martedì 14 luglio 2015

LA FAMIGLIA

Oggi in occasione del compleanno di mia figlia, abbiamo festeggiato pranzando al ristorante della mia vecchia cittadina natale. E' stato un evento più unico che raro, poiché non eravamo solo noi cinque, ma la tavolata era composta dall'intera mia famiglia.
Da piccolo con i miei genitori e mio fratello, credo di aver pranzato fuori qualcosa come una dozzina di volte, almeno così ricordo. Si può dire che non era il nostro forte ed il motivo per il quale questo accadeva, non saprei dirlo con esattezza. Potrei abbozzare dicendo: forse ai miei genitori piaceva molto di più stare a casa e gustare cose caserecce, piuttosto che farsi coccolare dalla gentilezza dei camerieri e dalla leccornie preparate delle sapienti mani dei cuochi, restando a tavola senza muovere un muscolo; ma è solo un ipotesi. Fatto sta che oggi ci siamo spinti fin lì per pranzare all'italiana.
Il punto in effetti non è questo.
Cogliendo l'occasione di andare a Rozzano, ho approfittato della situazione per vedere anche dei miei cugini che non vedevo da un secolo. Ho potuto incontrare finalmente il secondo figlio di mia cugina, cosa che per diversi motivi, ho rimandato fino ad oggi. Non contento, ho anche detto ad un altro mio cugino di incontrarci, così ha potuto darmi le partecipazioni del suo prossimo matrimonio. Fin qui sembra una questione di normale amministrazione, però non è esattamente così.
Nella mia famiglia, intesa quella con tutti i parenti, sono identificato come la pecora nera, per il semplice motivo che non seguo le tipiche usanze familiari. Ovvero: non mi reco mai a far visita a mia nonna, la domenica a pranzo; non chiamo nessun cugino o zio per le feste nazionali; non partecipo agli eventi religiosi quali: battesimi, comunioni, cresime ecc... Per forza, sono un ateo convinto!
Non mi ricordo di nessun compleanno e perciò, non chiamo nessuno. E' capitato forse una sola volta che mi incontrassi con i miei parenti o cugini, al di fuori della casa di mia nonna. Sì ok, sono un desaparecido. Però attenzione, io sarò anche fatto in questo modo, però non è che gli altri siano meglio di me. Perché è facile dare sempre la colpa al sottoscritto, ma nessuno si fa un esame di coscienza e prova a capire che siamo uguali sotto questo aspetto, anzi gli altri pure di più.
Quando ho avuto la prima figlia, forse in due o tre si sono scomodati di venire a casa mia per conoscerla.
Quando mi sono sposato, non ce n'è stato uno che mi abbia fatto le congratulazioni, e men che meno il regalo, solo per il fatto che ho scelto di sposarmi in comune e di non aver invitato nessun altro all'infuori dei testimoni.
Stessa solfa per i miei figli seguenti. Alla nascita dei maschietti, nemmeno una chiamata.
Allora a questo punto mi chiedo: "Chi sarebbe la pecora nera?"
Come dice la saggezza fatta a persona (mia moglie, è ovvio) i rapporti familiari, specie nella mia, sono solo di facciata, non c'è veramente affetto nei gesti, soprattutto se poi le scelte di certi avvenimenti, non sono quelli canonici. Infatti il matrimonio in comune e non aver battezzato i miei figli, sono la dimostrazione vivente che: se non si segue la consuetudine si è fuori dal girone dei bravi nipoti.
Io questo sistema di fare le cose lo detesto, perciò mi defilo completamente dalla famiglia, eppure non viene capito minimamente.
Tempo fa, anche un mio zio aveva più meno lo stesso atteggiamento ed essendo figlio diretto dei miei nonni, è stato bistrattato da tutta la famiglia.
Ora ne comprendo il motivo e posso dire apertamente:
"Caro zio, hai tutto il mio appoggio!"


Nessun commento:

Posta un commento

COME UN ANNO FA

 L'anno scorso siamo rimasti rinchiusi per mesi a causa di un virus letale, sconosciuto e altamente aggressivo, dopo un anno siamo ancor...