venerdì 30 maggio 2014

GARAGE BAND APP

Qualche giorno fa ho scaricato quella fantastica app chiamata GARAGE BAND per l'appunto e devo dire che la trovo davvero molto interessante, l'unico problema è che non è molto semplice il suo utilizzo, perciò mi sento un po' in difetto ad usarla. Demon Albarn è uno che questa applicazione la sa usare bene a quanto pare, dato che uno dei suoi album da solista, l'ha composto interamente con GB ed è stato pure criticato per questo. Io sarei contento di fare giusto qualche canzone da poter riproporre in sala con il mio socio in musica. Ma per quanto mi ci metta, che in verità non è molto perché mi annoio in fretta, non riesco a comporre come vorrei. C'è da dire che bisogna scaricare a pagamento il resto degli strumenti, se si vuole sfruttare a pieno l'enorme potenziale della funzione, ma non è che mi vada proprio a genio, visto che mi stufo in fretta di stare dietro alle app piuttosto che giochi e robe affini. Non essendo mai stato uno smanettone su questioni tecnologiche, la pazienza mia è poca, preferisco agire realmente sulle cose ma va beh, questa è un gusto del tutto personale, detto questo, pagare per poi non usarla mi sembra stupido. Ho visto anche dei tutorial su come fare per essere un musicista di nuova generazione e comunque implica lo scaricamento a pagamento degli altri strumenti quindi...
In fin dei conti forse sarebbe bene applicarsi di più sulla cara e vecchia batteria, così magari, dopo aver raggiunto il successo sperato, potrebbe essere proprio Demon Albarn a spiegarmi come funziona, certo il pagamento degli strumenti sarebbero a carico suo, ovvio.


martedì 27 maggio 2014

CON TUTTO IL MIO EEEENTUSIASMOOOO

In Italia potrei azzardare a dire che di grandi nomi del rock, quelli che ancora restano nonostante tutto, sono tre: Vasco Rossi, Ligabue e Piero Pelù/Litfiba. Ok ce ne saranno anche di meglio, ovviamente, ma bisogna ammettere che questi tre signori a tutt'oggi restano saldamente incollati alle vette delle chart in fatto di vendita di dischi. Il trio ha un innegabile passato composto da album formidabili per quel che concerne la storia italiana del rock. Vasco è stato il precursore del rocker dannato in tempi non sospetti, ovvero quando di rock cantautoriale, era visto da molto lontano. Ligabue è arrivato almeno con dieci anni di ritardo ed è stato un po' la risposta alle balere dell'Emilia Romagna. Per quanto riguarda mister Pelù con i suoi Litfiba, forse è stato quello che, all'inizio della carriera, ha osato e sperimentato di più, andando oltre il rock arrivando alla new wave, decisamente inusuale per gli ascoltatori dello stivale. In comune i tre soggetti hanno questo, che hanno superato la cinquantina, riempiono gli stadi e si ostinano a fare album pessimi. Vasco ha dietro un vero e proprio popolo che gli perdona qualsiasi cosa faccia, Ligabue non è da meno. Sono delle istituzioni musicali italiane ragion per cui, dettano legge sia con i discografici, sia con i loro seguaci. Il Pelù è quello che si barcamena tra l'esposizione politica (vedi ultimo 1° Maggio) e apparizioni televisive in veste di giudice da talent show, nel mentre sforna dischi con i Litfiba nei quali tenta di riprendere un po' le fila delle origini musicali, quelle in cui davvero erano un gruppo che spaccava e album solisti che sono anche peggio. Non saprei dire il motivo principale di una decadenza di gusti nello scrivere canzoni, da parte dei nostri signorotti o meglio, credo fortemente che questo accade perché fondamentalmente non sanno più cosa inventarsi. Hanno già sperimentato tutto, hanno suonato in ogni dove, hanno realizzato il loro sogni, di conseguenza si sono spenti. Le soluzioni potrebbero essere diverse:
1- Andare in pensione e chiuderla lì.
2- Scrivere le canzoni per altri artisti o fare i produttori, come accade spesso negli States.
3- Cercare di partire da zero in un paese straniero per trovare nuovi stimoli
4- Espandere i propri confini in ambiti diversi (a onor del vero Ligabue è l'unico che ci ha provato come regista di un paio di film e scrittore di qualche libro)
Però per finirla qui direi ai grandi rockers nostrani: abbiate pietà di noi, non distruggeteci il fantastico ricordo nel nostro immaginario popolare, se non riuscite a smettere di suonare e fare dischi, almeno, che siano passabili, non proprio delle ciofeche come quelli che ci spiattellate da anni, thank you.


