mercoledì 29 gennaio 2014

SCHIAVO DEI SOGNI

Ecco ci risiamo, pensavo che il mio consueto senso di poca soddisfazione lavorativa si fosse palcato, invece no è ancora qui che si fa sentire come un'eco lontana ma persistente. Durante gli anni in cui ho dato anima e corpo per il mio attuale impiego ho cercato di accantonare, nel più profondo del mio io, la voglia di realizzare i miei desideri. La giustificazione che mi sono dato è piuttosto semplice, ciò che desideravo non si poteva combinare con l'attuale vita da adulto, essendo questi dei sogni nati in giovane età. Mi sono imposto di dover lavorare senza distrazioni, di applicarmi come un buon padre di faglia, quale sono e lasciar perdere ogni velleità artistica, perché oltretutto i miei sogni non sono nemmeno poco pretenziosi, anzi direi che forse sono addirittura fuori dalla mia portata. Sarà che sto per concludere il mio terzo romanzo ed il risultato che ho ottenuto, mi soddisfa abbastanza da pensare di diventare uno scrittore. Sarà forse che ho ricominciato a suonare, e guarda caso, il progetto che porto avanti con il mio socio, secondo me potrebbe funzionare. Magari sarà anche che mi sono stufato del mio lavoro e cerco delle vie di fuga dalla solita routine, fatto sta, che il mio cuore ha ripreso a battere così forte da non sentire nient'altro. Mi rattrista molto questa insoddisfazione, perché chi mi sta vicino potrebbe sentirsi la causa dei miei sogni infranti, non è per niente così lo garantisco. Se davvero volevo emergere in qualche modo dal mucchio, avrei dovuto agire bene quando ne avevo le possibilità, ora mi sembra sia troppo tardi. Però non posso negare a me stesso che ambisco a qualcosa di più, mannaggia. Avrei dovuto avere dei sogni più terra terra, qualcosa di più semplice, per lo meno di arrivabile, invece no, mi sono messo in testa che la vita dell'artista è quella che farebbe al caso mio, solamente perché sono affascinato dalla musica e dalla letteratura. Fermi un momento se devo dirla tutta anche la fotografia e la pittura mi colpiscono profondamente. Cosa significa, che vorrei essere un pittore oppure un fotografo? Sicuro. Mi arrabbio come una biscia quando a penso alle mie ambizioni, per il semplice fatto che non ne ho le qualità, né le doti né tanto meno le basi per potermi permette dei sogni di questo genere. Io ci posso anche provare, ma mi rendo conto da solo di essere uno in mezzo a tanti, forse troppi, con i miei stessi sogni e per emergere bisogna avere quel qualcosa che non tutti hanno, appunto non tutti. La verità è: chi si accontenta gode, anche se qualcuno ha poi aggiunto, così così. Accontentarmi credevo bastasse, invece mi sbagliavo non si può vivere una vita mediocre solo per la paura di osare, di provare a mettersi in gioco e ottenere da questo un risultato, positivo o negativo che sia, l'importante è avere un riscontro reale e sbatterci la faccia contro. Credo sia l'unica cosa da fare. Se poi devo pensare soltanto a cambiare lavoro senza metterci dentro le mie velleità artistiche, mi trovo ad avere comunque dei problemi perché non saprei cosa fare. In passato ne ho cambiati parecchi e tutti senza una certa correlazione tra di loro, saltavo di palo in frasca dal'oggi al domani, troncando a metà un certo percorso formativo. Che disgrazia, nell'ambito lavorativo mi sono sempre sentito un pesce fuor d'acqua e chiaramente perché non ho mai saputo cosa fare di preciso e da qui si ritorna sempre al solito motivo, cioè quello di voler realizzare i miei sogni. E' strano per quanto io dorma poco, di sogni ne ho tanti, così tanti da condizionare la mia vita reale. Ma cosa posso farci? Cosa insegno ai miei figli, di non buttarsi per seguire i propri desideri ed essere così felici? No assolutamente, però mi rendo conto che sognare ha un prezzo fin troppo alto e non tutti sono disposti a pagarlo. Francamente non so se il mio conto corrente emotivo sia pieno per poterci provare davvero, al limite potrei pagare con dei "proverò" se alla fine ci riesco lo pubblicherò su un bel libro con allegato anche la colonna sonora, così farei il botto completo.

