giovedì 24 dicembre 2020

2020 L'ANNO CHE HA CMABIATO IL MONDO

 E' chiaro che questo sarà l'ultimo post del 2020, dato il periodo potrebbe sembrare un annuncio nefasto, ma è solo per una questione cronologica niente più. 

Siamo agli sgoccioli della fine del 2020, un anno fa nessuno avrebbe immaginato che in una manciata di mesi l'umanità avrebbe dovuto fare i conti con tutti i suoi punti deboli, è stato e lo è ancora: una situazione davvero critica. Nell'immaginario comune gli esseri umani sono in grado di effettuare le più grandi prodezze, di riuscire a soggiogare la natura e piegarla sotto la propria volontà, di ritenere la razza umana al di sopra di tutto, di dettare le regole del gioco chiamato vita e ponendosi al di spora di tutto come unici vincitori. Ma poi quando qualcosa va storto, quando tutti i deboli pilastri sui quali è poggiato l'enorme egocentrismo umano cosa succede? Ovviamente tutto crolla. Rendersi conto di non essere invincibili fa male all'orgoglio ma anche alla salute, visto i risultati.

E' stato un anno di perdite: in primis di vite umane, poi economiche che forse fanno piangere di più che non tutte quelle vittime; non è cinismo è solo la triste realtà di una società che vede in un mancato introito il più grosso dei dispiaceri. E' stato anche un anno di regole, di attenzione, di terrorismo psicologico e di comunicazione, sia giusta che sbagliata. L'anno delle modifiche sociali e delle abitudini, l'anno in cui si è imparato a fare le code e a stare chiusi in casa, l'anno in cui la natura si è riappropriata (per poco) degli spazi che l'uomo ha invaso e sarebbe dovuto essere l'anno in cui si prendeva coscienza dei disastri umani e rimediare ma così non è stato, credo che mai lo sarà. 

In questo 2020 la musica dal vivo ha subito una drastica battuta d'arresto, non si è potuto organizzare più nulla se non in streaming e le band grandi e piccole hanno visto saltare i propri concerti come rane in uno stagno. E' stata denunciata dagli addetti ai lavori, più e più volte, la totale assenza di assistenza da parte del governo nei confronti di chi non ha potuto lavorare a causa delle chiusure a yo-yo che hanno creato più confusione che non una soluzione definitiva. Mi rendo conto che non sia affatto facile gestire una popolazione di quasi 60 milioni di individui ma se nel resto del mondo e prima di tutto in Cina, che sono ben di più di noi, sono riusciti ad arginare il problema perché qui non è possibile?

Credo fortemente che il senso civico sia la causa di tanti problemi che si sono creati durante e dopo i vari decreti, e qui sarebbe da riflettere ancora sulla capacità di noi italiani di rispettare le regole e accettare quelle che possono essere delle soluzioni amare e difficili da digerire; si sa che le medicine non abbiano un buon sapore, ma essere ricoverati è ben più penoso.

In definitiva il 2020 verrà ricordato come l'anno più brutto del nuovo millennio per questo virus difficile da eliminare definitivamente ma anche dell'occasione mancata per aggiustare il tiro sulle cattive abitudini dell'umanità che continuano a distruggere il pianeta.

Grazie e buon anno nuovo. 







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