sabato 27 dicembre 2014

SIAMO NATI PER SOFFRIRE

Noi esseri umani, appartenenti alla categoria, classico-normali, siamo soggetti all'ingiuria del dopo festività. Nella routine settimanale composta da tutta una serie di giorni lavorativi lunghi e faticosi, nel momento in cui si ha la possibilità di riposarsi un po', magari festeggiando senza pensare a nulla, ecco che arriva l'influenza a bloccarci a letto. Oggi mia figlia si è svegliata di buon mattino, vomitando come Regan de L'esorcista. Dopo un paio d'ore ho sentito un mio amico, che ha avuto lo stesso problema, non solo con sua figlia, ma anche con tutto il resto della famiglia, e dov'è capitato tutto ciò? Ma in montagna è chiaro.
Sono dell'idea che la nostra classe lavoratrice, non abbia diritto ad un po' di relax, perché, qualora ci dovessimo abbandonare all'ozio, il nostro karma ci richiama all'ordine, con tutta una serie di sfighe inviate nei giorni di festa. Invece se adempiamo ai nostri doveri, con la fatica ed il sudore, stranamente, godiamo di ottima salute.
Sono anche convinto del contrario, cioè: se un individuo che fa parte della classe elitaria, dovesse mettersi a lavorare seriamente, avrebbe le peggio sciagure fisiche. Certo perché, dopo una vita spesa a non fare niente. è ovvio che se il fisico e la mente vengono sollecitati per lavorare, questi si ribellano. Penso sia una questione (no di feeling alla Cocciante) ma bensì di collocazione sulla lunga scala sociale. Sì perché nessuno può avere un posto, laddove questo non gli spetta. Se si nasce Fantozzi, si resta fantozziani a vita; se si nasce Rockeffelr, alla fine si diventa un pupazzo.


Attenzione, sono ufficialmente in ferie da un'ora, ho appena messo piede in casa e... sto male anch'io.
Non c'è n'è, questa è la dura legge del ragionier Ugo.


venerdì 26 dicembre 2014

TUTTO SI RIDUCE AD UNO STRAPPP

La festività più attesa dell'anno si è conclusa oggi, proprio quando questa ha preso inizio. Si perché, per quanto sia il giorno di festa con la F maiuscola, in verità perde tutto il suo significato, nell'esatto momento in cui, vengono scartati i regali. Io essendo un ateo convinto, non ci aggiungo alcun tipo di significato in più del dovuto, ma da quanto mi è parso di vedere nel corso degli anni, nemmeno i più "ferventi cattolici" attribuiscono al Natale, il suo vero valore. Tutto si riduce ad un aspetto molto materialista, se non, consumista della festività (per il bene del commercio), poiché, in pochi si ricordano che quel giorno duemila e passa anni fa, nacque un bimbo in una grotta con il bue e l'asinello di fianco. E se anche lo ricordassero, in quel momento avrebbero un bel pacco fra le mani, pronto per essere scartato. Non si può vincere contro il potere del soldo.
Poi però è stato inventato Babbo Natale, che in una sola notte, riesce a consegnare i doni a tutti i bambini del mondo intero, altro che Amazon, con i suoi corrieri scadenti e sottopagati. 
I piccoli solo in quella notte, si addormentano senza fare storie, grazie a lui, per poi svegliarsi gioiosi di primo mattino a caccia dei loro regali. 
Sicuramente tra le due ricorrenze che si contendono la notte del 25/12, vince il signore paffuto con la barba, mentre il piccolo palestinese, perde inesorabilmente il suo titolo.


SANTA vs JESUS
  
10 - 0
                                                                      
Dopo la sfida in notturna tra i due colossi natalizi, si passa al pantagruelico pranzo con la famiglia. 
Questi momenti vengono ben rappresentanti dai telefilm che per quest'occasione, sfoggiano delle puntate a tema, molto azzeccate. Si passa dalla comicità dei preparativi, alla drammaticità del ritrovo familiare. I due che mi vengono in mente sono Friends, per il primo; e Dawson's Creek per il secondo. Perché ho detto questo? Forse perché il Natale, mi fa venire in mente, quello che era una volta un passatempo ozioso. Cioè, dopo che per me questa festività ha perso la sua magia, ricordo l'attesa del pranzo in famiglia, davanti alla TV. (Grandi attimi da tenere sempre a mente)
Oggi il mio pranzo è stato consumato con il giusto ritmo e delle quantità di cibo, inferiori alla media delle tavolate italiane; per fortuna! Prima di sederci a tavola a gustare quanto il frigo ci offriva, la mia vicina detta anche Bocca di Fuoco, è venuta a farci gli auguri con il marito, che carina; peccato che in quell'istante, stavo cercando di riposare, dopo la levataccia per lo scarto dei regali, ancor prima, l'incartamento dei pacchi, dopo il lavoro. Pazienza, a Natale siamo tutti più buoni; e con il chilo di Nutella regalatoci dalla vicina, pure più grassi! 
Siamo arrivati alla fine del Natale, ora dovranno arrivare altre due feste, ma per quelle, terrò aggiornati gli sviluppi, su queste pagine...

TSU TSU KU.





mercoledì 24 dicembre 2014

VIGILIA IN UFFICIO

Oggi 24 dicembre si festeggia in ufficio come i Sararymen giapponesi, seduti nelle proprie postazioni a lavorare come dei muli, mentre si smangiucchia alla bell'e meglio, quattro tartine al salmone e due bicchieri di vino. Si fa anche questo come, ogni anno d'altronde. Ma noi degli H24 siamo una specie di eroi. Quando tutti stanno gozzovigliando introno ad un tavolo ben imbastito di ogni leccornia, noi siamo pronti ad attivarci in aiuto di chi chiede soccorso, arrivando nei punti più remoti d'Italia e del mondo. Certo che mangiare senza senso culinario, fa male, allo stomaco in primis, poi all'animo, soprattutto perché, se si pensa che in tutto il resto del mondo si stanno mangiando l'ira di dio, mi rode un po' il fegato. Ehy, è solo un modo di dire, non vorrei che qualcuno pensasse di trovare da queste parti, un fegato alla brace, magari con due cipollotti ed un chianti vicino.
Ora che smonto il turno, mi aspetta uno spuntino di mezzanotte in attesa di Babbo Natale, con i biscotti fatte con le loro manine ed un bel bicchiere di latte. Queste si che sono soddisfazioni.



martedì 23 dicembre 2014

FOCACCIA VERSIONE AUTUNNO/INVERNO





Per quest'anno non cambiare,
stessa sbatta stesso Natale.
Voglio ancora rivedere 
la cassiera, il postino, il fai da te.
E' come l'anno scorso
in fila col carrello,
per preparare questo e quello,
nessuno mi fermerà vedrai, vedrai.

