sabato 26 luglio 2014

CHIUSO PER FERIE

Mancano 240 minuti all'ora X e poi potrò dire di essere in vacanza o meglio, non a lavoro, perché per la destinazione di villeggiatura manca ancora qualche giorno. Non importa l'importante è essere fuori da qui, certo perché è come sempre è dalla mia postazione lavorativa che scrivo e sto sudando le mie giornate libere. Quest'anno è stato duro da sopportare, un vero e proprio sfinimento, sempre avanti e indietro tra impegni e doveri, mica solo i miei, tutta la famiglia è stata coinvolta ad adempierli con dovizia di volontà e precisione certosina, quindi è arrivato il momento di dire STOP. Mando a tutti i miei "innumerevoli lettori" un simpatico saluto e ci si rivede a metà agosto. See you later alligator, in a while croccodile.


venerdì 25 luglio 2014

SORPRESA

Mancano pochi giorni alle nostre agognate vacanze, quelle che attendiamo da un anno per staccare il cervello e dimenticare per due settimane l'impegno lavorativo che ci ha inchiodato a Milano come schiavi. Il progetto era quello di recarsi al solito mare, per rincontrare parenti e cugini e ovviamente, per mettere in ammollo le terga bianche. Per differenziare un po' dai soliti anni, quest'anno volevamo cambiare casa, cioè lasciare quella che i miei figli adorano, ma purtroppo per me, la mia allergia in quelle mura si sfoga con un turbinio di sternuti, per affittarne una nuova. A ridosso di cinque giorni dalla partenza, mia moglie scrupolosamente chiama la proprietaria di casa per chiederle se è tutto a posto e regolarizzarsi con il pagamento dell'affitto. Lei risponde in maniera molto placida, che la casa l'ha già data in uso ad un'altra famiglia.
E PERCHE'????
Questo asso della locazione, ha addotto come scusa quella di non aver avuto un ulteriore conferma da parte nostra e temendo di perdere l'affare, l'ha data via. 
Io fossi stato al posto suo avrei fatto una telefonata preventiva chiedendo se c'era ancora l'intenzione di prendere in affitto queste quattro mura fetenti, poi chiaro l'avrei rimessa sul mercato una volta saputo l'esito. Ma forse a Carrara le cose funzionano così, perciò non abbiamo più una dimora per trascorrere le nostre vacanze.
Ma la famiglia Mr.D. non si è perduta d'animo e ha ripiegato su un'altra soluzione, cambiando i piani e destinazione. Lasciamo il mare per le vette austriache e dimezzando purtroppo, il tempo a disposizione per il relax. Saremo in un albergo già collaudato dalla famiglia di mia moglie da diversi anni ormai, quindi viaggiamo sicuri. Però più si resta e più si paga in un posto dove non devi pensare a niente, comunque sia, sarà una settimana in cui non ci dovremo preoccupare di niente. Questo è ciò che definisco una vera vacanza. La cosa che ci ha reso più felici è che con noi potrà venire anche la Nala, quindi nessuno resta indietro, tutta la famiglia si godrà il benessere della montagna, del fresco delle montagne, del cibo buono e della birra austriaca. Non vedo l'ora.  CARRARA 0-INNSBRUCK 1


martedì 22 luglio 2014

POP CORN E PATATINE

Sarà stato sicuramente il sangue partenopeo che scorre dentro di me ad aver influito sulle scelte musicali della mia fanciullezza, perciò devo ammettere con il cuore in mano, che da piccolo ascoltavo con gran piacere Nino d'Angelo e non mi perdevo neanche un suo film. Si lo so che la mia dichiarazione potrebbe far rabbrividire, chi come me, milita da anni tra le file del più accanito hardcore, ma questa è la realtà e su questa pagina avverrà il mio lavaggio di coscienza. Quando mi capitò tra le mani la prima cassetta del cantautore napoletano per me fu una gioia, un vero e proprio regalo, fatto da mio padre per se stesso però. Credo di averla ascoltata un milione di volte, tanto da ricordarne ancora oggi le parole. Il disco in questione fu 'NU JEANS E 'NA MAGLIETTA, un album con all'interno delle vere e proprie hit. Ma all'esterno veniva raffigurato il caro Nino, con il suo inconfondibile caschetto biondo, il viso emaciato dall'anoressia ed una giacca di pelle marrone, che quanto meno dava una parvenza fisica umana accettabile, per quel che riguardava la fattezza del busto. Possiamo almeno dire che il sig. d'Angelo in quanto a romanticità aveva pochi rivali e ha fatto del neomelodico napoletano un genere divenuto poi un vessillo per tutto il meridione. Forse come attore non è mai stato un'icona nazionale come Gasman o Sordi, per citarne un paio. Anche le trame delle pellicole erano piuttosto deboli, più o meno le stesse ripetute in diversi film, e poi erano un pretesto per sviscerare la colonna sonora, che altro non era, se non l'album in uscita in quel periodo. L'oscar per il coraggio lo si doveva dare alla co-protagonista, soprattutto perché riuscita a baciarlo con un trasporto da vera attrice, mascherandone il disgusto ad ogni ciak. La fidanzata e oggetto della sua disperazione amorosa cioè Angela (spesso si chiamava così e l'attrice era sempre la stessa), a volte era troppo ricca per lui, o l'incontrava sul metrò, magari in viaggio a New York e così via.
L'esordio cinematografico avvenne con il grande (e grosso) Mario Merola avvenuto con uno schiaffo così forte che ogni volta che lo vedo, sento per lui il dolore. La scena è talmente comica da doverla riproporre a tutti voi. Eccola.