sabato 25 gennaio 2014

NOTIZIA INUTILE

Finalmente mi sono riappropriato della mia fidata bicicletta. E' tutta bella riparata e fila come un razzo, i copertoni sono nuovi e per giunta ho fatto mettere quelli anti foratura (speriamo durino), il filo del freno è stato sostituito, il cambio è stato registrato, la catena me l'hanno accorciata e ora non cade più, mi hanno fatto la messa a punto e provato su strada, nemmeno fosse una mercedes. Il tutto è stato svolto alla modica cifra di... 95 euro!! Facciamo due calcoli, questa bici l'ho comprata a 100 euro, appena presa ho dovuto cambiare entrambi i copertoni poiché avevo forato le gomme per due giorni di seguito. Le riparazioni delle bucature se non erro, sono state sei credo, quindi:
 5 riparazioni da 20 l'una
+50 euro (1 foratura e non so cos'altro perché quando l'ho ripresa non ho visto nulla di più)
+ 95 della scorsa riparazione
+ 100 costo della bici
= 345 euro (in otto mesi.)
Ho messo solo le riparazioni che mi ricordo, può darsi che ne abbia omesso qualcuna. Una volta ho fatto il riepilogo della riparazioni e veniva un po' di più, ma ora mi sfuggono e non mi vengono in mente le circostanze. Comunque cosa potevo comprare con 345 euro? Non saprei, però cavoli è tanto. Se poi penso che uso la bici per risparmiare, a conti fatti il risparmio non lo vedo e di certo la sorte non mi aiuta a portare a termine il mio scopo. Non voglio farmi del male quindi nei calcoli non aggiungo tutte le riparazioni delle bici passate, però a occhio e croce in 4 anni devo aver speso una cosa come un paio di migliaio di euro (c'è da mettete in conto due bici rubate da 500 euro l'una )
Non uso i mezzi pubblici perché ho dei trascorsi di multe molto salate, quindi evito il più possibile. Ho degli aneddoti a riguardo di cui un giorno forse parlerò. L'auto volutamente non l'adopero e guarda caso di multe ne ho prese parecchie anche quel mezzo di trasporto. Forse il vero risparmio potrei ottenerlo andando a piedi, ma non è detto, magari con la sfiga che ho romperei ogni giorno un paio di scarpe nuovo, che disdetta.


mercoledì 22 gennaio 2014

THE SHOW MUST GO BACK

Questo blog a volte svolge la stessa funzione di una vetrinetta della sala da pranzo, molto anni '80, dalla quale tiro fuori vecchi ricordi. Prima di venire a lavoro, sono solito prepararmi mentre ascolto l'immancabile ipod che oltre ai Pink Floyd, (già detto tutto a riguardo in un post precedente) a volte se ne esce con delle band di un certo spessore. Oggi è stata la volta del live dei MaiMoon registrato al Transilvania Live anno 2004 se non erro. Ma chi saranno mai costoro? Per farla breve è stato un mio vecchio gruppo, genere indie rock se vogliamo dargli una collocazione. Beh non mi aspettavo di sentire oggi quel concerto, in verità mi sono dimenticato anche di averlo caricato. Comunque, mi ricordo perfettamente di quella serata, di tutte le ansie che ci colpivano mentre stavamo nel camerino ad attendere il nostro turno, le emozioni che vibravano tra noi componenti della band, in vista del fatto che fosse una data importante. Mi ricordo perfettamente del freddo che faceva in quel locale e della mani gelate tenute al caldo sotto l'aria del phon del gabinetto, gran bei momenti. Avremmo suonato penso una ventina di minuti, c'era un po' di gente, nessuno dei miei amici (non eravamo per niente hardcore quindi non sarebbe interessato alla cerchia di scoppiati che conoscevo) però è stato divertente. L'esecuzione non è stata perfetta, ma onor del vero, devo dire che me la sono cavata egregiamente. Non è che voglio menarmela, però posso assicurare che ogni mio passaggio è stato eseguito in modo impeccabile, ne vado fiero e sentirlo dopo diversi anni mi ha fatto piacere. Durante il periodo in cui suonavo con i MaiMoon, ci sono stati dei palchi importanti che ci hanno ospitato, uno tra questi è stato il Rollingstone, vecchio baluardo milanese per quel che riguarda i live. Lì sopra hanno calcato la scene grandi nomi della musica nazionale e internazionale, per dire suonare dove hanno suonato band, come Lag Wagon, Eve 6, Giuliano Plama & the Bluebeaters, Elio e le storie tese, e molti altri ancora, è un motivo d'orgoglio per me. Abbiamo fatto delle belle cose insieme, anche un piccolo disco di 4 tracce, questa volta registrato con tutti i crismi, dovrei averlo da qualche parte custodito, in più il mio ex cantante ha caricato il video su YouTube de "Il principe senza favole" proveniente da quel disco. Non facevo più parte della band quando è stato caricato però quello alla batteria ero io. (è la storia di due ragazze noi non ci siamo, è molto carino, da guardare) E' stato un bel progetto il nostro, avevamo belle canzoni, i nostri gusti musicali non si assomigliavano nemmeno un po', ma questo è stato un punto di forza. Mi piace ricordare quell'esperienza, mi spiace però che le nostre strade si siano divise in maniera così netta, purtroppo è la vita. Vi ringrazio ragazzi e ragazza, mi sono divertito con voi. Wladi, Ema e Ceci, è stato forte.

