sabato 31 marzo 2018

LETTERA AL PADRE (UN ALTRO)Parte 1

E' da un po' di tempo che sto pensando di scrivere questo post e non l'ho fatto prima per una banale mancanza di tempo, ma anche perché forse non mi sentivo pronto a dedicare queste parole ad una persona che ha avuto un ruolo importante nella mia vita e tra l'altro è stato uno dei pochi che posso aver definito come amico.
Magari non era il momento giusto per entrambi; io non avevo la testa per trovare le parole corrette per esprimere quanto voglio dire in questo momento e tu forse non le avresti colte appieno, perché non eri ancora entrato nel ruolo che ora ti compete, perciò sarebbero state inappropriate, o solo lontane da te e dal tuo quotidiano.
Questa lettera è indirizzata a te.
Inizio dicendo che ci siamo conosciuti da ragazzi quando noi due avevamo una vita completamente differente da quella attuale, semplicemente eravamo giovani e questa parola racchiude dentro di sé tutto un mondo fatto di spensieratezza ed esperienze felici. Complice la scuola e la musica, abbiamo condiviso situazioni paradossali, divertenti, ogni tanto anche qualche delusione, ma se devo associare un periodo di assoluto svago lo devo mettere accanto al momento in cui ci siamo conosciuti, per dire, che parte della mia gioventù l'ho trascorsa con te e quello che abbiamo passato insieme ci ha fatto divertire parecchio, almeno, per me è stato così. Se quella che chiamo gli spagnoli la "Locura Juvenil" in effetti è proprio ciò che identifica questo periodo in cui ci siamo frequentati come due bravi amici. 
Io ora non voglio fare certo l'excursus di tutti i giorni passati assieme per poi arrivare a quel momento in cui le nostre strade si sono separate, però è doveroso spiegare quando c'è stata la rottura, nulla di eclatante, nemmeno apertamente detto se vogliamo vedere, però è inutile negare che ognuno di noi ha seguito una certa strada. Per quel che mi riguarda sono diventato padre all'apice della nostra amicizia ed io ho seguito ciò che era doveroso, giusto e sacrosanto seguire; tu hai continuato a condurre più o meno quello che avevamo iniziato insieme, ossia, un viaggio paradossale e divertente.
Anche tu ora sei diventato padre da pochi giorni e quello che ho scritto qui sopra era solo un incipit, un'introduzione a quanto sto per fare.
Sono molto contento per te, so che ogni giorno sarà un'escalation di felicità e che adesso sei frastornato dai sentimenti, dalle emozioni e tutto ti sembra come se fosse stato frullato da un minipimer gigantesco; non ti preoccupare vedrai che quando assimilerai il tuo ruolo di padre ogni cosa sarà collocata al posto giusto. Voglio premettere che le mie parole non vogliono essere un elenco di consigli o un vademecum su come comportarsi di fronte ad un figlio, anche se ne ho quattro e potrei dirti di avere molta esperienza a tal proposito, in realtà la condizione in cui tu sei è comune a miliardi di persone, ma solo tu sai ciò che stai provando e i pensieri che nascono quando guardi tua figlia. Io voglio solo dirti alcune parole che avrei voluto sentirmi dire quando è iniziata la mia vita genitoriale ma che nessuno mi ha mai detto, cioè, tutti sono stati pronti a darmi dei consigli pratici, poiché chiunque che è stato padre prima di me e te, vuole elargire consigli anche e soprattutto, quando non vengono richiesti, (sembra un'assurdità, però la cosa che paradossalmente è da gestire ancor più dei figli sono i parenti stretti e amici te ne accorgerai.) mentre poche persone si fermano a riflettere su quello che prova una persona quando diventa genitore. Chissà, magari si pensa che prima o poi tutti ad un certo punto debbano fare dei bambini, quindi si crede che l'aver voluto e cercato un figlio, ponga l'essere umano ad aver accettato la sua condizione, che sia pronto, quindi quello che serve da qui in avanti siano solo soluzioni nella gestione familiare e nessun conforto o confronto.
Ti preparo dicendoti che dalla nascita della bambina, tu come individuo, hai perso l'identità davanti ai tuoi genitori e saranno i primi a dirti cosa e come devi comportati con la bambina, perché come per incanto ai loro occhi sarai diventato un inetto, un incapace, uno che non si rende conto della responsabilità che ha nei confronti di una nuova vita; ovvio che non è così, sei perfettamente cosciente del ruolo che ricopri, però almeno all'inizio i parenti di appartenenza e quelli acquisiti, saranno i primi a puntare il dito contro di te e contro le tue idee, quindi per evitare che questo accada, mostrati sempre sicuro di quello che credi sia giusto fare per lei e per voi.
Si pensa che una volta diventati padri, noi uomini dobbiamo scordarci di avere una moglie, una compagna, insomma qualcuno che condivide con noi il ruolo di genitore; ebbene, non farlo mai! Cerca di essere sempre vicino a lei, non dimenticare assolutamente che in questo preciso istante lei ha subito o subirà a breve, un enorme impatto emotivo ben più grande di quello che provi tu e sii sempre presente, non solo con il corpo ma anche con la mente. Devi e sottolineo devi, celebrare ogni giorno l'amore che provi per lei e che l'arrivo di vostra figlia è la ciliegina sulla torta. 
E' molto probabile che tua moglie non abbia la stessa accortezza nei tuoi riguardi e che sarà talmente presa da dimenticarsi della tua esistenza, sii paziente non cadere in quel loop mentale in cui pensi di non essere più importante, di ricoprire la figura di sguattero perché ti competeranno una marea di compiti pratici, pensa che devi alleggerire le incombenze a tua moglie per poter donare tutta se stessa alla vostra pargola.
La natura non ci ha dotati di alcun elemento utile alla crescita fisica dei piccoli, quindi imponi a tua moglie (in maniera benevola) l'allattamento al seno, non credere che quello artificiale sia migliore, o che poi i bambini prendano il vizio della tetta, o che ipotizzino di non ne averne abbastanza per far crescere in modo sano la bambina; sono tutte balle create dalla società per rendere il nuovo nato una macchina pronta a servire, lo Stato, la patria e tutte quelle baggianate lì.
Non pensare che io sia così bravo a seguire quanto ho scritto finora, ribadisco che io avrei voluto sentirmi dire delle parole utili che non fossero solo delle tecniche pratiche di come allevare un figlio, certo servono anche quelle, però prima di questo bisogna avere lo stato d'animo giusto.

-Fine parte 1-







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