lunedì 21 luglio 2014

prossimamente in uscita UN AMORE DI BAMBOLA

E' quasi pronto, mancano solo alcune rifiniture e poi uscirà il mio secondo romanzo. Non ho ancora ben chiaro sotto quale formato sarà disponibile ma presto lo comunicherò, in tanto un anticipo: la copertina.


IL GIARDINO SEGRETO

Sabato mattina sono andato con la mia allegra famigliola a fare un giro in centro. La temperatura era talmente elevata sull'asfalto da poter cuocere un uovo, ma più di tutti ci siamo abbrustoliti noi, nel girovagare tra le vie semi deserte con il sole a picco sulle teste. La piccola gita al di là del calore intenso ha dato i suoi frutti, in quanto abbiamo visitato il giardino segreto di Milano, cioè questo è quello che abbiamo detto ai bimbi per convincerli ad uscire, in verità siamo andati all'orto botanico di Brera. Non ho mai messo piede in vita mia in questo luogo suggestivo e nemmeno mia moglie, proprio per questo lei ha progettato la visita e le siamo grati perché è stato molto affascinante ed istruttivo. Il giardino fu istituito nel 1774 da Maria Teresa d'Austria, per cui abbiamo esplorato un bel pezzo di storia botanica, situata nel cuore di Milano e io non lo sapevo! A volte mi sento davvero un turista nella mia città, il che mi fa piacere in quanto una città non si finisce mai di scoprirla, esattamente come le persone. All'arrivo non abbiamo trovato nessun'altro che abbia avuto la nostra stessa intenzione quel giorno ed è stata fortuna per noi, però secondo me dovrebbe essere pubblicizzato un  pochino di più questo luogo di pace, così molte più persone potrebbero conoscere la piccola oasi nascosta e farvi una capatina per di più è gratis, quindi non costa davvero nulla.



sabato 19 luglio 2014

UN BRINDISI AGLI SPOSI!!!

In vita mia ho assistito a diversi matrimoni e avendo una miriade di parenti, di questi eventi ne ho visti molti, però in quelli dove mi sono divertito veramente tanto, sono pochi. Da bambino credevo che qualcuno ogni mese si dovesse sposare, questo per dire quante volte io abbia dovuto partecipare a queste funzioni, ma non era un vero divertimento, anzi lo vedevo come una costrizione, stare seduto a riempirmi come un tacchino, perciò era per me una tortura. A parte quella volta che ho fatto a pugni con un parente di un mio zio, per la precisione, che divenne ufficialmente mio zio proprio quel giorno, tutti gli altri non sono degni di nota.
Crescendo si viene a scoprire del nettare della vita, ovvero il vino e la musica cambia da così a così. Da bambino non capivo perché tutti gli invitati si divertissero come dei matti al banchetto nuziale, ma poi compresi, perché scorrevano tra i tavoli, litri e litri di alcol. Quando ho avuto anch'io l'età per bere, ho rivalutato molto l'evento in sé, e a tutt'oggi non c'è festa che la spodesti tra le mie preferite. I migliori sono i matrimoni degli amici perché si è liberi di bere senza creare fastidi a qualche parente e poi la combriccola degli amici invitati, è considerata come la migliore animazione per uno sposalizio ben riuscito. E' conclamato che in quelle occasioni si rimorchia giovani fanciulle in cerca, non dico di un marito, ma di una compagnia, posso confermarlo per almeno tre occasioni. Una volta ho anche suonato al matrimonio di una mia amica, posso dire con tutta onestà che quello fu il matrimonio del delirio per eccellenza. Suonai la batteria sulla soglia del coma etilico, però fu spasso. In quell'occasione tutti si sfasciarono, primo fra tutti lo sposo. C'è un aneddoto tragicomico a riguardo. Dopo nemmeno sei mesi del matrimonio appena raccontato, venne a bere da me lo sposo in questione, quando ancora lavoravo come barman sui navigli. Io lo guardai e gli dissi:
"Ehy ciao come va? Ti ricordi di me? Ho suonato al tuo matrimonio!"
Mi guardò in faccia, strizzando un po' gli occhi e mi disse:
"Si però il mio matrimonio è già finito."
Non sapendo cosa dire, gli offrì una birra e da quel momento in poi, non lo rividi mai più. Però ho rivisto quella che per qualche mese fu sua moglie, pochi giorni fa. L'ho rivista in metro' con due bambini al seguito ed un uomo ovviamente diverso da quello li.
Al mio matrimonio l'evento fu molto più intimo, in quanto gli invitati erano solo 3, i rispettivi migliori amici di mia moglie e il mio, più l'ex ragazzo della testimone. Il banchetto lo facemmo in un ristorante di Sarzana, che all'epoca era uno dei nostri preferiti e ci divertimmo molto, pasteggiando e bevendo poco, perché mia moglie aspettava il secondo pargolo.
Le feste nuziali restano comunque quelle in cui, la gente di tutto il mondo, perde il controllo delle azioni corporee e lo si può vedere chiaramente sul web quanti disastri succedono all'ennesimo UN BRINDISI AGLI SPOSI!
Mi ricordo mio nonno, ai vari matrimoni a cui partecipammo insieme prima della sua dipartita, ad un certo punto della giornata si alzava e andava a cantare insieme all'orchestrina di turno. Io credevo ingenuamente che cogliesse l'occasione per dar voce alla sua ugola d'oro, invece era solo sbronzo.



