mercoledì 30 novembre 2016

TWENTY EURO FOR LOVE LIVE IN CONCERT AGAIN!!!

Il 17 dicembre c/o il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa viale Monza 255 MI, si terrà un nuovo concerto dei Twenty Euro For Love.
Non è ancora in circolazione la locandina dell'evento ma presto sarà disponibile e circolerà sul web come se non ci fosse un domani, quindi tenetevi liberi e accorrete numerosi.

VENGHINO, VENGHINO SSIORR E SSIORI. RICCHI PREMI E COTILLONS!





lunedì 28 novembre 2016

LACRIMA




Per rabbia, per dolore,
per gioia, per amore.
Precipiti dagli occhi come gocce di pioggia, 
spinta dall'emozione che il viso sfoggia.
Rigando le guance tracci il tuo passaggio, 
come all'arrivo dopo un lungo viaggio.
Non c'è peso, non c'è consistenza
la separazione è leggera senza resistenza.
Vivi quell'attimo di passione 
abbandonando il sale con l'ultima espressione.
Straboccano i fiumi in piena dall'anima, 
piangendo i miei ricordi dentro una lacrima.



sabato 26 novembre 2016

IL RUMORE DEI PASSI

La mia cara amica svedese (Ikea) tra le tante cose che ha immesso e continua ad immette sul mercato,  ossia, oggetti tra i più svariati, tempo fa ha dato il compito a qualche designer della loro squadra di creare un paio di ciabatte che potessero essere economiche ma anche apprezzabili dal punto di vista estetico. Probabilmente tale figura lavorativa non è stata trovata, di conseguenza qualcun altro ha raccolto questo compito ingrato ed ha ideato le infradito a forma di squalo.
Penso che un paio di ciabatte brutte così siano difficili da trovare nel mondo, poiché hanno delle caratteristiche tecniche davvero inconsuete: la loro misura varia dal 43 al 91, intendo lo stesso paio, cioè, le possono indossare persone normali ma anche i giganti e come se non bastasse, ad ogni passo emettono un fastidioso suono agghiacciante. Il fattore sonoro è forse il più disturbante tra tutti gli elementi che contraddistinguono questo bel paio di infradito ed è quello che e a me personalmente causa più problemi.
Essendo io un lavoratore notturno, il mio ritorno a casa avviene spesso a notte inoltrata, il che comporta che le azioni abituali prima di andare a dormire, si svolgono quando tutti i miei familiari stanno già nella fase R.E.M. da un bel po'. Quindi dopo aver provveduto a mettere apposto i miei aggeggi, fatto la doccia e lavato i denti, arriva il momento in cui devo andare fisicamente a letto e portando ai piedi quelle ciabatte bizzarre, in tutta la casa mi si sente ciabattare come se stessi ballando il sirtaki. Mia moglie mi ripete ogni volta di buttarle via e di finire questo supplizio uditivo alle orecchie di chi riposa. Lo farei subito e me ne sbarazzerei senza pensarci due volte, se non che, le mie infradito sono le più comode mai indossate, nemmeno quelle della crocks possono eguagliare. Ora, mi viene da pensare che chi ha dovuto assumersi l'onere di creare queste calzature alla mano (sarebbe meglio dire al piede) forse forse, non aveva il minimo gusto estetico, però avesse grandi capacità nella scelta dei materiali da usare per compiere questo scempio, nonostante ciò gli conferiscono il premio di calzature estremamente comode. Per dare un'idea della fattezza delle ciabatte, potrei dire che sono simili a quelle di Gemon di Lupin III, oddio, quelle erano fatte di paglia e forse non centrano niente, però io quando le indosso mi sento un po' lui.
In definitiva sono leggere e morbide, hanno assunto esattamente la mie impronte, quindi si adattano in modo superlativo ai miei piedi stanchi.
In effetti sono orribili, però non ho ancora trovato un paio che possa sostituirli.
Non è detto che per la collezione 2016/2017 lo stesso personaggio che ha ideato questo paio di infradito, ne abbia creato un altro a forma di sogliola, oppure di nutria stirata da un camion, o a forma di deltaplano.
Dai, che alla fine lo sapete anche voi cari miei squali, avrete ancora lunga vita stando ai miei piedi. 😬






