martedì 28 giugno 2016

IL FATIDICO 2016

Il 2016 è l'anno delle morti celebri, o forse meglio dire, la morte di parecchie celebrità. Si è concluso l'anno 2015 con la morte del frontman degli Stone Temple Pilots/Velvet Revolver il fantastico Scott Weiland, poi è venuta la volta del grande Lemmy ed è iniziato l'anno nuovo con la tragica morte dell'immenso: David Bowie. 
Proprio ora stavo facendo una piccola ricerca sui volti noti perduti nel 2016 e ho scoperto nomi che non mi ricordavo più, o chissà per quale motivo, non avevo sentito, tipo con l'attrice Karina Huff, che più che carina era bellissima, l'allenatore di Rocky: Tony Burton e un altro attore e George Gaynes, ovvero il simpaticissimo comandante Eric Lassard di Scuola di Polizia. 
Il cinema oggi ha perso anche Bud Spencer, un personaggio che ha riscosso, oltre che ad un enorme successo, anche l'affezione da parte di tante persone per il suo ruolo da gigante burbero ma assai buono. 
Nell'ambito cinematografico ricordiamo Alan Rickman aka Severus Piton, Ettore Scola, Frank Finaly, Silvana Panpanini, Franco Citti, Riccardo Garrone, Paolo Poli e Giorgio Albertazzi.
La musica ha perso molti dei suoi pilastri, oltre a quelli già menzionati, ricordiamo il chitarrista degli Eagles: Glenn Frey, un altro chitarrista ma dei Jefferson Airplane, Paul Kantner, il tastierista Keith Emerson del trio Emereson, Lake & Palmer, l'autore dell'intramontabile Wonderful Life, cioè Black, il fondatore degli Earth Wind & Fire Maurice White, Natalie Cole, Merle Haggard, Leonardo "Gato" Barbieri, Gianmaria Testa e che dire dell'impareggiabile genio di Prince?
Delle morti che davvero hanno lasciato un grande vuoto nel panorama musicale, qualcuno forse celeberrimo, qualcun altro un po' più di nicchia, ma comunque ognuno di loro ha dato sicuramente il suo importante contributo alla scena musicale mondiale. 
Nel mondo dello sport non si può non citare il più grande di tutti i pugili, il mitico Muhammad Alì, poi è stata la volta di Cesare Maldini, e sempre in casa nostra citiamo Lino Toffolo, Marco Panella e chiaro, Uberto Eco. 
Questo più che un post sembra un bollettino di guerra, davvero un sacco di grandi personaggi passati a miglior vita. 
C'è da chiedersi: chi sarà il prossimo?




domenica 26 giugno 2016

IL CALDO SCOPPIETTANTE

Su Twitter leggo di alcuni post in cui si parla del caldo e dei servizi di Studio Aperto collegati al calore estivo, o meglio, all'inutilità di questi servizi quando scoppia la torrida calura stagionale.
La cosa mi fa molto ridere perché è vero, cioè dei servizi del telegiornale, ma è altrettanto vero che in questi giorni fa un caldo della madonna.
Si sono lamentati in tanti quando nei mesi precedenti è venuto a piovere un giorno sì e l'altro pure, si sentivano parole tipo: quest'anno l'estate ce la scordiamo; è tornato l'autunno; che razza di stagione è questa e via discorrendo. Adesso che fa caldo, le stesse persone si lamentano dell'elevata temperatura e del sole rovente che splende alto nel cielo.
Ma dico, allora?
Non vi va bene mai niente però!
Per quel che mi riguarda, stavo così bene con le basse temperature che nemmeno mi sognavo di lamentarmi, anzi, è andata fin troppo di lusso.
Io il caldo lo detesto, mi fa impazzire, non riesco a riposare bene la notte e per questo alla mattina mi sveglio spossato, stanco e debilitato.
Per sopperire al problema, ho comprato due ventilatori decisamente più validi, rispetto a quelli dell'anno passato, ma cribbio, quanto costa non morire di caldo.
Nella stagione invernale le cose sono più semplici, basta coprirsi e il gioco è fatto, nel senso, che non è necessario acquistare marchingegni che diano riscaldamento tutto il giorno, ci sono i caloriferi e via andare. Ma d'estate se non si ha a portata di mano un elettrodomestico che dia refrigerio si rischia l'autocombustione, come capita al sottoscritto.
In questo momento ha appena smesso di piovere, ma non sono molto sollevato dato che non è cambiata la temperatura fuori dall'ufficio, fa caldo tanto quanto prima.
Passerà anche questa stagione, speriamo sia breve perché non ne posso già più.




