppure, basterebbe poco per arrivarci davanti; qualche metro, pochi passi e saremmo uno difronte all'altra.
E' infingarda, subdola, maligna, sa perfettamente cosa mi piace, sa dove colpire e con che cosa potrei cedere. Mira ai miei punti deboli, alla mia psiche, frantuma ogni difesa che ripongo nei suoi confronti, nonostante lei non si muova da dove sta. La cosa pazzesca è proprio questa: rimane immobile ed attribuisce a me la responsabilità delle mie azioni. Si lascia fare, come se fosse innocente, quasi non avesse alcuna colpa nel tentarmi continuamente. Sono debole, lo sono stato fin troppo in verità; tanto, che porto i segni sul mio corpo e li vedo quando mi specchio. Non è una droga è solo uno sfogo, un diversivo alla noia del lavoro notturno o forse è soltanto un espediente per tenermi sveglio. Non ho idea di cosa mi faccia andare da lei, ma non ha nulla di sano questa assidua frequentazione, perché chi soffre sono io, sono io che potrei ammalarmi, che potrei finire nei guai.
E' una continua spesa, quasi fosse un contributo obbligato nei suoi riguardi, per ricevere la sensazione illusoria di un benessere inesistente. Pur avendo tanto da offrirmi in termini di prodotti, non c'è niente che faccia bene. Invece lei si arricchisce grazie alla mia debolezza.
Sarebbe da vietare il suo ingresso nei luoghi di lavoro; nel mio luogo di lavoro. Ma è un business che alimenta un sistema di circolazione distruttivo; contribuisce a rendere grasse le tasche di chi ha in mano tutta la distribuzione di queste dannate. Credo comunque, che lei sia la peggiore di tutte.
Sono riuscito a fare a meno di lei per quasi un anno e mi sentivo bene. Avevo interrotto questa dipendenza ossessiva nel ricercare la gioia di un momento, della soddisfazione quantificabile in pochi morsi, perché era dolce il legame che mi univa a lei. Avevo raggiunto un controllo della mia volontà che ora fatico a riottenere.
E' un tunnel profondo nel quale cado, senza trovare il fondo; mai.
Per giustificarmi faccio i calcoli delle energie spese durante la giornata e concludo, che alla fine è un premio meritato per tutta la fatica spesa. Ma non è così. Io non ricevo la ricarica corretta capace di rimettermi in sesto, lei mi dà solo veleno per il mio fisico mentre il mio cervello, gioisce quando mi ingozzo dello schifo delle sue interiora.
Ti odio con tutto me stesso. Non avrai più nessuna attenzione da parte mia e nemmeno un soldo spenderò per te. Sei la causa primaria della mia distruzione cerebrale. Ti farò saltare in aria, non riuscirai a tentarmi ancora.

giovedì 2 aprile 2015

SITUAZIONI TELEFONICHE TIPO

"Pronto, buonasera sono MrD. mi dica."
"Salve, chiamo da Bergamo e volevo segnalare che mi manca l'acqua."
"Va bene, prendo nota e segnalo al tecnico."
"Ascolti, anche un mio amico di Ravenna mi ha detto che gli manca l'acqua."
"Ok signore, mi spiace per lui, ma cosa c'entra? Ravenna è un altro comune, lei mi ha segnalato Bergamo."
"Lo sa che i miei caloriferi non funzionano? Anche l'acqua calda".
"Ma se l'acqua non ce l'ha, come fa a dirmi che non è calda, mi scusi?"
"Perché prima ce l'avevo ma era fredda."
"Ok, segnalerò anche questo."
"Va beh il tecnico lo sa che sono in ortopedia all'ospedale di Rovigo."
"Ma come Rovigo, non era a Bergamo?"
"No, ma lei prende troppo alla lettera quello che dico."
"Certo sennò come faccio a segnalare il suo guasto."
"Allora se sente il tecnico, le dica che sono chiuso in ascensore e di fare in fretta perché sono diabetico e il mio microinfusore non funziona."
"Ma signore, ce le ha tutte lei!"
"Lasci perdere, anche il mio materasso da piaghe da decubito mi segnala un errore e non si gonfia. Non posso chiamare nessuno perché i campanelli di chiamata in degenza sono rotti."
"In ascensore?"
"No quello in casa, dove mi manca l'elettricità e mia moglie mi ha detto che sente puzza di gas."
"Mi sta dicendo un sacco di cose, qual è la sua priorità?"
"Forse è quella di ritirare il premio che ho vinto telefonicamente."
"Il premio? Ma come? In tutta questa situazione assurda pensa al premio?"
"No, non è per me, è per mia sorella; pensi che ha la bombola dell'ossigeno vuota e fino a domani non ci arriva."
"Non ci credo, tutti quelli che stanno accanto a lei hanno qualche sfiga, però!"
"Cosa posso farci? Ho il sistema web che non carica certi programmi per vedere i pazienti in pronto soccorso, credo che abbiano un sequestro attivo sulla loro vettura."
"Ma è uno scherzo? Devo avvisarla che le chiamate sono registrate e lei sta abusando di un servizio di pronto intervento, aperto a chi ne ha davvero bisogno."
"No mi creda, sono nei guai! Ho davvero bisogno di un intervento."
"Per che cosa di preciso?"
"Acqua, riscaldamento, materasso, gas, luce, programmi web, diabete, ascensore, sequestro dell'auto, ossigeno e in fine mezzo pesante in avaria."
"Finito?"
"Credo di si. Potrei aggiungere dell'altro?
"No, no, così va più che bene."
"Allora è in grado di aiutarmi?"
"Mi spiace la linea è disturbata. Mi sente?"
"Si che la sento."
"Pronto?"
"Pronto!"
"Signore non la sento più. Pronto?"
"Io la sento!"
"Pron... TU-TU-TU-TU...


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...