domenica 30 luglio 2017

L'ESTATE DEI GRANDI CAMBIAMENTI

Nei mesi scorsi avevo appena accennato al cambiamento di casa che stavamo effettuando, poi un po' perchè non avevo tempo di poter spiegare tutto ciò che è accaduto finora e di cose ne sono successe parecchie, un po' perchè non avevo ben chiaro a cosa stessimo andando in contro e un po' per scaramanzia, ho scritto poco e nulla riguardo al cambio di casa. Ebbene, siamo arrivati alla vigilia del rogito!
Domani mattina alle 11.00 andremo tutti allegramente in banca con il notaio, i venditori della casa e penso anche il direttore, a mettere per iscritto nero su bianco che diventeremo nuovamente (in questo caso ci sono anch'io) proprietari di una casa molto più grande rispetto a quella dove viviamo ora. Il passaggio era abbastanza scontato visto che in famiglia siamo in 6 e i due gatti, quindi la richiesta di maggiore spazio era pressoché vitale, ma avendo avuto mille peripezie nel mentre, non era sicurissimo che saremmo arrivati a tale giorno.
Mi sembra di aver speso due parole di disperezzo per colei che ci ha seguito nelle pratiche del mutuo, ovvero: della donna più incapace nel proprio lavoro che io abbiamo mai avuto il dispiacere di conoscere. Costei me ne ha fatta una più del diavolo e nonostante tutto l'ha sempre scampata anche perchéi suoi errori sono ricaduti su di me.
Comunque domani firmerò quel patto che mi tiene legato per 30 anni (quando invece ne avevo richiesto 20) alla banca e inevitabilmente, anche a quell'inetta della tizia che eviterei anche solo di nominare e che per i prossimi tren'anni contriubuirò a pagarle lo stipendio.
Bisogna essere positivi e vedere al di là della burocrazia e tutto quello che equivale ad avere un mutuo sulle spalle, quindi vedremo la bellezza di vivere in una casa più nuova e molto più grande.
I miei figli l'hanno vista ancora malconcia ma hanno apprezzato lo spazio e la disposizione delle stanza, nonché il giardino condominiale che ha tutte le potenzialità per diventare il giardino segreto dei giochi dei miei figli.
Domani sarà un grande giorno e nei prossimi giorni lavoreremo sodo per riuscire a far diventare questa casa, il nostro nuovo piccolo grande mondo.