sabato 25 giugno 2016

35 DI QUESTI GIORNI

Domani a quest'ora sarò qui in ufficio nel giorno del mio compleanno, ebbene sì, saranno trentacinque e la cosa comincia un po' a preoccuparmi. L'età è una di quelle cose che mi dà molto da pensare, perché solo con i dati alla mano si possono fare i resoconti della propria vita, e avendone appunto 35 a disposizione, qualcosa di grosso si può anche determinare, prima di tutto: gli anni; stanno diventando ingombranti.
A otto anni, mi ricordo di aver avuto questo pensiero mentre giocavo con i miei giocattoli, ovvero che da lì a dieci anni sarei diventato maggiorenne. Quel decennio trascorso ha modificato parecchio il passaggio dalla fanciullezza alla maggiore età, è un cambiamento radicale rispetto ad un altro decennio, cioè dai 25 ai 35, beh oddio, non è poi così vero. Per i miei venticinque anni festeggiai in maniera decisamente esagerata, iniziai con gli auguri durante il matrimonio di una mia cugina, per poi finire...non ricordo nemmeno dove. Tuttavia mi devo essere divertito parecchio. Nel decennio che poi sarebbe trascorso, avrei fatto in tempo a diventare padre per tre volte, anzi quasi quattro.Mi sono sposato, ho cambiato diverse volte casa, lavoro e automobile, ho viaggiato con la mia famiglia ma anche per lavoro, ho messo su una panza esagerata, sono riuscito a dimagrire per poi riprenderla esattamente come prima Ho scritto tre libri, ne ho pubblicati due e sto scrivendo il quarto. Ho registrato un EP con la mia band, fatto dei bei concerti e studiato in modo più approfondito la batteria.Queste sono le cose che mi vengono in mente a brucia pelo.
I miei compleanni da bambino avevano la facoltà di rendermi felice, poiché ricevevo dei bei regali (solitamente giocattoli) da ragazzo erano il pretesto per fare baldoria e ricevere qualche soldino, da adulto mi fanno capire che non sono più un bambino né tanto meno un ragazzo; insomma sto invecchiando.
Quel che mi rasserena è la colazione di domani per la torta che mia moglie preparerà per me ed il pranzo che porterà a casa mia madre per festeggiare.
E' vero, sto proprio invecchiando.


mercoledì 22 giugno 2016

IL MERCATO

Esiste un luogo d'incontro più antico del mercato? Dove la domanda e l'offerta si ritrovano sullo stesso suolo evitando gli intermediari? Direi proprio di no.
Io personalmente l'ho sempre detestato fin da piccolo, perché mi sembrava,(in verità è) un luogo incasinato, pieno di gente che si muove a rilento, mercanti che si sgolano nei dialetti più disparati, anche per i forti odori che pungono l'olfatto e la persistenza delle intemperie climatiche, fanno di questo luogo, un posto detestabile.
Da bambino, ero uno dei pochi sfigati che andava a scuola anche di sabato, per questo motivo ogni tanto, chiedevo a mia madre di farmi restare a casa come molti dei miei compagni del cortile. In questo caso purtroppo, la mia cara mammina mi portava con sé al mercato, non tanto per punizione, piuttosto per una gestione della mia presenza in casa più facilitata. Ebbene, io facevo il diavolo a quattro pur di non andare dato che il mercato era molto lontano da casa mia, poi con tutte le premesse fatte prima, non era di certo un posto dove andare allegramente.
Da qualche settimana, la mia dolce mogliettina, ha deciso di fare gli acquisti della frutta e della verdura al mercato del mercoledì sotto casa; dice che le piace quello che compra (in effetti è molto più buona di quella del super) si trova bene con i fruttivendoli che la servono con il sorriso (devo ammettere che sono simpatici e allungano sempre un frutto per farlo assaggiare) e gli acquisti non sono frenetici come nei grandi magazzini (sì è vero il mercato ad una certa ora diventa più vivibile).
Quando mi aveva esposto la sua idea, non l'avevo minimamente considerata come una soluzione alla nostra alimentazione, perché io sono uno snob e mi piace la comodità anche durante la spesa, non sopporto la gente che si affolla e poi non riesco a gestire i venditori insistenti.
La prima volta che andai a Londra, mi ritrovai in mezzo ad un mercato molto affollato. Lì ebbi la conferma che anche in Inghilterra, (zona notoriamente snob, anche più del sottoscritto), la gente comprava al mercato e che oltretutto i venditori urlavano esattamente come quelli in Italia.
Questo che significa?
Che il mercato è un luogo dal quale parte una tradizione di scambi lunga secoli, che in ogni angolo del mondo ce n'è almeno uno più noto degli altri e che le massaie da millenni si incontrano lì per acquistare, spettegolare e passare la mattinata. Sicuramente però in tutto questo tempo, ci sarà stato anche qualcuno che in ogni epoca ha odiato il mercato, ebbene in questa attuale quel qualcuno sono io.