Non c'è niente da fare, le feste comportano una serie di sbattimenti che rendono insopportabili i giorni dedicati alle festività. Il Natale, il capodanno e l'epifania, hanno quella magia che solo i bambini sanno cogliere, per tutti gli altri è solo un momento di fatica in più. Negativo io?
Ma no, dai. Quando vedo gli occhi dei miei figli pieni di gioia, quando aprono i regali lasciati sotto l'albero, o quando si emozionano di fronte alle luminarie del centro, tutta la rabbia per le code fatte nei negozi, oppure, i solleciti via mail per le consegne in ritardo, le corse per le strade in cerca del regalo perfetto, svaniscono magicamente. E' bello essere bambini.



lunedì 22 dicembre 2014

L'ITALIA E' UN PAESE DI VECCHI

A differenza di quanto ha scritto McCarthy, l'onere del paese per vecchi se l'è aggiudicato l'Italia.
Io vivo a Milano e ho due figli piccoli, con uno in arrivo. Cosa c'entra questo?
In teoria, dovrei essere circondato da persone della mia età, non pretendo siano così di meno, ma almeno poco di più; invece mi guardo attorno e vedo solo anziani.
Sono appena tornato dal saggio di ginnastica artistica di mia figlia, (ieri c'è stato quello di mio figlio) ovviamente gli invitati erano i genitori, ma poi costoro, si sono sentiti obbligati ad invitare: gli zii, i prozii, i nonni, i bisnonni, i trisavoli, le mummie, i reperti archeologici ed infine gli spiriti.
Faccio davvero fatica a sopportare gli anziani, perché sono indisponenti, arroganti, pedanti e furbi come delle faine. Non vorrei essere troppo aggressivo con le parole, però credo, che in certe situazioni siano addirittura inutili. Negli eventi sportivi, o rappresentazioni teatrali, in cui i protagonisti sono dei bambini, l'anziano che guarda con occhi languidi il proprio nipote, mi fa venire rabbia. Spiego anche il motivo:
se un luogo non ha la possibilità di contenere un migliaio di persone e nemmeno, è attrezzata per ospitare uomini e donne che deambulano a fatica, non bisognerebbe costringerli a presenziare per forza a queste manifestazioni, poiché il diritto spetterebbe solo ai genitori. Anche perché per far posto alle cariatidi di questo peso, chi si dovrebbe gustare la visione dello spettacolo, non può farlo in maniera adeguata, dato che deve avere un occhio di riguardo, facciamo pure due, per queste persone.
Capisco che a loro faccia piacere e che non avranno il tempo di veder crescere i nipotini, però non per questo, io non possa guardar bene i miei figli, proprio perché costoro ostacolano l'avvenimento con la loro vecchiaia e debolezza. In queste occasioni, il sottoscritto non chiama nessuno dei suoi familiari dato che non c'è n'è bisogno, allora per quale motivo gli altri non possono fare lo stesso?
Si potrebbe pensare che non sia ossequioso nei confronti degli anziani, non è del tutto vero, cioè un certo grado di deferenza ce l'ho, ma la maggior parte di questi, non li sopporto. Forse sarò ingiusto e con il dente avvelenato, ma ho visto poche persone anziane, tenere e dolci, come si vedono nei cartoni, nei film, o che vengono romanzate nei libri, come delle persone sagge e squisite. In vita mia ho conosciuto e vedo ogni giorno, anziani che se la prendono con chiunque, si arrogano ogni diritto a causa della loro vetusta età e non portano rispetto a nessuno, al contrario, lo pretendono a senso unico. No, non l'accetto.
Qualche tempo fa leggevo su Rollingstone, di un anziano scozzese, lavorativamente attivo nel suo pub, che si iniettava ogni giorno una dose di eroina, grazie all'aiuto della sua infermiera personale.
Ne parlava come se fosse la cosa più sensata da fare arrivati ad una certa età. Secondo me non aveva tutti i torti, perché se uno ci ragiona su, comprende anche la ragione.
Il sig...ora non ricordo il nome, sosteneva di essere pienamente lucido nelle sue azioni e soprattutto, di non aver mai fatto uso di droghe in gioventù. Drogarsi da giovani è una cosa stupida; diceva, ma alla mia età si arriva ed essere rimbecilliti anche quando si è stati ligi nella preservazione del corpo e delle mente, per tutta una vita. Quindi, togliersi il piacere dello sballo per la paura di morire, quando l'appuntamento con la morte ormai è prossimo, non ha senso. Arrivati a quest'età si dovrebbe pesare il meno possibile sulle spalle della società, ma ancor di più, sul groppone dei figli, che a loro volta, si devono sbrigare le loro faccende familiari. Sante parole! Per questo faccio quel che voglio e mi faccio di quel che voglio, asseriva con gran piacere.
Ora, credo che questa sia una decisione estrema, ma molto meno disdicevole di tante altre, anzi, la ritengo una scelta consapevole e rispettosa dell'ultima volontà.
Dopo aver espletato tutti i doveri di una vita, ci si può concedere dello sballo "innocuo" (per la società intendo) ragionando bene in che modo scegliere di arrivare alla fine della corsa. Sicuramente non è la cosa più salutare, ma poi, per quanto si potrà mai allungare il traguardo finale?
Secondo me è una scelta coraggiosa, e se poi tutti gli anziani milanesi si pungessero come il nostro amico scozzese, non è detto che risulterebbero ai miei occhi un po' più simpatici.