giovedì 24 novembre 2016

ODE ALLA DONNA AMATA

Quello che provo per lei è qualcosa che è radicato nell'amore ma riesce a scendere ancor più in profondità se è possibile.
Prima di arrivare ad amarla l'ho ammirata, come si fa con un'opera d'arte.
Quando ho cominciato a conoscerla ne sono rimasto affascinato, per la semplicità con la quale mi spiegava il suo essere piacevolmente complicata. Mi ha confidato le sue paure, le sue ansie e tutto ciò che ha passato prima di conoscermi, sia nel bene, che nel male. E qualora qualcuno apre il proprio cuore, come ha fatto lei con me, ci si sente in dovere di proteggere chi si sta mettendo a nudo di fronte al giudizio o anche solo ad un'idea altrui. Non è una missione, è semplicemente la conseguenza dell'essersi perdutamente innamorato.
Pian piano mi ha rivelato il suo modo di vedere la vita e ho capito che per avere una visuale completa della mia, avevo necessariamente bisogno del suo punto di vista. Fino a quel momento ho vissuto dalla parte oscura della luna, e poi, magicamente mi si è accesa una luce, perché come una stella, lei era lì eppure non la vedevo, o forse non era il momento giusto per accorgermi del suo splendore.
Le sue parole, i suoi pensieri, l'intelligenza che ha dato prova di possedere senza che fosse in qualche maniera tenuta a dimostrarmi, mi aveva colto alla sprovvista, ma non perché non la ritenessi in grado; per carità, ma per  la sorpresa di essere stato chiamato a dovermi relazionare con lei, come se fossi stato insignito di un premio che non credevo di meritare, come se avessi tra le mani un bene talmente prezioso da preservare come un dono o un bene inestimabile; in poche parole, avevo l'onore di starle accanto e l'onere di non deluderla mai. Certo, una bella responsabilità, ma ogni attimo trascorso è stato ed è tutt'ora, come un tuffo rinvigorente in un mare fresco e rigenerante.
Quando abbiamo poi stabilito che le nostre strade non si sarebbero più separate, tutto ha assunto un altro senso, le cose avevano un altro sapore, persino le difficolta a cui siamo andati incontro non ci hanno mai abbattuto, anzi, hanno fatto in modo che il nostro rapporto ne uscisse più saldo e fortificato, forgiato da una nuova forza che comprendeva l'unione di due elementi e non più il singolo individuo. Siamo diventati una coppia, poi una squadra e dopo una famiglia ed il nostro tacito accordo di sorreggerci l'un l'altra, l'abbiamo addirittura ufficializzato in un luogo tanto lontano dai nostri abituali, quanto appartenente ad un passaggio della nostra storia, che simboleggia più di quanto noi stessi gli attribuiamo. E' stata un'azione dovuta ma al tempo stesso consequenziale, ovvero, il processo naturale delle cose.
Ho imparato a fidarmi ciecamente di una donna che rispetto più di ogni altra persona al mondo, non solo nelle questioni di cuore che è un elemento abbastanza scontato, ma ho riposto la mia fiducia nelle sue azioni e nei suoi pensieri; potrei guidare ad occhi chiusi e sarei certo di arrivare a destinazione sano e salvo perché sarebbe lei a guidarmi fino al traguardo. In effetti è davvero così che accade quando andiamo in giro in auto, però di questo ne parlerò in seguito, ora voglio solo dirle quanto le sono riconoscente per aver stabilito di trascorrere con me la sua vita, di aver deciso di mettere al mondo i nostri figli e quanto sia prezioso l'esempio che lei è per me.
Da ragazzo ero convinto che l'amore, quello vero, non esistesse; che fosse solo una storia inventata per scrivere poesie e canzoni. Poi mi è bastato rimanere imbottigliato nel traffico seduto accanto a lei per rendermi conto di quanto fossero errate le mie idee, di quanto avessi bisogno di dare tutto me stesso, anima e corpo, a colei che mi ha rapito totalmente il cuore ed il cervello, senza che nemmeno me ne accorgessi o che avessi fatto chissà quale ostico passaggio per venire a conoscenza della sua maestosità, mi è bastato guardarla per capire che non avrei avuto nessun'altra possibilità di salvezza se non amarla e se mi sento appagato e soddisfatto lo devo solo a lei.
Ogni giorno è buono per rendermi conto della sua bellezza, l'ho sempre pensato; ovvio, però c'è ogni volta qualcosa che non ho ancora scoperto del suo corpo, o che è mutato nel tempo migliorandosi, quasi come se avesse fatto un patto col diavolo per apparire ai miei occhi sempre stupenda. A volte mi fermo a guardarla per capire cosa adoro di lei, e non sto mentendo, quando dico che c'è sempre qualcosa che mi stupisce, che mi fa perdere la testa anche se sono dieci anni che stiamo insieme, ogni giorno mi lancia un pizzico della sua magia per restare stregato per i giorni successivi e via discorrendo. Tutto ciò che ha di bello dentro, è inevitabilmente manifestato anche fuori, entrambi gli elementi non potrebbero viaggiare separati, lei è così: perfetta. E' vero che la perfezione non esiste, cioè, ci hanno sempre detto questa frase, eppure non saprei definirla in maniera diversa, lei racchiude in sé tutto ciò di cui ho bisogno e non solo, ho persino il privilegio di avere anche di più.
Non ho altro modo per esprimere quanto provo, se non con queste parole scritte nero su bianco, così che, se a lei venisse voglia di sapere cosa provo anche quando non glielo dico apertamente, le basterebbe leggere cosa mi ha suggerito oggi il cuore.