lunedì 26 maggio 2014

UN PRATO PIENO DI QUADRIFOGLI

Ci sono diversi modi per sentirsi fortunati nella vita, c'è chi ha un buon lavoro e guadagna bene, chi ha raggiunto il successo che desiderava, chi riesce a vivere nei posti più belli del mondo, chi effettivamente di fortuna ne ha e lo dimostra sbancando il casinò, però tutto questo non lo si apprezza pienamente se affianco non c'è l'anima gemella. Per quanto possa sembrare un discorso populista, nel senso dico queste cose per arraffarmi dei buoni pareri, alla stregua di qualche politico in campagna elettorale (il giorno è proprio quello giusto) penso davvero a quello che dico. Mi sono accorto che tutto quello che ho come, due figli meravigliosi, un lavoro stabile, un tetto sulla testa sotto il quale vivere senza problemi, salute di ferro, tre pasti al giorno e tutto ciò che ruota attorno alla vita di persone normali, diverrebbero delle inezie se non avessi accanto mia moglie. Ci tengo a fare luce su una questione di questo tipo:
Mettiamo il caso che, dopo anni di matrimonio io e mia moglie ci lasciassimo in pessimi rapporti, come purtroppo accede spesso, i figli diverrebbero oggetto di continui conflitti, tanto che poi sarebbe un dramma riuscire a rientrare nella vita in modo pacifico e non turbare loro ulteriormente dopo la divisione dei genitori. Conseguentemente il percorso di crescita dei bambini causerebbe dei danni irreparabili che si porterebbero dietro per sempre. D'altro canto se dovesse capitare di lasciarmi con mia moglie, avendo totale fiducia nel suo modo di essere e di pensare, non arriveremmo mai a farci la guerra, come appena descritto, perché entrambi teniamo più al benessere dei nostri figli, che non a farci ripicche reciproche. Perciò posso ritenermi fortunato qualora la fortuna mi voltasse le spalle.
Detto questo, anche se non avessi tutte le fortune sopra citate, nel senso che se non avessi nulla a parte lei, comunque mi sentirei un uomo realizzato e soddisfatto. Se faccio un excursus a ritroso, ripensando alle donne che ho avuto in passato, sarebbe molto probabile che non avrei raggiunto la stessa soddisfazione personale come ce l'ho con mia moglie. E' chiaro che non stando più con nessuna di loro, significa chiaramente che non eravamo fatti per stare insieme, ma se per qualche motivo fortuito avessi continuato a mantenere la relazione con una qualsiasi delle mie ex, penso che avrei vissuto degli incubi piuttosto seri. Mi rendo conto che parlo per com'ero in passato e per come lo erano loro, quindi non ha molto valore in sé, ma se dovessi riportarle nella mia vita di oggi sostituendo mia moglie a turno con le mie ragazze del passato, sono certo che sarei finito come molti uomini al giorno d'oggi, ovvero, rovinato per sempre.
Sono più che convinto che avere al proprio fianco la persona giusta, faccia apprezzare tutto il bello delle cose che si ha con essa e non di meno, non faccia pesare per le mancanze di quello che non si ha. E' davvero forse solo una questione di fortuna dividere la vita con una persona, nel mio caso una donna, con la quale si ha la sicurezza di poter vivere una vita serena, di mettere in gioco la propria esistenza ed essere fiduciosi di poterla vincere senza troppe fatiche, di superare i brutti momenti con intelligenza e amore. Menomale che nel gioco sono sempre sono stato un autentico sfigato.


domenica 25 maggio 2014

DIMMI COSA ASCOLTI E TI DIRO' CHI SEI

Una volta parlai con un mio amico, dopo poco tempo che si lasciò con la sua storica fidanzata ed ero incuriosito dalla sua nuova situazione, anche perché li conobbi insieme come coppia. Per farla breve, alla mia domanda:
"Ma dimmi un po' ma come mai è finita?"
Lui mi rispose così.
"Sai lei è una che ascolta Jovanotti e io beh, ascolto gli Alice In Chains"
Io lì per lì rimasi un attimo interdetto. Gli risposi con una frase che mi uscì proprio dal cuore.
"Ok ma credo che in un rapporto che dura da anni tra due persone adulte, ci siano delle motivazioni un pelino più importanti che vadano al di là dei gusti musicali"
Proprio oggi a distanza di anni sono tornato su quella frase e credo che tutto sommato, ci sia un briciolo di saggezza in quelle parole. Questo perché negli ultimi tempi ho conosciuto un sacco di persone con i quali mi relaziono quotidianamente, in maniera più o meno superficiale sia chiaro, ma ogni tanto viene sviscerato in qualche discorso l'argomento musica. Mi accorgo che certa gente non ha una benché minima idea della buona musica, cioè che nel sentire cosa ascolta rabbrividisco. Io personalmente sono un tipo di persona, che cerca di vedere il buono in tutte le cose, anche sul piano musicale. Sono tollerante con chi non ha i miei stessi gusti musicali, perché non è detto che io abbia la scienza infusa a tal riguardo, potrebbe anche essere che io non ascolti buona musica alle orecchie di altri. Quindi faccio un sforzo e cerco di capire cosa possa piacere di un artista piuttosto che di una band alla persona con la quale sto parlando. Però per prendere in esame qualcosa che non conosco, che piaccia a qualcuno dei miei conoscenti, deve essere almeno di qualità, sennò non mi ci metto neanche un secondo a prestarci attenzione.
In fin dei conti la musica è il primo canale che fornisce le basilari nozioni sul nostro modo di essere e che dice qualcosa di immediato sul nostro modo di vedere o meglio, di sentire la vita. Faccio fatica ad immaginare persone che riescano ad andare d'accordo in tutto tranne che sulla musica, poiché le differenze poi si scontrano e non permettono di godere a pieno certi momenti.
Per esempio, lo scenario ipoteticamente questo: l'aurora al mare.
I personaggi: una coppia che lo guarda dalla riva.
Uno dei due nella sua testa ha una canzone non so degli Animals, house of the rising sun, mentre l'altro una canzone della Tatangelo (oddio) credo che due persone con dei gusti così differenti, siano impossibili che si avvicinino uno all'altra, anzi, che potrebbero nemmeno parlarsi da lontano. Quindi quello che mi disse il mio amico tutto sommato non era così idiota, come in principio pensai.
Io e mia moglie in fatto di musica andiamo abbastanza d'accordo cioè a me piace quello che lei ascolta, a dire il vero, ho anche conosciuto meglio artisti che ascoltavo una volta, senza troppo interesse. Poi però grazie a lei ho apprezzato anche quello che apprezza lei. Dal mio canto, a lei non piace molto quello che ascolto io, forse perché a volte potrebbe risultare estremo, difficile o chiassoso. Comunque per lo meno non ascolta la Tatangelo e io non ascolto Gigi d'Alessio. Se ascoltassimo roba del genere, nella situazione dell'esempio di sopra, come minimo ci saremmo presentati a guardare nascere il sole, vestiti nel modo più zarro possibile, farci dei selfie con in super smartphone davanti ad una Volkswagen Golf bianca con le portiere aperte e la musica a tutto volume di un duetto dei personaggi appena citati, aiuto! Da lasciarsi affogare lentamente in acqua.



