mercoledì 30 maggio 2018

L'INARRESTABILE TOUR DEI TWENTY EURO FOR LOVE

I Twenty Euro For Love domani si esibiranno presso la Cascina Martesana dopo otto mesi dal primo tentativo fallito a causa della pioggia. Ecco, mentre sto scrivendo questo post al di fuori delle mia finestra si sta consumando una vera tempesta, il che fa presagire un altro vano tentativo di suonare in questo posto abbastanza ambito, facendo così un buco nell'acqua (è proprio il caso di dirlo).
Le previsioni dovrebbero essere buone, almeno è ciò che dicono le santone delle mie colleghe che sanno predire il futuro in base al tiro del vento, alla composizione delle nuvole e dalle previsione dette in TV; chi lo sa, spero soltanto che se la pioggia sente il bisogno di innaffiare ancora le strade milanesi, lo faccia quando noi abbiamo terminato il nostro show. È vero noi suoniamo surf ciò però non significa che bisogna essere fradici mentre si suona e specialmente il pubblico, non ha mica tanta voglia di inzaccherarsi prima di tornare a casa. Vedremo.
Nel frattempo gustatevi la locandina che ho preparato con un'inaspettata fatica.
Allora, capito? Ci vediamo domani! L'indirizzo è qui sotto.



domenica 27 maggio 2018

TWENTY EURO FOR LOVE: UN'ONDA IN CONTINUA CRESCITA 31/05/2018 Cascina Martesana

Il tour estivo dei Twenty Euro For Love non conosce pause, altre novità e date si aggiungono ogni giorno a quello che potrebbe essere considerata una vera rivoluzione (almeno per noi) sonora.
Si è aggiunta una data il 23/06/18 all'Honky Tonky di Seregno come gruppo di di spalla ai nientepopodimenoche, Daikaiju che se per molti questo nome non dice nulla, posso assicurare che questa band americana porta il buon nome del surf (rivisitato) in giro per il mondo; come dire che loro fanno la setta cosa nostra, ma meglio e ovunque su questo bizzarro pianeta. Per noi dire che è un onore è dire poco e che l'ansia per questa prossima data si sente ogni giorno di più, però prima di arrivare al giorno fatidico abbiamo altri tre concerti prima, cosa utile per arrivare pronti di fronte agli americani e poter dimostrare che anche qui in Italia sappiamo fare surf.
Quindi a tutti un piccolo promemoria:
31/05/2018 Twenty Euro For Love in Cascina Martesana via Bertelli 44 Milano.
Vi aspettiamo


sabato 19 maggio 2018

TWENTY EURO FOR LOVE: UN COLPO BEN ASSESTATO ANCHE IN BRIANZA

Il concerto ieri è andato bene, ci siamo divertiti e finalmente ho suonato con la mia batteria, denominata TAMARRA per l'occasione, che a dispetto del nome poco aggraziato ha tirato fuori un suono potente ma allo stesso tempo elegante. Brava baby.
Abbiamo visto un posto nuovo e ci siamo esibiti al meglio delle nostre capacità; come sempre. Ecco forse, se devo proprio trovare un neo, l'accoglienza è stato poco calorosa ed il pubblico non è stato molto partecipativo, però c'è chi si è divertito nonostante non avesse dietro un nutrito gruppo che sostenesse la goliardia che la musica è in grado di provocare, ed ha comunque approfittato della nostra buona musica per divertirsi; in fondo è questo lo scopo di ogni musicista: far divertire il pubblico.
Il BarYcentro è un posto, ci spiegavano, a metà tra un bar ed un centro di aggregazione giovanile che sta in piedi da 17 anni e per tutto questo tempo ha fatto suonare un sacco di gruppi di tutti i generi, il che fa piacere sapere di trovare gestori che sanno cosa significa avere a che fare con le band. Non posso dire lo stesso del pubblico, però pazienza, a noi serve anche questo perché come sostengo ogni volta che facciamo un concerto: tutto fa scuola.
Ci hanno "promesso" che ci richiameranno quando la stagione calda sarà passata così che le persone saranno dentro il locale più volentieri e non ci saranno porte parte che possano disturbare il vicinato. Bene, ci speriamo. Nel frattempo ci stiamo preparando per i prossimi live che saranno numerosi.
Saty Rock and Play Surf
Twenty Euro For Love.



venerdì 18 maggio 2018

TUTTO PRONTO PER L'ARRIVO DEI TWENTY EURO FOR LOVE A COSTA MASNAGA?

L'inarrestabile tour dei Twenty Euro For Love questa sera arriva al BarYCentro di Costa Masnaga (Lecco) per una nuova ed imperdibile esibizione del fantastico trio surf.
La location si sposa bene con il nostro genere perché la cultura del surf è da anni presente sulle zone del lago, per cui quale ulteriore motivazione migliore serve per venire questa sera? Nessuna.
Se amate il surf, se amate la musica e se amate divertirvi, allora amerete anche noi.
Vi aspettiamo.



domenica 13 maggio 2018

L'AVVENTURA D'OLTRALPE

Se alla domanda:
"Dimmi, piccolo mio. Cosa vorresti fare per i tuoi 9 anni"?
E la risposta fosse:
"Vorrei andare a Parigi."
Si dovrebbe accontentare tale richiesta?
Certo!
Così è stato.
Ieri siamo tornati dalla capitale francese dopo quattro giorni trascorsi in viaggio per ammirare una città unica tanto quanto la mia batteria.
Ma che centra?
Centra, sempre la mia batteria.