venerdì 18 luglio 2014

UN ANNO FA

E' ufficialmente scoppiata l'estate, dopo diversi mesi di pioggia (seppure piacevolmente freschi) da due giorni a Milano si boccheggia per l'onnipresente afa metropolitana. Questo segna l'inizio dell'esodo cittadino. All'uscita dalla sala prove con i TWENTY EURO FOR LOVE, mi sono accorto che alcune delle strade più trafficate della città, sono apparse meno congestionate del solito e con più parcheggi a disposizione. Ok forse non è partita ancora tutta la gente, ma credo di notarne un inizio. Il bello di Milano d'estate è proprio questo, cioè averla a disposizione senza impazzire per arrivare ovunque. Io nel resto dell'anno mi bevo il traffico grazie alla mia bici, però quando la città è deserta, prendere l'auto diventa quasi un piacere. Sarebbe bello vivere in una città che sia a misura d'uomo, che offra tutte le opportunità di fare ciò che aggrada in un dato momento, ma non rischiare di impazzire per usufruire delle sue potenzialità. Mia moglie è rimasta molto affascinata da Goteborg e ogni tanto me lo rammenta dicendomi che è una città vivibile e non esageratamente grossa. L'anno scorso in questo periodo la famiglia Mr. D. si trovava proprio lì a godere della sua bellezza e dei panorami mozzafiato, nonché di quell'ordine scandinavo che piacevolmente si nota nei paesi del nord Europa. Ogni tanto fantastichiamo di mollare tutto e trasferirci lì. Se non fosse che non saperei bene come procurarmi da vivere, penso che un'esperienza del genere non l'avrei esclusa, anzi, sarebbe potuta diventare un'alternativa valida, ma ahimè, al di là delle difficoltà linguistiche e di inserimento nella società, che si superano, il fatto di non avere specialità lavorative rivendibili in tutto il mondo, frena molto l'entusiasmo dell'avventura. Forse per rimediare alla nostalgia svedese mi tocca andare all'Ikea.


Questo è quello che ci attendeva la mattina.

mercoledì 16 luglio 2014

COME GESTIRE UN LUTTO?