martedì 21 gennaio 2014

COME UN SOLITARIO DE BEERS

Sarà un caso, ma chi è stato figlio unico da piccolo, da grande quasi sicuramente farà un solo figlio. Non è detto che sia la regola, ma molto spesso le cose combaciano, se poi i due coniugi sono entrambi figli unici allora le probabilità si azzerano diventando una certezza. Ma cosa vuol dire essere figlio unico? Io personalmente non lo so perché ho un fratello maggiore e a mia volta ho due figli, ma posso dire dei figli unici degli altri, sono intrattabili. Con la moltitudine di bambini coi quali ho a che fare tutti i giorni, di questi ce ne sono alcuni figli unici e devo dire che i miei bimbi, come tanti altri, vengono abbastanza vessati dagli unici esponenti dell'esiguo nucleo familiare. Il motivo è piuttosto semplice, in quanto sono i sovrani incontrastati delle mura domestiche e quindi non sono in grado di condividere le attenzioni nonché i giochi con gli altri. Credo che si rapportino male con i compagni per il motivo che hanno sempre l'attenzione dei genitori puntata addosso e quando quella di un altro adulto, se non addirittura del compagno di scuola, non è della stessa intensità del papà o della mamma, allora cominciano a dare di matto cercando di averla nello stesso egual modo a cui è abituato. Anche nella fase del gioco cercano di primeggiare sui i ruoli e sulle regole, imponendosi in un modo così perentorio, da non accettare una visone alternativa a quella loro. A dirla tutta poi, si riconoscono anche i genitori dei figli unici, quando questi parlano del proprio figlio. E' una cosa a dir poco buffa, ma nel momento in cui in un discorso si sente parlare delle caratteristiche del loro adorato bambino, sviolinano tutta un serie di velleità, doti, capacità che non si capisce bene, ma solo quel piccolo prodigio ha. Tipo: come riesce ad esprimersi lui/lei in italiano corretto con delle leggere influenze di aramaico antico non lo fa nessuno, anche se magari ha solo un anno di vita. Oppure, come sa mangiare lui/lei mentre fluttua in aria con la forza del pensiero, nemmeno il Grande Mur sarebbe in grado di ripeterlo; se non anche, il mio/a bambino/a è quello più avanti di tutti i suoi compagni, talmente avanti che quando lo porto all'asilo è in anticipo di un giorno sulla settimana, cose così. Ok forse né i genitori saranno i più obbiettivi dell'emisfero terrestre e neppure i figli saranno i più disponibili alla condivisione, però sono cose che con il tempo si assestano e poi si superano. Non dico che valga per tutti i casi del mondo, immagino che ci saranno anche delle eccezioni, certo forse i casi che conosco mi danno ragione, però non posso generalizzare in modo assoluto. Consiglio una cosa caldamente: quando si hanno le possibilità, sia fisiche che economiche, ovvio, non ci si dovrebbe accontentare di un "solitario", bensì una "parure di gioielli" farebbe la felicità di molti, i primi fra tutti saranno loro, i figli unici, per non parlare dei genitori, allora si, che una famiglia riesce ad essere equilibrata. Ma chi ne gioverebbe maggiormente sarebbe sicuramente la De Beers.

