martedì 31 maggio 2016

SOLIDARIETA' FEMMINILE

A volte penso che per vivere sereni bisognerebbe non spare molte cose. I fatti di cronaca sono quelli che per primi ometterei dalle notizie quotidiane, perché personalmente sono quelle che più mi destabilizzano, mi amareggiano e ovviamente, mi preoccupano. Questo tipo di concetto l'ho già espresso diverse volte sul blog, ma davvero non riesco a farmene una ragione o scendere a patti con il fatto che noi esseri umani siamo dei mostri mascherati da uomini.
Tra tanti avvenimenti di sangue che ogni giorno sporcano le pagine dei giornali, quelli che accadono senza un'organizzazione malavitosa dietro sono quelli che mi angosciano maggiormente. Sapere che nelle grandi città, ci sono dei "cani sciolti" che agiscono in maniera violenta solo per il gusto di farlo, o per vendetta. mi fa davvero rabbrividire; e dire che le città italiane sono abbastanza sicure rispetto a quelle di altri paesi del mondo. Ma come si fa a vivere così?
Odio in modo viscerale chi si approfitta dell'ingenuità di chi sa stare al proprio posto, oppure si arroga il diritto di punire una donna, solo perché fisicamente è inferiore ad un energumeno idiota che sa comunicare solo con le mani.
L'ultimo omicidio, o meglio, femminicidio è quello accaduto pochi giorni fa a Roma, di cui si sta ancora discutendo per il mancato soccorso di chi ha visto ma non ha capito cosa stesse succedendo. Non entro nel merito della questione, anche perché è un fatto così terribile per cui ogni parola sarebbe inappropriata.
Ma il problema verte su un altro fattore, per quale motivo continuano a succedere cose del genere in Italia e nel resto del mondo?
Il motivo è semplice ed è spiegabile con il maschilismo che è talmente radicato nella natura dell'uomo maschio, per cui  è difficile sradicarlo dal retaggio culturale che si porta dietro.
Il maschilismo non è solo trattare male e in modo violento il gentil sesso, ma è qualcosa di più stratificato e viene fuori ad ogni occasione, anche qualora non si voglia per forza esprimere un'offesa ai danni di una donna o alzarle mani. Apprezzare esplicitamente una donna, rilegarla ad un ruolo prettamente sessuale, sottometterla socialmente ad un gradino più basso in quanto non forte abbastanza da poter combattere per il ruolo che le spetta, dare per scontato che ogni conquista raggiunta sia stata fatta con mezzi differenti da quelli consentiti, denigrare il valore della maternità, attribuirle la stupidità e l'incompetenza al volante, sono solo alcuni degli atteggiamenti che gli uomini sono soliti adottare nei loro riguardi, il che legittima la supremazia maschile.
Quando parlo con i miei amici  su argomenti che riguardano donne famose piuttosto che sconosciute, si arriva a quelle conclusioni talmente banali, misogine e volgari da comprendere il motivo per il quale tutti indistintamente reputano la donna come essere di secondo livello.
La cosa più aberrante è che si parte già da piccoli ad assimilare questo tipo di atteggiamento e mia figlia me ne riporta ogni tanto alcuni esempi a casa. Per quel che la riguarda in futuro spero che trovi un uomo abbastanza intelligente da rispettarla, anche se sono convinto che in un modo o nell'altro, si scontrerà con questa dura realtà. Anche per i miei figli maschi spero che non abbocchino a questa fasulla verità per cui l'uomo è superiore alla donna, che rispettino tutte le donne senza alcuna differenza.
Io sono un uomo ed il discorso vale anche per me, chissà quante volte ho mancato di rispetto una ragazza senza nemmeno accorgermene o di aver scherzato in modo non troppo gentile, anche se mi sento vicino all'ideologia femminista.
L'educazione è l'unica arma a disposizione per difendersi dai soprusi, ma per essere convinti che la cosa funzioni, già ai bambini andrebbe insegnato loro la maniera corretta per stare al mondo, nel rispetto di tutti; donne per prime.




lunedì 30 maggio 2016

I FIGHI DELLA SCUOLA

Al tempo della scuola, c'era chi non vedeva l'ora di fuggire al suono della campanella della ricreazione e chi di uscire dalla classe, nemmeno gli passava per l'anticamera del cervello.
Si riconosceva subito chi aveva il phisique du role per essere preso in considerazione nell'anno scolastico, bastava vedere chi lasciava la classe appena si aveva l'occasione per farlo. Ovviamente coloro che non si staccavano dal banco nemmeno durante la pausa veniva criticato a pieni polmoni da tipi come me, che coglievano ogni occasione buona per svignarsela e fare macello.
Mi ricordo che quello che veniva contesto ai secchioni, era la mancanza di intraprendenza e l'assenza del bisogno di svago. cioè, quella voglia di staccare la spina ma che neppure a ricreazione sorgeva come istinto naturale. Io e i miei amici ci ergevamo a chissà quale guru di saggezza perché seguivamo la filosofia del godere la vita a tutti i costi, soprattutto in ambito scolastico.
La ricreazione piuttosto che le ore buche, erano solo un pretesto per dare libero sfogo allo sballo "pseudo-naturale" sugli spalti o fuori dall'edifico scolastico, ma specialmente per rimorchiare le ragazze delle altre classi (ma pure quelle della stessa classe). Io questa l'ho sempre considerata come: la vera vita da studente.
Crescendo ne ho incontrati parecchi di personaggi che hanno seguito il mio modus operandi e alla fine siamo arrivati alla stessa conclusione, che forse a ben vedere, chi aveva ragione erano proprio loro, cioè quelli che hanno sacrificato il divertimento scolastico per poi ritrovarsi un impiego decente e magari meglio pagato dei fighi della scuola.
Oddio, non è così scontato che chi abbia fatto le clausure scolastiche, poi si sia dato alla pazza gioia dopo, cioè il divertimento nasce dentro come un'attitudine quindi potrebbero aver continuato su questa linea, però molti miei conoscenti che hanno avuto una certa carriera, ammettono di essere stati dei secchioni trai i banchi scolastici.
Essere considerato un figo a scuola, cioè negli anni migliori della nostra vita, è davvero così utile ai fini pratici?
A voi l'ardua sentenza.