domenica 23 luglio 2017

IL TUOR DI VIALE MONZA SI E' CONCLUSO CON L'ARRIVO A MONZA

Dopo una due giorni di concerti, concentrati nel weekend di un paio settimane fa, si è concluso il tour di viale Monza dei Twenty Euro For Love con un grande concerto proprio in quel di Monza. Come se avessimo dovuto percorre il tragitto per arrivare alla Mecca e durante il percoso ci fossimo fermati a fare concerti qua e là. In verità è stato solo una coincidenza aver suonato così tanto (per noi altri) in così poco tempo e onestamente, ieri abbiamo concluso degnamente questo periodo così "intenso" di live; ora ci aspetterà ancora una prova, poi una pausa estiva e si riprenderà il 22/09 a Casa Gorizia in viale Gorizia a Milano (zona Porta Genova)
Ieri sera lo show è stato di alto livello, tutti i gruppi hanno dato il loro meglio, soprattutto i To Je Zivot, un gruppo hardcore di Crema, che probabilmente aveva represso tutta la rabbia che aveva in corpo per una settimana e sul palco è stata liberata come se avessero aperto un portellone di odio e tecnica. Veramente quattro elementi di una potenza incredible, tant'è che il pubblico è rimasto attonito da un'onda d'urto così imponente. Davvero bravissimi. Mentre suonava questa band, ci siamo guardati in faccia noi T.EF.L. e per un attimo ci siamo sentiti in dovere di non salire sul palco perché non c'era alcun paragone con loro; davvero è stato come vedere davanti persone che non hanno fatto nient'altro che quello fino a poco prima e l'hanno replicato senza alcuna fatica. Nel backstage ci siamo incoraggiati a vicenda e alla fine il mio chitarrista ha detto una cosa molto saggia, ovvero, che ci sottovalutiamo sempre troppo.
E' così, senz'ombra di dubbio noi, e principalemte io, ho degli enormi complessi d'inferiorità nei confronti di chiunque si sieda dietro ad una batteria, perché penso sempre di essere da meno di tutti. Forse non è il modo migliore per affrontare un'esibizione ma a fronte di questo, metto tutto il mio impegno e cerco sempre di essere concentrato e preparato. Poi mannaggia la miseria, quando sento qualcuno prima di me che esegue senza fatica ciò che sta suonando, penso di non essere all'altezza delle mie stesse aspettative.
Comunque dopo l'energia dei To Je Zivot, siamo saliti noi in tutta la nostra umiltà e nonostante le nostre peggiori aspettative, l'esibizione è andata bene, ma talmente bene, che diversi gruppi e le persone presenti, ci hanno fatto i complimenti. A dirla tutta abbiamo venduto anche un cd.
Per quanto riguarda i complimenti, anche qua c'è da aprire una certa parentesi. Per prima cosa, per una questione di educazione e di incoraggiamento, il complimento alla band appena esibita, non lo si nega mai. C'è da dire però che se viene detto è perché in qualche maniera lo si pensa per davvero, almeno, io faccio così e se non mi viene da farli non li faccio. Addirittutra c'è chi ha notato le nostre citazioni o le band storiche alle quali ci ispiriamo, il che dimostra che c'è stata un'attenzione particolare da parte di chi ascolta e questo ci fa molto piacere.
Il nostro pregio, se così si può definire, è che siamo completamente una novità in certi ambienti e per questo suona come qualcosa di innovativo o poco sentito in giro, in più quel che facciamo, seppur con certi limiti tecnici, cerchiamo di eseguirlo sempre in maniera molto precisa perché ci perdiamo molto tempo dietro alle nostre prove mettendoci impegno e fatica; non che gli altri non facciano lo stesso, ma per noi tre non era scontato che lo fosse.