Ieri notte di ritorno da lavoro ho visto una scena del tutto normale, non troppo pericolosa, ma neanche così sicura. Ho visto una famiglia in bicicletta, padre con un figlio seduto sul seggiolino dietro, seguito da un altro con una bicicletta propria. Il padre redarguiva il piccolo che pedalava dietro, sull'attenzione da porre in strada. Io li ho seguiti per un pezzo, dato che la strada era la stessa ed ho immaginato, chiaramente la sciagura imminente. Mi sono chiesto in che modo si può superare la morte di un figlio? Questo pensiero mi ha tenuto "compagnia" per tutto il tragitto fino ad arrivare sotto la doccia di casa. A tal proposito, ho conosciuto una coppia che ha vissuto sulla propria pelle una tragedia senza fine. Il primo parto che ha avuto la madre della coppia in questione, è stato di tipo gemellare e alla nascita uno dei due era già morto. La seconda volta che questa donna ha tentato un'altra gravidanza è arrivata quasi alla fine ma il bambino si è strozzato con il cordone ombelicale. La terza volta che è rimasta incinta è riuscita a portare a termine la gravidanza, il bambino è nato senza problemi, ma il primogenito quello nato dal parto gemellare, è stato investito l'anno scorso da una macchina all'uscita di scuola. Ora credo che questa sia davvero la peggiore delle cose che possa capitare a dei genitori, non potrei immaginare nulla di peggio, eppure sono costretti ad andare avanti poiché l'ultimo nato ha il diritto di vivere nonostante le atrocità che la vita ha inflitto alla coppia. Da fonti che hanno una specie di contatto con questi due sfortunatissimi genitori, mi hanno detto che i vari lutti subiti e soprattutto l'ultimo del bambino che aveva credo 5 anni, l'abbiano superato affidandosi alla religione. Non posso criticare la loro scelta, se quello è per loro un rimedio necessario alla sopravvivenza, nessuno ha il diritto di criticare la loro scelta. Fosse capitato a me, credo che avrei odiato con ogni fibra del mio essere la religione e tutto il corollario intorno più di quanto già faccio di mio, per questo mi chiedo come si faccia a superare un lutto di un figlio o meglio, come farei io. Spero di non venirlo mai a scoprire, confidando nel corso naturale delle cose e quindi arrivare alla fine dei miei giorni con l'animo in pace, sapendo che tutto sia al posto giusto.
Poi ho fatto un altro pensiero però, mi sono detto che noi genitori iniziamo davvero a vivere nel momento in cui ci assumiamo il ruolo genitoriale. Siamo responsabili di ogni azione e di ogni respiro compiuto dal proprio figlio e fin qui, non c'è alcun dubbio a riguardo. Mi sono detto che anche i figli sono caricati all'inverosimile di una responsabilità anzi di un onere, che un ragazzo/a non dovrebbe avere su di sé, ovvero quello di far vivere i genitori senza la paura di perderli da un momento all'altro come durante un viaggio, una serata goliardica o semplicemente vivendo la vita quotidiana. Come dicevo sempre alla mia psicologa, ho paura di vivere in balia delle incognite della vita ma non si potrebbe fare altrimenti e quindi? Vivere e sperare di star meglio.


martedì 15 luglio 2014

E UN ALTRO SE NE VA (BUON PER LUI)

L'altro giorno tra il lusco ed il brusco un mio collega mi dice:
"Oh ma sai che G. se ne va!"
"Nooo.." Dico io.
"Eh già l'hanno saputo oggi, andrà via a fine mese."
"Ma dai, beato lui." Dico sempre io.
Quando un collega se ne va ci sono tre sentimenti che serpeggiano tra chi resta:
1- La felicità.
2- Il dispiacere.
3-L'invidia.
1- Si è felici per chi cambia il lavoro, in quanto si spera che possa avere una vita migliore, nell'ambito del lavoro. Ci si congratula con lui/lei, augurando che possa trovare il meglio, perché il meglio è ciò che merita.
2- Quando si è a contatto giorno e notte con i colleghi, si arriva ad instaurare un certo tipo di rapporto che non si può definire amicizia vera e propria, però insomma in qualche modo si avvicina. Sapere poi, di non rivedere il collega, è chiaro che all'inizio dispiace, penso sia naturale.
3- Venire a conoscenza dell'abbandono del posto di lavoro da parte di un collega, fa suscitare quel sano sentimento chiamato invidia a chi rimane sempre nello stesso. Chi resta ha una specie di sensazione da ergastolano, nel senso che si vede finire la propria vita all'interno dello stesso posto di lavoro, consumato sulla stessa sedia e oscurata quella finestrella sulle possibilità lavorative a cui non può accedere perché intrappolato o poco preparato per un altro tipo di mansione, potremmo anche metterci poco fortunato.
Nel caso specifico di questo collega che ci lascia, sinceramente mi dispiace perché lo sempre considerato un personaggio valido, intelligente e simpatico. Non credevo che sarebbe rimasto qui in eterno, ma non mi aspettavo neanche che se ne andasse così in fretta. Però sono anche felice per il collega in questione, conoscendo il suo trascorso è giusto che abbia cambiato per qualcosa inerente a quanto ha studiato. Non nascondo nemmeno che sono decisamente invidioso!!!!! Mi sento il Provenzano della situazione dannazione. Ma sono positivo, arriverà anche il mio momento, arriverà prima o poi.