sabato 18 gennaio 2014

10 ANNI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Uno degli argomenti maggiormente analizzati da mia moglie e dal sottoscritto, è la differenza di età che ci separa dagli altri genitori con i quali ci rapportiamo quotidianamente. Il luogo principale dove avviene l'incontro è senza ombra di dubbio la scuola, ma anche nelle strutture sportive abbiamo modo di constatare di far parte di una minoranza giovanile genitoriale. Nella nostra cerchia di amici siamo stati i primi ad avere dei figli, il che ha significato di non aver avuto la possibilità di condividere delle esperienze, con chi avrebbe potuto vederla nella nostra maniera. Per quel che concerne il resto delle persone con il nostro stesso ruolo invece, siamo sempre collocati tra i più giovani in assoluto e per questo non ci sono stai dei punti in comune. Questa nostra caratteristica ci ha creato qualche incongruenza su ambo le parti, sia sul lato degli amici, in quanto precursori di una figura che non apparteneva ai nostri coetanei e perciò lasciati soli, sia sul fronte di persone più adulte rispetto a noi, da loro visti come dei ragazzini inesperti. Con il passare degli anni alcune cose sono cambiate, qualche nostro amico nel frattempo ha figliato, mentre gli altri genitori più attempati, ci vedono quasi paritari per avere i figli frequentanti delle stesse strutture, ma nonostante ciò la differenza si vede lo stesso. Mi spiego. La generazione dei quarantenni in su, appartengono a quella frangia di individui con una carriera lavorativa già consolidata, spesso con una laurea di quelle vecchio stampo alle spalle ed economicamente sicuri. Avendo messo in piedi una famiglia tardi, hanno avuto l'opportunità di realizzarsi precedentemente nell'ambito del lavoro e ottenere da questa tutti i benefici che ne comporta. Ecco costoro di certo non nascondono lo status al quale appartengono. La tesi di mia moglie, che appoggio pienamente, è questa: i quarantenni di oggi, rientrano in una fase storica all'interno del quale si ha avuto la possibilità di studiare e di trovare un lavoro adeguato agli studi, quando il paese ancora godeva di una certa situazione sociale. Oggi noi trentenni, siamo il frutto di un benessere goduto nell'infanzia ma poi finito nel momento in cui abbiamo raggiunto la stessa età di chi ci ha preceduto, quando però loro sono riusciti a sistemarsi. E' difficile rapportarsi con chi ha come minimo dieci anni di più, perché si sentono le differenze è innegabile. Io dal canto mio non modificherei nulla del mio passato, sono ben contento di essere un genitore giovane, certo sarebbe bello potersi confrontare con qualche coetaneo in più, ma se questo viene meno, posso giocare la carta della gioventù rispetto ad un attempato benestante che non sembra il genitore ma il nonno del figlio. E' vanità lo so.

mercoledì 15 gennaio 2014

LA VOGLIA DI NON GUARDARE NULLA.

Negli uffici del mio lavoro, tempo addietro avevano reso impossibile l'accesso a youtube e anche al resto dei social network più in auge degli ultimi tempi. Hanno oscurato i siti più o meno come fanno in Cina, ma tutto sommato non è stata una grande perdita. Io personalmente non sono registrato a nessun social network e per quel che riguarda youtube non mi sono sentito ferito da questa negazione. Il fatto è, che si viene in ufficio per lavorare e non per guardare filmati. Molti colleghi hanno avuto da ridire, specialmente quelli notturni in quanto, fissare un monitor per otto ore diventa un po' pesante per non dire soporifero, quindi guardare un film, rende la veglia più sopportabile. Io di notte scrivo i miei romanzi, ragion per cui, non ho sentito né sento il bisogno di guardare qualcosa al pc. Ultimamente il divieto è stato raggirato e in pochissime manovre, si riesce a guardare ancora tutto esattamente come prima. Ovvio che dopo un sacco di tempo che non davo un occhio al tubo, ci sono tornato incuriosito dalle novità, ahimè, credo fortemente sia pure peggiorato. Non c'è mai nulla che valga la pena guardare, è tutto così scontato e risaputo, da farmi perdere l'interesse di scoprire le novità appena accedo al sito. I cantanti che postano i video sono sempre i soliti, con una qualità di contenuti sempre più scadente, ciò che invece interessa a me, ovvero quelli dell band che mi piacciono, oramai conosco tutto a memoria. Dato che la tv in casa non la si guarda, o meglio, l'abbiamo reintrodotta ma solo per i dvd, sono all'oscuro di quasi tutto il palinsesto della televisione italiana ed estera. Eccezione fatta per due serie televisive che mia moglie guarda con rapimento ed interesse, di riflesso mi ci sono appassionato anch'io. Per la cronaca sono The Walking Dead e Shameless. Ammetto che queste due serie sono fatte davvero bene, hanno tutto ciò che serve per farti rimanere incollato al tablet, per scoprire ogni avvenimento. Guardandoli in streaming scegliamo noi quando collegarci per assistere alle vicende dei protagonisti, anche se l'unica occasione possibile per noi, ce l'abbiamo quando per due sere sono a casa dal lavoro. Ebbene, ci facciamo delle vere e proprie scorpacciate di puntate, come dire, è diventato il nostro piccolo rito. Per quel che concerne il resto, credo vivamente che sia tutto spazzatura. Mi annoio, mi deprimo, mi avvilisco stare a guardare come un ebete tutta una serie di immagini prive di senso, preferisco di gran lunga scrivere. Se poi qualcuno si annoia a leggere i miei post, è sempre libero di visionare tutto il resto d'altronde finché c'è la possibilità di scegliere, usiamola.

