venerdì 20 ottobre 2017

SCHIAVI MODERNI

Il titolo del post, per chi non lo sapesse, è preso da una canzone dei Rhumornero, e mai canzone fu più azzeccata di questa per il periodo che sto vivendo. (Andatela ad ascoltare)
Da ragazzo mi riempivo la bocca con parole che criticavano la società, mi arrabbiavo, mi indignavo, manifestavo nei cortei organizzati dagli studenti come me, quello che allora pensavo non funzionasse o per lo meno, funzionava solo per certe persone. Oggi che sono un adulto e un padre di famiglia, mi rendo conto che quello per cui lottavo, non lo vivevo fino in fondo, cioè ci credevo ma le malefatte della società le vedevo da lontano senza subirle veramente, mentre oggi le cose che non vanno bene come allora mi feriscono profondamente. Adesso la schiavitù della società ha un peso decisamente maggiore rispetto a prima, perché ora faccio parte di quella categoria di persone che producono, ovvero, creo del profitto offrendo un servizio; per il lavoro che svolgo percepisco uno stipendio e da questi soldi che ricevo si basa la macchina sociale.
Più soldi si posseggono e più si pensa di vivere meglio, cioè siamo indotti a credere che la vita sia migliore se si ha la facoltà di avere intorno tante cose che ci facciano risparmiare tempo, vivendo una vita comoda. Potrebbe essere una possibilità, ma non credo sia la verità assoluta. Pensiamo alle persone benestanti, per non dire quelle ricche, tutto ciò che possiedono è per davvero quello di cui hanno bisogno, o sono solo dei bisogni creati per appartenere ad uno status simbol? Potrei mettere la mano sul fuoco dicendo che si circondano solo di inutilità. Però non solo i ricchi si circondano di cose superflue, anche le persone normali sentono il bisogno di possedere cose, magari meno costose, ma non per questo meno inutili; l'esempio è presto fatto: l'acquisto dell'ultimo modello dello smartphone, quanto davvero serve se basterebbe avere un apparecchio che funge da telefono e basta, senza che sia ripieno di cose demenziali come le app più disparate? Oppure, trascorrere le vacanze in uno di quei resort paradisiaci dove però ci sono persone pagate per intrattenere la clientela a suon di attività organizzate fino al momento prima di terminare la vacanza, non sarebbe meglio viaggiare per scoprire ciò che il mondo offre senza rinchiudere la gente in posti che di naturale hanno ben poco?
Le persone che davvero rispecchiano la schiavitù dei soldi sono i boss della malavita. Questi personaggi sono disposti ad ammazzare per ottenere del denaro e più ammazzano e più ne ricevono ma a che pro? Per vivere una vita da recluso esattamente come in un carcere, a patto però che la gabbia sia dorata. È forse il paradosso più eclatante di tutti, vivere (e morire) per ricavare il maggior numero di soldi ma che poi non si avrà mai la possibilità di goderli fino in fondo. Anche i grandi manager che vivono la vita lavorando (onestamente) ma tralasciano però le cose più importanti come la famiglia e gli affetti e solo per cosa? Per circondarsi di oggetti inutili che riempiano il vuoto cosmico che si sono creati intorno.
Questo lungo preambolo è per dire che la società ci rende schiavi creando dei nuovi bisogni e consolidando quelli vecchi, come per esempio avere una casa di proprietà. Quanto siamo disposti a sacrificare il nostro tempo, i nostri soldi e la nostra salute per vivere in una casa che sarà davvero di proprietà quando si sarà saldato il debito con la banca? Ovvio, per trenta o quarant'anni, ossia gli anni dei mutui. Ma perché ci dobbiamo rovinare l'esistenza lavorando come dei muli per riuscire a comprare oggetti sempre più costosi? Semplice perché non si vuol far credere di vivere ai margini della società.
La nostra è un'epoca malata fatta di persone che si ammalano, contribuendo così ad aggravare la nostra società. Per quale motivo siamo disposti a morire in un posto di lavoro, magari orribile, solo per permetterci di ottenere delle felicità effimere come il piacere di comprare cose inutili? Cos'è che è andato storto, o meglio, che cosa è sfuggito di mano? Ma certo, il denaro! Se non esistesse il concetto della compravendita non esiterebbe il denaro e da questo, ne otterremmo solo giovamento. E come si fa ad evitare di essere travolti dalla società? Con la decrescita felice.
Continua... (il prossimo post)







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