domenica 20 novembre 2016

PRESTO CHE E' TARDI

Durante la settimana ho davvero un sacco di cose da fare, tra il lavoro ordinario e quello straordinario, o meglio, tra quello che vorrei abbandonare e quello che vorrei fosse il mio definitivo, mi ritrovo a dover gestire molteplici situazioni.
Potrebbe essere anche stimolante dal punto di vista lavorativo, anche se a dirla tutta, io il lavoro l'ho sempre scansato a dovere, invece ora ne ho tra le mani addirittura due! Però la cosa in effetti non mi dispiace. Certo; se nel mio lavoro di sempre non fossero diventati dei veri schiavisti, sarebbe ancora meglio, ma, come ho ribadito a più riprese, da un po' di tempo a questa parte stanno sbroccando e non mollano un attimo che sia uno, per cui sto diventando matto a stare dietro le loro bizze da bambini viziati. Dannazione così mi diventa tutto parecchio complicato, e questo non è un bene.
Ahimé, proprio nel momento in cui mi è apparsa l'opportunità di switchare, le cose si sono fatte assai complicate. Pazienza, vorrà dire che quando (e se me ne andrò) il boato che causerò sarà ancor più fragoroso.
Ho già in mente cosa scrivere nella mia lettera di dimissioni; tipo:

Alla Spett.le Azienda,
ciao a tutti, me ne vado!!!!!
Cordialmente
Mr.D.