venerdì 19 dicembre 2014

BENVENUTI IN THE TRUMAN SHOW

Durante la giornata si seguono dei percorsi piuttosto definiti, nel loro tracciato, e dettagliati nel tempo. Sono i tragitti che portano a lavoro, oppure a scuola, ma anche al supermercato, o chissà dove. E' abbastanza naturale trovare persone che seguono lo stesso tratto di strada, magari alla stessa ora in cui viene da noi calpestato, sotto la furia delle lancette, ovviamente. Ebbene, tali personaggi, a lungo andare, diventano familiari come i luoghi che si superano giorno dopo giorno. A volte ci accostiamo alla loro andatura, incrociamo lo sguardo, capita anche ci si sorrida a vicenda, e perché no, anche a scambiarci qualche parola. Quante volte mi è capitato di incontrare le stesse persone ogni giorno che prendevano i mezzi insieme a me la mattina, quando andavo a scuola; con alcune di queste ci ho fatto anche amicizia. Ma una volta ero giovane e propenso al colloquio, ora invece, sono così preso dalle faccende, che a stento mi accorgo della strada. Però, nonostante sia tediato dalla scansione degli impegni, i volti di chi mi si parano davanti, me li ricordo abbastanza chiaramente. Costoro molte volte li riconosco poiché, attraversano i miei stessi itinerari, ma al di fuori di quelli, se incrociati altrove, stonano, come un crocifisso in un sexy shop.
Mi capita spesso di incontrare delle persone a me sconosciute, in diversi punti della città e a ore diverse del giorno. Per esempio, tempo fa vedevo un tizio sul 15, ovvero la linea che portava a Rozzano, ogni qualvolta salivo sul tram, come se avessi un appuntamento non stabilito, eppure sempre adempiuto. Poteva anche capitare di prendere il mezzo ad un orario qualsiasi, e questo immancabilmente, lo trovavo lì. La cosa pazzesca di questo aneddoto arriva ora. Ero in zona San Lorenzo con una mia vecchia amica. Scendiamo dal tram ed incontriamo questo tizio, che ho scoperto poi chiamarsi Luca. Dico alla mia amica la storia delle coincidenze, che si porta dietro quel volto e dal quel momento, anche lei poi, l'ho incontrò ovunque, così mi disse. Incredibile.
Un'altra persona che negli ultimi tempi incrocio ovunque, è una donna dall'età indecifrabile e dall'aspetto un po' inquietante. La prima volta che l'ho vista, ero ancora nei pressi della vecchia casa, vicino agli asili dei miei figli. Non frequentando loro la stessa scuola, facevo delle strade differenti per andarli a prendere. C'erano giorni che andavo a prendere l'una piuttosto che l'altro. La scelta di chi recuperare per primo, variava di giorno in giorno, nel senso che non stabilivo un ordine preciso, eppure costei, la vedevo sempre. L'ho incontrata per 3 anni su per giù. Pensavo che abitasse nei paraggi, quindi era normale vederla ogni giorno, alla stessa ora mi sono detto. Dopo il cambio di casa, in una zona non così vicina la precedente, chi sarà mai la prima persona che incrocio, se non proprio lei? Assurdo questa donna mi segue ovunque. Esattamente come capitava nei pressi della casa vecchia, ora la becco ogni volta che metto il becco fuori dalla porta, ad ogni ora del giorno! Questa cosa mi po' mi fa rabbrividire, perché la donna in questione ha qualcosa di anomalo. Poi magari è la persona più buona del mondo, anche se a prima vista mi sembra un spettro, fatto sta, che la trovo in tutti gli angoli che bazzico di giorno. Credo che a questo punto anche lei, si sia resa conto delle coincidenze che portano ad incrociarci dappertutto, sembrerebbe strano il contrario. Ieri l'altro, mentre stavo portando i miei bimbi a scuola, ho raccontato loro tutta la stranezza di questa storia. A farmela venire in mente, è stata lei mentre la superavamo. I miei figli si sono messi a ridere e anch'io, anzi, mi sono rincuorato del fatto, che non fossi solo io a vederla. Comunque per quante volte incroci questa donna non ho ancora scoperto dove abita. Magari c'è qualcuno che l'avvisa nel momento in cui sto per uscire, solo per farmi andare di matto. Non è detto che non ci sia riuscito.


martedì 16 dicembre 2014

LA TECNOLOGIA E' CONTRO DI ME

Ci provo, mi ci metto, azzardo a compiere qualche evoluzione tecnologica, eppure, ogni cosa da me ideata, non trova nessun esito positivo. Nel post "CORRI NELLA NEBBIA DANZANDO", avrei voluto condividere un brano da me composto, con l'ausilio dell'immancabile garage band, ma ahimè, è ancora lì che sta tentando di caricare chissà che cosa; non ho mica provato ad inserire la "Nona Sinfonia" del maestro B., in tal caso l'avrei compreso, ma è una canzone che dura poco più di due minuti...che pizza. (ho eliminato il post, l'attesa mi aveva snervato)
Altro progetto in cantiere:
Mi sono offerto di fotografare la recita di mio figlio, per poi creare un filmato montato con iMovie, aggiungendovi anche le riprese fatte da una mamma della scuola. La "regista" mi ha dato ieri il cd con il film ed io pieno di speranze, mi sono messo al computer per provare a dare vita alle mie idee.
Il primo ostacolo che ho trovato, sta proprio nel supporto sul quale il film è registrato. Certo, perché, pur avendo pagato il MacBook Air una fucilata, questo bell'oggetto di design, non ha al suo interno il lettore cd. Per arginare al problema, ho provato ad inserire il dvd, dentro l'altro mio portatile. Risultato? Questo dannato pezzo di antiquariato, non lo legge.
Allora ho pensato, di copiarlo sull'hard disk, e poi trasferirlo sulla chiavetta usb. Se non che, la chiavetta non viene riconosciuta sul pc, perché ho dovuto cambiare i parametri di lettura, per permettere al Mac di leggerla e di conservare i dati in memoria. Ora che riprovo a fare la stessa cosa sul vecchio portatile, questo procedimento non è possibile, poiché mi chiede di formattare il disco esterno, ovvero la chiavetta. Ok ci ho provato, ma il computer si è impallato per più di un'ora?
Cosa posso fare di più?
Sono decisamente avvilito.
Quante volte sento dire in giro:
"Ah se avessi i mezzi, potrei fare di tutto!"
Quante volte l'ho sostenuto anch'io!
Ora che i mezzi sono (quasi) accessibili a tutte le tasche, non è possibile fare niente, se non si hanno le giuste competenze.
Questo discorso è adattabile ad ogni mia attività, quali: musicale, letteraria, fotografica, illustrativa, culinaria ecc.., per dirla in breve; tante belle idee, ma pochi risultati.