Se dovessi paragonare i Twenty Euro For Love a qualcosa, direi che siamo come un ago, una puntura d'insetto, non qualcosa che ti ferisca mortalmente, ma che comunque ti lascia un segno seppur piccolo ma pur sempre doloroso.
In definitiva il concerto è andato bene, anche se ci hanno tagliato tre canzoni prima della fine per una questione di tempi di scaletta, ma con tutta la stanchezza che avevamo addosso, forse è stato pure uhn bene. Mi sono divertito, i gruppi sono stati ottimi e la serata è riuscita bene.
Che dire, se ogni tanto riuscissimo pure a guadagnarci qualcosa non sarebbe male, nel frattempo suoniamo solo per la gloria (manchi tu nell'aria)




venerdì 21 luglio 2017

COSA STA SUCCEDENDO NEL MONDO DEL ROCK?

Scrivo all'indomani della notizia che vuole Chester Bennington come morto suicida, il giorno del compleanno di un'altra grande voce: Chris Cornell. Sarà una tragica coincidenza, un gesto disperato o qualcosa di più?
Per essere delle rock star bisogna avere dentro qualcosa che smuova gli animi, probabilmente è la stessa cosa per la quale si rimane vittime inermi dopo una travagliata convivenza con essa. E' il seme della disperazione che per un po' di tempo è capace di fruttare fama, soldi e notorietà ma poi bisogna fare i conti con i fantasmi che crescono dentro l'anima ed è difficile sconfiggerli.
Molte volte sento dire in giro che le rock star che si ammazzano non avrebbero il diritto di farlo dopo tutta la ricchezza accumulata, lo sfarzo a cui sono abituati e all'esagerata esistenza che vivono facendo quello che amano; hanno mille privilegi, sono amati dalle folle ed il loro lavoro non è ciò che sposa definire un lavoro. E' vero, una rock star di successo ha proprio tutto ciò che una persona normale possa desiderare, ma forse è esattamente questo ad ucciderli. La lista sarebbe davvero lunga, se dovessi fare un elenco di cantanti e musicisti insoddisfatti del successo e per questo si sono tolti la vita, e allora cosa spinge a percorre una strada come questa?
Ieri mentre leggevo la notizia di Chester, una sua dichiarazione diceva che la musica l'aveva salvato da morte certa, perché la depressione che ha provato nel subire le violenze da parte di un tizio, dai 7 ai 13 anni si erano ripresentate da adolescente quando aveva iniziato a cantare. Probabilmente la musica è stata una medicina utile fino a ieri, poi qualcosa ha sconfitto anche l'antidoto alla depressione. C'è da aggiungere che la vita dissipata fatta di alcol e droghe ha una componente fondamentale ma questi diventano letali solo se dentro si nutre del malessere interiore.
Chester Bennington lascia sei figli, i Linkin Park e milioni di fans, nonché un vuoto difficile da colmare nel panorama musicale, come Chris Cornell prima di lui, Scott Weiland, Laney Staley, Kurt Cobain, Amy Winehouse e tanti, troppo altri che hanno fatto la stessa fine. Sicuramente la lista continuerà a riempirsi di nuovi nomi e grandi glorie, perché il rock è dannato e bisogna accettarlo così com'è, prendere o lasciare.
Noi fan prendiamo solo il bello che questi artisti hanno da regalarci, loro invece tutto il resto comprese le conseguenze di un animo artistico irrequieto.
Ciao Chester
R.I.P.