lunedì 14 luglio 2014

MONDIALEN KRUKKEN

Oggi è finito il mondiale e i vincitori dell'edizione Brasil 2014 sono i nostri quasi vicini di casa tedeschi. Come ho già avuto modo di dire del calcio me ne frego ben poco, poi dopo che l'Italia è stata eliminata alla terza partita, me ne sono interessato ancora meno. Dobbiamo rendere giustizia alla Germania che ha guadagnato la coppa a suon di gol, perciò è giusto che il titolo se lo sia aggiudicato lei, essendo stata la migliore in campo. Ora devo dire onestamente, che sto scrivendo questo post a mio avviso poco interessante, come pretesto per pubblicare una foto che mi ha fatto molto ridere la prima volta che l'ho vista,che è stata pubblicata in occasione del risultato finale della partita Brasile-Germania (1-7). L'egemonia dei crucchi si fa sentire, dopo la politica internazionale e l'inarrestabile ascesa economica, anche nel calcio si può ammettere che abbia dettato legge anche in questo campo. cioè del Maracana. Magari un giorno parleremo tutti con un vago accento germanico, tutto sommato non sarebbe nemmeno così drastico, anche perché a mio tempo lo studiai (male) a scuola. La foto comunque è molto spiritosa e riassume con un sorriso il concetto da me espresso. Questo è il potere delle immagini.


venerdì 11 luglio 2014

QUELL'ANIMALE E' UN UOMO

E' da molto tempo che giro intorno a questo post, nel senso che vorrei scriverlo, però poi desisto, allora ci ripenso e oggi mi sono deciso. La titubanza sta nel fatto, che fondamentalmente quello che mi accingo a scrivere, non vorrei doverlo fare ma è doveroso dopo ciò che ho letto della ragazza in herasmus a Milano.
Io sono un essere umano, appartenente alla categoria uomo-maschio. Questa definizione molto spesso, viene accomunata a ciò che nella lingua italiana viene identificato con un termine inequivocabile, ossia: essere spregevole. Purtroppo la definizione calza a pennello addosso a certi individui, che come unico obbiettivo hanno solo una cosa nel cervello bacato. Non ci vuole una scienza per capirlo. Il solo ed unico pensiero che mai sfuggirà in una mente maschile è il sesso. Parlo con cognizione di causa essendo io stesso, facente parte della categoria. Non ci sono mezze parole, l'uomo non pensa ad altro che all'organo sessuale femminile, ma non alla donna nel suo insieme, soltanto al suo apparato riproduttore, a ciò che serve per nutrire i bambini, senza escludere quello che serve per sedersi. La donna viene sezionata in tre parti e su ognuna di quelle viene focalizzata l'attenzione maschile, meglio dire l'ossessione maschile. Non è un caso se la quasi totalità dei reati a sfondo sessuale sono commessi da uomini, difficilmente si sente di donne che stuprano uomini soli nei parchi o vengano molestati su mezzi pubblici. Io da quando ho prestato attenzione sull'argomento, non ho mai sentito di donne che facciano lo stesso al sesso opposto. Non ci sono giustificazioni a tal punto, non esiste un attenuante sul un modo brutale di ottenere delle attenzioni, per così dire, del gentil sesso, è inammissibile, eppure in natura in tutte le specie animali presenti sul globo, il maschio si comporta sempre mosso dall'istinto sessuale. Sarà che siamo proprio fatti male. Però prendendo visione dei limiti che il genere maschile ha, questo deve venire supplito dal rispetto per le donne che viene semplicemente insegnato, prima dalle famiglie, poi dalle istituzioni come la scuola. Chi agisce seguendo gli istinti di violenza, obbligando a chi si para davanti di eseguire quanto preteso, lo fa perché in qualche modo si sente legittimato ed è questo il vero dramma. Finché la società impone alle donne di sentirsi come oggetti sessuali, seguendo dei canoni di bellezza esasperati dalla frustrazione di apparire come dei poster ambulanti sempre disponibili e compiacenti,  il fenomeno dell'abuso non avrà mai fine.
Io ho due figli, una femmina, un maschio e sono preoccupato di darli in pasto a gente che potrebbe far loro del male o (nel caso del maschio) possa provocare del dolore, nei confronti di chi è più debole. Ne morirei in entrambi i casi, ma nel mio piccolo, cercherò di insegnare a pretende il rispetto e a darlo, a chi come loro lo pretende. Questa credo sia l'unica soluzione sul sedare qualunque tipo di violenza, poi mi affido alla fortuna per il resto.
Mi capita a volte quando sono in giro, di essere guardato male dalle donne, perché pensano che io possa essere pericoloso ed è una cosa rammaricante. Non si dovrebbe aver paura degli uomini (in un mondo perfetto) però capisco perfettamente la diffidenza che possano avere per chiunque passi loro vicino. Sentendo poi quello che succede nelle strade, nelle famiglie e dappertutto ci sia di mezzo una femmina, mi nasce dentro un senso di vergogna e di colpevolezza tale, da rinnegare la mia natura di uomo, anche se non ho mai fatto e farei nulla di male ad una donna. Purtroppo però, avendole vessate per secoli e non credo che la cosa sia cessata, sarà sempre più normale per una donna, dubitare delle intenzioni di un maschio se lo si incrocia per strada magari in tarda ora. L'unica cosa che mi viene da dire è che mi dispiace davvero di cuore se ragioniamo in base al nostro istinto sessuale. E' primitivo, limitante ed avvilente. Chissà se un giorno la questione si possa risolvere in maniera definitiva. Quel giorno avverrà nel momento in cui anche gli uomini partoriranno con dolore, forse solo così si potrà limitare un atto deplorevole come la violenza sessuale.