martedì 14 gennaio 2014

FINCHE' L'EXTRA CONIUGE NON VI SEPARI

L'essere umano è un animale sociale, come tale sente la necessità di instaurare delle relazioni, di scambiare delle opinioni, di confrontarsi con altri simili per soddisfare il bisogno di rapporti interpersonali con i quali rende significativa la propria esistenza. Nel corso di una vita vengono tessuti centinaia di fili relazionali, a volte brevi, altri più duraturi, all'interno dei quali le persone scoprono diverse tipologie caratteriali. Quando questi si trovano particolarmente affini, complementari o integrativi tra loro, tendono a spendere sempre più tempo insieme, arrivando a sviluppare dei progetti a lungo temine, incoronando un sogno matrimoniale o anche una convivenza, spesso si mette alla luce dei pargoli, insomma la normalità di una coppia. Per quanto questa sia la prassi, c'è anche da mettere in conto un elemento estraneo alla coppia, almeno per quel che riguarda gli albori di una storia, ovvero all'inizio i componenti sono due, ma poi capita che ne arrivi un terzo. La riflessione nasce dopo aver sentito di coppie di conoscenti che scoppiano per aver introdotto il famoso terzo personaggio. Chi inizia ad introdurlo di per sé non è rilevante, però fa strano pensare che dopo un matrimonio, dopo dei figli, dopo innumerevoli sacrifici e difficoltà spesso superate, tutto ad un tratto scoppia e si sfaldi. Le motivazioni possono essere centinaia e non si è tenuti a giudicare chi compie il primo passo falso, anche perché se qualcuno cerca la consolazione in un altro lido, in un modo o nell'altro è stato spinto dal partner ad allontanarsi. Quindi la colpa, se di colpa si vuol parlare, non è mai da una parte sola. Mi raggela pensare che di fatto, non esista nessuna sicurezza a tener salda una relazione, tutti possono cadere, tutti possono cambiare, nulla è eterno. E' triste pensarlo, soprattutto se mi immedesimo in questo discorso, però è la verità. Altro materiale fresco fresco di rivelazione gossippara, mi ha portato a riflettere sulla questione. Mi è stato confidato a mo' di pettegolezzo che alcune delle persone che conosco, diciamo intravvedo, non sono quelle che vorrebbero far credere. Possiamo definire costoro, dei traditori seriali. Ripeto che no giudico nessuno, ma mi rende triste vedere chi gioca alle spalle del proprio partner. Alcuni di questi, hanno dei figli piccoli, altri grandi, ma da quando non lo erano che chi li ha messi al mondo si comporta in questa maniera, altri sono freschi di nozze eppure non si fa scrupoli a tradire con un elemento più giovane. D'accordo che l'essere umano è un animale sociale, però quando si fanno delle scelte impegnative, per non dire quasi definitive, bisognerebbe tenere in gabbia l'animale che c'è insito nell'animo. Per una questione di fiducia credo, per rispetto, per non ferire a morte chi ha messo in gioco la propria vita, non si dovrebbe tirare un tiro mancino di questa entità. Mi riferisco al tradimento seriale, non alla rottura consensuale di una relazione. Chi mette le corna al partner solo per autocompiacimento, perché si deve sentire ancora giovane o appetibile, perché commisura il valore personale con il sesso, ecco questo lo trovo meschino. Non sono un perbenista, nemmeno un ottuso retrogrado, ma quando sento storie del genere mi metto nei panni di chi subisce un tale smacco ed inevitabilmente mi adiro come se fosse capitato a me. Non ci posso fare niente, sono un romantico, sono per l'amore eterno, sarò anche un illuso, ma mi piace pensare che mi possa fidare ciecamente della mia sposa, piuttosto che guardare la realtà dei fatti e temere lo spauracchio del tradimento dietro l'angolo. Diciamo che aspetto con ansia l'arrivo di un extraterrestre sulla Terra, invece di temere che tra me e mia moglie possa arrivare l'extra coniuge, poi casomai dovesse capitare mi prenoto un viaggio su Marte, chissà magari lì, la monogamia è un fatto naturale come per i pinguini.                                                                                                                                                          