lunedì 20 giugno 2016

CASA AGRODOLCE CASA

Di rado faccio ritorno a Rozzano presso la casa dei mei genitori, non ci vado molto spesso data la lunga distanza che ci separa; è come intraprendere un viaggio interurbano, per ciò le incursioni nel mio luogo natio sono davvero limitate. Oggi è capitato di andarci con mio figlio, giusto per passare un po' il tempo e per far piacere ai nonni che si lamentano di vedere poco i miei figli in casa loro.
Non appena varco la soglia della porta d'ingresso mi suscita una sensazione un po' strana, mi sento combattuto da una lontana nostalgia mista ad un senso di inadeguatezza, per il semplice motivo che sono dieci anni nei quali la mia dimora è cambiata parecchie volte, ma sopratutto perché non ritrovo più quegli spazi creati nel corso degli anni passati. Non mi sento un ospite; quello no, però non mi sento come a casa mia, pur avendo trascorso in quelle mura il mio quarto di secolo. C'è da dire che i miei genitori hanno cambiato internamente la disposizione delle camere e l'arredamento, per cui, si può anche affermare di non riconoscere la casa come quella di un tempo. E' abbastanza normale visto che, sia io, che mio fratello, abbiamo levato le tende più o meno nello stesso periodo, ragione per il quale i miei genitori l'hanno modellata a loro piacimento e seguendo le loro esigenze di ora. Quindi c'è da aggiungere anche il cambiamento oltre alla separazione lunga di due lustri.
Mentre facevo giocare mio figlio con i miei vecchi giocattoli, ripensavo a quanto tempo trascorrevo per terra in quella che una volta era la mia cameretta, quante storie avevo inventato e quanto mi piaceva catapultarmi dentro quelle vicende fantastiche. Poi mi figlio mi ha chiesto i nomi dei personaggi preferiti, da quanto tempo ce li avevo e cosa inventavo mentre li usavo; beh in quell'istante mi è venuto in mente Andy di Toy Story, quando parla dei suoi balocchi alla bimba a cui li ha regalati, ovvero, un momento di tenera nostalgia.
Una volta fatto ritorno in casa mia, cioè quella attuale, mi sono sentito subito a mio agio, ho ripreso padronanza degli ambienti e mi sono immerso nella situazione familiare che più mi è consona, ossia, quella del papà.
Sono giunto alla conclusione che probabilmente non è facile per me, sentirmi un padre nella stessa casa in cui ero figlio, può essere, ma magari semplicemente, sto meglio a casa mia.

mercoledì 15 giugno 2016

PROXIMA ESTACION NACIMIENTO

Quando abbiamo pianificato la nascita del nostro terzo bimbo, ci siamo posti il problema della differenza di età che avrebbe avuto con i due più grandi. Vedendo come sono uniti tra loro i primi due, (anche se litigano spesso si cercano sempre) ci è venuta qualche remora a riguardo, nel senso che il piccolo di casa non avrebbe avuto nessuno con cui legare in modo indissolubile come i suoi fratelli maggiori. Certo, i fratelli in casa ci sono lo stesso anche con qualche anno di differenza, però non è la stessa cosa che crescere con qualcuno che ha pochi anni in meno. Per questo sono lieto di annunciare che sarà in arrivo il nostro quarto pargoletto!!!!!
Ebbene la famiglia MrD's non si ferma davanti a nulla, ciò che è più importante è l'amore e l'armonia familiare, ragion per cui la nostra comunità aumenterà ancora.
La nascita sarà prevista per fine anno, il che significa solo un anno scolastico di differenza con il terzo, quasi un gemello si può dire.
Sono molto felice, anzi, non mi è sembrato vero fino a oggi pomeriggio, poiché mia moglie ha fatto l'ecografia dei tre mesi e perciò lo si può ufficializzare. Fino a qualche giorno fa lo sapevano solo due o tre persone, da oggi lo potranno sapere tutti, tranne i miei figli perché, non essendo ancora al completo, visto che la maggiore se la sta spassando al mare, attendiamo il suo ritorno per darle la bella notizia.
Ancora mi sembra incredibile, avere un altro pupo per casa che farà un macello esagerato insieme al suo predecessore, che per l'occasione della nascita, il terzo pargoletto entrerà in quella fase di delirio di crescita, i così detti "terrible two"; sarà un piacevole caos che ci farà drizzare i capelli in testa; io ne ho pochi quindi magari non sarà così tragica, anzi, sarà un bel nucleo ripieno di amore.
Ti stiamo aspettando...