mercoledì 9 luglio 2014

LO SLALOM SUL CEMENTO

La mattina è il momento della giornata in cui sono costretto a correre, ma non solo io purtroppo, anche i miei figli mi seguono come delle macchinette a ruota libera. Forse l'avevo scritto in qualche post vecchio, della mattinata che inizia con la tirannia del tempo che mi frusta per non arrivare in ritardo alle scuole dei miei figli. Più che altro sembra un conto alla rovescia in funzione nell'attimo esatto in cui apro gli occhi, fino alla chiusura delle porte delle elementari di mia figlia e dell'asilo di mio figlio. Durante il tragitto, che di per sé è abbastanza lungo e faticoso, ci sono disseminati qua e là una miriade di deiezioni canine che rendono la strada impraticabile. E' una cosa oscena sia a vederla che a parlarne soltanto. Nonostante le zone colpite siano nei pressi di scuole dove a camminare sono le gambette distratte della futura classe "dirigente del paese", il fenomeno di maleducazione non cessa a diminuire, anzi ogni giorno se ne vedono sorgere come se fosse la cosa più naturale del mondo, lasciare i ricordini dei cani al passeggio. Non ci fossero le aree cani dico io, anche se questo non giustifica il gesto della maleducazione dei padroni, ma nelle vicinanze ce ne sono a profusione perciò di posto dove scaricarsi ne hanno eccome. Non ci vuole poi tanto e non capisco il motivo per il quale debbano lasciarle a terra. Basta andare in giro con i sacchettini e una volta che il cane ha fatto quello che doveva la si raccoglie e puff te ne dimentichi. Invece quando questo non avviene, chi ha la sfortuna di pestarla se la ricorda per almeno tutta la giornata. Che odio mi sale quando ci penso, io metterei la faccia del padrone dentro la "torta" del caro amico a quattro zampe. Ovvio l'animale non ha colpa, in fondo per lui un posto vale l'altro, sta nell'intelligenza della persona che lo accompagna, accorgersi che il luogo non è quello consentito. Una volta, stremato di dover fare l'Alberto Tomba milanese in allenamento sull'asfalto, ho pensato di tappezzare la zona circostante di manifesti in cui si insultavano tutti quei disgraziati delle persone maleducate. L'inattuabilità del gesto di protesta è venuto subito a galla. tipo: l'orario notturno delle affissioni non mi sarebbe stato permesso, poiché di notte lavoro. L'altro sarebbe un esborso di soldi esagerato per le mie tasche e non sarebbe sicuro nemmeno dell'effetto educativo. Comunque sarebbe da provare. Faccio appello a qualche filantropo milanese, di produrre dei manifesti offensivi nei riguardi di chi sporca le strade, perché quello messo in giro dal comune di Milano sembra troppo delicato e amichevole, per cui il messaggio non è ben recepito dai duri di comprendonio, giudicate voi.