                                         NON C'E' LIMITE AL PEGGIO

venerdì 23 maggio 2014

LA LUCE VERDE DEI MISSILI

Stamattina mentre ero nello spogliatoio della palestra, ho avuto un ricordo amaro che mi apparso in mente. Affianco all'armadietto che stavo usando, c'è incastonato ben bene, un televisore penso di una quarantina di pollici che trasmette ininterrottamente le immagini del TG 24. Non faccio molto caso a quello che passa in onda, perché nel momento esatto in cui tolgo gli occhiali, il mondo scompare per un attimo e, mi ritrovo come uno snorky sott'acqua, nel senso che vedo più o meno in quel modo. Ad un certo punto deve essere passata qualche immagine che ha destato un po' di curiosità tra gli altri soci, e si sono messi tutti a guardare verso la TV. Io non sono riuscito vedere bene, ma ho ipotizzato ci fossero delle immagine relative a qualche guerra nel mondo. Tutta l'apprensione che ho sentito delle persone in fissa sullo schermo, mi ha riportato nel lontano '90 quando ci fu la prima guerra nel golfo. All'epoca ero un bambino avevo nove anni e non capivo nulla di cosa stesse succedendo, dei motivi politici per cui scoppiò il conflitto, di cosa fosse realmente una guerra, sapevo solo che la guerra era una cosa orribile. In quei giorni vedevo mio padre alzato di buon ora prima di a andare a lavoro, in ascolto davanti alla televisione per conoscere gli sviluppi del conflitto. Ascoltava in silenzio e ogni tanto si indignava quando sentiva salire il numero dei morti innocenti. Io e mio fratello eravamo terrorizzati all'idea che anche nostro padre dovesse partire per il fronte in aiuto delle truppe americane, Questa era l'idea che serpeggiava tra tutti bambini del cortile, perciò anche noi venimmo travolti dall'angoscia di vedere nostro padre imbarcato sulla nave con la Marina Italiana. Ci raccontava spesso delle sue avventure passate da giovane alla naja, ogni volta che ne aveva l'occasione, perciò eravamo quasi abituati all'idea di vederlo indossare nuovamente la divisa da marinaio e partire lontano, in quel posto che non sapevo collocare molto bene sulla cartina. La paura vera mi venne quando andai con mia mamma e mio fratello al piccolo supermercato sotto casa e vidi gli scaffali vuoti, presi d'assalto dalla gente terrorizzata di non avere viveri per chissà quanto tempo. Già mi vedevo come nei film della seconda guerra mondiale, tra palazzi distrutti, morti dappertutto, spari, bombe e lacrime a profusione. Tempestavo mia madre di domande sulla nostra sopravvivenza, se saremmo riusciti mai a scappare e via discorrendo. Lei ovviamente mi rasserenava dicendomi che non sarebbe successo niente in Italia, e così fu, per fortuna. Però quando vedevo le immagini dei missili sparati di notte e tutte quelle luci verdi intorno, il mio animo si inquietava a dismisura, spaventato all'idea che in quella stessa notte arrivassero quei missili anche sopra casa mia.
Comunque oggi quando poi ho rimesso gli occhiali, ho visto che non si trattava di nessuna guerra, ma bensì di tutt'altro, non ricordo nemmeno cosa in realtà perché mi ero talmente tuffato nei ricordi che ho tralasciato il presente. Gli occhiali servono sempre.


martedì 20 maggio 2014

RITRATTARE E' UMANO O DIABOLICO?

Difronte alle decisioni importanti a cui la vita ci sottopone, siamo chiamati a dare il nostro parere sul tema proposto, spesso e volentieri. Che siano positivi o negativi non ha valore assoluto in sé, cioè che non sempre quello positivo sia la conferma del giusto e il negativo di quello sbagliato, ma per essere concreto e veritiero, si deve prendere il coraggio a due mani e darlo nel modo più coscienzioso possibile. A volte sembra che la prima decisione data, sia quella che davvero pensiamo, ma poi il cervello ripensa, rimugina, ritorna su i suoi passi e tac, ci troviamo a pensarla diversamente. Se ciò che scegliamo si ripercuotesse solo su noi stessi, in fin dei conti il danno, qualora ci fosse, sarebbe confinato solo intorno a propri confini, ma quando questo va al di là della vita singola, ovvero quello che si è deciso, va a collimare con la vita di un altro individuo, beh allora si che le cose cambiano. Onestamente io sono un tipo che, prima di riuscire ad dare una risposta definitiva, prendere una decisione assoluta e dare la mia opinione in modo indiscutibile, non mi riesce bene. Quando credo di essere sicuro di ciò che esprimo, mi ritrovo poi a posteriori, di rivedere le mie convinzioni e pensare il contrario. Dannazione il fatto principale è sempre lo stesso, ovvero sono un insicuro cronico, non ho la forza di dire pienamente di si o di no. Chi mi sta accanto un giorno si stuferà di questo mi atteggiamento nell'affrontare la vita, ne conseguirà un bel servito da parte sua e, come biasimarla? Agisco in questo modo perché paradossalmente credo, di riuscire a dare la risposta definitiva, ma poi alla lunga mi perdo nelle riflessioni e quindi finisce che non so più cosa pensare. C'è un'alta cosa da aggiungere, cioè che purtroppo non ho molte persone con le quali confrontarmi su certi argomenti, (i temi importanti per davvero per intenderci) perché sono uno che non si apre facilmente, neppure con gli amici. Tendo spesso a tenere per me le mie elucubrazioni, quindi non sento dei pareri esterni che mi facciano riflettere in maniera diversificata da quelle che rielaboro in continuazione, pensando e ripensando fino alla fine dei miei giorni. Prima c'era ad aiutarmi la psicologa, ma avendo finito con lei gli appuntamenti, sono rimasto solo con le mie preoccupazioni. Insomma non sono una persona facile su questo punto di vista, ma ahimé non so essere meglio di così. Potrei pensare di fare di più, ma mi manca il coraggio in tutto e per tutto. Sono conscio del fatto che chi leggerà questo post, si chiederà cos'è che affligge i miei pensieri, ma non è questo il modo migliore per dichiararlo, cioè prima di renderlo pubblico, dovrei almeno pensarci un po' su.


