venerdì 8 settembre 2017

DOVE TUTTO CONVERGE

Esiste un luogo fisico che ha molte facce, assume diversi ruoli per ogni momento della giornata ed è così sfaccettato da credere non abbia una sua identità specifica, eppure non è così, anzi forse la sua multi identità ne fornisce una propria, ma noi essendo talmente abituati a stanziarci inconsapevoli non ci rendiamo conto di quanti ruoli può assumere, pur essendo ben lontano dagli altri luoghi che svolgono solo un'attività per volta. Questo posto è un'asilo, un ristorante, un dormitorio, una scuola, una biblioteca, una lavanderia, un cinema, un parco giochi, un'ospedale, una SPA, un luogo di riflessione, un albergo, un riparo sicuro, una prigione, una gabbia d'orata, una sartoria, un centro ricerca, un'alcova, un'osservatorio, una dolce dimora, una segreteria, un cantiere, una pasticceria, uno studio e chi più ne ha più ne metta. Per chi ancora non l'avesse capito sto parlando della casa, quella dove ognuno di noi abita o dovrebbe abitarci. In casa c'è anche una persona che all'occorrenza svolge ogni compito per il quale viene chiamata a ricoprire e questa figura e senz'ombra di dubbio la mamma.
Quando sono a casa mia con la mia famiglia, vedo con i miei occhi quante volte viene sollecitata mia moglie a fare ogni tipo di attività, sia dai nostri figli, sia dai compiti giornalieri che una casa impone a chi ci vive di eseguirli. Però, per quanto io dia il mio contributo non eguaglierò mai l'attività che mia moglie svolge senza battere ciglio, certo si stanca, ma non può esimersi dal compierlo. Per cui ragionando non è la casa ad assumere tutte quelle funzioni sopracitate, ma è la mamma che fa diventare la casa un posto sempre diverso. La funzione cardine della mamma è stare dietro ad ogni cosa, essere multitasking ed estremamente versatile, perciò un attimo prima è un medico, il momento dopo è una cuoca; oppure una scienziata e un'imprenditrice, insomma di combinazioni ce ne sono parecchie ognuna diversa tra loro.
A volte m'immagino che il continuo roteare intorno al perno, ossia la mamma, possa stritolarla fino a spremerla come un limone e in quel preciso istante dia di matto facendo saltare per aria ogni cosa le passi a tiro. L'immagine non è molto lontana dalla verità che ho vissuto con mia madre, perché quando non ne poteva più lanciava i miei vestiti o cose a caso in ogni dove, urlando e sbraitando per lo stress che la casa e i figli le procuravano; se poi ci aggiungevo anche le ore lavorative fuori casa, lo sclero diventava ancor più devastante. Mi rendo conto che per quasi tutte le donne la vita è così, ma non vuol essere un compatimento fine a se stesso, lo dico perché quelle rare volte che faccio qualcosa in più di mia moglie, magari per una sua brevissima assenza, il mio cervello ribolle di stress ed io mi domando come non faccia lei ad impazzire ogni giorno. Devo proprio darle atto che lei non si arrabbia quasi mai, o se anche per qualche minuto le sale la rabbia schiumosa da dobermann, le passa in fretta.
È difficile essere donne, un uomo non ne sarebbe capace neppure quelli più evoluti possono dirsi al loro pari e invece basta una donna da sola per avere tutto che funzioni perfettamente, mentre per i maschi per avere tutto sotto controllo necessitano di persone che facciano cose ben distinte e separate tra loro. Da qui nacquero le aziende.
Per concludere posso dire che stimo le donne per essere così superiori all'uomo e che hanno tra l'altro, la discrezione di non dircelo apertamente ma ce lo fanno capire con i fatti.
Grazie di esistere. (Specialmente tu)





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