lunedì 7 luglio 2014

GLI '80 MUSICALI IN ITALIA

Ho un brutto vizio, musicalmente parlando, ovvero quello di bistrattare un po' la musica italiana. Non lo faccio apposta, solamente che sono abituato ad una musica anglofona poiché le canzoni che resteranno o che già sono nella storia, vengono dagli USA o dall'Inghilterra c'è poco da fare, battono tutti. Potrei fare l'elenco di band o cantanti provenienti da questi due paesi ma ci metterei un giorno intero a scriverli tutti quindi passo avanti. In questo momento, cioè quello in cui sto scrivendo, ho in cuffia una selezione di musica italiana di tutto rispetto del decennio 80. A differenza degli anni 60 e 70 negli 80, credo che gli autori nostrani abbiano abbandonato il richiamo delle due potenze musicali e abbiano identificato un certo modo di fare musica all'italiana e non ha nulla di meno degli altri due paesi.
Sono cresciuto con un padre appassionato di musica italiana della sua gioventù, perciò ho fatto incetta di gruppi pseudo hippie e figli dei fiori de' noantri, quindi un piccolo bagaglio di musicale appartenuto al periodo 60/70 me lo sono creato a suon di cassette inserite nell'autoradio, sulle lunghe traversate estive tra Milano e Napoli. Crescendo ho capito che ciò che ascoltava mio padre, erano spesso canzoni tradotte di hit formidabili inglesi o americane, ma anche canzoni molto vicine allo stile delle grandi band di lingua inglese. Un po' come succedeva nel resto del mondo, dopo tutto, ogni nazione ha avuto un proprio Elvis, noi abbiamo avuto Little Tony (r.i.p). Ma poi quando ho avuto una certa autonomia musicale, ho assorbito un tipo di musica molto identificativa del nostro popolo. La melodia italiana è famosa nel mondo dai tempi dei grandi compositori della musica classica, fino alla musica leggera divulgata con il celeberrimo Festival di Sanremo e penso che negli anni 80 questo elemento caratteristico italiano, sia stato portato ai suoi massimi livelli.
Si certo negli anni 70 è stato anche l'epoca dei nostri grandi cantautori, ma negli 80 proprio questi, hanno pubblicato dischi magnifici. C'è da dire anche una cosa, nel decennio 80 veniva trasmessa molta più musica nazionale che estera, (come tutt'oggi accade in Francia) il motivo penso sia anche politico. In Italia in quel decennio ci fu una forte crescita a livello economico del Bel Paese e forse per rendere ancor più popolare il sentimento di benessere e identità nazionale, le radio e le TV trasmettevano molta musica italiana. Probabilmente l'egemonia americana imperialista, non era ancora arrivata in Italia approdando con Mtv e le emittenti nazionali avevano a disposizione molto materiale nostrano da poter pompare dentro in confini a forma di stivale, quindi la musica italiana ha avuto la sua più estesa divulgazione. Sarà che Maurizio Seymandi ha contribuito a rendere memorabili canzoni italiane con il suo Superclassifica Show? Ma non saprei, però molte dell canzoni che oggi conosco, le ho ascoltate grazie al mitico dj canale 5. Anche se aveva una faccia spaventosa, ho tenuto duro e ora mi rallegro nei ricordi di canzoni passate che hanno reso speciale per me quel periodo.

sabato 5 luglio 2014

CIAO GIORGIO

Ieri sera dopo aver cenato con la mia famiglia, mia moglie mi dice che è morto Giorgio Faletti, io incredulo le chiedo di ripetere e lei mi conferma, che è morto per il male del nostro millennio, ovvero il cancro. La notizia mi ha davvero sconvolto perché non avevo idea che fosse malato, a quanto mi ha riferito mia moglie, non l'aveva reso noto a nessuno. Mi dispiace molto secondo me era davvero un personaggio meritevole di lode. Agli inizi fu un cabarettista poi arrivò in televisione a far parte della compagnia del drive-in e mi ricordo perfettamente i suoi personaggi, quello più celebre in assoluto è Vito Catozzo. Poi divenne cantante con diversi album all'attivo e ovviamente scrittore. Mi ricordo quando uscì "Io Uccido", ne sentì parlare in ogni dove, ovunque mi girassi vedevo qualcuno leggere quel libro. Personalmente non lo lessi tutto, cioè lo cominciai ma poi smisi a causa di uno dei miei tanti traslochi e dovetti abbandonare la lettura per non perdere il libro tra il trambusto degli scatoloni in giro per casa. Però lessi "Fuori Da Un Evidente Destino" e mi piacque parecchio. Sono davvero rammaricato per questa dipartita, credo che il nostro paese perda un grande personaggio.


