mercoledì 18 settembre 2013

L'ULTIMA ZUPPA

Era seduto al tavolo con un cucchiaio di legno ed una ciotola piena di zuppa di miso che gli ribolliva sotto il naso. Intorno a lui, consumavano rumorosamente il sushi dello Shokunin Yamanoshi quattro persone vistosamente ebbre di sake. Uno di quei quattro alzò lo sguardo e vide la zuppa fumante, il volto sovrastante dell'uomo immobile ed il cucchiaio di legno ancora fermo dove era stato portato all'inizio del pranzo dalla cameriera Midorichan. L'ubriaco smise di ridere con i suoi compari per osservare l'uomo. Non aveva nulla di particolare, un uomo come tanti, un impiegato, una persona anonima. 
L'ubriaco chiese. "Non ti piace? Perché non mangi?"
L'uomo immobile rimase tale.
"Yamanoshisan, non gli piace la tua zuppa."
Gli altri commensali risero cogliendo un'altra occasione per farlo. 
Al tavolo dei quattro ubriachi, arrivarono altre due bottiglie di sake, precedentemente ordinate a Midorichan, dimenticandosi del curioso personaggio per dedicarsi all'esalazione dell'alcol. L'uomo prese il cucchiaio, lo avvicinò alla superficie del brodo e fece entrare soltanto una quantità esigua nella incurvatura della posata. Avrebbe sfamato giusto una mosca con quella dose. 
"Allora ti sei deciso."Urlò l'ubriaco.  Le risate si aggiunsero come un coro di cornacchie dietro le sue spalle ingrigite dal sudore.
I movimenti per portare la zuppa alla bocca furono talmente lenti che, nel fissare compiere il gesto all'ubriaco si intrecciarono gli occhi.  Non emise alcun rumore nel bere quella goccia esigua di brodo, e quando questo entrò nella bocca anche tutto il resto intorno a lui, terminò di produrre ogni suono. Tutto si fermò. Le persone nel ristorante vennero bloccate nell'azione che stavano per compiere. Immobili, raggelate, statuarie. L'uomo continuò a sfamarsi senza curarsi dell'immobilità del tempo. L'ubriaco invece si rese conto della situazione quasi immediatamente, ma ne rimase affascinato ed incuriosito continuò ad ammirare l'uomo nell'atto di cibarsi. Finita la zuppa di miso, il volto dell'uomo si irradiò di una luce calda e potente da rischiarire ogni angolo del ristorante. L'ubriaco si coprì il volto investito completamente dalla fonte di luce. Quando riaprì gli occhi, l'uomo luccicante sparì inseme al bagliore. L'ubriaco si alzò, guardò il posto dell'uomo sparito e la ciotola con ancora un dito di zuppa dentro. L'ubriaco incuriosito afferrò la ciotola ed in una sola sorsata trangugiò tutto in un colpo il contenuto rimasto. Ritornò la luce ma a differenza di prima, il folgore fece tornare a compiere quelle azioni sospese a tutto il resto delle persone. L'ubriaco si sedette al proprio tavolo con il vociare sguaiato dei compari a fare da fastidiosa colonna sonora. Guardò i suoi amici con gelido distacco ed ogni suo gesto era soppesato con avarizia e devota disciplina. 

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