TECNOLOGIA CANAGLIA

C'era un tempo in cui quel poco di tecnologia presente nella società era accessibile a tutti, poco dispendiosa e veloce. Poi con il progresso è stata migliorata la qualità della vita, ma di contro, c'è stato un aumento delle complicazioni tecnologiche nei quali ognuno di noi è invischiato; non essendo preparati al continuo aggiornamento di tutti quei nuovi accessori che all'interno hanno le soluzioni più all'avanguardia, troppa gente non comprende quello che vede, che usa, che acquista. Per dirla in parole povere, la gente comune è rimasta alle basi di un progresso obsoleto, mentre la tecnologia è progredita esponenzialmente.
Io mi ritengo abbastanza in linea con le nuove tecnologie, nel senso che adopero oggetti di ultima generazione, pur non avendo grossi studi scientifici o tecnici alle spalle, mi affido alle mie capacità intuitive e mi barcameno per quello che so. Purtroppo poi, si arriva ad un punto in cui la conoscenza basilare non basta, perciò si ha bisogno di una persona che ne sappia di più, esattamente come è capitato oggi per il mio TV.
Qualche giorno fa, è capitato che da un momento all'altro lo schermo del televisore ha avuto una forte inclinazione alla tonalità di Pufflandia, mostrando i volti degli attori delle serie che vediamo in famiglia, come una grande comunità di Puffi, ossia: tutti tendenzialmente color azzurrino. All'inizio pensavo di aver tastato qualcosa che avesse modificato le impostazioni delle immagini, quindi ho smanettato un po' con il telecomando per poi non risolvere nulla. Ho riprovato e riprovato ancora senza raggiungere alcuna miglioria, allora mi sono deciso a chiamare il call center della Samsung e provare con un tecnico in linea che ne sapeva meno di me. Siamo giunti alla fine, con l'invio a casa di un altro tecnico per vedere effettivamente cosa è capitato a questo TV che già dal momento dell'acquisto, si è rivelato un po' sfigato.
Il tecnico è da poco andato via con il televisore, che per quanto fosse preparato, non è riuscito a riparare un bel niente. Poco male, me lo aspettavo, anzi, credevo che me lo sostituisse senza troppe cerimonie, e per un momento stava andando così, cioè, mi ha cambiato il pannello della TV, mettendone uno nuovo. Purtroppo neppure in questa maniera è cambiato qualcosa, ovvero, l'influenza puffologica persiste anche con nuovi prodotti, ragion per cui, se l'è portato via per fare delle prove più approfondite. Per come la vedo io, sarebbe meglio che me ne dessero uno nuovo e quell'altro con i Puffi dentro, lo cedessero a Gargamella, ma non credo che la cosa sia così semplice, fatto sta che mi chiameranno quando avranno risolto il problema. Staremo a vedere, nel frattempo pufferò qualcos'altro.