sabato 17 maggio 2014

UN UOMO CHIAMATO PSYCO

Quando vivevo in quella ridente cittadina chiamata Rozzano, per spostarmi ero solito prendere il tram 15. Oltre al tram appena citato percorreva e percorre ancora, più o meno la stessa tratta, l'antagonista del mio mezzo di fiducia cioè la linea denominata con il numero 3. Non arrivava al capolinea del mio comune si fermava, a Gratosoglio ovvero l'estrema periferia a sud facente parte ancora del comune di Milano, distante appena 4 fermate prima di Rozzano appunto. Non so bene per quale motivo ma questo quartiere è sempre stato un ricettacolo di malati di mente, pazzi scellerati e personaggi particolari. Tra questi individui si aggirava con fare piuttosto molesto un tizio chiamato Psyco, che all'occorrenza lo si poteva incrociare sia sul 15 che sul 3. Il caro amico Psyco era un metallaro super convinto, che ascoltava la musica più estrema in assoluto. Si faceva prendere talmente tanto dalla musica, sparata a palla nelle cuffie del walkman, che pogava da solo contro i pali della luce accanto alla fermata del tram oppure contro i paletti all'interno del mezzo di trasporto, quando restava in piedi per l'affollamento dello stesso. La cosa che faceva ridere a crepapelle me e tutti quelli che lo incontravano, era che per quanto lui volesse apparire un duro tanto quanto l'heavy metal da lui ascoltato, la faccia che si portava dietro era quella di un babbo colossale, anzi, di un bambino con la faccia da bamascione tonto. Mi è capitato di vedere scene in cui Psyco chiedeva a chi portava alle orecchie le cuffie, queste parole:
"Uè che ti ascolti?"
Il più delle volte chi rispondeva, dava il nome di qualcuno, che il fantastico personaggio detestava e non nascondeva affatto il suo dissenso dicendo:
"Ma noooo!!!! Ma che musica di m@*°# Toh ascolta questo!"
Porgendo poi in malomodo le sue cuffie a quel povero disgraziato.
Un fatto del genere lo subì anche mio fratello, che ridere.
Il caso volle che in giorno me lo ritrovai ad un corso gratuito di batteria, organizzato in un centro sociale che frequentavo assiduamente. Di fatti anche lui suonava la batteria o meglio millantava di saper suonare alla stregua di Dave Lombardo, poi però la sua incapacità lo smentì amaramente, poverello. Finì a suonare in un gruppo di metallozzi come lui, in cui come bassista ci suonava anche un  mio amico.
Mi raccontò un altro mio amico, che un giorno andò a sentirli suonare in sala prove. E' risaputo che i metallari siano dei musicisti decisamente chiusi a livello musicale, nel senso che, per loro esiste solo i metal e niente più, come il nostro amico Psyco dimostrava quotidianamente.
Fatto sta che in queste benedette prove, il gruppo per scaldarsi disse dei titoli di canzoni di band tecnicamente inarrivabili, come: Dream Theater, Manowar, Iron Maiden, Metallica e via discorrendo. L'incapacità del caro amico batterista però tradì le aspettative del resto del gruppo e alla fine tutti delusi arrivarono a suonare Anarchy in the U.K. dei Sexpistol, che beffa.
Alla fine PUNK NEVER DIE.