sabato 11 gennaio 2014

INSOMNIAC

Il sonno è uno di quegli elementi che più di ogni altro mi destabilizza profondamente. Ho cominciato ad avere piccoli problemi nell'addormentamento, quando uscì dalla fase adolescenziale, con la passare del tempo il disturbo si è sempre più acutizzato fino a divenire un insonne conclamato. Ho raggiunto dei picchi di insonnia preoccupanti, tanto che alla fine dovetti parlarne con il medico per riuscire ad avere un rimedio che potesse farmi rilassare e quindi dormire. A dire il vero un tipo di rimedio lo conosco, è del tutto naturale ma non è ancora legalizzato e non prescrivibile medicalmente, perciò mi sono dovuto affidare alle ricette del dottore per riuscire ad avere una medicina in grado di farmi rilassare e chiudere gli occhi per una notte intera. Mi diede una medicina chiamata Lexotan, il nome richiama quello di un antagonista cattivo in lotta con un super eroe tipo Lex Luthor invece di un farmaco, eppure è un potente ansiolitico. Mi raccomandò di prenderne un massimo di 5 gocce per un mese, arrivai a somministrarmene 30 gocce a sera per riuscire a dormire. Alla fine smisi dopo aver avuto dei forti tremori mentre cercavo di addormentarmi. Quando non riesco a prendere sonno faccio di tutto, da leggere capitoli su capitoli di libri, fino a contare un milione e mezzo di pecore. Ma per quanto mi accanisca a farmi arrivare il sonno, il mio fisico si rifiuta di obbedire a tale comando, ne consegue un nervosismo frenetico e la notte in bianco. Negli anni ho scelto di lavorare di notte, proprio perché non è mai stato un problema restare alzato quando spunta la luna (dal monteee), anzi mi trovo a mio agio vivere come un vampiro. Il problema è che non posso chiudermi in una bara la mattina e saltare fuori bello pimpante come un grillo con il calar delle tenebre, purtroppo di giorno devo svolgere la stessa vita che fanno gli altri diurni, ciò vuol dire che mi porto dietro un bagaglio di sonno arretrato enorme. Quando poi alla fine perdo i sensi, mi basta poco per recuperare quanto mi spetterebbe in termini di ore di riposo e la cosa mi fa rabbia. Dico io, per quella volta che dormo potrei farmi una tirata unica e dormire tutto quello che non ho dormito nelle ore notturne, invece no, se dormo 5 ore dopo una notte in bianco ma senza andare a letto troppo presto, fatte quelle ore, mi sveglio fresco come una rosa. Sarà che riposare non mi piace molto, sarà che forse mi basta poco per il recupero, egoisticamente arrivo a pensare che ogni essere umano dovrebbe essere come me. Lo dico a chiare lettere, chi dorme troppo mi dà su i nervi. Magari la mia è solo invidia, però credo fortemente che dormire troppo non serva a nulla e che sia un spreco di tempo. E' strano lo so, dato che arrivo da una famiglia di dormiglioni, in quanto sia mio padre che mio fratello in fatto di sonno ne sanno lunga, mia moglie poi, dormirebbe anche in acqua come pure mia figlia.Chi si scosta oltre a me dalla normalità sono: mio figlio che lo vedo come simile a me da piccolo, cioè dorme il giusto e ha una ripresa fantastica e mia madre che non ha mai dormito in vita sua credo. Spero che leggendo queste righe nessuno si sia addormentato, poiché mi farebbe imbestialire, eventualmente questa cosa fosse capitata, ci potrei dormire sopra, qualora dormissi.

mercoledì 8 gennaio 2014

QUANDO LA SFIGA SI AGGIRA SU DUE RUOTE -5

Anno nuovo vecchi problemi. Ieri al mio arrivo in ufficio ho incontrato una mia collega che mi ha chiesto:
"Anche oggi in bici?"
"Sempre." Le ho risposto orgoglioso.
"Le gomme ancora integre?"
"Si spera." Ho scongiurato con un presagio nel cuore.
Detto, fatto. A ritorno dopo il turno, verso quasi metà strada, sento la ruota anteriore molto poco reattiva e rumorosa. Chiaramente ho bucato. Si è chiaro, come al solito ho imprecato tutti i santi, però questa volta il foro non mi ha colto impreparato, dato che da un po' di tempo tenevo nello zaino un prontuario per il gonfiaggio rapido. Mi sarebbe piaciuto non usarlo, ma conoscendomi, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l'occasione. Quindi mi accosto al lato della strada, supero una donnina allegra per non intralciarle gli affari, salgo sul marciapiede e tiro fuori la bomboletta. Sono stato piuttosto spavaldo questa volta, a torto per giunta. La maledetta bombola con la schiuma per riparare il foro, alla prima spruzzata mi è quasi esplosa in mano. La schiuma è finita ovunque tranne che nel buco della camera d'aria. Le mie mani erano piene di quella roba appiccicosa, ghiacciata e dopo qualche secondo anche dura come il legno. Mannaggia non è servito a niente, pur continuando a immettere nella gomma la schiuma con la speranza che la riparasse, questa, ha preferito imperterrita le mie mani. Il cestino di fianco l'ha vista arrivare con un tiro da tre tipo NBA, dopo la mia resa all'evidenza, che rabbia. Ho fatto la strada di ritorno a casa con la bici sospinta a mano e finalmente all'una meno dieci sono arrivato con le mani che sapevano di schifo. Oggi mi sono recato dal mio ciclista di fiducia per farla riparare e sorprendentemente lo trovo chiuso. Leggo il cartello in cui vi era scritto: 24,25,26 dicembre chiuso e ok ci sta, ma poi leggo sotto e vedo, dal 30 al 13 chiuso. Eh??? Ma quante vacanze si fanno 'sti qui? E'inammissibile! Devono solo ringraziarmi dato che la metà delle ferie glie le ho pagate io!
Secondo me per essere così tanto bersagliato dalla sfiga sulla bici, credo che in una vita passata devo aver intralciato i progetti di Karl Drais nel 1818 (fonte Ciclofficina) magari proprio bucandogli le gomme quando faceva le sue prove , non so.