giovedì 20 luglio 2017

LA MIA PRIMA DONAZIONE DI SANGUE

Qualche settimane fa, prima di arrivare al nostro ortolano di fiducia, uno stand del policlinico di Milano era sul posto per reclutare dei nuovi donatori. Mia moglie avrebbe voluto far parte delle nuove leve della compagnia del sangue, ma avendo partorito da meno di un anno e continuando ad allattare in maniera assidua, non è riuscita a rientrare nei parametri concessi. Io invece, non avendo partorito e non allattando, sono stato accalappiato in un secondo. Dopo alcune domande preventive e un'esortazione alla scelta da parte mia di far parte dei donatori, ho lasciato il mio numero e la mia disponibilità; in men che non si dica mi hanno telefonato per darmi un bell'appuntamento che per la cronaca, è avvenuto oggi.
Stamane mi sono svegliato con l'ansia di arrivare tardi perché si sa, al policlinico sai dove entri ma non sai dove vai a finire, perciò mi sono svegliato presto e ho preso i mezzi per arrivare ancor prima che potessi essere considerato un tipo puntuale. Una volta trovato il padiglione giusto, mi sono palesato davanti al tizio che pensavo mi presentasse ai medici e invece mi ha dato il benvenuto e lasciato un plico di moduli da leggere e scrivere. Ho compilato per bene tutto quanto, non prima però di aver letto l'informativa sui requisiti richiesti dall'ospedale per essere un donatore, ho consegnato i miei documenti e i fogli al tizio di prima e questo mi ha spedito in un altro edificio nel quale mi attendeva un volontario che mi avrebbe consegnato altri moduli da compilare. Fatto ciò, costui mi ha indicato la stanza del medico, dove credevo che avrei fatto il prelievo e invece no, mi ha preso i questionari, mi ha fatto altre domande inerenti a quelle appena risposte sul foglio e incomincia una chiacchierata su cose piuttosto personali come: le abitudini di vita, sull'uso delle droghe e sulla mia frequenza sessuale.
La dottoressa era una tizia giovane per fortuna e così mi ha chiesto immediatamente se potevamo darci del "tu", cosa che ho accettato ben volentieri e mi sono aperto in maniera sincera rispondendo a tutte quelle domande che andavano sul personale. Finito l'interrogatorio mi ha visitato, mi ha prescritto una visita al cuore e poi sono andato nella sala dei prelievi. Sono stato chiamato dopo pochi minuti e varcata la soglia di quella camerata,  ho detto all'infermiera che mi sembrava di vedere un campo da guerra con i feriti moribondi sul letto. Lei si è meravigliata della mia osservazione ma con una risata sonora, ha liquidato la mia macabra uscita facendomi poi accomodare sul lettino e spiegandomi ciò che da lì a poco mi sarebbe stato fatto.
Ho visto quelle sacche di sangue che usavano in True Blood, e non mi sono reso conto di quanto sangue potessero contenere, prima che me la applicassero tramite un ago grosso come il punteruolo di Basic Instinct. Il sangue mi è stato tirato per una decina di minuti e nel frattempo hanno anche riempito una serie di boccette che sarebbero poi andate in laboratorio per effettuare gli esami e tutto quanto serve per verificare la qualità del mio sangue.
Tutte le infermiere con le quali ho avuto un piccolo scambio di battute, mi hanno chiesto sempre nome, cognome e data di nascita, nemmeno fossimo in caserma. Sentivo dire che loro sono tenute a chiederlo sempre per essere sicure che le sacche vadano nel posto giusto con il nome corretto del donatore.
 Una volta prelevati 450ml di sangue, sono rimasto sdraiato per dieci minuti, seduto per altri dieci e alla fine sono andato nel posto che attendevo da quando avevo messo il naso fuori casa: il bar. Avendo un buono pasto, mi hanno concesso di rifocillarmi senza spese al bar accanto alla sala prelievi, e per quanto attendessi quel momento da tutta la mattina, sono rimasto deluso dalla poca scelta di cibarie che le due bariste presentavano nel loro striminzito bancone. Per non svenire sotto le frustate dei raggi solari e dalla mancanza di emoglobina dentro di me, ho mangiato una torta al cioccolato (niente di speciale) e bevuto un cappuccino in un bicchiere di plastica; che tristezza!
Nonostante la colazione esigua e la bruttura della strutta, mi sono divertito a donare il sangue.
Sono consapevole che sia un bel gesto e che in caso di necessità avere delle sacche di sangue pronte possano salvare delle vite umane, sono anche intenzionato a diventare un donatore abituale, però al prossimo prelievo la colazione me la proto anche da casa. Non posso rimanere senza zuccheri nel sangue che mi rimane, non varranno fami anche dimagrire vero?




