mercoledì 3 gennaio 2018

TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO

L'anno 2017 è stato l'anno delle coppie scoppiate, ossia, persone che si pensava fossero fatte l'una per l'altra si sono lasciate in un attimo. Non scendo nei particolari perché di certo non sono affari miei e nemmeno ho il diritto di parlarne pubblicamente, quello che sarà il primo post dell'anno è una riflessione sui rapporti tra coniugi.
Queste persone che si sono lasciate mi hanno fatto riflettere molto sulle dinamiche che si vengono a creare ad un certo punto nella vita di coppia, e penso di non sbagliare nel sostenere che l'errore più grande possa essere: darsi per scontato. Non sto parlando di oggetti in saldo nei grandi magazzini (ma dovevo per forza scrivere una battuta così?) [e dai, scontato-saldo, la battuta vien da sé] nel senso, che si sottovaluta il bisogno di considerazione; forse è un po' egoistico ma la necessità di sentirsi al centro dei pensieri del coniuge arriva quando si dà priorità ai figli. Mi spiego meglio.
Essere genitore e al tempo stesso marito o moglie non è facile anche perché i due ruoli convivono insieme ma non sono la stessa cosa, molto spesso si arriva ad essere solo genitore e si perde di vista l'essere anche un partner per chi condivide il tetto coniugale. È chiaro che essere genitore quando si hanno dei figli piccoli ha l'importanza massima, ma proprio in questa fase che il marito o la moglie, sente la necessità di rivendicare la propria attenzione; perché?
Probabilmente gli oneri familiari vengono sempre prima dei sentimenti, perciò sbrigare le faccende domestiche, andare a lavoro e tornare stressati, educare i figli ecc... prende il sopravvento su tutto e allora in questo momento si cerca l'attenzione. È come una specie di riflesso incondizionato o forse una vera ripicca, cioè, non contenti di dover stare dietro alla quotidianità della vita, ci si mette in mezzo anche la voglia di attenzione di colui o colei, che dovrebbe dare un mano e rendere meno faticoso lo svolgimento della vita familiare. Proprio in questa fase di ricerca si diventa vulnerabili o forse solo più ricettivi, nelle attenzioni date da qualcun altro e da qui si commettono gli errori. L'essere umano è di natura egoista, quindi non appena si sente considerato al 100% si perde un po' il lume della ragione, le cose vengono viste sotto un punto di vista diverso, ci si rende conto di essere ancora attraenti o interessanti per qualcuno e così facendo si arriva a tradire il coniuge. Sia ben chiaro che questa è una mia personale riflessione, quel che sostengo non è necessariamente ciò che può essere capitato alle persone che conosco, sto solo ipotizzando una motivazione plausibile.  Lo dico però con cognizione di causa perché sono anch'io un padre ed un marito e sono ben consapevole delle dinamiche che si vengono a creare ad un certo punto nella vita di coppia.
Comunque, la ricerca di attenzione non è una giustificazione è solo la causa che fa scattare quella scintilla da cui parte la voglia di rimettersi in gioco e riscoprisi interessanti, piacevoli, spiritosi e via discorrendo; è come dire di riscoprire se stessi nelle braccia di un altro.
Il coniuge dà per scontato che alla sera, dopo aver fatto ogni cosa che la routine ci propone, si arrivi a fine giornata con la persona accanto senza dover dimostrare altro, non si debba parlare ulteriormente perché la stanchezza è talmente tanta da non aver voglia di fare di più. Anche nell'ambito sessuale la cosa è uguale, non si sperimenta perché il tempo è poco, non si protrae per tutta la notte il fuoco della passione perché la stanchezza ha la meglio sulla voglia e allora si cade nella scontentezza.
Invece quando si ha una novità tutto appare diverso e ci si pone anche in maniera diversa, si sperimentano cose folli, l'adrenalina ricevuta da un adulterio può rendere frizzante un rapporto clandestino, essere al centro dei pensieri di un'altra persona gonfia il proprio ego e allora si arriva al tradimento.
Come si fa a prevenire tutto ciò?
Non dando per scontato chi ci è vicino, perché non si può mai capire davvero cosa pensa il proprio partner finché non si parla chiaramente.
Per ora finisco qui, ma non è detto che la prossima volta non continui ancora a fare l'analista di coppia.








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