sabato 11 novembre 2017

TRA IL DIRE ED IL FARE C'E' IL TRASLOCARE

L'assedio è stato quasi ultimato, ci siamo insediati nel campo di battaglia da qualche giorno e vedo già i primi benifici: molto spazio, vista mozzafiato e strutture nuove di pacca; insomma siamo entrati nella casa nuova!
Non è stato tutto rosa e fiori, anzi, forse potrei dire che quest'avventura è stata come atterrare su un campo di cactus: rovinoso e pieno di spine.
Tutto quello che è stata la compravendita, se non ricordo male, devo averla già scritta nei precedenti post per cui meglio non tirarla in ballo di nuovo, ciò che invece è degno di nota, è la fatica con il quale procede il trasloco.
La movimentazione del mobilio ha qualcosa di diabolico in sé, poiché è capace di generare un Armageddon e l'Apocaslisse nello stesso momento ma in due luoghi separati, ovvero, la casa che si lascia è uno, e la casa nella quale ci si accinge ad abitare è l'altra. A conti fatti si hanno due case completamente in subbuglio in vista di un equilibrio che fa fatica ad arrivare, perciò si inscatola, si butta via un sacco di roba, si trasportano tonnellate di scatoloni, si smontano armadi, si mangia alla bell'è meglio e si continua col: disfare gli scatoloni. montare gli armadi, buttare un sacco di roba che si credeva di aver già smaltito in precedenza, arrangiarsi alla stregua di Rambo nel Vietnam dormendo su giacilgi di fortuna e mangiare cibi improbabili. In questo limbo in cui non si hanno delle regole di mantenimento né per le cose, né per se stessi, si vive con una dose massiccia di stress sulle spalle che ha lo stesso peso degli scatoloni trasportati da una parte all'altra, di conseguenza nasce lo stress per cercare di rimediare al caos cosmico ma aggiungendo una stanchezza cornica che fa vedere la situazione ancor più catastrofica di quello che è in realtà, oddio, a volte la realtà supera la fantasia, però affrontare ogni giorno con la stanchezza non è di certo semplice.
Ho appena menzionato la stanchezza, è già questa bella parolina che ha dentro una forza disumana di distruzione ha fatto proprio il suo dovere; ebbene, nei miei precedenti traslochi (cinque in dieci anni per cui in media uno ogni due!) ho sicuramente dato fondo alle mie forze, ma il trasporto di gran parte del mobilio fino al 7° piano ha tutto un altro sapore. Avevo inziato con il trapsorto delle assi di legno del pavimento verso l'inizio di settembre, facendo una trentina di volte sette piani a piedi con una confezione da 5 assi per 3 metri; in quell'occasione mi sono usciti gli occhi dalle orbite. Poi dopo è stato portato a mano anche tutto il resto, ossia: armadi smontati e pure quelli montati, mobili di varie grandezze e misure, un mezzo busto in lega di titanio, un quarto di elefante, più della metà del satellite lunare, un'auto arrugginita che usiamo come ferma porta ed in fine la casa vecchia ma rimpicciolita a suon di pugni per farla entrare in quella nuova, il tutto sempre facendo i sette piani che portano alla collocazione celestiale tra le nuvole, non tanto per l'altezza del palazzo, ma per la morte che gironzola intorno come un avvoltoio che sta per prenotare un posto nell'aldilà.
Durante i miei viaggi mi sono imbattutto con i miei nuovi vicini che però di nuovo non hanno proprio nulla, forse il sacchetto del panettiere quando vanno a prendere il pane, mentre il resto e tutto assolutamente vecchio. Ho detto a mia moglie che probabilmente è stato creato prima il nostro palazzo e i suoi condomini poi è stato generato il mondo. E' impressionante vedere quanti anziani ci siano solo nella mia scala, sembra di vivere in un ospizio, nemmeno i miei figli riescono ad abbassare l'eta media, forse calcolando la loro giovane età possono al massimo ridurre di dieci minuti il tempo sommato dei condomini presenti; il che ne consegue un repentino ricambio generazionale e infatti da quando abbiamo rogitato a quando siamo entrati in casa sono morte tre persone; da rabbrividire.
Se penso che anch'io un giorno sarò così, vedo la mia nuova casa come una prigione nel quale invecchiare e non come una dolce ed accogliente dimora, ma va beh, meglio godersi questi momenti e finalmente vivere dentro una casa fatta su misura per noi, certo; ma prima devo finire il trasloco!



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