Il desiderio di mio figlio per i suoi 9 anni era quello di vedere la Tour Eiffel, anche se non so bene come possa essergli venuto in mente dato che non parliamo tutti i giorni della Francia, né tanto meno di Parigi ma ha voluto comunque vederla da vicino.
Il suo desiderio è stato esaudito e con l'occasione tutta la famiglia ha sperimentato cosa significa fare un viaggio così lungo, in una città tanto grande e tanto rinomata con pochi giorni a disposizione.
Non siamo andati né con l'aereo e neppure con il TGV, bensì con il nostro fidatissimo Scudone, l'auto perfetta per una famigliona come la nostra. Quello che forse non avevamo ben calcolato, sono state le ore per arrivarci, sì perché oltre alle 8 ore canoniche ne abbiamo aggiunte altre 17, il che significa 25 ore in totale per arrivare a Parigi.
In effetti il viaggio di andata è stato davvero impegnativo; per prima cosa: sotto casa ci siamo trovati il corteo di chissà quale manifestazione che ci ha rallentato per un'ora sulla tabella di marcia, il che mi ha fatto pensare: chi ben comincia è a metà dell'opera...
Varcato il confine italiano con quello svizzero, ci siamo fermati per la prima sosta a Lugano, rifocillandoci, sgranchendoci le gambe e preparandoci al mood da turista visitando la cittadina. Questa pausa è stata pensata per poter viaggiare con i nostri figli già pronti per la notte, senza poi doverci rifermare ulteriormente. Questa era la teoria, in pratica lo stato elvetico non ci ha minimamente agevolato con la connessione sul telefono e di conseguenza non ci siamo più trovati l'itinerario da seguire e per ciò, detta brevemente ci siamo persi.
Andando in giro senza sapere dove fosse la città che ci avrebbe permesso di arrivare tranquillamente in Francia, siamo andati a logica geografica, ma non sempre questa può aiutare a trovare la strada più corta. Il vagare per la Svizzera ha richiesto una pausa di qualche ora per farmi riposare e per attendere che una qualsiasi stazione di benzina aprisse e ci fornisse un wifi dove poter controllare l'itinerario. Purtroppo questa pausa non è stata utile al riposo, sarà che la RedBull bevuta prima di partire abbia fatto per una volta il suo dovere? Per cui occhi aperti senza segni di cedimento, e nemmeno la connessione è poi arrivata, perché il wifi era impossibile ottenerlo dagli hotspot del stazione, l'unica soluzione a tal problema è stato chiedere alla polizia che nel momento in cui ho chiesto la strada per arrivare a Parigi mi hanno squadrato dalla testa ai piedi prima di rispondermi. Va beh, l'importante è stato ottenere l'informazione fregandomene dei sospetti che posso aver suscitato.
Dopo ore di viaggio siamo entrati in Francia e con noi è tornato internet nel telefono (grazie comunità europea per questo vantaggio; prendi esempio Svizzera) così ci siamo resi conto della distanza dalla nostra meta e di come poter arrivare a Lione per fare una sosta, magari in un luogo rilassante come un parco. L'abbiamo fatta con la speranza nel cuore di riuscire a schiacciare un pisolino che però non è stato possibile fare perché era pieno di gente e di sole. Questa sosta ci ha però ridato le energie per proseguire il viaggio verso Parigi ma allungato il tragitto di altri 50 km. Andati via dal parco e rimettendoci in strada per la capitale francese ad un certo punto gli occhi mi si stavano chiudendo da soli e per evitare spiacevoli inconvenienti ho preferito fare un'altra sosta in un'area di servizio poco dopo Lione. Ho cercato un posto all'ombra, i miei bimbi sono scesi dall'auto per giocare un po' e in men che non si dica ho potuto finalmente serrare gli occhi e riposare. Purtroppo mi sono svegliato di soprassalto credendo di stare ancora guidando mentre dormivo, lo spavento è stato così grande da non riuscire più a dormire. Che paura!
C'è da dire che nemmeno mia moglie è riuscita a riposare dato che si è prodigata come una santa nei confronti dei nostri figli ogni qualvolta chiedessero delle consolazioni o delle rassicurazioni, ciò sta a significare che il viaggio è stata una grandissima prova di forza anche per lei ma come sempre, ha reagito come una tigre.
Alle 19.30 o giù di lì siamo poi giunti in albergo, finalmente! 25 ore dicevo, ora si capisce il motivo.
Fatta la registrazione alla reception, momento in cui ho potuto sfoggiare il mio francese che credevo di aver dimenticato, invece devo dire di essermela cavata bene; posate le valigie, relax di qualche minuto e siamo usciti ancora per cercare del cibo per tutta la truppa. Peccato che fosse domenica e pure tardi per i francesi, il che ha voluto dire: tutto chiuso intorno a noi. C'è toccato con tutta la nostra delusione il ristorante dell'albergo. Tralascio il menù davvero poco vegetarian friendly, ma mi soffermo su i costi spropositati dei piatti che ci hanno propinato: due insalate con quattro foglie di lattuga e tre olive, una pizza ed un panino e due acque, in totale 70 euro!! Un'oscenità.