QUESTA VOLTA L'HAI SCAMPATA...

Detta in questa maniera, sembra che non veda l'ora di sbarazzarmi della piccola sacco di pulci chiamata Nala. Ma non è così, in fondo mi ci sono affezionato. Le ho soltanto tolto la responsabilità del mio malessere, ovvero la causa non è lei, bensì il mio acerrimo nemico: l'acaro.
Settimana scorsa sono andato, dopo milioni di solleciti da parte mia moglie, a fare questo importantissimo test per le allergie. L'ultima volta che mi hanno punzecchiato ed iniettato la sostanza reattiva, risale a quando ero decisamente giovincello, credo di aver avuto ancora la voce in falsetto tipo Prince. il procedimento è esattamente uguale a quello di tanti anni fa, non è cambiato nulla. Tra tutte gli estratti degli allergeni, mi hanno messo anche quello relativo al pelo del gatto, ovviamente. Sorpresa delle sorprese, non è quello che mi fa star male. Cioè sì, sono ancora intollerante, ma in maniera inferiore rispetto a quattro lustri fa. Ciò che ancora non demorde è l'infingardo e maledetto acaro. Mi è venuta una bolla enorme sul braccio, come se mi avesse punto una zanzara di 14 chili, quando è entrato in circolo, la goccia surrogata delle loro schifezze acherose. L'infermiera che mi ha fatto il test si è meravigliata, tanto da dover scrivere sul foglio un bel 4+, un risultato di tutto rispetto, modestamente...
Parlando poi con il medico, mi ha dato delle medicine super efficaci e consigliato di fare alcuni esami di notevole valore allergologico. Va beh quello poi lo farò con calma. L'importante ora é di aver smesso di starnutire come un matto, e cosa non da poco, di avere ancora la Nala qui con noi.

GATTINA IMPERTINENTE...

sabato 13 dicembre 2014

SE CI PENSO NON CI CREDO

Nonostante siano state apportate in casa diversi tipi di modifiche; i discorsi che facciamo ai nostri figli per preparali all'avvenimento; i momenti in cui mia moglie mi fa "sentire" il suo pancione, per non parlare delle visite in cui l'abbiamo visto e sentito, ebbene, mi sembra così strano diventare padre per la terza volta. Nel senso, idealmente con il cuore me lo vedo già in casa, a sonnecchiare tutto il giorno, tra una poppata e l'altra. Ma se mi fermo a riflettere davvero, su cosa significhi essere padre, di un batuffolo che sa di latte, tremo dall'emozione. Non sono spaventato dalla figura che andrò a ricoprire, in quanto ho già due bimbi che mi ricordano il mio ruolo ogni giorno. E nemmeno le notti insonni, o il cambio dei pannolini, piuttosto che i pianti ininterrotti durante il giorno, non sono cose che mi terrorizzano. E' proprio sapere di avere un'alta vita in casa, che crescerà insieme ai suoi fratelli, che vedremo diventare grande pian piano, e poi tutto ad un tratto, lo vedremo già un ometto. Farà i primi passi per casa e sarà tutta una scoperta per lui, per noi. Dovremmo ritornare agli inizi della nostra carriera genitoriale, ma un po' più esperti. Anche i miei figli saranno chiamati a fare da fratelli maggiori, assumendosi pure delle piccole responsabilità. Sarà differente dalle nascite precedenti, ma non per questo meno meraviglioso.
I miei due bambini sono cresciuti uno affianco all'altra, i loro ricordi sono gli stessi, cioè si sono visti insieme già da subito e posso azzardare a dire di avere avuto quasi due "gemelli". Divideranno il tempo in base alla nascita del terzo piccolo di casa. Fa un po' strano a pensarci, anche se è più che naturale.
Per quanto mi riguarda, ho superato alcune paure, o ansie che nutrivo dentro, quando essere un papà per me era una cosa nuova. Adesso ho la capacità di interpretarle e comprendere, non mi faccio più fagocitare da tutto ciò che un tempo mi serrava la gola come una sciarpa. Ho imparato a gestire le preoccupazioni e le emozioni, però sono sempre in tempo a crearne delle altre.
Con il piccolo in arrivo, mi piacerebbe mostrarmi a lui e agli altri componenti della famiglia, come un padre sicuro e un uomo impeccabile. Ma resto sempre un essere umano, per cui, pronto a commettere tanti errori, sperando che mio figlio mi amerà anche questo avverrà.
In sostanza ora sono differente rispetto a quasi otto anni fa, ma il mio cuore si è ingigantito ogni giorno di più. Sono pronto ad elargire tutto il mio sapere, appreso in questi anni di genitore, nonché il mio amore inesauribile
Ti stiamo aspettando.


