martedì 25 aprile 2017

QUELLA COSA CHIAMATA: ANSIA DA PALCOSCENICO

Sono passati dieci giorni dall'ultimo concerto dei Twenty Euro For Love e ancora sto pensando a quello che mi è capitato, ossia l'unico errore che ho commesso in chiusura dell'ultimo brano.
Eh sì, ancora mi brucia dentro e non riesco a stemperare l'ustione di quello sbaglio.
L'aver commesso un errore fa di me una persona normale, non perfetta e che è in grado di poter imparare da questo errore. Verissimo, non capiterà più lo prometto.
Ma per quanto io possa giurare e spergiurare di prestare molta più attenzione nell'esecuzione di quel passaggio, ce ne sono altri che mi aspettano al varco pronti a dire: "Hai sbagliato!"
C'è da dire una cosa, che non sono ancora andato in sala prove dopo il concerto ed è per questo che continuo a pensarci, non avendo avuto ancora modo di riscattarmi, mi resta solo lo sbaglio; dannazione!
A ben vedere nel corso della mia carriera non ho sbagliato così tanto, anzi, forse potrei contare sulle dita di una mano le volte in cui non ho azzeccato il passaggio giusto; e non è una questione di tempo per cui non me lo sono dimenticato, anche perché come ho appena detto, queste cose lasciano il segno; non so, forse è che sono bravino?
Sarà che i miei pezzi sia in passato sia ora, non sono poi molto complessi. Va beh, ma si può sbagliare anche facendo cose semplici, no?
Ma la questione non è sulla mia bravura, bensì, su quella cosa chiamata ansia da palcoscenico.
Ho visto un video mandatomi da quel mio collega che è anche un maestro di flauto traverso, in cui personaggi del calibro di Pavarotti, ammettevano di avere l'ansia prima di andare in scena.
E' fisiologico, normale, forse è anche quella carica che serve a mantenere la concentrazione. In questo video si diceva che chi non prova timore nel momento prima di salire sul palco, non si può ritenere davvero un artista. Io lo condivido ma cavoli, a che prezzo però. Cioè a me piacerebbe esibirmi avendo la perfetta padronanza delle mie emozioni e con questa sicurezza, poter dare il meglio di me senza andare in quella specie di trance dove non si sa bene cosa si stia facendo in quel momento.
La cosa che davvero frega quando si entra in questo stato mentale è proprio questo: non capire più nulla e andare avanti per automatismo. Per avere una perfetta gestione dell'automatismo, bisogna provare fino allo sfinimento. Per lo meno, questo è ciò che io personalmente credo.
Quando vedo gli artisti che mi piacciano dal vivo la mia domanda è sempre la stessa: "Staranno provando ansia?"
Gente che vende milioni di dischi e si esibiscono davanti a un sacco di gente non può permettersi di sbagliare. E allora, qual è il loro segreto?
Avrei proprio voglia di chiederlo a qualcuno facente parte di questa categoria, per capire come si può padroneggiare la fifa.
Se qualcuno lo chiedesse a me, io non avrei grandi risposte ed per questo che mi assale la paura del palco. Potrebbe essere che, una volta iniziato si va avanti sperando di non sbagliare.
Forse il mio metodo non ha una gran validità.
Perciò milioni di lettori del blog, fatevi avanti e raccontatemi come fate a combattere l'ansia da palco.
Grazie.



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