giovedì 20 luglio 2017

LA MIA PRIMA DONAZIONE DI SANGUE

Qualche settimane fa, prima di arrivare al nostro ortolano di fiducia, uno stand del policlinico di Milano era sul posto per reclutare dei nuovi donatori. Mia moglie avrebbe voluto far parte delle nuove leve della compagnia del sangue, ma avendo partorito da meno di un anno e continuando ad allattare in maniera assidua, non è riuscita a rientrare nei parametri concessi. Io invece, non avendo partorito e non allattando, sono stato accalappiato in un secondo. Dopo alcune domande preventive e un'esortazione alla scelta da parte mia di far parte dei donatori, ho lasciato il mio numero e la mia disponibilità; in men che non si dica mi hanno telefonato per darmi un bell'appuntamento che per la cronaca, è avvenuto oggi.
Stamane mi sono svegliato con l'ansia di arrivare tardi perché si sa, al policlinico sai dove entri ma non sai dove vai a finire, perciò mi sono svegliato presto e ho preso i mezzi per arrivare ancor prima che potessi essere considerato un tipo puntuale. Una volta trovato il padiglione giusto, mi sono palesato davanti al tizio che pensavo mi presentasse ai medici e invece mi ha dato il benvenuto e lasciato un plico di moduli da leggere e scrivere. Ho compilato per bene tutto quanto, non prima però di aver letto l'informativa sui requisiti richiesti dall'ospedale per essere un donatore, ho consegnato i miei documenti e i fogli al tizio di prima e questo mi ha spedito in un altro edificio nel quale mi attendeva un volontario che mi avrebbe consegnato altri moduli da compilare. Fatto ciò, costui mi ha indicato la stanza del medico, dove credevo che avrei fatto il prelievo e invece no, mi ha preso i questionari, mi ha fatto altre domande inerenti a quelle appena risposte sul foglio e incomincia una chiacchierata su cose piuttosto personali come: le abitudini di vita, sull'uso delle droghe e sulla mia frequenza sessuale.
La dottoressa era una tizia giovane per fortuna e così mi ha chiesto immediatamente se potevamo darci del "tu", cosa che ho accettato ben volentieri e mi sono aperto in maniera sincera rispondendo a tutte quelle domande che andavano sul personale. Finito l'interrogatorio mi ha visitato, mi ha prescritto una visita al cuore e poi sono andato nella sala dei prelievi. Sono stato chiamato dopo pochi minuti e varcata la soglia di quella camerata,  ho detto all'infermiera che mi sembrava di vedere un campo da guerra con i feriti moribondi sul letto. Lei si è meravigliata della mia osservazione ma con una risata sonora, ha liquidato la mia macabra uscita facendomi poi accomodare sul lettino e spiegandomi ciò che da lì a poco mi sarebbe stato fatto.
Ho visto quelle sacche di sangue che usavano in True Blood, e non mi sono reso conto di quanto sangue potessero contenere, prima che me la applicassero tramite un ago grosso come il punteruolo di Basic Instinct. Il sangue mi è stato tirato per una decina di minuti e nel frattempo hanno anche riempito una serie di boccette che sarebbero poi andate in laboratorio per effettuare gli esami e tutto quanto serve per verificare la qualità del mio sangue.
Tutte le infermiere con le quali ho avuto un piccolo scambio di battute, mi hanno chiesto sempre nome, cognome e data di nascita, nemmeno fossimo in caserma. Sentivo dire che loro sono tenute a chiederlo sempre per essere sicure che le sacche vadano nel posto giusto con il nome corretto del donatore.
 Una volta prelevati 450ml di sangue, sono rimasto sdraiato per dieci minuti, seduto per altri dieci e alla fine sono andato nel posto che attendevo da quando avevo messo il naso fuori casa: il bar. Avendo un buono pasto, mi hanno concesso di rifocillarmi senza spese al bar accanto alla sala prelievi, e per quanto attendessi quel momento da tutta la mattina, sono rimasto deluso dalla poca scelta di cibarie che le due bariste presentavano nel loro striminzito bancone. Per non svenire sotto le frustate dei raggi solari e dalla mancanza di emoglobina dentro di me, ho mangiato una torta al cioccolato (niente di speciale) e bevuto un cappuccino in un bicchiere di plastica; che tristezza!
Nonostante la colazione esigua e la bruttura della strutta, mi sono divertito a donare il sangue.
Sono consapevole che sia un bel gesto e che in caso di necessità avere delle sacche di sangue pronte possano salvare delle vite umane, sono anche intenzionato a diventare un donatore abituale, però al prossimo prelievo la colazione me la proto anche da casa. Non posso rimanere senza zuccheri nel sangue che mi rimane, non varranno fami anche dimagrire vero?




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