domenica 29 maggio 2016

DOPO LO SHOW

Ci ho messo un po' a scrivere il resoconto del concerto tenuto il 25 al Boccaccio di Monza, pur essendo in ferie, non ho avuto il tempo necessario per fare le mie considerazioni a riguardo. In questo momento ho due minuti liberi perciò eccomi qua.
L'arrivo sul posto in solitaria si poteva tramutare in un viaggio infinito, ma grazie al fido navigatore, è stato meglio di quanto credessi, certo ho sbagliato ad impostare la via, però poi mi sono ricordato quella giusta e ad attendermi c'era Mr. Orange, ossia il mio bassista, in tutta la sua tranquillità che ha elargito anche a me in maniera naturale e rilassata. Dopo poco è giunto anche Mr. Blonde, ovvero il chitarrista è la squadra si è completata con tanto di maglietta d'ordinanza al seguito.
Sul palco non era stato ancora preparato nulla dello spettacolo che si sarebbe svolto da lì a poco, ma nessuno sembrava essere turbato da questo, quindi anch'io mi sono aggregato a questo mood di serenità ed è stato un bene. Dopo aver mangiato un piatto di pasta al volo, hanno fatto la loro entrata i Burning Heads e in men che non si dica hanno montato la strumentazione e tutto l'occorrente per imbastire uno show con i fiocchi. La rapidità con la quale è stato eseguito il montaggio denota una certa dimestichezza con i tempi brevi e molta professionalità, d'altronde, gruppi come questo sono in giro un sacco di giorni all'anno ed è abbastanza comprensibile ci sia mestiere dietro ogni gesto.
Il primo, in verità l'unico, problema che ho notato è stato un tom non molto congeniale al mio modo di suonare, però essendo io un fruitore della strumentazione prestata, mi sono dovuto adeguare all'abitudine del drummer-pro; alla fine non è stato così tremendo come temevo fosse.
Eccoci sul palco, davanti a noi un sacco di amici venuti gran parte dall'ufficio per assistere al nostro concerto e ammetto che l'agitazione era ben presente in me, ma dopo le prime note, l'ansia ha fatto spazio alla concentrazione e ho suonato al meglio delle mie possibilità.
La mia band ha fatto tutto come se fossimo in sala, ogni nota è stata suonata giusta, precisa e senza alcuna incertezza, questo ha dato modo anche a me di colpire ogni parte della batteria in maniera corretta ed ecco che un'esibizione si trasforma in qualcosa di magico. Quando si ha piena padronanza del suono, ossia, quando si riesce a calibrare la voglia di suonare con la capacità di farlo bene, allora il concerto viene fuori in maniera ottimale e questo viene percepito per primi da chi è in gioco sul palco, poi dopo l'euforia viene passata al pubblico che assiste positivamente all'esibizione.
Ciò che è stato molto utile a noi come gruppo, penso sia stata la consapevolezza di poter prendere i nostri tempi senza fretta, il che ci ha resi più tranquilli difronte a qualsiasi evenienza. Per fortuna non ci sono stati intoppi di nessun genere ed il concerto è filato liscio come l'olio.
Sono stato molto contento della buona riuscita del live, questo fatto ci lega profondamente come band, ci inorgoglisce e ci dà la possibilità di credere di poter andare avanti per tutti quegli altri concerti futuri con un pizzico di spocchia che contraddistingue un gruppo rock.
I colleghi e gli amici ci hanno fatto un sacco di complimenti e sono sicuro della loro veridicità perché ci siamo impegnati molto per la buona riuscita, ci abbiamo messo il cuore nell'esibizione ma anche tanto cervello e la cosa si è notata parecchio.
Sarà che noi Twenty Euro For Love siamo mosche bianche per quel che riguarda il tema delle serate, cioè facciamo un genere molto diverso dagli altri e questo si sente, sia nel bene che nel male, ovvero ci differenzia un sacco da chi fa hardcore o anche solo del punk stile "California" perciò veniamo considerati da chi è avvezzo ad uno stile molto più forte dal nostro, come delle novità in fatto di musica, oppure, non essere all'altezza di gruppi volutamente ruvidi, come quelli che si esibiscono dopo di noi. Come dicevo prima, l'avere fatto bene il nostro genere ci permette di andare a testa alta davanti a tutti, per cui chi non ama il nostro genere deve però arrendersi all'evidenza di averlo sentito in maniera perfetta.
Quello che ci manca è forse la possibilità di mettere in pratica più spesso ciò che abbiamo fatto il 25, ovvero, dovremmo fare più concerti perché solo così si riesce a crescere come gruppo.
Sono convinto che potemmo davvero dimostrare qualcosa anche a persone differenti dagli amici perché la voglia non ci manca affatto, anzi, volgiamo far sentire a tante persone che la musica è bella poiché è varia e noi nel grande panorama musicale vogliamo costruirci uno spazio tutto per noi.
Qui di sotto metto il link per scaricare il nostro primo album così si può avere un'idea di ciò che verrà proposto dal vivo.
Grazie a tutti coloro che sono venuti al concerto e spero di rivedere tutti e anche molti di più nelle date seguenti.
https://twentyeuroforlove.bandcamp.com/releases






mercoledì 25 maggio 2016

OGGI E' IL GRANDE GIORNO

Ieri per prepararci a dovere, ci siamo ritrovati in sala per una prova settimanale aggiuntiva e questo mi ha dato modo di sentirmi meno in ansia per stasera. Ho provato il mio rullante nuovo e funziona una meraviglia, i piatti sono arrivati perciò non ci dovrebbero essere problemi.
Alle 8.30 di stamane la prima comunicazione da parte degli organizzatori, tutto viene anticipato di mezz'ora rispetto a quanto scritto sul flyer, quindi lo show inizia alle 21.00, poco male, ai nostri colleghi abbiamo detto della variazione dell'orario e dovrebbero arrivare in tempo.
La mia famiglia non ci sarà purtroppo, tra mia moglie e il piccolino con l'influenza e gli altri due che l'indomani hanno scuola, si è preferito non presenziare al concerto di papà; pazienza, ci sarà un'altra occasione.
Tutto è pronto anche i dischi freschi freschi di stampa, quindi si attende il fischio d'inizio, che nel nostro caso è un 4 battuto con le bacchette e speriamo vada tutto per il meglio.