lunedì 17 luglio 2017

QUEL CHE HO MATURATO IN QUESTA SETTIMANA

Non riuscire a scrivere quotidianamente su questo blog mi causa qualche problema. Il mio bisogno di esprimere ciò che provo, che vivo o che vedo, ha un effetto benefico sui questi nervi messi sempre così a dura prova dallo stress di oggi giorno. Un'astensione forzatamente prolungata può danneggiare seriamente l'ordine d'idee che mi frullano in testa, nonché la mia opinione del mondo intero. Non sto esagerando, mettere nero su bianco i miei pensieri mi dà la possibilità di riequilibrarmi in maniera semplice ma concreta.
Detto ciò, nelle due settimane appena trascorse ci sono stati un sacco di avvenimenti che avrebbero meritato una riflessione o per lo meno, una menzione; primo fra tutti: l'anniversario con mia moglie.
Quest'anno abbiamo festeggiato ben undici anni di vita insieme e per una cosa o per un'altra, non siamo riusciti a festeggiare come avremmo voluto. Certo, ci siamo scambiati gli auguri però non ha avuto il suo annuale festeggiamento in pompa magna e la causa principale è che dobbiamo risparmiare il più possibile in vista dell'imminente cambio di casa.
Colgo l'occasione al balzo per esprimere tutto il mio disappunto, nonché un enorme disgusto, sull'inadeguatezza professionale di chi mi sta seguendo per il mutuo, che ho chiesto la bellezza di quattro mesi fa e a tutt'oggi non si è fatta ancora sentire con gli aggiornamenti di cui necessito dato che siamo in dirittura d'arrivo per il rogito. Un consiglio che do a colei che scalda la sedia in banca è: cambia lavoro!
Bisognerebbe suonargliele.
Ehi, a proposito di suonare; i due concerti in due giorni dei Twenty Euro For Love, non ne parliamo?
Beh, dopo aver suonato per due giorni di fila mi sono chiesto con quali forze vanno avanti i musicisti professionisti. Ho posto questo quesito al mio chitarrista e mi ha risposto semplicemente che chi è un musicista di professione, nella vita fa solo quello e non altre cinquanta cose in un giorno prima di suonare.
Comunque, i concerti sono andati bene, nel senso che abbiamo suonato bene sia il sabato, sia la domenica però ahimè l'affluenza di pubblico è il tasto più dolente di tutti.
Il concerto al Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa è stato il più caldo mai privato nella mia vita, anzi è stato talmente torrido, da aver sudato non solo i liquidi corporei, ma bensì anche i ricordi di una vita. Il palco di quel posto si è trasformato nel luogo più inospitale della Terra e conseguentemente anche il più rovente. La domenica seguente avremmo dovuto suonare all'aperto ma la pioggia ha fermato l'entusiasmo e ci ha condotti dentro il T28, che fresco di certo non era, però il pubblico si è manifestato in modo "caloroso"; è stata una bella soddisfazione. Il prossimo sarà il 22 luglio al Boccaccio di Monza.
Settimana scorsa, avendo tre giorni di ferie, abbiamo fatto qualche escursione un po' qua e un po' là, anzi molto in là. Per festeggiare il compleanno dei dieci anni di mia figlia ci siamo spinti fino a Carrara per pranzare con le cugine ad un All You Can Eat massese e spegnere le candeline con una bella torta al cioccolato, il tutto facendolo in giornata, per cui cinque delle dodici ore trascorse, le abbiamo passate in auto. E' stato uno sbattimento galattico ma per la mia bambina questo a molto di più.
Oltre al mare ci siamo spinti anche in montagna, precisamente nel lecchese, dove abbiamo trovato la meta fuori porta più comoda e fresca che potessimo auspicare di trovare nelle vicinanze di casa.
Il primo passo sulla funivia che ci ha traghettato sulle cime dei monti per godere della frescura, è stato compiuto sabato scorso, mentre oggi abbiamo replicato la meta ma oltre a noi anche chi aveva un'automobile ha pensato di fare la nostra stessa strada. La coda è una di quelle cose che meno tollero in assoluto e di conseguenza il mio umore ne risente. Per fortuna che a dispetto di tutta la gente che stava davanti a me in strada, il nostro obiettivo non è stato così impattato come credevo; il che significa che oggi ci siamo rilassati e rinfrescati a Piani d'Erna e i miei figli si sono divertiti con le attività che sono state organizzate per intrattenere i più piccoli. Ovviamente il ritorno è stato pari, se non peggio dell'andata e con tutta la mia stanchezza mi trovo qui in ufficio a impazzire con tutti sti personaggi che chiamano e fanno solo guai.
Sono stanco morto, ho gli occhi che mi bruciano e sto lottando con tutte le zanzare del creato che stanziano da generazioni nella stanza dove lavoro, eppure nonostante tutto sono contento perché finalmente sono riuscito a scrivere.





mercoledì 5 luglio 2017

NON E' ANCORA TERMINATA LA MIA BATTAGLIA CONTRO IL TEMPO

Se c'è una cosa di cui ho sempre più bisogno è il tempo. Non ne ho mai abbastanza per portare avanti i miei progetti, che non sono molti, anzi, sono sempre gli stessi cioè: musica e scrittura.
Fino a qualche mese fa riuscivo ad aggiornare senza problemi questo blog e potevo anche continuare a scrivere quelle storie strampalate che chiamo romanzi. Ora invece, tra il cambio dei turni di lavoro che mi vedono impegnato anche di giorno e quelli di sera che stanno diventando delle agonie totali, le volte che sono a casa di sera non ha la forza nemmeno di aprire il lap top e buttare giù due righe. Ciò che fu del mio hobby tutto speciale, rimangono solo delle piccole incursioni ogni tanto e nemmeno troppo profonde. A volte scrivo perché me lo impongo, per non perdere la mano e anche per tenere aggiornato il mio venerando blog.
A chi interessa?
Penso a nessuno, ma chissense...
La musica d'altro canto ha preso un ruolo fondamentale nello svolgimento delle mie settimane, nel senso che provo con la band con una scadenza quasi maniacale e fortunatamente gli sforzi vengono ripagati (solo a livello di gloria per ora) dai concerti che portiamo nella zona milanese o poco più in là.
Purtroppo, per quanto mi piacerebbe che le mie velleità artistiche diventassero il ruolo fondamentale del mio guadagno, non ho il tempo di poterle maturare dato che devo lavorare tutti i giorni.
Tutti lavorano ogni giorno!
E' vero, ma questo non significa che devo farlo anch'io.
E come camperesti, sentiamo?
Uffa, ma non sono libero nemmeno di scriverlo sul mio blog?
Certo, sei tu che dai voce alla tua parte razionale, mica io.
Oddio, penso di aver bisogno di riposo; altro che tempo in più.
Mi sento male.