Comunque la mattina seguente, ovvero il giorno del compleanno di mio figlio, siamo andati a vedere la celebre Torre ed è stato uno spasso. Fortunatamente abbiamo trovato una giornata stupenda con il clima giusto per visitare la città e approfittando del bel tempo e di tutto il tempo a disposizione, ci siamo incamminati nei posti più caratteristici della città, l'unico problema è che per nostra disattenzione, non ci siamo portati dietro il passeggino per i piccolini ma solo il marsupio e la fascia per portarli in groppa. Ecco, dopo tutta una giornata passata a camminare lo sclero dei piccoli era in agguato per venire fuori a tutta forza. Le ultime ore della nostra visita per la città sono state davvero difficili con capricci e piagnistei, però poverini credo fossero davvero stanchi e scombussolati dal viaggio e dalla nuova situazione.
Il giorno dopo non ci siamo fatti cogliere di nuovo impreparati ed il passeggino questa volta è stato il primo oggetto che ci siamo portati dietro, in effetti la visita di Parigi è stata più tranquilla anche se con quell'oggetto infernale camminare, salire e scendere le scale è stata come fare una scalata, soprattutto se poi si è deciso di visitare Montmarte. Il quartiere degli artisti posto sopra la collina mi ha davvero colpito per la sua bellezza ed il panorama che abbiamo goduto davanti al Sacre Coeur è stato mozzafiato. Un vero gioiellino che mi sono perso la prima volta che andai a Parigi anni fa, ma che fortunatamente ho visto questa volta.
Non posso fare la telecronaca di tutto ciò che abbiamo visto, perché sarebbe lunga quindi arrivo già al giorno del ritorno. Potendoci evitare l'epopea delle ore per tornare a Milano, la pensata geniale è stata quella di fermarci in una città intermedia spezzando così il viaggio ed è per questo che ci siamo fermati anche a Dijon. La città è carina, piccola ed accogliente parecchio diversa dall'immensa Parigi ma è stata comunque molto apprezzata da tutti noi e la ricordo con piacere. Forse sarebbe stato carino poterla vedere con calma, ma d'altronde anche Parigi meritava di essere vista con dovizia di tempo; va beh l'importante è stato esserci a discapito di tutto.
Rimettendoci in marcia per Milano l'avventura è ricominciata, si perché per evitare di pagare l'inverosimile per i caselli, ci siamo scaricate le mappe svizzere e abbiamo azzardato una strada che portasse fuori dall'autostrada francese risparmiando così 79 euro. Inutile dire che ci siamo persi per qualche chilometro, per il semplice motivo che la connessione in Svizzera si perde e le mappe scaricate erano poco più che incomprensibili. Poi ovviamente nell'esatto istante in cui la retta via era stata smarrita, il diluvio universale ha deciso di manifestarsi su di noi.
In qualche modo siamo riusciti a rientrare nella carreggiata corretta (grazie a mia moglie) e poi siamo andati spediti fino al Monte Bianco. Ecco al tunnel che attraversa questa immensa montagna l'importo per attraversarlo mi ha lasciato senza parole. L'impresa eroica non è cessata con l'arrivo sulle strade italiane, anche qui il diluvio ha sferzato tutta la sua forza per una mezz'ora buona nella quale sono arrivati chicchi di grandine e secchiate d'acqua a non finire, tanto che ho dovuto fermarmi per evitare incidenti. Superata la tempesta (che mi ha ripulito l'auto dalle super cagate sganciate dagli uccelli francesi) siamo arrivati a casa e... sorpresa! L'ascensore era bloccato, per cui bagagli, figli in braccio e su per il settimo piano.
Insomma è stata davvero un'avventura tutta la permanenza in Francia ed il viaggio infinito per muoverci da una parte all'altra dell'Europa, ma n'è valsa la pena; al di là della stanchezza, del nervosismo e della tensione c'è stata anche tanta gioia, sorpresa e meraviglia per quello che abbiamo visto e vissuto. Proprio per questo turbine di sentimenti ed emozioni che ho provato e ho visto provare ai miei figli, quando sono riuscito a sdraiarmi (per pochi minuti) sul mio letto, complice un post che ha scritto mia moglie, sono scoppiato in lacrime. Sì era davvero da un sacco di tempo che non mi capitava una cosa simile ma l'essere arrivato a casa e poter finalmente rilasciare tutte le emozioni vissute, si sono manifestate sotto forma di lacrime. Beh anche ai migliori capita.
Comunque sia: Merci beaucoup.






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 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...