Meglio frenare l'entusiasmo, non vorrei mi portasse rogna.
Comunque la voglia si fa sempre più grande dopo aver constatato quanto si sta bene nel condurre un lavoro con degli orari umani, tornare a casa la sera e non dover inforcare la bici, magari sotto la pioggia (come è successo prima) ed aver una vita regolare; poter stare con moglie e figli come fanno tutte le persone normali e godermi la placidità del dopo cena; andare a dormire dopo aver letto un buon libro e avere del tempo per suonare, fare addirittura qualche concerto, senza compiere tagli e cuci su quei turni che vengono appioppati ogni settimana in maniera sempre diversa.
Per un sacco di tempo ho sostenuto che la vita regolare fosse monotona e noiosa, però arrivati a questo punto, anche la vita "alternativa" lo è diventata, anzi, comincio pure a non sopportarla più.
Sicuramente non sarà un lavoro facile, specialmente se l'oggetto del mio lavoro devo inventarmelo di continuo, portando avanti dei progetti che potrebbero essere un fiasco totale, come dire, perdere la sicurezza del posto fisso. Essere un libero professionista forse non rende poi così liberi, credo che di tempo speso dietro al lavoro ce ne sia di più, che non in un ufficio come impiegato. Però è anche vero che bisogna fare un passo in avanti e cercare di crescere, specialmente per quel che riguarda lo stipendio.
Tutto ciò vuol dire che per un periodo, ancora non ben specificato, dovrò fare i salti mortali, ma poi finalmente potrò fare quello che mi piace e buttarmi a capofitto in qualcosa in cui credo davvero.
E' solo l'inizio.



giovedì 17 novembre 2016

GOLOSO

Esiste qualcosa che possa competere con il peccato di gola? No.
Ci potrebbero essere diversi avversari ma nessuno, a mio avviso, ha la stessa forza di questo vizio.
L'antagonista principale sarebbe la lussuria, ed è vero, quant'è bello fare del sesso, però questo implica più elementi come: la volontà del partner per prima cosa, oppure il luogo adatto, l'atmosfera giusta; se fosse occasionale anche l'occasione e la persona con la quale si è disposti a condividere tale "peccato", insomma non è così rapido l'appagamento sessuale, per cui, chi non è soddisfatto in questo ambito si butta sul dolciume. E' risaputo, moltissimi studi confermano che l'insoddisfazione derivata dal sesso viene sfogata sul cioccolato, poiché la voglia repressa in qualche modo va soddisfatta e non c'è nulla di più soddisfacente di una bella tavoletta di cioccolata, forse perché vengono sollecitati gli stessi sensi, bah, potrebbe anche essere.
Che cosa potrebbe spodestare la gola dal trono dei vizi? Vediamo un po'...
Se vado a pescare dall'elenco di quelli capitali c'è ben poco di così appagante. cioè, l'ira, l'avarizia, l'accidia, l'invidia, la superbia non credo possano essere alla stregua della gola, non si possono equiparare, avranno anche loro qualcosa di soddisfacente, ma quello di cui sto parlando è una soddisfazione ben più profonda e soprattutto innocua, finché non si esageri; ovvio.
L'appagamento derivato dal piacere della gola è qualcosa di immediato, piacevole, personale ed ogni momento è quello buono.
Credo sinceramente che sia il vizio che più mi rappresenti, forse una volta era la lussuria, ma ahimé, gli anni passano pure per il sottoscritto, il che non vuol dire che non abbia più la voglia o il fisico per queste cose, ma per il semplice fatto che con l'età ci si interessa anche di altro...
Oddio che frustrazione, avrei bisogno di una bella tavoletta di cioccolato fondente in questo momento.




domenica 13 novembre 2016

SOTTO ATTACCO DELL'IDIOZIA

E' così che mi sento a volte, preso di mira dalla stupidità delle persone per le quali non nutro alcuna ammirazione. Posso anche dissentire tutto ciò che mi viene detto, da coloro che hanno il potere di controllare le mie giornate ed il mio umore; ma per quanto mi piacerebbe spiattellarli in faccia tutta la loro pochezza e la superficialità delle loro azioni, sono qui a leccarmi le ferite, a perdere il sonno e ad arrovellarmi il cervello per riuscire a mantenere salda la mia integrità.
Sono stufo marcio e stanco di dover sempre trovare una giustificazione al mio operato. Mi applico con rigore ed impegno, eppure si riesce sempre a trovare qualcosa che non va. Ne ho francamente piene le tasche.
Non essere mai gratificato comporta un avvilimento dello spirito, e guarda caso, è proprio quello che sta accadendo a me; essere sotto gli occhi di chi guarda dall'alto mi mette sotto stress, portare avanti un dovere solo perché si è legati da un foglio firmato di mio pugno, mi incatena.
Mi sento intrappolato, come quando non trovo vie d'uscita in mezzo al traffico.
Devo sfogarmi, devo vomitare tutto il marcio che ho assimilato in questi anni, che mi ha fatto pure ingrassare, dannazione. Mi sono accorto che trovo un rifugio nel cibo, anzi, nei dolci. Alla stregua di PO di Kung-fu Panda, questa la metto in conto a voi.
Ma la ruota gira e non vedo l'ora che questa ruota mi porti via lontano, così lontano, da rendere impossibile il ritorno.
Non ho più voglia di vedervi, doppiogiochisti, falsi e mediocri.
Io non vi appartengo più, anzi, non sono mai stato un vostro elemento, ragion per cui, il giorno che me ne andrò i miei migliori saluti, li terrò tutti per me.