IMMAGINE GENTILMENTE CONCESSA DAL WEB E DAL TIPO IN SOVRAPPESO

venerdì 16 maggio 2014

LA GITA DI CLASSE

Il giorno della gita è da sempre considerato il momento migliore dell'anno scolastico fin dalla notte dei tempi. Solitamente il momento del viaggio con la scuola lo si effettua in maggio per lo più, visto che il mese comincia ad essere pienamente favorevole per una giornata all'aria aperta. Personalmente le mie gite le ricordo tutte con gran piacere, ovunque io sia andato me la sono spassata allegramente con i compagni che all'epoca erano dei veri amici. Il bello stava nel trascorrere un momento differente dal solito, cioè seduto tra i banchi ad ascoltare le lezioni degli insegnati. E' abbastanza sottinteso che le migliori di tutte le gite sono quelle fatte da adolescente, per tutta una serie di motivi che vanno dal passare la serata al pub con i professori, alla la notte in camera con le ragazze, però devo dire che anche quelle fatte alle elementari sono state un divertimento puro e sano.
Mi trovo ora a scrivere di questo argomento così piacevole, perché fra poche ore la mia bimba salirà sul pullman insieme ai suoi compagni e le maestre, per la prima gita fuori Milano. Anche durante la scuola materna è andata in giro per teatri e parchi, ma si trattavano di uscite vicine, nulla di molto impegnativo. Domani dovrà affrontare un piccolo viaggio in un pullman enorme e seguire dei sentieri in un bosco. Non ha fatto altro che parlarne tutta la settimana, era davvero elettrizzata all'idea dover andare via, mi ha fatto molto tenerezza vederla così in preda alle sue emozioni. Mi moglie prima mi ha mandato un messaggio in cui scriveva, di sentirsi molto genitore a preparale lo zainetto, dover puntare la sveglia più presto del solito, di accompagnarla davanti alla scuola e farle prendere posto sul pullman, è come un passaggio quasi rituale. Prima noi, poi loro. Oltre all'euforia per il viaggio, c'è pure da mettere in conto quel pizzico di preoccupazione che si posa accanto a noi dalla partenza fino all'arrivo, augurandoci che tutto vada per il meglio e che tornino a casa esausti ma contenti. Ovviamente ogni genitore pensa anche a questo nel veder partire il proprio figlio ed è una cosa che ritorna come un boomerang poiché anche i miei genitori avranno pensato alla stessa cosa. C'è da dire che mia figlia è una bambina molto giudiziosa e noi ci fidiamo pienamente di lei, per cui le mie sono ansie da padre apprensivo, oltre a questo nulla di più. Io sono qui di notte a lavorare, il che significa che mi perderò il momento cruciale della partenza e del saluto dal finestrino con la mano (sono sicuro che mia moglie qualche lacrima la verserà), ma prima che escano di casa la chiamerò per augurarle buon viaggio, nel frattempo sogni d'oro.

mercoledì 14 maggio 2014

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE -10

Sono d'accordo che non si possa iniziare a scrivere con un turpiloquio o paragonare le varie divinità a qualche animale. Non lo faccio per chi crede a queste fregnacce, ma dentro di me ne ho dette molte. Procediamo per gradi. Con la mia nuova bici ho fatto in tempo a bucare due volte nel giro di 48 ore e fin qui, nulla di nuovo. Dato che il mio collega mi ha fatto vedere come si fa per sostituire la camera d'aria, mi sono detto che in fin dei conti non è una così impossibile da attuare da soli, dunque ho voluto fare da me questa volta. Ieri mattina sono andato in palestra con la nuova bici di mia moglie, al termine della sessione spacca ossa, sono andato alla Coop di fianco per comprare l'occorrente per cambiare la maledetta camera d'aria. Visto che alle casse c'era la fila tipo Festival estivi quelli da paura, ho fatto un po' di shopping da ciclista fai da te. Ho preso la camera d'aria per la mia bici e quella di mio figlio (risultata inutile perché solo sgonfia) una formidabile pompa nuova, un cacciavite, una scatola di cacciaviti di precisione e dato che c'ero anche i dadoni da attaccare alla macchina (era da tempo che non vedevo l'ora di prenderli, ma poi me li ha requisiti mio figlio) Ok, pago dopo circa 20 minuti di attesa alla cassa e mi dirigo verso casa tutto contento con i miei arnesi e la bici di mia moglie al seguito. Dopo nemmeno 50 metri sento un sibilo, dannazione proprio quello della sfiato, incredibile a dirsi ma ho bucato la bici di mia moglie!!! Davvero ho fatto fatica a crederci, ma la realtà si è scontrata con la mio scetticismo quando ho dovuto fare tutto a piedi, Ben quaranta minuti zu fuss, come dicono in cruccolandia. Il cervello mi ha suggerito di tornare alla Coop e di prendere un'altra camera d'aria per riparare pure questa bici, ma dato che la Coop sono io e tutte le altre persone d'Italia, ho abbandonato l'idea. Arrivato a casa stremato, mi sono messo subito al lavoro per riappropriarmi al più presto del mio velocipede. Nessuno ci crederà mai, quella maledetta vigliacca di una bici, o meglio il copertone balordo e infido mi ha fatto penare due giorni per farlo infilare dentro il cerchio. Preso dallo sconforto ho messo la camera d'aria nella bici di mia moglie che in un secondo l'ho riparata a dovere, mentre la mia, mi sono dovuto arrendere all'evidenza e portarla dal ciclista. L'unica cosa che mi ha quasi rincuorato è che nemmeno lui è riuscito ad inserire 'sto copertone infame perché era proprio distrutto. Lui ha fatto in fretta poi, ne ha messo uno nuovo e stop, io in tutta risposta ho dovuto sborsare ben 40 euro.
La domanda che mi pongo è sempre la stessa: fino a che numero arriverò con il titolo di questo post?