martedì 14 giugno 2016

ANDRO'-RA

Oddio, mi manca mia figlia!
Lei è bella serena e contenta di essere ad Andora con il centro estivo del comune, ma cavoli mi manca. Ah cuore di papà.
Ieri mattina siamo andati con il nostro family-mobile, al ritrovo per le partenze della colonia estiva. C'erano un sacco di bambini tutti pronti a lasciare le famiglie per due settimane, all'insegna del gioco e del divertimento e soprattutto, senza i genitori che stressano i figli imponendo loro i doveri della giornata. Beh credo che di doveri ne avranno anche lì, probabilmente dovranno rifarsi i letti, ripiegare i vestiti, mettere le loro cose in ordine, per cui avranno il loro bel daffare. E' normale che se tutti quei compiti vengono richiesti da persone estranee, per giunta con amici al fianco, ogni cosa verrà eseguita a dovere, questo per dire che i viaggi senza la mamma ed il papà aiutano a crescere, infatti una delle motivazioni che ci hanno spinti a mandare la nostra figlia maggiore è stato questo, ossia, un processo di maturazione al di fuori della famiglia che sicuramente le gioverà.
Comunque non averla in casa con noi è strano, siamo così abituati a stare tutti insieme che quando manca qualcuno vacilliamo per lo stordimento, pur essendo ben consci e favorevoli dell'utilità di questo viaggio. Il mio secondo figlio è quello a cui manca di più perché in effetti non sa gestire ancora bene il distacco, poi è talmente in sintonia con lei (pur litigando ogni cinque minuti) che non essere insieme giorno e notte, gli diventa difficile da assimilare. A ben vedere il viaggio di mia figlia farà bene anche a lui, così possiamo dedicargli del tempo quasi esclusivo (piccolo di casa permettendo) e concentrarci su ciò che gli piace fare senza troppi intoppi.
Ok, sicuramente il distacco fisico crea la malinconia, però siamo contenti della nostra scelta, specie, sapendo quanto le fa bene e quanto si divertirà.
Buone vacanze Gattino di Panna.


domenica 12 giugno 2016

IL MEGA IPERMERCATO DI ARESE (FEED FOR MASSES)

Non capita quasi mai che io resti a casa il sabato sera, ieri è stato uno di questi giorni straordinari e come punizione, siamo andati Al Centro di Arese, ovvero, una gigantesca struttura commerciale dove al suo interno si trova una cosa sola: la gente.
Avendo da soli due giorni l'auto nuova, ogni pretesto è buono per andarci in giro, per cui abbiamo colto l'occasione di comprare delle magliette a buon mercato che serviranno a mia figlia per la colonia estiva, e siamo partiti per l'unico posto un po' lontano dove è possibile trovare tale merce. Probabilmente ieri, tutta la Lombardia aveva in mente di recarsi Al Centro; certo, perché metti che è sabato, aggiungi una brutta giornata di pioggia e la somma porta solo ad un luogo: il centro commerciale, ovvio.
Entrando ho avuto la sensazione di trovarmi all'aeroporto di Malpensa e le persone che andavano e venivano da ogni dove, mi hanno fatto credere di essere in ritardo per un ipotetico aereo da prendere. Code, file interminabili ad ogni negozio, gente che aspetta di entrare per acquistare le stesse cose che si possono trovare ad un altro centro commerciale, nonostante ciò, il consumismo più sfrenato non si placa se non si spende per cose inutili.
Noi siamo andati per quell'unica missione da compiere, e finalmente, sgomitando ed evitando l'orda di consumatori, capace di calpestare chiunque non appena avvista una vetrina, ci siamo arrestati davanti all'entrata in attesa di fare i nostri moderati acquisti.
Dentro questo negozio c'è stato il mondo intero e non lo dico come battuta, ho davvero visto un sacco di gente proveniente da molti paesi stranieri, fare incetta di ogni indumento esistente, roba comunque dozzinale ma per lo meno economica.
Finita l'incursione da Primark ci stava una merenda per riprendere le forze, inutile dire che siamo stati in fila anche lì, per poi spendere un sacco di soldi e sgranocchiare quattro cose nemmeno così speciali come venivano sponsorizzate.
Si potrebbe supporre che io sia un disfattista, ma non è così, io apprezzo le novità, purtroppo però in questo tipo di strutture non riesco a vederci nulla di buono, in quanto gira e rigira non c'è mai nulla di concretamente affascinante. Cambiano la disposizione dei negozi ma alla fine sono sempre quei quattro marchi che si vedono dappertutto, eppure, la gente si fa chilometri di fila (ho omesso volutamente lo sbattimento del parcheggio perché provo pietà per me stesso) per poi trovare quello che si aspetta di trovare. Se poi devo fare anche un'analisi sul genere di utenza che affolla questi posti, beh, non ne usciamo più vivi, si può dire che nei centri commerciali si trova sempre gente molto variopinta, pacchiana, estremamente esagerata che rasenta il ridicolo.
I centri commerciali sono come pastura per i pesci, vengono richiamati dall'odore di qualcosa di buono, per poi venire acchiappati all'amo della banalità.
Sicuramente questi posti così grossi creano un certo numero di posti di lavoro; però a ben vedere, il paese (Italia) produce un millesimo di tutti quei prodotti venduti al suo interno, sono tutti manufatti provenienti da paesi esteri per cui la produzione non avviene qui in loco, ci si limita solo alla vendita, per questo motivo alla fine ci si ritrova ad acquistare sempre le stesse cose.
Ad essere sinceri rimpiango molto i piccoli negozi di un tempo, c'era un contatto diretto tra venditore e consumatore; non si faceva parte di una massa, bensì di un'esclusività; i prodotti non venivano caricati in blocco, ma tutto quanto risultava meno opulento. Ci saranno anche i centri commerciali giganti, ma dentro c'è ben poco che valga la pena comprare.