mercoledì 10 dicembre 2014

ON A MISSION FROM SANTA

In vista del Natale alle porte, urge correre all'acquisto dei regalini per i miei figli. Correre è proprio il verbo adatto per la giornata di oggi, trascorsa per metà sulla bici. Per quanto mi sia affaticato, il successo è stato parziale, nel senso che, ho trovato soltanto l'occorrente richiesto da mia figlia.
Dopo aver accompagnato i pargoli a scuola, ero indeciso se andare a forgiare l'acciaio a suon di pesi in palestra, oppure, cominciare a quagliare qualcosa di concreto in termini di doni natalizi. Data l'urgenza, ho preferito la seconda opzione.
Alle 10.00 inforco la bici e parto per il centro alla ricerca della chitarra, il primo dei tre desideri della mia bimba. La distanza non è molta da casa mia, ma si sa, che le mattine milanesi sono abbastanza congestionate, quindi spostarsi anche con la bici, diventa faticoso. Arrivato in piazza Duomo, spremo le meningi per ricordare il luogo in cui vendono ciò che mi serve. Giro e rigiro, alla fine trovo la Feltrinelli, prima però, sono andato in Mondadori perché fra quattro giorni chiudono definitivamente, ragion per cui, mi è sembrato doveroso buttare un occhio alle offerte. Nulla da fare, mi è sembrato di entrare nel deserto dei Tartari. Tempo perso.
Passo in libreria Feltrinelli, dal quale si arriva poi, anche alla Ricordi, sperando di trovare aperta la parte dedicata agli strumenti. La fortuna mi ha assiste e trovo la chitarra 3/4 color acero rosso, davvero stupenda. La mia piccola musicista ne sarà felice.
Il ritorno a casa, con la chitarra in una mano e il manubrio nell'altra, non è stato molto simpatico, ma essendo io un esperto di situazioni ciclistiche estreme, ce l'ho fatta perfettamente.
Tutto questo ha richiesto un'ora e mezza dalla mia partenza.
Faccio un'altra spedizione in un negozio di giocattoli in viale Monza, sperando di trovare anche qualcosa per mio figlio, ma ciò che lui ha richiesto, è troppo da intenditori, quindi in quel negozio non trovo niente per lui. Il mio sguardo cade su uno skateboard che fa al caso mio, dato che è il secondo regalo di mia figlia. Lo prendo, lo carico e parto per nasconderlo in casa, o meglio in cantina.
Per arrivare al completamento della lista di mia figlia, mancava solo un regalo. Mi sono detto, che avrei potuto farcela. Sono partito per il negozio di scarpe in Buenos Aires, (in viale) e non potevo credere di averle trovate così in fretta. Troppo bello per essere vero, la fortuna si è esaurita pedalando. C'era il modello ed il colore, ma guarda caso, non c'era il numero. Al che, mi hanno suggerito di andare in via Torino, dato che è il più fornito della Lombardia e bla bla bla, lì avrei avuto successo, mi assicura il comesso. Prima di partire a razzo, chiamo il negozio. Mi dicono che il modello c'è ma il numero è il 34, mentre a me serviva il 33. Va beh, dato che ero in moto, mi dirigo in via Torino. Mi presento alla cassa, e la commessa mi dice che il numero è in magazzino, ma il colore è diverso da quello che cerco. Taglio corto e non le prendo.
Mi è venuto in mente poi, che avrei dovuto comprare le protezioni per lo skate. Sfreccio alla decathlon di Cairoli e mi lancio nel reparto corretto. Dopo un po' di fila, torno a casa sfinito e con il ginocchio che urla pietà. Le ore a quel punto erano le 15.30.
Se fossi andato in palestra mi sarei stancato di meno. Però la missione posso ritenerla quasi compiuta.
Caro Babbo Natale, certo che di sbattimenti in nome tuo se ne fanno parecchi.
Certo tu hai le renne super veloci e i folletti che costruiscono i balocchi, mentre io ho una bici che sta in piedi per miracolo e la sfiga che mi perseguita in ogni negozio. Non è esattamente la stessa cosa, comunque menomale che il Natale viene una volta sola.


lunedì 8 dicembre 2014

CANTANDO SOTTO LA LANA

In passato ho sentito spesso nominare Lana Del Rey, e francamente non sapevo chi fosse. Ho cercato su internet alcune informazioni sul suo conto ed ho trovato, prima di tutto, un milione di foto che la ritraevano in tutto il suo splendore. Da lì ho compreso che fosse una modella. Però poi, ho saputo anche del suo primo album e l'ho volutamente snobbato, credendo fosse l'ennesima top model, che ad un certo punto della sua carriera, si è messa a fare musica, poiché annoiata dal mondo del fashion. Erroneamente pensavo cantasse canzoni pop, stile Rihanna, Taylor Swift, Iggy Azalea e tutte le altre. Ok, mi sbagliavo e parecchio! Una notte, in ufficio, in preda alla scrittura, ho sentito la necessità di qualcosa di nuovo da ascoltare. Ho azzardato Ultraviolence della bella Lana e mi sono ricreduto immediatamente. E' un album intenso, melodico, quasi psichedelico da divenire ipnotico. Mi è piaciuto nonostante non sia, ciò che di solito ascolto. L'ho trovato sorprendente ed era proprio quello che mi serviva quella notte.
Il suo stile richiama molto le atmosfere dei primi anni '70 e devo dire che le sta a pennello. La vedrei bene anche in sequel di Austin Powers, come la bella malmostosa ma al tempo stesso molto pericolosa. La sua musica è così, accattivante, sensuale eppure, decisamente nociva, come un LSD preso all'improvviso.
Adesso, in questo momento, sono nella medesima situazione sopra descritta, e per assecondare le mie voglie da ascoltatore notturno, ho bisogno di qualcosa di profondo, ed intimo, per questo motivo sto ascoltando lei.
Sono sempre stato allergico alla lana, ma questa ha su di me, un altro tipo di reazione.