martedì 7 gennaio 2014

NEGATIVITY L'ANTIEROINA.

Sarà capitato anche a voi, non di avere una musica intesta, ma di essere vittime involontarie di NEGATIVIY.
Chi è costei?
 E' un'entità maligna.
Qual è il suo potere?
Ha la facoltà di rendere negativo qualsiasi cosa, solamente se rivolge su di essa la sua attenzione.
Dove la si può trovare?
In ogni ufficio purtroppo.
Ma non è un esemplare singolo?
Si, ma questo spirito può impadronirsi di diverse donne contemporaneamente, soprattutto se queste si trovano sul posto di lavoro.
Come si può riconoscere chi è posseduta?
 C'è solo un modo per capire chi è stata colpita, la si sentirà parlare solo di cose negative e mentre le racconta, intorno a lei si sprigionerà un'aurea pessimista.
Come ci si può difendere?
Basta continuare cantare nella propria testa "Penso Positivo" di Jovanotti.
A chi non piace Jovanotti, come può sopravvivere?
Deve assolutamente ripeterlo come un mantra, è in gioco l'incolumità personale, non è uno scherzo.
Perché sceglie solo le donne?
Perché sono indifese e sensibili ai drammi, ma anche gli uomini posso essere colpiti nessuno rimane indenne da tale forza.
Sono terrorizzato, non sono sicuro di riuscire a respingerla.
Facciamo una prova io farò NEGATIVITY, intanto tu canta
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Sono appena tornata dalle vacanze,
Bene.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
 Ma ché, uno schifo! Ho preso l'acqua per una settima. In torno al paese non c'era niente solo case diroccate e gente scorbutica.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Prova a fare delle domande e continua a cantare nella tua testa.
Ok ci provo.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Ma ti sei almeno riposta?
Lascia stare, l'albergo era una schifezza. I letti erano duri come il marmo, le lenzuola sporche, la moquette puzzava di fumo ed era piena di buchi di mozziconi in ogni dove. Il gabinetto non so da quanto tempo non lo pulivano, mi faceva senso anche solo guardarlo.
Davvero? Mi spiace.
No, non devi compatirla e non smettere di cantare!
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
E sei rimasta lì per tutta la settimana?
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Ma no, ce ne siamo andati il giorno dopo, non si poteva restare. Abbiamo affittato l'auto, non ci crederai prima abbiamo bucato la gomma e poi ci hanno tamponato.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Un dramma. A mio cognata è venuta la febbre e a me mi è venuta la gastrointerite, non molto forte ma per due giorni sono stata ko.
Qui devi cantare più forte.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Va beh dai per lo meno sei stata in compagnia.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Non me ne parlare mio cognato è un idiota, non gli va bene mai niente. Voleva mangiare a mezzogiorno preciso e alle sette in punto, dico sei in vacanza divertiti.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Dai però hai staccato un po'.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-
Seee, guarda al ritorno mi sono dovuta pure beccare mia mamma a casa perché la badante è tornata al suo paese, Tutta la notte ha gridato come un'aquila perché ormai è matta da legare poverina.
-Io penso pos...no scusa non ce la faccio più vado a buttarmi dalla finestra.
Noooooo!!!!!
La forza di NEGATIVITY colpisce ancora. Impossibile resistere.
-Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo-