martedì 24 maggio 2016

ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA

Se c'era una cosa che ho sempre desiderato fare, era andare all'Acquario di Genova, ebbene, ieri finalmente ho soddisfatto questo desiderio.
Approfittando l'occasione di un impegno da portare a termine, la famiglia Mr.D's è andata a visitare l'enorme acquario, tuffandosi (è proprio il caso di dirlo) in una visita mozzafiato all'interno della gigantesca struttura. Purtroppo ieri è stata una giornata meteorologicamente disastrosa, è scesa tanta di quella pioggia che avrebbero potuto aprire le vasche e lasciare liberi gli ospiti occupanti senza recare loro alcun danno, ma per fortuna non l'hanno fatto. La pioggia battente si è manifestata in tutta la sua violenza sotto forma di granelli di grandine, tipo una mega granita open air, ma questo comunque non ci ha dissuaso minimante dall'intraprendere una visita assai istruttiva, sia per grandi che per piccini.
Essendo stato un giorno feriale non abbiamo fatto code interminabili, ma nonostante questo, c'era lo stesso un bel nutrito gruppo di turisti che come noi, hanno osservato più da vicino delle specie acquatiche impossibili da vedere in occasioni diverse, a meno che non si faccia parte della famiglia di Jacques-Yves Cousteau.
L'atmosfera all'interno è davvero suggestiva, sembra di camminare in un vero fondale marino, sia per le diverse sfumature di blu che accolgono durante il percorso, sia per la quiete che infondono i pesci nelle loro movenze così delicate e soavi. Ci sono davvero un sacco di esemplari da vedere, come le murene, i delfini, gli squali (squali? s-quelli! ehehe) mante giganti, razze (di tutte le razze eheheh) e perfino pinguini, foche e lamantini. Ovviamente ci sono le meduse, creature estremamente affascinanti, le tartarughe d'acqua, le rane, i pesci della barriera corallina, insomma davvero una moltitudine di esseri acquatici e non; sì certo, c'è anche il terrario.
Forse l'aver mangiato una frittura di pesce il giorno prima, non è stato un buon biglietto da visita, però era talmente gustosa che capisco perché i predatori acquatici vanno ghiotti di tutto ciò che nuota in acqua; ok scusatemi pesciolini la prossima volta verrò a digiuno.
La visita è durata un paio d'ore, mettendoci anche il tempo per un break, il che significa non particolarmente lunga (si sa, dopo tre giorni il pesce puzza) ma nemmeno troppo corta, è giusta per i bambini che non fanno in tempo ad annoiarsi e va bene anche per i genitori che non si devono inventare chissà cosa per riuscire a portare a termine la gita.
Penso che l'unico neo lo si avvertirebbe, se si andasse in un giorno festivo, ecco forse in quell'occasione non si potrebbe vedere molto, anche perché l'acquario è quello che è, perciò ha dei limiti di spazio come giusto che sia. I punti d'osservazione più interessanti però sono dislocati logisticamente bene, non si fa poi molta fatica a restare fermi a guardare tutto il tempo necessario, potrebbe arrivare qualche spintone, ma dopo tutto bisogna metterlo in conto; in alternativa, se si può, meglio andarci durante la settimana.
Il prezzo per una famiglia numerosa come la nostra non è molto abbordabile, i bambini pagano 15 euro e i grandi 25, ma con un po' di astuzia si riesce ad acquistarli grazie ai punti dell'Esselunga, sempre così pronta a farci risparmiare (grazie dott. Caprotti, forse ora stai pure scontando una pena di 6 mesi, vero?), questo per dire che di possibilità per andarci ce ne sono.
La sensazione che ho provato durante la visita è stata quella di sentirmi io personalmente un pesce fuor d'acqua, nel senso che sembrava di entrare in casa di qualcuno senza essere poi così atteso, proprio perché l'atmosfera è molto pacata. Certo se non si finisce dietro ad una scolaresca delle medie la si percepisce maggiormente, comunque è una cosa da provare.
I miei figli si sono parecchio divertiti ed è stato molto piacevole, se non fosse venuto il diluvio universale avremmo potuto visitare alche il galeone posto appena fuori l'entrata principale, ma purtroppo lo spirito di Capitan Findus (recentemente ospitato in una casa di cura, dopo che la TV l'ha completamente abbandonato) non ha creduto fosse importante per noi.
Sono sicuro che in futuro ci ritorneremo ancora, così anche il pesciolino più piccolo della famiglia Mr.D's si potrà godere lo spettacolo e magari ricordare anche qualcosa, nel frattempo gli lascio tre esempi di ciò che troverà. Ciuff!

 