sabato 6 dicembre 2014

EGREGIO DOTTOR BALLISTA

Per tirarsi fuori d'impiccio, spesso si ricorre a dei piccoli stratagemmi dal retrogusto di scuse. Non sono delle vere e proprie bugie, sono delle verità alterate, magari distorte, forse esagerate, per evitare di dover spiegare troppo, oppure, sbrigarsi in una situazione di diniego. Una tipologia di situazioni come queste, sono abbastanza frequenti, non dico all'ordine del giorno, ma capitano più spesso di quanto realmente se ne tiene conto.
Invece la cosa più rara da trovare, sono degli esponenti, anzi degli artisti della balla, ovvero, quegli individui che raccontano le cose più assurde, senza un motivo apparente.
Nella mia vita, non ne ho conosciute molte in verità, però, ho forse avuto l'onore di incontrare il più gran conta balle della storia. Non era un mio amico, l'ho conosciuto perché amico di amici e dal primo in contro avuto, ho capito subito di che pasta fosse fatta.
Mi ricordo alcuni avvenimenti, che più di tutti mi colpirono.
1_ Al parchetto con gli amici.
Costui, mi si avvicina e mi porge gli auricolari dicendomi:
"Ascolta un po' il mio gruppo... Questo è solo il demo, poi uscirà il disco."
Io ascoltai e rimasi stupefatto, dalla bravura di questa band. Lui forse ignorava che avessi già sentito gli Slipknot in un media store a Londra, qualche mese prima e che da lì a poco l'avrei comprato. Eppure lui sosteneva fosse il loro "demo."
Io abbozzai dicendo:
"Stai male, complimenti." (era il gergo della fine del '900)
2_ Per strada prima del capodanno del 2000.
Io gli chiedo:
"Bella! Oh. alla fine che fai a capodanno?" (un tempo si parlava così, ripeto)
Mi risponde con sufficienza:
"Ho un volo per Los Angeles, parto fra pochi giorni."
"Fico...Los Angeles... fa brutto" Dico io. (non potevo non comunicare così)
Passata la mezzanotte del nuovo millennio, trascorso all'Alcatraz di Milano, mi vedo uscire dal bagno, proprio lui e gli domando:
"Oh. ma Los Angeles? Mica dovevi festeggiare lì?
"Lascia perdere, mille casini... Ero con una tipa ci siamo fatti di brutto: bevuto, fumato, sc°#*§o tutta la notte. Mi sveglio a mezzogiorno e mi dico, -Zero! Abbiamo perso il volo!-  Sbatti con la tipa e se ne va, anche se il biglietto glie l'ho comprato io. Ero troppo messo per andare all'aeroporto per farmi ridare i soldi e quindi ora sono qui,"
Taglio corto dicendo:
"Eh che sfiga, eh beh. buon anno."
3_ Sull'autobus.
Io ero in compagnia di una ragazza, notiamo che in fondo al bus c'era un capannello di tamarri esagerati, pronti a fare rissa con chiunque. Lo sguardo mi cade sul conta balle, anche lui era piuttosto preoccupato dai ragazzi accanto a lui. Per non farsi vedere impaurito e per farsi bello davanti agli occhi di chi mi stava vicino, mi fa:
"Oh, guarda un pò le mie mani."
Mi mostra un accumulo di croste e tagli.
Sapendo bene quale fosse la causa, faccio finta di niente e chiedo:
"Cos'hai fatto?"
"Ieri ho fatto a pugni con degli zarri peggio di quelli. Li ho stesi tutti."
Credo che solo nei suoi sogni, la mani screpolate dal freddo, significassero aver avuto una scazzottata. Sicuramente è stato malmenato, ma dal clima rigido di Gennaio.
Arrivato alla mia fermata, scendo con la ragazza e lascio lui in balia di qui brutti ceffi.
Mentre dalla strada lo saluto, lui dal finestrino si nasconde alle parole, che nel frattempo i tammarri l'avevano già preso di mira.
Penso che fondamentalmente, questo tipo di atteggiamento, sia una vera e propria patologia di persone estremamente insicure. Raccontano avvenimenti fantastici, per non mostrarsi deboli o poco interessanti agli occhi delle altre persone. Poveri loro, mi fanno quasi pena.
Io questo tizio, non l'ho mai più visto. Suppongo che ora stia facendo a gara con un ghepardo, dopo aver rubato la luna dalle mani di un extraterrestre, che l'ha rimpicciolita, per tenerla nella sua teca invisibile, custodita sul pianeta Fluor-900/bis. O magari è in una villa con Hugh Hefner, pronto a selezionare le nuove conigliette da fotografare, mentre si abbevera di champagne con scaglie d'oro, alla facciazza di Papa Francesco, che sta lì a rosicare. Oppure sia in missione dentro un sottomarino russo, pronto a bombardare di soppiatto l'America, comandato, nientemeno da Antonella Clerici, che per invidia ai programmi americani, vuole sabotarli tutti. Cose di questo tipo insomma...