mercoledì 9 novembre 2016

CHE POPOLO DI DEMENTI

Mi riferisco agli americani, per la precisione a quelli del Nord. Ma come si può votare un personaggio come Trump? Ma vi siete bevuti il cervello?
Quello è l'emblema della stupidità, del razzismo, della misoginia, della mancanza di cura per l'ambiente, per i poveri, per le minoranze etniche; insomma è il male con il ciuffo biondo.
In effetti si dice che il rappresentante politico, cioè, colui che viene eletto dal popolo, sia molto spesso un uomo altamente mediocre, poiché rappresenta la classe di gente che non capisce le finezze culturali e va da sé che chi sta poi al potere sia un personaggio abietto e puerile e anche imbecille.
Sarà anche un grande imprenditore immobiliare ma di politica, ne saprà ben poca, piuttosto ne capirà di soldi e di donne pronte a tutto pur di arricchirsi; mi ricorda qualcuno...
Certo che gli americani sono proprio stupidi, non hanno capito nulla degli errori del passato, come Nixon, Bush padre e figlio, ora anche Trump, a questo punto credo non abbiano i testi scolastici, oppure, hanno la memoria dei pesci rossi.
C'è da dire che l'elezione di Trump, darà lavoro a tutti quegli artisti che lo contesteranno per tutto il tempo del suo mandato, quindi verranno fuori album musicali, documentari per svelare quanto ci sia del marcio (non in Danimarca) ma negli U.S.A. ecc...
Staremo a vedere dove ci porterà quest'altro fenomeno.
E' possibile andare più giù del fondo, basta scavare e lui di escavatrici ne è pieno.