venerdì 20 maggio 2016

UNO SGUARDO INDIETRO

Ogni tanto capita che ripensi al mio passato, a tutto ciò che ho fatto e alle esperienze vissute, non tanto per un moto di nostalgia (che a volte capita anche quella) ma per fare un raffronto con la vita di ora, ebbene, il passato sembra una specie di vecchio film visto un sacco di tempo fa. E' normale certo, eppure quello che mi sconvolge è il tipo di persona che ero, mica il lungo lasso spazio-temporale trascorso da allora fino a oggi. Mi vengono in mente le persone con le quali ho condiviso delle situazioni assurde, magari lì per lì sembravano addirittura memorabili ma poi sono filate via lisce come tanti fili di seta, così altamente scorrevoli da passare tra le dita senza lasciare alcuna traccia del loro passaggio. Ripenso a tutte quelle sere passate con gli amici a bere e a fumare come pazzi, a sentire la musica ad un volume impressionante, a suonare dal vivo e ad assistere ai concerti di chiunque. Quei momenti sono stati così estremi da aver avuto il timore di non riuscire a venirne fuori mai più, come se fosse stata tracciata una linea così profonda da arrivare alla perdizione totale e non riuscire più a risalire la china. Non avere obiettivi, non avere alcun scopo, perdere tempo.
Mi viene da fare un rapido excursus di ragazze incontrare per caso o perché il destino ha voluto che fosse quella la protagonista di un certo periodo, di tutte quelle cose che ho detto, degli errori che ho commesso in nome di un legame passeggero, ma che aveva il sapore dell'amore eterno quando poi in realtà il periodo trascorso insieme è stato solo una parte infinitesimale della vita.
La mia infanzia non la ricordo come un film, piuttosto la definirei come un'avventura letta in un libro, ci sono le scoperte, le emozioni, i traguardi, gli scontri, ha tutto ciò che serve per essere paragonata ad un storia epica con tanto di vittorie sulle paure infantili ma anche di quelle sconfitte utili alla crescita.
Ricordo i giochi infiniti fatti a casa con i miei giocattoli, le partite in cortile, le corse sfrenate con la mia bicicletta e il gruppo di amici con il quale si divideva la merenda; i discorsi notturni con mio fratello prima di andare a dormire, il tempo passato con i miei genitori durante le vacanze estive e mi sovviene con un leggero sorriso, quando ero convinto di essere in grado di parlare alle stelle.
La memoria di un tempo passato è l'unico legame di una vita che non ci appartiene più, è di un altro con le nostre stesse sembianze ma di fatto non è nostra.
Una delle mie più grandi paure è quella di svegliarmi un giorno e non ricordare nulla, di perdere ogni cosa del mio passato, di avere la memoria azzerata; se ci penso mi vengono i brividi. Non sapere niente di noi stessi, non avere un vissuto nemmeno un lontanissimo ricordo. Come ci si potrebbe sentire?
Non saprei, non ricordo... che paura.





mercoledì 18 maggio 2016

25 MAGGIO FOA BOCCACCIO

Manca giusto una settimana per il secondo live dei Twenty Euro For Love (20EFL, in acronimo) e ammetto di sentire un po' la tensione, ma è un sentimento che mi fa sentire vivo, mi elettrizza, mi emoziona anche se comincio a perdere qualche minuto di sonno ogni notte di più in attesa dell'esibizione.
Quando cominciai a suonare non sentivo per nulla la tensione del palco, anzi, ero piuttosto spavaldo e m'importava poco della buona riuscita, nel senso, che l'importante era fare macello e sicuramente ne facevamo parecchio; ora invece, sarà che sono diventato più vecchio e quindi maturato, sarà che il genere è cambiato parecchio, la buona esecuzione è ciò che auspico maggiormente. Forse anche aver seguito delle vere lezioni di batteria mi ha indotto a pensare che si suona solo in una maniera cioè: bene.
Lo scoglio più grosso è sempre lo stesso, ossia, la strumentazione. Non possedendo una mia batteria personale, devo sempre affidarmi al buon cuore di altri batteristi e non è assicurato che abbiano un animo gentile ed altruista, staremo a vedere, nel frattempo questa è la locandina della serata.


martedì 17 maggio 2016

I GOMORRISTI

Non avevo mai visto Gomorra prima di qualche settimana fa, avevo letto il libro e francamente l'ho trovato un po' noioso. Non me ne voglia il caro Saviano, ma a quanto pare anche Zero Zero Zero è stato duro da mandare giù, cioè, è così che mi è stato riferito da chi lo ha letto, io non mi sono azzardato. Però la serie è avvincente, molto cruda e diretta, quel tanto che basta per tenere sulle spine lo spettatore dall'inizio alla fine.
Ho sentito dei pareri differenti sugli episodi, tipo: non è vero che i camorristi si sparano così facilmente tra di loro: i dialoghi sono difficili da comprendere per chi il dialetto napoletano non lo conosce; è troppo violento; è banale.
Personalmente non appoggio nessuno di questi pareri, credo che la serie sia ben fatta e strizza un po' l'occhio ad un tipo di narrazione all'americana, cioè, molto veloce e con il finale a sorpresa (ammesso che siano così quelle americane, io non me ne intendo molto). Che dire, mi piace.
Forse la serie capostipite che ha fatto scuola in ambito mafioso è stata sicuramente "La Piovra", ok si parla di parecchio tempo fa, ma se non sbaglio deve aver ricevuto pure qualche premio, quindi vuol dire che era ben fatta anche quella, sebbene io non l'abbia mai vista.
Il tema mafia e dintorni è molto cara all'Italia, dato che una cosa che purtroppo sappiamo fare bene, è come dire un prodotto I.G.P. o D.O.P, insomma, qualcosa di autoctono tipico italiano e vedendo telefilm come Gomorra si può capire il motivo per cui sia così radicato nel nostro amato Bel Paese.
Come diceva Piero Pelù: "Non è la fame ma è l'ignoranza che uccide" ed è vero, purtroppo nei luoghi dove manca una cultura di fondo anche solo basilare, si fa strada un modo di interpretare la vita in maniera distorta e paradossale, come se le regole che determinano il benestare di una città, possano essere istituite da persone che maneggiano la violenza a loro uso e consumo, ma dove soprattutto mancano le istituzioni dilaga la criminalità senza ostacoli, poi se quel poco che c'è è pure corrotta, c'è poco da sperare in una soluzione definitiva.
Gomorra è una telefilm che prende spunto da fatti realmente accaduti, questo è ciò che ha dichiarato Saviano in alcune interviste perciò non credo siano totalmente inventate ed è questo il dramma, se fosse tutta finzione come "The Walking Dead"la cosa sarebbe meno scioccante, invece nei paesi dove la violenza è all'ordine del giorno e che vive drammi quotidiani come gli omicidi, beh sicuramente fa riflettere parecchio.
Continuerò a vedere la serie per prendere maggiore coscienza su ciò che vivono i miei parenti ogni giorno, non sono camorristi sia chiaro, però sicuramente vedranno dal vero ciò che io vedo alla TV; poveri loro, non li invidio proprio.



lunedì 16 maggio 2016

IN CERCA DEL FATTORE "X"

