sabato 7 dicembre 2013

SANGRE DINERO Y AMOR

Guardo fuori dalla finestra in cerca di lei, spero di avvistarla dall'alto di questo squallido edificio nei sobborghi di Città del Messico. Le luci al neon entrano prepotenti dentro la vetrata sudicia, colorando ad intermittenza le pareti della stanza, con quelle dannate tonalità elettriche delle insegne pubblicitarie. Nessuno ha voglia di comprare una Hawaian Sun alla ciliegia alle tre meno venti del mattino, almeno io di sicuro no. Meglio una tequila liscia che mi distrugga il fegato. Ecco le ultime due dita in fondo alla bottiglia, c'è più sangue in casa che alcol. Lo sapeva perfettamente che mi avrebbe trovato armato, è stato un pazzo, un folle un avventato idiota. Devo mettere in conto anche questo imbecille, alla lunga lista di morti ammazzati con la mia Ruger Redhawk. Da quando ho messo piede in questa città, non faccio altro che sparare per salvarmi la vita e toglierla a qualcun altro. Finora mi è andata bene, ma non so per quanto la sorte mi assisterà. Tutto questo per lei. L'ho amata, l'ho seguita e ora uccido per lei, per salvarla dalla situazione assurda in cui si è cacciata. Meglio dire dove è finita a causa mia, Mai avrei pensato di trovarmi in questa condizione di fuggiasco dall'altra parte del mondo, a dover uccidere chiunque mi si pari davanti. Costretto a dormire sempre con un occhio aperto dentro a qualche bettola da quattro soldi, troppo spesso piena di topi e scarafaggi. Ingozzarmi di schifezze piccanti e mangiarle di fretta come se fosse sempre il mio ultimo pasto. Soffro d'insonnia e di ulcera, bevo per star sveglio e per dormire, non ne posso più, questa non è vita. Prima era tutto diverso vivevo nel lusso più sfrenato, bolidi da corsa sotto il culo, appoggiato in hotel a 5 stelle e rifocillato solo in ristoranti di prima qualità era tutta un'altra storia, con lei la vita era meravigliosa. Solo rapine mirate nei punti giusti, nessun spargimento di sangue mai sparato un colpo, nemmeno un ferito. Preciso e chirurgico, tempo massimo 16 minuti, il necessario per uscire indenni e ricchi sfondati. Poi è andata male, ho cercato di fare di più e ho pestato i piedi a chi non avrei dovuto. Per punirmi hanno preso lei.
Sento dei passi, c'è qualcuno alla porta, meglio mettersi in guardia.
"Giò, sono io apri!"
Non ci credo è lei. Ma come ha fatto a trovarmi?
"Sei sola?"
"Si certo apri."
"Non ci credo, che sei qui."
"Non è stato facile, nulla è stato facile."
"Immagino. Ora però è tempo di andare, di tornare a casa."
"Sicuro. Prima però devo fare una cosa."
"Ho capito, spara pure."
"Senza rancore, è stato bello una volta."
Bang.

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