venerdì 5 dicembre 2014

K.O. TECNICO

Non credevo di poter tornare ad uno stato di malessere fisico, come quello avuto in passato al mare. In quel periodo la mia allergia ha dato il meglio di sé, cioè, sono stati due anni di starnuti continui ed emicranie folli, occhi arrossati e cattivo umore, perenni. Il motivo per questo inatteso ritorno, devo purtroppo attribuirlo al pelo della piccola Nala; penso sia la motivazione più ovvia dato che, fin da piccolo sono stato soggetto al pelo felino. Mi spiace povera gattina, attribuire a lei il mio malessere, eppure, i fatti parlano chiari.
Ho sempre sostenuto l'idea che ad uccidermi sarebbe stato uno starnuto, l'ultimo, il più grosso, quello fatale, come direbbero gli anglosassoni: The big one. Sono quasi certo che prima o poi mi farà visita, al che, io risponderò con un lenzuolo, pronto ad afferrare il cervello uscitomi dal naso. Spero arrivi il più tardi possibile, ma prima o poi sarò chiamato a scontrarmici.
Quello che mi fa più rabbia, è che per sentirmi leggermente meglio, devo scappare di casa, luogo in cui, al contrario, dovrei sentirmi al sicuro da tutto, quel posto dove dovrei vivere felice con la mia dolce famiglia e lasciarmi tutto al di fuori della porta. Invece stare in quelle mura, diventa per me una tortura no-stop. Sono sbattuto dentro un'immane concentrazione di tutto ciò che mi fa stare male e continuamente, vengo bombardato da questi esseri minuscoli che altro non sono, se non gli acari. Dannati loro!
Spesso, molto spesso, ricorro a dei palliativi per risultare meno fastidioso in casa, anche per avere un minimo di tregua. Basta inghiottire due antistaminici e il gioco è fatto.
Fatto è la parola corretta, nel senso che, dopo aver assunto queste pillole, mi sento narcotizzato come un cavallo prima di una corsa importante, sabotata dalla mafia. Una specie di zombie, sfuggito alla pistola di Rick Grimes, ma anche semplicemente, un fattone di Stazione Centrale di Milano. Non è fattibile, appunto, condurre una vita così.
Le possibilità sono due:
1- Bye bye Nala, è stato un piacere conoscerti...
Ma a quel punto i miei figli mi odierebbero per tutta la vita.
2- Devo vaccinarmi ancora.
Ho passato i primi anni della mia vita (12 se non erro) ad assumere ogni giorno, 30 gocce di tre flaconi farmaceutici diversi, prodotti dalla Bracco. Il risultato è che dopo 20 anni ne ho bisogno come allora. Pazienza, ma almeno continuo ad essere amato dai miei figli.
Questa mattina, mia moglie esasperata dal mio continuo starnutire, ha chiamato una clinica che mi visiti a dovere e mi prescriva qualcosa di abbastanza definitivo. Il costo per una cosa del genere viene la bellezza di 190 euro.
("Bimbi, siamo sicuri di volere ancora la Nala in casa?"
"Sei un cattivone papà!!")
Poi però abbiamo prenotato un'altra visita al Niguarda, viene anche 70 euro di meno, direi che è abbordabile, insomma. Credo che mia moglie si sia messa alla ricerca di qualcosa di più economico, dopo aver notato il mio sguardo indemoniato, rivolto alla gatta, per non parlare di quel grosso coltello da cucina che ho sempre a portata di mano.
("Bimbi! Che dite, oggi mangiamo coniglio?
"Ma noi non ce l'abbiamo il coniglio."
"Dov'è la Nala?"
"Sei un cattivone papà!!")
Martedì ho la visita, nel frattempo resto steso sul ring.



mercoledì 3 dicembre 2014

IL PESO ESTREMO DELLA VITA

Il frigo è pieno, la casa è in ordine, l'auto è parcheggiata con il serbatoio colmo di diesel e fuori mi attende una nottata stupenda. Lascio tutto così, senza arrecare alcun problema, senza essere di peso a nessuno, anche perché il vero peso sono io.
Quando sono arrivato a 195 kg mi sono preoccupato, arrivato a 228 kg mi sono spaventato, raggiunti i 266 kg mi sono detto che non sarei mai più tornato indietro, infatti indietro non ci torno. La vita è dura per un pachiderma come me, tutto sembra una sfida, ogni passo è una fatica, fare le scale è un'impresa eroica, lavarsi è impossibile e mangiare diventa pericoloso, una vera lotta tra la vita e la morte. Riesco ad ingurgitare quasi 15 kg di cibo al giorno e bere, 7 litri di bibite gassate di ogni marca e colore. Anche quando mangio rischio di morire ad ogni boccone, dato che il grasso intorno al collo non permette al cibo di scendere in modo corretto. Sono sempre ad inghiottire qualcosa, quindi, nutrirmi è diventata come una roulette russa. A volte penso che sarebbe meglio venire soffocato da un pezzo di hamburger che ho in bocca e piantarla di soffrire. Però poi penso, che sarebbe impossibile raccogliermi di peso e mettermi sopra una barella, e conseguentemente dentro ad una bara. Ci vorrebbe una gru per fare una cosa del genere. Mi vergognerei anche da morto, come se dovessero portare via da un appartamento, un enorme ippopotamo; non c'è dignità a finire i propri giorni in questo modo. Non è giusto nemmeno per i miei genitori, vedere lo scempio in atto sul loro figlio, che per quanto gigante sia, rimane sempre un individuo al quale hanno dato tutto il loro amore.
La gente pensa, che se sono arrivato a questo punto, è solo per colpa mia, che me la sono cercata, morso dopo morso e piatto dopo piatto. Loro non sanno cosa significa rifugiarsi nel cibo quando tutto è contro di te. Fin da piccolo sono stato emarginato, escluso e deriso dai miei compagni, e per una persona sensibile come me, è stata una pugnalata in petto. Tutti giorni della mia vita, sono stato oggetto di derisione e più mi aggredivano verbalmente per le mie dimensioni, e queste, in automatico aumentavano. Vedevo nel cibo, quella soddisfazione che non trovavo e non ho mai trovato da nessuna altra parte. E' stata la mia consolazione, la mia gioia, il mio divertimento. Poi però si è trasformata in una droga, condannandomi a diventare un pallone, anzi una mongolfiera, un fenomeno da baraccone. Quelle poche volte che esco di casa, mi sento gli occhi addosso, ed essendo praticamente immenso, riesco ad avere su di me lo sguardo dell'intera città. E' deprimente. Ora le mie uscite si sono ridotte al minino poiché il cuore non regge lo sforzo e le gambe urlano di dolore nel sopportare una massa mastodontica come la mia.
Oggi mi sono pesato e non ci credevo quando ho visto, sulla mia bilancia speciale, le tre cifre così scritte: 283, mi manca poco per raggiungere i 300 kg. Non ci arriverò, morirò prima, nel senso. prima che mi tirino su con la gru o mi facciano rotolare dalla scale, come un bastimento di patate marce.
Le ho pensate tutte, ho valutato le modalità migliori e quelle a me fattibili, per suicidarmi. L'unica cosa che riesco a fare con la mia mole è quella di lasciarmi affogare nell'oceano che dista pochi chilometri dalla mia finestra. Il piano è questo:
Alle 23.42 chiamerò un taxi, quelli speciali tipo furgoncino.
Prima di mezzanotte mi faccio lasciare vicino al molo di White Beach e lì aspetto.
Il Dolphin salpa alle 00.21 in quell'istante sarò sul bordo della banchina.
Quando si sarà staccato dal molo ma ancora non del tutto, mi lascio cadere in mare.
Nell'acqua le turbine saranno in azione a tutto spiano, il tonfo verrà coperto dal rumore e l'acqua frastagliata, si confonderà con la schiuma delle pale della nave. Se poi aggiungo anche che non so nuotare, la cosa dovrebbe essere piuttosto semplice.
E' giunto il momento.
"Buonasera, sono Matthew O' Brian, avrei bisogno di un furgoncino taxi..."