Devo riconoscere che del programma X Factor so davvero pochissimo. Mi sono limitato alla prima edizione con la vincita della Ferreri, (ammesso che fosse la prima, ammesso che abbia vinto lei) per il resto il buio.
Oggi per caso, sono finito davanti al palazzo della Regione Lombardia con mio figlio addormentato nel passeggino e mi sono imbattuto in una fiumana di persone in attesa del loro turno per l'audizione. C'erano un sacco di ragazze e di ragazzi, di giovani e di meno giovani, tutti abbigliati all'ultimo grido rimarcando quel cliché un po' scontato che vuole l'artista un tipo eccentrico. Alcuni provavano con la chitarra, altri intonavano un canto corale con tanto di coreografia annessa, per ammazzare l'attesa estenuante di esibirsi di fronte a qualcuno che da lì a poco li avrebbe giudicati. Sicuramente quelle sono ore interminabili e con tutta probabilità, ci saranno state persone che arrivavano persino da città lontane, per cui è giustificato il nervosismo e la stanchezza, ma ne vale veramente la pena?
Io non giudico e nemmeno critico chi si presenta a questo talent con lo scopo di coronare un sogno, ovviamente, sono persone alle quali piace la musica e magari vive per questo, però io personalmente non lo farei anche se la musica è forse la mia più grande passione.
Oggigiorno l'ambiente musicale è cambiato moltissimo rispetto a solo una decina di anni fa, per non parlare da quando ho iniziato a suonare io e va beh, a tutto il glorioso passato della storia dei grandi nomi.
Ora; non è che vorrei fare l'uomo vissuto, piuttosto che il purista musicale, ma ai miei tempi (oddio, ho usato davvero questa frase da anzianotto?) si suonava ancora per esprimere quella voglia di ribellione covata dai giovani, come un dissenso non del tutto esaurito nei trent'anni precedenti; come se negli anni '90 ci fosse stato un colpo di coda della scena hippie e punk ma più moderno e con delle tematiche nuove. Gli anni '90 hanno visto nascere le posse, il new metal, il crossover, il trip pop, il brit pop e l'hip hop (così ho chiuso in rima) e c'era ancora una scia di new wave che faceva fatica a staccarsi da certi gruppi, per cui si è detto e fatto molto in quel decennio.
Con l'avvento dei talent la musica è diventata pura esibizione fine a se stessa, uno show per intettenere un spettatore da casa e niente di più, per cui tutti coloro che si sentono dotati di talento; appunto, vogliono salire sulla giostra della notorietà e scendervi il più tardi possibile.
Credo che arrivare velocemente al successo, comporti il declino altrettanto velocemente e per questo la qualità di ciò che viene prodotto non ha molto valore, è fatto per essere consumato e dimenticato in fretta.
Il mio concetto di musica è differente, la produzione del disco non è sovvenzionata da nessuno (purtroppo) l'esibizione live è pensata per un pubblico e non per i telespettatori e al successo si arriva facendo molta gavetta.
Il fattore x probabilmente verrà trovato in uno di quei ragazzi che partecipano al programma, ma è molto facile trovarlo negli artisti che ancora credono che la musica sia un concetto più alto rispetto ad un disco confezionato da professionisti del pret a porter musicale, forse in questo caso si dovrebbe chiamarlo fattore XXL.

mercoledì 11 maggio 2016

SUI MEZZI PUBBLICI

Quando vado in giro da solo prendo i mezzi pubblici soltanto se sono in difficoltà, cioè se sono rimasto a piedi con la bici. Non li disdegno ma preferisco muovermi autonomamente per Milano, il che comporta una piena libertà di movimento e soprattutto non devo sottostare né a orari, né alle fortuite coincidenze. Qualche volta capita di doverne fare uso e in automatico vengo catapultato nel mondo dei pendolari, ossia, il popolo che vive nel traffico e nel caos. Sui mezzi ci sono così tante tipologie di persone diverse che si potrebbe tracciare uno spaccato di realtà davvero interessante.
Coloro che ne fanno largo uso sono in primo luogo gli anziani, poi vengono i giovani sprovvisti di patente, i lavoratori indefessi e quelli come me che li usano soltanto quando è necessario, tra questi ci sono anche i turisti e gli animali. Credo di aver menzionato più o meno tutti, ah no cavoli! Mi sono dimenticato di quelli che non pagano il biglietto, che in verità sarebbe la categoria globale nella quale tutti sono inseriti.
Nel mio passato ho avuto diversi scontri con l'ATM (azienda trasporti milanese) più che scontri sarebbe meglio dire decine di multe e una manciata di fughe dai controllori.
Vorrei fare un inciso, uno dei tanti tram nuovi, (attualmente non lo sono più), i Sirietto per intenderci, l'ho finanziato io personalmente con tutte le multe prese negli anni. Ne vado pure fiero dato che ho regalato alla mia città un mezzo pubblico nuovo; però se mi è concesso dire, avrebbero potuto spendere meglio il mio denaro visto che alcuni tram sono fatti in maniera tale da odiare chiunque vi ci metta piede. Non tutti per fortuna, ma alcuni di essi sono stati disegnati internamente, da persone che i mezzi pubblici con molta probabilità, non li hanno mai presi. Ora non scendo i dettagli ma i milanesi avranno intuito di quali parlo.
Comunque, il primo enorme problema che avverto quando salgo sulle vetture dell'azienda meneghina è la temperatura insopportabile. Ogni stagione è buona per patire il caldo, sia in estate ma specialmente in inverno. Il calore che si percepisce stando stipati come sardine e con la gente che alita sul collo, magari sudata e maleodorante, è insopportabile. Ogni cosa presente sul mezzo diventa unta e viscida, la gente si trasforma in bestie bavose, alcuni di loro hanno persino il coraggio di cibarsi di carogne sotto forma di panini, mentre altri salgono dopo aver appena spento una sigaretta. Tutto ciò se moltiplicato per il numero di utenti e replicato su ogni vettura che si deve cambiare, raggiunge dei livelli di schifo davvero nauseabondi.
Il secondo problema sono le vetture scomode, il che aumenta a dismisura quello appena descritto.
Non posso lamentarmi troppo dell'efficienza del servizio comunale del trasporto, in fin dei conti, non è così male. Ok, non lo uso tutti i giorni ma per un sacco di anni sono stati l'unico modo per raggiungere ogni zona di Milano e dintorni e ammetto che ci sono andato sempre in maniera agile e in orario, peccato che qualche volta sono dovuto scappare dai controllori e di strada forse ne ho macinata più io che il tram, per il resto va bene così. Il consiglio che do a tutti i passeggeri è quello di lavarsi di più, così saremmo tutti contenti di incontrarci sui mezzi. Buon viaggio.