lunedì 12 maggio 2014

IMPREVEDIBILE COME LA VITA

Sarà scontato affermarlo ma è proprio vero che non si può davvero sapere cosa ci aspetta il domani. Noi esseri umani pretendiamo una certa sicurezza per percorre il percorso sul globo terrestre, non dico economico-lavorativa perché quella è estremamente variabile, non mi riferisco nemmeno ai giorni futuri perché quelli non si possono sapere in anticipo. Piuttosto faccio riferimento a quelle, che nel turbine delle incognite e delle imprevedibilità, sono delle presenze costanti. Per i bambini sono i genitori, per gli adulti sono i rispettivi partner, poi i figli certo e ancora i genitori. Nell'eventualità che qualche elemento venga meno, non necessariamente in modo tragico, si perdono quelle poche sicurezze sui quali si è fatto affidamento nel corso degli anni. Ci si può svegliare in una giornata strana e al termine di questa, si arriva a sgretolare un rapporto che dura magari da 40 o passa anni. Mi ricordo di un avvenimento avvenuto pochi anni fa. Prima di cambiare casa, vivevamo in un condominio popolato da un nutrito gruppo di coppie di anziani. Un giorno di ritorno dalle vacanze, una vicina ci mette al corrente di una vicenda tragicomica. La signora che abitava in fondo al ballatoio del mio piano, si sveglia un giorno e a metà giornata, butta fuori di casa il compagno di una vita, senza un motivo apparente. L'uomo in questione, trovatosi da un momento all'altro senza una compagna e senza un tetto sulla testa, girovagava nei pressi del palazzo con la speranza che la sua compagna, tornasse sui suoi passi e lo riaccettasse di nuovo con sé. Il signore lo incontrai diverse volte e gli domandai che tipo di sistemazione avesse al momento, se avesse qualcuno che lo aiutasse in una tale circostanza cioè mi preoccupai perché era davvero un uomo buono, tant'è che mentre mi parlava gli si inumidivano gli occhi e tratteneva male il magone in gola. Mi disse che il figlio lo prese in casa, però ovviamente a 80 e passa, trovarsi di punto in bianco senza casa e senza compagna era una delle cose peggiori che gli fu mai capitata. Alla fine i due sono tornati insieme, più o meno con le stesse modalità della rottura, cioè senza un motivo apparente, però la cosa mi diede a suo modo, molto a cui pensare. Gli equilibri tra le persone, per quanto possano sembrare solide come catene, in realtà ogni maglia è legata all'altra con un filo di cotone. E se si perde la stella guida, il punto di riferimento, come si può andare avanti? Le persone che per una vita hanno condiviso tutto, si ritrovano ad un certo punto a dover ricominciare da soli. Credo sia davvero angosciante. Nella mia famiglia non ci sono mai stati cose di questo tipo per fortuna, però penso se dovesse mai capitare, penso ne rimmarrei parecchio turbato. L'idea di una separazione, anche se non direttamente la mia e di mia moglie, mi metterebbe in una situazione in cui non saprei come gestirla, poiché perderei i punti di riferimento, quindi sarei smarrito.



domenica 11 maggio 2014

MONETA SONANTE

Dei soldi francamente non m'importa un granché, penso di averlo ribadito parecchio su queste pagine, nel senso che non smanio per averli e non invidio chi ce li ha. Basta vedere il lavoro che faccio, non mi fa guadagnare nessuna grossa somma né tanto meno mi regala giornate gloriose. Ho basato le mie scelte di vita su altri aspetti per i quali i soldi non sono mai stati contemplati più di tanto. Non nego che servano, cioè sono fondamentali nel nostro sistema capitalistico, però tutto sommato, io che di soldi ne ho visti girare pochi, ho sempre avuto il giusto. Qualche giorno fa, con la mente fantasticavo su una possibile pioggia di gettoni d'oro o una vincita al superenalotto, ma pure ad una fantomatica eredità lasciatami da qualche ricco parente a me sconosciuto. La prima cosa che ho pensato, se avessi una enorme somma di denaro a disposizione, sarebbe quella di avere una paura boia nel tenerli materialmente in mano. Parliamoci chiaro, se uno come me, che di somme stratosferiche non ne ha vinte neanche per finta al monopoli, arrivasse ad avere un sacco di soldi, sarebbe un problema più che una fortuna sfacciata. Questo perché non sarebbero facili da gestire, cioè mettendoli nella banca del normale conto corrente, credo susciti non pochi dubbi a chi lavora nella filiale, sulla modalità di possessione degli stessi. Vorrebbe dire mettere in moto tutta una serie di controlli, ricerche, sospetti e si tramuterebbe in una chiamata immediata da parte del fisco. Non si potrebbero metterli in una banca estera, tipo svizzera magari, perché sarebbe una fuga di capitali, quindi punibile dalla legge. Per uno come me non abituato a maneggiare nessun tipo di somma superiore alle tre cifre, sarebbe un ostacolo non indifferente.
Oltre ad un problema prettamente fiscale, ci sono da aggiungere altri tipi di beghe. Come quello di non dare nell'occhio stravolgendo la propria vita, comprando ville lussuose, guidando auto più vicine alla missilistica che non a delle normali vetture, navigando su yacht da sogno o passare metà dell'anno in luoghi paradisiaci, per dirne solo quelli che mi vengono in mente. E i parenti? Vogliamo parlarne? Beh sono sicuro che se si spargesse la voce tra i parenti, che qualcuno della famiglia ha per sé un sacco di soldi, sarebbero ogni momento a suonare il campanello per batter cassa. Tra questi si accoderebbero anche i brooker per proporre investimenti sicuri come la morte, ogni giorno della vita finché non si arriva appunto al giorno della morte. Ma chi veramente non mi farebbe chiudere occhio di notte, sarebbero i criminali pronti a tutto per sottrarre il denaro, come arrivare a rapire i figli. Ecco questa è una cosa che mi ha sempre terrorizzato fin da piccolo, tant'è che quando sentivo alla tele dei rapimenti di bambini, correvo nel letto dei miei in lacrime con l'angoscia che potessero rapire anche me. Mi madre mi rasserenava dicendo "Piccolo Mr.D, dormi sereno, rapiscono solo i figli dei ricchi." Quindi da lì capii che non facevo parte della categoria, quindi ero al sicuro. Insomma in fin dei conti avere un sacco di soldi comporta lo stesso numero di problemi pari alla quantità di denaro posseduto. Ma ne vale davvero la pena? Viaggiando con la fantasia in un mondo perfetto, se avessi i soldi, ma tanti dico, credo che mi darei alla filantropia per pareggiare i conti con la mia coscienza e ripulirmi il karma onde evitare le tragedie di cui sopra. Poi per me/mia famiglia, comprerei una bella casa ma non sfarzosa, viaggerei per mete lontane ma nei periodi giusti, diversi tipi di bici per ogni occasione e cercherei di assicurare un solido futuro ai miei figli. A conti fatti, bastano mille euro al mese per realizzare un sogno non troppo esagerato, per tutto il resto c'è mastercard.