sabato 4 gennaio 2014

CUOR LEVANTE

La mia psicologa mi chiese al nostro ultimo incontro, come reagivo agli addii. Le risposi che mi lasciano dentro un po' di malinconia. Quello che mi capita quando penso al Giappone, è appunto un senso di nostalgia e malinconia però positiva, ovvero nulla di così struggente da farmi rattristare pensando al ricordo in sé. Sarà perché è stata un'esperienza formativa personale, ad dir poco stupenda, quindi è naturale pensarci in maniera felice. Ciclicamente con il pensiero torno a quando atterrai all'aeroporto di Narita e quando misi piede sul suolo nipponico la prima e unica volta, ebbene, mi si riempie il cuore di gioia. Il Giappone è stato da sempre il mio paese preferito fin da piccolo. L'interesse nacque, come molti degli appassionati conosciuti in passato, dagli anime trasmessi negli anni '80 e '90. Poi integrai le conoscenze della cultura del popolo giapponese, leggendo la loro letteratura e da lì capii che quel paese era una meta assolutamente da scoprire. Mi affacciai timidamente anche alla loro cucina andando per tentativi. Non fui propriamente soddisfatto la prima volta purtroppo, onestamente maledì quel giorno in cui mi cimentai a sfamarmi con l'ausilio di due ashi. (bacchette di legno) A onor del vero quello fu un mio errore, per due motivi. 1 non sapevo nulla del cibo e di come si dovesse mangiare correttamente per apprezzarlo a pieno. 2 il ristorante era davvero penso. Col passare del tempo mi istruii meglio sulla loro cucina tradizionale e sulla metodologia adeguata, divenne poi la mia cucina preferita, come giusto che fosse proprio perché è squisita. L'unica cosa che ancora mancava per una conoscenza completa era quella di imparare la lingua. Rimediai iscrivendomi al corso di Lingua Giapponese all'università di Milano. Divennero più comprensibili molte cose, dopo lo studio accurato dell'idioma nipponico, apprezzai molte sfumature linguistiche, fui in grado di leggere i kanji (ideogrammi), riuscì a collocare nel tempo e nello spazio ciò che leggevo, insomma la mia passione si era tramutata in un studio accurato, completo e applicato a qualcosa di concreto. Per mettere a frutto tutta questa teoria, servivano ancora due cose, le donne autoctone del Sol Levante, che arrivarono certo, ma ometto volutamente il discorso, e finalmente la visita del paese. Appena arrivai a Tokyo, ripartì il giorno seguente per spingermi fino a Hokinawa e poi ancor più in giù, esattamente a Ishigaki. Entrambe sono due località di mare, dove però solo a Ishigaki ho fatto una vita balneare ad Hoc. Non sto qui a dire per filo e per segno tutto quello che è stato il mio programma di viaggio, comunque ho visitato diverse città importanti come, Tokyo ovviamente, Kyoto due volte, Osaka, Nagano, Kobe (dove pensavo di non riuscire più a tornare in ostello perché mi sono perso amaramente per le strade della città) Hiroshima e sono andato anche sul Monte Fuji. Mi piacerebbe andare in Hokkaido e vagare per le foreste innevate e paesaggi mozzafiato, non è detto che non ci vada e se mai ci andrò mi porterò dietro tutta la mia bella famigliola, così riempirò il mio cuore di altri meravigliosi ricordi, chissà...


mercoledì 1 gennaio 2014

A PROPOSITO DEI BUONI PROPOSITI

Come ogni inizio dell'anno appena nato, gasati da un nuovo principio, scalpitanti di vedere cosa accadrà nei prossimi 365 giorni, si pensa preventivamente a concretizzare alcuni progetti. Spesso si punta ad un obiettivo di media lunghezza, si coglie l'occasione di raggiungere un traguardo prefissato da chissà quando, si fanno insomma, i famosi propositi per l'anno nuovo. Quello che mi sono proposto di fare nel 2013 non sono riuscito ad attuarlo, ma nemmeno lontanamente. Consisteva di fatto, nel riuscire a pubblicare almeno uno dei romanzi che ho scritto che a tutt'oggi stanno belli beati dentro il mio pc. Forse un giorno magari, le mie fatiche prenderanno la via della pubblicazione, intanto spero che magicamente questi, stufi di rimanere rinchiusi all'interno di un file, facciano la mossa decisiva per me. Dunque il 2013 ha portato alla mia famiglia e a me: una casa nuova, mia moglie ha raggiunto la sua conferma lavorativa, abbiamo fatto il primo viaggione all'estero con i bimbi, io ho ripreso a suonare, nonché ho finito di scrivere il secondo romanzo, ho perso 12 chili, mia figlia ha iniziato le elementari, mio figlio ha cambiato scuola e tanto altro. Mia moglie ed io abbiamo fatto il resoconto del vecchio anno, ieri di ritorno dal veglione/lavorativo, concludendo che è stato un 2013 decisamente ricco. Per quello che è iniziato oggi, non saprei cosa aspettarmi e nemmeno che tipo di buon proposito pormi. Auspico che non ci siano brutte sorprese dietro l'angolo e che tutti stiano bene, per il resto lo affronterò come conviene. Quello che arriverà nei prossimi mesi verrà fedelmente riportato sulle pagine di questo blog, perciò buttate via il mouse e restate collegati per scoprire "LE INCREDIBILI AVVENTURE DI MR.D" sempre su "LA TANA"

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...