sabato 11 giugno 2016

OLTRE I 7 POSTI

C'è stato un tempo in cui la missione era quella di trovare una 7 posti, in prima battuta, che non fosse una banale 5+2, in secondo luogo che non costasse uno sproposito. La ricerca è stata lunga e tortuosa, poiché per diversi mesi abbiamo fatto il giro di diverse concessionarie che ci hanno proposto questo e quello. Pur avendo valutato delle vetture di una certa importanza, sia a livello economico, sia a livello pratico, ogni macchina visionata non ha mai rispecchiato appieno quello che noi effettivamente cercavamo,ossia, un'auto spaziosa, con 7 posti e basta. Siamo poi giunti alla conclusione che i 7 posti fissi è difficili reperirli, specialmente perché non ce ne sono come li intendo io. La necessità ci ha spiniti a fare un salto in avanti per cui abbiamo preso un 9 posti. Ebbene, il Fiat Scudo Panorama è il nostro nuovo mezzo ed è stato un acquisto più che azzeccato, in quanto ha spazio da vendere, si viaggia come se fossimo sopra una casa con le ruote e non ci è costato un occhio della testa. Certamente è un veicolo di seconda mano ma ha soli due anni e pochi chilometri sulle spalle. Ai miei figli è piaciuta fin da subito, mia moglie ha cominciato a viaggiarci sopra ancor prima di averla acquistata e io, beh, era proprio quello che intendevo come vettura super familiare.
Quando ho detto della nostra nuova macchina, tutti e dico tutti, hanno visto questo acquisto come una pazzia senza senso, in quanto è difficile da parcheggiare a Milano, due terzi del furgoncino restano vuoti e non è agile come quella che avevamo in precedenza. Mi limito a dire che non siamo dei pazzi e che il mezzo ha la sua giustificazione.
Oggi dal concessionario è stato un po' un dispiacere aver lasciato la nostra Dacia Duster, o come l'avevamo battezzata noi: Dasterina, lì da sola e svuotata di tutte le cianfrusaglie che per anni l'anno riempita, ma dopo esser saliti su quel salotto a 9 posti, non abbiamo più rimpianto quella piccola macchina che ci ha accompagnato ovunque.
Inizia un viaggio con lo Scudo, dove ci porterà non ne ho idea, ma qualunque sia la meta ci arriveremo comodamente.


giovedì 9 giugno 2016

E' FINITA LA SCUOLA

Un anno è volato via, come un sacchetto vuoto della spesa trascinato dal vento (come dicevano i 99 Posse), certo non per me in prima persona, bensì, per i miei figli che quest'anno è stato per loro molto impegnativo.
Durante l'anno scolastico ci hanno chiuso la galleria che conduce alla scuola per tre mesi, allungando il tragitto di un quarto d'ora in più e nonostante ciò, ogni mattina puntuali ci siamo presentati davanti al cancello un po' stanchi ma irriducibili.
Le vacanze estive cominceranno da domani e si prolungheranno fino a metà settembre, un periodo sicuramente molto lungo ma necessario, sia per gli scolari vessati dal programma ministeriale, sia per noi genitori che prendiamo in carico ogni elemento scolastico, dall'accompagnamento appunto, alle relazioni pubbliche tenute con i docenti e altri genitori; un vero sfinimento fisico.
Domani mattina i miei pargoli si sveglieranno con tutta calma e assaporeranno il gusto dell'ozio per almeno due settimane, dopodiché. si dovrà entrare nell'ottica di fare qualcosina ogni giorno, giusto per non perdere tutto ciò che è stato assimilato nel corso dei nove mesi di scuola, però con una tempistica diversa e con un altro spirito.
La prima elementare per il mio secondo figlio è stata abbastanza pesante, tant'è vero che a tutt'oggi non ne poteva più nemmeno dei suoi compagni di classe. La primogenita invece è stata messa sotto torchio ogni giorno dalla preistoria, passando per le recite in inglese, finendo con la geometria e la matematica, tutto ha richiesto un sforzo mica da ridere, però fra qualche giorno partirà per la colonia e lì avrà modo di annullare il cervello e divertirsi come si deve.
Le vacanze estive hanno il pregio del relax, ma di contro questo rilassamento estremo, porta addirittura alla noia e significa umori altalenanti in casa e bisticci non stop.
Forse è vero che nella società di oggi non si è più portati a godere del tempo libero, siamo così tanto impegnati durante l'anno che le vacanze possono persino spaventare se non si ha nulla da fare, io purtroppo ricado tra questa tipologia di persone. Va beh questo è un altro argomento, per ora godiamoci l'idea della vacanza finché saremo in grado di apprezzarla, per il resto c'è tempo.