venerdì 9 maggio 2014

TORNO SULLE MIE RIGHE

Da quando mi sono iscritto a quel concorso per scrittori emergenti, non ho scritto nulla di nuovo o meglio ci ho provato, ma non sono andato molto in là con il numero di pagine. Il motivo fondamentale è che mi sono dovuto concentrare sulla, diciamo promozione, del libro NEL BARATRO. Poi mi sono ritirato dal concorso perché mi è sembrato un po' una pagliacciata, di conseguenza, il libro sopra menzionato, l'ho del tutto abbandonato a se stesso. L'idea per un nuovo romanzo in testa ce l'ho e devo dire che tra tutti quelli che ho scritto finora, questo sarà piuttosto ambizioso e complesso nella sua trama. Data appunto la sua complessità, non mi viene semplice scriverlo a lavoro di notte, non che gli altri fossero stato facili da erigere, però questo credo sia più ostico nella stesura. I romanzi precedenti li avevo bene in mente su che tipo di piega dovessero prendere, quindi sono andato molto spedito, l'ultimo che ho intitolato GRAND HOTEL MUSA, sarà che le idee sono ancora confuse, in poche parole procedo a rilento. La fatica è così evidente che credevo di aver già raggiunto il famoso blocco dello scrittore, dopo solo tre romanzi scritti. Per non farmi abbattere da questo brutto giogo creativo, sono ritornato per l'ennesima volta su il mio secondo lavoro ed onestamente credo che ce ne fosse bisogno di rimettere un po' sopra le mani. E' incredibile eppure ogni volta che rileggo dopo tempo quanto scritto, va a finire che lo modifico, aggiungo cose, le cambio, insomma lo stravolgo. Credo sia abbastanza naturale... però mi chiedo chissà quanti scrittori e artisti in genere, non si trovano soddisfatti a pieno delle proprie opere. Anche quando da piccolo disegnavo, lì per lì, mi sembravano dei capolavori ciò che usciva dalla matita, ma passato qualche giorno, ne constatavo i difetti, lo correggevo e spesso buttavo. Certo che così facendo arriverò poco lontano, anche questo post a dire il vero non mi convince, quasi quasi lo riscrivo.


martedì 6 maggio 2014

SI CRESCE SEMPRE.

Domani sarà il compleanno del piccolo della famiglia e di anni ne farà ben 5. Rimane sempre il piccolino di casa, però il tempo passa anche per lui è inevitabile. Il primo di maggio, appena sveglio, mi vine vicino e mi chiede: "Papà oggi che giorno è?"
"Il primo maggio." Rispondo io.
Dopo aver sentito la parola "maggio", mi figlio esulta come se il giorno del compleanno fosse proprio il primo. La festa di domani la faremo in casa e l'unico invitato sarà il suo migliore amico, non ha voluto nessun altro. Poi festeggeremo anche sabato andando alla MINITALIA, ed è il regalo da parte nostra, cioè mamma e papà, per domani invece il regalino che scarterà saranno due action figures di Star Wars, la sua nuova passione. Tanti auguri piccino e ricorda,

IO SONO TUO PADRE

lunedì 5 maggio 2014

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE -9

Certo che anche oggi ho bucato, figuriamoci, non mi faccio mancare niente io!!!! Ecco questa bici ce l'ho da neanche tre settimane e ho bucato due volte in 5 giorni. Ho riparato la bici durante il turno di notte di venerdì, aiutato da un collega che mi ha istruito sul daffare ed è durata fino a oggi pomeriggio, cioè domenica, poi puff, si è forata. A questo punto non so se devo mangiarmi il fegato dalla rabbia o se in un modo del tutto contorto e perverso, dovrei essere addirittura orgoglioso di mantenere sempre ad altissimi livelli, il mio record di sfiga sulla bici. Francamente non so darmi una risposta, ho bisogno che mi venga illustrato il modo migliore per andare avanti senza fermarmi ogni giorno per riparare le gomme.
Navigando sulle pagine web, ho scoperto un sito di vendita on line per biciclette, si chiama I LOVE BIKE.IT (pubblicità non retribuita nda), ho scovato all'interno del loro campionario, ciò che farebbe per me, ovvero le gomme piene di pura gomma, quindi senza camera d'aria, il che significa niente più forature e riparazioni. Sarei ben lieto se il gestore di questo negozio on line mi regalasse le gomme miracolose, lo pubblicizzerei in ogni dove (già fatto, vedi su), magari mosso a pietà potrebbe farmi questo graditissimo regalo. Anche perché mi sono chiesto una cosa, non capisco il motivo per il quale continuano a produrre gomme con camera d'aria, se in vendita ci sonio quelle piene? In teoria se questo tipo di soluzione fosse la più azzeccata, a quest'ora le biciclette di tutto il mondo dovrebbero averle già montate di serie. Forse evitano di metterle perché così facendo si ridurrebbe in modo troppo drastico la produzione di camere d'aria superpacco e copertoni farlocchi, conseguentemente le officine di riparazioni bici, perderebbero una grossa fetta di introiti; un po' come succede per le carie dentali, si dice che esista un modo per prevenirle in modo definitivo, ma poi i dentisti chiuderebbero uno dopo l'altro. Maledette regole del mercato! Ho capito, la soluzione per entrambi i problemi potrebbe essere questa, farsi montare dei denti di gomma piena!


