lunedì 7 settembre 2015

PUREZZA IN MUSICA

Fino a qualche tempo fa eravamo abituati ad identificare un genere, con il tipo di colore della pelle dei vari interpreti. Potrebbe sembrare un discorso spinoso, ma in realtà non lo è.
La musica rock è sempre stata definita come la musica dei bianchi, poiché i maggiori esponenti del genere all'apice del successo, hanno mostrato i loro visi pallidi su milioni e milioni di copertine di dischi, anche se, a ben vedere, le radici del rock provengono dal rythm&blues ed il capostipite del rock è Chuck Berry, quindi molto bianco, non lo è poi molto. Però, facciamo che resta confinato ai bianchi per comodità.
La musica classica e l'opera, sono due componenti del panorama musicale totalmente ad indirizzo caucasico e non hanno mai subito influenze dall'esterno, almeno per quel che concerne la composizione del passato, poi, per l'esecuzione moderna, le grandi opere sono rivolte a tutti ed eseguibili da chiunque.
Il jazz ed blues, con tutte le sue sfumature quali: il boogie woogie, il ragtime, lo swing e anche il gospel, sono di matrice puramente nera; su questo non si scappa.
Nell'epoca moderna, ovvero, dagli anni '60 fino ai '70 il rock ha reso la sua identità bianca, ancor più candida. I grandi nomi del genere avevano in comune il colore bianco della pelle. Di contro, i neri hanno consolidato le loro radici, per poi approdare nel funky, nel reggae e nella discodance.
Ma si sa, gli anni '70, sono stai anni di grandi rivoluzioni musicali, perciò, da qui in poi, le carte si sono mescolate. I grandi chitarristi bianchi, sono stati influenzati dal blues, prendendone grosse contaminazioni stilistiche, basti pensare ai Rolling Stone, a Eric Clapton, ai Led Zeppelin, per citarne qualcuno. Ma è avvenuto anche il contrario, cioè che il rock sia stato suonato anche dai neri. L'esempio più eclatante di tutti è il solo ed unico: Jimi Hendrix. L'hanno seguito poi, Prince e Lenny Kravitz, due suoi discendenti quasi diretti.
Si possono citare anche i Bad Brains, ovvero, una band di neri, che ha ideato il punk-hardcore.
(genere esclusivamente bianco) o altre band di bianchi che suonano una musica da neri, come i UB40 e gli Africa Unite che suonano reggae.
Negli anni a seguire le identità sonore si sono imbastardite parecchio, magari gli esponenti rimanevano più o meno gli stessi, ma le influenze sono state molteplici.
Con l'avvento del pop, c'è stato ancora tutto d ridisegnare e di razze musicali se ne vedevano di nuove. Nulla era stabilito e niente è stato definito come appartenente ad un colore specifico. All'unanimità il re del pop è stato proclamato Michael Jackson, quale simbolo migliore?
Per quanto si sia detto sulla sua pelle, cose vere o false che fossero, proveniva comunque da una famiglia afroamericana; come dire: un nero quasi bianco, che suona musica sia per i neri che per i bianchi. Un'unione perfetta, direi.
A metà degli anni '80 fino a quasi l'intero decennio '90 c'è stato un genere di musica appannaggio esclusivo di una cultura prettamente nera, cioè: il rap, tramutatosi poi in hip hop. Forse la distinzione più grande dopo il blues ed il rock, sta proprio nel rap contro il rock ed il pop.
Però poi anche i bianchi hanno suonato rap, i Beastie Boys ed Eminem, sono degli esempi che calzano a pennello.
Che dire di quelle cantanti bianche che hanno la voce da nere come Anastacia, Amy Winehouse, Adele, ma anche un italiano doc come Mario Biondi che sembra Barry White? Oppure il contrario, cioè un nero con la voce da bianco come Kele Okereke dei Bloc Party? Nulla, se non altro che tutto si mischia, tutto si ridefinisce.
Il discorso si può concludere così:
i colori della pelle e la musica, possono essere identificativi di una razza, fino a quando le case discografiche, non divulgano la musica a tutti. Ovviamente, non viene fatto questo processo per uno spirito di integrazione, bensì, per estendere i profitti fino a nuove generazioni di utenze, che siano nere o bianche, non importa; che venga suonata da neri o bianchi, nemmeno. Più c'è un genere che piace, più ci saranno persone che lo ascolteranno. Se poi questo processo di mercato unisce anche persone dalla pelle diversa, tanto meglio.


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