martedì 7 giugno 2016

IO NON MI VOGLIO BENE

La volontà umana è capace di cose straordinarie, basti pensare ai monaci Shaolin o agli atleti che compiono imprese eroiche, come quelli della Sector No Limits, per essere più attuali meglio dire della RedBull. Oltre alla preparazione fisica all'esperienza e alle capacità tecniche ci vuole un grande impegno, ossia, una grande forza volontà, se questa manca non si può raggiungere alcun risultato.
La mia volontà è spessa quanto la carta velina, basta poco per distruggerla ed è per questo motivo che non riesco a rinunciare ai dolci, di conseguenza, non perdo peso.
Eppure quando ho fatto la dieta, avevo una volontà degna di Sirio il Dragone, mangiavo quello che mi aveva scritto il dietologo e andavo assiduamente in palestra; ora invece, mi è montata una pigrizia tale da muovere a malapena le gambe per andare a letto.
Che fine ha fatto la mia volontà? Dov'è andata a finire la fermezza con la quale tenevo a bada il mio desiderio di dolciumi? Perché non so resistere alle tentazioni che provengono dal frigo di casa mia o peggio, dalla macchinetta dell'ufficio?
La risposta è semplice: non ho volontà.
Questo fattore mi mette in condizione di non volermi bene come un tempo, non sento la necessità di essere attivo e preferisco fare cose più cerebrali che fisiche, il che si traduce in aumento esponenziale del peso corporeo, dannazione!
Lo metto per iscritto, solo per vedere quanto male può fare, rendersi conto di perdere una sfida che non porta a nulla di buono, in verità è tutto fin troppo buono ma non salutare.
Sarà questo un modo per me di rimettermi in riga? O sarà un pretesto per scrivere una pagina in più sul blog?
Si accettano donazioni di volontà in formato famiglia per i giorni seguenti.


sabato 4 giugno 2016

UNA SEPARAZIONE ANNUNCIATA

La separazione è avvenuta senza troppi rancori e a dir la verità, senza grande sorpresa da ambo le parti. Erano già diverse settimane che le cose non andavano come all'inizio, anche se già dal principio non siamo mai andati molto d'accordo, io avevo delle aspettative diverse e chi mi ha seguito da ottobre fino a poco tempo fa, pure.
Onestamente mi è dispiaciuto parecchio non portare a temine l'impegno preso, anche perché l'obiettivo era quello di diventare il più bravo di tutti, purtroppo però, ho lasciato la questione a metà.
Certo, sto parlando del corso di batteria non di altro...
Io la mia buona volontà ce l'ho messa, sono andato a quasi tutte le lezioni anche con le intemperie, ma non ero tagliato per quel tipo di insegna(nte)mento. Non si è stabilita quella sintonia che credo si debba instaurare tra maestro e allievo, poi c'è da aggiungere la distanza, gli impegni lavorativi e tutto quello che un uomo, padre di famiglia, lavoratore indefesso, musicista in erba e scrittore perditempo, ha sulle spalle.
Niente da fare, la mia carriera accademica si è arrestata lunedì scorso con un messaggio, e comunque la risposta da parte del maestro mi ha un po' spiazzato, mi ha risposto di vederci prima che la scuola chiuda, così da darmi qualche consiglio e l'ultimo saluto. L'ho apprezzato come gesto e credo di farci un salto dato che siamo persone adulte e possiamo anche terminare l'attività in comune con una stretta di mano. Domani lo chiamerò e poi si vedrà, al massimo mi spezza una bacchetta in testa.