sabato 3 maggio 2014

THERMARIUM MEDIOLANUM

Ieri mi moglie ha avuto una splendida idea, dopo diversi tentativi passati, siamo riusciti ad andare alle Terme di Milano. Il posto è molto esclusivo, già il prezzo all'entrata frena gli animi del popolo, nonostante questo però, abbiamo trovato una marea di gente nell'orario aperitivo, forse perché di fatto costa un pelino di meno. Visto che la voglia di andarci era molta, non ci siamo fatti mancare nulla, tipo sushi per cena e niente popodimenochè il super massaggione rilassante. Quest'ultimo servizio lo definirei un'esperienza mistica, nel senso che, alla fine del trattamento mi sentivo in un limbo a metà tra lo sbronzo perso e il fatto pesante, ma con il vantaggio di non avere nessun postumo acido. Ho anche superato il pregiudizio del massaggiatore uomo, cioè l'idea di farmi maneggiare da un energumeno non mi allettava per nulla, poi però ho superato lo scoglio e mi sono rilassato. C'è da dire che il tizio è stato molto professionale ed aveva le mani batuffolose, perciò non ho tenuto conto dei miei limiti e ho fatto fare a lui il suo lavoro, eccezionale. Ripeto che il posto scenicamente è stupendo, con soffitti alti, saloni ampi e lunghe vetrate che danno sul giardino interno. Dentro è arredato in maniera molto elegante, tutto dipinto di bianco con un piano forte a coda anch'esso bianco vicino la scalinata che porta al buffet, rievoca un po' il salone del video Immagine di John Lennon. Poi fuori ci sono dei trattamenti termici molto efficaci, tipo tre vasche idromassaggio ad acqua calda; con la temperatura fresca di ieri è stato molto gradevole starci in ammollo con le bolle a solleticare il fisico. In fine il pezzo forte identificativo del capoluogo lombardo ovvero, il vecchio tram trasformato in sauna finlandese.  Certo anche da giugno a settembre i tram in circolazione sulle rotaie della città diventano delle vere e proprie saune, ma di certo non è così salutare e suggestivo come quello delle QC  TERME MILANO (evvai che lo spot l'ho fatto). C'è da fare un appunto, capisco che il posto di per sé sia molto romantico, le luci soffuse stimolino una certa propensione alle effusioni fisiche e in qualche maniera si cerca di ritagliarsi dei momenti per il rinnovo amoroso delle coppie, però si arriva a vedere davvero delle cose che poco hanno a che fare con il rilassamento della mente e del corpo. Non mi ritengo un bacchettone, per carità, ma vedere le coppiette che si sbaciucchiano in ogni dove, si stringono in modo molto esplicito e ogni tanto si vedono pure dei movimenti sussultori, alla stregua di una cavalcata romana, decisamente sospetta, beh mi sembra un po' fuori luogo. Per un momento ho pensato che dopo il tramonto scattasse l'ammucchiata generale come all'Hedonism in Jamaica, ovvio che se messo alle strette ahimè avrei partecipato, con la mi signora ovvio, ma lei non era della stessa idea. Quindi sono rimasto solo a guardare un po' infastidito, anche perché la visione di questi ingarbugliamenti di carne non mi hanno stimolato nessuna fantasia erotica, poi comunque ero senza occhiali, va da sé che ho visto poco nel dettaglio. Altra cosa meritevole di nota, sono i luoghi in cui ci può abbandonare liberamente per il relax più totale, nei quali sono stati applicati dei cuscinoni di varie fattezze e dimensioni, associate sopra ognuna di loro, delle lampade specifiche con luci particolari. Inutile dire che anche i questi saloni ci si accoppiava allegramente, a questo punto la prossima volta andremo in un bel club priveè, se si ci si fa una doccia rilassante alla fine, potrebbe risultare lo stesso.


venerdì 2 maggio 2014

MALEDETTA PRIMAVERA

E' la stagione in cui la natura si risveglia dal lungo inverno, definito anche come il periodo dell'amore, sia per gli animali che per gli esseri umani. Le giornate diventano più lunghe, le temperature sono gradevoli e restare fuori, magari per un aperitivo o per far giocare i bimbi all'aria aperta è assolutamente uno spasso. E' l'anticipo dell'estate, diciamo pure le prove generali, nel quale si entra nell'ordine di idee di mettersi in riga per il costume in spiaggia. La cosa bella della primavera è che non si arriva a soffrire del caldo torrido, ma cosa ancor più fantastica: le zanzare non sono ancora arrivate. Questo periodo di tranquillità però dura poco, dopodiché arriveranno caldo e zanzare. La primavera però non è tutta rosa e fiori, nel senso si lo è, fin troppo a dire il vero, nel senso che di fiori ce ne sono anche più del sopportabile, per chi come me è un soggetto allergico. Da qualche giorno a questa parte Milano sembra l'Alaska, ma non per il freddo, magari, bensì per i miliardi di batuffoli di pioppi che si aggirano nell'aria. E' un tormento al di fuori di ogni portata, un flagello, una rottura....del setto nasale, si perché quando c'è in giro questo tipo di polline starnutisco come un matto. La proporzione è 1:1 cioè per ogni robo volante che mi passa sotto il naso, ne starnutisco uno. L'altra sera di ritorno dal lavoro, sempre in bici chiaro, credo di averne ingurgitati qualcosa come due kili e tre quarti, me ne sono entrati negli occhi più o meno centomilasette, e starnutiti due milioni. Quella sera anche le signorine della notte erano bombardate dai fiocchi silenziosi ed erano tutte con il fazzoletto al naso, poverette.Arrivato finalmente a casa mi sono guardato allo specchi e mi sembravo Babbo Natale, invecchiato di 40 anni per tutto i fiocchi bianchi che mi sono portato dietro. Se non fosse per la fioritura di tutto ciò che è presente in natura, sarebbe una stagione ideale, la migliore, azzarderei a dire la mia preferita, ahimè mi vedo costretto ad associarmi con Loretta Goggi dicendo appunto MALEDETTA PRIMAVERA. Torna inverno, torna!

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...