lunedì 3 luglio 2017

TWENTY EURO FOR LOVE ON TOUR

I T.E.F.L. saranno in tour niente popodimenoche: in Viale Monza a Milano. Ebbene due date 8 luglio in viale Monza 255 c/o il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa il 9 luglio c/o il T28 via dei Transiti 28 nella piazzetta adiacente. La fine del "mini tour" arriveremo finalmente a Monza c/o il Centro Sociale Boccaccio.
Tanta attesa e tante aspettative dietro l'esibizione della band.
Ma veramente?
Beh sì dai, almeno un po', insomma qualcuno comincia a chiedere in giro di noi e a riconoscerci (o meglio riconoscono sempre il chitarrista perché è sicuramente il più viveur del trio).
In attesa dei prossimi eventi, pubblicherò a breve il nuovo video in preparazione proprio in questo momento.
Stay Tuned sulle onde dei Twenty Euro For Love.


domenica 2 luglio 2017

PICCOLE CONQUISTE

Durante le vacanze estive dei miei figli, ho realizzato che ogni passo compiuto senza di noi, comporta il raggiungimento di un traguardo, che seppur possa sembrare una cosa da niente agli occhi delle pesrsone, per noi genitori e per i nostri figli significano tanto.
Il mio secondo ha imparato ad andare in bicicletta qualche settimana fa e con sua estrema soddisfazione gli riesce pure bene. Ho già menzionato l'evento in sé ma non mi sono soffermato molto. Ebbene dopo otto anni e svariati tentativi, finalmente un giorno mio figlio è salito sulla bicicletta e semplicemente è andato senza più fermarsi.
Alla fine del giro sotto casa gli ho chiesto cosa gli fosse scattato per convincersi ad andare senza timore, lui mi ha risposto che non voleva essere più preso in giro dai sui compagni di classe che già molto tempo prima avevano imparato. Sarà anche una motivazione che ha dentro del risentimento, ma sta di fatto che per lui questa è stata una vittoria.
Fra due giorni il mio neociclista sarà di ritorno dal mare, dopo la bellezza di dieci giorni lontano da casa. E' la prima volta che resta da solo per un periodo così lungo e da quanto ci viene riportato dalla zia che lo ospita, si comporta bene. Questa è un'alta medaglia da applicare sul medagliere personale.
Anche la maggiore ha avuto il suo periodo balneare di una settimana e quando ha fatto poi ritorno a casa è stata tutta la settimana cone le cugine andando di qua e di là, ma l'attività che l'ha occupata maggiormente è stato lo "shopping" in Paolo Sarpi con le cugine. Ok, forse come passatempo ha quel lato consumistico che non approvo molto, ma è stata comuqnque una prova di fiducia nei suoi e nei nostri confronti che ha superato egregiamente.
In situazioni del genere mi rendo conto che lei si sente grande, anche se compirà fra nove giorni soltanto dieci anni, ma è quell'età in cui ci si sente di avere delle possibilità in più rispetto a qualche tempo prima. Vorrebbe spingersi sempre più in là da sola, percorrendo quelle strade che conosce a menadito e che oggi tra l'altro ha fatto, ossia il tragitto casa-giardinetti. Vorrebbe andare ad esplorare il mondo che per ora è quello fatto dei punti di riferimento conosciuti e mettersi alla prova.
C'è però ancora una cosa che aspira ad avere ed è il telefonino. Ebbene l'aggeggio in questione è stato vagliato diverse volte e che per quanto le cugine (anche più piccole ce l'hanno) noi attenderemo ancora un po' prima di darle il libero accesso all'uso di un ogetto che è ormai parte integrante delle persone comuni.
Anche i piccolini stanno facendo i loro progressi; il terzo sta sviluppando una capacità lingustica motlo fluida ed il quarto ha iniziato a mangiare le pappette, pure con un certo appetito.
Il tempo passa, i figli crescono ogni giorno di più e diventano sempre più grandi il che significa essere autonomi e fino a diventare delgi adulti e io... meglio che non ci penso.




COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...