sabato 1 febbraio 2014

L'INDOMITO

In questi giorni a Milano piove ormai ininterrottamente, tanto da farmi spuntare le squame sulla pelle e le branchie sul costato. Durante questa metamorfosi a cambiare non sono solo io, ma anche la mia bici, che si trasforma in una moto ad acqua e ovviamente, anche l'aspetto della città che diventa come Venezia. Per recarmi a lavoro o chissà dove, percorro le distanze cavalcando le onde alla stregua di Mitch Buchannon in una puntata di Baywatch. La differenza però sta nel fatto che non devo salvare nessuno se non me stesso, da i motoscafi (automobili) lanciati a tutta velocita di fianco a me, e non di meno dalle grosse navi (autobus e camion) che smuovono giganti quantità d'acqua, da far bagnare perfino le ossa. E' incredibile ma quando sono sui corsi d'acqua, in origine vie normali della città, per riuscire a schivare tutti gli ostacoli presenti, devo compiere delle vere e proprie prodezze da delfino di Gardaland. A rendere più difficili le manovre poi, ci devo aggiungere le lenti degli occhiali puntellate dalla pioggia e appannate dal calore sprigionato dal corpo in movimento, più i freni non funzionanti per colpa delle ruote bagnate, le suole delle scarpe scivolose che rendono la pedalata meno salda e le dita congelate, poco reattive e doloranti. Una bella avventura no?
Dato che in queste condizioni metereologiche avverse, sono uno dei pochi temerari che si cimenta in corse folli sulle strade allagate in bicicletta, ho l'occasione di poter verificare sul campo, i diversi comportamenti delle persone che mi superano. Gli identikt comprendono:
I COMPASSIONEVOLI: Coloro che guardano dal finestrino cercando di dare un aiuto morale con la sola forza dello sguardo.
I SUPPORTER: Gente che applaude, incita e tifa quando supera il ciclista.
GLI SPAZIENTITI: Personaggi infastiditi dalla pioggia e da tutto ciò che sta al di fuori dell'abitacolo. Solitamente frenano all'ultimo secondo quando trovano un semaforo rosso, per poi ripartire a tutto gas quando è verde. Trovarsi nei paraggi di questi qui non è molto sicuro.
I GOLIARDI: Ragazzi spesso e volentieri ebbri, che attuano quel simpatico giochino de "facciamo-il-bagno-a-quello-in-bici." Costoro prendono tutte le pozzanghere a bordo strada con l'auto a forte velocità, per creare the big one, ovvero l'onda più alta di tutte, intenti a docciare il povero ciclista, rievocando "Un mercoledì da leoni"
GLI EX CICLISTI: Persone che cercano di evitare il più possibile di arrecare fastidi, a chi come loro, percorre le strade con il velocipede, ma non quando piove. Lo si intuisce perché, non supera selvaggiamente, se ci sono pozzanghere le evita, ai semafori dà la precedenza al ciclista ed è solidale qualora lo sportivo abbia dei problemi con in personaggi sopra menzionati. Costoro sono estremamente rari in città.
Per limitare la scomodità che la pioggia mi arreca, ho sostituito il mantellone tipo poncho, perché riparava poco e all'occorrenza si tramutava in una vela, con una tuta fatta di giacca e pantalone. Con questa sono riparato al massimo, così tanto in verità, che l'acqua non bagna i vestiti dall'esterno, bensì la genera dall'interno per l'alta temperatura che si produce, cioè quando arrivo sono bagnato lo stesso.
Nelle giornate di pioggia, si scatena una bagarre tra me e mia moglie, nel senso che lei vorrebbe prendessi l'auto, ma io indomito quale sono, me ne infischio delle intemperie e dei pericoli per andare per la mia strada con la cara bicicletta. E poi, come potrei  mantenere la mia media di 3600 km all'anno se mi fermo quando piove? Abbasserei drasticamente la mia media. Eric Draven disse "Non può piovere per sempre", forse non ha mai fatto un tuffo a Milano.

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