Nel momento in cui il sogno diventa una realtà, allora poi, le cose cambiano e si tramuta da pensiero senza struttura ad una paurosa certezza. La leggerezza del sogno viene schiacciata dal peso delle cose da fare, perché si è dentro un'altra dimensione nel quale bisogna mettere anima e corpo, per evitare che il sogno si trasformi in un incubo. Si tenta ogni giorno di scappare da un luogo e inevitabilmente si finisce dentro un alto e così fino alla fine dei giorni.
Il tempo è mutevole, le occasioni sono poche e noi esseri umani, siamo soltanto dei mortali che riempiono la propria vita con delle cose da fare. Il vero male della nostra società è che abbiamo un countdown partito con il primo vagito e ci accompagna fino alla morte, nel mezzo c'è tutta una serie di situazioni che riempiono le due distanze per non farci pensare troppo. Perciò viene inventato qualsiasi cosa pur di distogliere lo sguardo dal traguardo, poiché, l'esistenza non avrebbe senso se lo sguardo ha la validità di un'attesa. Si sopravvive come meglio si riesce, cercando di trascorrere una vita dignitosa, ma soprattutto si cerca di farla vivere ai propri figli, finché anche loro un giorno avranno lo stesso compito. E' un passaggio di consegne, un pacco che viaggia di mano in mano, e tra chi ha passato il testimone a chi l'ha ricevuto, c'è quello che si è riusciti a realizzare. Capita che si fallisce, oppure si ottenga un grande successo, ma tre queste due differenze c'è un elemento comune: si corre sempre dietro ad uno scopo. In un film di animazione, avevo sentito un frase che mi aveva colpito, diceva pressappoco così: "gli umani si affannano per corre, ma non sappiano bene dove andare". Credo che questa frase, detta da una tartaruga animata, esprima bene il concetto di quanto ho scritto finora. Viaggiare sì, ma dove?
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