martedì 10 maggio 2016

QUELL'INDIVIDUO PENSANTE SI CHIAMA FIGLIO

Quand'ero ragazzo e di figli non ne avevo, pensavo che il giorno in cui sarei diventato padre avrei fatto fare ai miei figli, ciò che all'epoca ritenevo fosse molto fico, tipo: andare alla feste degli amici insieme a loro, portarli al pub, ai concerti, insomma ovunque ci fosse del divertimento, non dico dello sballo, ma qualcosa di simile. Ad essere onesto, con la mia prima figlia ci sono andato abbastanza vicino a questo modo di crescere i pupi, ma per fortuna ho avuto una donna affianco a me che mi ha fatto rinsavire immediatamente.
Uno dei miei obiettivi era quello di fare a mia figlia un battesimo pagano, che consisteva nel bagnarle il capo con la birra, in un locale dove ero considerato un resident. Ovviamente mia moglie ha negato fin da subito una tale idiozia e la ringrazio, però l'idea di fare una cosa estrema come questa mi galvanizzò parecchio.
Il primo periodo della mia prima paternità, ero ancora legato a quella sfera di amici piuttosto casinisti ed io, in quanto loro amico e molto spesso anima delle feste, avrei voluto far partecipare la mia famiglia a questo genere di avvenimenti. Ho creduto che fare il genitore moderno fosse corretto, che far conoscere i miei amici fosse un passo obbligato, che condividere con lei i miei stessi interessi fosse una cosa che ci poteva unire come un'unica identità. Ma non è così.
Quando portai quelle poche volte mia figlia al mio pub preferito in realtà non fu molto fico, mica per me, ma per lei, povera piccina. La volta invece che andai con la mia piccolina a casa di amici, per poco mia moglie non mi uccise (e come sempre aveva ragione) dato che la situazione fu decisamente troppo malsana per una bambina piccola. In quell'occasione non era il caso che vedesse gente poco lucida, che respirasse quintali di fumo passivo, che intorno a lei ci fossero solo alcolici e soprattutto che non ci fosse nessun bambino come lei a farle compagnia giocando insieme.
Poi una volta al mare, degli amici ci invitarono sulla spiaggia ad assistere al concerto dei Marta sui Tubi e ok, lo scenario era ben diverso e di figli ne avevo due, però non era un posto adatto a loro; ragion per cui, mi sono reso conto che forse fare il papà rocker, piuttosto che quello alternativo o "giovane", può essere divertente solo se sporadico e non se è l'abitudine.
Avevo un'amica che divenne genitore (single) prima di me e di tutti gli altri amici, posso dire che la figlia la seguiva ovunque, proprio come quella volta al Tipota che la mise con il seggiolino dell'auto sul tavolo e intorno alla piccola creatura, una nube di fumo l'avvolgeva come la nebbia londinese, a quei tempi si poteva fumare ancora nei locali. Mi ricordo che venne tacciata come madre snaturata da tutti i clienti fumatori che sbuffavano in faccia centinaia di sigarette. Forse avevano ragione, per questo poi se ne andò.
Una volta sentii dire di una tizia che conobbi tempo fa, che questa andava ai rave e lasciava in casa il bimbo da solo a dormire, oppure cosa ancor più impressionante, che lo faceva restare in macchina fino a fine serata. Questo è decisamente estremo, ma forse per lei poteva sembrare cool e figo sia per lei, sia per il figlio; a parer mio sembra solo incoscienza.
L'unica volta in cui i miei bimbi mi hanno visto suonare dal vivo, per poco non diventavano sordi, non tanto per la musica che suono con la mia band, ma per i gruppi hardcore saliti dopo di noi. E poi anche tutti gli amici ubriachi oppure strafatti che sono venuti a salutare me e la mia famiglia, ebbene, non sono cose che dei bambini dovrebbero vedere dato che si dovrebbe preservare il più a lungo la loro innocenza. Per queste cose c'è tempo.
Può sembrare figo portare i bambini nei luoghi dove gli adulti si divertono, ma non è così perché loro giustamente non si divertono come noi. Basta pensare che un adulto non trova spassoso passare la giornata al parco giochi, così un bambino non trova entusiasmante assistere ad un concerto hardcore o trovarsi in mezzo ad un branco di ubriaconi in un pub.
A ognuno il proprio posto, gli adulti con gli adulti e i bambini con i bambini, questa è l'unica cosa certa e giusta. Stai a vedere che nei parchi poi, ci si diverte pure di più.
Beata innocenza.