UN CANDIDO PETALO

Non ci credo, eppure c'è.
Posso far finta di non averlo visto, che non sia il mio.
Ma perché dovrebbe essere proprio il mio?
Non lo è.
Forse perché è attaccato al mio corpo?
Dannazione, sì.
Ma che motivo c'era di farlo nascere adesso, nel senso, avrei preferito che spuntasse un po' più in là, fra una decina d'anni; ecco così avrei preferito.
Lo devo prendere come un segno? Va bene lo prenderò, ma non ora che diamine!
Comunque, tra tanti posti disponibili ha scelto quello peggiore. E' una derisione bella e buona, forse è anche peggio, questo è un affronto alla mia persona.
Il segno, l'emblema, il vessillo che non ho più il controllo del mio corpo, un decadimento lento ma inesorabile.
E cosa facciamo ora, una sfida a chi cede per primo?
E' una sfida impari, cioè non lo è nemmeno perché alla fine sarei solo io a perdere. Quindi è un'esecuzione.
Come davanti ad un plotone, bang!
Questo è solo il primo colpo; non è detto che sia quello più doloroso all'orgoglio, potrebbero essercene altrettanto infami. Sicuramente ne arriveranno altri, ma non lì però.
Questo posto davvero non mi piace, non mi appartiene, mi svilisce, mi rattrista.
Parliamoci chiaramente, da uomo a uomo.
Avevi tutta questa voglia di mostrati?
-E' capitato, come capitano altre milioni di cose.
Grazie, bella forza. Vorrei vedere te al mio posto.
-Ma se non fossi così nemmeno esiterei.
Ecco appunto, non dovresti esistere. Mi hai tolto le parole di bocca.
-Non ti sembra di essere un po' eccessivo?
E perché mai? Mi hai lanciato il primo segnale e credimi, non è facile da accettare.
-Ma devi farci l'abitudine, ho un sacco di frecce nel mio arco.
Già, lo so ed proprio questo che mi preoccupa.
-Se ti può consolare, posso dirti che fa parte della natura, è inevitabile.
Alt, alt, un momento. Posso accettare tutto ma non questo.
-Ma come? Gli uomini in questo modo acquistano fascino e saggezza.
Lo credi davvero? Anche dove stai tu ora? No, no mi spiace. Hai scelto il posto peggiore per rendermi saggio e fascinoso e tutte quelle altre storie che si dicono per indorare la pillola.
-Guarda che a tua moglie piacerai lo stesso, forse anche di più.
Ma che diavolo vai blaterando? Hai lasciato il segno dove non avresti dovuto, una traccia sul suolo rigoglioso. Hai fatto davvero l'errore più grande della tua vita, sai?
-Come vorresti andare avanti, sentiamo.
Oddio, non ho grandi alternative. Farò quello che si deve fare.
-Cioè?
Zac, zac. E non ci penso più.
-Non puoi farlo.
Certo che posso, si sta parlando del mio corpo. Non so se hai ben capito.
-Ok fallo, vediamo se ne hai il coraggio. Tanto lo sai che ne arriveranno a frotte dopo di me.
Può anche darsi. Ma in questo momento credo che tu sia prematuro ed è un paradosso se ci pensi. Prematuro vs. Vecchio. E' un controsenso, non trovi?
-Te lo ripeto, non avrai vita facile.
Nemmeno tu.


lunedì 7 novembre 2016

IMPEGNO A TUTTO TONDO (QUASI COLOSSALE)

...Nel senso che il tondo sono io e l'impegno è mio.
Mi sto buttando a capofitto in questo nuovo impiego, non ancora riconosciuto ufficialmente , ma farò in modo che questo possa avvenire con una certa rapidità, così da cambiare lavoro una volta per tutte e iniziare una nuova era.
Sono passati quasi otto anni da quando ho cambiato lavoro l'ultima volta e mi sembra una vera eternità, ma come ho già ribadito un sacco di volte, sento il bisogno di qualcosa che mi dia una nuova carica, che riesca ad infondermi lo stimolo giusto per andare avanti con un ritrovato entusiasmo e imparare qualcosa di assolutamente nuovo. Ci vorrà pazienza, perseveranza, abnegazione, e magari anche una nutrita dose di stress da mettere in conto, ma si sa, all'inizio c'è quella voglia che permette di compiere dei passi da gigante per dimostrare di essere all'altezza della situazione, quindi, se addiziono i passi da gigante con l'altezza della situazione, mi sento un vero colosso.
Ora perdonatemi ma devo studiare.