lunedì 1 dicembre 2014

GLI ALBUM FONDAMENTALI DELLA MIA DISCOGRAFIA

Qualche tempo fa, avevo una nutrita scorta di cd, ma con i vari spostamenti di casa, nonché nei diversi ripiani della casa attuale, ne ho persi un sacco. Tuttavia, ho ben in mente quali sono i miei album, non solo preferiti, ma anche che hanno segnato un certo periodo della mia vita.
Il primo in assoluto: è Pump degli Aerosmith del 1989, lo ascoltai appena uscì, a casa del mio amico e socio dei futuri, anche se trapassati, Low Boys. Diede il via alla mia voglia di musica rock. Posso dire di essere stato stregato al secondo ascolto, mentre al terzo, venni totalmente rapito. Quest'album non ce l'ho più.
Il secondo: è Nevermind dei Nirvana anno 1991. Con questo disco ho capito cosa significasse per me suonare la batteria, quanto desiderassi essere in grado di riprodurre quelle tracce. Ancora presente nella mia discografia.
Il terzo: è l'unico dei Sex Pisotls Never Mind the Bollocks 1977, in quel periodo necessitavo di un po' di storia. Questo album l'ho perso
Il quarto: è Cowboys from Hell dei Pantera datato 1990. Ne sentivo parlare spesso di questa band, quando poi giunsero alle mie orecchie, mi diedero quella forza esplosiva che sentivo di dover apprendere. Album disperso, non so che fine abbia fatto.
Il quinto: Adrenaline dei Deftones 1995, comprato a Nizza e tra tutti quelli che giravano nel periodo crossover, quest'album ha gettato le basi di un'adorazione senza limiti per questo gruppo. Presente in casa mia, credo.
Il sesto: About Time dei Pennywise 1995, è stato l'apripista del periodo punk-hardcore, per il quale ho sempre sognato di suonare, ma ahimé, nessun gruppo nel quale ho militato, si è poi evoluto in quella direzione. Questo album lo trovai in cassetta, lo persi e lo ricomprai ad un loro concerto all'Acquatica di Milano. E' ancora presente e spesso lo riascolto.
Il settimo: Follow the Leader Korn 1998, quest'album è stata la colonna sonora dell'autogestione del mio istituto scolastico, nonché album in ascolto quasi ogni giorno a casa mia. Ancora presente.
L'ottavo: Donde Jugaran las Ninas 1997 dei Moltov. Comprai il disco a Barcellona e me ne innamorai. Quando ascoltavo questo disco stavo con una ragazza di origine latinoamericana che mi aiutò a comprendere meglio il significato di ciò che cantavo a squarcia gola. Ce l'ho ancora (spero)
Nono: Significant Other 1999 Limp Bizkit. è il loro disco migliore e credo di averlo consumato. Ancora in casa, ascoltato l'ultima volta tre giorni fa.
Decimo: Planeta Eskoria 2000 Ska-P, cavalcando l'onda spagnola, ballavo e cantavo a ritmo di ska. E' in casa.
Undicesimo: It Means Everything 1997 Save Ferris, ascoltato e riascoltato fino allo sfinimento, conosco a menadito la sequenza del cd. Ora è diventato l'album preferito di mia figlia. In auto da non so quanto tempo.
Dodicesimo: Franz Ferdinand con l'album omonimo datato 2004. Mi ricordo di averli ascoltati la prima volta, ad un live trasmesso da MTV, mentre ero in una stanza d'albergo a Faenza, durante il Meeting delle Etichetta Indipendenti. Appena tornai a Milano corsi ad acquistarlo. Ancora presente e ascoltato da poco, con  molto piacere.
Tredicesimo: Rage Against The Machine, album anch'esso omonimo 1992. Pura potenza sovversiva. Ero in piena attività socio-politica e questo disco mi dava la carica giusta per combattere. In casa sommerso da un milione di dischi.
Quattordicesimo: Post Orgasmic Chill 1999 Skunk Anansie, Mi accompagnò durante il mio primo viaggio a Londra. Non lo trovo più, ma forse lo cerco bene lo scovo da qualche parte.
Quindicesimo. To Lose My Self 2009 dei White Lies, quest'album lo ascoltavo quando vivevo al mare e lì nacque il mio secondo bimbo. Scaricato sull' iPod
Sedicesimo Bleed American 2001 dei Jimmy Eat World, questo è un gran bel disco e l'associo agli inizi con mia moglie. Messo in ascolto pochi giorni fa, proprio da lei.
Diciassettesimo: Absolution 2003 Muse. Andai al concerto di questo disco, fu fenomenale. Disco perso, ma poi scaricato sull'iPod
Diciannovesimo: Toxicity 2001 System Of A Down, fu una vera rivelazione questo disco. Tutti i miei amici lo ascoltavano e io non ero da meno. Presente sulla pila dei miei cd.
Ventesimo: Pennybridge Pioneers 2000 dei Millencollin, mi ha tenuto ben saldo alle radici punk-hardocre quando vivevo al mare. Ho solo la custodia, il cd vero e proprio devo averlo perso ultimamente.
Alcuni di questi dischi sono stati ascoltati in date diverse dalla loro pubblicazione ufficiale, ma non per questo, meno importanti per la mia educazione musicale. L'ordine eseguito non è sempre corrispondente alla preferenza, è stato scritto secondo una cronologia di ricordi. Ce ne sarebbero altri da scrivere, ma i prossimi li scriverò più avanti.


COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...