lunedì 9 maggio 2016

AMORE DI COTONE E CIOCCOLATA

Ci sono giorni in cui la fatica la fa da padrona e per questo ogni cosa suscita malumore, nervosismo, dando vita a piccoli screzi che punzecchiano chiunque sia nei dintorni di un dialogo ironicamente nevrotico. Forse tutto parte dal sonno mancato di una lunga serie di notti in bianco o dall'enorme aspettativa di un momento di tenerezza sfuggito per una manciata di sbadigli, dovuti ai sempre più frequenti risvegli di qualcuno di un'immacolata innocenza o dal lavoro stressante.
Non si riesce a rimediare al teorema della biglia sul tavolo inclinato, quando questa comincia a spostarsi, il movimento prende sempre più velocità e alla fine diventa inarrestabile, per cui, prima di fine travolti, meglio scansarsi andando via.
Ci sono notti in cui, pedalo in giro per Milano e ogni cosa appare diversa, come i cartelloni pubblicitari che dopo una certa ora assumono un messaggio malizioso, soprattutto quelli dei costumi da bagno; la gente in giro a volte sembra amica, altre volte meglio starne alla larga. L'atmosfera diventa malinconica, complice la brezza fresca e la pioggerellina timida, pronta a scatenarsi nei prossimi giorni come avverte quell'applicazione sul telefono che non ci azzecca mai. Si è sentito dire spesso dalla gente, che Milano è la Parigi d'italia, personalmente non credo sia così romantica però è l'unica città dove posso accorgermi delle sue sfumature e mi adatto alle situazioni differenti che presenta ad ogni suo angolo. Dubito che a Parigi mi sentirei così a mio agio, forse perché l'ho visitata una sola volta; chissà...
Ci sono momenti in cui la musica che ascolto capisce il mio mood, lo stato d'animo e le sensazioni che provo a stare di notte da solo in mezzo a tante persone che mi sfrecciano di fianco, presi ognuno dalla propria vita e dalle conseguenze delle loro scelte. Come se l'iPod diventasse una sorta di grillo parlante e inviasse le canzoni più adatte per quel preciso stato d'animo e mi rievocasse lontani ricordi, momenti di felicità farciti di nostalgia. La musica è infingarda, vuole solo provocare quella reazione eclatante che da principio si sa, è impossibile da attuare concretamente, come: tornare indietro a tutta velocità e gridare sotto la finestra della donna dei miei sogni che l'amo con ogni fibra del cuore, poi salire in casa, abbracciarla e prometterle ancora una volta amore eterno.
Ci sono degli atteggiamenti assunti che nascondono il suo contrario, come una distorsione di un'immagine percepita con una lente non adatta, qualcosa di spinoso come una pianta di cotone ma che all'interno vi è un fiocco soffice ed accogliente dove è possibile tuffarsi senza pungersi, basta solo capire quando è il momento di coglierlo.
Non ci sono invece le occasioni per esprime quanto ho dentro, cosa penso in certi momenti e quale sarebbe la soluzione più giusta per venirne fuori incolumi, perché è tutto un correre di qua e di là, perché ho, anzi, abbiamo tanto altro da fare che non è possibile esternare i propri sentimenti con tranquillità, con quella pacatezza che rende prezioso un attimo; ogni secondo se ben calibrato, diventa importante quanto un anno, ma a volte non si riesce ad avere neppure quello.
Dare per scontato e sottintendere sono i due semi dell'erbaccia che si ramifica tra due persone e diventa dannoso per un rapporto, per evitare che ciò accada bisogna declamare il sentimento, decantarlo, celebrarlo ogni giorno poiché, se è sincero, sente la necessità di risplendere sotto gli occhi di tutti.
Molti dicono che il matrimonio sia la tomba dell'amore; certo, se non lo si celebra con passione è probabile che venga sovrastato e soffocato da un pesante strato di abitudine, per cui va mescolato sempre come la cioccolata calda, prima che si formi quella pellicola fastidiosa sulla superficie che lo rende disgustoso.

sabato 7 maggio 2016

UNA PARTY LUNGO TUTTA UNA NOTTE

Oggi è il compleanno di mio figlio e come tradizione vuole, per celebrare la sua nascita si organizza la sempre ben accetta festa di compleanno.
Sono due settimane che attende questo giorno, tant'è che ha fatto il conto alla rovescia dal 25 aprile più o meno. Ebbene stamattina l'attesa è stata incontenibile e alle 6.30 si è svegliato per aprire i suoi regali, ricordandoci per l'ennesima volta che sette anni fa nasceva lui (come se non lo sapessimo). Ok l'eccitazione, ma alle 6.30 di sabato non si dovrebbe svegliare nessuno! Abbiamo temporeggiato ancora qualche minuto e finalmente ha scartato i suoi desideri a forma di giocattoli. C'è da dire che basta poco per far contento mio figlio, non ha mai richieste esose, per esempio, una delle sue richieste per quest'anno è stato uno spazzolino da denti a forma di coccodrillo, in aggiunta un costume da bagno intero da surfista. In effetti ci è sembrato un po' pochino, perciò abbiamo rimpinguato i suoi doni con tre scatole di Playmobil e due scatolette di Bumcheens ( una nuova diavoleria di quest'anno).
Sicuramente è stato molto felice di ricevere i giocattoli nuovi, ma la gioia più grande sarà sicuramente la festa con tanto di pigiama party annesso.
Sugli invitati mio figlio è molto selettivo, ha invitato due suoi amici e soprattutto la sua nuova fiamma, una bambina molto dolce e graziosa. Quest'ultima, per impegni mondani accavallati, degni di una piccola star, era stata invitata precedentemente ad un'altra festa, eppure, per non dare un dispiacere al mio piccolo ometto, ha anticipato l'ora d'arrivo a casa nostra per poter giocare almeno un'ora in esclusiva con lui. Ho fatto in tempo a vedere la sua pazza reazione appena la piccola ospite d'onore ha messo piede in casa, inutile dire che è diventato matto dalla contentezza.
Penso che a quest'ora anche gli atri due saranno già arrivati e i giochi saranno febbrili e concitati, come è giusto che sia (immagino già il caos mondiale nella sua stanza) per cui il divertimento, dopo il taglio della torta, che altro non è che una serie di panini al latte con Nutella in fila che formano un 7, proseguirà fino a notte fonda con il pigiama party.
Non so cosa aspettarmi al mio ritorno, le possibilità sono due:

  1. Non avrò più una casa, perché nel frattempo sarà saltata in aria.
  2. Saranno talmente esausti che saranno cotti come del prosciutto Rovagnati in scatoletta.
Sono contento per lui, è il suo primo pigiama party e vorrei che andasse tutto per il meglio; certo che peggio dell'anno scorso non potrebbe andare (il post la NEFASTA FESTA DI COMPLEANNO dice tutto su quel giorno) per cui goditi questa giornata tutta dedicata a te e tanti auguri figlio mio.