mercoledì 2 luglio 2014

LA GATTA DAI CALZINI BIANCHI

Oggi è un mese esatto che abbiamo la nostra piccola Nala a casa, sembrerà strano ma comincia a diventare grande anche lei. Dopo trenta giorni esatti posso dire con precisione come si è comportata con noi, il responso è: un amore. Obbiettivamente è un po' come non averla, nel senso che è talmente autonoma che sembra di avere un peluche. Lo sforzo nell'accudirla è davvero minino, basta darle da mangiare, pulirle la sabbietta e farle un paio di coccole ma per il resto della giornata sparisce, si nasconde, dorme tant'è che spesso la chiamo per vedere se è ancora in casa oppure no. Il momento in cui si fa sentire è quando sono ai fornelli per preparare la cena, lì dà il meglio di sé in miagolii infiniti finché non le arriva la pappa anche a lei. Una volta riempita la panzetta, come tutti i cuccioli, le viene voglia di giocare. Quello che forse non ha capito molto bene, secondo me, è la differenza tra il giorno e la notte perché li scambia vicendevolmente, nel senso che di notte si sbizzarrisce in prodezze feline attaccando chi vorrebbe dormire (il suo bersaglio preferito è mia moglie) e di giorno schiaccia dei contagiosi pisolini.
Anche la reazione dei miei figli è notevolmente cambiata, all'inizio ne avevano timore, si spostavano appena lei accennava ad un movimento, ora la rincorrono per prenderla in braccio appena la trovano in giro per casa, a detta loro, per farle le coccole ma in verità la strapazzano come un uovo. Il posto preferito della nostra piccola tigre è sul balcone, ma essendo lei una spericolata, si arrampica come Reihnold Mensner quello è per lei un luogo off limits senza che ci sia qualcuno a darle un occhio e nonostante la vigilanza attenta dei nostri 8 occhi, trova sempre il modo per sfuggire e vedere cosa c'è di sotto.
Per concludere potrei dire che ora la Nala è una di famiglia, forse è quella più pelosa e mordace ma non sarebbe possibile pensare noi quattro senza di lei, perché sembra che sia sempre stata con noi quindi, brava Nala, ci hai conquistato.


martedì 1 luglio 2014

ME DUELE EL CORAZON

Non credevo che le pene d'amore si sentissero forti anche da bambini, cioè al limite pensavo che provassero qualcosa di indefinito, sicuramente molto particolare ma di poco conto e invece oggi ho avuto la conferma che anche i più piccoli soffrono per amore. La prova schiacciante me l'ha data mio figlio e tutto avrei pensato fuorché fosse lui a darne la prima manifestazione. Me la sarei aspettata da mia figlia, perché primo, è un po' più grande, secondo è una romanticona, eppure le mie previsioni sono risultate errate. Il mio piccolino non ha mai dato l'impressione di essere interessato all'argomento anzi, l'ho sempre visto così perso nei suoi giochi con i suoi amichetti che credevo non fosse ancora al corrente dell'altra metà del cielo. Si certo ha una sorella, ma quella credo la interpreti come un prolungamento del proprio corpo, una scissione del suo essere, in poche parole è il sangue del suo sangue, quindi non conta. Da qualche giorno parlava di una certa Noemi ed è una bimba che non frequenta la sua stessa classe ma è in quella affianco, io non ho avuto ancora il piacere di conoscerla e credo nemmeno mia moglie. Mio figlio alla prima avvisaglia di infatuazione ne ha parlato subito con la mamma, tra l'altro per la vergogna non voleva lo sapessi. Passato qualche giorno, mentre gli facevo le coccole prima di addormentarsi, spontaneamente mi ha parlato di lei. Una volta che ha messo al corrente tutta la famiglia, non ha fatto altro che nominarla in continuazione, Noemi di qui, Noemi di là. Ieri è successa una cosa curiosa, prima di metterlo a letto mia moglie come di consueto, gli ha fatto la doccia e ad un certo punto dice:
"Mamma Noemi dice che puzzo, vado subito a fare la doccia."
Mia moglie si è messa a ridere ovviamente.
Visto che aveva qualche ciuffo ribelle la sua mamma gli ha aggiustato la frangetta, cosa che ha sempre negato di voler fare. Dopo essersi asciugato e accorciato i capelli dice:
"Mamma profumo?"
"Si amore."
"Ma si sentirà anche domani?"
"Certo."
"Ma posso mettere anche il profumo di batman prima di andare a scuola?"
"Si tesorino."
Oggi la tragedia!
La scuola regolare è finita ieri, con il primo di luglio è iniziata la scuola estiva per cui cambiano un po' di  cose all'interno della struttura, le classi si uniscono prendendo dei nomi nuovi, si porta l'occorrente per giocare con la piscina, ci sono delle nuove maestre ecc... ma in tutto ciò, Noemi non c'era e non ci sarà fino a settembre. Mio figlio e rimasto addolorato a tal punto da scoppiare a piangere dopo la solita doccia. Con i singhiozzi in gola, dopo avergli chiesto il motivo del suo pianto disperato, mi ha risposto che Noemi è partita e non farà la scuola estiva. Mi ha fatto una tenerezza tale che sarei andato con lui sotto casa di questa Noemi per farle una serenata tipo gatto in amore. Il mio cucciolo ha sentito il suo primo dolore per colpa della freccia di Cupido. Quante te ne arriveranno piccolo mio, te lo dice uno che di mal d'amore ha dovuto farci i conti per parecchio tempo, ma il bello sta proprio in questo.

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...