venerdì 4 novembre 2016

CON LO SGUARDO IN SU

Ieri stavo percorrendo, con una certa rapidità, viale Melchiorre Gioia con la mia fidata bicicletta. Mi sono fermato ad uno dei tanti semafori che puntellano il vialone e mi accorgo di essere sovrastato da uno stormo infinito di uccelli, pronti per la partenza autunnale. Ce n'erano così tanti che ho pensato  per prima cosa, che questi affascinanti animali avrebbero potuto afferrare qualcuno e portarselo via con loro, immediatamente dopo, mi è balzato in testa l'idea che sarei potuto essere mitragliato da centinaia di cagate provenienti dal cielo. (per fortuna non è successo)
Credo che di fronte agli spettacoli offerti dalla natura si rimanga sempre un po' sorpresi, pur sapendo benissimo il motivo per cui questi fenomeni avvengano, eppure, vedere che centinaia di uccelli partono per mete lontane, spinti dall'istinto di sopravvivenza facente parte del loro patrimonio genetico, sia comunque un'immagine evocativa.
Percorrendo poi la strada, ad ogni palazzo sono spuntati altri stormi e poi altri ancora, come se si fossero dati appuntamento tutti alla 17.00 in centro a Milano, è stato uno spettacolo inaspettato e sorprendente; come dire, un bello show prima di andare a lavoro.
Questi popolosi gruppi di volatili, nel percorrere la loro destinazione, hanno disegnato in cielo delle forme stranissime, merito della coordinazione di ognuno di questi straordinari animali e magari anche degli ostacoli che trovano a ogni metro, chi lo sa, però sono rimasto senza parole e come me, anche altre persone che si sono trovati davanti a queste danze così inusuali per noi cittadini.
Ho percorso poi il tragitto per andare a lavoro chiedendomi, ma dove stanno tutti questi uccelli in città, a Milano non ci sono solo i piccioni? Quelli poi, pigri come sono non volano nemmeno più, secondo me fra cent'anni saranno le nuove galline.
Comunque è proprio vero, fin da i tempi dei tempi all'uomo sarebbe piaciuto volare come fanno gli uccelli ed è forse l'unica cosa che non è ancora riuscita a fare completamente.
Mentre pedalavo faticosamente immaginavo di avere anch'io un bel paio d'ali, però può darsi che una soluzione ci sia, basterebbe bere una RedBull; o no?





martedì 1 novembre 2016

HALLO HALLOWEEN, ANZI, ARRIVEDERCI.

La festività appena trascorsa è una di quelle che davvero ci appartiene come il sabbath ebraico o il ramadan islamico, nel senso, che non è una festa proveniente dal nostro calendario, in soldoni, non è farina del nostro sacco.
A me personalmente importa poco, tanto le festività non le seguo, certo se si sta a casa (quando dal lavoro hanno pietà di me e me lo concedono) sono contento, però Halloween in Italia è una scopiazzatura riuscita male di una festa anlgosassone, che a furia di sentirlo in televisione da decenni, alla fine è entrata anche qua da noi, per lo meno a Milano.
Ieri i miei figli hanno seguito la tradizione popolare, pronunciando la fatidica frase "Dolcetto o Scherzetto" in qualche appartamento e negoziante nella sciccosa piazzetta di via Canonica.
Molti genitori e bambini erano sul "pezzo" ovvero, ben mascherati, muniti di sacchetto per le caramelle e radunati in plotoni di una decina di ragazzini per volta, tutti felici di andare a recuperare qualche caramella o robe affini. Sarà che di bambini ce n'erano un centinaio, oppure perché la gente non è ancora preparata a questa nuova usanza, sarebbe meglio dire, è talmente tirchia che di dolcetti non li ha comprati nessuno per regalarli ai mostriciattoli cittadini, sta di fatto che i miei bimbi e i loro cugini hanno racimolato ben poco.
Arrivati ad una certa ora abbiamo fatto ritorno a casa ma la soddisfazione dei miei bimbi non è stata molto appagata, per cui hanno replicato la fatidica frase anche nella nostra zona e a quel punto sono tornati con il viso raggiante e i sacchetti pieni di ogni dolciume. La prima vittima da cui hanno ricavato il bottino più sostanzioso è stato il nostro panettiere di fiducia che ha regalato, non solo le caramelle, ma anche le focaccine per la gioia del piccolino di casa. E' stata poi la volta dei nostri vicini del condominio dai quali hanno recuperato dolcetti tipici peruviani, gioccolatini di ogni forma e varietà, liquirizie, caramelle e addirittura dei soldini.
In effetti, come sostiene mia moglie, la nostra zona sarà pure meno chic di quella accanto al parco Sempione. ma sicuramente c'è gente più cordiale e soprattutto generosa con i bambini.
Beccatevi questa snob della Milano bene! Vi è andata di lusso che non avevamo dietro gli scherzetti, ma l'anno prossimo saremo più preparati.




COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...