venerdì 3 giugno 2016

ALLA FIERA (DELUDENTE) DELL'EST

Mi reputo un grande estimatore dell'oriente, un vero appassionato, quindi quale occasione migliore di vistare la maggior parte dei paesi dell'est del mondo al Festival dell'Oriente 2016? Direi nessuna, nemmeno questa, purtroppo.
La fiera è stata un carnaio inverosimile, ci sono state solo bancarelle con il cibo quasi tipico (la Sicilia non sapevo la si potesse collocare tra le file orientali) e le solite cianfrusaglie che si possono trovare anche da Aumai. Il sovraffollamento è stato decisamente più fastidioso di quanto preventivato, ma questo dannato fattore l'ho potuto constatare già su viale Forlanini, imbottigliato come se fossimo al Pechino nell'ora di punta.
Ora vorrei fare una piccola richiesta al sindaco di Segrate, (ammesso che Novegro faccia parte di Segrate,) gliene prego, faccia qualcosa per il semaforo più breve del mondo che è causa di file interminabili; è sempre lo stesso quello che serve a svoltare a sinistra verso la fiera.
Delusione totale per come hanno disposto gli stand, per come è stata ideata la fiera, ovvero, una confusione senza senso e alti, molto alti, i prezzi del cibo e di ogni cosa presente. Anche il biglietto di per sé è stato fuori luogo, nel senso che non lo si dovrebbe pagare dato che all'interno non viene regalato assolutamente nulla. Secondo me dovrebbero fare come alla Fiera dell'artigianato: ingresso libero e paghi solo gli acquisti. Per l'entrata con la mia famiglia abbiamo sborsato la bellezza di 40 euro senza sconti di nessun tipo, per poi stare dentro quella bolgia un'ora e mezza a dir tanto.
Sul sito venivano millantati laboratori per bambini, intrattenimento con spettacoli, addirittura veniva annunciata la presenza di Kung-fu Panda, ma si vede che deve essere stato intrappolato nel traffico di Forlanini, perché nessuno lo ha visto. Insomma non mi è piaciuta per niente, dirò di più, la sconsiglio a chiunque.
Per rimediare alla scottante delusione, siamo poi fuggiti da lì per approdare sulle sponde della darsena, dove le associazioni del canottaggio hanno organizzato delle mini regate gratuite per grandi e piccini. Grazie all'intraprendenza di mia moglie, sono riuscito a far fare un giretto sulla canoa ai miei figli, senza sborsare un centesimo. Questo sì che si può definire intrattenimento intelligente!
Organizzatori del festival, prendete esempio da noi milanesi del centro.
Parola d'ordine: gratis!


mercoledì 1 giugno 2016

PAURA DA PALCOSCENICO

Tutte le volte che sono andato a vedere i concerti dei miei gruppi preferiti, mi sono sempre chiesto cosa pensassero i batteristi professionisti prima di iniziare a suonare, cioè, come fanno a gestire l'ansia (sempre che ce l'abbiano) se temono di sbagliare il brano e come fanno a rimanere concentrati difronte a centinaia di migliaia di persone?
E' normale che chi suona per professione ha sulle spalle ore e ore di esperienza live che penso gli infonda un po' di sicurezza, più o meno come i piloti degli aerei, ma prima di compiere il passo della consacrazione musicale ovvero, quando ancora erano agli esordi, come hanno fatto ad eseguire perfettamente le canzoni on stage senza lo spauracchio dell'errore?
L'emozione è un sentimento umano che si presenta quando si è sottoposti al giudizio di più persone, per cui, più aumenta il pubblico e più cresce l'emozione e conseguentemente l'angoscia di fallire. Qual è il metodo piuttosto che il rimedio contro la paura da palcoscenico?
Mi piacerebbe porre queste domande ad un batterista famoso, così che per i miei prossimi live possa anch'io adottare il rimedio giusto.
Forse è proprio l'abitudine a gestire questo tipo di emozione ad infondere sicurezza, poi c'è la conoscenza dei brani, lo studio, le ore di pratica che messe insieme rendono infallibile l'esecuzione di un concerto, però continuo a credere che anche il più grande batterista del mondo, prima di suonare abbia un po' di tremarella, no?
Essendo io un batterista (almeno ci provo) i miei quesiti e dubbi sono rivolti al mio strumento, sicuramente l'emozione viene provata anche da chi suona il basso, la chitarra, dal cantante e anche dai musicisti classici per cui, tutti temono il pubblico, io ne sono convinto.
Esiste una ricetta vincente per combattere questo sentimento che è in grado di far sbagliare chiunque?
Se qualcuno ha la risposta è pregato di diffonderla, grazie.



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