martedì 2 giugno 2015

MA PARLA COME MANGI

Qualche settimana fa, ero con mia figlia in porta Garibaldi (nota zona di un certo spessore del centro milanese). Tra le tante persone che sono passate frettolose sotto la porta o appena vicino, mi è balzata all'orecchio la frase detta al telefonino da una tizia sulla quarantina, ben vestita, probabilmente single, di sicuro in carriera, che recitava così:
"Ah, menomale! Mi fa piacere sentire ogni tanto delle positive news..."
Scusa? Come dici? Delle positive news? Ma perché? A che pro?
Nel sentirla sono rimasto raggelato, mia figlia nel frattempo non se n'è accorta nemmeno, ma meglio cosi.
Se ci ripenso, mi sbalordisco. Se avessi sentito, una donna al telefono che mi diceva una frase del genere, le avrei messo giù in un secondo. Ma non poteva dire semplicemente, "delle buone notizie" l'inglesismo era fuori luogo, come lo sono tutti gli intercalare detti in un'altra lingua.
Ok, che siamo nell'era della globalizzazione, e che la lingua più diffusa sia l'inglese, ma tra noi italiani ci è ancora permesso parlare la lingua nazionale, spero. Tra l'altro, come mi ha fatto notare una mia collega che l'inglese lo mastica parecchio, chi usa questi termini per parlare con gli altri, la lingua straniera non la conosce affatto.
Mi è capitato di vedere affisso su camioncino cinese, la scritta "ALIMENTALI" e poi corretta la frase sbagliata, con un pennarello. L'effetto è esilarante, però, questo significa che in effetti chi millanta di parlare una lingua straniera, in fin dei conti, non è mai padrone veramente dell'idioma. Quindi, ha ragione la mia collega.
Andando in giro in bicicletta, ho la facoltà di guardarmi intorno ad una velocità adeguata e così facendo, colgo cose che non vedrei se andassi più veloce. Mi sono accorto che le pubblicità dei prodotti tipici italiani, sono accompagnate da lunghe frasi in inglese. La scelta di adottare questo tipo di linguaggio, penso sia dovuto all'idea di esportazione del prodotto, perciò, il concetto è globale. In questa maniera non viene penalizzato un po' il cliente italico che non capisce la lingua straniera? Si dovrebbe adeguare? E' ipotizzabile; però, la signora milanese che legge sotto la foto del gorgonzola; per esempio, una roba tipo: "The italian cheese that everybody loves" cosa dovrebbe capire? Oppure la Scavolini che dice "Kitchens, living and bathroom" una volta era semplicemente la più amata dagli italiani, ora sarà la più amata dagli inglesi. Come la prenderebbe la Cuccarini a tal proposito?
Chi probabilmente spalleggia questo tipo di comunicazione, credo sia Zucchero (il cantante) Nei suoi testi, ogni due per tre, ci infila una frase in inglese che non centra niente, con tutto il resto. Chissà il why, cioè il perché...


2 commenti:

  1. Ciao Mr.D, era da qualche tempo che mancavo dal tuo blog e con grandissimo stupore mi sono accorta, recuperando i post che non ho ancora letto, che abbiamo scritto dello stesso argomento a distanza di qualche settimana. :-)
    E concordiamo su tutto !!

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  2. "C'è sintonia tra di noi, c'è sintonia se tu lo vuoi.
    Sintonia, sintonia, sembra quasi che non ci sia...
    e invece c'è."
    Olmo cantava così.

    RispondiElimina

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