mercoledì 4 maggio 2016

LE SERIE PIU' NOIOSE DELLA TV

Da quando sono terminati i nostri telefilm preferiti, ossia: The Walking Dead e Shamless, mia moglie ed io, abbiamo dovuto trovare qualcos'altro da guardare insieme. Oggigiorno i serial vanno davvero per la maggiore per cui c'è davvero l'imbarazzo della scelta, dato che ogni nazione ne sforna a quintali. Sicuramente le americane sono le più seguite, ma anche quelle italiane non sono male.
Non è sempre una sicurezza il made in U.S.A. e nemmeno i grandi nomi sono un sinonimo di fiducia, per esempio, "Il Trono Di Spade" è la cosa di più vicina alla noia che abbia mai visto. Nonostante la gente diventi matta per quel telefilm, ideando i mob action in giro per il mondo e declamandolo i libri dai quali sono tratti gli episodi come dei capolavori assoluti, io personalmente faccio una fatica boia a restare sveglio durante la messa in onda. Le puntate sono lunghe e lente, parlano ininterrottamente per un'ora buona e i dialoghi sono contorti e poco chiari. Le vicende non sono altro che intrighi e cospirazioni ai danni dei sovrani e manca l'azione della guerra, piuttosto che le epiche battaglie. Non dico che sia fatto male, anzi, probabilmente rispecchia molto quello che succedeva nel medioevo, pur essendo inscenato in un tempo indefinito e in un luogo immaginario e la cura nei costumi è davvero notevole, però che pizza tremenda stare dietro a tutti quegli impicci. Il serial è famoso per le scene di sesso molto esplicite e sì, in effetti durante quei momenti la mia attenzione viene leggermente catturata, eppure, persino nelle scene più calde il dialogo infinito lo fa da padrone; è insostenibile.
Al cugino del serial sugli zombie, cioè: Fear The Walking Dead, non va molto meglio, a dire il vero pure questo è lento come la morte. La prima serie è stata comunque lenta, ma tutto sommato non mi è dispiaciuta visto che la catastrofe a Los Angeles era agli albori, per cui è apparso uno scenario nuovo con delle soluzioni più vicine a quelle che potrebbero essere le reali possibilità di una famiglia, piuttosto che dell'intera comunità, in una situazione come quella. Si può dire che sia leggermente più vicino alla realtà pur essendo un serial di fantasia.
L'ultima puntata vista, è stata più movimentata ma giusto di poco, quel tanto che è bastato a non far chiudere gli occhi, però era anche la quarta San Crispino! Vuol dire che le prime tre sono state un'agonia di noia.
Bisogna tenere duro fino ad ottobre per gli zombi, quelli veri, e gennaio per la famiglia più disfunzionale della TV, nel frattempo mi guardo Gomorra che rispetto a queste due è tutta un'altra storia.
"Sta senz' penzier"


lunedì 2 maggio 2016

RYANAIR: UNA BELLA COMPAGNIA DI FURBETTI

Tempo fa mia moglie ed io, avevamo progettato un viaggetto in Danimarca con tutta la famiglia, poi per alcune circostanze strettamente personali l'abbiamo rimandato.
Si sente dire in ogni dove che per risparmiare bisogna prenotare il viaggio aereo con largo anticipo e in effetti è stato così, cioè prenotandolo diversi mesi prima il prezzo del biglietto è stato molto vantaggioso. Certo, che nel corso di questo lungo periodo di tempo è possibile che accada un imprevisto qualsiasi, come è successo a noi, però la Ryanair assicura che si possa rimandare il volo, cambiare la destinazione, cedere il biglietto a chiunque senza problemi.
Il giorno destinato per il viaggetto sarebbe stato oggi, ma dato che non ci possiamo andare, abbiamo fatto come suggerisce la compagnia low cost per non perdere i soldi già versati sul loro bel conticino, ossia, di fare le nostre modifiche prima di effettuare il check in online.
Allora oggi mia moglie si è messa davanti al computer cercando di fare il necessario per non perdere il prezzo del biglietto. Bisogna premettere che sia il call center della compagnia (estremamente costoso) che il sito, non permettono i cambiamenti in maniera facile, per cui apri di qua, scartabella di là, cambia questo e cambia quell'altro alla fine è riuscita a modificare praticamente tutto. Eravamo quasi soddisfatti di non aver regalato ai quei bei furboni i nostri soldi, se non che, alla mia astuta mogliettina è caduto l'occhio sulle penali. Per ogni cambio biglietto avremmo dovuto pagare 30 euro di penale, sia andata che ritorno, perciò facendo la moltiplicazione per cinque, questo cambio sarebbe venuto a costare più dello stesso biglietto; ma è una follia!
Se loro spalleggiano caldamente le eventuali modifiche prima del check in, dove causo a loro il danno? Va bene i posti li abbiamo prenotati, ovvio; sennò non avrei potuto viaggiare e non avrei usufruito dello sconto, ma non avendo eseguito il check in, quei posti non erano bloccati definitivamente per cui ancora rivendibili. Non è così? A quanto pare no.
E' vero sui biglietti non c'è nessuna assicurazione da stipulare ed è anche per questo che si pagano poco, ma non è specificato bene che il cambio non sia gratis, anzi, non viene proprio menzionato.
Vista così è semplice definirsi low cost, ma se si sgarra per qualsiasi motivo si paga anche più delle compagnie di bandiera.
In questo modo le famiglie non sono incentivate a viaggiare, cioè, solo se si dispone di un sacco di soldi o di una sfera di cristallo si può girare il mondo, altrimenti bisogna stare a casa e fare le penitenze come nei conventi.
L'unico modo per viaggiare economicamente è fare gli spostamenti con l'auto, ma in questo modo non si può andare lontano, a meno che, non si abbiano tre mesi di ferie. Con la propria vettura non si deve pagare in anticipo il viaggio né tanto meno sperare in un parziale rimborso, qualora non si faccia più, però molti dei progetti che servono alla buona riuscita di un viaggio si faranno all'ultimo minuto con il rischio che tutto diventi un fiasco totale. Ma la cosa più importante è questa, cioè: per spendere poco è tassativo viaggiare scomodi.
Purtroppo abbiamo perso i soldi del biglietto, però non potevo sborsarne degli altri con l'eventualità di perdere anche il prossimo viaggio, l'incognita del tempo è troppo grande e non si può rischiare di nuovo. E' andata così, pazienza.
Decisamente affranti dalla beffa subita, immediatamente il nostro pensiero si è rivolto al periodo estivo e quello che faremo  per trascorre le meritate vacanze; non si sa nulla, brancoliamo nel buio più oscuro, ma l'unica cosa certa è che non prenoteremo alcun volo della Ryanair.
Mannaggia a voi!

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...